Passa ai contenuti principali

Rimani aggiornato

ALTRI ARTICOLI (clicca qui per aprire o richiudere il menù a discesa)

Mostra di più

LEGAMI CHE SLEGANO

Come fa un legame a slegarmi?
Semplice, non produce attaccamento né dipendenza… e per giunta ti porta dei benefici!
Esempio pratico:


Immagina di trovarti in difficoltà, in una situazione da cui vorresti liberarti il prima possibile. Ora immagina che qualcuno (una presenza liberatoria) ti ponga una mano – stringa un legame con te – e ti consenta di uscire da quella situazione. Poi immagina che una volta fuori da quella situazione la tua mano sia di nuovo libera – senza legami con quella presenza liberatoria. Ecco, questo è un legame liberatorio.
La presenza liberatoria può indicare qualsiasi cosa: per alcuni può essere il Padre, per altri un amico, per altri lo Spirito Santo, per altri un Maestro, per altri la propria Coscienza, per altri la Grazia, per altri ancora Dio…
Non importa chi o cosa sia la presenza liberatoria, quel che conta è la tua disponibilità a legarti a lei, anzi a lasciare che Lei si leghi momentaneamente a te, giusto il tempo necessario per apportare quei benefici e quegli insegnamenti che da solo (in stato di identificazione con la mente ordinaria, condizionata) non sei in grado di cogliere.
Legarsi significa accettare la sua mano e concederle di aiutarci a rialzarci… tutto qui!
Attento alle interferenze dell’intelletto.
L’ego infatti – la parte di te presuntuosa, quella che pretende di poter fare tutto da sola – può servirsi di qualunque mezzo per stravolgere alcuni messaggi. Questa parte di te è addirittura in grado di utilizzare i messaggi della non-dualità per fomentare la dualità: basta che dica ‘ Tutto è già unito, a cosa mi serve legarmi alla presenza liberatoria? Tanto la separazione non c’è!
Ecco che allora ti ha già fregato.
Se gli dai corda e utilizzi – a vanvera – concetti come la non-separazione allora stai fomentando la separazione, per giunta senza accorgertene.
Se c’è da dare una mano a qualcuno non ha senso dire che la separazione non c’è!
La mano gliela dai, come è stata data a te quando ne avevi bisogno, quando eri caduto e qualcosa/qualcuno si è preso cura di te!
Poi, una volta che anche l’altra persona ha preso coscienza del livello profondo (non duale), puoi pure raccontargli tutte le ‘verità non-duali’ che vuoi, ma non prima o comunque non in quella maniera (sparando a zero su tutto ciò che è ‘duale’, come fosse il male in terra).
Un vero saggio sa quando è il caso di utilizzare un linguaggio e quando utilizzarne un altro; sa quando dare una mano, e quando mollare la presa; quando parlare di separazione e quando parlare di Unione… sempre nella consapevolezza che le parole sono soltanto parole.

Commenti

  • I MIEI LIBRI

Lettori fissi

ECOVILLAGGIO MANTOVA