Nel sottovalutato film Revolver emergono monologhi degni di nota in cui il mandante di tutte le disgrazie umane, di tutti i crimini, tutti i conflitti, tutte le atrocità è... l'ego, il senso dell'io, il me (apparente) separato da un te (apparente).
Se le cose stessero così, viene fornito un indizio gigantesco al comune ricercatore; gli si sta dicendo che non deve sprecare inutili energie in sterili interazioni esteriori e che gli basta sconfiggere un solo avversario.
Tra lui e ciò che vorrebbe ottenere c'è un solo ostacolo: se stesso, il riflesso di sé, la propria autoimmagine.
Ma non è un avversario qualunque: si tratta del più grande avversario di tutti i tempi. Per intenderci, il suo effetto devastante è come la somma di tutte le guerre mondiali.
Nel film si forniscono numerosi indizi, ma non ti si dice come sconfiggerlo del tutto perché la battaglia con il vostro avversario la dovete combattere da soli, dentro di voi.
Immaginate se ogni essere umano intraprendesse questo atto guerresco.
Immaginate se si riuscisse a fargli uno scacco matto da una parte all'altra del globo: famiglia dopo famiglia, comunità dopo comunità.
Le migliaia di teste del mostro verrebbero mozzate, i suoi demoni verrebbero polverizzati e l'umanità smetterebbe finalmente di flagellarsi da sola.
Tra gli infiniti possibili universi, c'è anche questo.
In fondo il film della nostra vita lo scriviamo e lo recitiamo noi.
(ⱫɆⱤØ)
P.S.
Avi: "C'è lui dietro tutto il dolore che c'è mai stato. Dietro ogni crimine mai commesso."
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La voce interna di Jake: "Come posso essere dietro a tutto il dolore, a ogni crimine, se non esisto nemmeno?"
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Avi: "E proprio ora, ti sta dicendo che non esiste nemmeno. Ti abbiamo appena messo di fronte all'unico nemico che sia mai esistito, e tu pensi che sia il tuo migliore amico."
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