Spunti e riflessioni da "Tu sei origine. Come acquisire una nuova visione del mondo e creare una nuova realtà" di Paolo Marrone
-
;
---
Così come in un sogno notturno le cose non hanno alcuna consistenza reale, così in questa apparente realtà ci renderemo conto della natura del tutto illusoria di qualsiasi esperienza facciamo, il che ci rende al contempo sia i protagonisti passivi, in quanto personaggi del sogno, sia gli unici e assoluti artefici, in quanto sognatori, di quell’immenso gioco di luci e colori che chiamiamo mondo. Un po’ come fece Alice nel Paese delle Meraviglie , scopriremo di essere all’interno di un mondo davvero strano, dove tutto ciò che percepiamo esiste solo all’interno della nostra mente, e dove lo stesso concetto di tempo viene del tutto stravolto, per scoprire alla fine che esso stesso non è altro che una mera costruzione mentale all’interno della quale i concetti di causa ed effetto non hanno più il vecchio significato che gli abbiamo attribuito da sempre.
Scopriremo un mondo talmente strano da farci sembrare del tutto plausibile l’idea che in fondo tutto ciò che osserviamo potrebbe essere nient’altro che il risultato di un’immensa simulazione all’interno di un enorme computer quantistico. Del resto, se fossimo degli scienziati in grado di costruire complesse simulazioni computerizzate, molto probabilmente progetteremmo il mondo esattamente come quello in cui stiamo vivendo, nel quale vigono leggi probabilistiche invece che deterministiche. Che senso avrebbe, infatti, simulare un mondo basato sulla fisica deterministica, dove qualsiasi esito finale sarebbe già determinato fin dall’inizio? La fisica quantistica ci descrive invece un mondo in cui la fanno da padrone le leggi probabilistiche, dove l’indeterminazione è una di quelle leggi fondamentali grazie alla quale è del tutto possibile che nuove cose possano apparire dal nulla in modo del tutto inaspettato e imprevedibile.
--
Il Creatore che è in ognuno di noi
A questo punto le conclusioni che si possono trarre sono assolutamente sconvolgenti. Se noi determiniamo, attraverso l’osservazione, l’esistenza di qualsiasi particella, viene da sé dedurre che noi siamo i ‘Creatori’ della nostra realtà. Come creiamo? La riposta è strabiliante (almeno apparentemente): che ci crediate o no, noi creiamo la materia con la nostra mente, esercitando il nostro pensiero.
Lo facciamo tutti i giorni, in modo inconsapevole, semplicemente pensando a quella che è la nostra realtà quotidiana, in base a quelle che sono le convinzioni su come la realtà dovrebbe essere.
Spingendoci un po’ oltre, possiamo ipotizzare che il mondo là fuori non esiste fino a che non lo immaginiamo, e immaginandolo lo creiamo.
Forse non esiste il concetto di là fuori separato dal qui dentro (la nostra mente), dato che tutto deve esistere nella nostra mente, prima di manifestarsi là fuori. La realtà molto probabilmente è solo una proiezione dei nostri pensieri.
--
Il mondo appare solo all'occorrenza
Più volte abbiamo sentito affermare che “esiste solo il qui e ora”, ma forse non ci siamo mai domandati cosa volesse davvero dire. Scopriamolo insieme in questo capitolo.
Per chi ha letto il mio libro “Il monaco che non aveva un passato“, siamo nell’ultimo capitolo, quando dopo aver cenato insieme ai discepoli il Maestro mi conduce nella grande sala del monastero per continuare i nostri discorsi, sorseggiando del thè seduti su grandi cuscini color porpora.
Questo è quello che ad un certo punto il Maestro mi dice, in risposta alla mia domanda in cui gli chiedevo se fossi potuto tornare in quel monastero e incontrarlo di nuovo:
“Tu credi di avere a che fare con persone che esistono al di fuori di te, e che hanno una loro storia. Lo pensi per tutte le persone che entrano nella tua vita, ma non è così. Sei in un sogno, e tutto ciò che ne fa parte si materializza all’occorrenza… ”
Cosa voleva dire con questa frase? In che senso il mondo si materializza all’occorrenza ?
Quello che il Maestro mi stava dicendo è semplicemente un altro modo, forse più concreto e diretto, di affermare che non esiste altro se non il Qui e Ora.
Ok, l’affermazione che esiste solo il Qui e Ora l’abbiamo sentita chissà quante volte, e oramai la diamo per scontata, non considerandola più qualcosa di strano o di incomprensibile.
Forse però non hai valutato bene il reale significato di quella frase. Il problema è che diamo per scontate troppe cose, ed abbiamo quindi perso l’abitudine a farci delle domande per approfondire i vari concetti.
Sull’ Ora non ci sono molti dubbi. Ma riguardo al Qui , come la mettiamo?
Esiste solo il Qui e Ora. Bene. Riguardo all’Ora, o momento presente, probabilmente pochi avranno dei dubbi, perché più volte abbiamo sentito dire che il tempo è solo un’illusione, e che quindi passato e futuro non esistono realmente, ma sono solo una nostra costruzione mentale. L’affermazione quindi che esiste solo il momento presente non ci crea molto disturbo, avendo in qualche modo fatto amicizia con questo concetto. Non mi soffermo sul perché il tempo sia solo un’illusione, perché è un argomento che viene trattato più volte in questo libro, e altre volte ancora lo tratterò.
Soffermiamoci invece sul concetto che esiste solo il Qui . Vi siete mai chiesti cosa questo volesse dire? Allacciate le cinture, perché stiamo per intraprendere un viaggio che ci porterà a trarre delle conclusioni sconvolgenti, ma tranquilli, vi ci porterò un po’ alla volta, conducendovi per mano, cercando di non perdere nessuno per strada.
Il titolo di questo capitolo dovrebbe già avervi dato qualche indizio, ma c’è una vocina dentro la vostra mente che si rifiuta di arrivare fino alla conclusione finale, perché per quanto sia la spiegazione più logica, stravolge ogni vecchia logica sulla quale avete basato la vostra intera vita. Fino ad ora.
Chi ha visto il bellissimo film “Il Tredicesimo Piano ” (se non lo avete ancora fatto, vedetelo, ne vale la pena), ricorderà sicuramente che uno dei protagonisti ad un certo punto intraprende un viaggio in macchina, per verificare con i suoi occhi se l’idea che stesse vivendo in una simulazione di un computer fosse veritiera.
Ebbene, il nostro personaggio ad un certo punto, dopo aver violato una moltitudine di segnali che gli intimavano di fermarsi e non andare oltre, trova quelli che sono i ‘confini del suo mondo ‘, dove al di là di un certo limite esiste solo una ‘bozza’ del mondo, costituita da una rappresentazione in ‘wireframe’, come quelle di alcune immagini computerizzate. Chiunque abbia dimestichezza con la programmazione dei videogiochi sa benissimo che le scene dei videogame vengono costruite all’occorrenza, rappresentando solo ed esclusivamente i particolari che sono visualizzati sullo schermo. In altre parole, quando nello svolgimento del gioco lasciamo un ambiente per entrare in un altro, il vecchio ambiente non viene più ‘renderizzato’, dato che non essendo più utile, si evita di sprecare prezioso tempo di elaborazione per costruire oggetti e muri che non vengono più visualizzati.
Ecco, in un videogame (così come anche nel film che ho menzionato), l’affermazione che esiste solo il qui e ora è pienamente valida e verificabile. Le scene trascorse semplicemente non esistono più. Viene creato, istante per istante, solo ciò che è sotto la diretta visione del giocatore.
Il mondo appare solo all'occorrenza
Più volte abbiamo sentito affermare che “esiste solo il qui e ora”, ma forse non ci siamo mai domandati cosa volesse davvero dire. Scopriamolo insieme in questo capitolo.
Per chi ha letto il mio libro “Il monaco che non aveva un passato“, siamo nell’ultimo capitolo, quando dopo aver cenato insieme ai discepoli il Maestro mi conduce nella grande sala del monastero per continuare i nostri discorsi, sorseggiando del thè seduti su grandi cuscini color porpora.
Questo è quello che ad un certo punto il Maestro mi dice, in risposta alla mia domanda in cui gli chiedevo se fossi potuto tornare in quel monastero e incontrarlo di nuovo:
“Tu credi di avere a che fare con persone che esistono al di fuori di te, e che hanno una loro storia. Lo pensi per tutte le persone che entrano nella tua vita, ma non è così. Sei in un sogno, e tutto ciò che ne fa parte si materializza all’occorrenza… ”
Cosa voleva dire con questa frase? In che senso il mondo si materializza all’occorrenza ?
Quello che il Maestro mi stava dicendo è semplicemente un altro modo, forse più concreto e diretto, di affermare che non esiste altro se non il Qui e Ora.
Ok, l’affermazione che esiste solo il Qui e Ora l’abbiamo sentita chissà quante volte, e oramai la diamo per scontata, non considerandola più qualcosa di strano o di incomprensibile.
Forse però non hai valutato bene il reale significato di quella frase. Il problema è che diamo per scontate troppe cose, ed abbiamo quindi perso l’abitudine a farci delle domande per approfondire i vari concetti.
Sull’ Ora non ci sono molti dubbi. Ma riguardo al Qui , come la mettiamo?
Esiste solo il Qui e Ora. Bene. Riguardo all’Ora, o momento presente, probabilmente pochi avranno dei dubbi, perché più volte abbiamo sentito dire che il tempo è solo un’illusione, e che quindi passato e futuro non esistono realmente, ma sono solo una nostra costruzione mentale. L’affermazione quindi che esiste solo il momento presente non ci crea molto disturbo, avendo in qualche modo fatto amicizia con questo concetto. Non mi soffermo sul perché il tempo sia solo un’illusione, perché è un argomento che viene trattato più volte in questo libro, e altre volte ancora lo tratterò.
Soffermiamoci invece sul concetto che esiste solo il Qui . Vi siete mai chiesti cosa questo volesse dire? Allacciate le cinture, perché stiamo per intraprendere un viaggio che ci porterà a trarre delle conclusioni sconvolgenti, ma tranquilli, vi ci porterò un po’ alla volta, conducendovi per mano, cercando di non perdere nessuno per strada.
Il titolo di questo capitolo dovrebbe già avervi dato qualche indizio, ma c’è una vocina dentro la vostra mente che si rifiuta di arrivare fino alla conclusione finale, perché per quanto sia la spiegazione più logica, stravolge ogni vecchia logica sulla quale avete basato la vostra intera vita. Fino ad ora.
Chi ha visto il bellissimo film “Il Tredicesimo Piano ” (se non lo avete ancora fatto, vedetelo, ne vale la pena), ricorderà sicuramente che uno dei protagonisti ad un certo punto intraprende un viaggio in macchina, per verificare con i suoi occhi se l’idea che stesse vivendo in una simulazione di un computer fosse veritiera.
Ebbene, il nostro personaggio ad un certo punto, dopo aver violato una moltitudine di segnali che gli intimavano di fermarsi e non andare oltre, trova quelli che sono i ‘confini del suo mondo ‘, dove al di là di un certo limite esiste solo una ‘bozza’ del mondo, costituita da una rappresentazione in ‘wireframe’, come quelle di alcune immagini computerizzate. Chiunque abbia dimestichezza con la programmazione dei videogiochi sa benissimo che le scene dei videogame vengono costruite all’occorrenza, rappresentando solo ed esclusivamente i particolari che sono visualizzati sullo schermo. In altre parole, quando nello svolgimento del gioco lasciamo un ambiente per entrare in un altro, il vecchio ambiente non viene più ‘renderizzato’, dato che non essendo più utile, si evita di sprecare prezioso tempo di elaborazione per costruire oggetti e muri che non vengono più visualizzati.
Ecco, in un videogame (così come anche nel film che ho menzionato), l’affermazione che esiste solo il qui e ora è pienamente valida e verificabile. Le scene trascorse semplicemente non esistono più. Viene creato, istante per istante, solo ciò che è sotto la diretta visione del giocatore.
Ma nella realtà cosa accade?
Ebbene sì, lo sto per dire, anche se forse non lo avreste mai voluto sentire:
Esattamente come in un videogioco, anche nella realtà vengono materializzate solo ed esclusivamente le cose che sono sotto la nostra diretta percezione.
Qui uso il termine ‘percezione’ perché vanno inclusi tutti e cinque i sensi, non solo la vista. Sento nettamente quella vocina nella vostra mente che vi sta suggerendo che sono tutte pazzie, e vi sta esortando a lasciare questa pagina, maledicendo il tempo perso per leggere fino a qui.
Fermati, perché avevo promesso di condurti per mano fino in fondo, ed è proprio quello che farò. Avrai sicuramente sentito parlare dell’esperimento delle due fessure, quello in cui la fisica quantistica è riuscita a dimostrare sperimentalmente che la materia esiste solo quando viene osservata. Io direi ‘percepita’, perché come ho già detto vanno considerati alla stessa stregua tutti e cinque i sensi. Lo ribadisco, nel caso non fosse chiaro:
Quando una particella non viene osservata, semplicemente non esiste. Ciò che esiste al suo posto è solo un’onda di probabilità, che indica la probabilità con cui la particella può apparire in un certo punto dello spazio-tempo quando viene osservata. No osservazione, no particella.
Bene. Questo vuol dire che se in questo momento nessuno dei tuoi sensi ha percezione di quello che c’è all’interno della tua casa al mare, lontana 50 Km, per la fisica quantistica quella casa, e tutto ciò che contiene, semplicemente non esiste. Come non esiste? Ma se mi reco lì la vedo, e ci posso anche entrare, obietterai. Certo, ma quando ti rechi lì, la casa la stai osservando, e quindi la stai materializzando all’occorrenza. Come fa quella casa a materializzarsi sempre uguale, al solito posto, con lo stesso colore dei muri e del tetto? Semplice, perché secondo la fisica quantistica quello che percepisci è la materializzazione (o collasso) della funzione d’onda che descrive quella casa.
La funzione d’onda può essere considerata come una ‘forma pensiero’ che esiste nella nostra mente. La casa la ricrei istante per istante in base alla forma pensiero o ‘idea’ che hai di quella casa.
Insomma, tutto ciò che non è sotto la nostra diretta percezione, semplicemente non esiste, e viene di conseguenza materializzato all’occorrenza, nel momento esatto in cui ne abbiamo percezione. Ecco quindi perché, oltre all’adesso, esiste solo il ‘qui’.
Ma del resto non potrebbe essere altrimenti, considerando che viviamo all’interno di un sogno. Se in un sogno notturno sogni una casa, e poi cambiando sogno o allontanandoti da essa non la vedi più, al tuo risveglio credi che quella casa continuava ad esistere da qualche parte anche quando non faceva più parte del tuo sogno? Naturalmente no, era solo un’immagine nella tua mente che ricreavi all’occorrenza.
---
Il passato è modificabile?
È quindi possibile influire in qualche modo sul nostro passato? Sembrerebbe di sì, e l’esperimento condotto nell’Australian National University lo dimostra. Ma dato che noi non ci accontentiamo delle apparenze, cerchiamo di comprendere davvero cosa questo esperimento ci dimostrerebbe.
Naturalmente non è possibile “avvisare” sé stessi nel passato di qualcosa che accade nel presente. Probabilmente per comprendere questo esperimento bisogna uscire dai normali canoni con i quali siamo abituati a ragionare, iniziando a mettere in discussione quello che crediamo di sapere sulla realtà, e in particolare sul tempo.
Questo esperimento è forse la dimostrazione pratica del fatto che il tempo è solo un’illusione, e che quindi esiste solo il presente, il qui e ora. Il passato e il futuro sono solo nostre supposizioni errate su come funziona il mondo. Ambedue questi concetti non hanno alcunché di reale, sono solo costruzioni mentali, e in quanto tali esistono solo all’interno della nostra mente.
Come possiamo spiegare quindi l’esperimento a scelta ritardata che abbiamo appena descritto? Lo possiamo fare solo se smontiamo quello che crediamo sulla legge di causa-effetto . Abbiamo sempre creduto fino ad ora che il passato determini in modo irreversibile il presente, nel senso che qualcosa è come appare perché nel suo passato sono accaduti degli eventi che ne hanno determinato lo stato attuale. Questo esperimento ribalta del tutto questo concetto, perché siamo di fronte alla dimostrazione che l’intero passato viene in realtà determinato dal presente . In altre parole, ogni qual volta si effettua un’osservazione, si va a determinare non solo lo stato attuale dell’oggetto osservato, ma si determina anche il suo passato apparente. Ma quale passato viene scelto tra gli infiniti possibili? Naturalmente quello che giustifica ciò che si sta osservando .
È come se ad ogni osservazione si entrasse in un universo parallelo , dotato del proprio presente (determinato dall’osservazione effettuata), e del corrispondente passato che va a giustificare quel presente.
Ma questa conclusione non può che essere l’unica plausibile, partendo dal presupposto che tutto ciò che esiste è il qui e ora . Tutto il resto è solo frutto di un’illusione, determinata da ciò che accade nel qui e ora percepito.
Cambia la tua visione del mondo, e il mondo cambia.
Qual è la conclusione a cui si giunge? Il mondo non funziona come abbiamo da sempre creduto, e la fisica quantistica può rappresentare la strada per evadere dalla gabbia mentale dentro cui siamo vissuti fino ad oggi, fatta di false credenze e limitazioni. La comprensione di quella che è la Realtà Ultima ci permette di vedere il mondo con altri occhi, e dato che siamo noi a crearlo, quel mondo appare esattamente come crediamo debba apparire. Questo vuol dire che una diversa visione della realtà non può che modificare il modo in cui quella realtà si manifesta.
Questi, e tanti altri paradossi vengono spiegati in dettaglio nel mio ultimo libro “La Realtà Ultima“, alla lettura del quale vi rimando per saperne di più sul modo in cui la fisica quantistica sta rivoluzionando la visione che abbiamo del mondo.
Ti sei mai chiesto quanto sei grande?
Forse non immagini quanto sei grande. Non solo sei più grande del tuo corpo, ma anche dell’intero pianeta, anzi diciamo che sei grande quanto tutto l’Universo. Non ci credi? Leggi e saprai perché.
Tutti noi siamo erroneamente convinti di essere limitati dai confini del nostro corpo. Anzi, di fatto ci identifichiamo nel corpo stesso, che per noi rappresenta l’interezza del nostro essere, credendo che al di là della superficie della nostra pelle ci sia tutto il resto del mondo. Anche coloro che credono che l’uomo possegga uno spirito, di solito lo immaginano all’interno di sé, pensando che l’essenza spirituale sia localizzabile da qualche parte nel corpo. Si tratta solo di credenze errate, oserei dire stupide superstizioni, in parte costruite ad arte per evitare che prendessimo coscienza della nostra vera grandezza.
Se vogliamo evolvere spiritualmente dobbiamo necessariamente uscire da questa visione errata e limitata della realtà. Ognuno di noi è ben più grande del proprio corpo, infatti, e in questo capitolo cercherò di dimostrarvelo.
La fisica quantistica ci ha dimostrato in diverse occasioni che in realtà il mondo che percepiamo non esiste al di fuori di noi. Siamo noi a contenere il mondo, non viceversa.
Tutti conosciamo più o meno l’esperimento delle due fessure, secondo il quale si è scoperto che una particella semplicemente non esiste fino a che non viene osservata. È l’atto dell’osservazione a renderla reale. Senza l’osservazione, e quindi in assenza di un Osservatore, qualsiasi particella esiste solo come un’onda di probabilità, che non è altro che una formula matematica che descrive con quale probabilità la particella apparirà nei diversi punti dello spazio tempo, se osservata.
Bene, ma vi siete mai chiesti cos’è una formula matematica? Una formula è solo un’astrazione, un modo per descrivere un concetto. Niente di tangibile, tant’è che nessuno può dire di aver mai visto una formula matematica aggirarsi per le strade della sua città. Un concetto è qualcosa che esiste solo nella mente di colui che formula quel concetto.
Per questo motivo possiamo dire con assoluta certezza che il mondo che ci appare così solido e reale, nella realtà è solo la proiezione delle nostre idee, o pensieri.
Cosa c’entra questo con la nostra grandezza? C’entra eccome, perché dimostra senza ombra di dubbio che l’intero Universo è contenuto all’interno di noi, ma così come dico nel mio libro La Realtà Ultima , dato che il contenitore non può essere più piccolo di ciò che contiene, questo presuppone che noi siamo necessariamente grandi quanto l’Universo stesso .
Quando guardi una qualunque stella nel cielo, sei tu che, attraverso l’atto dell’osservazione, stai rendendo reale quella stella, che se non venisse osservata semplicemente non esisterebbe.
Matrix: scopri le falle del sistema
Se davvero viviamo in un mondo illusorio, devono esistere necessariamente delle falle che ci rivelano di essere veramente all’interno di un sistema immaginario, non reale. Scopriamo insieme se esistono, e quali sono queste falle.
Chi lavora con i computer sa benissimo che prima o poi, qualsiasi calcolatore, anche il più sofisticato, mostra qualche falla che ne rivela la natura artificiale. Per questo motivo ancora oggi non è possibile simulare al computer comportamenti molto complessi, come il pensiero umano, perché per un utente esperto sarebbe relativamente semplice trovare qualche evidente ‘sintomo’ del fatto che quello con cui ha a che fare non è un essere umano reale, ma solo una simulazione meccanizzata (per chi fosse interessato ad approfondire questi concetti, consiglio la lettura del Test di Turing [2] ).
Oramai dovrebbe essere chiaro a tutti che l’idea di base che descrivo in questo libro, derivante da alcuni concetti di fisica quantistica, è che viviamo in un mondo illusorio creato da noi, e che tutto ciò che vediamo come apparentemente reale è solo frutto di una grande illusione, della quale ci siamo dimenticati di essere gli unici artefici e protagonisti.
Se è così, deve allora esserci qualche ‘falla’ che ci potrebbe rivelare la natura illusoria di questo mondo. Chi ha visto il film Matrix forse ricorderà che Neo ad un certo punto ha la conferma di essere all’interno di una simulazione notando un gatto che per due volte consecutive esegue lo stesso identico gesto [3] .
E nel nostro mondo? Esistono delle falle che ci permettono di intuire di essere all’interno di una illusione creata dalla nostra mente? Certo che esistono, ma prima di rivelarle è bene fare qualche utile premessa.
Naturalmente non aspettatevi di vedere un gatto ricomparire due volte nello stesso punto che esegue gli stessi identici movimenti (anche se in teoria sarebbe possibile). Bisogna analizzare una delle principali proprietà dell’illusione in cui siamo immersi per cercare nella giusta direzione ed avere qualche possibilità di trovare una falla.
Partiamo allora da un esperimento di fisica quantistica, che ci rivela una proprietà fondamentale del mondo in cui viviamo. Sto parlando dell’Entanglement Quantistico [4] , un effetto fisico secondo il quale due particelle che hanno interagito in qualche modo, anche se separate da distanze enormi, continuano a comportarsi come se fossero una sola particella. Qualsiasi misurazione fatta su una delle due particelle andrà a determinare istantaneamente lo stato anche dell’altra, anche se in quel momento le due sono separate da miliardi di anni luce di distanza. Questo principio violerebbe apparentemente uno dei postulati della Teoria della Relatività di Einstein, secondo il quale nulla può viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce. Il fatto che due particelle possano comunicare a tempo zero su immense distanze , infatti, presupporrebbe che qualcosa possa viaggiare a velocità infinita in modo da avvisare l’altra particella di quello che sta succedendo alla sua gemella remota.
Dando per scontato che la velocità della luce è realmente non superabile (come dimostrato da innumerevoli esperimenti), è evidente che le due particelle in realtà sono una cosa sola , e che lo spazio che le separa è solo un’illusione creata dalla nostra mente. Questo, se volete, è la dimostrazione scientifica del fatto che siamo tutti Uno , idea tanto cara ad alcune religioni orientali.
Se siamo tutti espressione di una cosa sola, allora, la domanda che sorge spontanea è:
Perché vediamo le cose separate da noi? C’è qualche ‘segno’ che ci possa indicare qual è la realtà intrinseca del mondo in cui viviamo?
Se siamo tutti espressione di un’unica entità, probabilmente potrebbe esserci qualcosa che ci potrebbe svelare ‘il trucco ‘, rivelandoci questa singolare ‘unicità ‘ di tutte le cose.
Questa falla esiste, esiste eccome. Anzi, ne esistono almeno due. Vediamole insieme.
La inviolabilità della legge dello specchio
Probabilmente conoscete già la legge dello specchio, secondo la quale tutte le caratteristiche che osserviamo negli altri non sono altro che aspetti di noi che proiettiamo all’esterno. Bene, direte voi, ma cosa c’entra questo con la falla di cui parliamo? Ebbene, lo strano fenomeno che sto per illustrarvi è proprio una di quelle ‘falle’ che stiamo cercando.
Una cosa che pochi sanno riguardo alla legge dello specchio è che è letteralmente impossibile usarla sugli altri . Mi spiego meglio. Se per esempio state tentando di applicare la legge dello specchio al comportamento di qualcun altro (per esempio perché sta criticando una caratteristica che non gli piace in qualche altra persona) e pensate “Vedi? Sta criticando una sua caratteristica che non sa di avere “, in realtà siete a vostra volta caduti nella trappola della legge dello specchio. Il fatto che avete notato la propensione a criticare nell’altro, rivela in modo inequivocabile la vostra propensione alla critica. È la legge dello specchio, non si può sfuggire ad essa, in nessun modo.
Il fatto che siamo tutti Uno si rivela in modo esplicito ai nostri occhi nell’impossibilità di poter esercitare verso gli altri la legge dello specchio. Perché accade questo? Perché gli altri non esistono , naturalmente, in quanto solo nostre proiezioni, e quindi quando pensiamo di applicare la legge dello specchio agli altri, di fatto la stiamo applicando a noi stessi . Uno specchio riflette sempre e comunque, da qualsiasi parte lo si guarda. Quello che ho appena illustrato quindi mette in chiara evidenza la presenza di questo specchio, anche se è apparentemente invisibile ai nostri occhi. Ecco quindi la prima falla rivelata. Vediamo ora la seconda.
Non giudicare, per non essere giudicato
Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. (Matteo 7,1)
Ecco la seconda falla rivelata addirittura attraverso le parole di Gesù.
Immaginatevi questa scena: siete in fila allo sportello delle Poste, e la persona che stanno servendo davanti a voi sta impiegando molto tempo a completare le sue operazioni. Voi allora vi lamentate, sbuffate, giudicando l’altro un maleducato per la scarsa considerazione che ha delle persone che stanno aspettando in coda dietro di lui. Poi arriva il vostro turno, e per qualche motivo (per esempio la stampante si inceppa), anche voi ci mettete tanto tempo a completare le vostre operazioni. A questo punto, anche se dietro di voi nessuno si sta lamentando, percepite forte imbarazzo e disagio, dovuto al fatto che sentite sulle vostre spalle il giudizio negativo delle persone in coda dietro di voi.
In realtà quelle persone, molto probabilmente, non si stanno lamentando, quindi non avreste motivo di sentirvi in imbarazzo. Cosa sta succedendo in realtà? La realtà è che tutto quel giudizio (che non è altro che energia negativa) che avevate espresso precedentemente verso colui che sembrava separato da voi, in realtà lo stavate esprimendo verso voi stessi .
Tutto è uno, e quindi quando giudicate qualcun altro state in realtà giudicando voi stessi. Ecco quindi un’altra falla che ci mostra in modo evidente ed incontrovertibile il fatto che siamo tutti Uno . Apparentemente vediamo gli altri separati da noi, ma il sistema mostra sempre dei comportamenti che ne rivelano la reale natura. È sufficiente avere gli occhi per vederli.
Il mondo è dentro di te, pertanto smetti di lottare contro il mondo, perché in realtà stai solo facendo una stupida lotta contro te stesso.
L'importanza di aspettarsi l'inaspettato
Crediamo che tutto sia predeterminato, e che non ci sia spazio per l’indeterminatezza. Scopriamo quanto sia sbagliato questo modo di pensare.
Siamo sempre stati portati a credere che ogni evento futuro non possa essere nient’altro che il risultato delle azioni passate, e che nulla di assolutamente imprevedibile possa mai accadere. Anche quando qualcosa di davvero non previsto accade, tendiamo a darne subito una giustificazione, addossandone la motivazione al caso, o a qualche causa che non avevamo tenuto in considerazione.
Questo comportamento è abbastanza normale, e deriva dal modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni a sua disposizione. Dobbiamo considerare infatti che il principale scopo del nostro cervello è quello di proteggerci da possibili pericoli, pertanto di fronte a qualsiasi situazione tendiamo in modo spontaneo a fare una previsione di quello che potrebbe succedere, in base alle informazioni che abbiamo memorizzato riguardo l’esito di situazioni simili a quella che stiamo per affrontare.
A questo poi dovete aggiungere che, per lo stesso motivo, la mente tende sempre a ipotizzare la situazione peggiore che potrebbe venirsi a creare, sempre allo scopo di proteggerci da potenziali pericoli.
Tutto ciò va benissimo in tutti i casi in cui dobbiamo fronteggiare qualche situazione davvero pericolosa, o nei casi in cui non valutare le conseguenze delle nostre azioni potrebbe davvero mettere in pericolo la nostra incolumità o quella dei nostri cari. Il problema purtroppo è che abbiamo fatto diventare questo meccanismo una nostra abitudine mentale, che scatta automaticamente in tutte le situazioni, anche quando non c’è alcun pericolo da fronteggiare.
Vi sarà capitato sicuramente di affrontare un esame scolastico con la paura di venire bocciati, o di trovarvi in situazioni difficili – per esempio economiche o professionali – e pensare che nulla e nessuno al mondo potevano tirarvi fuori di lì, ecc.
Quando la razionalità è solo bassa superstizione
Credere nella razionalità e nel fatto che il mondo funzioni solo in base a regole inviolabili limita fortemente quello che possiamo ottenere. Vediamo come superare i limiti che ci autoimponiamo.
La nostra mente funziona principalmente per associazioni. Filtriamo tutto ciò che raggiunge i nostri sensi in modo da portare alla nostra consapevolezza solamente quello che in qualche modo può essere ricondotto a qualcosa di già conosciuto. Scartiamo tutto il resto.
Usare la razionalità ci porta a considerare solo una minima parte dell’esistente, al fine di farci sentire al sicuro in mezzo a ciò che possiamo in qualche modo riconoscere e catalogare.
Ma non ci rendiamo conto che in questo modo ci condanniamo a rivivere infinite volte il nostro passato. Niente di nuovo può succedere se non usciamo dai rigidi schemi imposti dalla razionalità.
Pensiamo di essere coscienti di tutto quello che esiste intorno a noi. Niente di più falso. Viviamo immersi in un enorme oceano di energia, e i nostri sensi vengono attraversati in ogni momento da miliardi di informazioni diverse. Ciò che arriva alla nostra coscienza rappresenta solo una parte infinitesimale di quella che è la vera realtà.
Le parole di Salvatore Brizzi nel suo “Il libro di Draco Daatson” rende molto bene questo concetto:
La tua razionalità è solo bassa superstizione . Chi è ancora imbrigliato nella descrizione logica e razionale del mondo è solo un primitivo che crede in un idolo.
Ebbene sì, può sembrare un controsenso, ma di fatto la razionalità è solo bassa superstizione, e affidarsi solamente ad essa per comprendere il mondo è pura follia. Una follia che ci tiene sempre più prigionieri della prigione che da soli ci siamo costruiti, ignari delle infinite possibilità offerte dall’Universo.
Se avete letto il precedente capitolo siete a conoscenza di quali siano le reali potenzialità dell’Universo. In realtà la parola impossibile non esiste, è solo una invenzione della nostra mente limitata. L’uso della razionalità ci fornisce l’accesso ad un mondo limitato e irreale, ecco perché Brizzi la associa a bassa superstizione.
Oltre la razionalità c’è un mare infinito di possibilità
Potremmo attingere ad una miriade di possibilità diverse, ma la nostra razionalità ci porta a credere che il futuro sia solo una logica conseguenza del passato. Non cadiamo in questa subdola trappola.
Se è vero, come la fisica quantistica ci ha dimostrato, che le potenzialità contenute in ogni millimetro cubico di spazio sono semplicemente infinite, allora non limitiamo la nostra realtà nella falsa illusione che nulla può succedere oltre ciò che la nostra mente, guidata dalla razionalità, può concepire. Siamo creatori che credendo in una realtà la stanno di fatto creando.
Presumiamo che l’Universo funzioni in un certo modo e poi facciamo di tutto per confermare questa nostra credenza, restando prigionieri di questa superstizione. In questo modo ci precludiamo l’accesso a un mondo, il vero mondo, apparentemente paradossale ma possibile, fatto di potenzialità infinite. In quel mondo i miracoli accadono, e i limiti imposti dalla nostra razionalità semplicemente non esistono.
Smettiamola di sognare un sogno non nostro. Usciamo dai limiti di ciò che è razionalmente accettabile. La svolta avviene quando accettiamo la nostra totale responsabilità nel creare la realtà, e impariamo a modellare la nostra stessa proiezione. Allora l’Universo, che non ha volontà propria, non può fare altro che adeguarsi e farci vivere, essere o avere quello che chiediamo.
Vi lascio con le bellissime parole di “Un Corso in Miracoli”, su cui meditare:
Credere che la realtà sia ciò che tu vuoi che sia
a seconda dell’uso che ne fai… è delirante.
L'importanza di aspettarsi l'inaspettato
Crediamo che tutto sia predeterminato, e che non ci sia spazio per l’indeterminatezza. Scopriamo quanto sia sbagliato questo modo di pensare.
Siamo sempre stati portati a credere che ogni evento futuro non possa essere nient’altro che il risultato delle azioni passate, e che nulla di assolutamente imprevedibile possa mai accadere. Anche quando qualcosa di davvero non previsto accade, tendiamo a darne subito una giustificazione, addossandone la motivazione al caso, o a qualche causa che non avevamo tenuto in considerazione.
Questo comportamento è abbastanza normale, e deriva dal modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni a sua disposizione. Dobbiamo considerare infatti che il principale scopo del nostro cervello è quello di proteggerci da possibili pericoli, pertanto di fronte a qualsiasi situazione tendiamo in modo spontaneo a fare una previsione di quello che potrebbe succedere, in base alle informazioni che abbiamo memorizzato riguardo l’esito di situazioni simili a quella che stiamo per affrontare.
A questo poi dovete aggiungere che, per lo stesso motivo, la mente tende sempre a ipotizzare la situazione peggiore che potrebbe venirsi a creare, sempre allo scopo di proteggerci da potenziali pericoli.
Tutto ciò va benissimo in tutti i casi in cui dobbiamo fronteggiare qualche situazione davvero pericolosa, o nei casi in cui non valutare le conseguenze delle nostre azioni potrebbe davvero mettere in pericolo la nostra incolumità o quella dei nostri cari. Il problema purtroppo è che abbiamo fatto diventare questo meccanismo una nostra abitudine mentale, che scatta automaticamente in tutte le situazioni, anche quando non c’è alcun pericolo da fronteggiare.
Vi sarà capitato sicuramente di affrontare un esame scolastico con la paura di venire bocciati, o di trovarvi in situazioni difficili – per esempio economiche o professionali – e pensare che nulla e nessuno al mondo potevano tirarvi fuori di lì, ecc.
Il mondo non è deterministico
Arrivati a questo punto saprete di certo che l’Universo non ha volontà propria, e che quindi gli unici artefici del nostro destino siamo soltanto noi. Forse sapete anche che, pur prendendo in considerazione tutte, ma proprio tutte le variabili in gioco, a causa del principio di indeterminazione di Heisenberg non è assolutamente possibile determinare quale sarà l’evoluzione di un qualunque sistema fisico.
Non è fisicamente possibile, che ci crediate o no, determinare con esattezza il futuro, e questo è ampiamente dimostrato da diversi principi della fisica quantistica. Il mondo non è soggetto ad alcuna legge deterministica, ma l’unica regola che vige è che qualsiasi risultato è sempre possibile . Qualsiasi, indipendentemente dalla situazione attuale, e senza alcun legame con quello che potrebbe essere successo in passato in situazioni simili.
Creare aspettativa per l’inaspettato
Il mondo quindi non è un luogo che sottostà a rigide leggi meccaniche. Questo lo credono solo coloro che non conoscono le ultime scoperte nel campo della fisica quantistica, ma non bisogna nemmeno per questo cadere nell’errore opposto, credendo che il mondo sia un luogo caotico in cui può succedere di tutto senza alcun controllo da parte nostra.
La legge di causa-effetto esiste, pertanto non è possibile che accada qualcosa senza una causa scatenante. Ma la vera causa di tutto, la causa prima, è una e una sola: il nostro pensiero .
Cosa vuol dire questo? Vuol dire che, come dice il titolo di questo capitolo, dobbiamo creare l’aspettativa. Bisogna insomma aspettarsi l’inaspettato .
Dobbiamo entrare nell’ottica che finché non crediamo che tutto possa accadere, rendiamo il mondo un luogo in cui nulla di nuovo può succedere. I nostri pensieri, e quindi le nostre aspettative, sono leggi inviolabili per l’Universo, pertanto il creare l’aspettativa per l’inaspettato apre le porte al nuovo, e rende possibile qualsiasi cosa.
Ogni qual volta pensiamo che qualcosa sia impossibile, ricordiamoci sempre che la probabilità che qualcosa possa accadere la decidiamo noi, attraverso le nostre credenze. È importante quindi creare la giusta aspettativa , e spazzare dalla mente tutti i pensieri automatici che ci fanno credere che tutto possa andare solo come il buon senso suggerisce.
Immaginare un esito positivo è altrettanto semplice quanto immaginarne uno negativo. La quantità di energia necessaria è la stessa. A noi non sembra così perché siamo da sempre abituati a pensare in modo pessimistico. Rompiamo allora una volta per tutte gli schemi mentali, e affrontiamo tutte le situazioni con una positiva aspettativa per l’inaspettato. Prova, vedrai accadere miracoli.
Che ne sa quella vocina…
Ok, direte voi, tutto molto interessante, ma che implicazioni ha questo strano principio fisico? Non lo immaginereste mai, ma il Principio di Indeterminazione ha una serie di implicazioni che, sono sicuro, vi lascerà sicuramente senza parole.
Prima di tutto, il fatto che non possiate determinare in alcun modo tutte le variabili di un sistema fisico, vuol dire che non è possibile determinarne con precisione l’evoluzione futura. Cosa vuol dire?
Vuol dire che la nostra stupida tendenza ad ipotizzare il nostro futuro in base al passato o alla situazione presente è semplicemente senza senso. Non possiamo conoscere tutte le variabili in gioco, e quindi come possiamo determinare quello che succederà in futuro?
E di conseguenza: cosa diavolo ne sa di come andranno le cose quella vocina che avete in testa e che vi parla incessantemente, per dirvi che quel progetto non potrà avere successo, o che sicuramente quella cosa non potrà accadere?
È fisicamente impossibile che ne sappia qualcosa, e allora perché le diamo sempre ragione e seguiamo i suoi stupidi consigli?
Meditiamo su questo…
Solo onde di probabilità, nient’altro
Qui però interviene la fisica quantistica, che nella sua ricerca dell’essenza ultima della materia, si è accorta che nella realtà la materia è fatta di… nulla.
Nulla? Si, nulla. O meglio, nulla che possa essere ricondotto a qualcosa di materiale e tangibile. La materia non può essere spiegata con la materia stessa. In altre parole, se andiamo in profondità nel microcosmo, e tentiamo di suddividere la materia nei suoi composti più piccoli, arriviamo ad un punto in cui non esiste più nulla, se non onde di probabilità .
E la cosa apparentemente più incredibile è il fatto che una particella di materia si comporta in un modo piuttosto che in un altro esclusivamente in base alla decisione, o aspettativa, dell’osservatore. In altre parole, è il cervello a creare la realtà così come la vediamo.
Di fatto il mondo là fuori non esiste. O più esattamente, esiste solo come rappresentazione del tutto soggettiva di quello che crediamo sia il mondo reale, che di fatto è composto solo da energia e onde di probabilità. Questa verità ci è stata rivelata già migliaia di anni fa da grandi Maestri del passato, come Buddha o lo stesso Gesù, ed oggi ci viene confermata dagli esperimenti di fisica quantistica condotti nei laboratori delle Università di tutto il mondo.
Rendiamo reale ciò in cui crediamo
Ma sapete qual è il vero problema? Esattamente come l’ipotetico soggetto del nostro esperimento rifiutiamo categoricamente di credere a tutto ciò . Pensiamo che quello che percepiamo sia un mondo reale fatto di materia solida . Lo abbiamo sempre creduto, fin dalla nascita, e diamo volentieri del visionario a chi tenta di farci conoscere la realtà ultima delle cose.
È proprio questo il problema.
Subiamo le vicissitudini del mondo proprio perché crediamo di esserne separati. Questo dà al mondo un potere che altrimenti non avrebbe. Siamo Dei, padroni assoluti del mondo che stiamo creando, pertanto l’Universo si comporta esattamente come noi chiediamo , attraverso le nostre credenze e aspettative, che debba comportarsi.
Non c’è alcun dubbio che il nostro mondo, con le sue gioie e i suoi problemi, lo creiamo noi attraverso la concezione del mondo che ci è stata inculcata fin da piccoli. Stiamo sognando una realtà che esiste solo all’interno della nostra mente.
Siamo i creatori che si sono persi all’interno della propria creazione, credendola reale.
Forse non sai che stai vivendo nel passato
Potrebbe sembrarti strano, ma tutto quello che vedi intorno a te è solo la cristallizzazione di cose passate. Insomma, stai vivendo nel passato, e ora scoprirai cosa questo voglia dire.
Togliamo subito ogni dubbio rivelando l’idea di base di questo capitolo: cosa vuol dire che stai vivendo nel passato ? Semplice, la realtà è che stai vivendo all’interno della cristallizzazione dei tuoi pensieri e credenze passate. Sì, hai letto bene. Il mondo che vedi intorno a te deriva semplicemente dai tuoi pensieri passati, che si sono ‘cristallizzati’ nella realtà che stai vivendo in questo preciso istante.
’unica cosa davvero importante è rimanere focalizzati sulla soluzione finale , e prestare molta attenzione a tutti i segnali che l’Universo ci manda per metterci sulla giusta strada. Non preoccupatevi, perché anche se ‘manchiamo’ qualche indicazione, l’Universo ricalcolerà immediatamente il percorso, e ci condurrà comunque dove desideriamo andare, a patto che si rimanga focalizzati sull’obiettivo finale.
In altre parole, per chi sa come si fa è impossibile sbagliare.
--
Così come i battiti di ali di farfalla, ogni pensiero o parola ha un effetto sulla nostra realtà. Dobbiamo esserne consapevoli per poter governare il nostro mondo.
--
Questo capitolo è sempre esistito
Come avrai sicuramente letto in altri punti di questo libro, il tempo e lo spazio sono solo delle costruzioni fittizie create dalla nostra mente. Tutti gli avvenimenti, sia passati che futuri, esistono contemporaneamente nel qui e ora e in base ai nostri pensieri e alle nostre credenze o aspettative viviamo gli eventi corrispondenti, che non sono altro che la materializzazione della nostra vibrazione primaria.
Cosa vuol dire questo, e cosa c’entra con il titolo di questo capitolo?
La conseguenza del fatto che il tempo non esiste è che tutti i libri o articoli che leggeremo, così come tutti i seminari o le lezioni a cui assisteremo, esistono già da qualche parte nello spazio-tempo . Sono sempre esistiti. Ma sappiamo anche che non c’è nulla e nessuno là fuori, che quello spazio-tempo esiste solo nella nostra mente, e che quindi siamo noi a creare qualsiasi evento, libro o seminario che incontriamo durante il nostro percorso di vita. Li abbiamo messi lì, lungo la nostra strada, ancor prima di venire al mondo, affinché un giorno potessimo usufruirne.
--
La tua difesa è il tuo reale pericolo
Forse non ti sei mai reso conto che è proprio la tua paura di essere attaccato ad attrarre quello da cui ti difendi.
--
Quale futuro vivremo allora? Ve l’ho appena detto, è tutta questione di vibrazione . Vivremo quindi il futuro che corrisponde alla nostra vibrazione. Quel futuro che desiderate è già là. È sempre stato là, e voi non dovete fare altro che permettere a quel futuro di raggiungervi.
Commenti