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Premessa:
il tuo linguaggio (modo di pensare/parlare) influisce sui tuoi processi
interiori e sul modo di percepire l'ambiente esterno.
-Prova a fare questi due esperimenti linguistico-percettivi. Se dedicherai un po' di tempo ogni giorno percepirai te stesso e il mondo in modo differente. Non ti garantisco niente di eccezionale ma sicuramente qualcosa si sbloccherà.
1° - Esperimento "PROCESSO IMPERSONALE" anziché "VOLONTA' PERSONALE"
Prenditi 5 min. liberi.Ripensa a ciò che stai facendo, che hai appena fatto o a ciò che dovrai fare (tra poco o domani).
Se stai per mangiare, anziché pensare "ho fame" formula lo stesso processo (aver fame) in maniera impersonale, cioè pronuncia mentalmente: "c'è la fame"... o più semplicemente "Fame" (come dire che il corpo ha fame, l'impulso innesca altri impulsi/meccanismi etc).
"Sto bevendo l'acqua" --> diventa --> "c'è il bere..." o meglio ancora "sete"
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-[ Quel che accade è che stai riconfigurando la mappa neurale. Una volta che comprendi la processualità del tuo organismo non è necessario parlare o pensare in modo impersonale. Serve all'inizio, giusto per ampliare la tua coscienza, contrita nel dogma "faccio tutto io" ]
Continua l'esercizio con qualsiasi attività.
Vedi qualcuno o qualcosa che ti piace, non pensare "io ho voglia di..." ma "è sorta la voglia di... con..."
Non "sto leggendo", ma "c'è il leggere" (ovvero il cervello sta interpretando dei simboli e gli attribuisce automaticamente un significato soggettivo, non necessariamente corretto).
Se stai camminando, non pensare "sto camminando" bensì "c'è il camminare"... (sottintendi naturalmente che l'attività del camminare sta avvenendo mediante un mezzo di trasporto, il tuo corpo).
"vado a dormire" oppure "sto dormendo" diventa ---> "Sonno". (pensando solamente "sonno" risvegli la consapevolezza che qualcosa sta riposando mentre qualcos'altro rimane costantemente consapevole).
Al mattino il "Mi sono svegliato" - "apro gli occhi" diventa ---> "Risveglio" - "gli occhi si sono aperti"... (se ci rifletti con sincerità devi ammettere di non aver "deciso" di svegliarti a quell'orario, piuttosto gli occhi si sono "improvvisamente" aperti -tutti i sensi desti- e tu hai definito quell'atto fisiologico "risveglio". Magari chiediti - chi o cosa ha deciso di svegliarsi?... Non sarebbe più corretto affermare che il "risveglio" (biologico o spirituale) non esiste, c'è solo uno spostamento della coscienza - ad es. dal mondo onirico a quello corporeo dei 5 sensi? Lei - la coscienza - rimane invariata, non cambia - è sempre identica, quel che sembra diverso è il luogo in cui si colloca e la percezione che sorge).
Quando ti arrabbi, ti impaurisci, ti blocchi-paralizzi etc. ricordati che non c'è la rabbia come entità negativa e indipendente (un io rabbioso che vive per i fatti suoi) ma "c'è un impulso nervoso" , una pulsione (chiamala pure forza vitale) che purtroppo viene solitamente sminuito con termini come "rabbia, paura, imbarazzo-timidezza etc.". Molte volte si tratta di un sintomo indispensabile o un messaggio fisiologico affinché tu non rimanga in quel luogo, in presenza di quelle persone, in mezzo a quel "clima emotivo", sottomesso ad un livello di lo stress intollerabile etc.. Magari ti trovi in un ambiente energeticamente "inquinato" da pessime vibrazioni - un posto dove la gente grida e litiga continuamente - e l'unico modo che ha il corpo/cervello/mente o l'anima/spirito per farti capire che conviene "cambiare aria" è quello di innescare reazioni chimiche (emozioni) di quel tipo. Non è che ti senti agitato/emozionato perché hai poco auto-controllo, poca disciplina. E' l'organismo che reagisce (cioè vibra) così poiché si accorge che non c'è omeostasi e ti vorrebbe far capire che per raggiungere il giusto equlibrio (omeostasi) dovresti comportarti-comunicare diversamente, muoverti fisicamente, etc.
La stessa cosa accade per i sentimenti positivi. Se avverti qualcosa di piacevole non attribuire il merito a te (o all'altra persona "speciale") ma riconosci immediatamente che c'è un processo in cui sei stato coinvolto (involontariamente - o per ragioni che ancora non puoi capire). Lascia perdere l'eccessivo pathos e vai al nocciolo: in questo momento devi passare attraverso questa esperienza e in passato hai dovuto attraversare altre situazioni perché questo era richiesto dal grande "Processo". Non c'è alcun merito o de-merito, è solo un processo che si manifesta in infiniti modi attraverso ognuno di noi, nessuno escluso. Nessuno è speciale, eletto oppure sfigato, condannato, colpevole.
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In pratica fai come fanno i bimbi: quando hanno un bisogno non dicono "Mia Mamma" - "ho sete" "mi scappa la pipì" - "mi sono fatto la bua" "la mia macchinina" etc..., dicono piuttosto "Mamma" - "sete" ... "pipì!" - "macchinina" etc..
Non essendo completamente ipnotizzati dal linguaggio e dal senso dell'io evitano di anticipare ogni frase con l'egocentrico pronome personale "io". Certo, sappiamo che serve a distinguerci a vicenda, però a volte perde la sua funzione e metaforicamente "prende vita", si impossessa di noi o meglio siamo noi che distorciamo la realtà attribuendo un'importanza eccessiva al suono "io" e stravolgendo il significato di molte altre parole. Dovremmo dare la giusta importanza al linguaggio, e riconoscerlo come puro mezzo convenzionale. Al contriario siamo soliti esaltare il nostro linguaggio ponendolo prima e al di sopra della realtà stessa.
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2° esperimento: "SEMBRARE" invece di "ESSERE"
-Sarò più sintetico: sostituisci il verbo "essere" con "sembrare".
Così facendo ti accorgerai all'istante che si tratta soltanto di un'apparenza, un'impressione personale (un punto di vista parziale, limitato e forse distorto) e non una caratteristica oggettiva-reale-universale (punto di vista assolutamente vero e indiscutibile).
"la odio/amo" ---> "mi sembra di odiarla/amarla"
"ho aiutato..." ---> Mi sembra di aver aiutato
"è difficile / inutile" ---> "sembra difficile / inutile"
"Sono diverso-peggiore-migliore" ---> "sembro diverso-peggiore-migliore"
ho paura ---> mi sembra di aver paura
"Mi piace" ---> "sembra piacevole"
"Non ce la farò" ---> "Mi sembra di non farcela"
"è antipatico/piacevole/bello/costoso/" ----> "sembra antipatico/bello/costoso/"
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Adottando questo nuovo linguaggio - indipendentemente da ciò che stai percependo (dal luogo, dai sentimenti, dalle persone) diverrai subito consapevole del bias fondamentale (distorsione cognitiva-percettiva) che finora si era innescato a tua insaputa. E' il bias mentale per eccellenza. A dire il vero non è nemmeno un bias (errore di defaut) perché in fin dei conti l'immedesimazione consente di percepire intensamente qualunque esperienza. Il problema sorge - e quindi è corretto parlare di bias - quando va contro-natura e produce comportamenti disfunzionali... Ad es. se confondo una corda o un pupazzo per un serpente. Generalmente (praticamente sempre) confondiamo le nostre impressioni per la realtà e quindi è utile ricordarsi che ciò che percepiamo non è effettivamente così.
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