-
-
ZeRo: Siediti per 2 o 3 minuti tranquillamente, chiudi gli occhi, fai qualche respiro profondo e aspetta che arrivi un pensiero.
-
Lettore: Fatto.
-
ZeRo: Ora rimani in quella posizione percettiva. Limitati a percepire ciò che emerge senza tentare di analizzarlo, interpretarlo, trasformarlo.
-
Lettore: Anche i pensieri fastidiosi e le sensazioni spiacevoli?
-
ZeRo: Si, tutto…
Guarda con curiosità, come un bambino che non sa niente e che si limita ad esplorare il suo corpo e la sua mente.
Appena emerge un pensiero chiediti: Da dove viene esattamente questo pensiero? Dove va?
-
Lettore: l'ho provato un paio di volte durante il giorno, circa quattro-sei volte finora, ecco cosa ho notato: è stato strano, i pensieri sembravano provenire da luoghi diversi, alcuni si sentivano come se provenissero dal mio intestino, altri si sentivano come se fossero venuti dalla mia testa, e altri sembravano entrare attraverso il mio respiro (come il mio respiro tradotto in pensiero se ha senso), ma soprattutto sembravano provenire dal nulla. Appena cecavo di rintracciare l'origine, i pensieri svanivano; è come se stavano accadendo da soli più che essere prodotti da me. Non vanno da nessuna parte, non me ne ero mai accorto prima, ma è come se i miei pensieri non andassero assolutamente da nessuna parte, non c'è un posto fisico in cui posso posizionarli, non c'è una destinazione finale, vanno via o diventano un altro pensiero.
-
ZeRo: Hai fatto qualcosa di particolare perché questi pensieri apparissero? Sapevi cosa sarebbe apparso prima che apparisse?
-
Lettore: Non sapevo quali pensieri sarebbero apparsi… l’ho saputo dopo la loro casuale apparizione. Prima di questo esercizio credevo di essere io il pensatore, colui che produce volontariamente tutti i miei pensieri. Invece adesso ho notato che i pensieri sorgono anche senza il mio volere e senza il mio controllo. A seconda della circostanza può emergere un pensiero o nessun pensiero.
Continuerò questa attività per tutto il resto della giornata; è stata un’esperienza un po 'confusionaria in alcuni momenti, soprattutto per rintracciare effettivamente il pensiero e individuare da dove viene / dove va.
-
ZeRo: Bene. Fai questo semplice esercizio durante l'intera giornata, il più possibile. Non solo una o due volte.
Ti basta cercare i semplici fatti, senza usare l’immaginazione o la speculazione intellettuale.
Mentre ricerchi gli indizi ti accorgerai che molte cose che davi per scontato non sono poi così scontate.
Divertiti mentre percepisci qualsiasi stimolo e fammi sapere cosa trovi di interessante.
-
Lettore: è passato una settimana e ho notato che ho pochissimo controllo sui pensieri.
Inoltre sembrano cambiare senza preavviso, come se si trasformassero in altro.
-
ZeRo: In cosa si trasformano?
Come fa esattamente un pensiero a diventare qualcosa d’altro?
Cambia immagine? Colore? Suono?
Diventa una cosa solida oppure è solo frutto dell’immaginazione?
-
Lettore: Se faccio più attenzione noto che non si trasformano in niente di concreto e che è solo la mia immaginazione a farmi credere il contrario.
Mi sembra che ogni pensiero sia come un pop-up, la frase di uno spot pubblicitario.
Finito uno spot ne arriva un altro
-
ZeRo: Sei tu a interrompere lo spot pubblicitario della tua mente?
-
Lettore: No… non so come possa essere interrotto. Si interrompe e basta.
Poi arriva un altro pensiero e parte un’altra pubblicità mentale.
-
ZeRo: Ok… continua così.
Non cercare di fermare la pubblicità mentale ma guardala con occhi diversi, vedrai che la qualità dell’esperienza cambierà con il mutare della tua lucidità. Ciò che sembrava fastidioso diventerà meno fastidioso fino a passare nel background.
-
Lettore: Cercando l’ordine dei miei pensieri ho notato che non seguono una logica o una sequenza precisa.
Ad es. la mia mente ha scelto alcune parole familiari e le ha messe una dopo l’altra, quasi in rima, ma a parte questo non ho trovato un ordine oppure un significato in questa sequenza di pensieri. Prima credevo che avessero senso, ora invece mi rendo conto che non è così.
-
ZeRo: Dunque, se non hanno quel senso profondo o quel significato nascosto che SEMBRANO avere, non hanno neppure tutta quell’importanza, giusto?
-
Lettore: Esatto. Se li osservo lucidamente perdono l’importanza che gli attribuivo in precedenza.
È come se l’importanza fosse dovuta al finto senso o al presunto significato che sembravano avere. E QUEL SIGNIFICATO NON ERA BASATO SUI FATTI.
Nei fatti non hanno un ordine preciso, non hanno una struttura, non hanno un punto di riferimento fisso.
-
ZeRo: Bene.
Prima davi la precedenza alle supposizioni, all’opinione pubblica o a ciò che in gergo si chiama realismo ingenuo, ora invece stai dando la priorità all’immediata, pura, nuda e cruda consapevolezza.
Stai notando che quasi tutto il senso e il significato della tua vita quotidiana viene inventato di sana pianta. Spesso questo artificio mentale non viene riconosciuto... si vive nell’ignoranza, nell’incoscienza e quindi nella sofferenza.
Questo riconoscimento nella mente dell’uomo comune non avviene quasi mai e quelle rare volte che avviene viene sminuito, soppresso o dimenticato.
-
Lettore: Perché reagisce così?
-
ZeRo: Reagisce così perché ha paura di perdere le sue certezze, la sua struttura percettiva. Ma non sa che la struttura cognitiva e percettiva in cui si rifugia è instabile, vaga e inconsistente.
Con questo tipo di riconoscimento è come se il mondo in cui vive l’uomo comune perdesse il senso di realtà che sembrava avere. In alcuni può portare ad una grave crisi esistenziale, di conseguenza si rifugiano subito in altro.
-
Lettore: Anche nelle spiritualità.
-
ZeRo: Si. Per molti quello è l’ultimo rifugio.
Pur di trovare una consolazione, una rassicurazione e un conforto si aggrappano anche alla spiritualità. Ovviamente non vogliono ammetterlo, ma in fondo sanno che è così.
Ma torniamo a noi.
Finora hai constatato che non vi è un preciso ordine logico, un senso profondo, né un significato nascosto.
Grazie a questa consapevolezza vi è stata una riduzione dell’importanza che inconsciamente davi a qualsiasi fenomeno mentale e sensoriale. Ti sto indirettamente aiutando a disfare il senso di realtà della tua struttura conoscitiva. Ne consegue che la struttura percettiva in cui sembravi intrappolato si sta alleggerendo.
Ma non cantar vittoria.
Sei solo all’inizio e il riconoscimento della vera natura dei fenomeni verrà prontamente ostacolato dal tuo sistema cognitivo. Visto che potresti sentirti risucchiato nel solito vortice di illusioni, ti conviene dare continuità a questo genere di riconoscimento. È molto facile cadere in balia di sensazioni vaghe e sentimenti indefiniti.
Ora comunque continuiamo l’esercitazione…
-
FINE SECONDA PARTE
– 3° TRILOGIA 2° TRILOGIA 1° TRILOGIA
–
Altri libri di ZeRo
–
Commenti