Cos’ero prima di
nascere, prima che questa forma apparisse, prima che questo “io-sono”
temporaneo sorgesse e sparisse?
Il Non-nato.
Quando è apparso
l’”io-sono” illusorio, ho cominciato a “sapere” che io-sono(esisto), non prima.
Comprendendo l’errore, ho realizzato che il Non-nato è sempre presente, senza
“saperlo”.
Essendo il Non-nato,
l’apparenza del nato è trascesa, ma disponibile: posso sembrare usarla o no.
Tutto ciò che avviene
e si sperimenta, è un’illusione misurata nella forma del tempo.
Il mio vero stato di
Non-nato è completo, indifferenziato, al di là dell’esperienza, della nascita e
della morte: è sempre presente, non è arrivato o andato altrove: è la gioia di
non sperimentare questo corpo, poiché sono al di là, libero dall’illusione.
Nulla mi è utile e
una volta stabilizzato in questo non-stato, non sono più innamorato di questo
senso di essere: il corpo può venire o andare, ma come Non-nato sono sempre là,
senza spazio, senza tempo e senza attributi.
Non medito più poiché
non posso più dimenticare che non sono mai nato. Rinuncio alle memorie che mi
fissano a un “io” nato e apparente. Quando recito: – Sono il Non-nato -, non
c’è né nome né forma.
Non saper nulla è la
perfezione! Quello che so è apparente e non ho nulla di cui ricordarmi o da
dimenticare.
La mia nascita è
falsa, il mondo e la mente sono irreali, sono stati proiettati su di me senza
saperlo.
Il Non-nato non sa se
è vivo: al momento in cui mi appare il sapere che “io-sono”, la dualità si
manifesta.
Non si tratta di
entrare nello stato del Non-nato, sono sempre nel Supremo, MI TROVO SEMPRE
PRIMA dell’apparizione del corpo-coscienza.
Per realizzare
pienamente il Non-nato, l’apparente nato deve rimanere nella sorgente. Non so
che sono il Non-nato, allora che conoscenza posso avere?
Non è un insegnamento, ma un’affermazione del mio essere veritiero: tutto
questo non posso raccontarlo a tutti, che sono sempre il Non-nato, uno stato di
non-conoscenza. Ogni conoscenza dev’essere liquidata.
Se la coscienza
sparisce, il Non-nato prevale sempre.
Il Non-nato è prima
della memoria, allora come può avere memoria? Non ha dimenticato, ma la memoria
si è dimenticata di sé stessa. La storia non ha mai potuto aver luogo. Prima
della coscienza, nello stato del Non-nato, con quale strumento si può essere coscienti?
L’apparente nato, con
il suo sapere, è imperfetto. Il Non-nato senza il sapere è totale, completo,
perfetto e la nostra vera identità: non lo si può descrivere, ma solo esserlo.
La nascita, la vita e
la morte fanno solo parte del tempo, della durata. Come Non-nato non conosco
nessuno di questi stati, poiché sono prima dell’apparire dell’”io-sono”, quindi
prima del corpo-mente. Non mi concerne ciò che succede nella coscienza.
Mettete tutta
l’attenzione nello stato PRIMA che qualunque esperienza sia cominciata e
sparirete come Non-nato.
Chiudo gli occhi, mi
dimentico di me ed eccomi come sono... sempre Non-nato.
Come Non-nato non
appartengo a nessun culto o credo: sono stati creati piuttosto da me stesso.
Tutto quello che succede non è il Non-nato, ciò che è e non si manifesta è il
Non-nato. Tutte le credenze sono false: sono il Non-nato e non ciò che è
percepito o visto. Tutti gli avvenimenti e le attività sono falsi.
Ciò che sembra darmi
la possibilità della comprensione, diventa così sottile e fine, che scompare e
resto il Non-nato. Sono realmente il Non-nato quando non lo so. L’ultima
conoscenza è la non-conoscenza.
La sola schiavitù
dell’apparente-nato è la memoria costante di essere un corpo.
“Sono nato e morirò”
è pura immaginazione dell’apparente-nato.
Sono stato posseduto
dal fantasma dei cinque elementi, ma stabilizzandomi nel Non-nato, non sono
nessuno di essi e ne sono libero. Il sonno profondo, il sogno, il risveglio e
la loro base il ”quarto stato (turiya)”, sono stati temporanei apparsi su di
me, ma in quanto Non-nato non sono nessuno di essi. Il Non-nato non appartiene
al conosciuto.
Tutto appare
automaticamente e come apparentemente nato, ho abbandonato l’idea “io ho fatto”
ed eccomi! …Non-nato.
Sono prima dei cosiddetti antenati. Non ho genitori. Ho realizzato l’irrealtà
dell’io-sono, pieno di concetti.
Il mio mantra è:
-Sono il Non-nato, senza far finta di esserlo.
Mai abbandonare questa pratica.
Il Non-nato non è mai toccato dal mondo: l’apparente-nato deve essere convinto
della propria irrealtà, allora che esso sia buono o cattivo non ha importanza.
Poiché non sono nato,
la nascita è falsa, quindi nessuna esperienza è vera: ho passato dunque la vita
a raccontare menzogne!
Il Non-nato è
indistruttibile, invisibile e sembra solo vedere ciò che è visibile e
corruttibile.
Il Non-nato è prima
del senso di presenza, prima del pensiero e prima dello spazio-tempo, non è
un’esperienza, né un avvenimento.
Non è necessario
raggiungere ciò che si è già: non lo si può mai dimenticare.
La meditazione non
può generare il Non-nato, poiché esso è già presente.
Poiché non sei mai
nato, non sei il corpo, allora perché preoccuparti di tutti quegli stati che
sembrano durare migliaia di anni?
L’apparente-nato deve retrocedere prima dei pensieri (tornare a casa) e
l’”io-sono” sparirà anch’esso e solo il Non-nato prevarrà: significa che ”sono
sempre qui”. Il mondo non è mai veramente esistito, non è ma stato creato, è un
sogno! Lo realizzo davvero, ecco tutto.
Colui che sembra
comprendere che ciò che è nato è irreale, è l’eterno Non-nato. È il luogo ove
tutte le speranze, attese e desideri dell’apparente-nato sono dissolti e
annientati: perfino la spiritualità ti sembrerà irreale.
Come Non-nato sei sempre
stato prima delle parole: ogni percezione, ogni espressione, ogni azione
appartiene all’apparente-nato e non è reale. Per colui che ha realizzato il
Non-nato, l’”io-sono” appare ma gli dà poca importanza. Sembra servirsene
quando è necessario, ma non è guidato da questo “io-sono”.
Sono senza sapere
poiché non è più necessario.
Il canto del non-nato
è un distruttore della comprensione spirituale, non si tratta solo di leggerlo,
ma di applicarlo quotidianamente. Più si è convinti di quello, più tutto appare
come illusorio. Non si cadrà più nel trabocchetto delle affermazioni spirituali
o logiche esposte da altri: sono pesi che aumentano la nostra miseria, il
Non-nato rifiuta tutto il bagaglio degli insegnamenti religiosi.
Il sentimento di aver
capito: ”Sono il Non-nato” è altrettanto illusorio, perché l’apparente-nato che
credo di essere ancora, ha trovato qualcosa che può essere divulgato ad altri,
ma non ci sono ”altri”. Il Non-nato inghiotte l’universo intero. Senza
coscienza non c’è mondo, anche se sembra così importante: come Non-nato ne sono
distante. Se sei Non-nato, non è importante se il corpo resta o sparisce.
Il Non-nato, la mia
vera natura non è un cammino e non ha direzione, è una dissoluzione istantanea
di ogni illusione.
Non ho identità, sono
il Non-nato.
Nessuna delle mie sedicenti identità sono rimaste: infanzia, adolescenza,
maturità e vecchiaia non sono mai state autentiche, sono false e spariranno
tutte.
I nomi e le forme
sono tutte irreali.
Non tento di chiarire, sbrogliare con l’intelletto il Non-nato, ma lo accetto
tale e quale. Sono senza nascita e senza morte. Questo diventa la mia costante
meditazione.
Il Non-nato è prima
della memoria e dell’immaginazione.
Il mondo oggettivo
non è la mia vera dimora, ecco perché sento questa tristezza.
Sono Non-nato, allora
non serve rinunciare al mondo, ma solo comprenderne l’irrealtà.
Tutto quello che sapevo ridiventa ignoranza.
Guardo il film nel
teatro dell’”io-sono” considerandolo distruttibile e non permanente, così lo
trascendo nel Non-nato, liberandomi dall'attaccamento all’irrealtà.
Anche dire che sono
Non-nato è già inappropriato, appena lo pronuncio ho già corrotto Quello,
poiché non si può dargli nessun nome e nessuna forma.
Immagino di provare
sensazioni di bene o di male, che faccio questo o quello, ma non faccio nulla,
tutto è illusione. Tutte le pratiche o le austerità si rivelano allora delle
ricreazioni della mente.
Sono Non-nato e
l’esistenza è immaginaria, come l’immaginario-nato che sembra leggere la Gita
del Non-nato.
Nulla mi è mai
accaduto.
Se dopo quanto è stato detto si cerca ancora un consiglio spirituale o
un’istruzione, significa che non si è capito nulla.
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