Passa ai contenuti principali

Rimani aggiornato

ALTRI ARTICOLI (clicca qui per aprire o richiudere il menù a discesa)

Mostra di più

Super poteri spirituali?

-

ZeRo: https://payhip.com/ZeRoVe

_

Avrò avuto poco più di 20 anni e gestivo soltanto un blog di crescita personale, alchimia, esoterismo spiccio. All'epoca ero soprattutto fissato con i sogni lucidi, viaggi astrali e compagnia bella. La quantità e qualità di sogni lucidi dipendeva dalla mia quantità e qualità energetica: se di giorno dissipavo l'energia allora non ne avevo a disposizione per gli esperimenti notturni, dunque mi sottoposi a un regime di purificazioni, diete, test, prove. Ma per quante purificazioni facessi arrancavo nel padroneggiare i sogni e soprattutto uscivo sempre sconfitto dalle sistematiche lotte che avvenivano sui piani sottili.

Quasi ogni notte c'era il bullo astrale di turno (mago nero, volador, essere inorganico, hatman, etc.) che mi sfidava e - vista la mia stupida presunzione - me le dava di santa ragione: al mattino mi svegliavo coi lividi che probabilmente si condensavano dal piano eterico a quello fisico.

Casualmente uno degli articoli sui sogni catturò l'attenzione di una signora spiritualmente evoluta che non solo faceva sogni lucidi a gogo, ma usciva dal corpo a volontà, si muoveva sul piano astrale,  praticava la remote viewing - visione a distanza, etc.....

Mi contattò in privato, facemmo amicizia e mi raccontò un sacco di dettagli interessanti sull'aldilà e sull'aldiquà.

Io ero ancora un po' acerbo (non disincantato, non libero dalla sofferenza psico-emotiva, ignaro dell'autorealizzazione, ignaro dello stato senza mente e senz'io, ignaro della vera natura del mondo) e ai miei occhi miopi quella signora era molto più evoluta sul piano spirituale: fin troppo evoluta, fin troppo perché quello sviluppo non era avvenuto parallelamente anche su altri piani (sul piano psicologico, affettivo, sentimentale, interpersonale). 

La invidiavo perché all'epoca riusciva a fare imprese che io non riuscivo ancora a fare: credevo che le siddhi - poteri spirituali - fossero l'unico o il principale criterio per constatare il livello realizzativo di un praticante spirituale.

Credevo di dover dimostrare il mio valore a qualcuno.

Dimostrarlo a chi?

Agli altri? 

A me stesso? 

All'esistenza? 

All'Universo? 

A Dio?

Boh, credendo alla dualità credevo di dover sempre dimostrare qualcosa a qualcuno e in quel periodo  volevo dimostrare qualcosa a quella signora (che a sua volta voleva dimostrare le sue facoltà al sottoscritto).

Poi - conoscendola a fondo - capì che quei poteri non le avevano fornito realizzazioni profonde oppure le realizzazioni che aveva ottenuto - anche se profonde - non si erano stabilizzate, sedimentate, radicate.

Le chiesi perché mi aveva contattato e rispose che mi contattò perché era attirata dalla mia mentalità aperta, disposta a tutto per la verità. A suo dire non sentiva la stessa "fame di verità" che intravedeva in me e non percepiva lo stesso distacco dalle faccende mondane.

Per me non aveva senso perché l'eroina era lei, lo sciamano era lei, i super poteri ce li aveva lei...

Dopo alcune interazioni mi resi conto che in lei non c'era il mio atteggiamento risoluto, non c'era la mia fermezza, non c'era la mia freddezza,  non c'era il mio distacco, ma soprattutto in termini interpersonali nel suo personaggio c'erano ancora tanti traumi, dilemmi, conflitti, ferite emotive, karma che non era riuscita a smaltire. Inoltre c'erano presenze oscure che continuavano a tormentarla sul piano sottile.

Credevo che quelle facoltà la avvantaggiassero indipendentemente dalle sue qualità, ma evidentemente senza aver maturato le opportune qualità non conviene sviluppare determinati poteri. Da allora mi resi conto dell'importanza della pace interiore, della pazienza, dell'imperturbabilità, della mente vuota.

Quelle qualità sono la pietra angolare di tutto il resto: troppo facile volere arrivare  in cima saltando le fondamenta.

Misi le facoltà paranormali in secondo piano e mi focalizzai sulle migliori qualità che potevo sviluppare nel mio essere. Non sapevo che quelle qualità erano proprio i poteri che poi mi avrebbero protetto da tutte quelle entità, predatori, influssi che in passato mi tormentavano quotidianamente.

Dopo quelle interazioni, vedendo che lo sviluppo mistico non corrisponde necessariamente con un altro tipo di sviluppo, decisi di lavorare bene anche su altri piani, addestrarmi, tenere i piedi per terra, affrontare le faccende quotidiane con un grado di lucidità sempre maggiore, un grado di lucidità che spesso manca in molti ricercatori spirituali perché sono preoccupati più dell'aldilà che dell'aldiquà: hanno la testa troppo sulle nuvole e i piedi poco per terra; interiormente non si sono riconciliati con pensieri-emozioni- sentimenti-traumi-conflitti; e inoltre non si sono neppure addestrati per affrontare entità non proprio amichevoli. Nel caso della signora - per quanto fosse avanti - le mancavano alcune "protezioni" (interiori ed esteriori): i suoi guardiani non erano affatto degli angioletti.

Il punto di questo articolo è che se non si è fatto un lavoro sull'ego, le credenze, i contenuti mentali/sensoriali/affettivi, allora le realizzazioni non possono sorgere e anche se sorgessero non si sedimentano davvero, non hanno un impatto sull'esistenza di quel soggetto. 

Oltretutto possono manifestarsi facilmente crisi dei nervi, crisi sentimentali, attaccamenti e dipendenze di vario tipo, o si può semplicemente uscire di testa. 

La differenza tra una profonda realizzazione e una realizzazione superficiale è semplice: in caso di profonde realizzazioni all'ego non può rimanere nessun margine d'azione o perlomeno non può rimanere tutto quel margine di azione che sembra avere nella vita di miliardi di persone.

Inoltre - in caso di profonda e autentica realizzazione - il sistema cognitivo non dovrebbe formulare più tutta una serie di pensieri, ragionamenti, domande, perplessità, pippe mentali proliferate dalla mente ordinaria. 

Questo è il motivo per cui nelle sessioni individuali preferisco attendere un po' di tempo prima di considerare sul serio certe realizzazioni: il momento ideale per considerare seriamente certi processi è quando ci si trova senza mente e senz'io, quando il sistema cognitivo e l'ego-sistema è stato decostruito (smantellando una credenza dopo l'altra, un timore dopo l'altro, un incantesimo dopo l'altro).

L'obiettivo finale è rimuovere le interferenze psicologiche, emotive, energetiche, personali e interpersonali che impediscono il radicarsi di una profonda realizzazione.

(Materiale di ZeRo: https://payhip.com/ZeRoVe)




Commenti

ELENCO ARTICOLI (clicca qui)

  • I MIEI LIBRI

Lettori fissi

ECOVILLAGGIO MANTOVA