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Si
può arrivare alla libertà del non-attaccamento in modo assai più
pratico e meno tormentoso (delle rinunce o dell'auto-controllo): con un
apprezzamento sempre più pieno, anziché negare l'esistenza di
quell'attrazione dovremmo lasciare che ne nascano altre al suo fianco.
Imparando ad espandere la capacità di apprezzare attenuiamo gli
attaccamenti fino al punto di indebolirli e perfino farli sparire.
L'errore moralista sta nel confondere il godimento con l'attaccamento:
il godimento di qualsiasi genere è un evento psichico di per sé
benefico, ma a complicare le cose interviene il desiderio di riprodurre
la stessa situazione e così nasce l'attaccamento. Il godimento è puro e
gratuito, l'attaccamento è avido e pieno di aspettative; il godimento
vive nel presente, l'attaccamento si rifà al passato o si proietta nel
futuro; il godimento è aperto alla vita, l'attaccamento la vuole
programmare.
Gli attaccamenti sono inversamente proporzionali alla capacità di godere.
L'approccio radicale consiste nel godere di più. Se si gusta fino in
fondo un frutto, si può imparare a gustare tutti i tipi di frutta. Se si
può imparare a godere di tutto non ci si attacca a nulla, perché si
passa da un godimento all'altro. Passi dal godimento di un frutto a
quello di un libro fino al cielo stellato.
Se si apprezza tutto, si rimane liberi.
E se si sente un desiderio che non possiamo soddisfare, ci si può rivolgere immediatamente ad un altro godimento.
C'è sempre qualcos'altro di cui si può godere
Se
vedi la bellezza solo in una persona o un oggetto, escludendo tutto il
resto, ne rimani stregato. Cadi nella convinzione implicita e illusoria
che quella sia l'unica persona o esperienza che possa farti bene.
(R. Assagioli)
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