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Tratto dal cap. 10 della trilogia “Risveglio dal sogno planetario – Vol. Teorico”
Fermare il
mondo è un’espressione ricorrente nelle opere di Carlos Castaneda e si
riferisce ad un processo di radicale trasformazione interiore.
Per
comprendere questa espressione è necessario fare qualche premessa.
Per ‘mondo’
Castaneda intende la ‘descrizione del mondo’ e la relativa percezione, la
percezione che abbiamo delle nostre esperienze (sensazioni, emozioni,
sentimenti). Questa percezione viene influenzata dal nostro dialogo interno,
cioè dal modo in cui noi descriviamo il mondo; da come ce lo dipingiamo,
raccontiamo, immaginiamo. Descrizione del mondo sta anche per sistema di
convinzioni che tramandiamo, che inculchiamo nella testa delle nuove
generazioni.
In altre
parole, il mondo – la nostra percezione quotidiana – dipende dalla nostra
descrizione, la quale a sua volta dipende dal nostro dialogo interno (i
costrutti della nostra mente).
In sostanza
i nostri costrutti interiori ‘costruiscono’ il nostro mondo esteriore,
il nostro sogno collettivo.
Tra i
costrutti mentali e il mondo per come lo vediamo c’è di mezzo un elemento
chiave:
la
percezione.
La
percezione ordinaria, cioè il mondo per come viene percepito da un normale
essere umano, può essere interrotta e rimpiazzata da una percezione
straordinaria, la percezione di quelli che Castaneda chiama Veggenti, Nagual, Stregoni.
Quel che dovete comprendere è che quando la nostra percezione cambia, cambia
anche il nostro mondo. In questo senso dire percezione, dire mondo
percettivo o dire mondo è la stessa cosa; si rifanno tutti allo
stesso significato.
Affinché il
nostro mondo (percettivo) sia diverso o fuori dall’ordinario è necessario prima
di tutto fermare la consueta descrizione del mondo, cioè l’insieme di
convinzioni/superstizioni/pregiudizi/valori che da millenni hanno condizionato
e limitato la nostra percezione della Realtà.
Fermare la
descrizione del mondo corrisponde un po’ al classico concetto di messa in
discussione delle proprie convinzioni, soltanto che qui ha una valenza
completamente diversa. Non si tratta di rimpiazzare un pensiero negativo con
uno positivo. Qui si tratta di interrompere nettamente il dialogo interiore,
quel meccanismo mentale che mette automaticamente in moto tutta una serie di
reazioni psicosomatiche che mal si addicono ad una coscienza in via di
Risveglio. Questo dialogo è ciò che sostiene la descrizione del
mondo, è ciò che lo supporta, lo difende, lo promuove. Da questo dialogo
massiccio nascono e si diffondono a macchia d’olio le ideologie più disparate,
gli atti più beceri, i disturbi più raccapriccianti. Sempre a causa di questo dialogo
incessante viene dissipata una marea di energia vitale in abitudini assurde,
atteggiamenti ossessivi e comportamenti compulsivi.
Sopra ogni
cosa però questo dialogo è la cagione delle nostre allucinazioni individuali,
del nostro folle sogno collettivo, delle pazzesche manifestazioni che vediamo
ogni giorno.
L’interruzione
di questo dialogo consente di fermare il mondo (fermare la canonica descrizione
del mondo) e questo a sua volta ci consente di accedere ad una percezione non
più ordinaria bensì fuori dall’ordinario.
La
percezione ordinaria corrisponde al mondo che percepite abitualmente, alla
realtà che vedete quando rimanete incantati dalle apparenze esterne, quando
siete schiavi dei pensieri, del linguaggio, succubi dei desideri più morbosi,
attaccati ai capricci più infantili. Questa percezione ordinaria è appunto il
sogno collettivo da cui dovreste svegliarvi.
La
percezione straordinaria è la percezione che si dispiega nel momento in cui vi
disilludete dalle apparenze esterne, quando non siete più schiavi della mente
ordinaria, non vi fate dominare dai desideri, non vi fate coinvolgere visceralmente
dai capricci mondani. I vostri occhi non
rimarranno ingenuamente incollati ai fenomeni del mondo, non rimarrete
ipnotizzati dalle abitudini della massa, non vi farete ingannare dai parametri
del sistema. Comprenderete che ciò che il sistema definisce reale, vero,
vantaggioso, naturale non ha niente di reale, vero, vantaggioso e naturale.
Nella
percezione straordinaria sarete consapevoli di dove vi trovate, di cosa sta
accadendo a livello planetario, di quali forze sono in gioco, di come l’attenzione
della massa possa essere agganciata, ipnotizzata, manipolata e infine
imprigionata in particolari strutture energetiche, in bolle percettive o in
poche parole in un sogno o incubo collettivo.
La
percezione straordinaria è alla portata di tutti, è soltanto una percezione
insolita rispetto a quella abituale, una percezione più sottile, raffinata,
autentica.
A differenza
della percezione ordinaria, quella straordinaria è una percezione diretta; la
percezione ordinaria veniva manipolata e ridotta da una rigida descrizione del
mondo (dogmi, tabù, credenze) mentre questa percezione sottile viene guidata
dalla conoscenza silenziosa, è una percezione che si muove in sintonia con i
micro-movimenti dell’energia stessa.
È una
percezione pulita, non offuscata dal dialogo interno, da ciò che gli altri vi hanno detto sul mondo, sull’Universo,
su voi stessi, sulla vita, sulla morte, sull’aldilà, su cosa temere e cosa
apprezzare.
Questa
percezione è estremamente rara perché, volenti o nolenti, la nostra mente è
stata marchiata da una rigida descrizione del mondo e da un’ingannevole
descrizione di noi stessi.
Al di là
dell’aspetto percettivo, il discorso è piuttosto intuitivo.
Pensateci
bene: nel momento in cui viene rimossa o modificata una convinzione a proposito
di qualcosa, assieme alla convinzione profonda cambia anche il vostro modo di
interagire e di conseguenza cambia il risultato dell’interazione; potreste
interrompere alcune abitudini oppure cominciare un nuovo stile di vita, il
tutto grazie al capovolgimento di alcune convinzioni.
A livello
globale accade la stessa cosa: la società attuale è sorretta dalla nostra
adesione alle sue convenzioni; le sue convenzioni sono diventate le nostre
convinzioni; il suo sistema di pensiero è diventato il nostro sistema di
pensiero dominante. Da questo sistema di pensiero dominante derivano le nostre
azioni e dalle nostre azioni deriva la nostra società, l’ambiente in cui
viviamo, gli scenari in cui siamo quotidianamente immersi... il nostro mondo.
La coscienza
in via di Risveglio si astiene dall’attività disordinata della mente che costruisce
un mondo e vi si imprigiona dentro.
La coscienza
ordinaria invece è schiava delle attività disordinate della propria mente che crea il suo bozzolo di pensieri/sensazioni e vi
rimane impigliata come un ragno rimane imprigionato nella propria ragnatela.
La vostra constatazione è fondamentale perché senza di essa
non può esserci una vera comprensione. Una volta constatato che la descrizione
del mondo e il dialogo interiore sostengono il mondo (la percezione ordinaria)
sarete in grado di comprendere il motivo dell’enfasi sull’interruzione del
dialogo interiore, sul fermare la descrizione del mondo e quindi sul
mantenimento del silenzio interiore. Il silenzio interiore sarà tra l’altro uno
degli argomenti principali della prossima opera (Mente Vuota in Corpo Pieno).
Qui posso solo anticiparvi il discorso ricollegandomi brevemente al libro di Armando
Torres, “Incontri con il Nagual, conversazioni con Carlos
Castaneda”.
“Il silenzio è un passaggio fra i mondi. Facendo
tacere la nostra mente emergono aspetti incredibili del nostro essere. A
partire da quel momento, la persona si rende veicolo dell’intento e tutti
i suoi atti cominciano a trasudare potere.
[...]
Spiegò che il silenzio mentale non è solo assenza di
pensieri. Piuttosto si tratta di sospendere i giudizi, di essere testimoni
senza interpretare. Sostenne che entrare al silenzio può essere definito,
secondo il modo contraddittorio degli stregoni, come ‘imparare a pensare
senza parole’. - Per molti di voi quello che sto dicendo non ha
senso, perché siete abituati a consultare tutto con la mente. La cosa
ironica è che, tanto per cominciare, i pensieri non sono neanche nostri,
risuonano attraverso di noi, il che è diverso. E siccome ci tormentano
fin da quando abbiamo l’uso della ragione, abbiamo finito per abituarci a
loro.
[...]
Perciò, se volete darvi un’opportunità, avete solamente
una via d’uscita: scollegate la mente! La libertà si ottiene senza pensare.
- Conosco persone che sono riuscite a fermare il loro
dialogo interno e non interpretano più; sono pura percezione; non
sono mai delusi o pentiti, perché tutto ciò che fanno parte dal centro della decisione.
Hanno imparato ad avere a che fare con la loro mente in termini di autorità e vivono
nel più autentico stato di libertà.
Continuò dicendo che il silenzio è la nostra condizione
naturale.
- Siamo nati dal silenzio e là ritorneremo. Ciò che
ci inquina sono le idee superflue inculcate in noi dalla nostra forma
collettiva di vivere.
[...]
- Don Juan affermava che siamo animali predatori che, a
forza di addomesticarci, abbiamo finito per convertirci in ruminanti. Passiamo
la vita rigurgitando una lista interminabile di opinioni su quasi
tutto. I pensieri ci arrivano a grappoli; uno si allaccia con l’altro, fino a
riempire lo spazio intero della mente. Quel rumore non ha alcuna
utilità, perché è diretto, praticamente nella sua totalità, all’espansione
dell’ego.
- Poiché va contro tutto ciò che ci è stato insegnato fin da
bambini, il silenzio deve essere intentato con spirito di
combattimento.
Noi stregoni di oggi ci proponiamo di passare per il
mondo senza richiamare l’attenzione, trattando tutto e tutti allo stesso
modo. Un guerriero si fa padrone della situazione, nel bene o nel male,
perché c’è qualcosa di tremendamente efficace nell’agire senza la mente.”
Questa volta
come riepilogo della lezione citerò un dialogo di Don Juan e Castaneda in cui vengono
chiariti i concetti di descrizione del mondo e dialogo interno.
Il brano è tratto dal libro “Una Realtà Separata”, pagg. 277-280.
CARLOS
CASTANEDA: «Per anni ho cercato veramente di vivere secondo i tuoi
insegnamenti» dissi. «Evidentemente non l’ho fatto bene. Come posso fare
meglio ora?»
DON JUAN: «Tu
pensi e parli troppo. Devi smettere di parlare a te stesso.»
CARLOS
CASTANEDA: «Cosa intendi dire?»
DON JUAN: «Parli
troppo con te stesso. Non sei l’unico a farlo, tutti noi lo facciamo,
portiamo avanti un discorso interiore. Pensaci. Quando sei da
solo, cosa fai?»
CARLOS
CASTANEDA: «Mi parlo.»
DON JUAN:
«Di che cosa ti parli?»
CARLOS
CASTANEDA: «Non lo so; di qualsiasi cosa, presumo.»
DON JUAN:
«Te lo dirò io di cosa parliamo con noi stessi. Parliamo del nostro
mondo, ed è proprio grazie a questo nostro dialogo interiore che lo
preserviamo.»
CARLOS
CASTANEDA: «Come facciamo?»
DON JUAN: «Ogni
qualvolta parliamo di noi e del nostro mondo, il mondo rimane sempre come
dovrebbe essere. Con questo nostro dialogo lo rinnoviamo, gli infondiamo
vita, lo puntelliamo. Non solo: è mentre parliamo a noi stessi che
scegliamo le nostre strade. Ripetiamo quindi le stesse
scelte fino al giorno della morte, perché fino a quel giorno continuiamo a
ripeterci le stesse cose. Un Guerriero è consapevole di questo
atteggiamento e si sforza di fermare il suo dialogo interiore. Questa
è l’ultima cosa che devi sapere se vuoi vivere come un Guerriero.»
CARLOS
CASTANEDA: «Come posso smettere di parlare con me stesso?»
DON JUAN:
«Innanzitutto devi usare le orecchie per togliere agli occhi una minima parte
del loro fardello. Dal momento in cui siamo nati usiamo i nostri occhi per giudicare
il mondo. Parliamo agli altri e a noi stessi principalmente di ciò che vediamo.
Un Guerriero ne è consapevole e ascolta il mondo; ascolta i suoni del mondo.»
Misi via i
miei appunti. Don Juan affermò ridendo che non intendeva spingermi a forzare il
risultato, perché i suoni del mondo dovevano essere ascoltati in modo armonico
e con grande pazienza.
DON JUAN: «Un
Guerriero è consapevole che il mondo cambierà non appena smetterà di parlare
con se stesso,» disse «e deve essere preparato a quel colpo
formidabile.»
CARLOS
CASTANEDA: «Cosa intendi dire, don Juan?»
DON JUAN:
«Il mondo è questo e quello o è così e così solo perché ci diciamo che è nel
modo in cui è. Se smettessimo di dire a noi stessi che il mondo è così e
così, il mondo cesserebbe di essere così e così. In questo momento non penso
che tu sia pronto per un colpo così importante, perciò devi iniziare lentamente
a disfare il mondo.»
CARLOS
CASTANEDA: «Veramente non ti capisco.»
DON JUAN:
«Il tuo problema è che confondi il mondo con ciò che le persone fanno, e anche
in questo non sei il solo: tutti noi ci sbagliamo. Le azioni che le persone
compiono sono scudi contro le forze circostanti; ciò che facciamo in quanto
individui ci comforta e ci fa sentire al sicuro; ciò che la gente fa è veramente
molto importante, ma solo come scudo. Non impariamo mai che le cose che
facciamo in quanto persone sono solo scudi e permettiamo che dominino e
scuotano la nostra vita. In effetti, potrei affermare che per l’umanità
quello che fa la gente è più grande e importante del mondo stesso.»
CARLOS
CASTANEDA: «Cosa chiami mondo?»
DON JUAN: «Il mondo è tutto ciò che qui è racchiuso.» disse, e calpestò il suolo. «Vita, morte, persone, gli alleati e tutto quello che ci circonda. Il mondo è incomprensibile. Non lo capiremo mai e non penetreremo mai i suoi segreti. Dobbiamo di conseguenza prenderlo per quello che è: un mistero insondabile! Ma l’uomo comune non fa questo: il mondo non è mai un mistero per lui, e quando arriva alla vecchiaia è convinto che non ci sia più nulla per cui valga la pena di vivere. Un vecchio non ha esaurito il mondo, ha esaurito solo ciò che la gente fa, ma nella sua stupida confusione crede che il mondo non abbia più misteri per lui. Che prezzo infelice dobbiamo pagare per i nostri scudi! Un Guerriero è consapevole di questa confusione e impara a trattare le cose in modo appropriato. In nessuna circostanza ciò che gli esseri umani fanno può essere più importante del mondo. Un Guerriero, quindi, considera il mondo un mistero infinito e le azioni degli uomini un’infinita follia.»
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