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L'attaccamento proviene dal contatto stretto e prolungato con un oggetto sensoriale che attira la nostra attenzione.
Così come una ventosa aderisce pienamente alla superficie di un oggetto fisico solo e soltanto se la si preme con molta forza, allo stesso modo un pensiero aderisce alla superficie di uno stimolo solamente se ci fissa intensamente su di esso, cioè se la mente si ossessiona con quel determinato stimolo. Va da sé che il rimedio per evitare tale attaccamento è tanto semplice quanto rapido: basterebbe che tra la ventosa (il pensiero) e lo stimolo desiderato ci fosse una breve distanza oppure un contatto molto lieve, privo di quella pressione eccessiva con cui solitamente ci incolliamo all'oggetto esterno (o interno) fino a legarci indissolubilmente, incapaci di staccarci dalla pressione imposta a noi stessi.
Quando invece la ventosa mentale è meno pesante e fluttua con leggerezza come una foglia sospinta dal vento della serenità, il distacco avverrà con naturalezza senza tuttavia impedirci di godere il dolce contatto sensoriale con l'universo circostante.
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