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1) c'è un intuibile che devi cogliere con il
fiore dell'intuire, perché se inclini verso di esso il tuo
intuire, e lo concepisci come se intuissi qualcosa di determinato,
non lo coglierai. E' il potere di una forza irradiante, che abbaglia
per fendenti intuitivi. Non si deve coglierlo con veemenza,
quell'intuibile,, ma con la fiamma sottile di un sottile intuire che
tutto sottopone a misura, fuorché quell'intuibile; e non devi
intuirlo con intensità, ma - recando il puro sguardo della tua
anima distolto - tendere verso l'intuibile, per intenderlo, un vuoto
intuire, ché al di fuori dell'intuire esso dimora.
Consideriamo il termine "intuire". Cosa
significa?
L'intuizione viene descritta come un conoscere
immediatamente una cosa. Un conoscere che non è ottenuto
mediante una dimostrazione, un ragionamento o una descrizione,, ma è
ottenuto mediante trasposizione emotiva dell'individuo che intuisce.
Una sorta di comprensione immediata. Una sorta di illuminazione.
Qualche cosa che si è accumulato nel tempo e poi si manifesta
con chiarezza al nostro sentire e al nostro vedere. Nel manifestarsi
rende comprensibile e chiaro quanto fino a prima era nebuloso ed
oscuro. Quasi una visione delle cose quando queste, o alcuni loro
fenomeni, si presentano alla coscienza. Questo è il
significato di intuire e non può essere definito in maniera
diversa l'oggetto che si presenta per la prima volta alla ragione e
questa, trattenendo il respiro per la novità, si appresta a
descriverlo. L'intuizione è un colpo immediato alla ragione.
La ragione è costretta a prendere atto dell'esistenza di un
oggetto che lei non descriveva e anche se vuole ignorarlo deve
diventare consapevole dell'esistenza di uno sconosciuto che la
circonda e del quale ella non dispone degli strumenti per penetrarlo.
La mancanza di strumenti propri della ragione per descrivere lo
sconosciuto che la circonda mette in discussione il suo dominio
sull'Essere Umano costruendo una condizione per la quale la ragione
descrive lo sconosciuto circostante con mostri orrifici, con voli di
fantasia, con chimere al fine di ammaliare l'Essere Umano dicendogli
che fuori della descrizione che la ragione propone ci sono solo
fantasie, mostri e fobie. Di questo lei è comunque l'artefice
in quanto parte della sua descrizione. L'Essere Umano che coltiva
l'autodisciplina ferma la ragione! Ferma le sue fantasie e ferma i
suoi mostri orrifici. Nel fermare la ragione permette al suo intuire
di spaziare nello sconosciuto che lo circonda. L'intuire dell'Essere
Umano può muoversi nello sconosciuto e può riconoscere,
intuendolo, l'oggetto che incontra., ma l'oggetto che incontra non lo
può descrivere. La descrizione appartiene alla ragione; lo può
intuire. Può diventare parte dell'oggetto. Può fondersi
con l'oggetto, ma non lo può descrivere in quanto l'oggetto
che incontra non dispone di elementi all'interno della ragione
attraverso i quali formare la descrizione. Se tenti di descrivere, e
perciò determinare l'oggetto che intuisci, non lo intuisci, ma
descrivi una forma che è necessariamente incompleta come la
tua ragione e gli elementi che la compongono. Intuire l'oggetto
significa diventare parte dell'oggetto; compenetrare l'oggetto;
osservare il mondo con gli occhi dell'oggetto. Descrivere un oggetto
significa separare e numerare i fenomeni dall'oggetto proiettando
sull'oggetto la nostra soggettività e la nostra descrizione
dei fenomeni stessi. Descrivere un oggetto significa non cogliere
l'oggetto. Significa proiettare sull'oggetto la quantità e la
qualità della nostra descrizione obbligando l'oggetto e la
nostra ragione ad adattarsi alla nostra pochezza soggettiva. Anziché
espandere noi per compenetrare l'oggetto intuito, restringiamo
l'oggetto intuito per farlo aderire alla nostra descrizione. Ecco che
la ragione non coglie l'oggetto a differenza dell'intuizione che
compenetrando l'oggetto ne diventa parte. L'intuibile è la
forza irraggiante dell'infinito che ci circonda. Un infinito che noi
possiamo penetrare con la nostra azione, ma non possiamo descrivere
con la nostra ragione. Quella forza irraggiante abbaglia la ragione;
la smarrisce. I fenomeni che si presentano alla ragione dall'infinito
che la circonda la smarriscono. Solo l'intuito libero dai legami
della ragione, solo il silenzio interiore ci permette di liberare il
nostro intuire affinché spazzi nell'intuibile che ci circonda.
Un intuibile sempre presente e che sollecita il nostro intuire.
Sollecita il nostro intuire a liberarsi dalla costrizione della
ragione e a spaziare indipendentemente da essa. Sollecita il nostro
intuire a compenetrare l'intuibile circostante. Questa penetrazione
non deve essere fatta con veemenza, impetuosità, violenza, ma
con "la fiamma sottile di un sottile intuire che tutto sottopone
a misura". L'intuire non è Furia che prorompe, non è
avidità della Conoscenza, ma è un trasporto soggettivo
verso sponde ignote, verso intuizioni sconosciute. Nell'ignoto
l'Essere Umano si muove con prudenza, ma si muove. Considera e
soppesa senza descrivere, sospende il giudizio, si sazia
dell'intuizione e trasforma sé stesso. Trasforma la propria
ragione, trasforma il proprio modo di guardare il mondo, trasforma la
forza del proprio intuito con cui penetrare l'intuibile che lo
circonda. Ciò che non può misurare è
quell'intuibile. L'Essere Umano è un'isola nell'immenso
sconosciuto che lo circonda. Non può misurare lo sconosciuto,
ma può immergersi dentro, diventarne parte, compenetrarlo e
farsi compenetrare mantenendo la consapevolezza di sé stessi,
di un'isola nell'immenso che spazia per lidi infiniti mantenendo la
propria consapevolezza. L'intuizione dell'infinito deve essere fatta
con gli strumenti dell'intuire. Si deve rinunciare alle categorie
della ragione, ai suoi aggettivi, ai suoi strumenti. Non si piega
l'intuito a sé stessi, ma si costruisce sé stessi al
fine di muoversi e crescere in quell'intuibile. L'intuizione non deve
essere il fine della propria esistenza. L'intuizione non deve
diventare oggetto o strumento di possesso,, ma deve essere
un'intuizione gentile attraverso lo sviluppo dello spazio attribuito
al nostro intuire chiedendo alla ragione di spostarsi dal dominio
dell'Essere Umano. Il vuoto della mente, il vuoto delle parole, il
blocco del dialogo interno permette all'intuibile di presentarsi al
nostro intuire. Lo sguardo puro è lo sguardo che non descrive,
è lo sguardo che intuisce quanto si presenta senza ridurre
quanto si presenta a categorie predeterminate. Essere consapevoli che
l'intuibile e l'intuire sono cose diverse eppure che l'assonanza
dell'uno e dell'altro permette all'Essere Umano di intuire quanto
circonda la ragione e di muoversi nell'intuibile senza che la ragione
sia in grado di descriverlo.
Il primo oracolo che analizziamo ci pone due condizioni
dalle quali non posiamo derogare. La prima è la possibilità
per l'Essere Umano di superare la ragione attraverso la sua
intuizione e la seconda è l'esistenza di un intuibile fuori
della ragione che solo l'intuire può raggiungere. Il paragrafo
non ci dice la relazione esistente fra l'intuibile, l'intuire e la
ragione, ma ci parla chiaramente della necessità di articolare
l'intuire per modificare la ragione stessa. Ci dice inoltre
dell'esistenza di categorie diverse dalla ragione attraverso le quali
affrontare l'intuibile che ci circonda. Categorie che anche se
vengono definite mediante parole appartenenti alla ragione non
significano necessariamente quanto significano quelle parole, ma
tendono a descrivere un modo di porsi che può diventare chiaro
soltanto costringendo la ragione a farsi da parte affinché il
nostro intuire raggiunga l'intuibile che si presenta ad esso.
Un'altra osservazione importante è l'assoluta
assenza di dipendenza fra l'intuire e l'intuibile. Dove l'intuibile
può sollecitare l'intuire del soggetto, ma è il
soggetto che intuisce l'intuibile attraverso il suo intuire. Non
esiste relazione di dipendenza fra l'intuire del soggetto e il
possibile intuibile. Esiste la necessità della relazione
esattamente come un fiume scorre sempre dal monte al mare. La
necessità di adattamento soggettivo spinge l'intuire del
soggetto a superare il determinato descritto dalla ragione per
tuffarsi nel mare dell'intuibile, afferrare nuovi fenomeni e portarli
alla ragione per modificare il modo soggettivo attraverso il quale
guardare il mondo. L'intuibile non è padrone dell'intuire
esattamente come il mare non è padrone del fiume. La diga che
un soggetto erge fra l'intuibile e la sua capacità di intuirlo
è la sua ragione: la necessità di determinare e
descrivere l'intuibile stesso. L'intuibile non è dunque il dio
padrone tanto caro ai cristiani, ma è il circostante cosciente
consapevole di sé stesso che nella misura in cui un Essere
Umano è in grado di intuire può chiamarlo a sorreggere
la propria intuizione proprio perché la propria intuizione è
in grado di alimentare l'intuibile delle Coscienze di Sé che
dal circostante affrontano la loro oggettività intuibile di
cui l'Essere Umano, nell'intuirle, è parte.
Qualcuno potrebbe mettere in dubbio l'affermazione
asserendo: chi mi dimostra l'esistenza di un intuibile che io non
sono in grado di intuire? Come posso pensare l'esistenza di un
qualche cosa che io non posso raggiungere mentre tu ne affermi
l'esistenza? Io costruendo me stesso e dilatando il mio percepire nel
mondo che mi circonda alimento ed estendo continuamente il mio sapere
e la mia conoscenza. Affrontando le condizioni della vita oggi non
sono più ciò che ero un anno fa: ho alimentato il mio
esistere espandendo me stesso. Non posso dimostrarti i miei
cambiamenti a meno che tu non abbia camminato assieme a me. Insieme
possiamo guardare indietro ed osservare come qualcuno esplode in un
intuire e alimenta la propria crescita intuendo quanto lo circonda.
E' l'Essere Feto che muore e nasce un bambino o una bambina. Questi
Esseri nascono in un intuibile e la loro crescita e le loro
trasformazioni sono relative alla quantità e qualità di
intuibile che intuiscono e fagocitano. Vedendo l'attività da
spettatori noi assistiamo all'intuizione del nuovo nato. Osserviamo
il nuovo nato mentre intuisce e si espande. Attraverso quale
meccanismo logico si può asserire che un Essere Umano adulto
non vive in un intuibile? E' piuttosto la sua rinuncia ad intuire che
separa il proprio intuire dall'intuibile. L'affermazione, dimostrami
che esiste un intuibile da intuire, altro non è che
l'accettazione sublimata della sconfitta dell'intuire soggettivo. Se
è vero che quanto io non intuisco è come se
quell'intuibile non esistesse è altrettanto vero che
attraverso l'accettazione della sconfitta, generata dalla
sottomissione, si blocca l'intuire affinché si separi
dall'intuibile. Dal momento che la sconfitta non può essere
riconosciuta dal soggetto (altrimenti modificherebbe il proprio
stato) questi giustifica la separazione fra la propria intuizione e
l'intuibile affermando che l'intuibile non esiste e pertanto non
trova nessuna ragione logica per alimentare il proprio intuire.
Gli Oracoli Caldaici partono da una oggettività
immanente rispetto all'Essere Umano, ma trascendente rispetto alla
sua ragione e alla sua descrizione. Una realtà che non può
essere compresa e descritta mediante la ragione, ma può essere
praticata mediante l'intuire soggettivo che liberatosi dai fantasmi
della ragione può avventurarsi.
Da qui prende il via la sequenza degli Oracoli Caldaici
che abbiamo scelto di descrivere e commentare. La dualità
umana viene definita come ciò che determina, la ragione, e ciò
che intuisce, l'intuire. Questa dualità ci permette di
collocare gli Oracoli Caldaici all'interno della tradizione pagana
anche se, come tardo pagana, si riferisce alle religioni misteriche
orientali che partendo da tradizioni Fenice, indo-iraniane,
babilonesi, Caldee, Hittite altera la percezione per cogliere
l'infinito del divenire umano. Dualità sempre presente fra
descrizione e percezione dove l'una e l'altra interagiscono per
costruire il dio che cresce dentro all'Essere Umano.
Naturalmente potremmo anche dire: "c'è un
sentire che devi cogliere con il fiore del tuo sentire, perché
se inclini verso di esso il tuo descrivere e lo concepissi come se
descrivessi qualche cosa di determinato, non lo sentirai. E' il
potere di una forza irradiante, che abbaglia per fendenti sensibili.
Non si deve coglierlo con veemenza quel sentire,, ma con la fiamma
sottile di un sottile sentire che tutto sottopone a misura, fuorché
quel sentire; e non devi sentirlo con intensità, ma - recando
il puro sguardo della tua anima distolto - tendere verso quel
sentire, per intenderlo, un sentire vuoto, ché al di fuori
della descrizione della ragione esso dimora.
2) Completamente rivestito del colmo di una luce
risonante, armato anima e mente di una forza come spada tricuspide,
getta nel cuore il simbolo della molteplicità come un grido di
guerra - non ti aggirare per canali di fuoco disperdendoti,, ma
concentrandoti.
L'intuire non è uno strumento che si può
prendere ed usare come dato, ma deve emergere facendosi largo dai
meandri dell'oscuro in cui la ragione lo ha cacciato. Usare
l'intuizione per affrontare il circostante significa aver affrontato
un processo mediante il quale la ragione è stata allontanata
dal dominio dell'Essere Umano dopo che l'Essere Umano ha sconfitto i
fantasmi che la ragione ha messo a guardia dei suoi confini. L'immane
lotta che l'Essere Umano ha dovuto affrontare contro il proprio
padrone lo ha portato a rivestirsi di una luce risonante. Che cos'è
una luce risonante? E' la costruzione del corpo luminoso. E' la
possibilità data alla sua Coscienza di Sé di poter
agire attraverso l'intuito per poter spaziare nell'intuibile. La
lotta che l'Essere Umano ha ingaggiato contro la propria ragione ha
armato la sua anima e la sua mente. In altre parole ha costruito il
suo corpo luminoso e nello stesso tempo gli ha fornito gli strumenti
attraverso i quali muoversi nello sconosciuto che lo circonda. Lo
sforzo che ha fatto per spodestare la sua ragione dal dominio di sé
stesso lo ha armato di armi formidabili come una spada tricuspide! Ha
armato la propria Coscienza di Sé di tutti gli sforzi che ha
fatto per rivestirsi di "una luce risonante" e può
gettare "nel cuore il simbolo della molteplicità".
Questo passo è difficile da interpretare se non per chi ha una
visione Pagana dell'Universo. L'Universo, come noi oggi lo
conosciamo, è un insieme di Coscienze di Sé che tendono
ad espandersi. Nella percezione alterata ottenuta mediante i sensi
del corpo luminoso liberati dalla costrizione della descrizione della
ragione si percepiscono tutte le Coscienze di Sé del
circostante, le loro tensioni, la loro volontà, le loro
determinazioni. La diversità e la molteplicità
caratterizza quella percezione del mondo dove la ragione tende ad
appiattire tutto per poterlo descrivere. Il riconoscimento della
molteplicità sia dell'intuibile che ci circonda sia di quanto
cresce dentro di noi e ci forma è un grido di guerra che
l'individuo rivolge al mondo che lo circonda. E' il grido di guerra
che dice: "Io sono!"; "Io esisto!". Mentre questo
grido di guerra viene lanciato alla molteplicità del
circostante, l'intuibile riconosce la presenza dell'Essere Umano. Lo
riconosce come parte del suo intuibile con cui costruire le relazioni
per divenire eterno mutamento dopo mutamento. L'intuibile si mette al
servizio dell'intuito per alimentare l'intuito stesso che mentre si
alimenta, alimenta l'intuibile. Così l'Essere Umano ha
trasformato la sua esistenza in una sfida. In una sfida il cui scopo
è costruirsi nell'infinito. Il frammento conclude con un
avvertimento. Quando questo succede non disperderti nella
molteplicità che vedi. Compattati; concentrati! Segui
movimento dopo movimento. Non agire come se tu fossi ragione che
vuole impossessarsi di tutto, compatta te stesso per muoverti,
nuotare, agire nel tutto. Sviluppa il tuo Potere di Essere attraverso
la tua concentrazione non tentare di appropriarti di tutto come
farebbe la tua ragione. Il mondo nuovo, l'intuibile che percepisci,
risponde a leggi diverse da quelle che la ragione ha tentato di
importi. Risponde alle leggi del Potere di Essere di cui tu sei
parte. Concentrati, compattati, non disperderti! I canali di fuoco
sono le Coscienze di Sé che incontri! Sono gli déi che
incontri mentre ti sei fatto dio. Non sei padrone degli déi,
sei uno di loro e con loro puoi costruire le relazione. Anche se gli
déi si mettono al tuo servizio per consentirti di costruirti
non sei il loro padrone, ma sei uno di loro e a tua volta devi
metterti al loro servizio trasformando te stesso in intuibile.
3) ... il padre sottrasse sé stesso, senza
neppure racchiudere nella sua potenza neoetica il fuoco che gli è
proprio.
Il problema per tutti coloro che trattano di filosofi e
di religione non è ciò che è nel primo istante
dell'universo,, ma nel secondo istante dell'universo. Il problema su
cui discutere non è la fonte da cui l'universo come noi lo
conosciamo procede, ma bensì la consapevolezza dell'universo
nel secondo istante di vita. Se il primo pensiero fu la
consapevolezza della necessità della trasformazione nella
quale intervenne la volontà soggettiva nel secondo momento non
c'è più consapevolezza, non c'è più
Coscienza di Sé, non c'è più volontà, non
ci sono più determinazioni. E' l'esistente che va verso la
ricostruzione della Coscienza Universale. E' l'esistente che torna a
formare il padre pronto ad un altro ciclo., ma in questo presente non
c'è la volontà della trasformazione del primo momento,
non c'è la Coscienza di Sé del primo momento, non ci
sono le determinazioni e le necessità del primo momento e
dunque non esiste una Coscienza da considerare, un padre da
considerare, una volontà da considerare, ma c'è solo il
presente che marcia nell'infinito dei mutamenti per la ricostruzione
della Coscienza Universale. Un presente che assume su sé
stesso in quanto composto da un infinito numero di déi la
volontà e la responsabilità della costruzione della
propria esistenza per diventare eterno. E' dunque rimasto il fuoco
capace di costruire la Coscienza e la Consapevolezza nel momento in
cui trova condizioni favorevoli, ma è scomparsa la Coscienza
generatrice. Perché dunque ricordare Mani? Si ricorda Mani
soltanto per distruggere la capacità della coscienza presente
di germinare sé stessa diventando eterna cortocircuitando la
sua attenzione su Mania costruendo, in questo modo, la sua
distruzione.
Cosa significa "il padre sottrasse sé
stesso"? Significa che il "padre" ha distrutto,
annullato, la propria Coscienza di Sé e la propria
consapevolezza. Significa che nell'esiste, in qualunque modo lo
percepiamo, non esiste una Coscienza di Sé originaria
dell'esistente stesso. Non esiste la coscienza creatrice. Non esiste
una Coscienza determinatrice. Gli oracoli dicono che il "padre"
sottrasse sé stesso senza neppure racchiudere nella sua
potenza noeica il fuoco che gli è proprio. La potenza noetica
sta ad indicare un insieme di qualità che vengono definite
come mente (nel senso di intelligenza, ragione, senno, perspicaia e
spirito come velocità di risposta) inoltre si intende
pensiero, intenzione, progetto, scopo, modo di pensare e giudicare,
sentimento ecc.. Il tutto come potenza infinita. La progettualità
assoluta, il pensiero assoluto, lo scopo assoluto, l'intelligenza
assoluta ecc.. Il fuoco che gli è proprio è la sostanza
attraverso la quale queste qualità si esprimoro. La sostanza e
la potenza noetica negli Oracoli Caldei stanno a indicare il padre.,
ma il padre ha sottratto sé stesso. Ha disperso il fuoco che
gli è proprio dissolvendo in questo modo la sua potenza
noetica. L'esistente, generato dal padre, vive e prospera in assenza
del padre. Il padre non esiste in quanto ha sottratto sé
stesso. Cosa rimane dunque? Il fuoco delle Coscienze nel presente, il
nous delle consapevolezza che attraverso la sequenza dei mutamenti,
espandendo sé stesse nel circostante iniziano il loro cammino
nell'eternità per formare la Coscienza di Sé universo:
il padre che compattando il fuoco della consapevolezza universale
ricostruisce la sua potenza noetica!
Gli Oracoli Caldaici vanno interpretati partendo da
questo. Vi sono frasi mancanti e spezzoni che dovrebbero essere
integrati,, ma quello che i mutamenti ci hanno fatto pervenire è
quello che noi usiamo per interpretare quanto ci circonda.
L'interpretazione serve per mettere in bocca a qualcuno qualche cosa
che costui non voleva dire o avrebbe detto in maniera diversa.
Plotino è stato sconfitto. I cristiani hanno preso il suo
pensiero e lo hanno usato per costruire sottomissione. L'Apprendista
Stregone torna alla fonte per abbeverarsi. La fonte è come il
crocicchio dal quale si era girato per prendere una strada. La strada
ha portato in un baratro. Non tutti sono morti cadendo nel baratro.
Qualcuno ha trovato un appiglio. Aggrappandoci a quell'appiglio
qualcuno è uscito dal baratro ed è tornato indietro per
quella strada. E' tornato al crocicchio. E' tornato alla fonte. Non
ha trovato una fonte gorgogliante di forza e di vita ha trovato un
piccolo zampillo che ancora gettava l'acqua della Conoscenza e della
Consapevolezza. L'Apprendista Stregone allunga la mani e raccoglie
l'acqua di quel zampillo. La porta alla bocca e con quel che resta
della Conoscenza imbocca una nuova strada. L'acqua che egli ha bevuto
lo ha attraversato. Gli racconta storie e leggende nelle quali c'era
un tempo in cui molti Esseri Umani assaporavano la Conoscenza senza
curarsi di trasmetterla, senza curarsi di come qualcuno l'avrebbe
interpretata. Quel tempo non è più! Quei guardiani non
conoscevano il tesoro che custodivano. Non conoscevano la sequenza
dei mutamenti che la loro negligenza avrebbe favorito. Ora rimane
solo uno zampillo dal quale attingere e un duro cammino da
percorrere. L'Apprendista Stregone prende quello zampillo, ascolta le
voci dei Lari, danza con la Ninfa e cavalcando come un Don Chisciotte
percorre, costruendolo, un nuovo sentiero. Sento già le voci:
"Quella traduzione era sbagliata!" "Trovato un nuovo
frammento che invalida l'interpretazione!" "I vari
frammenti sono combinati in maniera sbagliata!" "Il senso
dei frammenti è stato travisato!". L'importante è
che non venga travisato il senso della vita. Quando ci si immerge nei
mutamenti tutto è chiaro; quando si riporta nella ragione
tutto diventa complicato e oscuro. La sfida non viene vinta
nell'interpretazione, ma nella capacità, attraverso questa, di
incidere nella vita!
4) la potenza è con esso, e il nous da esso
promana.
Dalla potenza il nous promana. Il nous proviene dalla
potenza. La potenza come elemento d'origine del nous. La frase è
limitata a questo e il tentativo di completare la frase mettendo come
soggetto il padre che come detentore della potenza emana il nous è
soggettività del traduttore e dell'interprete a cui il
traduttore fa riferimento. L'interpretazione che mette come soggetto
il padre è presa dal sistema educazionale cristiano dove un
padre creatore sta all'origine delle cose. In questo caso non abbiamo
nessun padre creatore e la frase deve essere presa per quello che ci
è rimasto. Per l'interpretazione corretta è necessario
togliere dunque la Coscienza e la Consapevolezza del padre che come
abbiamo visto nel frammento precedente è stata sottratta,
distrutta, e considerare la potenza in quanto elemento promanante il
nous. Quel "esso" può essere interpretato come
soggetto padre, ma anche come caos, cosmo, universo d'insieme nel
quale è presente il potere dalla cui spinta il nous proviene.
Quel "può essere interpretata" significa che chi è
sottoposto a condizionamento educazionale cattolico può
interpretarla soltanto come soggetto "padre". Per un
cristiano-cattolico l'esistente è privo di divinità in
sé. L'esistente non ha nous in sé e per sé, ma
solo come riflesso o come emanazione di un creatore. Dal momento che
l'esistente che ci circonda ha potenza e nous e che la potenza e il
nous sono propri di ogni potenza e nous che ci circondano in quanto
costruiti da quella potenza e da quel nous, non è possibile
riconoscere potenza e nous di origine diversa dalla coscienza che li
rappresenta. Potenza e nous sono dunque sostanza e qualità
della coscienza e divergono da coscienza a coscienza in quanto ogni
coscienza si è costruita in maniera diversa. Senza la sostanza
non esiste il nous. Senza la potenza non esiste rappresentazione del
nous; senza la presenza del nous la potenza non è Coscienza!
5) perché non con un diretto agire, bensì
per mezzo del nous il fuoco primordiale trascendente include nella
materia la sua potenza: è il nous germinante da nous
l'artefice del mondo igneo.
Che cos'è il fuoco primordiale? E' la fame e la
volontà del conoscere soggettivo che si manifesta
nell'oggettività. Sono le direzioni di espansione della
Conoscenza e della Consapevolezza. Sono primordiali quando
rappresentano l'inizio di una sequenza di sviluppo di Coscienze. Il
conoscere soggettivo non alimenta solo il conoscere del soggetto che
lo esprime, ma alimenta il conoscere della specie cui appartiene. Il
soggetto alimenta il fuoco della conoscenza soggettiva, ma alimenta
anche la capacità di alimentare il fuoco della conoscenza e
della consapevolezza della sequenza di sviluppo della specie cui
appartiene. In questo paragrafo la potenza e il nous non appartengono
più allo spazio siderale, al caos della luce, alla percezione
del silenzio siderale,, ma assistiamo ad un agire della potenza nella
materia. Lo spazio si è formato, l'Energia Vitale si è
strutturata in una forma in cui la percepiamo. In questa forma e in
questa struttura si immerge la potenza del fuoco primordiale. La
materia costruisce una struttura stabile. Un'oggettività nella
quale la potenza può trasformarsi in nous: in Coscienza di
Sé!, ma non è il nous degli Esseri nello spazio. Non è
il nous presente nelle Coscienze delle galassie, è il nous
degli Esseri della Natura. E' il nous germinante dal nous l'artefice
dell'Essere Natura! Prima che i pianeti possedessero una coperta non
si era mai visto il nous germinare da un altro nous. Non si era mai
assistito alla formazione di una Coscienza di Sé come
separazione da un'altra Coscienza di Sé. Non si era mai visto
il fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza germinare dal fuoco
della Conoscenza e della Consapevolezza. Si era sempre assistito al
nous che si espandeva prendendo la potenza da quanto lo circondava,,
ma mai la nascita di una nuova Coscienza indipendente dalla
precedente. La materia che comprende il fuoco primordiale
includendone la sua potenza. Così facendo la materia acquista
Coscienza di Sé, costruisce la propria volontà e
attraverso le proprie determinazioni sviluppa il proprio nous. Quella
Coscienza fa ancora qualche cosa di più: germina un'altra
Coscienza! Gli Esseri della Natura non soltanto sviluppano sé
stessi, ma pongono le basi affinché coloro che generano siano
nelle migliori condizioni possibile per sviluppare sé stessi.
Tutto questo non è opera di un dio creatore o di
una volontà determinante, ma potenza e nous agiscono in quanto
non possono fare diversamente data la loro natura. Agiscono in quel
modo perché quella è la loro libertà. La libertà
di ogni Essere è la via del proprio sviluppo. La potenza che
costruisce la coscienza è nell'esistente. L'esistente
determina lo sviluppo di sé stesso. Il presente è un
insieme di déi che costruiscono loro stessi nell'infinito dei
mutamenti costruendo le condizioni affinché questo possa
avvenire al meglio.
Il germinante si riferisce anche al germinare del dio
che cresce dentro l'Essere della Natura. Quel crescere è un
germinare sia come sviluppo quantitativo (dalla prima cellula
all'Essere adulto della Natura) sia in senso qualitativo cioè
lo sviluppo della Conoscenza e della Consapevolezza dell'Essere a cui
il divino che cresce si riferisce. Il germinare è visione
universale del primo respiro della Coscienza di Sé che si
differenzia da quanto la circonda al suo sviluppo. E' l'inizio dello
sviluppo all'interno del mondo di luce e fuoco. Le Coscienze
esprimono le proprie tensioni di sviluppo mandando sensazione di luce
e fuoco. Il mondo delle Coscienze e delle Consapevolezza sottratte
alla descrizione del mondo della forma appartengono ad un mondo che
si percepisce attraverso il fuoco e la luce. Non che sia un mondo di
fuoco e luce,, ma fuoco e luce sono le rappresentazioni della
Coscienza nella percezione che supera la descrizione della forma
forse perché fuoco e luce sono rappresentazioni all'interno
della forma che descrivono le sensazioni di quanto la percezione
alterata tenta di riportare nella descrizione della ragione.
6) come una membrana noetica che funge da cintura,
HEKATE discerne il primo dal secondo fuoco, che anelano a
confondersi.
Hekate è la morte del corpo fisico e la nascita
del corpo luminoso. La cintura di Hekate è la separazione fra
i due momenti nei quali si trasferisce la Coscienza e la
Consapevolezza dal corpo fisico al corpo luminoso. HEKATE è la
forza costrittiva che doma gli déi nel loro furore espansivo.
HEKATE, per gli Esseri della Natura, è la membrana che separa
la consapevolezza propria delle trasformazioni del divenuto del corpo
fisico dalla consapevolezza propria del corpo luminoso. Nel
quotidiano della ragione sparisce la memoria degli infiniti viaggi
che la percezione degli Esseri compie. Non si può portare nel
mondo della ragione l'immagine dei fuochi della consapevolezza senza
essere annientati da chi quei fuochi li ignora e vuole imporre oblio.
Non si può trasportare la descrizione del mondo della ragione
nei mondi della percezione senza tentare di ridurre questi alla
descrizione stessa. HEKATE separa i momenti delle trasformazioni. Il
suo fuoco conduce gli Esseri della Natura dall'"abisso"
della materia all'espansione nello spazio infinito fra le stelle.
L'HEKATE dai tre volti ai crocicchi che manifesta in sé stessa
la Coscienza di Sé Giano. Il luogo donde si proviene, il luogo
nel quale si sceglie per costruire il proprio futuro (o se volete la
strada per percorrerlo). La sua bocca emette il fuoco della
Conoscenza e della Consapevolezza con la quale alimenta il bisogno di
espansione di ogni Essere della Natura. HEKATE la portatrice del
fuoco noetico che attraverso gli Esseri della Natura diventa
consapevolezza e Coscienza di Sé. HEKATE che alimenta la
determinazione della Coscienza di Sé ad aprirsi un varco nelle
contraddizioni dell'esistenza attraverso le sfide della vita. Per
questo HEKATE è l'occhio dell'Essere Toro, la voce degli
Esseri Cani da caccia, i polpacci dell'Essere Leone, la caviglia
dell'Essere Lupo e l'amore delle "cagne" determinate.
HEKATE che congiunge l'Olimpo degli déi all'abisso dell'Essere
Natura in cui i mortali tentano di costruire il dio che cresce dentro
di loro: HEKATE principio e fine delle loro tensioni! HEKATE il
Potere di Essere che separa la vita del corpo fisico dalla vita del
corpo luminoso alimentandone, nell'uno e nell'altro, le
trasformazioni.
7) a tutte le cose il padre diede compiutezza, e le
affidò al nous secondo, che voi tutti chiamate primo, razza
umana.
Tutte le trasformazioni si compiono in funzione della
nascita e dello sviluppo della Coscienza di Sé. Qual è
lo stadio più alto della consapevolezza? Come si può
stabilire un primo o un secondo nella sequenza dello sviluppo della
consapevolezza della Coscienza di Sé? Solo lo spettatore della
consapevolezza altrui può analizzare la sequenza dei mutamenti
e asserire che prima c'era questa e poi venne quella. Oppure ancora,
prima c'era questo stadio di nous ora c'è quest'altro.
All'interno del gioco della vita e dell'esistenza non ci sono
spettatori. Ci sono solo attori che giocano la loro partita
esercitando la propria volontà ed agendo secondo le proprie
determinazioni. Attori che stanchi della recita si siedono in
poltrona aspettando la fine della loro recita e, nel frattempo,
affermano cose che assolutamente ignorano nei confronti di quegli
attori che ancora continuano la loro recita tentando di arrivare là
dove chi è in poltrona ha avuto paura o era troppo stanco per
provarci. "Io ho raggiunto la meta!" dice l'attore stanco
seduto in poltrona mentre guarda con disprezzo coloro che arrancano
nella loro recita. "Il nous che raggiunsi è il primo
nous!" afferma!, ma il nous è il nous che si adatta in
modo diverso alle trasformazioni di ogni consapevolezza. La
accompagna lungo il sentiero delle proprie trasformazioni. Non è
il nous dell'Essere Cane che mi cammina a fianco, non è il
nous dell'Essere Sole che mi abbaglia coni suoi raggi, non è
il nous di quando Essere Feto mi dibattevo per trasformarmi nel
grembo di mia madre. Il nous è il nous ed io descrivo il mondo
in cui vivo nella speranza che i meccanismi aiutino le mie
trasformazioni nell'infinito della percezione. "Io ho il primo
nous!" dice l'attore stanco attendendo la sua dissoluzione: "Non
tu che ancora stai recitando!". Credi di possedere il primo nous
dell'origine dell'universo invece hai il secondo nous. Il nous è
il nous. Non è né primo né ultimo è
quello che la mia determinazione tende ad alimentare fintanto che
sono attore della mia esistenza. Fintanto che articolando le mie
determinazioni attraverso l'uso della volontà sento il fuoco
di HEKATE spingermi nell'infinito dei mutamenti. Voi razza umana! Voi
Esseri della Natura! Voi infimi sperduti in un infimo angolo
dell'universo! Quale becero Essere sta guardando altri Esseri e li
disprezza mentre tentano di dare l'assalto al cielo della Conoscenza
e della Consapevolezza? "Io possiedo il primo sapere!" Non
esiste il primo sapere! Esiste una via che alimenta il sapere! Esiste
una trasformazione generata dal sapere! Il sapere non è
possesso! Il sapere non è dono! Il sapere è conquista
attraverso le proprie trasformazioni! Il sapere è oggetto
della nostra trasformazione soggettiva! Non è posseduto; è
il nostro mutamento! Il nous non è né primo né
secondo! Il nous è trasformazione delle Coscienze di Sé
che giungono a compimento. E' il loro processo di trasformazione! E'
qualificazione della loro esistenza! Qual è il nous del mio
corpo luminoso? Qual era il nous del mio essere Feto?
8) presso di lui siede la diade, ed essa ha entrambe
le funzioni: contenere gli intuibili del nous, introdurre la
sensazione nei mondi.
Necessità ed Intento esprimono le funzioni. Sono
forze consapevoli che esprimono la necessità soggettiva di
ogni intuibile del nous mentre si espande nel suo intuibile e nello
stesso l'introduzione della sensazione nei mondi (al di là
della rappresentazione soggettiva di mondo) lo trasforma in soggetto
che intuisce componendo l'oggettività intuibile. Attraverso le
trasformazioni introdotte nel soggetto dall'intuire questo muta
l'oggettività dell'intuibile cui è parte. La diade,
formata da Necessità ed Intento, permea ogni cosa ed ogni
aspetto di ogni cosa spingendo all'infinito adattamento soggettivo di
ogni intuire all'interno di ogni possibile intuibile. Necessità
ed Intento esprimono la diade alla base del padre. Il padre non
esiste ha dissolto la propria Coscienza e la propria consapevolezza
nell'esistente. E' rimasta la sostanza dell'esistente che attraverso
Necessità ed Intento introducendo la sensazione nel mondo,
alimentando la relazione intuito e intuibile del nous riformano la
Coscienza e la Consapevolezza di ciò che fu' in una forma che
sarà in base alle scelte e agli adattamenti dell'intuito
soggettivo negli intuibili oggettivi.
9) ...e di non trattenere nel tuo intuire
In questo frammento continua il discorso del frammento
precedente. L'intuire del soggetto trasforma il soggetto stesso.
Articola la sua Coscienza e la sua Consapevolezza. Sviluppa il suo
Potere di Essere. Trattenersi nell'intuire significa trattenere il
proprio cammino di sviluppo. Significa limitare sé stessi. La
costruzione della Coscienza Universale, il padre figlio
dell'esistente, si completa proprio perché gli intuibili
alimentano sé stessi di intuizione. L'intuito attraverso
l'intuire è a sua volta intuire dell'intuito in un vortice
creativo della Coscienza e della Consapevolezza che alimentando il
soggetto alimenta la Coscienza e la Consapevolezza dell'oggettività
in cui l'intuire si manifesta. Trattenere l'intuire significa franare
la qualità e la quantità di sviluppo attraverso il
quale la Coscienza di Sé che intuisce partecipa alla
costruzione della Coscienza di Sé Universo. Nessuno si
trattenga dunque dall'intuire, ma espanda la propria intuizione in
tutti gli anfratti del circostante arricchendo la propria
consapevolezza rendendola pertanto attraente all'intuire del
circostante stesso.
10) ... tutte le cose sono scaturite da un sol fuoco.
Tutto l'esistente trae origine da un solo fuoco. La luce
primordiale che sfascia le tenebre dell'abisso primordiale. L'uovo
ingravidato da Eros da cui promanano le cose dell'esistente. La
distruzione di una Coscienza di Sé, di una Consapevolezza è
all'origine del tempo. Un grande bagliore è l'origine del
mutamento. Proprio attraverso il fuoco e la luce avviene la
trasformazione soggettiva. Conoscere la qualità percepita
dell'inizio ci permette di costruire l'immagine astratta all'interno
della quale si muovano le nostre trasformazioni. La materia della
nostra forma decade con un ciclo di mutamenti più o meno
lungo,, ma il fuoco che Necessità e Intento alimentano il
fuoco che cresce nella forma che deperisce. Tutto l'esistente è
figlio di quel fuoco. Tutto l'esistente germina la propria Conoscenza
e la propria Consapevolezza alimentando quella parte di fuoco
attraverso lo sviluppo del proprio intuire. Ciò che resta,
alla fine dei mutamenti e delle trasformazioni della forma che noi
descriviamo è il fuoco della consapevolezza che la forma ha
contribuito ad alimentare attraverso il processo di sfida e
adattamento del proprio nous all'interno di tutti i nous con i quali
è venuta in contatto. Tutto scaturisce da un solo fuoco; tutto
l'agire alimenta lo stesso fuoco!
11) intuendo l'eccellente in sé stesso, dove
la monade paterna dimora.
Ed è appunto perché ogni cosa è
scaturita dallo stesso fuoco che la Coscienza di Sé della
Natura riconosce l'eccellente entro sé stessa.
Quell'eccellente nel quale accumula ed accresce la propria Conoscenza
e la propria Consapevolezza. Quell'eccellente che solo in modo
accidentale appartiene a quella forma, ma che dal momento che quella
forma lo contiene può crescere e svilupparsi soltanto se
quella forma riconosce l'eccellente in sé stessa. L'eccellente
non è oggetto sconosciuto, ma è l'elemento centrale
della costruzione dell'Essere cui appartiene. Quell'eccellente è
la monade del padre. Quell'eccellente è quella parte del fuoco
da cui ogni cosa ha origine, ma che di quel fuoco mantiene la
consapevolezza relativa all'oggetto a cui essa appartiene. Quella
monade è Energia Vitale essenza della Coscienza di Sé e
pronta ad alimentare ogni processo di trasformazione per crescere e
diventare autosufficiente non appena il corpo fisico non sarà
più in grado di incubarla e alimentarla. Monade è la
qualità intima dell'oggetto che costruisce la propria
Coscienza e la propria Consapevolezza. Sebbene l'oggetto sia relativo
al proprio divenuto e adatta sé stesso attraverso Necessità
all'oggettività che incontra e che è in grado di
percepire e descrivere intuisce che una qualità eccellente
cresce in lui. Una qualità che si alimenta attraverso il suo
fare e che fonda il proprio futuro oltre l'abisso della fine che la
fisicità gli indica. Quell'eccellente che HEKATE separa fra il
fuoco delle tensioni che divora l'Essere nel momento presente dal
fuoco della costruzione che prepara lo sviluppo della Coscienza
futura. La monade sta ad indicare il fuoco dell'Energia Vitale che
diventa consapevole e spinge verso la crescita. Questo sia che la
monade sia l'essenza del fuoco consapevole delle galassie sia che
appartenga al più infimo essere dell'Essere Natura.
12) ... è monade sottile, e genera due.
La monade è l'essenza sottile che permea l'intero
universo. La monade è l'Energia Vitale che attraversa ogni
anfratto dello spazio spinta da Necessità che è forza
come qualità della monade stessa. E la monade genera due. La
monade, l'Energia Vitale, deve comporre due forze nel momento in cui
da monade inconscia diventa monade consapevole. Alla Necessità
che la spinge somma la propria volontà. Per Necessità
che spinge introduce la sensazione nei mondi. Introduce il sentire e
il sentire genera il libero arbitrio soggettivo in quanto adattamento
alle variabili oggettive incontrate. Necessità la qualità
della monade si somma a volontà, la qualità della
Coscienza. Volontà è la qualità attraverso la
quale si genera la trasformazione della Coscienza, ma la sua
costruzione avviene per sviluppo della monade che rappresenta
l'essenza della Coscienza di Sé. Così nell'Essere Umano
la monade è il suo corpo luminoso che cresce e si dilata nel
circostante. La dilatazione nel circostante avviene attraverso
volontà che si manifesta nelle scelte soggettive del singolo
Essere Umano. Ciò che è uno diventa due. Lo diventano
nell'Essere della Natura come materia e corpo energetico, ma la
struttura materiale che partecipa alla natura altro non è che
corpo energetico percepito dal soggetto in modo diverso ed è
quanto il soggetto è in grado di rinunciare una volta
sviluppato il proprio corpo luminoso. Il corpo di Energia che
l'Essere Umano incuba è la struttura del suo divenire, la
Coscienza che costruisce attraverso il suo agire come materia è
la formazione della sua Coscienza e il suo adattamento soggettivo
alle variabili oggettive altro non è che il rispetto
all'impulso di Necessità a cui ha sommato la propria volontà!
Uno inconscio ha generato due consapevoli. Due consapevoli che
concorrono a formare uno all'interno del gioco universale di
dilatazione del consapevole nell'inconsapevole che lo circonda e che
anche attraverso esso diventa consapevolezza!
13) perché dal principio paterno nulla
d'incompiuto procede.
CONTROLLARE LA TRADUZIONE DI INCOMPIUTO!
Ciò che procede dall'inizio del tempo è
caratterizzato da Necessità e Intento. L'Intento è il
fine di Necessità che ne caratterizza il moto e ne determina
la compiutezza. Nulla procede in opposizione a Necessità nulla
risponde a Necessità senza Intento! Il principio è come
la fonte. Dalla fonte sgorga l'acqua e l'acqua procede attratta da
Necessità e risponde alle sollecitazioni di Necessità
attraverso lo sviluppo del proprio Intento. L'intento dell'acqua è
giungere al mare. Rispondendo alle sollecitazioni di Necessità
la fonte raggiunge l'Intento attraverso l'articolazione delle proprie
intenzioni: aggirare gli ostacoli che le impediscono di fondersi con
Intento. Nulla è incompiuto in quanto tutto contiene Necessità
e tutto si muove attraverso l'Intento. Necessità è la
qualità di ogni forma rappresentata che ci circonda e Intento
è il fine del loro movimento. Nel giungere ad Intento la forma
spinta da Necessità si trasforma., ma la sua compiutezza sta
nella spinta intima che manifesta nell'esistente non nella forma e
negli adattamenti che mette in essere per affrontare il proprio
esistente. La compiutezza di quanto esiste sta nell'Intento.
L'intento è il procedere all'interno delle trasformazioni e
quanto procede all'interno delle trasformazioni è compiuto. La
compiutezza di quanto procede dal principio paterno non è la
finitezza di quanto procede, ma nel suo procedere. Fintanto che
quanto esiste procede alimentandosi e alimentando l'esistente è
un elemento compito perché il suo procedere è
alimentato dall'Intento che cresce dentro di lui e che si amalgama
dialetizzandosi con l'intento delle consapevolezze che ci circondano.
E' il cammino di sviluppo che determina la compitezza di quanto
procede non la finitezza dell'oggetto che ne determina semmai la sua
rinuncia allo sviluppo di Intento!
14) Il padre non suscita paura, infonde persuasione.
Rispondere alle sollecitazioni di Necessità non
suscita paura! L'immenso di Intento che ci circonda non suscita
paura! Solo gli impavidi, coloro che hanno rinunciato a costruire il
dio che cresce entro di loro, sono terrorizzati dalla spinta di
Necessità e temono di trovarsi smarriti nell'infinito di
Intento.
Il padre non suscita paura, ma infonde persuasione. Il
padre non può suscitare paura in quanto la Coscienza di Sé
padre non esiste, ma esiste la sostanza del padre che manca della
Coscienza di Sé stessa. La paura può essere infusa
soltanto da una Coscienza di Sé che opera fuori dal nostro
conosciuto, con fini e scopi a noi estrani., ma la Coscienza di Sé
padre non esiste. Dal padre procede la sostanza e le tensioni della
germinazione non il proprio essere Fato. Dal padre procede la
formazione dell'esistente e la spinta affinché l'esistente
costruisca la propria Coscienza di Sé. Dal padre procede
dunque la persuasione, ma non la paura. La paura è del pavido
che rinuncia a costruire la propria Coscienza e che giustifica la
propria rinuncia confidando in una fantasticheria che lo accompagna
alla dissoluzione., ma il padre infonde persuasione per continuare a
percorrere il proprio camino di eternità. La persuasione è
effetto di Necessità e Intento a cui si somma la volontà
soggettiva dell'individuo che si fa Fato per proiettare la propria
Coscienza di Sé nell'infinito dei mutamenti.
La persuasione non è convincimento, ma è
il seguire delle tensioni che tendono a spingere la Coscienza di Sé
nell'infinito dei mutamenti. Non è convincimento del nous,, ma
è adattamento del nous alle forze che dall'interno
dell'individuo tendono a crescere. E' l'adesione del fare del
soggetto alle tensioni che generate dal padre tendono a costruirlo
come padre dell'esistente stesso. Coscienza di Sé che figlia
del padre è padre del padre che germinando sta venendo a nuova
luce; a nuova Coscienza di Sé!
15) voi, che non sapete che ogni dio partecipa
all'eccellenza, ah infelici, digiunate..
Che cos'è l'eccellenza? E' la Coscienza di Sé
dell'Universo nel suo insieme. L'eccellenza non è in questo
momento. Allora che cosa significa partecipare all'eccellenza se
l'Eccellente in questo momento non esiste? Significa essere partecipi
del moto dell'universo che va verso l'Eccellente. Significa essere
parte della costruzione dell'Eccellente. Essere parte della
costruzione della Coscienza Universale. In questo senso essere dio
significa essere nel moto che porta all'Eccellenza. Significa essere
partecipi dell'eccellenza. Significa essere legati a tutti gli Déi
che partecipano allo stesso moto.
Gli infelici sono coloro che non partecipano al moto
avendo preso direzioni autodistruttive. Essi non sono Déi, ma
attendono la loro dissoluzione partecipando al danneggiamento di
quanti seguono quel moto facendosi Déi. Voi siete partecipi
della distruzione degli Déi in quanto avete distrutto la
vostra possibilità di farvi dio! Questa è l'essenza
della vostra infelicità. Potete fare ancora una cosa per
salvare la vostra esistenza: digiunate!
Cosa significa digiunare? Significa compattare sé
stessi. Significa togliere la fissità che si ha sulle cose
quotidiane e spaziare con lo sguardo nell'astratto per riuscire a
percepire le forze della costruzione (Necessità e Intento) che
spingono dentro di noi per persuaderci a seguire l'infinito dei
mutamenti: a costruire noi stessi! Digiunare significa staccarsi
dalla materialità descrittiva del mondo per seguire gli
impulsi che dentro di noi spingono nell'infinito.
Infelici quegli Esseri che hanno rinunciato ad essere
Déi e attendono soltanto la loro fine distruggendo
l'esistente. Non partecipano alla costruzione dell'Eccellente, ma
rosi dalla disperazione distruggono quanti agiscono e operano per
diventarvi parte. A costoro, se non è troppo tardi, non resta
che il digiuno dal mondo e ascoltare quanto di vivo hanno ancora
dentro di loro.
16) ...silenzio dei padri, di cui si nutre il dio...
Non c'è un padre che dice al dio quale direzione
deve prendere per svilupparsi. Del padre sono rimaste le forze e la
sostanza, ma non la Coscienza di Sé. E' dal silenzio che il
dio prende nutrimento in quanto è attraverso il silenzio che
le forze che lo hanno generato prendono forza ed espressione. Il nous
è un'isola nel silenzio che guida il dio verso lo sviluppo. Il
nous è la prepotente descrizione della ragione., ma il
nutrimento del dio è fuori della ragione. E' nello sconosciuto
che lo circonda e solo attingendo dallo sconosciuto può
nutrire il proprio cammino di eternità. Per nutrirsi dallo
sconosciuto deve essere un dio. Deve continuare il suo cammino di
sviluppo. Se non si nutre dal silenzio egli altro non fa che
cortocircuitare la ragione su sé stessa. E' il silenzioso
sconosciuto che nutre la ragione., ma per attingere dallo sconosciuto
è necessario essere un dio! E' necessario costruire sé
stessi nell'infinito dei mutamenti!
Il silenzio dei padri è il non-essere di ogni
volta che la sostanza che forma l'esistente fu nous universale.
Cosciente e consapevole per dissolversi nell'esistente che prosegue
il proprio cammino per diventare a sua volta Coscienza Universale. Il
silenzio è l'esistente in cui il pensiero dell'universo si è
dissolto per intraprendere il cammino attraverso il quale riformarsi.
Quel silenzio nutre il dio che partecipa all'eccellenza delle
trasformazioni!
17) per ciò che intuisce, nutrimento è
l'oggetto dell'intuire.
Il silenzio ci avvolge e ci costruisce. Il silenzio è
nutrimento e spazio nel quale si cresce., ma il silenzio è
tale soltanto per la definizione della ragione non come gli enti che
lo compongono e che definiscono sé stessi.
Il nutrimento di ogni Essere è dato dall'oggetto
del suo intuire che viene da questo intuito. Proprio perché
viene intuito diventa parte dell'oggetto stesso. Intuire, in tutti
gli Oracoli Caldaici sta per far proprio. io intuisco il mio
circostante. Proprio perché intuisco il mio circostante mi
approprio del mio circostante; cresco nel mio circostante; mi dilato
nel mio circostante. Il mio circostante mi nutre e nutrendomi
alimenta il proprio nutrimento in quanto io divento oggetto
dell'intuire del circostante stesso.
Questo vale per il concetto di sentire. Il mio sentire
esce dall'ambito della ragione. Raggiunge oggetti che la ragione non
descrive e quegli oggetti raggiunti alimentano la mia ragione e la
dilatano. Per alimentare la mia ragione è necessario che io
esca dalla ragione, raggiunga gli oggetti attraverso il sentire e
quegli oggetti devo imporli alla ragione variandone la descrizione.
Il mio intuire si alimenta da quanto intuisco. Una volta
che intuisco un solo oggetto fuori della ragione metto in moto un
meccanismo soggettivo attraverso il quale posso, in ogni istante,
uscire dalla ragione per cogliere nuovi oggetti. Ogni volta che il
mio intuire si nutre dal silenzio che circonda la ragione diventa più
forte del controllo che la ragione esercita sull'Essere Umano. La
ragione da padrona dell'Essere Umano diventa uno strumento attraverso
il quale l'Essere Umano costruisce sé stesso.
18) voi che intuendo sapete il paterno sovracosmico
abisso
L'abisso che ci circonda è lo spazio all'interno
del quale gli oggetti diventano coscienti di Sé. L'abisso è
lo spazio in cui l'Energia Vitale si muove. Questo è
sovracosmico perché il cosmo che noi percepiamo pregno
dell'Energia Vitale espande sé stesso in continuazione. Si
espande riempiendo l'abisso che lo circonda esattamente come la
Coscienza di Sé si espande rendendo conscia l'Energia Vitale
che lo circonda. Tutto ciò che genera è paterno. Tutto
ciò che permette di generare è paterno. Così
nella filosofia orfica il sovracosmico abisso è indicato come
il "nero Erebo" e "l'ampio Tartaro" che il "Caos"
in espansione riempie., ma il "Caos" è la fonte
delle Coscienze di Sé che organizzano s'è stesse e
procedono espandendosi in esse.
Intuire questo per l'Essere significa guardare la vita
come un tempo in cui le Coscienze di Sé nascono e dilatano se
stesse. Quante vie alla Conoscenza e alla Consapevolezza prenderanno
forma nel sovracosmico abisso che sovrasta il cosmo di cui noi siamo
parte? Quante vie e quante determinazioni diverse dalle nostre?
Quante relazioni saremmo in grado di costruire con queste?
Intuire l'infinito dello spazio che ci circonda
significa intuire i mutamenti che stiamo per per percorrere verso
l'eternità. Significa collocare esattamente il nostro percorso
di conoscenza e di consapevolezza nello spazio che stiamo occupando e
nel tempo in cui ci stiamo trasformando.
Da questo abbiamo una frase monca che dobbiamo
completare: "voi che intuendo sapete il paterno sovracosmico
abisso potete affrontare l'infinito dei mutamenti in quanto conoscete
ciò che siete all'interno del cosmo che vi contiene e
attraverso questa conoscenza potete costruire il vostro infinito nei
mutamenti!"
19) questo dio intuisce ogni intuire
Chi intuisce è un dio!
Nel Paganesimo Politeista si definisce dio chiunque,
Essere di qualunque specie, intuendo quanto lo circonda espande sé
stesse nello sconosciuto che lo circonda. Oppure, se vogliamo,
percependo il circostante attraverso l'azione nel presente di questo
circostante ci nutriamo espandendoci.
L'intuire è un atto di nutrimento dell'intuizione
dell'individuo e atto di espansione della sua coscienza e della sua
consapevolezza., ma per far in modo che sia attività
dell'intuire l'azione reale del soggetto è necessario che il
soggetto sia un dio. Se il soggetto non è un dio la sua
attività di interazione col mondo circostante è mediato
dalle fantasie e dai fantasmi della sua ragione. Se non è un
dio non intuisce, ma costruisce attraverso le sue fantasticherie.
Cosa significa "essere un dio?" Significa esercitare la
propria volontà e le proprie determinazioni per costruire sé
stesso. Nel processo di costruzione si esercita il proprio intuire
mentre intuisce quanto lo circonda riportando nella ragione quanto la
ragione riesce a descrivere anche se modificandosi un po'
dilatandosi.
Chi non è un dio è colui che non dilata sé
stesso. Non esercita la propria volontà e le proprie
determinazioni per dilatare sé stesso ma, al massimo, esercita
il proprio volere e la propria violenza per appropriarsi del
circostante. Costui non è un dio,, ma un distruttore della
vita. Il distruttore della vita non è in grado di intuire
l'intuire che lo circonda in quanto non ha un fine nelle sue azioni,
un intento del suo fare, pertanto non può intuire l'intuibile
in quanto l'intuizione dell'intuibile è finalizzata alle
necessità del soggetto che esercitando il proprio intuire
costruisce sé stesso trovando l'intuibile in funzione del
proprio intento e del fine cui conducono le sue azioni e il suo fare.
Per interpretare questa affermazione è necessario
precisare che cos'è un dio dal punto di vista del Paganesimo
Politeista dopo di che dobbiamo costruire la relazione fra l'intuire
soggettiva e l'intuibile relativo al dio che l'intuibile circonda.
Senza l'esercizio della propria volontà e delle proprie
determinazioni non si è un dio. Si è un dio quando a
Necessità che ha formato la nostra Coscienza (Necessità
nella nostra specie è l'amplesso dei genitori) sommiamo la
nostra volontà soggettiva che sceglie fra le opzioni che si
presentano per costruire la nostra esistenza. Questo scegliere
alimenta la capacità soggettiva dell'intuire l'intuibile che
ci circonda., ma se non sommiamo a Necessità la nostra volontà
delegando il nostro Essere a determinazioni e volontà diverse
dalle nostre, allora siamo dei distruttori. Dapprima distruggiamo il
dio che dentro di noi chiede di crescere e poi neghiamo la
possibilità di sviluppo del nostro intuire. Il nostro intuire,
distrutto dalla nostra rinuncia, viene sostituito dall'illusione
della percezione. L'illusione posta dalla ragione affoga l'intuire
dell'individuo mentre affronta l'intuibile che lo circonda.
Ed ecco pronto, chi ha rinunciato a sviluppare il
proprio intuire, ad affermare: "Ma chi te lo fa fare di
costruire te stesso? Io intuisco la verità senza sforzo perché
qualcuno mi ha donato la capacità di intuire! Rinuncia a
costruirti e assoggettati alle mie intuizioni!", ma non sono
intuizioni, sono illusioni che costruiscono la distruzione
dell'individuo che rinuncia a costruire sé stesso
nell'infinito. Costui non è un dio che intuisce. Costui è
un distruttore che distrugge il dio che cresce e che intuisce.
20) senza intuibile non esiste intuizione, e senza
intuizione non esiste intuibile...
Perché la Coscienza di Sé si può
espandersi nell'infinito? Perché esiste un infinito in cui
espandersi. Perché l'Essere si può espandere? Perché
esiste la volontà di espansione del soggetto.
L'intuizione è elemento della volontà di
espansione del soggetto che si può esprimere proprio perché
esiste un intuibile del quale il soggetto si può nutrire per
espandersi.
L'individuo non è creato a immagine e somiglianza
di un dio pazzo, ma è divenuto scelta dopo scelta rispondendo
alle sollecitazioni del dio che cresce dentro di lui.
Esiste una relazione dialettica che determina il
divenire dell'individuo soggettività-oggettività. La
relazione che è ente divino di trasformazioni di due entità
divine date dal soggetto che si espande nell'oggettività.
E' importante stabilire questa relazione perché
questa è l'antagonismo a chi nega l'intuibile in quanto questo
è dono del padrone., ma se l'intuibile costruisce l'individuo
in quanto intuito dal soggetto ne alimenta le trasformazioni allora
viene negata la donazione del dio padrone che dovrebbe, secondo i
cristiani, donare l'intuizione a chi supplica di soddisfare il
bisogno del suo intuibile.
20/2) ... intuibile che in sé stesso
l'intuente contiene
E' importante questa affermazione perché un
individuo è parte del mondo che lo circonda. Essere parte del
mondo che ci circonda ci permette di nuotare nel mondo e non
diventare padrone del mondo come i cristiani avrebbero voluto
indicare l'Essere Umano affinché distruggendo il suo sentire
distrugga la sua possibilità di intuire quanto lo circonda e
quanto circondandolo tenta di intuirlo.
Il termine "nuotare nell'intuizione del mondo"
oppure "nuotare nel sentire del mondo" è un concetto
assolutamente estraneo alla cultura cristiana e cattolica in
particolare. Il mondo, per il cristianesimo. è prodotto del
dio padrone e l'Essere Umano è delegato a governarlo. Nel
Paganesimo il mondo è ente cosciente e consapevole che
costruisce sé stesso nell'infinito dei mutamenti e le
Coscienze di Sé che sono presenti nel mondo sono presenti
anche nell'intuibile del mondo stesso. A loro volta esse, contenute
nel mondo, intuiscono il mondo. Ne sono parte. Proprio perché
ne sono parte intuiscono il mondo mentre il mondo le intuisce.
Nello stesso modo possiamo dire che ogni Essere, ogni
consapevolezza si nutre attingendo dal mondo in cui vive e il mondo
la contiene arricchendosi della sua intuizione.
Alla base di questo c'è l'intera filosofia della
relazione dialettica fra gli enti che componendosi compongono il
mondo pur essendo gli enti parte diversa del mondo e formando il
divenire del mondo stesso attraverso le proprie modificazioni.
Con questo sistema di pensiero dobbiamo affrontare ogni
insieme di cui siamo parte o di cui intendiamo intuire quanto in esso
contiene, trasferirlo nella nostra coscienza e nella nostra
consapevolezza e riportarlo, dopo averlo trasformato, nell'insieme
dal quale abbiamo attinto. Con questo sistema dobbiamo tenere
presente che la nostra conoscenza si sviluppa in un insieme che la
contiene e di cui è parte interagente e separata dal tutto.
Da qui il concetto di dio Pagano: il dio, nel
Paganesimo, è colui che intuisce quanto lo circonda!
Il dio nel Paganesimo è colui che nutrendosi da
quanto lo circonda, proprio attraverso il suo nutrirsi, nutre quanto
lo circonda arricchendolo. Questo processo di interazione è
uguale in ogni manifestazione della vita. Sia all'interno dell'Essere
Natura e dei suoi processi biologici sia nell'infinito dello sviluppo
del fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza.
21) ... è tutte le cose,, ma noeticamente.
Cosa significa "noeticamente"? Significa che
la qualità che rappresenta tutte le cose in modo noetico è:
"Pensiero, intenzione, progetto, scopo, intendimento, modo di
pensare e giudicare, sentimento!" Tutte le qualità che
possedute dagli oggetti le qualificano come déi nella misura
in cui queste vengono ricercate attraverso la volotà e le
determinazioni specifiche del soggetto.
Il dio che cresce dentro ogni Essere lo può fare
nella misura in cui l'Essere che alimenta il dio che cresce dentro di
lui esercita la propria volontà e le proprie determinazioni.
Esprime cioè il suo stato noetico. O, se preferiamo alimenta
il proprio pensiero; esercita la propria intenzione; alimenta i
propri scopi e i propri progetti (il proprio Intento); sviluppa
l'articolazione del suo pensiero e la sua capacità di
giudizio; alimenta il proprio sentire.
Le cose diventano altrettanti déi purché
esercitino il proprio esistere in maniera noetica. Proprio perché
esercitano il proprio vivere in maniera noetica lo sviluppo
nell'infinito dei mutamenti le attraversa. Esse alimentano le
trasformazioni fino a costruire la Coscienza universale.
Si può anche dire che il padre (Necessità
e Intento) attraversa tutte le cose noeticamente. Cioè riversa
nelle cose la propria volontà e le proprie determinazioni di
cui le cose si appropriano per sviluppare i loro percorsi. Un padre e
una madre versano nel figlio la loro scintilla divina., ma quella
scintilla divina pur essendo ceduta dal padre e dalla madre non è
più né del padre né della madre, ma appartiene
al figlio. Così l'Energia Vitale che si muove immota
nell'universo nel momento stesso in cui una sua parte diventa
cosciente di sé cessa di essere parte di un tutto
inconsapevole per cominciare a percorrere un sentiero di formazione
della propria consapevolezza. Quella scintilla che apparteneva allo
spazio silente ora diventa vortice tumultuoso e rumoroso nella
formazione della coscienza.
La qualità noetica è la qualità
intrinseca dell'Energia Vitale che occupa lo spazio. La qualità
dell'Energia Vitale la costringe a delle trasformazioni il cui fine è
il passaggio dall'inconsapevole al consapevole. Il consapevole
esercita la propria volontà e attraverso questo somma la
propria qualità intrinseca alla qualità dell'Energia
Vitale inconsapevole. Lo sviluppo noetico del soggetto avviene quando
l'uso della volontà e la pratica delle determinazioni
accumulate portano l'individuo ad ampliare e sviluppare quanto la
qualità base dell'Energia Vitale spingeva. Quando cioè
alla forza del padre (Necessità e Intento) viene a sommarsi la
determinazione del soggetto di farsi dio esercitando la propria
volontà.
22) il nous del padre disse che in tre tutte le cose
fossero divise, reggendo tutte le cose con il nous del primissimo
eterno padre; accennò il suo volere, già tutte erano
divise.
La qualità dell'esistente! L'esistente
fondamentale è l'Energia Vitale. L'Energia Vitale ha qualità
intrinseche che determinano le sue trasformazioni. Come l'ovulo
fecondato dallo spermatozoo si sviluppa in quella e solo in quella
direzione, così l'Energia Vitale può muoversi in quella
e solo in quella direzione. Data la sua qualità specifica lo
sviluppo è solo quello., ma lo sviluppo è dato soltanto
dal movimento e il movimento non produce le cose, ma sposta,
riempiendolo, nello spazio la staticità consapevole di cui è
espressione. La staticità consapevole non è cosa. Non è
oggetto. E' parte indistinguibile del tutto., ma il tutto non ha
consapevolezza. La cosa è parte del tutto. La cosa acquista
consapevolezza, la cosa determina la direzione del proprio sviluppo.
La cosa unisce sé stessa alla qualità che l'ha prodotta
e ne somma la propria volontà.
La cosa è dunque il dio che si separa dal tutto.
La sostanza che la regge; la necessità che la conduce e la
volontà soggettiva che sceglie tempi e modi per le proprie
trasformazioni.
L'Energia Vitale fonte della vita. Elemento base di ogni
coscienza. Necessità come presenza del padre primigenio che
spingendo l'Energia Vitale la induce a trasformarsi in Coscienza di
Sé modificando la propria vibrazione interna. Volontà
come capacità del soggetto di determinare la direzione delle
proprie trasformazioni. Volontà soggettiva che si sovrappone
al padre, Necessità, per determinare le scelte che portano
nell'infinito dei mutamenti.
La cosa riconosce sé stessa e determinando le
proprie trasformazioni davanti all'infinito afferma: "Io
esisto!" "Io sono un dio!" "Io rivendico il mio
diritto all'infinito!"
Il diritto all'infinito è l'Intento. E' l'intento
dell'Essere che riconoscendolo lo pratica dilatando sé stesso.
E' l'Intento dell'Energia Vitale che espandendosi, attraverso
Necessità si trasforma in Coscienza proprio per raggiungere e
rivendicare il diritto all'infinito.
L'intento, espressione e qualità del padre, si
somma, amplia e modifica, attraverso l'intento percepito e
trasformato dal soggetto che lo pratica attraverso la propria
Volontà.
Come nello spermatozoo e nell'ovulo il padre cessa per
trasformarsi nel figlio pur tuttavia essenza base dalla quale il
figlio costruisce sé stesso, così Necessità e
Intento sono l'essenza base dalla quale nasce il dio nella misura in
cui esercitando la propria volontà e le proprie determinazioni
tende ad espandersi.
Tutte le cose sono rette dal "Nous del primissimo
eterno padre" che significa che tutte le cose sono rette da
Necessità e Intento. Il volere di Necessità e Intento è
il loro permanere in esistenza. Tutte le cose sono rette da questa
diade. Diade statica e inconsapevole che si muove in modo "caotico"
nel cosmo fintanto che le condizioni del suo movimento non formano la
Coscienza. La Coscienza è un frammento di riconoscimento
soggettivo che si separa dall'oggettività che la contiene e
alla diade che l'ha generata somma la propria volontà.
Tutte le cose sono divise in tre nella misura in cui
l'intento della divisione è il passaggio dall'inconsapevole
alla formazione della Coscienza e il percorso nell'infinito dei
mutamenti.
23) affinché una triade contenga tutte le
cose, tutte commisurando.
La triade contiene tutte le cose. Le contiene non perché
tutte le cose sono nella triade, ma perché la triade può
formare tutte le cose che sono formate. Le cose che non sono formate,
in qualche caso, avrebbero potuto essere, ma sono state scelte dalla
triade stessa. La triade sceglie! Sceglie seguendo la propria volontà
e le proprie determinazioni in base al proprio divenuto. Nello
scegliere la triade produce delle cose. Produce un presente che è
frutto anche delle proprie scelte. La triade contiene l'esistente in
quanto la triade costruisce l'esistente in relazione a tutte le
triadi che con lei costruiscono sé stesse. Costruendo sé
stesse si adeguano alle cose producendo cose nuove e nuove situazioni
che al veggente possono apparire come contenute nella triade quando
invece sono un prodotto della scelta della triade. La scelta della
triade produce condizioni e situazioni nuove modificando sé
stessa e le triadi che le stanno attorno. Modificando la situazione
in cui le triadi commisurando si adattano trasformandosi.
Ed ecco che la triade diventa un soggetto cosciente e
consapevole che definiamo dio in quanto la Necessità che l'ha
generata si è trasformata in volontà e l'Intento
universale si è trasformato in Intento soggettivo. Ed ecco che
la triade separa sé stessa consapevole dall'inconsapevole
circostante. Nel separare sé stessa dall'inconsapevole
circostante la triade soggetto, definita nello spazio, forma una
triade del tempo: la triade del mutamento. Il processo di
trasformazione della triade dio determina le relazioni attraverso le
quali espandere sé stessa. Riconosce sé stessa come
soggetto diverso dall'oggettività che la circonda ed agendo
sull'oggettività trasforma sé stessa.
Essere-nonEssere-Divenire.
Quando la triade riconosce altre triadi la qualità
delle relazioni cambia in quanto si possono sommare volontà ed
intenti diversi e specifici come rappresentazione dell'Intento
assoluto, la costruzione della Coscienza Universale,, ma la relazione
è sempre definibile come Essere-Non Essere-Divenire.
Questa triade temporale si fonde con la triade spaziale
dove un soggetto riconoscendo sé stesso necessità, per
continuare le proprie trasformazioni, la fusione con soggetti
diversi-uguali-complementari.
Un po' come avvenne quando un Essere Unicellulare si
fuse con altre cellule per diventare un Essere Pluricellulare e
migliorare i processi costruttivi della propria Coscienza sia per sé
che per migliorare le possibilità dell'oggettività in
cui viveva.
La fusione della triade spaziale con la triade temporale
porta alla nascita di una triade che definiamo
soggetto-soggetto-divenire dove la somma dei soggetti determina una
Coscienza che comprende le coscienze che la compongono e, attraverso
questo, una sua Coscienza con la quale continua la relazione sia
spaziale che temporale.
Tutto è triade e la triade contiene tutte le cose
in quanto tutte le cose sono emanazione della triade stessa.
24) in principio fine e mezzo, secondo l'ordine di
necessità.
In questo frammento si ordinano gli elementi della
triade. Necessità è la base dalla quale la triade è
generata. Il fine è il movimento di Necessità, il suo
Intento. Il messo è l'elemento soggettivo per raggiungere
l'Intento scelto dalla triade specifica.
La triade generante ha sostanza, l'Energia Vitale base
di tutte le cose, ma Necessità e Intento sono fuse in un solo
elemento in quanto manca la coscienza soggettiva. Quando nell'Essere
interviene la Coscienza soggettiva Necessità di espansione e
il fine dell'espansione vengono determinati dalla qualità del
soggetto, ma soprattutto dalla sua volontà. La volontà
è il mezzo per giungere all'Intento in cui Necessità
spinge.
Necessità spinge l'Energia Vitale a costruire la
Coscienza Universale. Necessità spinge l'inconsapevole a
diventare consapevole; Necessità spinge l'inconsapevole a
trovare la volontà della consapevolezza per raggiungere
l'Intento.
25) Queste cose il padre intuì, ed ecco che un
mortale gli fu animato.
Cosa intuisce Necessità e Intento? La Coscienza
intuisce; l'inconsapevole procede!
Cosa percepisce il veggente? Il movimento uguale al suo!
Il Veggente, consapevole di sé stesso, intuisce l'Intento.
Dunque, il Veggente ritiene che l'inconsapevole di cui egli non
percepisce la consapevolezza possa percepire e intuire le strategie
attraverso le quali fondare la propria esistenza. Questa è una
lettura soggettiva del veggente il quale attribuisce consapevolezza
alla sostanza e alle tensioni che sono alla base del proprio
esistere.
Cosa dunque intuì il padre? Necessità e
Intento intuirono i processi di trasformazione di cui essi erano
potatori e attraverso i quali costruire la Coscienza universale., ma
non era Necessità e Intento che intuiva questo, ma il mortale
che a loro attribuiva come intuizione i processi di trasformazione di
cui era portatore.
Cosa fu animato? Un mortale! Una concentrazione
cosciente che doveva distruggere sé stessa per continuare a
sviluppare la propria coscienza. Fu animato da Intento e Necessità
quanto sviluppava la propria volontà, ma una volta sviluppato
sé stesso nella struttura in cui esisteva doveva cambiare per
continuare a svilupparsi.
Lo sviluppo della Coscienza è un processo di
sviluppo lineare. Eppure la Coscienza che si sviluppa deve
continuamente rinascere rinnovando il proprio esistere. Soltanto che
quando rinasce non è più ciò che era e non sarà
ciò che avrebbe desiderato essere. Quella coscienza è
mortale perché ad ogni ciclo si dissolve e ricomincia
attraverso la forza che ha costruito, se l'ha costruita, nel nuovo
ciclo.
Il mortale appartiene all'Essere della Natura., ma lo
stesso Essere Natura è mortale in quanto subisce
trasformazioni continue attraverso le quali forgiare la propria
Coscienza di Sé e la propria consapevolezza.
26) vedendo te, monade triadica, il cosmo ti venerò.
Il più piccolo elemento della triadicità
consapevole è venerato dal cosmo in quanto parte fondamentale
della costruzione della consapevolezza del cosmo stesso. Dove il
termine "venerare" va inteso in modo letterale: "farsi
Venere". Il "farsi Venere" del cosmo nei confronti
della più piccola entità triadica che attraverso le sue
trasformazioni partecipa alla formazione della Coscienza universale.
L'universo stesso è nulla se quell'unità non concorre
alla sua formazione. L'universo si fa Venere nei confronti della più
piccola unità triadica che attraverso le sue trasformazioni
concorre a formare la Coscienza e la consapevolezza dell'universo
stesso.
La volontà della più piccola unità
triadica, la monade, è parte della più grande volontà
che attraverso un processo di trasformazione e interazione diventa la
volontà dell'intero universo.
L'universo concorre a sorreggere la più piccola
Coscienza di Sé che tenta di espandersi. Il gioco
dell'equilibrio è il gioco dell'universo, il suo farsi
Venere,, ma è il gioco dell'esistenza e della formazione della
Coscienza Universale.
L'Universo si fa Venere nei confronti della monade
triadica esattamente come la monade, nel momento stesso in cui
esercita la propria volontà per espandersi, si fa Venere nei
confronti dell'universo.
Ogni entità triadica che fonda il proprio
divenire nell'eternità dei mutamenti è parte
fondamentale della futura Coscienza Universale.
27) in tutto il cosmo rifulge una triade, che una
monade domina.
E diventa anche il discorso della reciprocità
dialettica dove nel cosmo quando una triade tenta di dilatarsi e di
costruirsi domina la monade di cui è espressione. La monade
deve rispondere alle forze della vita che l'hanno generata e proprio
per rispondere alle forze della vita di cui è espressione ella
rifulge della consapevolezza che sarà dell'intero universo.
La monade è l'attimo in cui l'Energia Vitale da
inconscia diventa consapevole e alla Necessità di cui è
emanazione aggiunge la propria volontà per rispondere alle
spinte dei suoi bisogni. Bisogni che sono espressione di Intento
dentro di lei.
Tutte le Coscienze di Sé del cosmo sono formate
da una triade e possono essere Coscienze di Sé che tentano di
diventare eterne proprio perché rispondono al sistema
triadico.
Cosa domina la monade? La monade domina sé
stessa! La monade somma la propria volontà a Necessità
di cui è espressione. La monade domina il movimento di
Necessità attraverso la propria volontà imponendone la
direzione in cui praticare il proprio sviluppo.
Il meccanismo di sviluppo triadico della monade, che noi
chiamiamo Coscienza di Sé, come relazione fra sé e la
sua oggettività è dominato dalla volontà della
monade stessa che si impone allo sviluppo caotico di Necessità
per rispondere nel modo migliore ad Intento che attraverso i suoi
bisogni spinge per svilupparsi.
Questo meccanismo è quanto rifulge agli occhi del
veggente. La monade, o la Coscienza di Sé, è tanto più
grandiosa quanto maggiormente fa splendere la propria soggettività
in relazione all'oggettività che la circonda. Sia che questa
oggettività sia formata da Energia Vitale inconscia sia che
sia formata da altre Coscienze di Sé che determinando sé
stesse entrano in relazione.
Per le leggi della formazione del Potere di Essere la
Coscienza di Sé maggiore alimenta la Coscienza di Sé
minore con cui entra in relazione perché questo alimenta lo
sviluppo della propria coscienza di Sé. Ciò che
maggiormente rifulge è ciò che tutto sorregge per
alimentare il proprio sviluppo.
28) dall'intimo di questa triade è stata
seminata ogni cosa.
Il concetto di seminare deve essere letto come:
nell'intimo di questa triade è presente potenzialmente ogni
cosa. Che significa che le scelte fatte da questa triade possono
portare in molte direzione e produrre molte cose e molte relazioni.
La triade stessa essendo il sistema base di ogni Coscienza di Sé
è in grado di sviluppare ogni percorso fino alla costruzione
della Coscienza Universale.
Il fatto che ogni cosa sia seminata nella triade no
significa che ogni cosa germogli!
La triade stessa in quanto espressione di una Coscienza
di Sé obbedisce alla legge di adattamento soggettivo alle
variabili oggettive. Pertanto la qualità di espressione della
singola triade alimenta la nascita di alcune cose e ne cancella altre
che però possono essere presenti in altre triadi e
svilupparsi. Quando le Coscienze di Sé si fonderanno per
costruire un unico percorso quanto è stato prodotto dalle
singole triadi si riverserà nelle varie Coscienze.
La triade deve essere letta come un meccanismo di
formazione della Coscienza di Sé. Come il motore di
un'automobile. Egli fa funzionare l'automobile, ma non ne indica la
direzione in cui muoversi. Così la triade è il
meccanismo di formazione della Coscienza, ma non è la
Coscienza.
La Monade obbedisce a questo meccanismo solo nella
misura in cui sovrappone in modo definitivo la propria volontà
alla Necessità che l'ha formata. Se la Monade non sovrappone
la propria volontà a Necessità non rifulge né i
semi di cui è portatrice possono germogliare. La Monade, in
quel caso, attende la sua dissoluzione che può avvenire in
modi e cause diverse a seconda di come quella Coscienza si esprime
(gli Esseri della Natura in un modo, gli Esseri Galassia in un altro
modo, gli Esseri di sola Energia Vitale in un altro modo ancora
ecc.).
29) perché da questa triade il padre mescolò
ogni soffio vitale.
Che cos'è il "soffio vitale"? E'
un'espressione del veggente. Il veggente vede l'Energia Vitale
muoversi nello spazio per effetto di Necessità poi ne vede
alcune parti accelerare in modo vorticoso il proprio corso. Una parte
dell'Energia Vitale si muove in modo differente da come si muove
l'Energia Vitale attorno. La velocità diversa è una
velocità maggiore. Il veggente percepisce questo come un
soffio. Un soffio che trasforma l'inconsapevole in consapevole.
Il soffio vitale è in realtà il soffio
della Consapevolezza. E' il fluire di quanto si tramuta da
inconsapevole a consapevole. E' il passaggio demiurgico della nascita
della Coscienza di Sé che si riconosce diversa dal
circostante.
Perché mescolare ogni soffio vitale? Perché
Necessità e Intento costituiscono le tensioni del movimento.
Un movimento lineare e apparentemente senza meta (o in direzione di
una Coscienza di Sé quando queste agiscono) rappresenta il
movimento dell'Energia Vitale inconscia. Un vortice all'interno di
quel movimento indica come quell'Energia Vitale si stia separando
dall'oggettività circostante e riconosca sé stessa come
Coscienza, parte diversa del circostante e sviluppi la tensione di
espansione espressa attraverso i suoi bisogni soddisfatta mediante
l'uso della propria volontà come espressione soggettiva in sé
di Necessità. Intento nel padre è la trasformazione da
inconscio a cosciente; Intento della Coscienza è la sua
espansione.
Necessità e Intento mescolano il proprio soffio
vitale esattamente come lo Stregone mescola il proprio Crogiolo nel
tentativo di proiettare sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
30) fonte delle fonti, matrice che ogni cosa
contiene.
La fonte delle fonti è la sostanza attraverso le
cui qualità la Coscienza di Sé si esprime. Non importa
in che modo la Coscienza di Sé si esprime. Che sia la
Coscienza di Sé delle Galassie, di Esseri di Sola Energia
Vitale, dell'Essere Terra, dell'Essere Luna, degli Esseri della
Natura, delle tensioni Coscienti di Sé; ogni Consapevolezza
può esistere solo in presenza dell'Energia Vitale mattone
primo dell'universo.
Energia Vitale unico ARKE' del pensiero Pagano
Politeista.
l'Energia Vitale è sostanza generante qualsiasi
Coscienza di Sé. Il padre come Necessità e Intento è
un elemento della qualità dell'Energia Vitale.
Ogni cosa contenuta sta ad indicare ogni possibile
Coscienza di Sé che si esprime attraverso l'Energia Vitale è
potenzialmente già presente nella sostanza che sarà
alla base della Coscienza stessa, ma nello stesso tempo molte
Coscienze che potenzialmente avrebbero potuto esprimersi non si
esprimeranno in quanto le qualità di Necessità e
Intento hanno costruito quelle e solo quelle condizioni. Molte
Coscienze di Sé potenzialmente possibili come risultato dello
sviluppo dell'Energia Vitale non si esprimeranno in quanto l'uso
della volontà e delle determinazioni delle Coscienze di Sé
espresse costruiranno condizioni favorevoli per lo sviluppo di altre
Coscienze di Sé.
La fonte delle fonti della Coscienza di Sé è
l'Energia Vitale senza la quale la Coscienza di Sé non è
in grado di esprimersi e le matrici sono le infinite possibilità
attraverso le quali l'Energia Vitale passa dallo stato di
inconsapevolezza alla strutturazione di un Coscienza di Sé.
31) Da entrambi fluisce il legame della triade prima
che non è prima,, ma è lì che gli intuibili
vengono sottoposti a misura.
Il frammento si riferisce alla formazione della
Coscienza di Sé all'interno dell'Essere Natura. O almeno per
gli Esseri bisessuati. Entrambe le Coscienze, di diverso sesso, fanno
fluire verso un unico Intento il loro legame con la triade. Ognuno di
loro sono Necessità, Intento e Volontà. La triade ha
sovrapposto la propria soggettività all'oggettività di
Necessità e Intento che ne è all'origine. Nello stesso
tempo ogni triade è portatrice della rappresentazione della
prima triade che ha trasformato l'inconsapevole in consapevole, ma
non è la prima triade. Sono triadi determinatesi attraverso le
trasformazioni dei singoli Esseri che compongono l'Essere Natura.
Quel fluire di legami dalla diade di triadi all'interno
dell'Essere Natura pone le basi per la nascita di una nuova triade:
una nuova Coscienza di Sé.
Ed è in quella nuova triade che gli intuibili,
ancora una volta, sono sottoposti a misura. Quella triade che
scaturisce dall'unione di due triadi a sua volta si espanderà
nell'intuibile che la circonda. Essa userà il proprio intuire
misurando l'intuibile del circostante e imparando a nuotare in
quell'intuibile.
Il frammento indica un modo, all'interno dell'Essere
Natura, attraverso il quale viene a costruirsi una Coscienza di Sé
trasformando l'Energia Vitale inconscia ad una concentrazione di
Energia Vitale consapevole di Sé stessa. Il frammento è
importante in quanto definisce la formazione della Coscienza di Sé
propria dell'Essere Umano e la formazione della sua Coscienza di Sé
che si espande nell'Essere Natura.
32) Operante, elargisce il fuoco che dona vita e
colma il grembo fecondo di HEKATE... sui vincoli riversa forza di
fuoco vivificante, potentissimo.
Non conosco la relazione esistente fra il frammento 31 e
32, ma il punto centrale del frammento è HEKATE. E' la forza
di questo Essere come guardiano della nascita e delle trasformazioni
della Coscienza di Sé.
HEKATE è il potere della nascita. Non è il
potere della nascita dell'Essere della Natura. Quello è
Giunone o Era. HEKATE è il potere della nascita di quanto
l'Essere della Natura partorisce all'atto della morte del corpo
fisico. Era e Giunone sono legate agli Esseri della Natura.
L'imperativo di Giunone Lucina di sciogliere tutti i nodi della
partoriente e di chi assisteva al parto era funzionale a concentrare
l'attenzione di chi assisteva il parto affinché la morte
dell'Essere Feto si trasformasse nella nascita di un Essere della
Natura. Giunone Lucina operava affinché il parto andasse a
buon fine. Operava affinché un nuovo Essere cominciasse ad
articolare il proprio intuire per muoversi nell'intuibile della vita.
Se l'opera di Giunone Lucina è visibile nelle azioni della
partoriente e di chi l'assiste mentre partorisce l'opera di HEKATE è
visibile soltanto al veggente nel momento del trasferimento della
propria Coscienza di Sé dal corpo fisico al corpo luminoso.
Il fuoco che dona la vita è sempre l'Energia
Vitale di cui una Coscienza di Sé si può alimentare
mettendo in essere delle strategie attraverso le quali aumentare il
proprio potere di determinazione nella sua oggettività. Il
potere di determinazione è il Potere di Essere di quella
Coscienza di Sé che mentre viene alimentato costringe
l'Energia Vitale inconscia a partecipare alla costruzione di quella
Coscienza di Sé.
Chi opera è dunque il Potere di Essere della
singola Coscienza di Sé che ricolma il grembo di HEKATE
partorendo il corpo luminoso all'atto della morte del corpo fisico. I
vincoli sono quelli della morte del corpo fisico a cui l'Essere della
Natura è sempre legato e sempre sottomesso.
La morte del corpo fisico giunge sempre ed è
inevitabile. HEKATE al momento della morte del corpo fisico versa la
sua forza per alimentare la trasformazione dell'Essere della Natura.
Sempre!
Sta all'Essere della Natura aver accumulato sufficiente
Potere di Essere per poter afferrare la mano che il Potere di Essere
di HEKATE gli allunga. Per gli Esseri umani, sottoposti alla
sottomissione del macellaio di Sodoma e Gomorra non esiste il potere
sufficiente per afferrare quanto HEKATE tende. Così la presa
sfugge e quanto è rimasto del loro Potere Personale (che non
si sia mangiato il macellaio di Sodoma e Gomorra) viene dissolto col
loro corpo fisico: HEKATE ha abortito!
HEKATE non costruisce l'eternità delle Coscienze
di Sé: le partorisce! Le partorisce soltanto se le Coscienze
di Sé si sono costruite sommando alla Necessità della
propria nascita la volontà della propria espansione
nell'intuibile che le circonda. HEKATE alimenta il Potere di Essere
della Coscienza di Sé all'atto della morte del corpo fisico,
ma nello stesso tempo Ella può alimentare soltanto quanto ha
forza e Potere per esistere: non può resuscitare i morti.
Sul Potere di Essere al momento del passaggio dal corpo
fisico al corpo luminoso HEKATE versa "forza di fuoco
vivificante, potentissimo". Lo versa sulle determinazioni
dell'esistenza non sul nulla o sulla disperazione di chi ha distrutto
sé stesso.
33) ... artefice esperto, edificatore del mondo
igneo...
Letteralmente: l'edificatore esperto che costruisce il
mondo infiammato.
Cosa può infiammare il mondo se non la nascita
della Coscienza di Sé, la Consapevolezza dell'esistenza e il
bisogno dell'espansione espresso attraverso volontà?
Il mondo igneo è il mondo della Conoscenza. Il
mondo si infiamma quando passa dalla non Conoscenza alla Conoscenza
individuando sé stesso diverso dall'inconsapevole. Il mondo
percorso da Coscienze di Sé che si dilatano e che costruiscono
delle relazioni. Il mondo igneo è il brodo primordiale. Ogni
brodo da cui scaturisce Coscienza Consapevolezza, necessità di
sapere, Potere di Essere e dilatazione per costruire Coscienza
nell'infinito dei mutamenti.
L'artefice è il costruttore. Quante volte una
frazione di Energia Vitale è diventata Cosciente di Sé
riconoscendo sé stessa diversa dall'oggettività in cui
è sorta e non ha saputo costruirsi nei mutamenti finendo per
ritornare al proprio stato di inconsapevolezza e disperdendosi nel
tutto? Quante volte un'opportunità di eternità è
andata perduta?, ma non tutto è fallito. Per molti fallimenti
qualcuno è riuscito. Quel qualcuno è l'artefice. Colui
che ha avuto sufficiente Potere o velocità per sovrapporre a
Necessità che lo ha generato la propria volontà. Colui
che colta l'occasione della propria Consapevolezza ha sviluppato la
propria necessità d'esistenza da mettere in atto delle
strategie per assicurarsi di poter continuare a sviluppare sé
stesso anche quando le condizioni casuali che lo hanno generato
sarebbero cessate.
Costoro, negli infiniti brodi primordiali che le
situazioni generano all'infinito, sono gli artefici. Sono coloro che
costruiscono dei cammini di eternità. Sono coloro che popolano
il mondo fiammeggiante della Conoscenza e della Consapevolezza. Sono
coloro che lo arricchiscono e che lo alimentano. Alimentando il mondo
fiammeggiante della Conoscenza e della Consapevolezza si nutrono da
quel mondo alimentando il proprio cammino di eternità.
Ci sono e ci saranno sempre Coscienze che per un motivo
o per un altro si rifiutano di alimentarsi dalle fiamme della
Conoscenza e della Consapevolezza. Avranno sempre paura di essere
bruciate. Sarà proprio la paura di essere bruciate che finirà
per consumarle annientando la loro Coscienza di Sé.
34) Di là scaturisce la materia cangiante; di
là precipitando, il fulmine esautora il fiore del suo fuoco,
gettandosi nella cavità dei mondi; perché è là
che tutte le cose cominciano ad inclinare i raggi verso il basso,
stupendi.
Dalla capacità della Coscienza di Sé di
sovrapporre alla Necessità che l'ha generata la propria
volontà per perpetuare sé stessa dilatandosi scaturisce
la materia cangiante. La materia che cambia colore. L'essenza
dell'Energia Vitale che dal colore dell'inconsapevolezza passa al
colore fiammeggiante della Coscienza di Sé.
Il fulmine è la rappresentazione della volontà
soggettiva ed il fiore la forma che la Coscienza di Sé ha
assunto., ma la Coscienza di Sé non permane in quella forma.
La Coscienza di Sé deve modificarsi continuamente per
perpetuare la propria Coscienza alterando continuamente la propria
forma. Questo avviene grazie alla volontà soggettiva che si
relaziona col mondo che circonda la Coscienza di Sé.
Questo gettarsi nella cavità dei mondi o, se si
preferisce, nelle contraddizioni dell'esistenza affrontandole e
risolvendole al fine di costruire sviluppando la propria Coscienza di
Sé è uno spettacolo stupendo. E' lo spettacolo della
vita! E' lo spettacolo tappa-preludio per la costruzione della
Coscienza Universale.
Queste azioni sono dei cominciamenti. Sono azioni che
determinano la qualità della Coscienza Universale alla fine
dei mutamenti. La soluzione di una contraddizione che porta a
sviluppare la Coscienza che l'ha risolta è un passo per la
costruzione della Coscienza Universale.
Così le Coscienze di Sé che riconoscono sé
stesse diverse dall'inconscio che le circonda non si ergono a padrone
e dominatrici dell'esistente. Non affermano: "L'esistente mi
appartiene! Io sono padrona dell'esistente!", ma inclinano i
raggi della loro azione verso il basso. Inclinano la loro azione nei
confronti dell'Energia Vitale inconscia affinché sempre più
Energia Vitale passi dalla forma inconscia alla forma conscia
favorendo questa trasformazione. La trasformazione dell'inconscio al
conscio; la trasformazione da quanto è appena consapevole alla
consapevolezza universale è lo spettacolo stupendo a cui il
veggente assiste con trasporto emotivo che solo lo spettacolo della
vita e della sua espansione può dare.
STUPENDO!
35) è da lui che scaturiscono le folgori
implacabili e il grembo della luce rifulgente di HEKATE, sorta dal
padre, che accoglie la folgore, e il fiore del fuoco che forma una
cintura, e al di là dei poli ignei il soffio possente.
Dalla Coscienza di Sé scaturiscono le folgori
della volontà di trasformazione. La trasformazione non si
manifesta attraverso un lento divenire. Una lenta trasformazione. Non
è il fiore della forma della Coscienza di Sé che si
trasforma. IL fiore si trasforma un po', ma poi muore. Muore e si
dissolve colpito sistematicamente dai fulmini della volontà
che dalla Coscienza di Sé si scaricano nel circostante,
affrontando le contraddizioni e modificando la struttura del fiore
stesso.
Volontà trasforma la forma.
HEKATE accoglie la folgore e il fiore forma la sua
cintura.
Formare la cintura di HEKATE. HEKATE è il fulgore
della morte. E' la morte, come fine di uno stato di Consapevolezza,
trasformato in nascita di uno stato di consapevolezza capace di
percorrere nuovi sentieri. Dove il secondo è stato forgiato
nel primo. HEKATE è il potere di questo passaggio. Ogni stato
di Consapevolezza che si costruisce articolando la Coscienza di Sé
è un fiore che fatto appassire dalle folgori della volontà
soggettiva emette il seme (come Potere di Essere) per la formazione
dello stato successivo della Coscienza di Sé che procede nel
suo processo di costruzione formando un nuovo fiore che a sua volta
appassirà sotto le folgori della volontà soggettiva per
emettere il seme per la formazione dello stato successivo.
Fiore dopo fiore forma la cintura di HEKATE.
Quali sono i poli di fuoco? I poli entro i quali avviene
la trasformazione della Coscienza di Sé Universo? Sono la
nascita della Coscienza di Sé e la fine di quello stadio di
sviluppo della Coscienza di Sé. Questi poli sono i limiti di
ogni "soffio" di consapevolezza. Sono piccoli poli per
piccole Coscienze di Sé o, meglio, per piccoli stadi di
sviluppo della Coscienza di Sé oppure sono i grandi poli della
formazione della Coscienza di Sé Universo. La possenza si
articola sempre! Nella piccola Coscienza di Sé come
nell'Universo; la grandiosità e la magnificenza è
uguale!
La cintura di HEKATE grande o piccola che sia. E' la
cintura composta dai fiori delle singole Coscienze di Sé che
dopo averne esaurito uno continuano formandone altri oppure è
la grande cintura di tutti i fiori delle Coscienze che attraverso le
loro trasformazioni costruiscono la Coscienza Universale.
Quando il feto, degli Esseri della Natura, muore è
il fiore della Conoscenza abbattuto dalle folgori di volontà.
Il seme che quel fiore ha generato è l'Essere della Natura. Un
nuovo fiore che tenta di espandersi nel circostante in cui diviene.
La morte dell'Essere Feto e la nascita dell'Essere della Natura è
un fiore alla cintura di HEKATE. Così fra gli Esseri Umani
quando muore il fanciullo o la fanciulla nasce l'Essere Umano adulto.
Il fiore che è appassito sotto i colpi della volontà è
un fiore alla cintura di HEKATE. Così ancora, fra gli Esseri
Umani adulti quando la morte del corpo fisico si trasforma in nascita
di un corpo luminoso è un altro fiore alla cintura di HEKATE.
Quando la morte del corpo fisico non partorisce il corpo luminoso
quel fiore si spegne: non era un artefice esperto; non era un
edificatore del mondo igneo. Qualcosa è intervenuto. Il fiore
era sterile. Avrebbe potuto essere parte della cintura di HEKATE e
invece è appassito, dissolvendosi consumato dal non aver
articolato la propria volontà.
Così per ogni Coscienza di Sé
dell'universo, qualunque sia la qualità delle sue
trasformazioni. Qualunque sia i suoi percorsi per accumulare Sapere
Conoscenza e l'esercizio delle sue determinazioni. Il fiore della
Coscienza di Sé è il fiore della cintura di HEKATE.
HEKATE sorta da Necessità e Intento fa di
Necessità e Intento le tensioni dalle quali scaturiscono le
Coscienze di Sé del cui fiore ella si adorna.
36) il nous del padre, condotto su guide inamovibili,
inflessibilmente irradianti per solchi di fuoco implacabile.
Necessità e Intento muovono il pensiero,
l'intenzione, il progetto, lo scopo, l'intendimento, il modo di
pensare, il modo di giudicare e il sentire (tutto questo è il
nous) viene condotto su guide inamovibili. Quali sono queste guide?
Sono le guide di Intento. Sono le trasformazioni dell'inconscio in
Coscienza., ma sono inamovibili perché nel momento stesso in
cui una Coscienza di Sé non sviluppa la propria Conoscenza, il
proprio sapere (il nous) sovrapponendo a Necessità che ne è
madre la propria volontà di trasformazione cessa di
svilupparsi. Cessa di esistere. C'è una sola scelta: il
proprio sviluppo. L'unica alternativa allo sviluppo è la
propria distruzione.
Le tensioni dell'esistenza si irradiano attraversando
ogni Coscienza di Sé qualunque sia la sua natura e la veggente
appaiono come linee luminose o come linee di fuoco che consapevoli di
sé stesse si irraggiano per alimentare il proprio simile
mentre cresce e si sviluppa all'interno di una Coscienza di Sé.
Diventate consapevoli, generate dalle Coscienze di Sé come una
rete avvolgono l'esistente spingendolo nella direzione che le
tensioni dei loro bisogni indicano.
Queste Coscienze di Sé che tentano di svilupparsi
diventando eterne infondono una direzione di sviluppo alle stesse
Coscienze di Sé che le hanno generate al fine di preservare sé
stesse e svilupparsi nell'infinito dei mutamenti.
Tutto questo brulicare di Coscienza appare al veggente
come un reticolato di solchi consapevoli che avvolgono ogni Coscienza
di Sé e che sono molto attivi fra gli Esseri della Natura.
Esiste una sola direzione nella quale il nous conduce:
la costruzione della Coscienza Universale. Può essere che
qualcuno ingannato dal proprio condizionamento educazionale legga
percorsi o stadi in modo differente,, ma è solo inganno
costruito attraverso il blocco delle proprie trasformazioni.
Le guide sulle quali si muove lo sviluppo della
Coscienza di Sé e i fini del loro sviluppo è
inamovibile e condotta in modo inflessibile. In gioco c'è la
costruzione delle Coscienza di Sé Universo anche se la qualità
è determinata dai singoli cammini delle singole Coscienze di
Sé e dalle loro interazioni con la loro oggettività.
37) Il nous del padre ronzò con volere
vigoroso, intuendo idee di ogni forma, e tutte si slanciarono da una
sola fonte: perché dal padre venivano proposito e fine., ma
distribuite dal fuoco noetico si divisero in altre idee intuibili: il
signore predispose per il cosmo multiforme un modello noetico
inestinguibile, e il cosmo nel suo disordine ne seguì la
traccia per poi ostendere sé con la sua forma, cesellato da
idee di ogni specie. Una la loro fonte, da essa altre idee
scaturirono, ronzanti, disgiunte, inaccostabili, che si frangono
intorno ai corpi del cosmo; intorno a un grembo terribile si aggirano
a sciami, rifulgendo da ogni fianco, da vicino, in ogni modo,
implosioni noetiche, dalla fonte del padre cogliendo in abbondanza il
fiore del fuoco al culmine del tempo senza quiete. Idee primordiali,
che la fonte del padre primigenia, in sé stessa compiuta, fece
scaturire.
Il pensiero, intenzione, progetto, scopo,
intendimento, modo di pensare, capacità di giudizio, il
sentire, di Necessità e Intento vibrò con volontà
decisa: quando Necessità e Intento vibrarono, la sostanza di
cui erano qualità, questa divenne Coscienza di Sé ed
espresse Volontà rappresentata da pensiero, intenzione,
progetto, scopo, intendimento, modo di pensare, capacità di
giudizio e sentire.
Questa è la visione da cui parte questo
frammento. Il problema che sorge nell'interpretazione è dove
collocare questa visione. La collocazione nello spazio e nel tempo di
quella visione mi permette una corretta interpretazione. La
collocazione della visione ci consegna l'immagine di un luogo o di
una ambientazione in cui qualche cosa si mescola fintanto che qualche
cosa non le spinge lanciandosi da una sola fonte. Dunque, una fonte
dalla quale procede un slanciarsi nell'infinito.
Va letto: le Coscienze di Sé intuendo idee di
ogni forma si slanciarono da una sola fonte!
Le idee sono un qualche cosa di diverso dal volere
vigoroso e sono un qualche cosa di diverso dal nous. Cosa sono dunque
le idee? Quali sono le idee o, se vogliamo, le intuizioni che queste
Coscienze di Sé hanno avuto per slanciarsi dalla fonte in cui
erano contenute? Erano la costruzione delle determinazioni!
Non si sta parlando di Coscienze di Sé che si
formano nell'Energia Vitale che si muove libera nello spazio. Questo
è già avvenuto!
Non si sta parlando di Coscienze di Sé che
appartengono a pianeti, stelle o galassie; questo appartiene ad altre
visioni.
Qui si sta parlando della vita della Natura. Si stanno
indicando le Coscienze di Sé dell'Essere Natura. Le prime
Coscienze di Sé che producono altre Coscienze di Sé
uguali a sé stesse.
La fonte in cui queste Coscienze di Sé intuiscono
idee di ogni forma e dalla quale si slanciano è quello che in
gergo scientifico di oggi si chiama BRODO PRIMORDIALE anche se questa
visione è primordiale soltanto per la centralità che
gli Esseri Umani concedono a loro stessi in quanto in ogni istante
ogni Coscienza di Sé è in un brodo primordiale dal
quale tenta di staccarsi e di uscire., ma accettiamo questo come
visione.
Il BRODO PRIMORDIALE è la fonte dalla quale le
Coscienze di Sé si lanciano proprio perché hanno
intuito idee. L'intuizione le ha portate a guardare il futuro mentre
viene loro incontro e hanno trasformato le loro scelte attraverso il
"volere vigoroso" in determinazioni specifiche della
propria specie. Le Coscienze di Sé sono all'origine,
capostipiti, nodi di trasformazione importanti, momenti di distacco
ecc. attraverso i quali originare nuove specie all'interno
dell'Essere Natura.
Queste Coscienze di Sé trasformarono Necessità
e Intento in propositi attraverso i quali raggiungere il proprio
fine. Alla Necessità che le spingeva, all'Intento che aveva
trasformato l'Energia Vitale inconsapevole in Coscienza di Sé
sommarono la propria volontà trasformando Necessità del
padre in Necessità soggettiva di trasformazione e dilatazione
e l'intento della propria trasformazione in Intento dell'uso della
propria volontà per perseverare nel proprio stato dilatarsi
intuendo l'intuibile che le circondava. Attraverso l'intuire
dell'intuibile esse intuirono anche il tempo che veniva loro incontro
e per modificare sé stesse nel tentativo di costruire il loro
futuro costruirono le loro determinazioni.
Che cosa sono le determinazioni? Sono le idee intuite
dalle Coscienze di sé mentre guardano il tempo che viene
incontro: progettano il futuro. Progettano sé stesse non solo
in quanto individui, ma in quanto specie. Le Coscienze di Sé
progettando il loro futuro si divisero. Uscirono uguali dalla fonte,
ma la loro volontà manipolava in modo soggettivo la loro
necessità e questa manipolazione costruì adattamenti
soggettivi diversi alle variabili oggettive che incontravano o, se si
preferisce, che intuivano. Queste Coscienze di Sé spinte dal
fuoco del pensiero, dell'intenzione, del progetto, dello scopo,
degli intendimenti, del modo di pensare e del sentire si
divisero. Ognuno seguendo la propria sequenza di mutamenti; ognuna
germinando la propria specie. Ognuna di queste Coscienze di Sé
divennero oggettività per le altre Coscienze di Sé.
Ogni Coscienza di Sé divenne idea intuibile dall'intuizione di
ogni altra Coscienza di Sé.
In questo momento troviamo un termine particolare: il
signore. Un soggetto che predispone un "modello noetico
inestinguibile". Quale signore predispone che un fiume segua il
suo corso dal monte al mare? Oggi diciamo la forza di gravità!
Che cos'è dunque il signore che predispone? sono le condizioni
oggettive che permettono alle Coscienze di Sé di slanciarsi
dalla fonte.
In questa oggettività è possibile la vita
a base di carbonio non è possibile lo sviluppo della vita a
base di silicio. Oggi, 1999, lo posso affermare. Il veggente degli
Oracoli Caldaici vedeva le condizioni alle quali le Coscienze di Sé
operavano adattamento soggettivo come il potere attraverso il quale
veniva costruendosi il "modello noetico inestinguibile".
Nell'oggettività in cui le Coscienze di Sé si
espandevano viene seguita la traccia del loro sviluppo.
Una sola era la loro fonte., ma una volta che hanno
seguito la traccia del loro sviluppo da quella traccia altre
Coscienze di Sé scaturiscono prendendo altre vie. Così
dall'Essere Ameba nasce l'Essere rettile, dall'Essere rettile nasce
l'Essere Mammifero, ecc. ecc. fino alle Coscienze di Sé come
oggi noi le conosciamo e nella forma che le conosciamo. Il tutto
viene presentato come l'immagine del vortice dove tutto nasce e si
trasforma per nascere e trasformarsi. Quell'immagine del vortice è
l'immagine della nascita e della trasformazione della Coscienza di Sé
dell'Essere Natura che si nutre della consapevolezza i ogni Coscienza
di Sé che costruendosi si alimenta alimentando i propri
processi di sviluppo.
Il grembo terribile attorno al quale si aggirano sciami
è quello di REA. E' il grembo dell'Essere Natura da cui tutte
le Coscienze di Sé originano e sono il fondamento stesso della
sua esistenza. Le Coscienze di Sé si aggirano a sciami. La
visione a sciami è esatta. Sia quando si tratta delle
Coscienze di Sé della specie cui apparteniamo sia per quanto
riguarda ogni specie sia per l'insieme. L'Essere Natura è
spesso visibile come un grande sciame composto da ogni consapevolezza
di cui è fonte, madre e figlia allo stesso tempo.
Ciò che implode è ciò che si
trasforma dentro. Quando si trasforma dentro trasferisce il proprio
Potere di Essere all'esterno. L'implosione è essenza delle
trasformazioni nei mutamenti. Quanto implode si trasforma alimentando
la propria Coscienza di Sé e variandone le determinazioni per
lo sviluppo della propria specie. Cosa diversa è l'implosione
della distruzione di sé stessi quando si rinuncia ad
alimentare la propria crescita e si attende la propria distruzione.
Che cos'è il "culmine del tempo senza
quiete"? E' questo tempo! E' il momento in cui lo sviluppo
della Coscienza di Sé avviene attraverso la soluzione delle
contraddizioni. Questo è il tempo senza quiete. Questo è
il tempo della crescita. La crescita non è tempo di quiete, la
crescita è tempo di sviluppo delle contraddizioni all'interno
delle quali costruire la Coscienza di Sé nell'infinito dei
mutamenti.
Che cos'è quel "cogliendo in abbondanza
il fiore del fuoco"? Chi lo coglie? HEKATE, l'essenza delle
trasformazione e dello splendore dello sviluppo della Coscienza di
Sé. Lo sviluppo della Coscienza di Sé; l'esercizio
della propria volontà; la costruzioni delle determinazioni
attraverso le quali favorire lo sviluppo della propria specie in
armonia con tutte le specie dell'Essere Natura; formano la cintura
dei fiori di HEKATE., ma e lo sviluppo della Coscienza di Sé
arricchisce la cintura di HEKATE la fine della Coscienza di Sé
e la sua rinascita pone le basi per la rinascita della Coscienza di
Sé Universo.
La fonte primigenia del padre fece scaturire quanto
esiste della Coscienza di Sé dell'Essere Natura. Non poteva
essere altrimenti. Queste sono le condizioni e questo è il
risultato di Necessità e Intento su questo pianeta. Sotto
altri soli, sopra e sotto altri pianeti altri brulicare di fonti,
altri brulicare di vite e Coscienze di Sé agiscono per
arricchire di fiori della Coscienza la cintura di HEKATE.
In questo frammento la nostra attenzione va concentrata
sulla formazione della Coscienza di Sé dell'Essere Natura e
delle condizioni che su questo pianeta hanno consentito di costruire
la nostra specie. Nella storia del Paganesimo Politeista ci sono
varie immagini sulla creazione a seconda di dove i veggenti
concentrano la loro attenzione. Ogni trasformazione diventa atto di
creazione in quanto non esiste una creazione dal nulla, ma un
divenuto che è momento di partenza o di formazione di un nuovo
divenire. Un divenuto che si trasforma per costruire il nuovo.
Per il Paganesimo Politeista ogni momento è un
momento di trasformazione e dunque l'Attenzione del veggente può
considerare quel momento importante come il momento importante della
propria esistenza., ma l'esistenza del veggente è oggetto in
sé stesso. E' il momento in cui il veggente dice: "Da
questo momento io mi sono trasformato!" Il veggente può
ignorare tutto il precedente,, ma il precedente lo ha formato. Egli è
figlio del precedente e padre del futuro che costruirà anche
per aver concentrato la propria attenzione su quel momento e non su
altri.
CONCLUDENDO il frammento
Attenzione al concetto di idea. Il concetto demiurigo
che porta l'idea all'interno del mondo sensibile è atto della
volontà soltanto per quanto riguarda i percorsi di sviluppo
delle Coscienze di Sé all'interno dell'Essere Natura e ha come
risultante non solo lo sviluppo di Coscienze di Sé libere, ma
come sviluppo della Coscienza di Sé dell'Essere Natura stessa.
L'idea è quanto la volontà della
Coscienza di Sé trasferisce come patrimonio della specie.
L'idea è l'oggetto che la Volontà del singolo Essere
trasferisce nella propria specie come determinazione.
Ogni Essere, di ogni specie, è un punto
d'arrivo della specie stessa. Ogni Essere, di ogni specie è un
punto di partenza per la formazione di specie future.
Il singolo Essere della Natura attraverso l'uso della
propria volontà e procedendo per adattamento soggettivo alle
variabili oggettive sceglie delle modificazioni, più o meno
evidenti, più o meno sviluppabili, che si perpetuano nella
specie favorendone o complicandone i processi di sviluppo.
Le modificazioni sono le determinazioni specifiche
della singola specie che attraverso le modificazioni soggettive,
favorite dalle condizioni nella natura, diventano patrimonio
dell'intera specie.
L'attività demiurgica è la capacità
del singolo Essere di trasformare la propria volontà in
situazioni stabili che favoriscono lo sviluppo della specie e
dell'intera natura nel suo insieme.
38) intime intuizioni del padre sono queste, e verso
di esse si volge il mio fuoco.
Qual è il mio fuoco che si volge verso le intime
intuizioni del padre? Qual è il mio fuoco che si volge verso
le intime intuizioni di Necessità e Intento? La mia necessità
e il mio Intento trasformati dal mio volere: la mia volontà!
Chi si rivolge a Necessità e Intento è la
mia Coscienza di Sé che volgendosi all'intuire che la circonda
lo riconosce come intuibile ed agisce per il proprio sviluppo.
Quali sono le intime intuizioni di Necessità e di
Intento a cui mi rivolgo? Delle altre Coscienze di Sé la cui
caratteristica non è quella di essere Coscienze di Sé
dell'Essere Natura, ma di essere tensioni che attraversano l'Essere
Natura e dalle quali posso attingere. I Guardiani del Divenire Umano.
Perché sono un Essere Umano e la mia specie non
ha riprodotto soltanto fisicamente sé stessa, ma ha costruito
le tensioni all'interno dell'Essere Natura attraverso le quali
garantire il divenire dell'Essere Umano. I Guardiani dell'Essere
Umano sono tutte quelle forze che concorrono a garantirne le
trasformazioni. Sono quelle forze che solo garantendo le
trasformazioni agli Esseri Umani garantiscono le proprie
trasformazioni e il proprio divenire nell'eternità. I
Guardiani del divenire Umano sono dei guardiani del divenire
dell'Essere della Natura.
Gli Esseri della Natura non sono soltanto Esseri fisici,
ma sono tensioni di Energia Vitale, delle forze che percorrono il
pianeta e queste forze sono attraversate da tensioni che non hanno
rappresentazioni fisiche, ma solo tensioni di Energia Vitale. Il
fatto di non aver rappresentazioni nel piano fisico non per questo
non interagiscono con questo e non garantiscono lo sviluppo di cui
abbiamo percezione nel piano fisico perché questo garantisce
il proprio esistere.
Sono intime intuizioni perché i Guardiani
agiscono sull'intimo degli Esseri Umani. Non si manifestano come
rappresentazioni enfatiche, ma attraverso un sottile intuire che
manipola il sentire e l'intuire dell'Essere Umano.
Verso di loro si volge il mio fuoco perché da
loro il mio fuoco trae nutrimento. Traendo nutrimento dai Guardiani
del Divenire Umano io fondo il mio infinito alimentando Necessità
e Intento che crescono dentro di me: volontà nella direzione
del mio mutamento. Nello stesso tempo il mio intuire alimenta i
Guardiani. Li rende forti e attenti nel cogliere le loro opportunità
attraverso le quali fondare il loro cammino nell'eternità dei
mutamenti.
39) Il nous paterno nato da sé stesso intuì
azioni, e in tutte le cose inseminò il vincolo dell'amore
gravido di fuoco, perché infinitamente amando permanessero
tutte, e ciò che fu ordito dalla luce noetica del padre non
crollasse. In virtù di questo amore, gli elementi del cosmo
permangono, scorrendo via.
Il termine fondamentale di questo frammento è
amore. Che significa "amando permanessero tutte"? Che
significa "in virtù di questo amore, gli elementi del
cosmo permangono"?
Che cosa significa amore all'interno degli Oracoli
Caldaici?
Il termine amore sta ad indicare la soluzione delle
relazioni attraverso il Potere di Essere.
Il termine "amore" sta ad indicare la
relazione dialettica fra le Coscienze di Sé. Al veggente la
relazione dialettica appare come opera di Eros. Quando due oggetti si
relazionano non avviene danneggiamento di una delle due Coscienze di
Sé,, ma un reciproco arricchimento. E' vero che ogni Coscienza
di Sé, in particolare all'interno dell'Essere della Natura,
paga dei tributi all'oggettività. Le uova di Storione non si
aprono tutte. Molte Coscienze di Sé si cibano di Esseri
Storione in potenza,, ma nonostante questa visione soggettiva
dell'Essere Umano, l'Essere della Natura nel suo insieme tende a
costruire delle relazioni e degli equilibri tali per cui ogni specie
al suo interno conserva delle possibilità di sviluppo. Per
conservare queste possibilità di sviluppo una specie non si
può appropriare dell'intero Essere della Natura, ma deve
mantenere il proprio ruolo tentando sì di svilupparsi, ma
nello stesso tempo mantenendo e alimentando quelle regole del gioco
che di fatto ne limitano gli eccessi di sviluppo.
Questa relazione dialettica che può esprimersi
soltanto attraverso delle relazioni nate dallo sviluppo del Potere di
Essere della Coscienza viene definita "amore".
Perché "amore"? In contrapposizione
all'appropriazione che distingue il fare degli Esseri sottoposti
all'autoidentificazione col dio padrone.
Perché "amore"? Perché la
relazione anziché danneggiare costruisce, arricchisce le
Coscienze di Sé che partecipano alla relazione stessa.
Il nous paterno non è creato,, ma nasce da sé.
Si sviluppa come qualità della trasformazione dell'Energia
Vitale cui è espressione e intuisce l'azione che lo porta a
svilupparsi.
Il nous è in definitiva l'insieme degli attributi
che porta una Coscienza di Sé a crescere e dilatarsi. Il nous
indica il pensiero, l'intenzione, il progetto, lo scopo,
l'intendimento, il sentire, la capacità di giudizio di ogni
singola Coscienza di Sé. Le cose erano caratterizzate da
Coscienza di Sé. La Coscienza di Sé è il fuoco
che costituisce rappresentazione della stessa ed è piena di
amore gravido quando la tensione di sviluppo del suo fuoco è
la sua espansione nell'infinito dei mutamenti attraverso le relazioni
dialettiche con ogni altra Coscienza di Sé.
Permanere nell'infinito dei mutamenti e gravido di fuoco
sta ad indicare le trasformazioni della Coscienza di Sé che
permette la sua permanenza nello sviluppo fino a diventare parte
della Coscienza di Sé Universale.
Le relazioni dialettiche formano quell'intreccio di
relazioni fra le Coscienze di Sé il cui scopo è la loro
trasformazione e la formazione della Coscienza universale., ma il
nous universale è anch'esso in formazione ed è questa
la direzione di sviluppo del nous. Dall'inconsapevole si è
generato un nous e questo nous che pervade le Coscienze di Sé
dell'universo deve tendere a svilupparsi nella direzione in cui quel
nous è nato.
Si sarebbe potuto formare nell'Universo un altro
pensiero, altre intenzioni, altri progetti, altri scopi, altri
intendimenti, altri modi di pensare e sentire e invece nell'universo
si è formato una specie di stampo di nous che nato con le
prime Coscienze di Sé si è adattato ai singoli bisogni
generati da Necessità nelle singole Coscienze di Sé
nelle diverse situazioni in cui sono divenute.
E' la relazione dialettica come incontro del Potere di
Essere di ogni Coscienza di Sé che permette a queste la
permanenza degli elementi del cosmo che seguono la loro infinita
corsa nell'infinito dei mutamenti.
40) princìpi che intuiscono le azioni noetiche
del padre e le involsero in azioni sensibili, e in corpi.
L'Energia Vitale, date le condizioni specifiche nelle
quali si trova a dover operare intuisce che per obbedire ad Intento
deve adattarsi soggettivamente ad ogni oggettività che
incontra. I princìpi sono queste forme di adattamento
specifico della soggettività all'oggettività che
l'Energia Vitale incontra e nelle quali agire per costruire nuove
Coscienze di Sé.
Nell'Essere Natura le Coscienze di Sé possono
trasformare l'Energia Vitale inconsapevole in consapevolezza soltanto
trasformando il processo intuitivo all'interno dei corpi sensibili.
Sensibili come noi Esseri Umani all'interno della
ragione li consideriamo.
Questo processo di trasformazione dell'Energia Vitale da
inconsapevole a consapevole trae origine nel momento stesso in cui si
forma l'Essere Natura di cui ogni Essere vivente in essa ne è
parte.
Al veggente questa situazione appare come del tutto
eccezionale e dal momento che il veggente è parte di questo
processo di costruzione tutto quanto percepisce dentro e fuori questo
processo di costruzione viene descritto sempre mediante gli elementi
che contribuiscono a costruire quanto del processo di costruzione
egli è parte.
Il noetico che di Necessità e Intento di cui il
veggente è figlio attraverso delle intuizioni trasferisce la
possibilità della formazione della Coscienza di Sé in
un nuovo modo: il corpo sensibile.
Ricordiamo sempre che il veggnte percepisce cose diverse
da quelle che sono il corpo sensibile perché alterando la
percezione è andato oltre la descrizione del quotidiano.
Andando oltre la percezione del quotidiano ha assistito alla
formazione di Coscienze di Sé gigantesche. Solo in un secondo
tempo egli si accorge di essere parte di un processo specifico di
formazione della Coscienza di Sé che è quello degli
Esseri della Natura di cui egli è parte.
In quel momento percepisce i passaggi che sono venuti
formandosi e che hanno generato l'Essere Natura di cui egli è
parte. Lo sforzo di concentrazioni di Coscienza di Sé di
continuare a svilupparsi egli li legge come il trasferimento
dell'intuito nei corpi sensibili. E non può essere
diversamente fintanto che non vedrà quei corpi sensibili
partorire il dio.
La volontà dell'Essere della Natura che si
sovrappone alla Necesità che lo ha generato è diversa
dalla volontà che si sovrappone a Necessità relativa ad
un Essere di sola Energia Vitale. Le azioni sono diverse e spesso
anche l'Intento che viene espresso è diverso. Non solo gli
Esseri della Natura espandono sé stessi nell'oggettività
che li circonda, ma a loro volta sono fonte di germinazione di altre
Coscienze di Sé.
Questo non avviene fra gli Esseri di sola Energia
Vitale. Questi si espandono soltanto.
41) ...intuendo le cose sensibili in quanto
tangibili.
Sono sensibili in quanto tangibili. Evidenti in quanto
appartenenti anche al descritto della ragione e perciò non
necessitano di nessun sforzo di alterazione della percezione per
riconoscerli.
Per individuare Esseri di sola Energia Vitale è
necessario alterare la percezione. E' necessario un grande sforzo da
parte del veggente mentre per constatare la presenza di corpi
sensibili, al di là della loro descrizione e della loro realtà
in sé, non è necessario nessun sforzo: le cose si
manifestano nella ragione.
Anche la ragione deve essere sottomessa all'intuire e
deve agire intuendo in quanto anche fra le cose tangibili esiste uno
sconosciuto nel quale la ragione si trova a dover agire. Una ragione
agisce intuendo nel proprio sconosciuto quando continua ad allargarsi
intuendo e comprendendo gli oggetti che con essa interagiscono.
42) per vincolo in Amore stupendo, che scaturì
per primo dal nous, vestendo di fuoco il fuoco suo unificante, per
mescolare i caratteri sorgivi, effondendovi il fiore del suo fuoco.
"vestire di fuoco il fuoco"; "mescolare i
caratteri sorgivi"; "effondervi il fiore del suo fuoco"
queste sono azioni attraverso le quali l'Essere della Natura genera
un altro sé stesso diverso da sé stesso.
Nell'universo prima che nascessero le Nature sui vari
pianeti questo non era mai avvenuto. Le specificità della
formazione della Coscienza di Sé come formazione attrverso le
trasformazioni dell'Esser Natura appaiono in tutta la loro grandezza
e la loro sacralità al veggente.
Appaiono diverse e slegate dalla formazione della
Coscienza di Sé di altre specie. Quasi fossero una cosa
diversa. Una diversa sacralità. Una sacralità che
riguarda il veggente stesso.
Quella sacralità, quel fare viene rivestito di
"Amore" perché è l'emozione che davanti a
questo afferra il veggente.
Gli Esseri della Natura sono legati da "Amore".
Sono legati da relazioni relative al Potere di Essere. Quel Potere di
Essere che le porta a legarsi reciprocamente per costruire un pi
grande e potente Essere Natura., ma diventa un più grande e
potente Essere Natura soltanto nel momento in cui il veggente
alimenta il proprio percorso di dilatazione soggettiva nell'universo.
Soltanto nel momento in cui ogni Essere dell'Essere Natura alimenta i
propri percorsi di dilatazione soggettiva.
Necessità ed Intento trasferiti nel mondo
sensibile danno vita a Coscienze di Sé che germinano altre
Coscienze di Sé oltre che tentare di dilatare e costruire sé
stesse attraverso un numero infinito di fasi e di trasformazioni.
L'Essere della Natura che si dilata nel suo circostante
e nello stesso tempo è fonte generatrice di altre Coscienze di
Sé che alimentano e arricchiscono l'Essere Natura.
43) ... d'abissale amore...
La relazione fra Poteri di Essere non è soltanto
"abissale" intesa come immensa, ma intesa come relazioni
fra gli Esseri all'interno dell'Essere Natura.
L'Essere Natura lega gli Esseri fra loro attraverso
delle relazioni sia all'interno della propria specie sia nelle
relazioni con tutte le specie degli Esseri della Natura. L'Essere
Natura lega gli Esseri di ogni specie in tutta una sequenza dei
mutamenti dal brodo primordiale dal quale l'Essere Natura iniziò
a costruire la propria Coscienza all'infinito dei mutamenti
attraverso i quali giungere alla Coscienza di Sé Universale.
L'Essere Natura lega gli Esseri sia sul piano spaziale
che su quello temporale. L'una e l'altra sono in relazione dialettica
fra tutti gli Esseri della Natura. Questo è "l'abissale
amore" altro non è che la relazione fra i Poteri di
Essere che regola e costruisce le relazioni: il farsi Venere di ogni
Essere nelle relazioni!
44) ... mescolando scintilla d'anima alle due
concordi essenze, il nous e il cenno divino, per terzo aggiunse ad
esse Eros nella sua purezza, vincolo venerando di tutte le cose, che
tutte le doma.
Nella generazione degli Esseri della Natura l'amplesso
altro non fa che mescolare la "scintilla d'anima" del
futuro Essere. Il suo campo vitale. Il suo centro attraverso il quale
costruire il suo divenire.
Chi le mescola? Le due concordi essenze! Fra gli Esseri
della Natura esistono due sessi attraverso i quali costruire le
variabili del divenire futuro della specie.
Le due concordi essenze altro non fanno che porre le
basi per lo sviluppo del nous nella forma e nella specie di cui sono
parte. Le due concordi essenze altro non fanno che porre le basi
affinché si generi una nuova concentrazione di pensiero,
intenzione, progetto, scopo, intendimento, modo di pensare, sentire e
giudicare finalizzate all'arricchimento della propria specie. Questo
nous spinto da Necessità, il cenno divino, costruisce la base
per la nascita del dio. Questo nous spinto da Necessità, il
cenno divino, costruisce la base dell'Essere della Natura.
Come essere dio costruisce sé stesso
nell'infinito dei mutamenti, come Essere della Natura si mescola ad
Eros, diventa Eros, che attraverso la relazione emozionale con gli
enti che lo circondano agisce all'unisono per costruire l'infinito
dei mutamenti di quanto lo circonda.
Ed è il suo farsi Venere che permette alla sua
esistenza di domare tutte le cose che nel tentativo di espandersi lo
distruggerebbero. E' il suo farsi Venere che ferma quanto lo
travolgerebbe nel grande vortice qual è l'Essere Natura. E' il
suo Potere di Essere che si impone all'oggettività in cui vive
arricchendola.
Facendosi Eros quell'Essere Venera quanto lo circonda
favorendone lo sviluppo. Facendosi Eros quell'Essere Venera la sua
specie alimentando il suo Potere di Essere nell'oggettività in
cui si espande.
Facendosi Venere l'Essere doma le forze che dal
circostante si rivolgono verso di lui. L'Essere può essere
preda o predatore; l'Essere può sviluppare un Potere di Essere
che si manifesta e amplia senza predare, ma facendosi Venere e
aiutando il mondo che lo circonda a svilupparsi. L'Essere può
essere un dio! Lo è quando nelle relazioni col mondo manifesta
il suo farsi Venere!
L'amore non è l'amplesso. L'amore è un
moto emozionale di cui l'amplesso è una delle espressioni.
L'amore è un fiume emozionale che attraversa l'individuo
travolgendolo in un vortice di sensazioni. Quel vortice di sensazioni
è il suo "sentire il respiro del mondo" di cui è
diventato parte. Può essere che tutto il mondo sia la propria
specie. Può essere che tutto il suo mondo siano gli Esseri
Animali della Natura. Può essere che tutto il mondo sia
l'intero Essere della Natura. Può essere che tutto il mondo
siano gli Esseri di sola Energia Vitale. Può essere che il
mondo che si fa attraversare dal suo sentire sia l'intero universo
con quanto contiene. Il fiume emozionale che viene definito come
capacità di amare è grande come l'universo, ma è
percepito dall'Essere in relazione alla sua capacità di
abbracciare, col proprio sentire, quella e solo quella porzione di
universo. Egli ama quella porzione di circostante dalla quale si fa
emozionalmente coinvolgere.
Questa è la purezza di Eros!
45) ... soffocamento del vero amore
Cosa soffoca il "vero amore"?
L'appropriazione; il sottomettere; la sottomissione!
Amore è un flusso emozionale che partendo
dall'individuo si trasmette al mondo.
Amore è un flusso emozionale che partendo dal
mondo viene percepito dall'individuo.
L'amore è il percepire. Amore è l'intuire.
L'appropriazione è assenza del percepire. La
sottomissione è assenza di intuire.
L'appropriazione è atto di forza attraverso il
quale si impedisce lo sviluppo di un divenire. Esistono all'interno
dell'Essere Natura degli equilibri che si costruiscono annientando
dei divenire, ma quelli sono funzionali al divenire del tutto. E' il
saccheggio quello che distrugge chi lo compie, chi lo subisce e
l'oggettività in cui avviene.
Questo è il soffocamento del vero amore. Il vero
amore che si sostituisce con l'appropriazione: con lo stupro.
Lo stupro diventa elemento col quale si costruiscono le
relazioni all'interno della nostra specie quando ci si deve
appropriare di qualcuno anziché fondere il nostro sentire con
quello di coloro col quale fondiamo un reciproco futuro.
Quando si soffoca lo sviluppo emozionale degli Esseri
questi tentano di reagire aggirando l'oscurantismo del loro
percepire. Non c'è più amore nelle loro azioni. Queste
sono vuote. Queste sono tese ad arraffare quanto può dar loro
un attimo di tregua dal vuoto che le sta soffocando. Questi Esseri si
appropriano. Questi Esseri sottraggono ad altri Esseri soltanto per
il gusto di sottrarre. Stuprano per il gusto di stuprare rendendo
altri Esseri uguali a loro: vuoti e bisognosi di svuotare chiunque
capiti loro a tiro.
Venere ed Eros sono l'opposto della sottomissione.
Venere ed Eros sono l'opposto del Macellaio di Sodoma e
Gomorra e del pazzo di Nazareth!
46) ... persuasione disvelamento amore
Si legge: "Ciò che svela l'amore è la
persuasione!"
Sarebbe più esatto dire è l'ammaliare, ma
anche persuasione rende bene. Persuadere significa convincere
dell'opportunità di...
Significa convincere dell'opportunità di agire
all'unisono per migliorare le relazioni fra l'Essere Umano e la vita
che lo circonda. Persuasione è quanto arriva all'Essere Umano
dalle Coscienze di Sé che lo circondano.
Disvelamento (in greco Aleteia) viene tradotto quasi
sempre come verità. In realtà significa ciò che
era nascosto ed ora è manifesto., ma se ciò che era
nascosto alla mia percezione e poi io ho sviluppato la percezione che
mi ha permesso di incontrarlo allora Aleteia sta ad indicare non
verità come comunemente intesa, ma il risultato del mio
percorso di Libertà.
In questo caso si ha la persuasione che indica
un'attività del soggetto nell'oggettività attraverso la
quale il soggetto modifica sé stesso giungendo a svelare
l'amore come relazione e come interesse di sviluppo soggettivo.
In questo caso la persuasione diventa l'attività
del soggetto che giunge a svelare l'amore nascosto.
47) speranza ti nutra colma di fuoco...
Che cos'è speranza nel Paganesimo Politeista?
Speranza è un'entità divina. Una Coscienza di Sé
e in Sé che ogni Essere alimenta dentro di sé ogni qual
volta progetta il futuro.
Ogni volta che un Essere di qualunque specie
(dell'Essere della Natura nel nostro caso) mette in essere una
strategia, un progetto o delle attività per ottenere un
determinato effetto in realtà alimenta Speranza dentro di sè.
Non è il vuoto sperare dell'Essere che distrutto
nella sua capacità di determinare il futuro spera
nell'inervento di un qualche onnipotente che ponga rimedio alla sua
rinuncia a progettare.
Speranza è una divinità che nutre il fare
di ogni Essere che tenta di espandersi nell'infinito.
Speranza è il Potere di Essere di una Coscienza
di Sé che trae nutrimento dall'Energia Vitale espressa da ogni
Essere mentre concentra tutto sé stesso per costruire una
qualche forma di futuro. Nell'alimentarsi da ogni Essere che progetta
il futuro Speranza alimenta chi progetta il futuro per mantenere vivo
l'Intento che le permette di svilupparsi nell'infinito dei mutamenti.
Cosa porta la visione del fare di Speranza?
Che cosa porta la visione degli Esseri Umani mentre si
fanno Speranza alimentandola attraverso il loro fare?
Il ribollire del fuoco della vita!
Il fuoco della vita ribolle nell'Essere che progetta il
proprio sviluppo attraverso l'intento di sviluppare sé stesso.
Speranza accorre in aiuto. Speranza ne alimenta gli atti
del progetto. Speranza assume su di sé l'articolazione del
progetto. Speranza chiama a raccolta gli déi perché
favoriscano e alimentano quei progetti.
Dunque: "Speranza nutra il tuo fare ricolmandolo
del fuoco della vita! Del fuoco della Determinazione!"
48) in questi tre fondamenti, tutte le cose trovano
orientamento e sono.
Il concetto dei tre fondamenti nei quali tutte le cose
trovano orientamento e determinano il percorso del loro esistere.
Nei paragrafi precedenti che parlavano della triade
fondamentale ne abbiamo trattate due triadi a fondamento dello
sviluppo di ogni Coscienza di Sé.
La prima triade alla base di ogni Coscienza di Sé
è Necessità, Intento e Volontà.
Si è parlato di una seconda triade relativa allo
sviluppo delle Coscienze di Sé divine Soggetto, Oggetto e
Relazione. Questa triade è il fondamento della trasformazione
non delle cose né del loro orientamento.
Anche la Relazione risponde ad una triade attraverso il
quale viene determinato lo sviluppo Tensione, Accumulo e Scarica., ma
questa relazione fra gli Esseri della Natura risponde ad una triade
fondamentale nel Paganesimo Politeista ed è Liber, Libera e
Cerere.
Anche in questo caso la triade ha valore e importanza in
quanto una Coscienza di Sé esiste e determina sé
stessa. E' una triade fondamentale per la costruzione dell'Essere
della Natura, ma questo presuppone che l'Essere della Natura sia
divenuto attraverso la triade fondamentale.
Ci sono delle triadi che rispondono alla triade
fondamentale dalla quale tutte le Coscienze di Sé esistono e
traggono orientamento. Le Coscienze di Sé esistono per
Necessità e Intento e si orientano attraverso l'uso della
propria Volontà. In questo modo si fanno dio che termina lo
sviluppo della propria Coscienza di Sé nell'infinito dei
mutamenti costruendo altre triadi.
Solo questi tre divini sono i fondamenti di ogni
Coscienza di Sé e di ogni cosa percepita nel mondo che ci
circonda.
In questi tre, Necessità-Intento-Volontà,
"tutte le cose trovano orientamento e sono".
49) luce generata dal padre: poiché solo Aion,
attingendo in abbondanza al fiore dell'intuire, può cogliere
nous paterno dalla forza del padre, e donare nous a tutte le
scaturigini, e ai principi, e con turbine continuo farli vorticare e
permanere in eterno.
traduzione Manuela Simeoni: luce
generata dal padre, infatti questa sola, raccogliendo in abbondanza
il fiore del nous, dalla forza del padre ha [capacità di]
pensare il nous paterno e infonderlo a tutte le sue idee e principi e
vorticare per sempre e rimanere, in un vortice attivo.
L'interpretazione di questo passo degli Oracoli Caldaici
è fondamentale., ma è stato fondamentale anche
modificarne la traduzione per definirla meglio.
Una volta precisata la traduzione l'immagine appare
chiara. La luce altro non è che l'Energia Vitale che si
espande nell'universo. Questa sola (non esiste altro nell'universo se
non quella) raccogliendo in abbondanza l'essenza del pensiero,
intenzione, progetto, scopo modo di pensare e sentire attraverso la
forza del padre (Necessità) che sola può imprimerle il
movimento per giungere a ciò, ne infonde le idee e i principi
che vorticando attraverso la propria volontà soggettiva sono
mantenuti in un vortice attivo. Un vortice attivo che altro non è
che la Coscienza di Sé che esercitando la propria volontà
sovrapposta a Necessità che l'ha generata tenta di espandersi
nell'oggettività che la circonda.
Con questa visione si ha la nascita del dio. Una
Coscienza di Sé che si espande nell'infinito dei mutamenti.
Le componenti di questa visione sono la luce che altro
non è che l'Energia Vitale. L'Intento che è
rappresentato dall'insieme degli elementi attraverso i quali
definiamo il nous. Necessità che è la frza della
formazione del vortice attivo. E Volontà rappresentata dal
permanere in attività del vortice e della sua espansione
nell'oggettività.
Con questa visione si può rappresentate tutta la
cosmologia Pagana Politeista. Tutti gli elementi sono elementi
interni all'oggettività e si esprimono in maniera diversa a
seconda di come è venuta trasformandosi l'oggettività
stessa.
Tutta questa cosmologia demolisce ogni concetto di causa
determinatrice o creatrice in quanto individua le forze della
trasformazione come qualità ed elementi dell'oggettività
che ci circonda.
A differenza degli scolastici si può affermare
che la causa dell'esistente sono le qualità dell'esistente
stesso. L'intento dell'esistente, inteso in questo caso come il fine,
è relativo alle tensioni che attraversano l'esistente. Nulla
vi è fuori dell'esistente in quanto l'intero esistente
partecipa alle trasformazioni per adattamento dell'esistente stesso.
Necessità, Intento e Volontà qualificano
il movimento di ogni Coscienza di Sé che non può essere
separata dai suoi processi di trasformazione.
50) al centro dei padri il centro di HEKATE è
condotto.
E' interessante il passaggio continuo fra il concetto di
padre cosmologico e padri all'interno dell'Essere Natura. La visione
del veggente viene continuamente messa alla prova su piani della
percezione differenti quando il suo sentire avverte la presenza delle
stesse componenti all'interno della natura e nella formazione delle
Coscienze di Sé cosmologiche. La sensazione che ne ricava il
veggente è la stessa in quanto è in presenza delle
stesse tensioni, ma l'Intento che percepisce è diverso. La
grande HEKATE, momento di trasformazione di ogni stadio di Coscienza
di Sé a livello cosmologico, negli Esseri della Natura assume
un significato diretto nella crescita e nella formazione della loro
Coscienza di Sé.
Quando dal cosmo la visione viene condotta all'interno
degli Esseri della Natura col termine padre può essere
indicato colui che genera., ma colui che genera altri Esseri della
Natura deve avere come momento centrale del proprio sviluppo e del
proprio generare l'essenza di HEKATE. Senza l'essenza di HEKATE come
momento centrale delle trasformazioni dei padri non vi è fuoco
vivo fra gli Esseri della Natura.
HEKATE è per gli Esseri della Natura uguale a
RHEA. HEKATE è RHEA quando il corpo fisico muore e la
coscienza dell'Essere passa al corpo luminoso che ha costruito
attraverso tutta la propria esistenza. RHEA è la nascita del
corpo fisico e dunque l'opportunità dell'Essere di
attraversare HEKATE per costruire la propria eternità.
Se l'Essere della Natura non costruisce il proprio corpo
luminoso e non orienta le proprie tensioni dell'esistenza verso
HEKATE costruisce un'Essere Natura debole. Deboli saranno i suoi
figli; debole sarà la sua volontà; debole sarà
il suo Intento; deboli saranno le sue determinazioni.
Ecco il senso per cui "al centro dei padri il
centro di HEKATE è condotto".
51) Dal fianco destro, dove le cartilagini si
infossano sotto lo sterno, gorgogliando zampilla abbondante il fiotto
dell'anima primordiale, intimamente animando luce fuoco etere mondi.
In questo frammento si parla soltanto dell'Essere Umano
e del suo centro del sentire che viene indicato col plesso solare. Il
plesso solare è un centro di Energia Vitale che nelle pratiche
orientali vengono chiamati Chakra nel quale ha sede la percezione che
dal divino che ci circonda giunge all'Essere Umano.
In questa sede c'è il sentire che si attiva
quando l'Essere Umano percorre un sentiero virtuoso attraverso il
quale costruisce il suo corpo luminoso o se si preferisce il Daimon
dei greci o Genio dei romani.
Cosa significa l'anima primordiale? L'anima primordiale
altro non è che l'Energia Vitale che sorregge il corpo fisico.
Il corpo luminoso non è ancora formato. L'Essere Umano solo in
quel momento comincia ad esercitare la propria volontà. Fino
ad allora è divenuto come trasformazione della sua specie. E'
cresciuto per volontà della specie nella pancia della madre e
poi da bambino è cresciuto sia continuando a percorrere il
sentiero di crescita tracciato dalla sua specie sia iniziando ad
esercitare la propria volontà nel mondo circostante.
Da quando comincia ad esercitare la propria volontà
alimentando le determinazioni proprie della sua specie l'Essere Umano
fa zampillare il fiotto dell'"anima primordiale". Facendo
zampillare (muovere, articolare esercitare) la sua "anima
primordiale" alimenta la propria capacità intima di
percepire quanto si alimenta nel mondo circostante. Egli ravviva il
fuoco della crescita dell'Essere Luminoso, il dio, che cresce dentro
di lui percependo mondi che sono estranei al mondo della ragione, ma
che possono comunicare attraverso il suo sentire.
Attraverso quell'attività egli alimenta la
crescita del suo corpo luminoso sviluppandone il sentire.
In quel momento non solo egli esercita la sua volontà
sovrapponendola alla Necessità che lo portò a nascere,
ma alimenta il divino che emerge dentro di lui e che di volontà
è artefice e alimento. Il divino è artefice di volontà
perché se l'Intento del corpo fisico è quello di
migliorare la propria situazione più egli migliora la sua
situazione all'interno delle contraddizioni dell'esistenza e più
il corpo luminoso cresce., ma il corpo luminoso è collegato
direttamente a volontà non è mediato dalla ragione come
il corpo fisico. Così il corpo luminoso alimenta volontà
che soccorre e supporta le determinazioni del corpo fisico.
Il sentire dell'Essere Umano proietta il dio che cresce
nell'Essere Umano fra gli dei del mondo circostante. Questo frammento
è relativo soltanto all'Essere Umano.
Quando il corpo luminoso cresce si esprime attraverso il
corpo fisico. Non solo sul plesso solare, ma anche attraverso altri
punti il corpo luminoso si affaccia alla vita quotidiana. Non sono
solo punti dai quali l'Energia viva (cioè la virtù)
fuoriesce, ma la formazione del corpo luminoso predispone il corpo
fisico ad adattarsi sia alla sua presenza che alle sue esigenze La
quantità di Energia Vitale nell'individuo aumenta e aumenta
sia la sua capacità di comprensione del mondo che la sua
capacità di alterare la percezione costringendo il suo
cervello a emettere sostanze o a creare nuove connessioni. Aumentando
la sua Energia Vitale aumenta anche la sua capacità di
scegliere bisogni diversi, visioni diverse, concetti diversi.
"Gorgogliando zampilla abbondante il fiotto
dell'anima primordiale"
52) Nel fianco sinistro di HEKATE dimora la fonte
della virtù che permane tutta quanta raccolta all'interno, non
perde la sua verginità.
HEKATE è rappresentata in una statua triplice. A
destra è raffigurata una testa di vacca e a sinistra una testa
di cagna e al centro la testa di una giovane donna. Anche in un'altra
incisione la dea è rappresentata con al centro la testa di una
giovane donna, a destra la testa di una capra e a sinistra la testa
di una cagna. Nelle sei mani brandisce delle torce di fuoco: il fuoco
della Conoscenza e della Consapevolezza.
Perché questa rappresentazione triplice? Perché
HEKATE rappresenta le trasformazioni cui perviene un Essere della
Natura per costruire il suo corpo luminoso.
A destra era la nascita come fertilità che
favorisce lo sviluppo dell'Essere Natura. Poteva essere una vacca o
una capra. Al centro era il divenuto: l'Essere Umano rappresentato da
una fanciulla! A sinistra c'era il cane che rappresentava lo spirito.
Il Demone. Daimon: il dio che cresce dentro l'Essere della Natura.
Nel fianco sinistro di HEKATE è rappresentato il
suo divenire: il dio!
HEKATE nelle raffigurazioni classiche rappresenta le
trasformazioni dell'Essere della Natura. Il corpo luminoso non perde
mai la sua verginità. Non tanto perché ci sia qualcosa
da stuprare, ma perché la virtù è il fare
dell'Essere Umano attraverso la sua volontà: il suo farsi dio!
Nessuno può togliere al dio il suo sviluppo nell'eternità
dei mutamenti.
La rappresentazione di HEKATE è una delle più
grandi rappresentazioni prima dell'avvento dell'uomo dio padrone di
altri uomini. E' l'ultima simbologia del percorso per la costruzione
del divino a cui l'Essere della Natura concorre.
L'Essere della Natura è REHA, GIUNONE: la
nascita. Quell'atto di magia coinvolge l'intera sua esistenza. Non è
pensabile nessun atto di magia e di trasformazione fra gli Esseri
della Natura se si esclude l'atto di magia per eccellenza: la
nascita. Nello stesso tempo non si può non considerare il
secondo atto di magia conseguenziale al primo: la morte del corpo
fisico! Nella rappresentazione di HEKATE non solo questo è
rappresentato, ma viene definito proprio in funzione dell'ultima
grande operazione di magia: la morte del corpo fisico.
Ebbene HEKATE è rappresentata, dal punto di vista
esoterico proprio dalla fine del corpo fisico e dalla conseguenziale
nascita del corpo luminoso dell'Essere Umano che conscio della magia
che lo ha portato a nascere ha percorso l'intera esistenza costruendo
sé stesso.
La costruzione di sé stessi è il non
perdere la verginità!
Nelle tradizioni Pagane HEKATE era seguita da una muta
di "demoni" sotto forma di cani. L'ssere Cane simboleggia
la fedeltà. Quando l'Essere Umano costruì la barriera
fra la sua ragione e il mondo del sentire e dell'intuire l'Essere
Lupo lo affiancò assieme al suo cugino Essere Cane. Il Daimon
è fedele al singolo Essere Umano in quanto questi è il
suo generatore., ma è il Daimon esperto nell'arte del sentire
e dell'intuire. E' il Daimon dell'Essere Umano che è in grado
di esplorare lo sconosciuto che ci circonda. Non è come
affermano alcuni studiosi che l'Essere Cane accompagna l'Essere Umano
oltre la vita., ma è esattamente il compagno dell'Essere Umano
fisico che si slancia nella notte della vita fisica che per lui è
lo splendore dell'infinito dei mutamenti. Non è l'Essere Cane
che conosce l'aldilà, ma è il corpo luminoso che è
in grado di muoversi nello sconosciuto circostante percependolo e
intuendolo.
La triplicità di HEKATE nel lato sinistro è
rappresentata dall'Essere Luminoso, Daimon o Genio come il volto
della fanciulla rappresenta ciò che dalla generatrice
dell'Essere Natura si costruisce in essa.
53) ... con i pensieri del padre io trovo luogo,
anima che tutto anima col suo calore.
Quali sono i pensieri del padre? Se non esiste Coscienza
di Sé non esiste nemmeno volontà e determinazione e per
conseguenza non esiste una ragione né una progettualità
che costruisca l'esistenza.
Il pensiero del padre è l'Intento!
Ricordiamo come del padre sia rimasta Necessità e
Intento. Se Necessità è il movimento Intento è
il fine del movimento il pensiero non pensato dell'Energia Vitale che
si muove attraverso le proprie qualità.
Anima che tutto anima. Si anima tutto e tutto contiene
una concentrazione di Energia Vitale che si trasforma in Coscienza di
Sé e sviluppa la propria consapevolezza.
I pensieri del padre sono dunque l'Intento.
Ma l'Intento universale viene variato dal soggetto che
attraverso la propria volontà si fa un dio. Così
l'Essere Umano articolando la propria intenzione alimenta il proprio
Intento che articolandosi con l'Intento di quanto lo circonda
modifica il proprio Intento che a sua volta modificherà la sua
intenzione.
I pensieri del padre sono dunque la direzione nella
quale sviluppare la propria volontà. Non per appropriarsi di
quanto ci circonda, ma per svilupparci in quanto ci circonda
articolando il nostro sviluppo con tutti gli sviluppi presenti nel
circostante.
54) Sulle spalle della dea, una natura incolmabile si
libra.
E ancora in questo frammento HEKATE viene assimilata a
RHEA, ma non la RHEA genitrice, è l'essenza della libertà
degli Esseri della Natura che attraverso l'uso della loro
determinazione costruiscono loro stessi nell'infinito dei mutamenti.
Quando gli Esseri della Natura costruiscono loro stessi
nell'infinito dei mutamenti non alimentano l'Essere Natura come
Coscienza di Sé complessiva. L'Essere divino che
identifichiamo col nome di Essere Natura si costruisce per
sedimentazione di quelle Coscienze di Sé che all'atto della
morte del corpo fisico hanno si compattato un corpo luminoso, ma
questo non è sufficientemente compatto e consapevole per
essere Libero da vincoli per continuare a costruirsi. Così
questi Esseri si compattano nell'Essere Natura la cui Coscienza di Sé
è costituita in massima parte dallo sviluppo dei mutamenti che
hanno continuato Esseri della Natura che fisicamente erano
microscopici.
Gli Esseri della Natura che costruiscono un percorso
virtuoso, di qualunque specie siano, hanno la possibilità di
costruire la propria Libertà dai vincoli anche dell'Essere
Natura.
Per questo motivo l'Essere Natura cresce sulle spalle di
RHEA, ma appare incolmabile in quanto il suo percorso di Libertà
non può precludere la Libertà di quegli Esseri che nati
dal suo grembo costruiscono per sé stessi sé stessi
nell'infinito dei mutamenti.
Quali sono gli elementi importanti di questa visione?
Le spalle di RHEA sulle quali ci sta l'Essere Natura e
dalle quali l'Essere Natura trae sviluppo!
L'Essere Natura che per sua natura deve percorrere il
suo sentiero di Libertà!
Gli Esseri della Natura che costruendo la loro Libertà
divengono sé stessi nell'infinito dei mutamenti staccandosi
dall'Essere Natura che intanto continua a percorrere i suoi
mutamenti!
Su quale parte della visione poggio lo sguardo?
Qualunque parte sia io divento la visione. Quella
visione mi chiede di appartenergli diventando il tutto per il
veggente, ma il veggente fugge da ogni assoluto in quanto l'unico
assoluto che è in grado di percepire è la Libertà
nelle proprie trasformazioni!
Ogni angolo della visione è un frammento
dell'infinita Libertà che ci circonda e ci chiama.
55) I capelli balenano allo sguardo in un brivido di
luce.
Mi trovai immerso in un reticolato di fuoco brillante
alla vista. Guardavo lo spettacolo e le trasformazioni fintanto che
non percepii me stesso come filamento di quel reticolato!
Possono apparire come capelli che balenano. Capelli
biondi le cui vibrazioni si concentrano e si disperdono in un vortice
di relazioni.
Ma ognuno di quei capelli è una Coscienza di Sé
che percorre sentieri propri e dimensioni percettive proprie. Le
relazioni avvengono per similitudine. Si attraggono, si respingono,
si cercano e si modificano continuamente.
Balenare è il termine preciso per trasmettere nel
mondo della ragione quanto intuito fuori della ragione. Fuori dallo
spazio e dal tempo di cui la ragione è descrizione e padrona.
Qualcuno disse: "Siamo solo frammenti di Sole
imprigionati in una ragione che del Sole e dell'universo
pretenderebbe di essere padrona!" In realtà fuori della
ragione siamo diversi, ma cosa siamo non si può dire perché
sorge in noi il sospetto: quanto vediamo è il reale o solo
un'altra descrizione a cui abbiamo adattato la nostra percezione?
Questo non è dato saperlo almeno fintanto che non
attraversiamo quello sconosciuto trasformandoci, ma una cosa la
sappiamo anche ora. Il mondo della ragione è solo un'isola
nello sconosciuto e anche se "il balenare di capelli" delle
Coscienze di Sé che ci circondano fosse soltanto un'ulteriore
descrizione noi sappiamo che siamo immersi in un mondo magico del
quale siamo parte.
Noi siamo linee di tensione che sprigionano tutta la
loro forza nell'Essere Natura e che praticando l'Essere Natura dal
quale proveniamo possiamo liberarci dalle costrizioni e muoverci
nell'infinito.
Questo è quanto ci dice il mondo che ci circonda.
Ognuno di quei capelli luminosi è una Coscienza di Sé,
una Tensione Cosciente di Sé, un Frammento di Energia Vitale
Cosciente di Sé.
Alcuni di quei capelli ci attraversano e alimentano le
nostre azioni. Altri partono da noi e si legano agli elementi simili
del mondo circostante. Altri ancora ci cercano. Altri ancora cercano
le nostre tensioni per alimentarle. Altri ancora alimentano il nostro
fare e i nostri bisogni. Alcuni di questi capelli uscendo da noi
interagiscono col mondo circostante. Alcuni chiamano i loro simili
per sostenerli. Altri modificano quanto incontrano interagendo con
loro.
Che cos'è dunque il nostro divenire eterno?
Lisciare rendendo forti e vivi i filamenti di Energia
Vitale che da noi si proiettano nel mondo circostante.
Che cos'è dunque l'arte della Stregoneria?
L'arte di potenziare il Potere di Essere del soggetto
per meglio e più efficacemente interagire col mondo
circostante per costruire condizioni migliori nelle quali potenziare
il proprio Potere di Essere.
Lo Stregone impara a scuotere i filamenti. Lo Stregone
impara a chiamare i filamenti. Lo Stregone impara a dirigere i
filamenti attraverso le sue predilezioni e il suo Intento. Così
facendo lo Stregone trasferisce il suo Intuire nella quotidianità.
Questo trasferire non avviene come i cristiani dipingono l'arte
dell'intervento del loro dio: a colpi di bacchetta magica. Avviene
attraverso un sottile intuire che tutto avvolge e nulla costringe. Un
sottile intuire che tutto ammalia, ma nulla obbliga. Un sottile
intuire che intuito dal soggetto questi lo fa un proprio intuire che
trasferisce nella vita quotidiana.
Si può ripetere quella visione come scritta negli
Oracoli Caldaici: "I capelli balenano allo sguardo in un brivido
di luce!"
56) In verità è RHEA la fonte e il
flusso dei beati noetici: è lei la prima in potenza, che nel
suo grembo ineffabile ha accolto la scaturigine di tutte le cose, e
circolando l'effonde su tutto.
Ineffabile: che non si può esprimere con parole
Scaturigine: sorgente, fonte.
RHEA la costruttrice della vita degli Esseri della
Natura. Tanto determinata da nascondere ZEUS a CRONO per impedirgli
di soffocare quanto stava nascendo. RHEA, ai mutamenti, da' un sasso:
"Mangiati questo!" e intanto incuba nel proprio seno
l'oggettività nella quale può svilupparsi l'Essere
Natura.
Chi può essere definito beato? Colui che
sviluppando la propria Coscienza di Sé sviluppa sé
stesso nell'infinito dei mutamenti. Chi non sviluppa sé stesso
non è definibile beato all'interno della visione del
Paganesimo. Soltanto chi è in grado di prendere nelle proprie
mani la responsabilità della propria esistenza sommando
volontà a Necessità che ha determinato la sua Coscienza
di Sé può dirsi beato.
Ma per dirsi beato è necessario che sia cosciente
della possibilità che questa concentrazione di Energia Vitale
cosciente di sé ha avuto e per far questo deve sommare la
propria Volontà a Necessità trasformando questa in
elemento espressivo del proprio esistere. Nel momento stesso in cui
questa Coscienza di Sé piega la propria Necessità
mettendola al servizio del proprio sviluppo attraverso la sua Volontà
sviluppa la propria struttura noetica: il proprio pensiero, la
propria intenzione, il proprio progetto, il proprio sentire, la
determinazione di sé stesso ecc.. Se la Coscienza di Sé
non sviluppa questo, non sviluppa nemmeno la conoscenza attraverso la
quale fondare il proprio futuro. Non sviluppa nemmeno il proprio
Potere di Essere attraverso il quale sviluppare sé stessa.
La fonte di tutti gli Esseri che compongono l'Essere
Natura è RHEA: la genitrice. RHEA il potere di generare. Un
potere di trasformare l'inconscio in cosciente proprio degli Esseri
della Natura, figli di Giunone-Iside-Rhea o quanti altri nomi si
vogliono dare a questa grande madre che in realtà è
l'Essere Natura stessa. O meglio, quando si guarda l'Essere Natura
nella sua qualità di generatrice di Esseri si assiste alla
Coscienza di Sé e alle determinazioni di sviluppo di RHEA.
E' RHEA, per quanto riguarda gli Esseri della Natura, la
prima in potenza perché da essa scaturiscono tutti gli Esseri
e a lei tutti gli Esseri pagano il proprio tributo come elemento per
costruire la loro Libertà.
Il grembo di RHEA è una sorgente. Da quella
sorgente sgorgano le Coscienze di Sé che fin dall'alba del
Brodo Primordiale costruì l'Essere Natura. Il suo grembo è
inesauribile fintanto che le condizioni che determinano il suo
esistere continueranno a svilupparsi.
Ma il suo grembo non produce logos. Non è fonte
della parola né della ragione. Il suo grembo è volontà.
E' il Potere di Essere di Volontà che si genera dal suo
grembo. Volontà non appartiene al parlato della ragione, ma
all'azione degli Esseri che affrontando l'oggettività in cui
vengono generati tentano di svilupparsi in un vortice eterno.
Volontà è l'ineffabile. Volontà è
quanto trasforma Necessità oggettiva come qualità
dell'Energia Vitale in Necessità soggettiva della Coscienza
che si forma. Questa trasformazione, il cui preludio e formazione
avviene nel grembo di RHEA, è l'espressione del suo Potere di
Essere e determinazione della sua esistenza. Fintanto che c'è
la determinazione di essere di RHEA continua ad esistere l'Essere
Natura e a fornire fonte di costruzione e di divenire degli Esseri
della Natura stessa. Continua ad essere fonte di fondazione e di
costruzione dell'Essere Libertà cui tutti gli Esseri della
Natura tendono sia come singoli, sia come specie che come Esseri
Sociali quando, come nel nostro caso, sono Esseri Umani.
57) il padre soffiò i sette firmamenti dei
mondi.
Per gli Oracoli Caldaici i Pianeti del Sistema Solare
sono sette. Sette sono le Nature che da questi si possono sviluppare.
Sette sono i Giove per ogni pianeta. Sette sono le possibilità
della vita nel Sistema Solare. Sette sono le RHEA tutte legate dalla
stessa tensione sia che RHEA splenda nel rigoglio dell'Essere Terra
sia che sia pronta, come un Essere Giaguaro in agguato sul suo
pianeta pronta a cogliere la sua opportunità nel momento
stesso in cui si presenta. Le possibilità della vita sono
opportunità che Necessità e Intento costruiscono per
trasformare l'inconsapevolezza dell'Energia Vitale in Coscienza di
Sé.
Per gli Oracoli Caldaici ci sono sette possibilità
di sviluppo dell'Essere della Natura nel nostro Sistema Solare. Sono
mondi ed opportunità sulle quali i veggenti Caldaici
concentrarono la loro attenzione nel momento stesso che osservando i
moti dei pianeti, notte dopo notte, su questi concentrarono il loro
sentire. E quel sentire percepì la stessa forza, le stesse
tensioni, le stesse determinazioni che dall'Essere Terra si dirigeva
nei loro confronti.
I sette pianeti degli Oracoli Caldaici erano l'Essere
Terra, l'Essere Luna, l'Essere Mercurio, L'Essere Venere, l'Essere
Marte, l'Essere Giove e l'Essere Saturno.
Oggi sappiamo che ci sono altre possibilità, ma
quelle possibilità erano fuori della loro ragione, del loro
sguardo e su quelle possibilità non concentrarono la loro
attenzione. Nemmeno noi possiamo porvi il sottile sguardo
dell'intuire, possiamo soltanto osservarli mediante degli strumenti.
Verrà un giorno che da pianeti più vicini a quelli
potremmo concentrare lo sguardo del sottile intuire su di loro e
percepirne le tensioni, i bisogni e le determinazioni. D'altronde gli
stessi Caldaici non potevano distinguere la separazione, ad esempio,
della Coscienza di Sé delle grandi Esseri Lune di Giove dalla
Coscienza di Sé di Giove stesso come al contrario fecero nella
distinzione fra la Coscienza di Sé dell'Essere Luna con quella
dell'Essere Terra che più vicina sollecitava i loro sensi.
C'è un universo di Coscienze che ci circondano e
che marciano nell'infinito dei mutamenti. Per una Coscienza di Sé
sulla quale noi puntiamo la nostra attenzione "diecimila"
altre ci sfuggono o non entreranno mai nella nostra attenzione.
58) (il fuoco del Sole) ... fissò nella sede
del cuore...
Cosa vede il veggente quando alterando la percezione
osserva gli Esseri Umani superando la forma e la descrizione? Vede
frammenti di Essere Sole che dai loro cuori s'irraggiano nel
circostante. Ogni Coscienza di Sé è visibile come un
frammento di luce solare. Un frammento che si muove in modi diversi e
con sfumature di luce diverse.
Vedere questo non modifica la visione che gli Esseri
Umani hanno nella loro organizzazione descrittiva della ragione, ma
li pone a considerare che quanto li circonda è uguale a sé
stessi, attraversato dalle stesse tensioni, ed è la stessa
luce propria dell'Essere Sole che brilla in ogni Essere della Natura.
Il cuore come centro del sentire. Il cuore come centro
della tensione espansiva dell'individuo. Il cuore come sede del
sottile intuire che relaziona l'Essere Umano con l'infinito intuibile
che lo circonda.
Le Linee luminose che attraversano il mondo e che dal
mondo sollecitano l'intuire soggettivo affinché ad esse si
apra. Gli déi del mondo che ci circonda sollecitano l'Essere
Umano ad usare l'intuibile per costruire le relazioni con essi. Gli
déi del mondo circostante che tentano di comunicare con
l'Essere Umano affinché svegli il dio che dorme dentro il suo
cuore e affronti l'esistenza come un dio anziché come un
miserabile che attende la fine della sua esistenza.
59) ... cosmo solare... luce totale...
La Coscienza è fuoco ed è luce. Una luce
che si muove in modo vorticoso che sembra quasi fiammeggiare tanto è
l'ardore dell'espansione che trasmette al veggente.
E l'Intento del cosmo è TERMINIUS.
Come se l'opacità brillante dell'Energia Vitale
fosse avvolta da fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza.
L'incendio della Conoscenza e della Consapevolezza che si espande
nell'universo.
Questa è la visione dei veggenti!
60) fuoco emanazione di fuoco... e ministro del
fuoco...
In questo frammento continua quanto è detto nel
frammento precedente.
Non solo il cosmo prende fuoco travolgendo
l'inconsapevolezza della Conoscenza e dalla Consapevolezza
soggettiva, ma il fuoco della Coscienza di Sé, che poi è
il fuoco della vita, si propaga quasi fosse un contagio.
Lo sviluppo della Coscienza di Sé deve essere un
atto di volontà. Un atto di sviluppo dove il gioco degli
equilibri all'interno di tutte le specie deve garantire lo sviluppo
delle specie che altre specie contengono.
Così gli Esseri Umani nel corso del loro sviluppo
non possono devastare l'intera oggettività nella quale vivono
in quanto comprometterebbero lo sviluppo e la direzione in cui
avviene lo sviluppo dell'Essere Natura. Inoltre il fuoco deve essere
attizzato. La consapevolezza non si deve affievolire. La strada che
conduce a Libertà deve essere sempre sgombra di ostacoli. Le
pietre devono essere accudite.
Questi sono i ministri del fuoco. Coloro che tengono
libere le strade da intoppi, frane o devastazioni varie. Costoro sono
i ministri del fuoco che agevolano il viaggio ai viaggiatori lungo la
strada della Conoscenza e della Consapevolezza. Costoro, assieme ai
costruttori di ponti, sono gli Psichisti. Quegli Esseri Umani che
alimentando il fuoco che cresce dentro di loro alimentano il fuoco
fra gli Esseri del Sistema Sociale in cui vivono.
I Psichisti sono i guardiani contro le devastazioni,
sono i guardiani contro i tentativi della sottomissione che
costruisce le devastazioni nel cuore degli Esseri Umani e nei Sistemi
Sociali in cui questi vivono.
I Psichisti sono i costruttori del Paganesimo Politeista
in quanto aprendo il cuore degli uomini attizzano il loro intuire
affinché colga il fiore dell'intuibile che dal mondo
circostante giunge loro.
61) a) corso etereo e slancio immenso della luna,
aeree correnti...
b) oh! etere sole respiro della luna, guide
dell'aria.
c) di cerchi eliaci e di fanfare lunari, gonfi
d'aria....
e) porzione di etere sole luna e di tutto ciò
che fluttua con
l'aria..
f) ...e ampia distesa dell'aria e corso della luna e
quello
sempre mobile del sole.
L'oggettività in cui si muovono le Coscienze di
Sé dei pianeti e degli astri appaiono al veggente come immersi
in aria e venti. Non è il vuoto siderale che i Caldei
probabilmente nemmeno consideravano in quanto loro ignoto, ma è
il mare dell'Energia Vitale che tutto avvolge e che può essere
rappresentata nel mondo della ragione come un'atmosfera siderale
nella quale le Coscienze di Sé dei pianeti si muovono. Gli
egiziani la descrivevano come acqua.
In percezione alterata quanto si scorge viene descritto
nella ragione attraverso gli elementi propri della ragione. Quando
c'è una ragione ricca e piena di elementi gli oggetti usati
per la descrizione tendono a dare un'idea più precisa del
percepito. Quando una ragione è povera allora anche il
percepito viene descritto attraverso elementi poveri.
Le aeree correnti dell'Essere Luna sono le forze
all'interno delle quali ella costruisce i propri adattamenti
soggettivi alle variabili oggettive incontrate. E' l'esercizio delle
sue determinazioni nelle quali si lancia per costruire l'infinito
delle sue determinazioni. Quali queste siano appartiene soltanto
all'Essere Luna quella conoscenza. Al suo divenuto. Noi possiamo
soltanto considerare la sua presenza come parte dell'oggettività
nella quale viviamo e ci adattiamo.
C'è un elemento comune ed è il respiro. Il
respiro degli Esseri della Natura è uguale a quello
dell'Essere Luna. Non tanto per l'atmosfera inalata, ma per l'Energia
Vitale che dall'Essere Sole si irraggia nello spazio e che tutti gli
Esseri assorbono emettendone a loro volta per alimentare le loro
trasformazioni. Nello stesso tempo dalle emanazioni dell'Essere Sole,
come del resto dalle emanazioni di qualsiasi altro Essere, sono
guidati gli Esseri nelle loro infinite trasformazioni. Sia che questi
respirino direttamente l'Energia Vitale sia che la respirino in
maniera indiretta attraverso l'assorbimento di altri Esseri.
Il respiro non è solo l'atto attraverso il quale
l'Essere della Natura assorbe ossigeno dall'atmosfera terrestre, ma è
anche l'atto attraverso il quale gli Esseri, qualunque sia la loro
specie, assorbono Energia Vitale dal circostante e ne immettono a
loro volta.
I cerchi eliaci altro non sono che le rotte degli Esseri
Pianeti attorno all'Essere Sole. Questa fanfara di astri altro non è
che un canto di divenire e di trasformazione sia degli Esseri Pianeti
che dell'Essere Sole stesso. Ogni Coscienza di Sé costruisce i
propri adattamenti soggettivi alle variabili oggettive incontrate e
il Sistema Solare in cui viviamo ha costruito i propri adattamenti
soggettivi alle variabili oggettive che ha incontrato per predisporsi
al meglio e continuare il proprio sviluppo nell'infinito dei
mutamenti.
Questa parata di Esseri Pianeti attorno all'Essere Sole
permette loro di respirare l'Energia Vitale che l'Essere Sole emette
nell'atmosfera e a loro volta possono inviare all'Essere Sole le
trasformazioni che essi hanno indotto nell'Energia Vitale che da loro
viene emessa nello spazio.
La visione del moto degli Esseri Pianeti e degli astri
si fa sempre più articolata. Non sono solo gli Esseri Pianeti
a muoversi, ma è l'Essere Sole che si muove nel vasto oceano
dell'Energia Vitale come se si muovesse nell'aria.
Il veggente incontra questa visione perché egli
ha sviluppato il dio che cresce dentro di lui. Egli scorge le
tensioni che crescono dentro di lui nel mondo circostante del quale è
diventato parte. Egli ha aperto il suo cuore consentendo
all'intuibile di intuire quanto lo circonda. Egli ha svegliato il
dormiente dentro di lui e questi può intuire ogni intuibile e
trasmetterlo alla ragione prendendo da questa gli elementi attraverso
i quali descrivere quanto viene intuito.
62) ...eteri degli elementi...
La parte eterea dell'elemento è quanto noi
percepiamo oltre il fenomeno dell'elemento stesso.
La parte eterea di un Essere della Natura è il
suo corpo di Energia Vitale, la parte che continua dopo la sequenza
dei mutamenti.
Gli elementi di quanto ci circonda è descrizione
della forma e descrizione dei fenomeni percepiti, ma questi sono il
prodotto di monadi che producono quei fenomeni.
Quando la nostra ragione è bloccata nella forma e
nella descrizione l'elemento è solo quanto descritto nella
forma che blocca la descrizione. Quando noi alteriamo la percezione
riceviamo sempre fenomeni da quella monade, quegli stessi fenomeni,
che però inseriti in un diverso contesto percettivo
costruiscono una diversa descrizione.
Quando noi sentiamo col nostro corpo luminoso noi
percepiamo il corpo luminoso di quanto ci circonda estraniandolo o
comunque variandolo rispetto alla forma descritta dalla ragione
ordinaria.
Questo è quanto viene definito come etereo
appartenente all'elemento.
63) tratta in forma convessa...
Tutto quanto si percepisce alterando la percezione
impone la trasformazione del soggetto. Lo sviluppo del soggetto è
lo sviluppo del suo campo luminoso dal quale si dipartono le Linee di
Tensione soggettiva che si legano al mondo. C'è un momento in
cui il Potere di Essere aumenta il corpo luminoso come se fosse una
bolla e poi, aumentando il Potere di Essere, si dipartono da lui
tutta una serie di Linee di Tensione che collegano il soggetto al
mondo circostante legandolo attraverso le predilezioni soggettive
all'oggettività che lo circonda.
La crescita del Potere di Essere appare come una bolla e
le Linee di Tensione a volte possono apparire come dei petali.
E' di forma conca il corpo luminoso dell'Essere Umano
malato di Energia Vitale stagnata e da quella forma non si dipartono
Linee di Tensione ed egli vive la solitudine dell'Essere slegato dal
mondo circostante. Egli vive la solitudine e la paura. Quanto lo
circonda non gli da' piacere ed egli vive nei ricordi di un passato
dove le cose potevano essere e non furono. Un passato che gli ha
lasciato dei ricordi su cui pensare, ma il vuoto nel presente.
64) corso lunare e processione astrale
In questo frammento ci sono due tipi di procedere. Il
procedere lunare e le processioni astrali. Le trasformazioni della
Coscienza di Sé dell'Essere Luna e le trasformazioni delle
Coscienze di Sé degli astri. Le loro trasformazioni. Il loro
procedere! Il loro procedere, in quanto déi nell'infinito!
65) e in mezzo, come quinto, un altro canale
conduttore di fuoco onde il fuoco che reca vita discende fino ai
canali materiali.
Quando l'Energia Vitale ristagna reca soltanto morte.
L'Energia Vitale quando ristagna deve essere riaccelerata. La forza
che la riaccelera è quella degli Esseri Coscienti di Sé
che attraverso l'uso della propria volontà accelerano
l'Energia Vitale stagnata che mangiano o incontrano. Non sono solo le
condizioni oggettive che consentono all'Energia Vitale di
trasformarsi in Coscienza di Sé, ma anche la sua forza
interna, la sua accelerazione, il suo movimento. Tanto è
maggiore il movimento tanto maggiori sono le possibilità di
quell'Energia Vitale di sfruttare le opportunità incontrate e
trasformarsi in Coscienza di Sé o alimentare lo sviluppo di
una nuova Coscienza di Sé.
L'Essere Terra, intesa come madre, è un grande
acceleratore di Energia Vitale stagnata al punto tale che sulla
superficie di questo pianeta è venuta costruendosi una coperta
vivente e cosciente chiamata Essere Natura. Gli Esseri Umani sono
acceleratori di Energia Vitale esattamente come ogni altro Essere
della Natura. mangiando il cibo accelerano Energia Vitale e ne
emettono sia di riaccelerata che di stagnata nell'ambiente. Gli
Esseri Umani in ginocchio trattengono per sé l'Energia Vitale
stagnata. In compenso gli Esseri Umani sono dei saccheggiatori di
"materie prime" sul pianeta e questo loro saccheggiare
consente all'Essere Terra di accelerare quell'Energia Vitale stagnata
che si è formata in una forma che lei nn è in grado di
riaccelerare.
I canali conduttrici del fuoco altro non sono che i
canali attraverso i quali si accelerano i flussi dell'Energia Vitale
per consentirgli di trasformarsi da inconscia a cosciente afferrando
le occasioni che si presentano.
Qualunque Essere, nella misura in cui costruisce sé
stesso come un dio, è un acceleratore di Energia Vitale dal
quale ogni Essere, sia della propria specie che di altre specie
possono attingere. Il più grande Essere in questa parte dello
spazio è l'Essere Sole. L'Essere Sole è il nocciolo
della formazione della Coscienza di Sé in questa parte dello
spazio. Dall'Essere Sole si irraggia una grandissima quantità
di Energia Vitale che non solo costruisce la vita, ma alimenta e
trasforma anche la percezione della vita in corso.
Ricordiamo l'allineamento planetario del 1982 che
concentrando in un quadrante limitato dello spazio quasi tutti i
pianeti del Sistema Solare ne allineava i campi gravitazionali
concentrando in quello spazio una massa enorme di Energia Vitale che
dall'Essere Sole era abbandonata nello spazio.
Il fuoco che costruisce la vita non scende fino ai
canali materiali se non per quanto riguarda gli Esseri della Natura.
Il fuoco non crea la vita, ma crea la Coscienza di Sé. E' la
Coscienza di Sé che deve essere considerata quando si parla
del fuoco dell'Energia Vitale come di un travaso di Potere da un
Essere ad altri Esseri.
66) quando i canali si mescolano, portando a
compimento azioni del fuoco imperituro
Quali sono le azioni del fuoco? La costruzione della
Coscienza di Sé. La trasformazione dell'Energia Vitale da
inconsapevole a consapevole. I canali si mescolano. Fra gli Esseri
della Natura bisessuati sono i genitori che mescolano i canali
portando a compimento azioni del fuoco imperituro.
Ma il compimento del fuoco imperituro è portato
anche da tutti quegli elementi che favoriscono lo sviluppo e la
dilatazione delle Coscienze di Sé.
L'Essere Sole non partorisce un altro Essere Sole, ma
egli dilata la sua Coscienza e la sua Consapevolezza col contributo
dei canali che dai pianeti del Sistema Solare, dalla Galassia e dal
profondo siderio conducono a lui. A sua volta l'Essere Sole è
portatore e alimentatore di canali del fuoco imperituro che da lui
partono per alimentare ogni Coscienza di Sé e ogni oggettività
in cui le Coscienze di Sé dilatano s stesse.
I canali si mescolano costruendo delle relazioni. Le
relazioni che costruiscono permettono alle Coscienze di Sé di
costruire il loro divenire nell'infinito dei mutamenti.
I canali sono le Linee di Tensione degli Esseri che si
mescolano, si alimentano, si dilatano nell'infinito dei mutamenti. Le
Linee di Tensione costruiscono loro stesse e riportano alla loro
origine le modificazioni che hanno subito.
Così procede la Grande Opera del Fuoco
Universale: la costruzione della Coscienza di Sé Universo!
La visione è grandiosa. E' la visione del fuoco
vivo dai milioni di riflessi che abbagliano e fendono gli occhi e
l'intuire del veggente. Non c'è staticità nei canali
della vita. Non c'è staticità nella formazione della
Coscienza di Sé. Tutto è movimento, veloce, convulso,
mutevole: una crescita continua e infinita per quanto il veggente può
cogliere.
QUESTA E' L'OPERA DEL FUOCO.
67) di fuoco d'acqua e terra e di ètere che
tutto nutre
Il fuoco appartiene alla capacità del veggente di
percepirlo. Anche se il veggente descrive quanto vede nella forma del
fuoco è perché nella sua ragione quanto brucia e
trasforma dando luce, brillantezza e sensazioni simili a quelli
dell'Energia Vitale è il fuoco.
Ma il fuoco circonda il veggente. L'opera del fuoco è
l'opera dell'acqua (Vulcano e Volturno sono Coscienze di Sé
molto simili). L'opera del fuoco è l'opera della terra (intesa
come terra madre: Maja). L'opera del fuoco è l'opera
dell'etere inteso come atmosfera (Giove) o come profondo siderale.
L'opera del fuoco avvolge e coinvolge tutti gli oggetti
di cui è parte. Se la percezione della ragione descrive
soltanto una piccola isola nella quale inserisce gli oggetti che
conosce la percezione alterata dell'individuo esce da quell'isola e
reclama la visione delle trasformazioni dell'universo di cui è
parte trasformando sé stesso.
Il fuoco della vita tutto nutre. Il fuoco della vita
tutto trasforma. il fuoco della vita tutto costruisce e gli déi
sono gli artefici di questa costruzione cui gli Esseri Umani prendono
parte nella misura in cui imparano ad alimentare il fuoco all'interno
del loro cuore diventando essi stessi degli déi.
68) e tutta l'altra massa di fuoco ogni cosa lavora
con le proprie mani, perché fosse pienamente compiuto il corpo
del cosmo, perché il cosmo fosse visibile, non sembrasse
membranoso.
Chi lavora con le proprie mani il fuoco? Le Coscienze di
Sé lavorano con il proprio esistere e con le proprie
determinazioni la struttura dell'Energia Vitale che inconsapevole si
muove nell'universo sotto la spinta di Necessità e in
direzione del proprio Intento.
Le mani sono le Coscienze di Sé che plasmano
quanto non è plasmato rendendo consapevole quanto è
inconsapevole. E' la risposta all'Intento che le spinge alla loro
dilatazione. E' risposta alla Necessità che le ha formate. E'
articolazione del loro bisogno che si esprime nell'oggettività
attraverso la loro Volontà: il loro farsi dio!
Gli déi lavorano la massa informe dell'Energia
Vitale, ma prima che gli déi lavorassero la massa informe
dell'Energia Vitale da quella massa scaturivano, per diverse
condizioni, gli déi stessi, ma il padre e la madre fra gli
Esseri della Natura partoriscono il figlio. Loro hanno versato una
frazione della loro Coscienza e della loro consapevolezza nel seme
che formerà il figlio. Questo seme germoglierà. Questo
seme prenderà l'Energia Vitale inconsapevole dal mondo
circostante e crescerà. Si dilaterà, diventerà
un Essere Umano adulto, un Essere della Natura adulto, si espanderà
e tenterà di proseguire le sue trasformazioni nell'infinito
dei mutamenti. Le mani del padre e della madre hanno plasmato una
nuova concentrazione di Energia Vitale che è diventata
consapevole di sé, ma la consapevolezza si costruisce e si
alimenta anche attraverso le Linee di Tensione che dal mondo
circostante collegano ogni Essere e ogni situazione diversa.
Al veggente appaiono come mani che plasmano l'Energia
Vitale per dargli una forma e una consistenza da poter contenere la
Coscienza dell'Essere che l'ha plasmata.
Gli déi per costruire sé stessi manipolano
l'Energia Vitale. Dilatano sé stessi nell'infinito e rendono
consapevole l'inconsapevole.
"Perché il cosmo fosse visibile..", ma
non è il cosmo che diventa visibile, ma la sua Coscienza di Sé
la sua capacità di determinare sé stesso. Una Coscienza
di Sé che non esiste, ma è in costruzione: è
l'opera degli déi. Un'opera alla quale gli Esseri Umani
possono partecipare nella misura in cui si sottraggano dalla
posizione in ginocchio in cui si trovano e dando l'assalto al cielo
della conoscenza e della consapevolezza con le loro mani manipolano
la massa di fuoco.
Perché il cosmo sembra membranoso? Perché
uno dei modi che ha il veggente di percepire l'Energia Vitale nel
cosmo è quello di veli che si spostano. La Coscienza di Sé
viene quasi sempre percepita come una palla o un vortice. Un grande
vortice Cosciente e consapevole anziché membrane che mute si
spostano nello spazio
Il dio nasce come prodotto di Necessità, ma
sommando la propria volontà a Necessità aumenta la
quantità di Energia Vitale che diventa consapevole di sé.
Le mani della Coscienza di Sé lavorano il fuoco dell'Energia
Vitale affinché venga costruita la Coscienza di Sé
Universo e l'universo cessi di essere visto come membrane
inconsapevoli e si trasformino in un vortice consapevole!
Questa è l'opera degli déi a cui anche
l'Essere Umano è chiamato a partecipare.
69) è mimèsi del nous,, ma ciò
che ne scaturisce qualcosa di corporeo contiene.
Mimesi: significa imitazione nel linguaggio Platonico.
Se equivale al frammento 68 il nous universale viene
costruito dal nous formato dalle singole Coscienze di Sé. Le
Coscienze di Sé costruiscono sé stesse, costruiscono il
loro nous. Quel nous non è il nous universale, ma concorre al
gioco per la costruzione del nous universale. Mimèsi del nous
universale, ma è base e costruzione del nous universale. Il
nous delle singole Coscienze di Sé è il nous in
espansione. Ogni Coscienza di Sé costruisce la sua specificità
del nous, del suo pensiero, della sua intenzione, del suo progetto,
del suo scopo e del suo intendimento, del suo modo di pensare, del
suo modo di giudicare e del suo sentire, del suo intuire e quel nous
partecipa, nella sua specificità e nelle determinazioni della
specie cui appartiene concorre a formare la Coscienza universale.
Ogni nous di ogni Coscienza di Sé è mimèsi della
Coscienza di Sé Universo fine e Terminius dell'esistente.
Mimèsi è anche ciò che viene
generato all'interno dell'Essere Natura. Ciò che viene
generato è imitazione del nous che lo ha generato. E' lo
stesso stampo della specie cui appartiene, ma non è il nous
dell'Essere che lo ha generato, ma ha lo stesso stampo, tutti gli
elementi, attraverso il quale costruire il proprio nous. Lo stampo è
della specie; è mimèsi del nous che lo ha generato, ma
la Coscienza di Sé che è stata generata accumula Potere
di Essere, accumula e accresce il proprio nous, sfrutta la
possibilità della propria esistenza per conquistare la propria
eternità. E' mimèsi del nous, ma è elemento
generativo del nous.
Questo è il significato per cui dall'apparenza di
nous scaturisce qualche cosa di corporeo: emanazione di un altro nous
che diverrà nous universale esso stesso. Qualcosa non
diventerà nous universale e sono le centinaia di uova di
Esseri Storione che non potranno, per qualunque motivo, cogliere la
loro opportunità. Essi rimarranno esperimento di nous,
tentativo di nous. I tentativi hanno sempre la loro riuscita anche se
l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza a volte
può essere frustrante.
70) Una natura inesausta governa i mondi e le azioni,
affinché il cielo traendo ogni cosa corra il suo corso
perpetuo e il sole rapido vada intorno al centro, come suole.
E ricollegandoci al frammento precedente è una
natura inesauribile che continua a produrre Coscienze di Sé.
E' l'Essere Natura che governa i mondi di cui è parte
alimentando la formazione della Coscienza di Sé sulla
superficie del pianeta.
Cosa trae il cielo dal lavoro di un Essere Natura?
L'arricchimento dal contributo della crescita delle Coscienze di Sé
dell'Essere della Natura. L'Essere Cielo, Giove, la coperta
dell'Essere Terra traggono beneficio dall'esistenza di Coscienze di
Sé e di consapevolezze che sulla superficie dell'Essere Terra
si generano, si arricchiscono e si trasformano.
E' perpetua l'esistenza, il moto e le trasformazioni
dell'Essere Cielo come è perpetuo, per quanto riguarda gli
Esseri Umani il moto dell'Essere Sole.
"e il sole rapido vada intorno al centro, come
suole." Come normalmente fa'. L'Essere Sole alimenta sé
steso attraverso le proprie determinazioni e seguendo le condizioni
che ne imprimono il moto. Egli agisce all'interno di quel moto
esercitando le proprie determinazioni col risultato che esercitando
le proprie determinazioni alimenta un'Essere natura che inesausta
alimenta l'Essere Cielo e l'Essere Sole nelle sue trasformazioni
nell'eternità dei mutamenti.
L'Essere Natura governa i mondi di ogni presente in
quanto è generatrice di ogni presente. Le azioni degli Esseri
dell'Essere Natura costruiscono e determinano i presenti futuri.
Quelle azioni, quelle trasformazioni arricchiscono sia l'Essere cielo
che l'Essere Sole.
Questa è la relazione dialettica di ogni
trasformazione intesa dal punto di vista del Paganesimo Politeista.
Gli déi costruiscono le relazioni che porta la costruzione
della Coscienza di Sé nell'eternità dei mutamenti.
Questo è possibile solo nella misura in cui si riconosce che
ogni ente che contribuisce a costruire il presente proiettandolo
nell'eternità dei mutamenti è esso stesso un dio.
71) vantandosi d'armonia di luce...
Chi è in grado di vantarsi di una luce armonica?
Chi è in grado di vantare l'armonia delle infinite note
nell'eternità dello spazio? E' solo il dio! E' solo il
costruttore di sé stesso che ha superato le contraddizioni
attimo dopo attimo. Solo costui può vantare sé stesso.
E per vantare sé stesso non si intende millantare. Vantare
significa sfidare la morte del corpo fisico. Significa essere in
grado di danzare la danza dell'eternità. Ecco, il dio ha
finito le trasformazioni sul piano fisico. Ecco la morte è
giunta a cogliere la sua vita, le sue trasformazioni. Ecco la morte
brandisce la sua falce,, ma il dio non porge la testa. Il dio
brandisce la sua spada tricuspide ed affronta la falce della morte.
Ecco il dio danza la sua battaglia. Danza le figure della sua
esistenza. Il dio affronta la morte con tutte le contraddizioni
superate nelle sua esistenza e attraverso le quali ha costruito sé
steso. Ed ecco la spada tricuspide del dio abbattersi sulla morte.
Ecco la spada tricuspide del dio spezzare la falce della morte. Ecco
la morte piegare la sua testa sotto i colpi delle folgori del dio.
Ecco a morte che si accontenta dei resti del corpo fisico e ripiega
su sé stessa. E' giunta la sconfitta della morte. Il dio,
"vantandosi d'armonia di luce.." prosegue nell'eternità
dei mutamenti.
72) Io, la divina, sono giunta, armata da capo a
piedi di tutte le armi.
Io HEKATE l'essenza divina della vita sono giunta,
armata da capo a piedi di tutte le armi che ho costruito nelle
contraddizioni per affrontare l'ignoto infinito che mi sta di fronte.
Dell'ignoto infinito che mi circonda non ho paura. Non sono avvolta
da timore reverenziale perché nella vita che ho conosciuto ho
forgiato le armi per poterlo affrontare.
Sono giunta armata perché la vita mi ha armata.
Sono giunta forgiata perché la vita mi ha
forgiato
Non sono scappata quando le contraddizioni della vita mi
hanno avvolto. Dal momento che sono uscita dal grembo di RHEA e
l'aria bruciante invase i miei polmoni non ho subito senza
ribellione. Io ho serrato i pugni e lanciato il mio flebile grido di
guerra al mondo. Mia madre mi ha guardato compassionevole, cieca e
muta, rassicurandomi col battito del suo cuore., ma io non stavo
piangendo di afflizione emettevo l'unico grido che ero in grado di
emettere e stringevo i pugni della mia impotenza per lanciare gli
strali della mia volontà al mondo. Da allora ho arrancato
giorno dopo giorno dopo giorno ed ora sono la divina HEKATE che dal
giorno della nascita ha forgiato battendolo attimo dopo attimo la
propria volontà per armare da capo a piedi la propria anima.
Sono giunta, sono la divina, sono HEKATE pronta ad entrare
nell'Olimpo o nel Walalla per continuare le trasformazioni
nell'infinito.
O déi, aprite le porte delle stanze dell'eternità
altrimenti ne abbatterò le porte: "Io, la divina, sono
giunta, armata da capo a piedi di tutte le armi!".
E' un po' come Atena ce nasce da Zeus armata e minaccia
lo stesso Zeus. Lei è divenuta in Zeus, in Zeus si è
armata e non accetta il dominio in quanto DEA.
73) In questi è il primo corso sacro, in mezzo
quello dell'aria, per terzo viene quello che riscalda la terra nel
fuoco. A questi tre principi possenti è sottomessa ogni cosa.
Tre elementi sono la base dell'esistenza dell'Essere
Natura. L'Energia Vitale che dall'Essere Sole giunge sull'Essere
Terra. La coperta dell'Essere Terra, Giove, e l'Essere Terra stessa.
Da questi tre elementi dipende la vita di tutti gli
Esseri della Natura.
Perché il primo è sacro? Peché
l'Essere Sole è l'Entità! L'Essere sole è la più
grande Coscienza di Sé in questa parte dello spazio e
nell'Essere Sole si concentrano andando a confluire tute le Coscienze
di Sé e le Consapevolezze che si formano nel nostro Sistema
Solare.
Riscaldare la terra nel fuoco. Il fuoco della vita,
della Coscienza di Sé e della Consapevolezza che pervade
l'Essere Terra e l'Essere Cielo che funge da scambio dell'Energia
Vitale quella che arriva dall'Essere Sole all'Essere Terra e quella
che dall'Essere Terra si disperde nello spazio.
Prima della nascita dell'Essere Natura che altro non fa
che sfruttare l'Energia Vitale che dallo spazio giunge all'EWssere
terra e che dall'Essere Terra si disperde nello spazio questa
funzione era svolta dall'Essere cielo: Giove!
Poi nacque l'Essere Natura. Per il suo sviluppo
trasformò l'Essere cielo. Per il suo sviluppo trasformò
l'Essere Terra. Per il suo sviluppo chiamò l'Essere Sole a
camminare al suo fianco. E' l'Essere Sole il primo corso sacro in
quanto è l'Energia Vitale manipolata attraverso la sua
Coscienza di Sé e la sua consapevolezza che fornisce la base
per la vita dell'Essere della Natura.
Lo stesso discorso deve essere fatto anche per l'Essere
Terra in quanto madre e genitrice dei viventi e lo stesso discorso
deve esser fatto per l'Essere Cielo senza il quale la vita, come noi
la conosciamo, non potrebbe esistere.
Partendo dal punto di vista dell'Essere Natura e degli
Esseri che ne sono parte possiamo dire: "A questi tre principi
possenti è sottomessa ogni cosa!".
Per sottomissione non si intende la sottomissione
gerarchica, ma la conseguenza alla condizione senza la quale quella
cosa non esisterebbe o almeno non potrebbe esistere nella forma che
noi conosciamo. Non una gerarchia sociale o socialmente
riproponibile, ma una conseguenzialità di adattamento
soggettivo alle variabili oggettive incontrate.
74) ... principio sorgivo
Il concetto di principio sorgivo è un concetto
religioso proprio del Paganesimo Politeista. Sorgere o sgorgare da
qualche cosa è la formazione o la trasformazione di un oggetto
Cosciente di Sé col contributo di chi manipola quell'oggetto.
Per questo la nascita è un movimento sorgivo.
Dove l'Essere Madre che genera è una fonte che pone le basi
per la costruzione di una nuova Coscienza di Sé.
Così la fonte costruisce una Coscienza di Sé
divina. Ella è un principio sorgivo di Coscienze di Sé
di cui la Ninfa di quella fonte è la rappresentazione figurata
della formazione della Coscienza di Sé che attorno a quella
fonte si forma.
Il concetto del sorgere è un concetto in
contrapposizione al concetto del creare. Nel sorgere c'è una
trasformazione che genera. Nel creare dal nulla non esiste un
principio sorgivo, ma una dipendenza del creato dalla volontà
del creatore. Una dipendenza che tende a proiettarsi nei mutamenti
fino all'annientamento della vita stessa. Il principio sorgivo è
il principio generante tramite fusione e soprattutto determinazione
soggettiva.
L'Araba Fenice, con la quale gli déi mi hanno
salutato, non sorge dalle ceneri per una volontà esterna, ma
per la volontà di trasformazioni che ella stessa impone
attraverso le essenze cenere di ricompattarsi e di continuare un
nuovo cammino: un nuovo volo nell'infinito dopo una sconfitta che ha
arrestato una sequenza dei mutamenti.
"... principio sorgivo", comunque usato è
un principio proprio del Paganesimo Politeista!
75) ... sotto di esse il canale sovrano s'inchina
Ci fu un momento, della nostra epoca in cui un "canale
sovrano" si è inchinato in modo deciso. Nel 1982 si
produsse un allineamento planetario in cui quasi tutti i pianeti del
nostro Sistema Solare erano racchiusi in un angolo relativamente
stretto. Il risultato di questo allineamento fu un grande flusso di
Energia Vitale che dall'Essere Sole investì tutti i pianeti.
In particolare gli Esseri della Natura della terra alimentarono il
loro corpo luminoso e la loro capacità di articolare la loro
Energia Vitale da modificare la relazione fra sé e il mondo
che li circondava.
La relazione, elemento magico in sé, si
modificava attraverso l'alterazione dei soggetti che costruivano la
relazione stessa. La modificazione non produsse un cambiamento
repentino, ma una progressione di cambiamento attraverso
l'accentuazione di caratteri comunque presenti nei soggetti e nella
relazione. Fu come se la lucidità con la quale i soggetti
erano consapevoli all'interno della relazione venisse ampliata
rendendo più chiara la compartecipazione dei fenomeni alla
modificazione dei soggetti.
Sotto la forza dei campi dei singoli pianeti allineati
un canale di Energia Vitale si era piegato per alimentarli.
I "canali sovrani" possono essere piegati
anche dalle volontà degli Esseri. Gli Esseri della Natura
quando partoriscono nuove possibilità di Coscienze di Sé
e nuove consapevolezze altro non fanno che piegare i canali della
vita per alimentare il loro intento.
I "canali sovrani" sono i canali in grado di
portare il fuoco della vita, della conoscenza e della consapevolezza.
Piegare un canale significa mettere quanto porta al servizio del
proprio Intento. Per piegare un canale possono intervenire delle
cause di adattamento oppure un soggetto può intervenire
attraverso l'uso della propria volontà.
Usare la propria volontà per alimentare il
proprio Intento è l'arte della Stregoneria. Allineare il
proprio Intento con l'Intento di quanto ci circonda per unire le
forze è l'arte della Stregoneria. Riconoscere il proprio
Intento nei soggetti che ci circonda è il fare del Paganesimo
Politeista.
76) In gran numero queste sovrastano i mondi
risplendenti, slanciandosi su di essi; tre costituiscono i vertici:
quella ignea, quella etèrea, quella materiale.
Le Linee di Tensione sovrastano e attraversano ogni
esistente. Le Linee di Tensione sono espressione di ogni Coscienza di
Sé e sono Coscienze di Sé in Sé e per Sé!
Come l'Essere della Natura attraverso la sua attività
alimenta Esseri di Energia Vitale o favorisce le condizioni per la
nascita e lo sviluppo di Esseri di Energia Vitale così le
Linee di Tensione favoriscono e alimentano le condizioni per le quali
continuare ad esistere ed espandersi. Come l'Essere della Natura
favorisce lo sviluppo delle condizioni che gli permettono di
espandersi al meglio così le Linee di Tensione alimentano gli
Esseri della Natura al fine di favorire il proprio sviluppo.
Che cosa dunque ha Coscienza di Sé al punto tale
da sovrastare i mondi risplendenti e gettarsi su di essi? Chi ha
determinazioni e bisogni per farlo?
Le Linee di Tensione: gli déi senza i limiti
della forma e della materia. Sono déi presenti nella Natura,
ma sono déi presenti nell'intero universo, lo permeano e lo
attraversano, ne manipolano le tensioni e gli Intenti attraverso
l'esercizio della loro volontà e dell'allineamento col loro
Intento. Questi déi sono quelli che ci chiamano a fondere la
nostra via con la loro, il nostro Intento col loro.
Essi si slanciano per alimentare ogni situazione che
possa diventare fonte generatrice di Coscienza di Sé.
Essi concentrano la loro attenzione e il lori Intento al
fine di alimentare le loro trasformazioni, alimentare la loro
Consapevolezza e le loro trasformazione nell'infinito dei mutamenti.
Che la Coscienza di Sé che alimentano sia quella
di un Essere Sole o quella di Esseri di sola Energia Vitale o Esseri
di una qualche Natura è indifferente. L'impegno è lo
stesso. L'intento è lo stesso. La volontà con cui
agiscono è la stessa.
Quando l'Energia Vitale mossa da Necessità
incontra una possibilità per esercitare il proprio Intento
tutte le Linee di Tensione legate a quella qualità di
trasformazione si gettano per favorirla.
Ogni volta che nasce un dio è un trionfo
nell'universo. Ogni volta che un dio esercita la propria volontà
praticando le determinazioni per diventare eterno è un canto
glorioso nell'intero universo. Lo stesso canto glorioso di ogni
Essere Umano che trasformando la morte del corpo fisico in nascita
del corpo luminoso si presenta davanti a tutte le tensioni della
vita, davanti a tutti gli déi e dice: "Ecco, sono
arrivato! Io esisto!".
77) intuite dal padre intuiscono anch'esse, dal suo
volere indicibile mosse a intuire.
Il volere del padre: Necessità!
Necessità alla quale hanno sommato la loro
volontà. Agli adattamenti dell'Energia Vitale che come un
cieco agisce nelle condizioni incontrate per rispondere al richiamo
di Intento si somma la volontà soggettiva che sceglie dove
concentrare la propria forza e il proprio volere per ottenere il
miglior risultato con il minor dispendio di mutamenti.
Così le Linee di Tensione generate dall'esistente
e per le condizioni che l'esistente ha prodotto intuiscono esse
stesse e alimentano il loro intuire.
Che ne è di Necessità e Intento quando le
Linee di Tensione si espandono per l'intero universo? Quando si
espandono in ogni mondo? Quando pervadono tutte le Nature? Necessità
è diventata volontà di ogni Essere. E' espressione di
volontà di ogni dio. Non è più l'Intento del
padre che trasforma l'inconsapevole in consapevole, ma è
l'Intento degli déi che espandono la loro Coscienza di Sé
nell'infinito dei mutamenti.
Attorno a noi c'è sempre Necessità e
Intento del padre che trasforma l'inconsapevole in consapevole, ma
c'è il volere degli déi, il volere soggettivo che si è
sommato a Necessità del padre. E' la volontà del dio
con cui costruiamo le relazioni che predomina sulla Necessità
e l'Intento che fu padre dell'esistente.
Noi fagocitiamo l'Energia Vitale inconscia e questa
diventa parte della struttura del nostro corpo di Energia,, ma se
questa trasformazione avviene è solo perché noi
esercitiamo la nostra volontà nel mondo riconoscendo noi
stessi déi in un universo di déi.
Le Linee di Tensione, intuite da Necessità e
Intento, intuiscono loro stesse per ricostruire la Coscienza di Sé
dell'universo. La Coscienza universale; l'Essere assolutamente
necessario verso la cui formazione tutto il cosmo tende e concorre a
formare.
Dunque: "Intuite dal padre intuiscono anch'esse,
dal suo volere indicibile mosse a intuire."
78) ... ergendosi come coloro che trasmettono
messaggi...
Le Linee di Tensione trasmettono messaggi, informazioni.
Le Linee di Tensione presentano opportunità. Le Linee di
Tensione sono gli dèi che ci circondano e cercano la loro
tensione divina dentro di noi.
Quando il veggente alza lo sguardo dal mondo che ci
circonda e supera la forma la prima condizione che incontra delle
Linee di Tensione è come queste fuoriescano dai viventi della
Natura e li collegano in un fitto intrecciarsi. Il veggente fonde sé
stesso con tutto il mondo che lo circonda attraverso le Linee di
Tensione. Solo in un momento successivo individua la volontà
propria delle Linee di Tensione. Solo quando le riconosce uguali a
lui individua il divino che lo circonda, che lo chiama, dal quale può
attingere.
La prima cosa che si comprende è come le Linee di
Tensione altro non siano che i Lari del mondo circostante. Attingendo
dalle voci dei Lari noi costruiamo i nostri adattamenti soggettivi
alle variabili oggettive che incontriamo. Le voci degli déi
guidano chi sa ascoltarle. Le voci degli déi dominano chi ha
rinunciato ad usare la propria volontà e le proprie
determinazioni. Le voci degli déi sono le voci che dal cuore
degli Esseri della Natura lanciano il loro grido di compattazione
nell'infinito.
79) Ogni cosmo ha sostegni noetici inflessibili.
Quanti sono i cosmi? Infiniti come i mondi e le
galassie. Infiniti nello spazio e infiniti in ogni presente dei
mutamenti. Ogni cosmo obbedisce alle proprie leggi, alle proprie
determinazioni. Ogni presente obbedisce ad ogni nous di cui è
espressione.
Quelle sono le leggi fisiche quali risultato degli
adattamenti soggettivi alle variabili oggettive che quel cosmo, nel
formarsi, ha affrontato. Quello è il pensiero, l'intenzione,
lo scopo, il progetto, l'intendimento, la qualità del sentire,
gli adattamenti e il sentimento che in quel cosmo è nato per
adattamento e nei quali gli Esseri divengono assieme a quel cosmo
stesso. Quei sostegni sono sostegni inflessibili di quel e solo quel
cosmo. Non sono riproducibili in altri cosmi. Sono propri di quel
cosmo e ne guidano le trasformazioni nell'infinito dei mutamenti.
L'Entità che per prima scelse il meglio nel proprio mutamento
ha scelto la sequenza delle trasformazioni da imporre a quel cosmo.
Gli Esseri e le Entità che seguirono si adattarono
all'oggettività incontrata imposta dalla prima Entità
anche se contribuirono a cambiarla e a modificare la situazione
dell'oggettività in cui si trasformavano.
Ogni cosmo è retto dunque da una propria
oggettività nella quale si adattano le soggettività che
di volta in volta nascono e si trasformano per costruirsi
nell'infinito dei mutamenti. Ogni soggettività modifica
l'oggettività del cosmo!
Non variamo l'oggettività per adattarla a noi
stessi,, ma adattiamo noi stessi all'oggettività che
incontriamo. E' questo nostro adattamento che produce le variazioni
nelle quali altri noi stessi si adatteranno per costruire loro stessi
nell'infinito dei mutamenti.
80), ma anche quando soggiace ai vincoli materiali
Cosa significa: soggiacere ai vincoli materiali?
Significa che la Coscienza di Sé si trasferisce su un corpo
luminoso soltanto attraversando un processo di compattazione
all'interno dell'Essere Natura. Quando si dice che gli Esseri della
Natura sono usciti dal brodo primordiale per costruire delle
condizioni migliori all'interno delle quali costruirsi, lo si dice
perché girandosi indietro si può avere l'idea delle
trasformazioni che si sono costruite. In realtà, se prendiamo
il punto di vista di un corpo luminoso che si è compattato
attraverso un Essere della Natura, noi siamo sempre in un brodo
primordiale nel quale, attraverso l'esercizio della nostra volontà
e nella specificità delle nostre determinazioni, costruiamo il
nostro divenire nell'eternità dei mutamenti.
La formazione della Coscienza di Sé soggiace ai
vincoli materiali quando ci si sta costruendo in quanto Essere della
Natura. Quell'Essere può abortire in qualunque momento
attraverso la rinuncia a prendere nelle proprie mani la
responsabilità della propria esistenza. In ogni altro caso,
distruzione ad opera di una contraddizione che non riesce a superare
(l'Essere Leone che si mangia l'Essere Gazzella o l'Essere Gallina
che si mangia l'Essere Lombrico), può sempre mantenere Potere
di Essere in quantità sufficiente per superare la morte del
corpo fisico e partorire l'Essere Luminoso
"ma anche quando soggiace ai vincoli materiali"
quell'Energia Vitale cosciente di sé obbedisce alla forza e
alle tensioni di Intento. Alimenta la consapevolezza soggettiva si da
aumentare il Potere di Essere dell'Essere della Natura per portarlo
alla morte del corpo fisico nella sua massima magnificenza. E' il
potere noetico che si esprime nella coscienza in forma fisica del
singolo Essere della Natura.
81) Alle folgorazioni noetiche del fuoco noetico cede
ogni cosa, soggiacendo al volere del padre, che persuade.
Le folgorazioni noetiche sono un'altra immagine
descrittiva del veggente. La descrizione nasce dalle immagini delle
folgori all'interno dei grandi temporali estivi. La folgore quando si
abbatte concentra grandi quantità di Energia Vitale
imprimendogli delle accelerazioni particolari tanto che spesso
quell'Energia Vitale diventa Cosciente di Sé. Una vera e
propria folgorazione noetica a quanto può diventare noetico:
il fuoco della vita; l'Energia Vitale.
L'immagine è presa da quanto ci circonda e serve
a descrivere dei movimenti simili che avvengono sia nella vita fra
gli Esseri della Natura che negli infiniti cosmi dell'universo. Sono
folgori le illuminazioni dei viventi. Folgori noetiche che colpiscono
la consapevolezza dell'Essere della Natura costringendolo a dilatarsi
nell'infinito. Costringendolo a scegliere il meglio per sé
stesso e, in questa scelta del meglio, espandersi nell'infinito
alimentando l'infinito stesso.
A queste folgorazioni soggiace ogni Coscienza di Sé
che deve seguire la via indicata da Necessità e Intento: il
padre. Non esiste una via diversa da quelle. Quella via è
tracciata dalle qualità degli elementi che formano la vita
stessa. Necessità della trasformazione nell'Intento del
trasformarsi. Questo è il volere del padre; questo è il
potere di Necessità e Intento. Ogni Coscienza di Sé
alla Necessità che l'ha generata somma la propria volontà
per discernere e scegliere le trasformazioni migliori. Lo sforzo che
mette nella scelta la trasforma, la modifica. Queste modificazioni
comportano altri livelli di scelta; altri livelli di trasformazioni.
Questi diversi livelli di scelta e di trasformazione sono ottenuti
mediante folgorazioni noetiche che trasformano il soggetto. Sono
folgorazioni come effetto dell'azione delle determinazioni
dell'oggettività sul soggetto che si trasforma.
Queste sono le persuasioni del padre. I salti
qualitativi della consapevolezza comportano sempre una diversa
qualità di scelte soggettive. Le diverse scelte soggettive che
si operano quando si salta il piano della scelta sono scelte comunque
obbligatorie determinate dal diverso piano di consapevolezza che si
esprime nell'oggettività in cui si agisce. La persuasine
consiste nel ventaglio di scelte nelle quali noi possiamo operare. Il
ventaglio di scelte è determinano sia dall'oggettività
che ce le presenta sia dalla capacità soggettiva di percepirle
e discriminare. La capacità di percepirle e discriminarle è
dovuta alla sequenza di folgorazioni soggettive che il nostro
percorso di dilatazione nel mondo circostante ha prodotto
Dunque va interpretata in modo letterale: "alle
folgorazioni noetiche del fuoco noetico cede ogni cosa, soggiacendo
al volere del padre, che persuade."
82) Alle sue folgorazioni noetiche diede in custodia
i vertici, mescolando nei vincoli un vigore proprio, una forza.
Qual è il vertice della folgorazione noetica?
Qual è il vertice del pensiero, dell'intenzione, del progetto,
dello scopo, del modo di pensare, della formazione del giudizio, del
sentire, del percepire? E' quanto produce questo: Necessità e
Intento; il padre stesso! Necessità e Intento si trasferiscono
al vertice che in questo caso non è inteso come un punto di
arrivo,, ma come il punto di partenza dal quale la Coscienza di Sé
inizia il proprio cammino per espandersi. Il vertice di una piramide
è il punto più alto rispetto all'Essere Umano,, ma è
il punto più piccolo. E' il punto di partenza della
costruzione della Coscienza di Sé. Lo spermatozoo e l'ovulo
rappresentano il punto più piccolo di formazione della
Coscienza di Sé dell'Essere della Natura: il vertice!
Che cos'è il vincolo? E' la coesione dell'Intento
che mantiene compatta la concentrazione di Energia Vitale
tasformandola da inconscia a conscia. Nel caso che si è fatto
dell'ovulo e dello spermatozoo la forza è l'Intento della
fusione dell'uno e l'altro. Nel caso della nascita di un Essere di
sola Energia Vitale è l'attimo della compattazione della sua
Energia Vitale e l'Intento del vortice che mantenendola stabile
favorisce la nascita della Coscienza di Sé.
Qual' è la forza che viene mescolandosi? La
volontà soggettiva! La capacità di quella Coscienza di
Sé di farsi dio determinando sé stessa nell'oggettività
nella quale si è generata. Solo se Volontà guida le
trasformazioni la folgorazione noetica ha un fine costruttivo,, ma se
volontà non si appropria della direzione delle trasformazioni
la Coscienza di Sé, in qualunque momento, cessa di esistere e
viene abortita.
Dunque, Necessità e Intento formano il vertice da
cui prende avvio la formazione della Coscienza di Sé
attraverso la coesione, al di là della sua qualità, di
una concentrazione di Energia Vitale che continua a svilupparsi
nell'infinito dei mutamenti attraverso l'uso della propria volontà:
adattamento soggettivo alle variabili oggettive!
83) ... creatori di unità
Che cos'è l'unità? Esiste una sola unità:
la Coscienza di Sé Universo. TERMINIUS! Il fine dei mutamenti.
L'ASSOLUTO nel Paganesimo Politeista.
Chi sono i creatori di questo? Le Coscienze di Sé
che facendosi déi costruiscono loro stessi nell'infinito dei
mutamenti.
I creatori dell'unità, nella nostra specie, sono
gli Esseri Umani che prendendosi nelle proprie mani la responsabilità
delle proprie scelte affermano, davanti all'universo: "Io
esisto!". Nel far questo, questi Esseri Umani, all'interno della
propria specie sono i creatori di unità. Sono i costruttori
delle condizioni attraverso le quali l'unità si possa
costruire attraverso la partecipazione di un numero sempre maggiore
di Esseri Umani.
Costruttori di unità e costruttori delle
condizioni attraverso le quali l'unità si può
costruire.
84) ..., ma esso sta tutto al di fuori
Che cosa significa stare al di fuori? Ci sono due modi
per stare al di fuori: lontano nello spazio o lontano nel tempo!
Spazio e tempo determinano delle lontananze che si
possono coprire attraverso le trasformazioni. Ogni trasformazione
determina una modificazione soggettiva che tende a raggiungere un
fine. Ogni fine raggiunto che diventa momento di partenza per il
raggiungimento di un nuovo fine è un "al di fuori"
raggiunto e compreso dalla Coscienza di Sé. Il fine ultimo al
di fuori di ogni Coscienza di Sé è la Coscienza di Sé
Universo fine ultimo delle trasformazioni di ogni Coscienza di Sé.
Quella Coscienza di Sé è al di fuori delle Coscienze di
Sé esistenti in quanto ora non esiste se non in potenza e in
costruzione e quando esisterà sarà formata da ogni
Coscienza di Sé che nell'intero universo ha contribuito alla
sua costruzione. Al di fuori di ogni Coscienza di Sé che
comprende e che concorre a formarla!
85) ...ala del fuoco...
Questo frammento è un'immagine del veggente. Il
"vento" di Necessità sposta l'Energia Vitale che
come "folate" si sposta nello spazio cosmico. E'
un'immagine frequente nella grande cosmologia. Ultimamente con i
grandi telescopi queste vele di "polvere cosmica" sono
state fotografate nel loro processo di accumulo e strutturazione
nella formazione di nuovi ammassi stellari o in dissolvimento di
ammassi stellari antichi. Quelle immagini sono simili a quelle dei
veggenti mentre assistono alla trasformazione del cosmo.
E' un modo soggettivo di interpretazione. Può
essere un'ala di fuoco o un'onda marina, dipende dai legami che ha il
veggente nella vita quotidiana dalla quale raccoglie le similitudini
per descrivere lo spettacolo cui assiste.
86) ...signore d'anime, iniziatore
Signore: colui dal quale non si può prescindere!
Anima: ciò che passa da inconsapevole a
consapevole; animare.
Iniziatore: il punto della trasformazione fra inconscio
e conscio.
Che cos'è che anima? La tensione prodotta per
effetto di Necessità. Chi è dunque il signore che
anima? Necessità date le condizioni che Necessità
stessa ha costruito. Necessità è l'iniziatore!
Che cos'è che costruisce le condizioni affinché
nella specie umana nascano i bambini? Necessità di soddisfare
la tensione sessuale! Ciò che resterebbe inanimato si anima
date le condizioni costruite da Necessità! Chi è
l'iniziatore? In questo caso la prima cellula nata dall'unione dello
spermatozoo e dell'ovulo.
L'esempio tolto al giorno d'oggi nella nostra specie
rende perfettamente l'idea che può essere estesa all'intero
universo e a tutte le situazioni di inizio tenendo presente le
proprie specificità di trasformazione.
Questo è il senso di "..signore d'anime,
iniziatore".
87), ma nome venerando, che si lancia sui mondi in
tùrbine inesausto, al comando del possente padre
Anche questo frammento appartiene alla descrizione del
veggente. Il "nome venerando" altro non è che la
tensione quale prodotto di Necessità che slanciandosi come un
turbine sui mondi trasforma l'inconscio in Coscienza di Sé. Il
veggente separa la tensione prodotta da Necessità da Necessità
stessa. Egli vede l'Energia Vitale tendersi e iniziare a vorticare.
Il movimento lento e lineare che impone il Necessità viene
mutato in un movimento più veloce e circolare (descrive una
parte separandola dal tutto che la circonda).
Necessità viene scorta dal veggente all'interno
dell'Energia Vitale, la tensione alla quale quella porzione di
Energia Vitale obbedisce è separata dalla Necessità
generale. La volontà soggettiva interviene sul vortice dopo
che questo si è formato ed è diventato consapevole.
Si tratta di una trasformazione alla quale il veggente
assiste separando le tensioni e gli oggetti che concorrono a formare
la Coscienza di Sé. Quella "tensione", che egli
individua, la vede espandersi sui mondi. Quando il veggente assiste
allo scorrimento dell'Energia Vitale inconscia nel cosmo individuando
in quel moto Necessità, scopre che la tensione che trasforma
l'inconscio in conscio si espande sui mondi. Tutti i mondi passano
dall'inconsapevolezza alla consapevolezza, allo sviluppo della
propria volontà, al farsi déi per sviluppare sé
stessi nell'infinito dei mutamenti.
In questa trasformazione egli ammira la possanza del
padre, Necessità e Intento, alla quale tutta l'Energia Vitale
dell'universo sembra obbedire.
88) (la natura) persuade a credere che i demoni siano
puri, e le escrescenze della materia malvagia utili, e preziose.
In questo frammento sta racchiusa l'intera sfida degli
Oracoli Caldaici. Lo scontro che viene visualizzato è quello
fra gli Esseri di sola Energia Vitale malati di morte (amanti
dell'Energia Vitale stagnata) e la costruzione del dio che cresce
negli Esseri Umani per divenire nell'eternità dei mutamenti.
Che cosa intende per demoni il veggente? Quelli che
volano basso di Castaneda! Gli Esseri di sola Energia Vitale che si
cibano di Energia Vitale stagnata.
Non siamo in presenza del Daimon che cresce dentro
all'Essere Umano e che il pazzo di Nazareth deve scacciare per
sottomettere l'Essere Umano. Siamo in presenza di una forza aliena
all'Essere Umano che tenta di impadronirsi dell'Essere Umano.
Come fa questo demone ad impossessarsi dell'Essere
Umano? Sottomettendolo. Convincendolo a rinunciare all'uso della
propria volontà e alla proprie determinazioni. Costringendo
l'Essere Umano alla sottomissione. Come lo costringe? Persuadendolo
che costoro sono gli inviati del dio padrone; convincendolo che essi
sono il dio padrone attenti ai suoi problemi; convincendolo che loro
lo amano; convincendolo della bontà delle loro azioni che sono
finalizzate per il benessere dell'Essere Umano e non sono rivolte
alla sua distruzione; convincendolo della necessità che
l'Essere Umano si sottometta per poter accedere alla loro bontà
e al loro amore. Costoro convincono l'Essere Umano a diventare
oggetto del loro possesso.
L'Essere Umano che si sottomette alla promessa rinuncia
all'uso della propria volontà e le proprie determinazioni in
quanto si è fatto convincere che non ne ha necessità.
Loro, gli Esseri ammalati di Energia Vitale stagnata penseranno a
lui.
Costoro indicheranno l'utilità all'Essere Umano.
L'utilità nell'appropriarsi delle cose maledette della
materia. Che cosa sono le cose maledette della materia? Quelle che
portano l'Essere Umano alla distruzione: il Potere di Avere.
Attraverso il possesso di oggetti della materia l'Essere Umano
esercita il possesso di altri esseri Umani, ad imitazione degli
Esseri ai quali si è sottomesso.
Gli Esseri di sola Energia Vitale stagnata trasferiscono
la loro mentalità agli Esseri Umani che si sottomettono loro.
Come loro si sottomettono agli Esseri di sola Energia Vitale stagnata
così i sottomessi agiscono per sottomettere gli Esseri Umani
attraverso il possesso degli oggetti o comunque il dominio. Il
possesso di oggetti o di Comando Sociale attraverso il quale
riprodurre la sottomissione è quanto è maledetto della
materia. E' l'aspetto degenerativo della materia, quello che non si
trasforma in divino proseguendo nell'eternità dei mutamenti.
C'è nella vita degli Esseri della Natura un tributo che si
paga all'Essere Natura stesso e che alimenta il ciclo del divenire
divino della Natura. Una cosa sono le regole che hanno costruito il
nostro stesso divenire in quanto occasioni per costruire il dio che
cresce dentro di noi e il cui rispetto ne favorisce lo sviluppo e un
altro è la distruzione della stessa specie cui apparteniamo
per sottometterla quale bestiame da allevamento ad una specie aliena
distruggendo il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti.
Così il Potere di Avere si impossessa degli
Esseri Umani distruggendo la loro trasformazione nell'eternità
dei mutamenti.
89) ... bestiale, impudente
Che cos'è l'impudenza? Mentire a chi riconosce la
menzogna. Mentire ancora. Continuare a mentire perché la
menzogna, per un Essere di sola Energia Vitale malato di morte è
l'unica possibilità di sopravvivenza attraverso la costruzione
di riserve di cibo: Esseri Umani sottomessi in ginocchio.
Anche quando un Essere Umano li riconosce davanti a loro
è disarmato. Ora che li ha riconosciuti che cosa deve fare?
Nessun Essere Umano ha mai provato a combatterli. Nessun Essere Umano
ha fatto della propria specie la finalità delle proprie
azioni. Ogni veggente si separa dagli Esseri Umani millantando un
proprio potere di intuire. Quel millantare è la distruzione
della propria specie. Non la verità scoperta dal veggente è
importante,, ma il suo percorso attraverso il quale ha formato quella
verità: la sua libertà! Questo deve trasferire il
veggente alla propria specie. Fintanto che il veggente non attua
questa operazione gli Esseri di sola Energia Vitale malati di morte
potranno essere impudenti millantando il loro potere per mettere in
ginocchio gli Esseri Umani.
90) ... e si slanciarono dal grembo della terra, cani
della terra; non mostrano mai a mortale segno veritiero
Anche in questo frammento si citano gli Esseri di sola
Energia malati di morte e del loro procedere nello sviluppare la
propria strategia. Al veggente appaiono come Esseri che escono dalla
terra. Larve che si trasformano nel grembo della terra e che
affrontano le loro trasformazioni. Il veggente afferra soltanto
quelle Larve che si trasformano in Esseri malati di Energia Vitale
stagnata. E' su costoro che il veggente punta la sua attenzione.
Il termine "cane" col quale il veggente li
definisce è preso dal lato spregevole con cui si definiscono
gli atteggiamenti degli Esseri Umani quando sono feroci, decisi fino
al martirio per difendere il proprio padrone negando i diritti la
propria soggettività. Nello stesso tempo, quegli Esseri Umani,
piangono e si disperano nell'impotenza quando il padrone li minaccia
o li prende a calci. Gli Esseri malati di Energia Vitale stagnata
impongono questo atteggiamento agli Esseri Umani che si sottopongono
al loro dominio perché in questo modo riproducono il dominio.
Il veggente afferma che non mostrano mai un segno
veritiero. Questo è ovvio in quanto l'inganno deve essere
mascherato. L'inganno ha un senso quando quello di cui ci si vuole
appropriare ha un valore infinitamente più grande di quanto si
millanta di offrire. Gli Esseri di sola Energia Vitale si appropriano
della possibilità dell'Essere Umano di costruire il dio che
cresce dentro l'Essere Umano distruggendolo. Cosa promettono in
cambio? La soddisfazione dell'illusione che si costruisce l'Essere
Umano quando rinuncia ad articolare la propria volontà e la
propria determinazione per costruire sé stesso nell'infinito
dei mutamenti.
Per questo motivo il veggente li definisce come cani che
si slanciano dal grembo della terra.
91) che conduce i cani dell'aria, della terra,
dell'acqua
La ricerca di Energia Vitale stagnata viene condotta in
ogni angolo del pianeta. La ricerca di Energia Vitale stagnata si
svolge in ogni cultura umana. In ogni cultura umana (aria, terra,
acqua) vengono messo in essere strategie per sottomettere gli Esseri
Umani.
Le strategie per appropriarsi di Energia Vitale stagnata
sono tante quante sono le strategie di liberazione degli Esseri Umani
dalle quali gli Esseri di sola Energia malati di morte si devono
difendere.
In ogni cultura umana hanno costruito le loro strategie
di sottomissione. Qualche vola quella strategia è assoluta,
qualche volta è sottile in attesa di tempi e condizioni
migliori
Chi li conduce? Il bisogno di appropriazione di Energia
Vitale stagnata! Il bisogno di sottomettere alla distruzione!
92) ... nell'acqua viventi
Questo concetto appartiene soltanto al Paganesimo
Politeista. I viventi nell'acqua. Che cosa si considera vivente nel
Paganesimo Politeista? Quanto costruisce sé stesso! "lasciate
che i morti seppelliscano i loro morti!" afferma Tomaso Didimo.
Chi non costruisce sé stesso non è vivo.
Nel Paganesimo Politeista gli Esseri Animali della
Natura tentano di costruire sé stessi. Così gli Esseri
delle acque. L'acqua, madre di ogni vivente dell'Essere Natura, è
ente sacro in sé stesso.
93) ... stirpi che abbondanti fluiscono
Cos'è una stirpe? E' una specie attraverso la
quale gli Esseri della Natura iniziano i loro cammini nell'eternità
dei mutamenti. Le stirpi dell'Essere Natura sono tutte le specie
della Natura. Il loro rapportarsi. Il loro adattamento soggettivo
alle variabili oggettive incontrate che permettono ai singoli Esseri
di tentare il loro cammino nell'eternità dei mutamenti.
Tutte queste specie fluiscono abbondanti costruendo
tutte le forme di divinità di cui sono espressione e la cui
espressione costruiscono e sviluppano attraverso i loro sforzi per
costruire i propri adattamenti soggettivi alle variabili oggettive
incontrate. Tutto questo appare al veggente come un fluire di stirpi;
un nascere di stirpi; un divaricarsi di stirpi; un incessante fluire
della nascita di opportunità per costruire déi.
94) ... il nous nell'anima, e noi nel corpo inerte,
pose il padre degli uomini e degli dei.
Che cos'è il nous usato in questo modo? E' sempre
il pensiero, l'intenzione, il progetto, lo scopo, l'intendimento, il
sentire, l'intuire il giudicare ecc.,, ma viene inteso come la
capacità del soggetto attraverso la quale egli si fa dio. Sono
le specificità dell'Essere il cui sviluppo qualifica
quell'Essere come un dio che si costruisce. Individuare quelle
condizioni significa individuare il consapevole diverso
dall'inconsapevole.
Perché il padre pone? Perché queste sono
le condizioni che vengono costruite da Necessità ed Intento.
Nulla può prescindere da questo e lo sviluppo della Coscienza
di Sé può proseguire all'infinito soltanto nella misura
in cui a questo somma la propria volontà sviluppando,
soggettivamente, la propria Coscienza nella direzione imposta da
Necessità e Intento.
Perché nell'anima? Perché col termine
"anima" gli antichi indicavano ciò che anima: la
qualità attraverso la quale si costruisce il dio. Saranno gli
adoratori di religioni rivelate a dare a questo un significato
diverso. Noi, ancora oggi, distinguiamo fra l'animato e l'inanimato
proprio per distinguere delle caratteristiche diversa attraverso le
quali dei soggetti si pongono nei confronti del mondo. Ciò che
è animato è quanto da' l'assalto al cielo della
conoscenza e della consapevolezza per costruirsi nell'eternità
dei mutamenti. Quanto è inanimato è diverso. Non è
che non da' l'assalto al cielo della conoscenza e della
consapevolezza,, ma lo fa in modo talmente diverso dalla nostra
soggettività che all'interno della ragione noi diciamo che è
inerte; subisce le modificazioni; non partecipa alle trasformazioni
in maniera attiva.
Perché dividere gli uomini dagli dei? Perché
l'Essere Umano è una delle stirpi dell'Essere Natura dalle
quali possono prodursi gli déi non è un dio per
eccellenza. Non è l'immagine e la somiglianza di un dio pazzo
come vorrebbero gli adoratori delle religioni rivelate. L'Essere
Umano è un Essere dell'Essere Natura e come tale da quella
stirpe possono nascere degli déi,, ma non necessariamente
nascono. La sottomissione imposta dalle religioni rivelate ha sempre
distrutto la possibilità degli Esseri Umani di determinare sé
stessi trasformando la morte del corpo fisico in nascita del corpo
luminoso.
Il padre degli uomini e degli déi è
Necessità e Intento. Necessità e Intento dai quali
nessuno né uomini né déi può prescindere!
95) ... ponendo al cuore
Non è interpretabile. L'unica cosa che si può
dire è che quando si parla di cuore nel contesto della
Stregoneria e del Paganesimo Politeista si intende il sentire
dell'individuo: di ogni individuo all'interno dell'Essere della
Natura. Quando il cuore è menomato, è menomato anche il
sentire del soggetto. Comunque l'interpretazione non è
semplice data la brevità del frammento.
96) Perché l'anima, che è per potenza
del padre fuoco splendente, immortale perdura, di vita signora, e
abbraccia la pienezza di molte intimità del cosmo.
La potenza del padre è il padre che si fa'
potente. Come si fa potente il padre? Come si può far potente
Necessità e Intento? Trasformando l'inconscio in Coscienza di
Sé. Trasformando l'inconsapevole in consapevole. Trasformando
l'Energia Vitale inconscia che fluttua nell'universo in un'unità
consapevole di sé che, sommando la propria volontà e le
proprie determinazioni a Necessità che l'ha generata, fonda il
proprio divenire nell'eternità dei mutamenti costruendosi come
dio fra déi.
In quel vortice di germinazione di Coscienza di Sé
il fuoco prende forma e si dilata fagocitando l'Energia Vitale che
inconsapevole circonda la Coscienza di Sé diventandone parte.
La formazione di una Coscienza di Sé è fuoco che
divampa!
E ancora il concetto di anima. La Coscienza di Sé
che si anima. Che agisce attivando la propria volontà! Che si
trascina nell'inconscio circostante. Qualunque inconscio. Qualunque
diverso in cui quella Coscienza di Sé è compresa. Il
suo animarsi alimentando il suo pensiero, la sua determinazione, il
suo scopo, il suo progetto, il suo intuire, il suo sentire, il suo
pensare e giudicare. Il tutto si agita, cambia, modifica, si espande
e si contrae con moto vorticoso da cui la potenza di Necessità
e Intento risplendono nelle trasformazioni fagocitate dalla Coscienza
di Sé attraverso la volontà che le è propria.
Come il veggente coglie l'immortalità? Nello
sviluppo dell'infinito dei mutamenti. Nel perdurare dello sviluppo.
Nell'essere padroni, attraverso la propria volontà, delle
proprie trasformazioni. Necessità e Intento sono impulsi,, ma
l'eternità della Coscienza di Sé animata è dato
dalla sua capacità di adattamento soggettivo all'interno delle
variabili oggettive. Il suo sapere, la sua conoscenza, il suo
pensiero, il suo intento, il suo progetto, il suo sentire, il suo
intuire, il suo giudizio determinano le scelte soggettive della
Coscienza di Sé. Tanto maggiori queste qualità sono
sviluppate dentro di sé e tanto maggiore è il suo
Potere di Essere nelle sue scelte, tanto migliori saranno i passaggi
nell'infinito dei mutamenti. Tanto poco sarà il nous
sviluppato nella Coscienza di Sé e tanto maggiori saranno le
possibilità che quella Coscienza di Sé non sia in grado
di proseguire nell'eternità dei mutamenti.
Cosa coglie il veggente? Le trasformazioni delle
Coscienze che spingono nell'eternità dei mutamenti. Cosa non
coglie il veggente? Quante Coscienze di Sé tentano di
imboccare il sentiero dell'eternità e perirono nel non avere
sufficiente Potere Personale (pensiero intenzione, scopo,
intendimento, intuire, sentire, modo di giudicare ecc.) per
determinare sé stesse nell'oggettività che le ha
generate.
Cosa abbraccia il veggente? Le trasformazioni che quelle
Coscienze di Sé hanno attraversato per giungere alla pienezza
cui lui assiste. Forse riesce ad immaginare che esistono altre
pienezze che quelle Coscienze di Sé dovranno raggiungere,, ma
in questo momento egli le vede come pienezze, nel pieno dello
sviluppo, nel pieno dello splendore delle loro determinazioni. Nel
vedere questo assiste ai processi di trasformazione che hanno
attraversato e le definisce le "molte intimità del
cosmo". Perché "molte intimità del cosmo"?
Perché non esiste nulla di più intimo delle
trasformazioni soggettive che portano l'Essere, qualunque sia la sua
specie e il proprio cammino, a trasformare una morte in una nascita
per continuare nell'infinito dei mutamenti.
97) Levatasi in volo, l'anima dei mortali in sé
stessa serrerà il dio, e senza conservare nulla di mortale dal
dio è inebriata tutta quanta. Si gloria di armonia: sotto di
essa dimora il corpo mortale.
Chi sono i mortali? Gli Esseri della Natura. Costoro
sono caratterizzati da un processo di costruzione del dio che cresce
dentro di loro per cui la nascita del dio avviene con il
trasferimento della Coscienza di Sé dal corpo fisico al corpo
luminoso.
All'atto della morte del corpo fisico l'Essere della
Natura che è vissuto costruendo sé stesso prendendosi
nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza
trasferisce la propria Coscienza di Sé sul corpo luminoso.
All'atto della morte del corpo fisico l'Essere della
Natura quando trasferisce la propria Coscienza di Sé sul corpo
luminoso non conserverà nulla di mortale,, ma il suo esistere
e il proseguo nell'infinito dei mutamenti sarà funzionale al
nuovo stato dimenticando quand'era Essere della Natura e percependo
il mondo con sensi diversi. Nulla rimane dell'Essere della Natura e
dell'Essere Umano nel nostro caso. Nulla né la nostalgia, né
la conoscenza, né il sapere o la memoria,, ma il dio sarà
ricco di tutti gli atti di volontà, di tutti i meccanismi e le
strategie che avrà messo in atto durante la vita fisica. Di
quegli atti di volontà sarà ricco.
Mentre l'Essere Luminoso si leva nella nuova oggettività
per continuare a divenire e a trasformarsi gloriandosi di quanto sta
avvenendo il corpo mortale inizia la putrefazione.
Che cos'è l'armonia? E' una definizione più
o meno appropriata dell'oggettività percepita dal soggetto che
espande sé stesso descrivendo l'oggettività circostante
tentando di farla comprendere a chi vive ancora prigioniero della
ragione. C'è un universo meraviglioso che ci attende, sembra
dire chi ha trasferito sé stesso. In realtà non è
un universo meraviglioso,, ma sono contraddizioni nuove e diverse
nelle quali chi ha sviluppato il corpo luminoso si trova a
trasformarsi. Un mondo diverso nel quale operare usando gli strumenti
che ci siamo costruiti nella vita fisica come Esseri della Natura!
98) Di un uomo sacro, gli eteri hanno edificato il
corpo.
Un uomo sacro è colui che vive sviluppando il dio
che cresce dentro di lui! E' colui che affronta le contraddizioni
della propria esistenza chiamando le cose col loro vero nome, che
affina la sua attenzione, che si chiede il perché delle cose.
Quali sono gli eterei che edificano il suo corpo che in
questo caso è il corpo luminoso? Sono gli déi che
costui ha attraversato negli sforzi e nell'uso delle determinazioni
che ha fatto per costruirsi. Si è fatto Furia, si è
fatto Venere, si è fatto Cerere, si è fatto Pan, si è
fatto Minerva, si è fatto Giunone, si è fatto Giove, si
è fatto Marte ecc.. Si fece Furia quando le contraddizioni
sembravano soffocarlo; Si fece Venere per costruire i rapporti con
gli altri Esseri Umani e con gli Esseri della Natura; si fece Cerere
nella direzione che dette alle sue azioni; si fece Pan nella sua
rappresentazione di Essere della Natura, sanguigno e sensuale, nelle
cose che potevano costruire il Sistema Sociale in cui viveva; si è
fatto Giunone nella costruzione del futuro degli Esseri Umani; si è
fatto Giove nelle relazioni con l'universo; si è fatto Minerva
nella costruzione del suo sapere; si è fatto Marte ogni qual
volta doveva affrontare le contraddizioni dell'esistenza. Nel far
questo Furia, Venere, Minerva, Cerere, Pan, Giunone, Giove hanno
plasmato il suo corpo luminoso. Lo hanno nutrito e sorretto ogni
volta che facendosi quel dio egli stesso era quel dio.
Col veggente degli Oracoli Caldaici possiamo dire che
"gli eteri hanno edificato il corpo",, ma possiamo anche
dire che il suo fare ha nutrito ed alimentato gli eteri!
99) ... servire,, ma vivere la servitù con
capo indomito...
Il frammento indica un fare per tutti i costruttori del
proprio corpo luminoso quando sono costretti a servire o che sono
comunque sottoposti a condizioni che non permettono loro di essere
totalmente padroni di sé stessi.
Circoscrivere la sottomissione!
Servire con capo indomito è l'opposto dell'orrore
proposto dalle religioni rivelate che impongono la sottomissione al
servo in quanto il suo padrone è tale per volontà del
loro dio padrone. Qui si tratta di costruire il proprio corpo
luminoso non di attendere che la "dolce morte" consumi
l'Essere Umano.
Servire con capo indomito non significa servire con
coraggio,, ma servire con rabbia e disprezzo per chi impone la
situazione di servaggio. Significa limitare l'interiorizzazione della
situazione di sottomissione. Significa limitare la sottomissione
affinché non distrugga le possibilità dell'individuo di
costruirsi nell'eternità dei mutamenti.
Servire, quando si è costretti o non se ne può
fare a meno,, ma mantenere libera la propria anima e il proprio nous.
Cosa significa mantenere libera la propria anima e il proprio nous?
Significa mantenere libero il proprio pensiero, il proprio progetto,
le proprie intenzioni, il proprio scopo, il proprio intendimento, il
proprio modo di pensare, il proprio modo di intuire, il proprio
sentire affinché la sottomissione non se ne appropri e li
pieghi al proprio servizio. Usare comunque il nous per determinare sé
stessi anche se le condizioni di determinazione soggettiva sono
povere e miserabili.
Questo significa "vivere la servitù con capo
indomito"!
100) sterile
Questo frammento è fatto di una sola parola.
Quella parola nel Paganesimo Politeista sta a significare
l'incapacità dell'Essere della Natura di costruire e partorire
il dio che dentro di lui spinge per crescere.
E' "sterile" ogni Essere della Natura che per
scelte soggettive o per condizioni oggettive non riesce a partorire
il corpo luminoso.
Un conto è la sterilità oggettiva nella
quale sono compresi i tributi che ogni specie della Natura paga alla
natura stessa e un conto sono le scelte soggettive di autodistruzione
come quella operata dagli Esseri Umani attraverso la sottomissione
che non solo distruggono la propria capacità di costruirsi
nell'infinito dei mutamenti,, ma costringono anche i loro figli a
distruggersi.
Sterile è dunque l'incapacità o
l'impossibilità di divenire nell'eternità dei
mutamenti.
101) ... non evocare l'immagine direttamente visibile
della natura.
Questa imposizione è rivolta ai Teurghi. Ciò
che si evoca non è quanto si vede come rappresentazione nella
Natura, ma quanto dall'Essere Umano emerge per incontrarsi con quanto
la rappresentazione suscita.
Quando mi rivolgo agli déi non mi rivolgo in
quanto déi pensando che gli déi parlino e rispondano
come io parlo e rispondo fra gli Esseri Umani, ma mi rivolgo per
evocare il divino attraverso l'azione. Quando il rito non è
azione è rappresentazione dell'intento soggettivo attraverso
il quale fondare l'azione. La Stregoneria e il Paganesimo Politeista
sono manifgestazione dell'azione dell'Essere che evoca. Per azione si
intende non solo l'azione finale che appare, ma tutta la strategia
del soggetto che compattando sé stesso, ricercando i mezzi,
sviluppando la sua conoscenza prepara l'azione. Il rito manifesta
l'intento del soggetto. All'Intento del soggetto gli déi
rispondono. Non è la forma dell'albero descritta nella ragione
che risponde al mio richiamo. Non è il suo ramo che si abbatte
sulla testa del mio nemico. E' la Coscienza di Sé Albero con
la quale costruisco la relazione che fonde il suo sentire col mio
sentire; il suo intuire col mio intuire allo scopo di giungere alla
formazione di un unico Intento che porta vantaggi ad entrambe le vie
alla conoscenza e alla consapevolezza.
Non è alla forma, alla descrizione o alla
rappresentazione che io mi rivolgo quando evoco gli déi del
mondo circostante,, ma al Potere di Essere della loro Coscienza di Sé
attraverso l'Intento che manifesto nel rito. Per rito intendo ogni
azione che compattando un soggetto lo prepari ad affrontare le sfide
e le contraddizioni della vita. Per rito intendo ogni azione che
compattando un insieme sociale lo prepari ad affrontare le sfide e le
contraddizioni della vita. Per rito intendo ogni azione che
compattando un insieme umano lo prepari ad affrontare le sfide e le
contraddizioni della vita.
Questo frammento è un rammentare a tutti i
Teurghi e a tutti gli Stregoni che non la forma è importante,
ma il fare, la loro azione che costruendo loro stessi nell'infinito
dei mutamenti costruisce l'insieme in cui vivono nell'infinito dei
mutamenti.
Solo i cristiani fanno dell'immagine il fine della loro
sottomissione!
102) Non guardare alla natura: il suo nome è
segnato dalla fatalità.
Cosa significa "guardare alla natura"?
Significa considerare le azioni della natura come le azioni di un
progetto messo a punto da un architetto nel costruire qualche cosa.
Significa guardare alle trasformazioni come a una "creazione".
La natura diviene in sé e per sé e le trasformazioni
che la costruiscono sono adattamenti soggettivi alle variabili
oggettive che i singoli Esseri incontrano nel tentativo di costruire
sé stessi nell'infinito dei mutamenti.
Guardare alla natura come un architetto che costruisce
una casa significa sottomettere alla volontà del dio padrone
distruggendo la possibilità di costruirsi nell'infinito dei
mutamenti.
Che cosa sono le fatalità all'interno dell'Essere
della Natura? Nessun Essere della Natura comprende l'intera natura,
ma è compreso nell'Essere Natura. In quanto compreso
nell'Essere Natura esercita la propria volontà e le proprie
determinazioni per migliorare il proprio divenire e quello della sua
specie. Mentre egli fa questo altri Esseri all'interno dell'Essere
Natura progettano loro stessi per svilupparsi al meglio nell'infinito
dei mutamenti. Affrontare lo sconosciuto con i mezzi che si hanno e
scegliere al meglio attraverso lo sviluppo del proprio Potere
Personale si chiama "fatalità".
La variazione della specie si presenta e le condizioni
oggettive promuovono quella variazione come un successo o la bocciano
come un fallimento. Quanti milioni di tentativi si sono fatti nel
corso del divenire dell'Essere Natura come oggi noi lo intendiamo? Un
numero infinito! Il vero Potere di Essere dell'Essere Natura è
rappresentato dall'incessante provarci di ogni Essere che la compone.
Quell'incessante provarci è quanto porta l'Essere Natura a
costruire la propria Coscienza di Sé spingendola nell'infinito
dei mutamenti.
L'Essere Natura, per la ragione umana è Fors: lo
sconosciuto che ci circonda che per affrontare il quale è
necessario sviluppare il proprio Potere di Essere per alimentare
Fortuna dentro sé stessi.
Tentare di mettere ordine in Fors, descriverlo e
piegarlo alle preposizioni della ragione significa ammantare le
determinazioni dell'Essere Natura con i fantasmi della ragione umana.
Il peggiore di questi fantasmi è un preteso creatore che ad
immagine della ragione pretende di essere padrone dell'Essere Natura
e delle sue trasformazioni.
Guardare alla Natura, in questa angolazione, significa
guardare alla natura come un dio padrone e creatore al quale
sottomettere gli Esseri Umani. Fatalità come assenza di
progetto e di determinazione soggettiva. Fatalità assenza di
scopi specifici in grado di legare gli scopi dei singoli Esseri e
delle singole specie. Fatalità come mancanza di intuire nei
confronti delle singole specie. Fatalità dove la Coscienza di
Sé che si forma dell'Essere Natura è al di fuori delle
scelte delle singole specie e dei singoli Esseri che la compongono.
La Coscienza di Sé Natura non dirige le trasformazioni degli
Esseri e delle Specie al suo interno, si limita a registrarne le
trasformazioni attraverso la modificazione della sua Coscienza di Sé
salvo intervenire, per quanto può, per salvaguardare le specie
quando interventi alieni ne compromettono lo sviluppo come nel caso
degli Esseri malati di Energia Vitale Stagnata.
Quando la ragione si trova a dover affrontare le
tensioni, le contraddizioni, le sfide e le trasformazioni che vengono
messe in atto dagli Esseri della Natura che producono un effetto
senza che qualcuno determini quello scopo è sgomenta. La
raagione impaurita ricorre alla superstizione. Che cos'è la
superstizione? E' il voler attribuire delle trasformazioni alla
volontà di un soggetto sconosciuto.
I cristiani, adorando come fanno il loro dio, sono
superstiziosi!
103) e non alimentare ciò che è in
balia della fatalità...
Con la superstizione si alimenta ciò che è
in balia della fatalità. Con la superstizione si impedisce
alle Coscienze di Sé di prendersi nelle proprie mani la
responsabilità della propria esistenza, usare la propria
volontà, alimentare le proprie determinazioni per divenire
nell'eternità dei mutamenti. La superstizione distrugge la
determinazione soggettiva rendendo il soggetto dipendente da chi
alimenta la sua superstizione.
Alimentare ciò che è in balia della
fatalità significa impedire ad un Essere della propria specie
di prendere nelle proprie mani la responsabilità della propria
esistenza. Significa costringere un Essere della propria specie a
pregare un intervento anziché spingerlo a costruire sé
stesso per usare la propria volontà e le proprie
determinazioni.
Le onde del mare della fatalità, della fortuna e
della sfortuna sbattono il malcapitato contro gli scogli delle
avversità della vita: che stronzata! In realtà degli
Esseri Umani si sono dati da fare, hanno lavorato, affinché
costui non si fornisse di armi adeguate per affrontare le
contraddizioni dell'esistenza. Gli hanno impedito di costruire la
propria conoscenza, il proprio sapere, di sospendere il giudizio, di
chiamare le cose col loro vero nome per costruire un disperato in
balia alla fatalità.
Quale infamia nel far questo!
Solo i cristiani e gli schiavi delle religioni rivelate
fanno questo per alimentare e giustificare il loro vuoto interiore e
la loro disperazione.
Tieniti lontano da chi è in balia della fatalità.
Costui non ha il coraggio di affrontare la vita e ti imporrà
di dividere con lui la sua disperazione.
Non alimentare la disperazione, indicala,, ma nel farlo
proteggiti; chi è disperato vuole distruggere chi ha il
coraggio di affrontare la propria vita prendendo nelle proprie mani
la responsabilità della propria esistenza.
104) ... non insudiciare il pneuma, non farne
profonda la superficie.
In questo caso, riferito agli Esseri Umani, il termine
pneuma sta ad indicare la costruzione del dio che cresce dentro gli
Esseri Umani. Più in generale col termine pneuma viene
indicata ogni concentrazioner di Energia Vitale Cosciente di Sé.
Viene indicato inoltre, riferito agli Esseri della Natura, la parte
del corpo luminoso che stanno costruendo. E ancora, col termine
pneuma viene indicato quanto anima diversificandolo da quanto è
inanimato.
Il termine pneuma indica sempre l'Energia Vitale,, ma
non l'Energia Vitale inconscia. Indica soltanto l'Energia Vitale che
ha iniziato dei cammini di costruzione e alimentazione di una
Coscienza di Sé.
Il termine pneuma, riferito all'Essere Umano, sta ad
indicare non ciò che lo anima distinguendolo dall'inanimato
che lo circonda,, ma il corpo luminoso che sta costruendo attraverso
le sue scelte.
Diventa logico, in quest'ambito, l'uso dell'espressione
"non insudiciare il pneuma" che sta ad indicare "non
mettere quanto hai costruito al servizio della ragione" o più
in generale della fisicità dell'Essere Umano.
Quando l'Essere Umano mette il proprio intuire al
servizio della materialità della sua esistenza attraverso
l'appropriazione altro non fa che insudiciare il pneuma.
Fare profonda la superficie significa rendere pesante la
propria Energia Vitale. Significa bloccarne i flussi. Significa
mettere in atto scelte e attività per le quali si distrugge la
possibilità di costruire il dio che cresce dentro ogni Essere
Umano.
In questa visione la frase è assolutamente logica
risultando una supplica e un imperio a tutti i cacciatori di
conoscenza e di consapevolezza. Per divenire nell'eternità dei
mutamenti, per alimentare il dio che cresce dentro l'Essere Umano è
necessario: "non insudiciare il pneuma, non farne profonda la
superficie.
105) ... nel tuo animo non spegnere ...
Che cosa si può spegnere nel mio animo riferito a
quanto si è detto fino ad ora negli Oracoli Caldaici? La mia
volontà; la vitalità con la quale alimentare le mie
determinazioni, la mia passione per la vita. Questo si può
spegnere nel mio animo. Questo può avvenire soltanto se io
rinuncio a prendermi nelle mie mani la responsabilità della
mia esistenza accettando la sottomissione nell'attesa della mia
distruzione.
Cosa non devo spegnere nel mio animo? La passione per la
vita!
Cosa non devo spegnere nel mio animo? La determinazione
con la quale costruire il dio che cresce rispondendo al bisogno di
divenire nell'eternità dei mutamenti.
106) ... o uomo artificio di una natura audace!
Sono convinto che questo frammento ha fatto uscire pazzi
gli interpreti che si sono succeduti nel corso dei secoli. Proclo
commentava gli Oracoli Caldaici, non li scrisse. Il suo commento è
relativo al Platonismo e alle cognizioni che egli era riuscito a
trovare.
Nemmeno i cristiani riuscirono a trovare delle
spiegazioni ragionevoli eppure, la soluzione più semplice è
sotto i loro occhi.
L'ESSERE UMANO E' PRODOTTO DALL'ESSERE NATURA COME TUTTE
LE SUE SPECIE.
L'educazione apriori degli interpreti degli Oracoli non
ammettono questa possibilità. Per loro l'Essere Umano è
creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e non può
essere, in nessun caso, il prodotto della Natura. Gli Stregoni hanno
sempre saputo di essere compresi in un insieme di consapevolezze con
le quali camminano nell'infinito dei mutamenti. Gli estensori degli
Oracoli Caldaici sapevano questo mentre gli interpreti partivano dal
presupposto che gli Esseri Umani erano creati da un padre padrone al
quale avrebbero finito per tornare. Lo stesso neoplatonismo
considerava l'Essere Umano emanazione della volontà e del nous
di un ipotetico Uno al quale l'Essere Umano tornava.
L'Essere Umano è una delle molte specie
dell'Essere Natura nato e sviluppatosi in situazioni particolari come
avviene per ogni specie dell'Essere Natura. Non è la creazione
di un qualche dio pazzo al quale qualcuno lo vuole sottomettere.
Perché l'Essere Natura, nel costruire le
condizioni attraverso le quali è venuto sviluppandosi l'Essere
Umano, fu audace? Perché l'Essere Umano ha le mani per
continuare le trasformazioni attraverso le quali contribuire a
trasformare l'Essere Natura. L'audacia dell'Essere Natura consiste
anche sul fatto che quest'Essere potrebbe distruggere sé
stesso assieme con tutta la Natura. Fu un atto di audacia estrema
quella messa in campo dall'Essere Natura nel favorire le condizioni
che hanno portato allo sviluppo quest'Essere. Furono esigenze
dell'Essere Natura e furono esigenze dell'Essere Terra che
stipularono un patto per la reciproca trasformazione.
Si! Fu una Natura audace a costruire le condizioni
affinché questa specie si sviluppasse; non furono i desideri
di un dio pazzo che popola l'immaginario dei disperati che vogliono
portare il mondo alla disperazione!
107) Non porre mente ai confini infiniti della terra:
non nasce in essa l'albero della verità. E non calcolare la
misura del sole a furia di tavole: per eterno volere del padre esso
si volge, non per te. Lascia perdere il ronzio della luna: è
per opera della necessità che corre sempre. La processione
degli astri non è stata generata per te. L'ampia palmatura
delle ali degli uccelli nel cielo non è mai veritiera, e non
lo sono le sezioni di vittime e intestini. Tutti questi non sono che
giochi, e fondamenti di una frode venale. Fuggili, se vuoi
dischiuderti le porte del giardino sacro della pietà, dove
virtù, sapienza, ordine armonico si adunano.
Questo frammento si ricollega al frammento 103 in cui si
afferma: "non alimentare la fatalità". In questo
frammento si citano degli esempi attraverso i quali veniva alimentata
la sottomissione dell'individuo alla fatalità.
I frammenti citati sono delle condizioni che hanno
aperto le porte all'avvento dell'orrore cristiano. Inutilmente gli
Oracoli Caldaici misero in guardia contro quelle pratiche. Quando
quelle pratiche erano attività di uomini che costruivano il
futuro avevano un significato, quando quelle attività caddero
nelle mani di chi le usava per costruire sottomissione divennero
pratiche abiette.
Pensare ai confini leggendari della terra in cui nasceva
l'albero della vita.
Tutti gli Stregoni sapevano che l'albero della vita ci
circonda e pianta le radici là dove incontra le condizioni per
farlo. Era assurdo inchiodare l'attenzione degli Esseri Umani in
terre lontane o in situazioni mitiche quando la meraviglia
dell'universo ci sta attorno.
Il non calcolare la misura del sole sta ad indicare di
non tentare di prevedere il futuro attraverso i movimenti dell'Essere
Sole. Questo si muove per il proprio Intento, esercitando la propria
volontà e le proprie determinazioni. L'Essere Sole non si
muove per favorire le tue interpretazioni. Gli Esseri Umani vuoti
pensano a trovare il modo attraverso il quale interpretare la
fatalità che li circonda. La fatalità ci circonda in
quanto noi ci siamo immersi nell'inconsapevolezza e viviamo
l'esistenza estendendo il rifiuto a chiamare le cose col loro vero
nome. Allora la fatalità avvolge la nostra ignoranza e anziché
sviluppare la nostra Conoscenza e la nostra consapevolezza cerchiamo
la dipendenza da un dio padrone che ci indichi la strada per l'uscita
dal buio in cui ci troviamo., ma non c'è nessun dio padrone e
si finisce per essere dipendenti da noi stessi, dalle nostre paure e
dalle nostre angosce col risultato di diventare preda impotente a
disposizione di qualunque cacciatore.
Lasciate perdere il ronzio della Luna. Spesso chi traeva
previsioni ascoltava la Luna o il mormorio delle fonti interpretando
attraverso le sue impressioni le sensazioni che ne traeva. Non era il
piacere per il mondo circostante, l'intuire dell'Essere Umano
appassionato, che attraverso la sua percezione fonde la propria
Energia Vitale con le Coscienze di Sé che lo circondano, era
l'avidità di chi vuole conoscere per impossessarsi. La stessa
avidità che produce l'egocentrismo di pensarsi destinatari del
messaggio degli astri che ha condotto poi all'egocentrismo degli
interessi di un fantasioso dio creatore.
Lo stesso vale per tutte le altre pratiche di indovini.
Una cosa sono i messaggi che dal mondo circostante ci arrivano e
un'altra cosa è il considerarsi padrone del circostante e
destinatari di messaggi privilegiati. Lascia perdere le
interpretazioni delle viscere (era praticata dagli Aruspici) o
l'interpretazione del futuro dal volo degli uccelli.
Queste pratiche non sono necessariamente false. Per
l'Essere Umano che costruisce il dio che cresce dentro possono avere
un significato anche nella ragione della relazione che intrattiene
col mondo circostante. In ogni caso, anche per lui, sono solo giochi
sui quali non costruisce le sue scelte. Quando queste pratiche sono
vendute al fine di catturare l'attenzione degli Esseri Umani allora
sono solo inganno. Non sono espressione del dio che cresce dentro un
Essere Umano sono espressione di costruzione di dipendenza per chi
disperato dal mondo cerca la consolazione del proprio fallimento.
Sono "fondamenti di una frode venale!".
Se vuoi dischiuderti le porte dell'Olimpo, se vuoi
trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso,
se non vuoi coltivare la disperazione che genera sottomissione, devi
fuggirli. Prendersi nelle proprie mani la responsabilità della
propria vita, togliersi dal centro del mondo, usare le proprie
determinazioni e la propria volontà, sospendere il giudizio,
praticare lo scetticismo, sospendere il dialogo interno, praticare
meditazione e contemplazione, ascoltare le correnti vegetative,
praticare la follia controllata, ascoltare il mondo attorno a noi,
praticare l'Intento, palpare il mondo, praticare l'agguato, chiedersi
il perché delle cose, praticare il sognare, chiamare le cose
col loro vero nome; questa è la pratica che dischiude al dio
che si costruisce le porte del giardino degli déi. Il giardino
sacro della capacità dell'Essere Umano di ascoltare le voci
degli déi (pietà!) sviluppando virtù, ordine
armonico e sapienza.
Questo è da cercare: non alimentare la fatalità
con la sottomissione. Quando si sottomette alla fatalità si
aprono le porte alla sottomissione al dio padrone che figlio della
fatalità divora il divenire e le trasformazioni degli Esseri
Umani sottomessi.
108) Il nous paterno inseminò simboli
attraverso il cosmo, lui che intuisce gli intuibili, quelli che sono
detti bellezze ineffabili.
Il pensiero, l'intenzione, il progetto, lo scopo, il
sentire, l'intuire cui Necessità e Intento conducono le
trasformazioni del cosmo. Questo si riempie di simboli. Che cosa sono
i simboli? Sono le matrici attraverso le quali il veggente scorge
l'essenza di una vasta realtà di trasformazione delle
Coscienze i Sé. I simboli sono quanto, delle matrici generanti
le Coscienze di Sé, viene scorto dal veggente per intuire
quanto lo circonda.
Che cos'è una matrice? In questo caso è la
relazione soggettività-oggettività incontrata da quella
concentrazione di Energia Vitale che da inconscia si trasforma in
Coscienza di Sé. Data la sua trasformazione in Coscienza di Sé
può proseguire in quella e solo in quella direzione di
trasformazioni. Solo in quella direzione può esercitare la
propria volontà facendosi dio proiettandosi nell'eternità
dei mutamenti. Io sono un Essere Umano. Mio padre e mia madre hanno
fornito la matrice e per proiettarmi nell'eternità dei
mutamenti posso esercitare le determinazioni proprie del mio
divenuto. Nell'esercizio delle mie determinazioni posso esercitare la
mia volontà, anche modificando la matrice che lascio in
eredità ai miei figli.
Necessità e Intento non intuiscono gli intuibili,
ma gli intuibili sono espressione di Necessità ed Intento.
Proprio perché gli intuibili sono espressione di Necessità
ed Intento il veggente che assiste a quanto vede può affermare
che gli intuibili sono intuiti dal padre.
Ed è ciò che intuisce il veggente: "le
bellezze ineffabili!". Che cosa sono le bellezze ineffabili?
Quando uno Stregone usa l'aggettivo "bello" o "bellissimo"
per definire qualche cosa cui assiste? Quando coglie lo sviluppo
della vita, le manifestazioni delle Coscienze di Sé mentre
determinano sé stesse nell'infinito dei mutamenti. Quando si
assiste all'uso delle determinazioni e della volontà degli
Esseri di qualunque specie per costruire il proprio divenire
nell'eternità dei mutamenti.
109), ma il nous paterno non accoglie il volere
dell'anima finché essa non sia uscita dall'oblio e non abbia
pronunciato una parola, ricordando il puro simbolo paterno.
Il volere dell'anima!
Uscire dall'oblio!
Pronunciare una parola!
Ricordare il puro simbolo paterno!
Sono i quattro elementi che caratterizzano questo
frammento e che delineano il fare magico dell'individuo.
Che cos'è il volere dell'anima? Quando un Essere
Umano costruisce il dio che cresce dentro di lui sorge anche
l'intolleranza per le limitazioni. Esiste un momento, e di questo ne
ho solo sentito parlare, in cui la soggettivazione dell'oggettività
da parte di un individuo avviene a livello tanto profondo che il
sentire del corpo luminoso si sente stretto nella gabbia del corpo
fisico. Anche se l'individuo ha messo la ragione al proprio servizio
e non interferisce più di tanto con gli intenti e l'azione del
corpo luminoso questa diventa comunque una zavorra. Questa
insoddisfazione così acuta cresce un po' alla volta col
crescere del Potere di Essere dell'individuo stesso.
Uscire dall'oblio significa diventare consapevole
dell'infinito che sta davanti. Uscire dall'oblio significa sviluppare
la consapevolezza dello sviluppo nell'infinito dei mutamenti. Uscire
dall'oblio significa essere attrezzati per prendere in mano la
responsabilità della propria esistenza una volta che il corpo
fisico cessa di esistere. In quel momento viene accolta dal pensiero,
intenzione, progetto, scopo, sentire, intuire, modo di giudicare
paterno. Non tanto perché c'è un qualche cosa in cui
essere accolti, ma perché si è sviluppato Necessità
e Intento attraverso l'uso della propria volontà nelle
determinazioni dell'esistenza.
Qual è la parola da pronunciare? Veramente nella
lingua italiana sono due: "IO ESISTO!". Questa parola viene
pronunciata dall'Essere Umano che costruisce sé stesso
nell'infinito dei mutamenti; dall'Essere Umano che determina sé
stesso all'interno del sistema socio-culturale in cui nasce, vive e
si costruisce; dall'Essere Umano in corpo luminoso quando assumendo
su questo la propria Coscienza di Sé affronta lo sconosciuto!
Qual è il puro simbolo paterno? L'espressione del
padre in quanto padre e che può essere definita padre?
Necessità e Intento! Come può il corpo luminoso
dell'Essere Umano ricordare il puro simbolo paterno di come Necessità
ed Intento? Innanzi tutto sviluppando e costruendo il proprio corpo
luminoso. Attraverso il sommare della propria volontà a
Necessità che l'ha generato e poi trasferendo sul corpo
luminoso la volontà nella nuova situazione
soggettività-oggettività. Come lo trasferisce?
Attraverso le azioni che il corpo fisico compie nell'affrontare la
quotidianità. I meccanismi, le strategie messe in essere nella
quotidianità formano la struttura determinatrice del puro
simbolo paterno: la sostituzione con la volontà soggettiva
alla Necessità che ne ha condotto la nascita!
In parole più semplici l'Essere Umano deve
costruire il dio che cresce dentro di lui usando volontà e
determinazione se vuole che quel dio diventi autonomo e prosegui
nell'infinità dei mutamenti.
110) Cerca anche il condotto dell'anima, donde
discese in un certo ordine, lavorando a salario per il corpo, e cerca
ancora come innalzarla al suo rango nuovamente, alla parola sacra
congiungendo l'azione.
Il frammento è di difficile interpretazione. La
ricerca del condotto dell'anima sembra quasi che l'anima sia stata
data o sia arrivata ad animare il corpo. In realtà non è
il condotto dell'anima che giunge al corpo,, ma il processo di
formazione della struttura energetica ed "animatrice" di
quello che sarà il corpo. Il condotto dell'anima sta ad
indicare il processi di trasformazione dell'individuo attraverso il
quale costui si trova nella situazione attuale. Nella situazione in
cui riconosce l'esistenza di una separazione fra il suo corpo e gli
elementi animatori del suo corpo.
Qual è l'ordine che deve cercare? E' l'ordine
della formazione di quel principio animatore, del suo sviluppo e
della sua trasformazione. Deve riconoscere il momento in cui quel
principio animò il processo di sviluppo dell'Essere che poi
divenne l'Essere Umano con cui parliamo. Dal momento in cui quel
principio animatore alimentò il processo di trasformazioni del
soggetto è come se avesse lavorato a salario per il corpo.
L'espressione "lavorare a salario" è
dipinta perfettamente e implica i doveri che quel lavoro impone al
corpo. Il corpo ha esercitato la propria volontà e le proprie
determinazioni perché il principio animatore ha sorretto le
sua azioni. Senza il principio animatore sarebbe stato materia senza
determinazioni nelle quali usare la propria volontà per
espandersi.
Come può pagare il proprio debito il corpo? Come
può pagare il proprio debito nei confronti della propria anima
l'Essere Umano? Continuando ad essere sé stesso. Non
prostituendola sottomettendola a determinazioni estranee dalle sue.
Cercando cioè di innalzarla ad elemento principale quale fine
delle sue azioni. Elevarla al suo rango!
Il principio animatore ha permesso al corpo di
costruirsi, di svilupparsi ora il corpo deve agire affinché il
principio animatore si sviluppi attraverso l'esercizio della sua
volontà esercitando le proprie determinazioni.
Innalzarla al suo rango significa agire sviluppando
Intento lungo la via indicata dai propri bisogni soggettivi.
Significa sviluppare le determinazioni della propria specie,
significa congiungere "alla parola sacra l'azione".
Diventare tutt'uno con l'Intento. Chiamare le cose col loro vero nome
esercitando sé stessi per proiettare il proprio corpo luminoso
nell'infinito dei mutamenti.
Cercare e imparare i processi di trasformazione del
principio animatore per riprodurne i processi di sviluppo e rendere
il corpo luminoso indipendente dal corpo fisico: trasformare la morte
del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Il significato di questo frammento è importante
per comprendere la relazione fra il corpo fisico e il corpo luminoso
dell'individuo. E' importante anche per comprendere il processo di
trasformazioni attraverso il reciproco lavoro che esiste fra il corpo
fisico e il corpo luminoso. Il termine anima lascia un po' perplessi
al primo apparire in quanto la cultura imposta dal creazionismo ne
impone una lettura. Quando distinguiamo il principio animatore e il
nutrimento, il salario, che a questo principio animatore paga il
corpo fisico attraverso la parola sacra e l'azione, allora tutto è
chiaro. Il principio animatore non ha una sua autonomia, ma per
diventare autonomo deve necessariamente passare attraverso il corpo.
Col corpo costruisce una relazione dialettica nella quale dapprima
stimola il suo costruirsi e una volta che il corpo fisico dell'Essere
della Natura è formato inizia, attraverso l'uso della propria
volontà esercitando le proprie determinazioni a plasmare e
modellare il corpo luminoso sul quale si trasferirà la
Coscienza di Sé all'atto della morte del corpo fisico. Questo
modellare messo in essere dal corpo attraverso l'uso della sua
volontà esercitando le proprie determinazioni è il
salario che il corpo fisico paga all'anima.
Di contro c'è il corpo fisico che non paga il
salario all'anima in quanto si sottomette a determinazioni e volontà
che non gli sono proprie. I cristiani impediscono agli Esseri Umani
di pagare il loro salario all'anima sottomettendoli al macellaio di
Sodoma e Gomorra fin da quando troppo piccoli non sono in grado di
discriminare e difendersi. Costoro, non pagando il salario all'anima,
vengono impediti di sviluppare sé stessi nell'infinito dei
mutamenti. I cristiani sacrificano gli Esseri Umani al loro dio
assassino per impedire loro di diventare déi.
111) affrettandoti verso il centro della luce
risonante
La luce risonante è la concentrazione di Energia
Vitale che per la sua forza di vibrazioni sembra lanciare un canto
armonico nell'universo. I suoi mutamenti risuonano come esaltazioni
di gioia mista a determinazione nell'intero universo.
In quella direzione è necessario affrettarsi. In
quella direzione è necessario dirigere le azioni. E'
necessario affrettarsi a concentrare tutto sé stessi perché
in qualunque momento ci può cogliere la morte del corpo
fisico. In qualunque momento e noi potremmo non aver accumulato
sufficiente potere personale per trasformare in morte del corpo
fisico in nascita del corpo luminoso.
Affrettati a prendere nelle tue mani la responsabilità
della tua esistenza perché solo in questo modo potrai volgerti
verso il centro della luce risonante.
112) si dischiuda la profondità immortale
dell'anima, e tu leva bene in alto tutti gli occhi.
Se tu levi in alto gli occhi della tua esistenza si
schiuderà la profondità immortale delle tue
trasformazioni nell'infinito dei mutamenti. Se si schiuderà la
profondità immortale delle tue trasformazioni nell'infinito
dei mutamenti potrai innalzare gli occhi dalla tua esistenza
quotidiana.
L'uno e l'altro sono in relazione dialettica.
Da dove iniziare? Dove poggiare il proprio sguardo? Dal
quotidiano! Dal momento attuale! Dalle condizioni soggettive ed
oggettive che esistono in questo omento. Quello è il punto di
partenza. Ogni sviluppo è soggettivo.
Si dischiuda la profondità immortale dell'anima.
Quando? Ora, in questo momento! In questo momento si alimenti il io
sottile intuire attraverso il dischiudersi del suo sentire.
Quando levare gli occhi verso l'infinito? Ora! in questo
momento e afferro con gli occhi quanto sono in grado di afferrare.
Afferrando con gli occhi dischiudo il sottile intuire dell'anima che
guarda l'infinita profondità dei mutamenti che mi aspettano.
Quando? ora! Cosa? Qualunque cosa sia in grado di
mettere in cammino il mio sentire! Qualunque cosa sia in grado di
spingermi nell'eternità dei mutamenti.
113) l'uomo noetico regga le briglie dell'anima,
perché non urti la terra sciagurata,, ma trovi la salvezza.
L'Essere Umano che ha il pensiero, esercita l'intenzione
nelle sue azioni, agisce in base a scopi e progetti, che sviluppa
intendimenti, intuire e sentire regga le briglie dell'anima. Che cosa
significa reggere le briglie? Significa dare una direzione alle
proprie azioni. Una direzione che non è scopo o progetto, ma
che comprende scopo e progetto. la direzione è quella dello
sviluppo del proprio Potere di Essere. La direzione è quella
dello sviluppo di sé; della sua dilatazione nell'infinito dei
mutamenti.
Qual è il pericolo per "l'uomo noetico"?
E' quello di urtare la "terra sciagurata"! Che cosa
significa? significa risolvere il proprio divenire, la propria
sequenza dei mutamenti, nella fase fisica della propria vita.
Significa fare della propria vita fisica il fine della propria
esistenza. significa fare della materialità l'unica cosa
esistente. In questo modo si risolve il proprio divenire nella fase
esistente presente. Non si supera la morte del corpo fisico, ma si
agisce per appropriazione. Anziché agire per sviluppare il
proprio Potere di Essere si agisce per sviluppare il proprio Potere
di Avere: il ossesso come fine dell'esistenza. Non il possesso di
quanto serve per affrontare la vita, ma il possesso attraverso il
quale possedere altri Esseri Umani sottomettendoli.
Per questo l'Essere Umano noetico deve reggere le
briglie del suo sentire, dei suoi bisogni, delle sue tensioni
(l'anima) perché deve condurre sé stesso nell'infinito
dei mutamenti.
C'è sempre qualcuno che viene a dire: "Chi
te lo fa fare?" "In fondo sei intelligente, abile,
appropriati degli individui; faranno quello che tu gli dici!".
L'Essere Umano noetico deve trarre la certezza da sé. Egli non
giudica per parametri, ma secondo la direzione che ha impresso alle
sue azioni, ai suoi scopi, al suo sentire e al suo intuire.
114) ... sommersa dai tormenti della terra
Cosa sono i tormenti della terra? Sono le "tentazioni"
di abbandonare tutto. Sono tentazioni che assalgono l'Essere Umano
all'inizio del suo percorso di conoscenza e di consapevolezza. Poi
cessano. Sono le scelte che l'individuo deve compiere. Per ogni
scelta ci sono i suoi tormenti. Qualche volta si vorrebbe tornare
indietro, ma non c'è ritorno. C'è una sola strada e una
sola direzione. Non è voluta dall'Essere Umano è
imposta dalla vita. Negli Esseri della Natura si procede sempre dalla
nascita del corpo fisico alla morte del corpo fisico. Non esiste una
scelta in direzione diversa. La scelta per l'individuo consiste o nel
prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria
esistenza o rinunciare aspettando che la morte del corpo fisico venga
a togliergli le angosce dell'esistenza.
Le scelte dell'individuo sono solo nei confronti di sé
stesso non nei confronti della direzione da percorrere.
I tormenti della terra sono i conflitti che si
frappongono fra le decisioni dell'Essere Umano di trasformare la
propria esistenza nella costruzione del dio che cresce dentro di lui
e gli ostacoli che vengono posti da chi vorrebbe appropriarsi della
sua esistenza sottomettendolo.
115) Affrettati, è necessario, verso la luce e
i raggi del padre: di là ti fu inviata l'anima, rivestita
d'intenso intuire.
E' necessario affrettarsi! Perché? Ogni istante
della vita è prezioso. In ogni istante noi costruiamo noi
stessi.
Cosa significa affrettarsi? Significa affrettarsi a
prendere la decisione di affrontare ogni istante della nostra
esistenza; ogni contraddizione dell'esistenza per costruirci.
Di là viene quanto ti anima che, proprio perché
ti anima, è rivestita di intenso intuire.
Il commento può essere giocato a seconda
dell'apriori che si vuole considerare.
Chi forma il raggio? Colui che si affretta. Colui che
alimenta il proprio divenire nell'eternità delle
trasformazioni. Colui che trasforma in luce il proprio intuire.
Il fatto che tu sia animato è dovuto agli effetti
di Necessità ed Intento, il padre, che riceve alimento dal tuo
affrettarti: la tua volontà espressa nelle azioni volte alla
trasformazione.
L'affrettarsi può essere inteso anche come la
rapidità della Coscienza di Sé che afferra la propria
occasione per trasformarsi; il proprio intuire per alimentarsi
dall'intuibile.
Diversa è l'interpretazione di chi usa
quest'espressione per imporre un dovere al quale sottomettere chi si
ritiene obbligato a rispondere a chi afferma di avergli inviato
l'anima. La sottomissione, arte della magia nera, è giocata in
questo frammento. Si impone un dovere al soggetto che è
obbligato a rispondere e, nel farlo, a costruire la propria
distruzione. Interpretare, nel nostro caso, significa costruire i
parametri attraverso i quali costruirsi. Se noi non interpretassimo
usando il nostro intuire ogni cosa diventa un'arma attraverso la
quale sottomettere. Così la visione di potere di un veggente
che ha trasformato sé stesso cavalcando i mutamenti diventa
un'arma nelle mani dei maghi neri cristiani usata per sottomettere e
chiedere adesione alla loro semina di morte.
116) perché le cose divine non sono
accessibili ai mortali che intuiscono secondo il corpo,, ma a quanti
si affrettano verso l'alto ignudi.
Questo frammento sembra quasi una domanda che richiede
una risposta. La risposta è abbastanza semplice. Il divino che
ci circonda, le sue tensioni e le Coscienze di Sé che lo
compone sono accessibili soltanto in percezione alterata. Per
raggiungere la percezione alterata mantenendo una buona disciplina
soggettiva è necessario agire costruendo il dio che cresce
dentro l'Essere Umano. E' necessario vivere con volontà e
determinazione prendendosi nelle proprie mani la responsabilità
della propria esistenza. E' necessario uscire dai confini della
ragione nei quali si intuisce secondo il corpo e intuire
nell'infinito intuibile che ci circonda. In quest'infinito si
intuisce con la disciplina di sé stessi e col potere della
costruzione soggettiva. Si intuisce con le trasformazioni che si sono
costruite. Si intuisce con lato divino che il corpo ha costruito
momento dopo momento.
Quando si afferma che i segreti in Stregoneria non solo
tali perché sono nascosti,, ma sono tali perché gli
Esseri Umani sottomessi non hanno disciplina per accedervi si afferma
che sono a portata della volontà soggettiva di ogni Essere.
Sta ad ogni Essere Umano delimitare la capacità di controllo
ella propria ragione e permettere alla propria volontà di
prendere il sopravvento nell'intuire dell'intuibile.
Cosa significa affrettarsi in alto ignudi? Significa
liberarsi del controllo militare della ragione che come un vestito ci
avvolge e impedisce di scoprire la nostra ignoranza e la nostra
incapacità di affrontare lo sconosciuto che ci circonda. Se io
mi scopro incapace di affrontare lo sconosciuto che mi circonda
immediatamente metto in atto delle strategie per ovviare a
quest'ignoranza. Se io mi spaccio per saputo e sapiente mi illudo di
essere in grado di comprendere il mondo invece sono compreso nel
mondo. Quando sono nudo delle certezze della ragione allora posso
organizzarmi per affrontare lo sconosciuto. Quando sono rifugiato
nella descrizione della ragione allora costruisco le illusioni della
mia sapienza mentre voglio annullare l'infinito che mi circonda.
Questo significa affrettarsi verso l'alto ignudi!
117) salve per forza propria...
La sottomissione viene imposta agli Esseri come atto di
violenza proveniente dall'esterno. La via per la costruzione della
libertà soggettiva per sviluppare il dio che cresce dentro
ogni Essere e che si proietta nell'infinito dei mutamenti nasce
dall'Essere stesso.
La via che ci proietta nell'infinito dei mutamenti la
possiamo costruire da noi stessi. La libertà soggettiva non è
un dono. Al massimo possiamo imitare qualcuno che per favorire la
propria libertà ci espone la soluzione alle proprie tensioni e
le risposte ai suoi stessi bisogni. La forza che costruisce la
trasformazione della morte del corpo fisico in nascita del corpo
luminoso nasce dall'individuo. Le azioni dell'individuo in risposta
alle tensioni che da dentro di lui spingono per uscire. Le tensioni
che da dentro di lui spingono per uscire guidate dalle briglie
dell'anima che l'Essere Umano Noetico regge con ferrea disciplina e
intento inflessibile.
Dunque, salvo per forza propria! Gli altri possono
sollecitarci a camminare assieme a loro, non possono salvare noi. Chi
afferma di salvarci vuole soltanto ridurci in pecore del suo gregge
mentre il padrone le porta al macello.
118) ad alcuni concesse di cogliere per apprendimento
il segno della luce; altri, anche durante il sonno, fecondò
della sua forza.
Si può considerare il mondo che ci circonda con
le Coscienze di Sé che in esso si muovono come un insieme
potente, consapevole e determinante. Queto Cosciente di Sé,
consapevole e determinante agisce, rispetto alla nostra percezione,
come un insieme che ci spinge ad intuire e a sentire quanto in esso
si muove affinché noi stessi ne diventiamo parte.
Il Potere di Essere di quanto ci circonda per
svilupparsi favorisce lo sviluppo del Potere di Essere di ogni Essere
Umano nella misura in cui incontra, nelle azioni dell'Essere Umano,
elementi propri del suo stesso esistere. Quando, cioè,
nell'Essere Umano individua il suo corrispondente divino.
Cosa concede a quest'Essere Umano il mondo che ci
circonda? Lo sorregge nelle sue sfide dell'esistenza perché
attraverso le sfide dell'esistenza trasforma sé stesso e può
"apprendere il segno della luce". Nutrire l'intuire
soggettivo dell'intuibile che lo circonda affinché l'intuire
di quanto lo circonda si possa nutrire dell'intuibile ricco e potente
dell'intuibile soggettivo. Concedere per concedersi!
Non sempre l'individuo spazia col suo canto della vita
il mondo che lo circonda. A volte il suo canto spazia nell'Essere
luminoso che cresce dentro di lui. Il sognare lo costruisce. Il
sognare è intuizione dell'intuibile. Il sognare è
attività per la costruzione dell'Essere Luminoso che cresce
dentro all'Essere Umano. Il sognare porta l'Essere Umano in una landa
di percezione dove si incontrano gli intuibili di Esseri e tensioni
diverse. In quella landa l'intuire dell'individuo si costruisce ed
articola e riporta alla ragione quanto la ragione avrebbe voluto
continuare ad ignorare.
Nel sognare l'Essere Umano può esercitare la
propria volontà, esattamente come nella vita quotidiana.
Esercitando la propria volontà riporta quanto ha raggiunto
nella vita quotidiana. Se non riporta quanto ha acquisito nella vita
quotidiana rischierà di perdere quanto ha accumulato,, ma
comunque il Potere di Essere di quanto lo circonda non cesserà
mai di alimentare la sua forza e il suo apprendimento almeno fintanto
che non avrà perso la speranza di costruire un dio che
rivendichi in esso i diritti della propria esistenza.
Quanto ci circonda alimenta sempre il nostro esistere.
Sia che alimenti di Energia Vitale, intuire e sentire la nostra
azione sia che alimenti il nostro percepire all'interno del sognare.
Il mondo che ci circonda chiede ad ogni Essere Umano di costruire il
dio che cresce dentro di lui togliendosi dalla posizione in ginocchio
in cui gli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra e chi pratica
la superstizione vuole tenerlo.
119) ... forza che unisce al dio
La forza che unisce al dio appare come la forza di
coesione fra l'Essere Umano e il mondo circostante. In questo caso
avrebbe dovuto esserci "forza che unisce agli déi".
Allora è la forza che unisce il fare dell'Essere Umano al fare
del dio che cresce dentro all'Essere Umano. La forza che porta a
questo qualificando l'Essere Umano come dio è VOLONTA'.
Volontà non unisce l'Essere Umano al dio,, ma fa' dell'Essere
Umano un dio che cammina nell'eternità dei mutamenti.
Volontà unifica le tensioni dell'Essere Umano che
tenta dio risolvere sé stesso all'interno della ragione con le
tensioni dell'Essere Umano che facendosi dio alimenta l'Essere
Luminoso che cresce in lui e che spinge per costruire sé
stesso nell'infinità dei mutamenti.
In questo caso possiamo individuare in Volontà la
forza di coesione fra l'Essere Umano inteso come ragione e materia
all'Essere Umano inteso come percezione e intuire del suo corpo
luminoso.
In questo caso possiamo indicare in Volontà,
l'essenza dell'esistenza di ogni Coscienza di Sé nell'intero
universo come la forza che unisce al dio!
120) ... sottile veicolo dell'anima
In questo caso parliamo degli Esseri della Natura. Il
sottile veicolo di quanto anima è il Mani. Il Mani è la
fonte delle Coscienze di Sé degli Esseri della Natura. Il Mani
è portatore di possibilità di animazione della materia
che, una volta animata, ha la possibilità di compattare
l'Energia Vitale di cui è portatrice, ampliarla, compattarla
per partorire il corpo luminoso.
Sono i genitori o il genitore il sottile veicolo
dell'anima. Perché il genitore o i genitori sono i portatori
delle possibilità di animazione dei soggetti che da loro
tentano di divenire nell'eternità dei mutamenti compattando
loro stessi. Prendendosi la responsabilità della propria
esistenza. Sovrapponendo alla Necessità che li ha generati la
loro volontà per meglio scegliere nell'infinito dei mutamenti.
Questo metodo per trasformare l'inconscio in conscio,
farlo vibrare e proiettarlo consapevole di sé nell'eternità
dei mutamenti appartiene alle tecniche di sviluppo e adattamento
degli Esseri della Natura. Forse ad un numero infinito di nature, ma
solo a loro!
121) il mortale che si sia accostato al fuoco avrà
luce.
Anche questa è una frase che deve essere
interpretata attentamente. Non è detto che il mortale abbia
luce. Non è detto che il mortale prosegua nell'eternità
dei mutamenti. Non è detto che l'Essere della Natura trasformi
la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Il mortale sta vivendo!
Il mortale sta scegliendo!
Il mortale si sta trasformando attraverso l'esercizio
della propria volontà e delle proprie determinazioni. Il
mortale sceglie! Le sue scelte sono quelle che qualificano il suo
vivere.
Le sue scelte lo portano a sviluppare sé stesso
abbeverandosi al fuoco della conoscenza o le sue scelte lo portano a
fuggire da quel fuoco. Le sue scelte alimentano il coraggio col quale
affrontare l'esistenza o lo rendono pauroso costringendolo a
scappare. L'una o l'altra scelta lo trasforma. L'una o l'altra scelta
sviluppa l'individuo o ne impedisce la dilatazione.
L'una e l'altra scelta non sono uguali. Portano in due
direzioni diverse. Comportano scelte diverse con diversi risultati.
Chi si accosta al fuoco alimenterà il fuoco che
arde dentro di lui e trasformerà la morte del corpo fisico in
nascita del corpo luminoso. Questo è il senso del frammento.
122) accendendo l'anima nel fuoco...
Continua in questo caso il senso del frammento
precedente. Non è sufficiente che un Essere della Natura sia
pervaso dal principio animatore perché sia in grado di
trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso,,
ma è necessario che sommi la propria volontà a
Necessità che ne ha determinato la sua esistenza.
Solo accendendo l'anima nel fuoco della conoscenza e
della consapevolezza egli sarà in grado di prendere nelle
proprie mani il patrimonio che ha ricevuto dall'Essere Natura e
trasformarlo in Libertà attraverso il perdurare della sua
Coscienza e della sua consapevolezza proiettandola nell'infinito
dell'esistenza.
Quando a Necessità che lo ha generato l'Essere
Umano somma la propria volontà prendendosi nelle proprie mani
la responsabilità della propria esistenza allora, e solo
allora, egli avrà acceso la sua anima nel fuoco.
Accendere la propria anima nel fuoco significa mettere
in essere tutte quelle strategie nella vita di tutti i giorni
attraverso le quali si plasma e si compatta il proprio corpo
luminoso. Lo si modifica e lo si rende compatto per lanciarlo
nell'infinito anche in mancanza del corpo fisico.
Accendere il proprio sentire e il proprio intuire nel
fuoco della conoscenza e della consapevolezza per trasformarlo in
Potere di Essere.
123) ... alleggerendola col caldo soffio...
Non so se questo frammento si riferisca al frammento
precedente,, ma il soffio del fuoco della conoscenza alleggerisce la
consapevolezza dell'individuo in quanto lo rende compatto e duttile
per affrontare lo sconosciuto che lo circonda.
Non sono più le paure a condizionare le azioni
dell'individuo,, ma questi agisce per propria scelta e per proprio
ardimento.
Ha alleggerito la sua anima; ha alleggerito la sua
ragione; ha alleggerito le sue azioni. Egli si è esposto al
soffio della conoscenza. Athena è entrata dentro di lui, ha
lisciato la sua percezione, ha fuso il suo intuire con l'intuire
dell'individuo rendendolo libero dalle incrostazioni della
sottomissione. Ne ha liberato il giudizio rendendo l'Essere Umano
padrone dello stesso.
Dunque, possiamo dire che la percezione si è
alleggerita col caldo soffio della Conoscenza. Ora l'intuire
soggettivo può variare la descrizione della ragione che si è
spostata lasciando l'Essere Umano padrone di sé stesso.
124) coloro che spingono fuori l'anima e inspirano,
sono prossimi alla liberazione.
Quando l'Essere Umano cerca la conoscenza e la
consapevolezza il suo corpo luminoso cerca la sua indipendenza. Cerca
delle situazioni nelle quali essere indipendente dal corpo fisico.
Cerca di sondare il mondo che lo circonda liberandosi dai legami che
la descrizione della ragione gli impone. Questi Esseri Umani hanno
costruito consapevolmente il loro corpo luminoso ed ora lo "spingono
fuori". Spingerlo fuori è un modo esatto di definire
quanto sta facendo quest'Essere Umano. Lo ha costruito e plasmato
nell'attività quotidiana,, ma per alimentare il proprio
percorso deve spingerlo a cercare la propria autonomia dal corpo
fisico. Solo gli Stregoni riescono nell'impresa solidificando il
proprio percorso di conoscenza e consapevolezza.
Una volta che hanno costretto il loro corpo luminoso ad
affrontare l'oggettività che lo circonda insegnandogli ad
essere indipendente dalla descrizione della ragione lo ispirano
quando devono affrontare la vita di tutti i giorni. Per fare questo
serve una grande determinazione sorretta da un grande potere espresso
da una perfetta impeccabilità.
A ragione il veggente degli Oracoli Caldaici afferma che
coloro che fanno questo sono prossimi alla liberazione. Sono prossimi
a liberare il loro corpo luminoso dalle catene della loro ragione.
Sono prossimi a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del
corpo luminoso.
Quando ci si trasforma in Stregoni si è prossimi
a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso
anche se il corpo luminoso è già formato e autonomo.
Serve una grande energia vitale e un grande Potere di Essere per
funzionare con entrambi i corpi e solo i grandi Stregoni che sono
vissuti con impeccabilità agendo in ogni istante della loro
vita per costruire il loro Potere di Essere in armonia con il Potere
di Essere delle Coscienze di Sé del circostante sono in grado
di rimandare più a lungo la separazione. In ogni caso la
separazione fra corpo fisico e corpo luminoso con la morte del primo
è già in atto!
125) ... libere luci
Quando un veggente scorge "libere luci"
alterando la percezione in una situazione tale da dare una grande
importanza a quanto vede? Quando le "libere luci" altro non
sono che gli Esseri della propria specie che hanno trasformato la
morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso al punto da
essere definite, dal veggente "libere luci". Perché
il termine "libere luci" come viene indicato in questo caso
è fatto proprio da chi sta assistendo ad uno spettacolo che
gli rapina il suo sentire alimentando la speranza di diventarne
parte.
Definire "libere lci" è in
contrapposizione alla luce che comunque emana il veggente che però
è ancora legata al corpo fisico e alla sua ragione. Una luce
che, per quanto splendente a seconda del Potere di Essere raggiunto
dal veggente, non può essere considerata "libera luce"
in quanto è ancora legata, per i suoi mutamenti, la sua
crescita e le sue trasformazioni, alla materialità della sua
fisicità e alla descrizione della sua ragione.
126) accesa la fiaccola...
Nella ricerca dello sviluppo di sé stessi la
fiaccola è accesa ogni qualvolta vengono costruite delle
strategie soggettive attraverso le quali affrontare la vita
quotidiana.
Ogni volta che si alimenta la tensione di espansione
soggettiva dell'individuo. In quel momento, in quella situazione, si
accende la fiaccola della dilatazione soggettiva. Una volta che la
fiaccola è accesa attraverso la determinazione dello sviluppo
di sé stessi, sorretta dalla propria volontà, l'Essere
Umano è proiettato nell'infinito dei mutamenti. L'Essere Umano
percorre un sentiero di eternità!
Questo significa accendere la fiaccola. L'Apprendista
Stregone accende la fiaccola dentro di sé quando domina la
Furia che cresce alimentando Nerio mentre affronta le contraddizioni
dell'esistenza.
127) con anima in ogni parte intatta, distendi le
redini del fuoco.
Cosa significa l'"anima in ogni parte intatta"?
Significa che tutti gli elementi attraverso i quali si costruisce il
sentire delle persone, la percezione, la capacità di giudizio,
la loro organizzazione soggettiva nell'oggettività in cui
vivono lavora armonicamente per costruirne lo sviluppo. Quando
l'Essere Umano non deve rinunciare ad alcuna determinazione nella
costruzione di sé stesso. Quando non è sottoposto a
limitazioni, restrizioni o sottomissioni. In quel momento
quell'Essere Umano ha la sua anima intatta. E' in grado di costruire
sé stesso nell'infinito dei mutamenti agendo in tutte le
direzioni e in tutte le situazioni che si presentano. Quando l'"anima
non è intatta"? Quando la sua costruzione è
privata dell'apporto di alcune determinazioni la cui rinuncia è
dovuta agli adattamenti soggettivi rispetto a delle variabili
oggettive che limitano lo sviluppo dell'individuo. L'individuo
costretto a rinunciare a parte degli strumenti attraverso i quali si
costruisce per riuscire a salvare il salvabile. In quelle condizioni
il corpo luminoso non ha uno sviluppo armonico, ma è menomato
da condizioni diverse.
In quelle condizioni, con il corpo luminoso sviluppato
armonicamente, si possono distendere le redini dello sviluppo della
conoscenza e della consapevolezza. Distendere le redini della
conoscenza e della consapevolezza significa spaziare in ogni
direzione. Significa costruire le relazioni che trasformano
l'individuo nell'infinito dei mutamenti.
128) ... tendendo all'azione di pietà
infuocato intuire, salverai anche il corpo che scivola via.
Nel Paganesimo Pietà sta ad indicare un fare
divino dell'Essere Umano attraverso il quale questi diventa partecipe
delle tensioni, del sentire e dell'intento di quanto lo circonda.
Pietas è la fusione dell'Essere Umano, della sua magia, delle
sue trasformazioni con quelle della magia e delle trasformazioni di
quanto lo circonda. Camminare assieme. Questo camminare assieme a
quanto ci circonda armonizzando gli intenti e le tensioni di
trasformazione è un potere divino chiamato Pietas. Pietas non
ha nulla a che vedere col pietismo dei cristiani che rappresenta
piuttosto la riproduzione nell'oggettività della propria
sconfitta al fine di saccheggiarne le trasformazioni. Il pietismo è
un fare vuoto e compassionevole che svuota l'oggetto della sua
attenzione; Pietas è un'azione potente di determinazione
soggettiva attraverso la quale l'individuo costruisce sé
stesso nell'infinito cercando tutte quelle relazioni che gli
permettono di costruirsi.
E' il potere infuocato della conoscenza e della
consapevolezza che alimenta le trasformazioni dell'individuo
attraverso il suo intuire quanto lo circonda e diventando oggetto
intuibile del circostante.
Perché così facendo "salverai anche
il corpo che scivola via"? Perché con la tua azione altro
non hai fatto che alimentare il corpo luminoso mentre cresceva
nell'individuo. Non hai sprecato la tua fase fisica esaltandola e
agendo pensandoti eterno e immortale, ma hai agito strategicamente
sia nel quotidiano che esercitando l'attenzione, qualunque tipo di
attenzione (Pietas), nei confronti del tuo circostante. Sei stato
attento alle esigenze del mondo. A volte le hai soggettivate a volte
hai imposto al mondo le tue esigenze. Hai vissuto! Hai trasformato la
tua vita fisica in un'avventura attraverso la quale hai costruito te
stesso.
Per questo motivo stati salvando la fase fisica. Non hai
sprecato l'occasione della tua vita. Hai agito per costruirti. Il
corpo scivola via al momento della morte del corpo fisico, ma tutta
l'azione messa in essere durante la vita fisica ha alimentato la
costruzione del corpo luminoso: hai alimentato, salvandola, la
possibilità di eternità.
In questo frammento può apparire anche l'idea che
comunque ci sia una trasformazione soggettiva oltre la morte del
corpo fisico e che, alimentando Pietas di infuocato intuire, l'Essere
Umano colga l'occasione per dilatarsi. In realtà gli Oracoli
Caldaici parlano all'Essere Umano qualunque e all'Apprendista
Stregone, parlano al Pagano Politeista e allo Psichista. Pertanto si
rivolgono dando qualche cosa di scontato e qualche cosa che deve
essere spiegato. Comunque sia, quanto esposto è il senso!
129) Salvate anche l'involucro mortale dell'amara
materia.
Cosa significa salvare l'involucro mortale della materia
amara? Significa usare la propria vita fisica per costruirsi. Non
sprecare la propria esistenza. Vivere strategicamente. Determinando
la propria esistenza sia nell'Essere Natura sia nel Sistema Sociale
umano sfruttando ogni occasione e ogni contraddizione attraverso la
quale costruirsi. Questo significa salvare l'involucro mortale. Non
significa salvare il corpo come i cristiani immaginano la loro
resurrezione o una qualche forma di immortalità. Significa
sfruttare l'occasione.
Ogni Essere della Natura che riesca a vivere in maniera
"normale" la propria esistenza senza compiere grandi
imprese, trasforma sempre la morte del corpo fisico in nascita del
corpo luminoso. Ci sono sempre trasformazioni che alimentano la
costruzione della Coscienza di Sé Universo dalla fonte Natura
terrestre. Un Essere della Natura ha questa possibilità. Un
Essere Umano la possibilità deve cercarla con accanimento e
determinazione. Non perché lui non possa, vivendo in maniera
"normale", trasformare la morte del corpo fisico in nascita
del corpo luminoso, ma perché le forze che tendono a
sottometterlo impedendogli la trasformazione sono molto grandi e
determinate ad usarlo come fonte di cibo distruggendolo.
L'amara materia è per l'Essere Umano lo stato di
fallimento della propria esistenza. Nello stato fisico l'Essere Umano
può essere sottomesso. Nello stato fisico l'Essere Umano può
essere indotto a rinunciare alle proprie trasformazioni nell'infinito
dei mutamenti. Nello stato fisico l'Essere Umano può essere
indotto a rinunciare alle proprie determinazioni ed essere ridotto ad
involucro che disperato attende la morte del corpo fisico affinché
lo liberi dagli affanni della sottomissione.
"salvare anche l'involucro mortale dell'amara
materia" significa usare l'esistenza per sviluppare le proprie
determinazioni, esercitando la propria volontà e prendendo
nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.
130) Della MOIRA fatale fuggono l'ala impudente, e
dimorano nel dio traendo fiaccole al colmo splendenti che discendono
dal padre, e da esse, nella discesa, l'anima coglie il fiore
nutriente l'anima di frutti infuocati.
Cos'è Moira negli Oracoli Caldaici?
Moira è la divinità nella sua
complessività di rappresentazione del pensiero dell'intera
storia dell'individuazione di questa entità divina. Moira è
la porzione di tempo che un Essere ha per costruire sé stesso.
In qualsiasi momento questo tempo può cessare e in qualsiasi
momento la sequenza delle trasformazioni soggettive cessa.
Moira è lo spazio che il Potere di Essere del
soggetto riesce a prendersi per sviluppare la sua sequenza dei
mutamenti. Lo spazio dell'esistenza soggettiva è relazione fra
Potere di Essere soggettivo e Potere di Essere complessivo
dell'oggettività in cui il soggetto si espande. Dove l'uso
delle proprie capacità e delle proprie determinazioni può
aumentarlo e articolarlo regalando e trasferendo le sue scelte,
economicamente vantaggiose, all'intera specie in cui vive che a sua
volta le donerà alla complessività dell'Essere Natura e
dei suoi processi di sviluppo.
Nel nostro caso Moira non è la quantità di
"destino" che ha l'uomo, ma è la quantità di
mutamenti (cioè di tempo) che l'Essere Umano è in grado
di assicurarsi per costruirsi al meglio. Moira è la fine del
tempo a disposizione. La porzione di esistenza fisica soggettiva del
singolo Essere. Nemmeno gli déi, per quanto lunghi e diversi
dagli Esseri della Natura erano le loro trasformazioni, potevano
sfuggire all'ineluttabilità delle fine delle loro
trasformazioni. Lo stesso Giove non può sfuggire alla fine del
suo corpo fisico e della sequenza di trasformazioni. Nemmeno l'Essere
Sole può sfuggire alla fine delle sue trasformazioni. MOIRA
non è un destino ineluttabile voluto da un qualche dio pazzo.
MOIRA determina la fine della fase di trasformazione, ma non la sua
durata o la sua qualità. MOIRA è la fine della
fisicità, ma MOIRA può essere intesa come la
conclusione della fase fetale dell'Essere della Natura. Dunque sempre
una conclusione. Non quando concludere né la qualità
della conclusione. Essere diverso da TERMINIUS che esprime l'Intento
soggettivo di trasformazione.
L'Essere Umano che costruisce il suo corpo luminoso
cavalcando l'infinito dei mutamenti fugge all'ala impudente della
MOIRA. L'ala impudente della MOIRA è l'abbandono soggettivo ad
un determinismo esterno all'Essere. E' la certezza, dell'Essere
Umano, che qualunque cosa faccia questa non sortisce nessun
risultato. Costui pensa di essere impotente davanti alla vita. Questa
impotenza nasce quando l'Essere Umano si vuole impadronire
dell'esistenza e di quanto l'esistenza gli presenta. Questa impotenza
non esiste quando l'Essere Umano si organizza per costruire sé
stesso al fine di fornirsi di mezzi e di strumenti con i quali agire
nella vita. Quando l'Essere Umano si costruisce degli strumenti per
agire nella vita allora non pretende che la vita si trasformi in base
ai suoi desideri, ma si trasforma per agire assieme a quanto tenta di
agire attorno a lui.
In quel momento l'Essere Umano dimora nel dio che cresce
dentro di lui. Dimorando nel dio che cresce dentro di lui, le
fiammate della crescita del dio sono fiaccole splendenti e ricolme.
Di cosa può essere ricolma una fiaccola? Del fuoco della
Conoscenza e della Consapevolezza. Ogni volta che una fiaccola
raggiunge il dio che cresce dentro l'Essere Umano questo compie un
salto di qualità. Aumenta la propria forza, aumenta la propria
consapevolezza, aumenta il proprio intuire: ciò che aumenta,
in ultima istanza, è il Potere di Essere dell'individuo
stesso.
Da dove arrivano quelle fiaccole? Dalla relazione che
l'Essere Umano costruisce con il mondo circostante. Dunque, da
Necessità e Intento trasformate nel dio dalla Volontà
soggettiva che i soggetti manifestano nelle relazioni. Ogni relazione
dona ai soggetti che vi partecipano una fiamma della Conoscenza e
della Consapevolezza.
Tutto viene colto dal sentire e dall'intuire dell'Essere
Umano. Quanto lo anima si ravviva e si dilata nutrendosi dei fiori
infuocati che ne alimentando le trasformazioni.
L'Essere Umano sfugga l'ala impudente della MOIRA fatale
e dimori nel dio che cresce dentro di lui alimentandolo con le
fiaccole ricolme del fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza!
131) ... intonare il peana
Il peana era un canto con accompagnamento della lira che
veniva intonato in onore di Apollo. Intonare il peana era un fare
all'interno dell'arte Teurgica attraverso la quale il Pagano
Politeista chiamava il divino cui si riferiva affinché
alimentasse le proprie determinazioni e la propria volontà per
affrontare quanto lo circonda.
Il peana, in questo caso, è un canto attraverso
il quale l'Essere Umano compatta sé stesso per affrontare lo
sconosciuto che lo circonda. Questo canto è sicuramente
inferiore al sacrificio della determinazione che comporta una
Devotio, ma può riprodursi nel tempo e coagulare, attraverso
la volontà del Teurgo, la volontà degli astanti.
132) Mantieni il silenzio, iniziato!
Questo frammento si lega al frammento precedente in
quanto descrive un momento di trasformazione soggettiva
dell'individuo. Mentre il frammento precedente era relativo
all'attività Teurgica che comportava una dilatazione
dell'individuo nel Sistema Sociale in cui viveva, questo frammento
prepara il Teurgo affinando il suo Potere di Essere.
Cosa significa mantenere il silenzio? Significa
esattamente quanto abbiamo descritto nel Crogiolo dello Stregone
quando si è parlato del Bastone dello Stregone.
Il Bastone dello Stregone è l'arma attraverso la
quale l'Essere Umano che da' l'assalto al cielo della Conoscenza e
della Consapevolezza difende, discrimina, attacca e arranca.
Il Bastone dello Stregone è costituito dalla
Sospensione del Giudizio, la Sospensione del dialogo Interno e lo
Scetticismo. Queste tre attività forgiano l'individuo mentre
da' l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza.
La sospensione del dialogo interno compatta l'individuo
rendendolo duttile e agile nel pensiero e nell'azione. Lo sottraggono
dal giudizio rigido della ragione permettendogli l'accesso di sempre
nuovi fenomeni attraverso i quali ampliare continuamente la sua
Conoscenza e la sua Consapevolezza. La Sospensione del Giudizio
permette all'individuo di liberare la sua azione dai preconcetti. Gli
permette di afferrare il nuovo nell'oggettività nuova in cui
si esprime senza pretendere, come impone la ragione, di adattarla a
concetti aprioristici che il condizionamento educazionale impone
all'individuo. Lo Scetticismo è l'atteggiamento che
l'individuo assume all'interno del contesto sociale in cui vive al
fine di appoggiare e sviluppare tutte le tensioni di sviluppo dello
stesso in funzione della costruzione del tempo che viene incontro.
Questo significa, all'interno degli Oracoli Caldaici,
"mantieni il silenzio, iniziato!". Per colui che tenta di
commentare questo frammento educato all'interno del Potere di Avere,
come i cristiani lo impongono, non cerca la vita e i suoi percorsi di
Libertà, ma cerca i segreti che sicuramente i neoplatonici
nascondevano. Sicuramente c'era un'iniziazione segreta con cose
segrete; vuoi che lui, creato ad immagine e somiglianza di un dio
pazzo, sia diverso da loro? Certamente è diverso! E' diverso
per la diversa sequenza di scelte sulle quali ha articolato la sua
esistenza. Non può più comprendere i percorsi di
Libertà del Potere di Essere e preferisce pensare a cose
segrete che gli vengono nascoste. Invece l'immenso ci circonda,
l'immenso ci chiama, l'immenso sorregge i nostri passi, sta a noi
farci FORS e immergerci diventandone parte. Chi viene educato
attraverso il Potere di Avere dai cristiani può soltanto
cercare di appropriarsi distruggendo i cammini di Libertà
degli Esseri Umani. Non ci sono segreti da rivelare ma uno
sconosciuto da esplorare armando noi stessi per affrontarlo.
"Mantieni il silenzio, iniziato!"
133) In primo luogo il sacerdote stesso, governando
le azioni del fuoco, si asperga con il flutto gelato del mare dal
sordo suono.
Questo frammento appartiene soltanto ai Teurghi. La
spiegazione di questo frammento implica aver praticato il Crogiolo
dello Stregone ad un livello tale per il quale i flussi dell'Energia
Vitale tendono a scatenare FURIA dentro all'Essere Umano ogni qual
volta incontra contraddizioni il cui superamento implica una
compattazione soggettiva. Il Teurgo, in questo caso, ma potremmo
parlare dell'Apprendista Stregone o dello psichista, modifica sé
stesso aprendo la propria percezione alle tensioni del mondo
circostante. Diventa permeabile a quanto dal mondo circostante giunge
a lui. Aprendosi deve, contemporaneamente, fornirsi di scudi per
proteggersi da quanto è indesiderato o nocivo per lo sviluppo
del proprio Intento. C'è un periodo in cui si diventa
permeabili e non si sono ancora costruiti gli scudi soggettivi che si
possono riassumere in Indifferenza e Spietatezza. Indifferenza e
Spietatezza, che non hanno nulla del significato che viene attribuito
a questi termini dal Potere di Avere prodotto dall'orrore delle
religioni rivelate, sono strumenti che il Teurgo manipola
soggettivamente. La manipolazione di questi strumenti porta il Teurgo
a scegliere di esporsi per affrontare le contraddizioni, in quel caso
alimenta Furia dentro di sé o le strategie di Agguato; può
sottrarsi al coinvolgimento che l'oggettività vorrebbe fare
nei suoi confronti alzando gli scudi della Indifferenza e della
Spietatezza. Sono scudi con i quali il Teurgo protegge lo sviluppo
del proprio Intento. Alzando lo scudo dell'Indifferenza il Teurgo
afferma: "Questa è una tua battaglia, un tuo problema e
io non intendo farlo mio: arrangiati!". Alzando lo scudo della
Spietatezza il Teurgo afferma: "Dovevi organizzarti prima per
affrontare quella contraddizione. Ora stai crepando e tu non
coinvolgerai nella tua distruzione il mio Intento! Io devo continuare
ad agire per costruire la vita!"
Così facendo il Teurgo governa le azioni del
fuoco dentro sé stesso. Così facendo il Teurgo
trasforma sé stesso e affronta l'oggettività in cui
vive. Il Teurgo vive per sfida! La sua vita è una
manipolazione continua del fuoco della Conoscenza e della
Consapevolezza che arde dentro di lui.
Qualche volta il Teurgo necessita di tacitare il mondo
che lo circonda. La pausa del silenzio. Una pausa da cercare con
delle azioni. Una di queste è bagnarsi nel flutto gelato del
mare. Una reazione fisica abbastanza forte da staccare l'attenzione
del soggetto da quanto dal mondo arriva verso di lui per concentrarsi
su reazioni fisiologiche provocate. Questo è il significato
del suono sordo. Una pausa di silenzio.
Questo frammento fu male interpretato da Proclo che si
sommergeva in flutti di mare cercando cose che quei flutti non gli
potevano dare. Oggi ci sono altri mezzi per farlo. Ci sono altri
mezzi per fermare il fiume di Potere di Essere che dal mondo
circostante giunge a noi. Ad esempio una marcia forzata o uno sforzo
fisico ai nostri limiti, oppure l'arte delle arti: il sognare.
Questo appartiene ai Teurghi, agli Apprendisti Stregoni,
agli Psichisti e a tutti i cacciatori di Libertà sia della
propria percezione sia all'interno del Sistema Sociale in cui vivono.
134) Non affrettarti verso il mondo che odia la luce,
impeto di materia dove ci sono stragi e sconvolgimenti e scaturigine
di soffi infetti e morbi che disseccano e putrefazioni e cose che
colano via: chi voglia amare il nous del padre, da questo deve
fuggire.
In questo frammento si indicano delle condizioni alle
quali l'individuo deve attendere per costruirsi nell'infinito dei
mutamenti. Non affrettarsi verso il mondo che odia la luce significa
non affrettarti a giocare al gioco del possesso e della
sottomissione. Il mondo che odia la luce è il mondo che fa del
possesso e della sottomissione gli elementi portanti con i quali
relazionarsi nella quotidianità. Non scalare la gerarchia
sociale al fine di appropriarti di altri Esseri Umani. Non stuprare
la tua Energia Vitale al fine di giocare a sottomettere Esseri Umani.
Non accettare sottomissione acritica nella ricerca di vantaggi
quotidiani. Tutto questo comporta la distruzione della tua Energia
Vitale. Tutto questo comporta la distruzione del dio che cresce
dentro l'Essere Umano. La prospettiva di sviluppare questo è
offerta dal mondo che odia la luce. Il mondo che odia la luce odia
anche gli Esseri Umani che costruiscono il dio che cresce dentro di
loro. Il mondo che odia la luce non è in grado di metterlo i
ginocchio. Egli si sottrae ad esso rifiutandosi di accettarne le
regole. Non si conforma alle regole imposte, ma sviluppa sé
stesso alimentando le tensioni che da dentro di sé lo portano
ad espandersi nel mondo circostante.
Il Potere di Avere impone la sottomissione
dell'individuo affinché dapprima accetti le sue regole
interiorizzandole e poi partecipi alimentando il suo sviluppo.
Alimentando la spirale del possesso affinché distrugga altri
Esseri Umani.
Per alimentare la sottomissione e il possesso vengono
indicate le attività estreme di tale attività, i
sconvolgimenti della costruzione del futuro dei Sistemi Sociali e le
stragi degli Esseri Umani che faticosamente arrancano per costruire
il loro Potere di Essere. Quanto rimane di tutto questo è
l'aspetto più nauseabondo della sottomissione. L'Energia
Vitale stagnata come soffio infetto e il morbo della distruzione
umana che alimenta la distruzione umana per poter propagarsi e
continuare ad esistere. Sono cose che colano. Non sedimentano se non
nel cuore dell'Essere Umano che accettando il mondo che odia la luce
distrugge sé stesso.
Per costruire il dio che cresce dentro all'Essere Umano
è necessario alimentare il nous: il pensiero, l'intenzione, i
propri progetti, i propri scopi, il proprio intendere, il proprio
modo di pensare, il proprio sentire, il proprio giudizio; in altre
parole il proprio Potere di Essere.
Il possesso di Esseri della propria specie o l'Essere
posseduti è quanto deve rifiutare chi intende sviluppare il
dio che cresce dentro di sé.
135) Non devi guardarli prima che il tuo corpo sia
stato iniziato, perché sono terrestri terribili cani senza
pudore, e ammaliano le anime, distogliendole dalle iniziazioni.
A cosa si riferisce questo frammento? Agli Esseri di
sola Energia Vitale ammalati di Energia Vitale stagnata che
trasformano gli Esseri Umani in bestiame da allevamento. Quello che
Castaneda definiva: quelli che volano basso!
Perché non bisogna guardarli prima che
l'individuo sia "iniziato"? Cos'è l'"iniziazione"?
E' l'inizio del cammino dell'Apprendista Stregone. L'iniziazione è
quella fase in cui l'Apprendista Stregone prende nelle proprie mani
la responsabilità della propria vita, si costruisce il Bastone
dello Stregone per incominciare a camminare nell'infinito dei
mutamenti.
Perché a quel punto può guardarli? Perché
costruendosi il Bastone dello Stregone è in grado di
Sospendere il Giudizio. E' in grado di superare la forma per vederli
per ciò che sono e non per ciò che essi, al fine di
sottometterlo, vuole che egli creda che siano.
Cosa significa: "sono terrestri terribili"? La
loro azione è volta a legare l'Essere Umano al Potere di
Avere. La loro azione è volta a legare l'Essere Umano alle
regole della sottomissione rendendolo impotente a sviluppare il dio
che cresce dentro di lui. Sono terribili, spietati e sprezzanti nei
confronti della Specie Umana che ritengono bestiame di loro proprietà
e la legano con i legami del terrore e della paura affinché
non esca dalla logica del possesso e non acceda ai mondi
dell'infinito dove loro non sono in grado di agire e di intervenire.
Sono pronti a qualsiasi strategia per sottomettere gli
Esseri Umani, unica loro fonte di cibo. Ammaliano il sentire delle
persone costringendole a sottomettersi per compiacere a una qualche
potenza superiore. Li ammaliano per costringerli ad abbandonarsi alla
fatalità. Li ammaliano per costringerli a considerarsi loro
inviato e agenti artefici della loro volontà che spacciano
come giusta, santa e salvifica. Costringono l'Essere Umano a non
esercitare la propria volontà. Costringono l'Essere Umano a
non esercitare le sue determinazioni così che costui è
troppo debole per difendersi dai loro inganni. Volontà
nell'esercizio delle proprie determinazioni alimenta il corpo
luminoso che cresce dentro l'Essere Umano. Alimenta il dio che
cresce. Il dio che cresce dentro un Essere della Natura è
infinitamente più forte dei loro sforzi, dei loro progetti,
dei loro inganni.
Per questo motivo devono distogliere gli Esseri Umani
dalle iniziazioni. Devono distogliere gli Esseri Umani affinché
non si costruiscano il Bastone dello Stregone e rinuncino a divenire
nell'eternità dei mutamenti.
"terrestri terribili, cani senza pudore"
distruggono gli Esseri Umani per trasformarli in bestiame che produce
loro cibo. Invitano e ammaliano Esseri Umani affinché
costringano bambini in ginocchio che rinunciando a costruire la loro
vita accettino di diventare bestiame che fornisce loro cibo.
Ammaliano e terrorizzano per i propri fini.
Non guardarli prima che il tuo corpo sia "iniziato".
Quando ti sarai costruito il tuo Bastone dello Stregone allora la tua
Energia Vitale li allontanerà e ti sottrarrà dai loro
inganni.
136) Per nessun'altra ragione il dio distoglie
l'uomo, e con la sua vivente potenza lo conduce verso vie nuove.
Il dio che cresce dentro l'Essere Umano distoglie
l'Essere Umano dal rinunciare ad affrontare l'Infinito che lo
circonda. La via del possesso sembra facile. Il Potere di Essere che
cresce dentro di lui lo riempie e davanti alle contraddizioni
sociali, quest'Essere Umano, sa cosa fare a differenza dell'impotenza
che vede stampata sul volto di chi lo circonda. E' facile diventare
il loro capo. E' facile imporre loro quel Potere di Essere così
duramente conquistato. E' facile trasformare il Potere di Essere in
Potere di Avere quando l'Essere Umano non ha ancora avvertito
l'impossibilità di tornare indietro avendo bevuto alla fonte
della vita. E' in quel momento che il Potere di Essere esprime il
bisogno di crescita del dio dentro all'Essere Umano. E' in quel
momento che il dio che cresce somma i propri bisogni con quelli della
ragione. E' in quel momento che la sete di Sapere, Conoscenza e
Consapevolezza trasformano in insoddisfazione ogni volta che la
ragione indica un obiettivo come "il vero obiettivo da
raggiungere! Il vero scopo dell'umana esistenza!". Il dio che
cresce dentro l'Essere Umano aggiunge la sua insoddisfazione
conducendo l'Essere Umano lungo vie che apportino Potere di Essere
conducendolo nell'infinito dei mutamenti.
137) ... balena un angelo, vivente in potenza
attenzione si tratta non di un angelo bensì di un messaggero:
Lari emanazione di Mercurio.
A volte la voglia di riprodurre il cristianesimo è
grande. La traduzione del termine greco con angelo è
assolutamente arbitraria e volta all'accettazione culturale della
traduzione. Il termine va tradotto in termini diversi e nello stesso
tempo più preciso: MESSAGGERO!
Per questo motivo la frase farebbe: ... balena un
messaggero, vivente in potenza! Il messaggero è quanto si
comunica da una Coscienza di Sé per giungere ad un'altra
Coscienza di Sé. L'oggetto che si trasferisce è sia
vivente in potenza nel senso che potenzialmente è vivente sia
una potenza che sta vivendo quale portatrice del messaggio,
manipolatrice del messaggio donatrice del messaggio. Il messaggio è
essa stessa! Nel portare il messaggio si è trasformata e
quando arriva a chi doveva portare il messaggio non è più
semplicemente il messaggio inviato, ma al soggetto della
comunicazione si presenta come fenomeno oggetto della comunicazione
stessa. Il messaggio Coscienza di Sé nell'Essere Messaggio.
Messaggio come manifestazione dell'oggetto di cui è fenomeno,
oggetto esso stesso che si alimenta attraverso la propria
rappresentazione nei confronti del destinatario del messaggio.
Questa descrizione non è sconosciuta nel
Paganesimo Politeista. A Roma erano i Lari figli di Mercurio e Lara.
I protettori dei crocicchi dove le voci si fondono e dipartono in
molte direzioni.
Questa visione non è estranea al veggente. Le
Linee di Tensione che attraversano l'universo che lo circonda sono
portatrici di messaggi che balenano veloci attorno a lui. Non tutti
possono essere afferrati, non tutti trovano la loro simbiosi nel
veggente, ma corrono in ogni direzione per nutrirsi di sé
stessi mentre crescono nelle Coscienze di Sé.
L'angelo che piace al traduttore al posto del messaggero
appartiene ad una eventuale interpretazione di Proclo, non dei
veggenti che hanno scritto gli Oracoli Caldaici. L'angelo porta il
messaggio del dio padrone ai suoi sottoposti. I suoi sottoposti fanno
il bene soltanto nella misura in cui si sottomettono ai messaggio
dell'angelo mandato dal dio padrone. I lari sono le voci che si
diffondono. Sono messaggi dell'esistente nell'esistente e pertanto si
sviluppano indipendentemente che un soggetto li nutra o meno.
Esistono indipendentemente che un soggetto li accetti e li consideri.
I Lari non sono emanazione di un dio padrone, non sottomettono
costringendo gli Esseri Umani a fare quanto dicono perché
altrimenti fanno il male danneggiando sé stessi. I Lari
balenano, si muovono portando i propri messaggi nell'infinito.
Cercano il simile in grado di recepire quei messaggi, ma non
assoggettano, non pretendono ascolto, non impongono sottomissione.
L'angelo chiede adesione, chiede obbedienza, chiede sottomissione. E'
l'angelo che fa l'annunciazione della nascita del figlio del dio
padrone e chi riceve l'annuncio non può rifiutarsi, deve
sottomettersi ed obbedire: deve accettare di essere indicata come la
distruttrice del divenire dell'umanità.
I Lari annunciano, portano i messaggi, poi gli déi
che crescono negli Esseri Umani possono usarli per il loro sviluppo o
ignorarli. Possono alimentare quei messaggi dando loro ulteriore
forza o farli passare affinché giungano ad alimentare tensioni
e bisogni diversi.
In questo senso deve essere letto: "balena un
messaggero vivente in potenza"!
138) ... nella regione degli angeli
Anche questo frammento deve essere letto sostituendo il
termine angelo col termine messaggero. E' necessario, inoltre,
determinare qual è la "regione dei messaggeri". La
regione dei messaggeri ci circonda. Noi stessi siamo messaggeri anche
se siamo tanto ciechi da considerare messaggi soltanto quanto la
ragione descrive e non anche quanto l'intuito e il sentire
percepiscono. Per percepire la regione dei messaggeri è
necessario essere messaggeri noi stessi.
Non esiste nulla di nascosto o di segreto. Tutto ci
circonda, sta a noi fornirci delle armi attraverso le quali
individuarlo e renderlo utilizzabile. Se noi non siamo in grado di
modificarci e dilatarci nel mondo che ci circonda la nostra regione
dei messaggeri sarà soltanto l'isola descrittiva della nostra
ragione. Un'isola descrittiva che tenderà sempre a
restringersi.
Per giungere nel mondo degli déi è
necessario costruire il dio che cresce dentro di noi. A mano a mano
che il dio cresce dentro di noi cresce e procede il nostro cammino
per giungere sulla vetta dell'Olimpo!
Giungere sulla vetta dell'Olimpo significa diventare
messaggeri lanciando le nostre tensioni, i nostri bisogni e le nostre
determinazioni nell'oggettività in cui viviamo.
La regione dei messaggeri ci circonda e noi stessi siamo
messaggeri della vita quando, prendendoci nelle nostre mani la
responsabilità della nostra esistenza, pratichiamo le nostre
determinazioni attraverso l'esercizio della nostra volontà.
139) ... l'intimo intuire, che il fuoco riscalda...
Il fuoco fisico riscalda il corpo fisico; il fuoco della
conoscenza e della consapevolezza riscalda l'intuire. L'intuire
alimenta il fuoco della conoscenza e della consapevolezza che
riscaldano l'intuire. Il fine del gioco è la trasformazione
del soggetto che intuisce. Costui, riscaldato dal fuoco della
conoscenza e della consapevolezza si dilata nell'infinito dei
mutamenti. Il suo intuire è il suo sviluppo, la sua crescita,
la costruzione di sé stesso nell'infinito.
L'intuire non è un elemento che si muove in modo
casuale, ma è condotto dall'Intento del soggetto: il padre!
Quando l'intuire del soggetto è manifestazione del proprio
Intento il fuoco che riscalda è Necessità: il padre!
Attraverso l'uso della propria volontà l'individuo si
trasforma. Si trasforma in un dio che costruisce sé stesso
nell'infinito ringraziando la propria determinazione nel chiamare il
fuoco che riscalda il suo intimo intuire!
140) Per il mortale lento, rapidi sopravvengono i
beati.
In questo frammento il termine beato è
contrapposto al termine mortale.
Chi è il mortale? E' colui in cui la morte del
corpo luminoso coincide con la morte del corpo fisico. Colui per il
quale oltre la morte del corpo fisico non ci sono più
opportunità. Colui che dà il proprio corpo ai vermi
della terra e la propria Energia Vitale al vento.
Chi è il beato? Colui in cui la morte del corpo
fisico coincide con la nascita del corpo luminoso. Colui che dopo la
morte del corpo fisico continua a svilupparsi nell'infinito dei
mutamenti. Colui che dà il corpo fisico ai vermi della terra,
ma mantiene compatto il proprio corpo luminoso sul quale trasferisce
la propria coscienza e la propria consapevolezza.
Questa è la differenza fra il mortale e il beato
come inteso negli Oracoli Caldaici.
Perché il mortale è lento mentre il beato
è rapido? Il mortale ha rinunciato a costruirsi. L'unica cosa
che gli è rimasta è confidare nell'illusione. Per
confidare nell'illusione non serve velocità, serve solo attesa
della fine. Un'attesa della fine cui il mortale giunge senza Energia
della determinazione e senza volontà per affrontarla. Confida
nell'illusione!
Perché i beati sono rapidi? Perché hanno
attraversato la loro esistenza costruendosi. Per costruirsi hanno
dovuto attuare tecniche e strategie per alimentare il proprio
intuire, sviluppare la propria conoscenza e il proprio sapere. Ad
ogni azione strategica approntata aumentava la capacità
dell'intuire soggettivo. Ogni volta che l'intuire soggettivo
aumentava, aumentava anche la capacità soggettiva di afferrare
il nuovo che circondava il beato. Aumentare la capacità di
afferrare il nuovo significa afferrare un numero maggiore di fenomeni
e di opportunità attraverso le quali modificarsi.
Come il mortale che è vissuto confidando
nell'intervento di una qualche potenza esterna ha annichilito prima e
isterilito poi il suo intuire e la sua volontà; così il
beato vivendo strategicamente ha alimentato, nutrendolo e
dilatandolo, il proprio intuire e l'uso della propria volontà.
Così, davanti alla morte del corpo fisico, portano quanto
hanno costruito. Il mortale porta l'arte della sua distruzione, il
beato l'arte della sua costruzione. Dalla morte del corpo fisico
entrambi ricevono quanto hanno costruito nella loro esistenza!
141) Liberazione del dio è un mortale che
distrattamente inclini a questi misteri.
Lasciando sempre un po' di dubbi sulla traduzione; la
liberazione del dio viene prodotta da un mortale quando per un caso o
per condizioni favorevoli volge il proprio intuito su quei misteri.
Che cosa sono i misteri? Il mistero dei misteri è la vita come
costruzione del dio che cresce dentro l'Essere di ogni Essere di ogni
specie dell'Essere Natura. Anche se un individuo non ha costruito
consapevolmente o volutamente un sentiero virtuoso per la costruzione
del dio che cresce dentro, attraverso l'uso della propria volontà
e delle proprie determinazioni, è possibile che la sua vita lo
porti a dover affrontare delle sfide davanti alle quali decide di
modificarsi per risolverle.
Quella decisione soggettiva lo porta a compattare la
propria Energia Vitale. E' quanto afferma il veggente degli Oracoli
Caldaici: è il distrattamente inclini verso quei misteri.
Quell'individuo non è consapevole del fare, ma il fare lo
costringe a modificarsi, ad usare la sua volontà e le sue
determinazioni; a partorire il corpo luminoso.
Il mortale, colui che non agisce per compattare il
proprio corpo di sola Energia Vitale, attraverso le condizioni della
vita riesce comunque a partorire il dio che cresce dentro. Questa
"distrattamente inclini" è stata in ultima analisi
la salvezza degli Esseri Umani quando l'orrore dei cristiani ne hanno
impedito lo sviluppo degli Esseri Umani.
Ricordiamo come nella concezione del Paganesimo
Politeista la vita è una sfida, sistematica e quotidiana
attraverso la quale costruire sé stessi. Non è
necessaria la presenza della consapevolezza dell'uso della sfida
finalizzata a costruire sé stessi. E' sufficiente la pratica
della sfida! Infatti, ogni Essere della Natura trasforma la morte del
corpo fisico in nascita del corpo luminoso qualora riesca a seguire
un numero sufficiente di trasformazioni che il divenuto della propria
specie gli ha messo a disposizione. Quel "distrattamente
inclini" è legato all'incoscienza della finalità
del vivere per sfida. Un incoscienza che non è importante
qualora l'individuo viva una vita senza la presenza dell'orrore del
male.
Il male della sottomissione immesso nel Sistema Sociale
ad opera delle religioni rivelate distrugge il vivere per sfida
trasformandolo in vivere per sottomissione. Il vivere per
sottomissione, una volta che viene imposto, è percepito
dall'individuo come una cosa naturale, un modo di essere al quale non
vede alternative. La ribellione è un "distrattamente
inclinare" che porta l'individuo ad obbedire a tensioni che da
dentro di lui si riversano nel circostante. Obbedire alle tensioni
che da dentro l'individuo si riversano nel circostante è
obbedire al dio che tenta di crescere dentro all'Essere Umano. Quel
dio che aspira a quella libertà che la sottomissione
dell'individuo nel quotidiano della ragione gli nega.
Alcuni Esseri Umani cristiani sono riusciti a
trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Questi Esseri Umani hanno seguito alcuni impulsi e alcune tensioni
che si esprimevano dentro di loro e che il processo di sottomissione,
cui sono stati sottoposti, non è riuscito a distruggere.
Questo significa "Liberazione del dio è un
mortale che distrattamente inclini a questi misteri".
142) ... alle nostre apparizioni direttamente
visibili, per causa vostra sono stati avvinti dei corpi...
In questo frammento si presenta una protesta delle Linee
di Tensione Consapevoli (gli déi) nei confronti degli Esseri
Umani. Queste porgono una protesta: "Voi ci scambiate per forme
umane! Siete voi che volete vedersi in questo modo! Noi non abbiamo
forma, ma abbiamo sostanza, direzione e Intento!" In realtà
gli Esseri Umani hanno la ragione alla quale hanno legato la loro
esistenza e le sfide attraverso le quali sviluppare il loro corpo
luminoso. La ragione si è impossessata di loro! La ragione si
è erta a padrona del loro pensiero. La ragione è
l'unica forma che l'Essere Umano concepisce per sviluppare in maniera
logica e costante. Tutto deve rientrare nella ragione.
Così, quando alla ragione umana bussano le Linee
di Tensione presentando le loro specificità, la ragione prende
i fenomeni che in essa ammette e li riveste di attributi propri della
sua descrizione.
Le Linee di Tensione consapevoli di sé vengono
descritte come Esseri Umani le cui caratteristiche sono rappresentate
dal corrispettivo descritto nella ragione. Sulle Linee di Tensione
l'Essere Umano proietta la propria descrizione e la ragione lo
convince che quella è la forma degli déi.
In questo frammento il veggente lancia un avvertimento a
coloro che descrivono e onorano gli déi in forma umana quando
la forma umana non ha nulla a che fare con quegli déi. E' a
causa vostra che percepite gli déi in questo modo. E' a causa
della ragione che ha il controllo e la gestione della vostra capacità
di percepire e descrivere il mondo. E' a causa del come avete
organizzato i vostri sensi che percepite il mondo in quella forma e
in quel modo. Il mondo non è come voi lo descrivete, ma non
necessariamente è diverso il meccanismo deduttivo che fate
qualora lo descriveste in maniera sistematica con una diversa
organizzazione dei sensi o di diversi sensi.
Il senso del frammento è questo. Quando guardi
l'universo non affaticarti a rivestirlo di forma, concentra la tua
attenzione sulle correlazioni fra gli oggetti, i meccanismi, il
funzionamento.
143) (per la) natura corporea sulla quale siete stati
innestati...
Il vostro cammino di trasformazione è stato
innestato sulla natura corporea. Il vostro Essere dio passa
attraverso quel percorso. Un percorso di compattazione,
trasformazione e determinazione. Un percorso di mutamenti e crescite
continue.
Il dio che si costruisce attraverso l'Essere Natura deve
necessariamente coltivare il proprio Essere all'interno della Natura.
Nella natura deve individuare l'oggettività in cui vive. Una
oggettività magica e in perenne modificazione nella quale deve
imparare a muoversi. Deve modificare sé stesso per poter
trasformarsi in quell'oggettività. Deve plasmare e articolare
il proprio essere dio attraverso la manipolazione di sé
stesso. Manipolando sé stesso interviene ed agisce in
quell'oggettività di cui è parte. Deve, altresì,
costruire le relazioni fra la propria soggettività e
l'oggettività nella quale si trova a muoversi. Questi tre
riconoscimenti di stati magici e coscienti devono essere riconosciuti
dall'Essere della Natura e, attraverso questi, determinare le sue
trasformazioni.
Gli Esseri della Natura sono caratterizzati dal loro
percepire la forma del proprio esistere all'interno della quale
costruiscono delle relazioni. Quando un Essere della Natura usa
proiettare il suo percepire la forma come strumento attraverso il
quale definire ogni forza che si muove nell'universo allora piega
alla forma ogni fenomeno che incontra. Ogni forza, ogni
manifestazione nell'oggettività viene descritta per forma al
fine di trasferirla nella sua descrizione. E' una prerogativa
dell'organizzazione sensoria degli Esseri della Natura dove la
qualità e la capacità soggettiva dell'uso dei sensi
determina la qualità e la natura della descrizione.
La ragione si innesta sugli Esseri della Natura in
generale e sugli Esseri Umani costruita dall'organizzazione sensoria
degli Esseri della Natura stessi. Solo negli Esseri Umani la ragione
raggiunge un tale grado di assolutezza da imporsi come padrona e
dominatrice dell'individuo. La guerra che l'individuo combatte al
fine di togliere la ragione da padrona della propria esistenza e
della propria percezione per trasformarla in strumento al proprio
servizio è parte della grande battaglia di trasformazione
soggettiva che porta l'Essere Umano a costruire il dio che cresce
dentro.
Questo è il senso che caratterizza gli Esseri il
cui percorso di costruzione di sé stessi come déi passa
attraverso le trasformazioni di Esseri della Natura.
144) ... che prenda forma ciò che non ha forma
Come per il contesto precedente anche questo frammento
si riferisce agli Esseri della Natura. Nella loro descrizione del
mondo che li circonda prende forma anche ciò che non ha forma.
Viene descritto anche ciò che non potrebbe essere descritto in
quanto non appartenente al mondo del corporeo o della forma.
Così le Linee di Tensione che attraversano gli
Esseri della Natura vengono percepite come forze, ma descritte e
comunicate come forma. Dove la forma prevale sulla forza e l'Essere
della Natura, generazione dopo generazione, si trova ad osservare una
forma vuota di significato. Così la percezione del Potere di
Essere che circonda l'Essere della Natura deve essere rinnovata.
Viene rinnovata trasmettendo, generazione dopo generazione, l'Intento
di superare la forma nella percezione del mondo ed esprimere in esso
le tensioni che dall'Essere sgorgano per confluire, fondersi e
amalgamarsi con le tensioni del circostante.
L'Essere Umano, nel nostro caso, impara che l'azione
precede sempre la descrizione e che questa, pur comunicando agli
Esseri della propria specie, alcuni elementi che determinano l'azione
è, tuttavia, incompleta e incapace di comprendere l'azione
stessa. Facendo questa operazione l'Essere Umano sconfigge la ragione
padrona e la trasforma in uno strumento attraverso il quale
affrontare l'esistenza, si libera dei suoi fantasmi attraverso i
quali la ragione protegge il proprio ruolo di padrona, quali la fede,
la paura, il terrore, l'incostanza ecc., affina e costruisce un nuovo
strumento attraverso il quale agire nel mondo: l'intuire. L'intuire
che con l'intero nous, il pensiero, l'intenzione, il progetto, lo
scopo, il modo di pensare, il sentire ecc., interviene come strumento
di modificazione dell'individuo attraverso il quale agire
nell'oggettività in cui viviamo. Vivere in quest'oggettività
significa che l'azione precede sempre la descrizione. Questo anche
quando l'Essere Umano persa la sua capacità di autodisciplina
e di discernimento, perde sé stesso nei meandri
dell'incomprensione soggettiva che viene comunemente definita col
nome di pazzia.
145) ... intuire la dispiegata forma della luce
Così l'Essere Umano, nel nostro caso, quando ha
sottratto sé stesso dal controllo militare della ragione
sprigiona tutto il potere del proprio sentire e del proprio intuire
nel mondo che lo circonda. In quel momento non percepisce quanto lo
circonda nella forma che la sua ragione desidererebbe descrivere per
alimentare i suoi fantasmi, ma intuisce il Potere di Essere delle
Coscienze di Sé che lo circondano: "la dispiegata forma
della luce!". Il dispiegamento del Potere di Essere!
Intuire questo, anziché descriverlo, significa
essere organizzati soggettivamente, per sviluppare l'azione nei suoi
confronti. Interazione, relazione dialettica, fusione di volontà
e determinazione in funzione di Intenti comuni. Questo è
possibile non con l'accordo che si ottiene attraverso la ragione, ma
è possibile dispiegando il proprio Intento e proiettandolo nel
mondo. L'intento non può essere descritto, l'Intento è
possibile respirarlo e svilupparlo mediante l'azione come frutto
della determinazione soggettiva.
"intuire la dispiegata forma della luce"
significa intuire l'Intento del mondo circostante attraverso il quale
condurre l'azione soggettiva che lo rende manifesto. Praticare
l'Intento non è atto pensato della ragione, ma è un
elemento di trasformazione magica dell'individuo: la sua comunanza
con l'infinito!
146) ... così invocando, vedrai un fuoco
tendere a guizzi verso il vortice dell'aria, simile a un fanciullo; o
anche un fuoco senza forma onde scaturisce una voce; o vivida luce
ronzando avvolgersi a spirale attorno alla terra;, ma anche un
cavallo, della luce più fulgido a vedersi, e un fanciullo
montato sul dorso rapido di un cavallo, infuocato o coperto d'oro, o
al contrario nudo, e ancora ritto sul dorso, che lancia dardi.
E' forse la descrizione della nascita del corpo luminoso
che maggiormente ha attratto la mia attenzione e mi ha trasportato in
un numero infinito di mondi.
L'interpretazione è relativa allo sviluppo del
corpo luminoso all'interno dell'Essere Umano. L'Essere Umano che
invoca. L'Essere Umano che determinando la propria vita chiama con
determinazione, volontà e intento quanto gli spetta per il
solo fatto di praticare la vita stessa. Invocare deve essere
interpretato in modo letterale, storico: in da il valore intensivo
all'azione e vocare sta per chiamare. Dunque, chiamare con volontà
e determinazione! Quando si chiama con volontà e
determinazione, anche un dio del circostante, lo si può fare
solo nella misura in cui si è costruito il dio che cresce ed è
quel dio che chiama attraverso la propria volontà e la propria
determinazione.
In quel momento si è in grado di assistere alla
nascita del corpo luminoso che cresce. Un corpo luminoso che appare a
quel veggente come un fuoco che tende a guizzi (guizzi di sviluppo!)
verso il vortice dell'aria (il corpo fisico, il regno della
ragione!), simile ad un fanciullo. Perché simile ad un
fanciullo? Perché il corpo luminoso si affaccia con grande
determinazione, il guizzare del fuoco, ma all'inizio è solo un
piccolo fuoco che tenta di espandersi. Oppure, dice il veggente,
potete assistere anche ad un fuoco senza forma. Un fuoco che guizza e
si dilata come la consapevolezza dell'individuo mentre si dilata nel
mondo che lo circonda. Si dilata tanto da avvolgere l'intero pianeta.
E' l'intento soggettivo del corpo luminoso dell'individuo che si
fonde con l'intento del mondo circostante. Ne diventa parte. Il mondo
circostante fa proprio il suo intento ed egli fagocita, facendolo
proprio, l'intento del mondo in cui vive.
Voi potete vedere il mondo circostante nella forma del
cavallo. Nell'intento che viene manifestato attraverso la sua azione.
La luce fulgida dell'intento che si manifesta come un cavallo lucente
lanciato al galoppo della vita. Il corpo luminoso dell'Essere Umano
montato su quel cavallo. Luce dell'Intento che si mescola,
fondendosi, con la luce dell'Intento che corre nella direzione di
sviluppo della vita stessa.
Come rappresentate l'Intento espresso dal corpo luminoso
dell'Essere Umano è una vostra scelta. Il fanciullo montato
sul dorso altro non rappresenta che il corpo luminoso che fonde il
proprio divenire col divenire del mondo circostante. Un fanciullo
ammantato di volontà e determinazione nello sviluppo del
proprio Intento. Che quel bambino sia infuocato, coperto d'oro o nudo
non fa nessuna differenza. Quando lo vedete infuocato è perché
ponete l'accento della vostra attenzione sullo sviluppo della sua
coscienza e della sua consapevolezza; quando lo vedete coperto d'oro
è perché ponete l'accento sul suo corpo luminoso;
quando lo vedete nudo è quando abbracciate quella Coscienza di
Sé in sé e per sé con le determinazioni e la
volontà espresse nell'attimo presente. In ogni caso, la
descrizione che fate indica sempre la stessa immagine, la stessa
situazione, la stessa noumenia, lo stesso dio che costruisce sé
stesso nell'infinito dei mutamenti.
Quando lo vedrete ritto sul dorso che lancia dardi
allora saprete che quanto state vedendo altro non è che la
manifestazione di volontà e Intento di quel corpo luminoso. In
realtà quell'Essere Umano si è fatto EROZ, figlio di
VENERE e della VITA che lancia i dardi della sua volontà e
della sua determinazione per alimentare la vita stessa.
Cosa state guardando? State guardando il figlio
dell'uomo che costruisce sé stesso nell'infinito dei
mutamenti. Il figlio dell'uomo che ha fuso il proprio Intento con
l'Intento del mondo circostante. Il figlio dell'uomo che chiama gli
Esseri Umani a dispiegare la loro volontà e le loro
determinazioni per costruire loro stesi nell'infinito dei mutamenti.
Avete visto lo STREGONE che lancia i dardi della vita e
del risveglio affinché gli Esseri Umani, colpiti da quei
dardi, alimentino il dio che cresce dentro di loro e costruiscano il
loro cammino di eternità risvegliando il dormiente prima che
questi muoia.
Questo è quanto dice questa visione!
147) Se me lo ripeterai più d'una volta,
vedrai ogni cosa in forma di leone. Perché allora non è
più visibile la massa ricurva del cielo, gli astri non
brillano più, la luce della luna è velata, non si regge
la terra: tutto si vede per folgori.
Segue la visione del frammento precedente. Ora non è
più un fanciullo che cavalca ma è la possanza
dell'Essere Leone in relazione alla possanza del cosmo
Nel frammento si dice: "se me lo ripeti più
di una volta...". La ripetizione come elemento centrale della
modificazione alchemica del soggetto che ripete. Ripetere l'azione,
ripetere la determinazione, ripetere il togliersi dal centro del
mondo occasione dopo occasione, ripetere il chiamare le cose col loro
vero nome, ripetere la meditazione e la contemplazione, ripetere il
sognare, ripetere, ripetere porta alla modificazione dell'individuo
nella direzione dell'intento messo nella ripetizione.
Il ripetere porta alla modificazione soggettiva del
soggetto che guarda il mondo. Un mondo che perde la forma perché
il soggetto, attraverso la ripetizione, ha sospeso il giudizio e ha
sospeso il dialogo interno. La forma svanisce, ma non il mondo che
quella forma tentava di descrivere. Rimane il mondo per quello che
viene rappresentato in un'altra situazione. Sparisce la volta del
cielo, spariscono le stelle, sparisce la luce e l'Essere che
contempla non si regge più sulla terra come su una superficie
solida, ma, sospeso, percepisce sé stesso come una folgore che
saetta in mezzo a folgori che si muovono veloci.
Tutto è uguale eppure nulla è uguale. Non
è cambiato il mondo che ci circonda, ma sono cambiati gli
occhi di chi lo guarda.
Ripetilo, ripetilo ancora e alimenta il dio che cresce
dentro di te: gli déi ti aspettano!
Vedere il mondo in forma è prerogativa degli
Esseri della Natura; vedere il mondo per folgori o negli infiniti
modi della percezione è prerogativa del dio che cresce dentro
ogni Essere della Natura.
148), ma quando vedrai il fuoco più sacro
rifulgere senza forma, guizzando negli abissi di tutto il cosmo,
ascolta la voce del fuoco.
In questo frammento lo Stregone avverte il cercatore di
conoscenza e di consapevolezza. Quando alteri la percezione e
annullando la forma delle cose giungi a percepire il fuoco sacro
della determinazione e dell'intento che ti avvolgono, allora ascolta
la voce del fuoco.
Ogni volta che un cercatore di Conoscenza e di
Consapevolezza altera la percezione attraverso la quale percepisce il
mondo circostante, incontra delle voci che lo guidano e gli
forniscono informazioni. Ascoltare quelle voci mantenendo per sé
il diritto della decisione. Ascolta la voce del fuoco, ma la voce del
fuoco parla per sé stessa. Solo quando tu fondi il tuo Intento
con l'Intento del fuoco di cui intendi la voce allora, e solo allora,
puoi ascoltarla con fiducia. La fiducia c'è solo nel momento
in cui l'Intento è fuso fra due o più enti. La fiducia
nel mondo circostante è praticata dallo Stregone soltanto
quando il suo Intento è fuso con l'Intento del mondo
circostante e questo non può prescindere, per seguire il
proprio sviluppo, dallo Stregone stesso.
Il mio piede ha fiducia in me, solo perché le
trasformazioni sono di reciproco vantaggio fra me e il mio piede.
Come potrebbe il mio piede avere fiducia in me se egli fosse un
ostacolo alla mia trasformazione? Come può un Essere Umano
aver fiducia in chi lo vuole in ginocchio? Per ascoltare la voce del
fuoco è necessario essere a propria volta fuoco. E' necessario
sviluppare le stesse determinazioni. E' necessario praticare lo
stesso Intento. Allora la voce del fuoco guida l'Essere Umano nei
meandri dei mondi della percezione. osa dà quest'essere Umano
in cambio alla voce del fuoco? Riporta il fuoco della Conoscenza e
della Consapevolezza all'interno della propria specie: egli alimenta
il fuoco! Nel far questo alimenta sé stesso che nei mondi
della percezione è fuoco!
Quando: "il fuoco sacro rifulge senza forma"?
Quando la Coscienza di Sé viene percepita dal veggente al di
là della forma e della specie cui appartiene. Quando il
veggente scorge il Potere di Essere della Coscienza di Sé e la
distingue, la separa, dalla forma cui appartiene. Percepire una
Coscienza di Sé al di là della forma significa
percepire il fuoco sacro che rifulge. Quanto si alimenta e si
costruisce per diventare eterno nell'infinito dei mutamenti è
la sacralità degli oggetti che determinando sé stessi,
tendono all'eternità.
"Ascolta la voce del fuoco!" una voce che puoi
sentire quando sei fuoco. Se senti la voce e non ti sei trasformato,
allora è solo illusione quale prodotto della disperazione
della tua distruzione.
Rifulgere senza forma! Uscire dalla forma della Natura
significa uscire dalla materialità dell'esistenza e percepire
il mondo attraverso il corpo luminoso che un'esistenza di
impeccabilità ha contribuito a costruire.
149) Quando vedrai un demone della terra che si
avvicina, offri la pietra mnizouris, invocando...
Offri la pietra! A quanto appartiene alla terra offri
quanto dalla terra proviene.
In questo frammento il termine "demone" può
essere interpretato in entrambi i sensi. Sia come il "cane della
terra", cioè quelli che volano basso, gli Esseri di sola
Energia Vitale che si cibano di Energia Vitale stagnata che come ente
divino che si è trasformato nella terra: l'alleato!
Cosa può offrire un Essere Umano ad un alleato?
La sua guida nel mondo della forma e della ragione. Cosa può
offrirgli un Alleato che non sia un Essere malato di Energia Vitale
stagnata? La sua guida in stati di alterazione della percezione dove
l'Essere Umano non ha sufficiente esperienza per affrontare le varie
situazioni.
Invocare va letto ancora in modo letterale. In è
un rafforzativo di vocare. Un rafforzativo che sta per dire: "Io
esisto!". Cosa si deve invocare? Il proprio Potere di Essere! La
propria determinazione attraverso l'uso della propria volontà.
Invocare il proprio Potere di Essere allontana ogni "demone"
della terra perché il Potere di Essere di ogni Essere della
Natura scarica, attraverso la sua volontà, tensioni che non
sono facilmente sopportabili da ogni Essere di sola Energia Vitale.
Dare terra a chi nella terra è vissuto e si è
costruito significa riconoscerlo per quello che è fermando il
suo inganno di come vorrebbe apparire. Invocare; chiamare a raccolta
il proprio Potere di essere è l'unica possibilità che
ha ogni Essere che ricerca conoscenza e consapevolezza, per
difendersi nello sconosciuto in cui la ricerca lo porta.
150) I nomi barbari non cambiarli mai.
Cosa sono i nomi barbari? Sono i nomi che vengono dati
agli déi del mondo circostante dai vari popoli. Quei nomi non
definiscono il dio percepito, ma anche la forma della percezione
soggettiva del dio. Una Linea di Tensione viene vissuta in maniera
diversa da i vari popoli i quali, attraverso l'imposizione della loro
soggettività, fagocitano l'aspetto o gli aspetti della
divinità che incontrando la divinità che cresce dentro
di loro li aiuta a fondare il loro divenire.
La stessa divinità viene incontrata da altri
Stregoni, da altri popoli, i quali mettono, nella percezione della
divinità, la loro soggettività, il loro nous. Così
quanto percepiscono è diverso da quanto percepisce il popolo
che sta loro vicino, ma è uguale. La diversità sta
nella soggettività e nella specificità di chi
percepisce e nella sua azione di trasformazione nell'infinito dei
mutamenti.
I nomi barbari non vanno cambiati in quanto definiscono
cose diverse da quelle che definiamo noi. Non si può
appiattire la percezione soggettiva di cammini diversi. Non si può
sottomettere la diversità ad una verità che distrugge
il cammino degli Esseri Umani. Non cambiare i nomi barbari significa
riconoscere la diversità. Significa arricchirsi della
diversità percettiva di ogni popolo che percorrendo questo
pianeta costruisce il proprio divenire eterno nei mutamenti
dell'infinito che lo circonda!
151) ... adunatori...
Il termine usato in questo frammento evoca la visione di
chi raduna pecore per condurle al macello. L'adunare è
l'attività di chi non è in grado di trasformarsi.
L'adunatore è colui che raccoglie coloro che possono agire per
soddisfare i suoi bisogni.
Quando questa attività è il lavoro umano
nelle relazioni con l'Essere Natura ha un valore anche se non viene
apprezzato dall'Essere Natura, ma quando quest'attività ha lo
scopo di adunare esseri della propria specie al fine di dominarli
costringendoli ad agire in funzione di bisogni diversi dai loro,
allora si tratta di orrore.
L'orrore è arte del possesso. Un possesso che
viene esteso sopra gli Esseri Umani per costringerli a diventare
oggetti di proprietà di qualcuno. Interiorizzare l'essere
oggetti di proprietà ad un livello tale da subire il terrore
alla sola idea di perdere chi le possiede.
L'adunatore non vive per soddisfare i propri bisogni
espressi dal Potere di Essere in armonia col mondo circostante, ma
agisce per soddisfare i bisogni del possesso attraverso il quale
sopravvivere alla disperazione della propria impossibile
trasformazione. L'adunatore vive dell'oggetto adunato; l'oggetto di
cui si ritiene padrone esclusivo ad immagine e somiglianza del
proprio dio padrone. L'adunatore è un morto che ha rinunciato
a trasformarsi nell'infinito dei mutamenti e che sopravvive
distruggendo il divenire degli Esseri che aduna e sottomette.
Il bisogno di sottomettere è il prodotto della
distruzione soggettiva della propria capacità di trasformarsi
nell'infinito dei mutamenti. Solo lo schiavo trasforma altri Esseri
della propria specie in schiavi al solo scopo di sopravvivere al
proprio stato di schiavitù.
152) ... indivisibile ...
Ciò che io conosco come indivisibile è la
Coscienza di Sé come sintesi del proprio divenuto e potere
determinante il proprio divenire. E' troppo breve questo frammento
per essere commentato diversamente o più completamente.
153) nel gregge della fatalità non cadono i
teurghi.
In questo frammento il senso è chiaro e
l'indicazione precisa. Che cos'è la fatalità? La
fatalità è l'abbandonarsi speranzosi al disegno del dio
padrone. E' cedere la propria volontà per lasciarsi trascinare
in balia di eventi di cui si ha paura e terrore. La fatalità è
la rinuncia dell'Essere Umano a cercare e chiedersi il perché
delle cose aspettando una divina provvidenza come emanazione del dio
padrone mentre sta portando le pecore al macello della vita.
Chi non è in grado di prendersi nelle proprie
mani la responsabilità della propria esistenza, per affrontare
la fatalità dell'esistenza, deve chiudersi in un gregge. Un
gregge che impone a tutti i suoi membri di aderire alla fatalità
soccombendo qualora il dio padrone lo imponga. Soffrendo qualora il
dio padrone lo desideri. Stare al gioco crudele di un dio padrone per
il cui intervento si sono sacrificate le proprie determinazioni e la
propria volontà.
Chi aderisce a quel gregge ha rinunciato a costruire sé
stesso. Chi aderisce a quel gregge non determina sé stesso in
quanto, anche se ci provasse, il processo di adesione a quel gregge
che ha messo in atto lo porta a diventare incapace anche soltanto di
articolare il concetto secondo cui egli è portatore di volontà
e determinazioni. Si sente piccolo. Incapace. Indifeso e impotente.
Egli è soggetto di carità e di supplica davanti al dio
padrone. Egli è feroce e distruttivo nei confronti di chi non
partecipa a quel gregge.
I Teurghi non cadono in queste condizioni. I Teurghi
costruiscono le relazioni fra sé stessi e il loro circostante
attraverso la modificazione del loro sentire e percepire il mondo.
Un Teurgo guarda il mondo quale insieme di Esseri
Coscienti e Consapevoli. Il Teurgo guarda alle tensioni che
attraversano il mondo con gli occhi di chi non si illude che quelle
tensioni siano diverse da quanto percepisce. Un Teurgo si chiede il
perché delle cose. Un Teurgo si è tolto dal centro del
mondo ed è diventato parte del mondo in cui vive. Un Teurgo
vive per sfida, non per accettazione passiva. Un Teurgo sa sospendere
il giudizio quando ciò che incontra non rientra nella sua
comprensione. Un Teurgo non ha problemi ad usare la follia
controllata o il giudizio di necessità. Un Teurgo pratica la
sospensione del dialogo interno. Un Teurgo conosce il padre:
Necessità e Intento. Un Teurgo chiama le cose col loro vero
nome. Un Teurgo è un Essere Umano che trae la forza
nell'affrontare la vita partendo da sé stesso. Non abbisogna
di trovare la sicurezza di quanto affronta negli occhi di altri
Esseri Umani appartenenti ad una qualche forma di gregge. Semmai sono
gli Esseri Umani che vivono nella ricerca della costruzione della
loro vita che trovano nel Teurgo gli elementi attraverso i quali
approfondire la propria trasformazione per divenire nell'eternità
dei mutamenti.
Il Teurgo è uno Stregone che costruisce sé
stesso con una tale determinazione da portarlo a trasformare
l'oggettività nella quale sta vivendo. Il Teurgo si trasforma
per riconoscere gli elementi e le tensioni che lo circondano. Magari
fallisce. Però non inganna i suoi occhi con l'illusione della
sottomissione e della fatalità!
154) ...andando in branco
Chi va in branco? Gli Esseri Umani che hanno distrutto
la loro possibilità di costruire sé stessi
nell'infinito dei mutamenti e formano un branco per avere forza
sufficiente per distruggere o gli altri branchi o gli Esseri Umani
che costruiscono sé stessi nell'infinito dei mutamenti.
Gli Esseri Umani malati di Energia Vitale stagnata
distruggono quanto potrebbe costruire il respiro di libertà
degli Esseri Umani. Distruggono la possibilità per gli Esseri
Umani di costruire un cammino virtuoso di eternità.
Distruggono quanto più è possibile perché
soltanto nella distruzione che costruisce la miseria possono
costruire Esseri umani vuoti con i quali alimentare la forza del
gregge di cui fanno parte.
Andando in branco costoro distruggono la vita e le sue
trasformazioni. Guardatevi dal branco che chiede adesione ad una
verità! In esso c'è la distruzione di ogni divenire
nell'eternità dei mutamenti di ogni Essere della nostra
specie. Il sacrificio che i branco chiede per accettarvi è voi
stessi. La vostra Libertà, le vostre determinazioni, le vostre
trasformazioni. In ultima analisi il branco chiede a chi desidera
farne parte di rinunciare alla propria vita; alla propria possibilità
di divenire nell'eternità dei mutamenti.
155) inflessibile, dietro pesante, non partecipe alla
luce
Gli Esseri malati di Energia Vitale stagnata sviluppano
un intento inflessibile nel loro vivere strategicamente per
procurarsi quanto serve loro per sopravvivere.
Sono pesanti. Hanno rinunciato a costruire sé
stessi nell'infinito dei mutamenti. Non partecipano alla luce
dell'infinito. Sono legati alla terra. Non alla terra come Coscienza
di Sé, come Essere che si sviluppa in quanto riconosce sé
stesso un dio fra déi, ma alla terra intesa come la materia
statica descritta dalla nostra ragione che di quella materia si
ritiene la padrona.
Il loro essere pesante viene trasmesso ad ogni cosa, ad
ogni oggetto, a qualunque Essere col quale costruiscono le relazioni.
L'unico Essere che sono riusciti ad assoggettare è l'Essere
Umano che ancorando sé stesso nella descrizione rifiuta di
percepire il mondo nella sua vastità e nella fenomenologia
estranea a quella descrizione.
Questi Esseri sono pesanti. Il senso di pesantezza è
il fenomeno che assale il veggente nel momento stesso in cui li
percepisce. Il veggente potrebbe mascherare, attraverso la
preconcettualità della sua ragione, molti fenomeni che da essi
vengono emessi, ma la pesantezza rimane anche se a volte viene
mascherata.
Anche la loro non partecipazione alla luce viene
occultata alla percezione del veggente. A volte viene occultata
facendo balenare al veggente l'idea della potenza e delle
trasformazioni che possono derivare dal lato scuro. L'ossessione per
la ripetitività della descrizione, l'ossessione per le paure
che alimentano la tensione e il bisogno della paura, la sottomissione
che si autoalimenta, sono tutti elementi del lato oscuro della luce
cui gli Esseri malati di Energia Vitale stagnata partecipano per
alimentare la loro esistenza. Castaneda direbbe che trasferiscono la
loro mente ossessionata, contorta e instabile agli Esseri Umani.
Il significato di questo frammento si articola anche nel
frammento successivo:
156) Costoro non sono molto diversi da cani senza
ragione.
Cosa rappresenta la dicitura: "Cane senza ragione"?
E' la definizione di un'intenzione espressa senza il fine
nell'intento. Un'intenzione il cui scopo è quello di arraffare
quanto più è possibile nell'attimo presente senza
preparare attraverso quell'azione, una prospettiva futura.
Il cane senza ragione è colui che arraffa senza
tener conto dei riflessi e delle conseguenze che la sua azione
comporta sia sul mondo che lo circonda sia sull'articolazione del
tempo che viene incontro. Gli Esseri malati di morte non hanno
futuro. Gli Esseri malati di morte non si curano dell'oggettività
in cui si muovono perché quest'oggettività deve
assomigliare a loro. Nera vuota, ossessiva, malata di nulla; quella
che l'Essere Natura definì: l'orrore Sahariano!
In questo frammento il termine ragione non è
riferito alla ragione come descrizione, ma alla ragionevole armonia
che deve esistere fra soggettività che si esprime, manifesta e
dilata e l'oggettività spazio-temporale in cui questo avviene.
La mancanza di ragione, come usata in questo frammento, è il
saccheggio per il saccheggio.
I saccheggiatori, gli stupratori della vita, non possono
definirsi diversamente da "cani senza ragione".
157) Bestie della terra abiteranno il tuo
ricettacolo.
L'azione attraverso il saccheggio porta a circondarsi di
coloro che partecipano al saccheggio. Vivere stuprando ci si circonda
di esseri che dello stupro fanno ragione della propria esistenza. Chi
vive distruggendo è solo una "bestia" della terra.
E' una "bestia" in quanto la sua azione è quanto di
bestiale e inumano che l'Essere Umano concepisce e che proietta nel
fare degli Esseri Umani descrivendone una bestialità che
appartiene soltanto alla sua morale di morte. Una morale di morte che
viene espressa nelle azioni dall'accusatore imputandola ad un
accusato impossibilitato a difendersi.
Il distruttore della vita la distrugge perché la
vita lo costringe a farlo Se la vita si distruggesse da sola
sottomettendosi alla sua volontà lui non avrebbe bisogno di
distruggerla. Così è la vita che chiede a lui di
distruggerla perché anziché distruggersi,
sottomettendosi a lui, si ostina a costruire sé stessa e ad
espandersi cercando e alimentando ogni rivolo di libertà
espressiva che incontra.
Il distruttore si circonda di chi si alimenta dalla
distruzione. Pertanto, solo la "Bestie della terra abiteranno il
tuo ricettacolo".
158) E non lascerai al baratro le scorie della
materia: nella regione risplendente, anche il simulacro ha la sua
parte.
Cosa significa non lasciare al baratro le spoglie
mortali? Significa che le "spoglie mortali", il corpo
fisico con le sue tensioni, i suoi bisogni e le sue emozioni sono
importanti per giungere nella regione risplendente. Quando gli
oracoli vengono scritti troppo persone distruggevano o umiliavano il
corpo esaltando i pregi dello spirito, del pensiero e della morale.
Il corpo veniva umiliato sesso per le sue tensioni sessuali. Per il
bisogno di esprimere le sue emozioni. Espressione che spesso portava
a morte delle donne che morivano di parto. Così le tensioni di
vita potevano anche esprimersi come tensione di morte. Quanto era
necessario essere continenti per non creare dolore.
Gli Esseri della Natura costruiscono il loro corpo
luminoso vivendo come Esseri della natura. Praticando la propria
volontà come esseri della Natura. Usando le loro
determinazioni come Esseri della Natura. Il pensiero astratto è
nutrimento del corpo luminoso, ma l'esercizio delle determinazioni e
della volontà degli Esseri della Natura praticato nel loro
vivere per sfida è il motore che porta il pensiero astratto a
diventare ente vivente e sostanziale, agente all'interno
dell'individuo, permettendogli di cavalcare le contraddizioni
costruendo sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
Il corpo luminoso trasmette i suoi bisogni e le sue
tensioni al corpo fisico, ma è il corpo fisico che attraverso
le tensioni che riversa nell'oggettività permette al corpo
luminoso di mettersi in moto. Gli permette di riconoscere sé
stesso come ente in crescita e sviluppo trasmettendo quanto
percepisce alla ragione del corpo fisico.
Non si finga di non essere individui fisici. Non si
finga di non aver bisogni, pulsioni e tensioni. Tutto partecipa alla
costruzione dell'individuo; alla costruzione del suo corpo luminoso.
Non si pongano obiettivi astratti imponendoli all'azione del corpo
fisico. Gli obiettivi astratti devono essere la manifestazione dello
sviluppo fisico e psichico dell'individuo. Deve essere quanto
incontra nella sua azione di determinazione soggettiva espressa nella
quotidianità.
Quando il pensiero astratto viene imposto al fisico
(vedi i monaci, gli yogi, i digiunatori, gli asceti ecc.) non è
l'astratto come manifestazione delle tensioni del corpo luminoso che
tenta di crescere, ma è il fantasma della ragione che
imprigiona lo sviluppo psicofisico dell'individuo per impedirgli di
rimuovere il suo dominio. L'individuo prigioniero della ragione usa
le fantasie della ragione per reprimere le pulsioni del proprio corpo
e distruggere con questo la crescita del corpo luminoso.
Le tensioni del corpo luminoso non sostituiscono quelle
del corpo fisico, ma si sovrappongono un po' alla volta quando
l'individuo, togliendosi dal centro del mondo, mette al centro delle
sue attenzioni sé stesso in relazione col mondo che lo
circonda.
Abbandonare la materia al baratro significa vivere le
pulsioni della propria fisicità con disprezzo. Queste tensioni
appartengono al regno della luce. Appartengono al regno dell'infinito
e ne sono la sua manifestazione fra gli Esseri della Natura. Sono le
loro determinazioni. Praticando quelle determinazioni attraverso
l'uso della propria volontà l'Essere Umano, come ogni altro
Essere della Natura, costruisce sé stesso nell'infinito dei
mutamenti.
Interpretiamo in questo modo questo frammento: "Non
lascerai al baratro le scorie della materia: nella regione
risplendente, anche il simulacro ha la sua parte."
159) ... colpite da Ares, sono più pure le
anime di chi ha abbandonato il corpo per violenza, che non per
malattia.
Questo frammento rappresenta un aspetto
dell'antichissima disputa fra gli antichi pagani e i cristiani.
Morire nel proprio letto. Questo era l'augurio che i cristiani si
facevano. Era un morire per malattia. Un morire per consumazione. Era
morire secondo il ben volere del loro dio padrone. Il cristiano
ritiene che la sua vita sia un dio del suo dio padrone e, pertanto,
ritiene che solo il suo dio padrone ha il diritto di togliergliela.
La chiesa cattolica estende questo diritto anche ai rappresentanti in
terra del dio padrone! La morte per malattia o per consumazione,
disperazione, sottomissione ecc. permette ai cani della terra, gli
Esseri malati di Energia Vitale Stagnata di cibarsi dalla distruzione
della persona. Una distruzione che può non alimentarli solo
quando, nel processo di distruzione, la persona pratica la propria
volontà per sviluppare comunque degli intenti, dei propositi e
dei progetti. Un individuo che ha perso una gamba può vivere
disperandosi per la perdita della gamba, piangere, disperarsi e
consumarsi giorno dopo giorno oppure può riconoscere di aver
perso la gamba e di progettare in modo diverso la sua vita tenendo
presente che si è verificata questa perdita. Il fatto di aver
perso la gamba non significa aver perso la capacità di
progettare la propria vita.
In ogni caso, a parità di costruzione della
propria vita, chi muore in una frazione di tempo ha la possibilità
di concentrare tutto il proprio divenuto in quell'istante con molte
più probabilità di trasformare la morte del corpo
fisico in nascita del corpo luminoso. Chi invece muore lentamente
deve aver seguito un cammino virtuoso di costruzione del proprio
corpo luminoso e di sovrapposizioni di bisogni e di tensioni sul
corpo fisico e la ragione. Se non ha fatto questo ed è
afflitto da malattia deve essere in grado di sviluppare un gran
numero di interessi astratti sui quali concentrare le sue passioni e
le tensioni della sua trasformazione. Chi è costretto a letto
per malattia mortale e ancora si interessa alle trasformazioni degli
interessi sociali, del pensiero astratto, dell'educazione e dei
problemi della vita è sicuramente una persona che ha costruito
il proprio corpo luminoso e che interpreta le tensioni e le
aspettative del proprio corpo luminoso come se fossero aspettative e
interessi della ragione. Se io sono sul letto di morte e mi arrabbio
per questioni sociali o politiche (e mille altre ancora) anziché
pregare, significa che ho coltivato l'eternità. Io percepisco,
in quel momento, l'esserci riuscito a costruirmi, ma dal momento che
non esiste nella ragione le espressioni, le descrizioni e i
comportamenti che identificano questo mio esserci riuscito, lo
trasformo in aspettative della ragione (attesa dei risultati di una
votazione, o dei risultati sportivi, o attesa di conoscere la fine di
un romanzo o di un film ecc.) anziché mettermi a disperarmi o
a pregare perché sto per morire.
Morire per mano di Ares significa morire nell'esercizio
del proprio intento. Significa morire nel tentativo di portare a
termine i propri progetti. Le proprie strategie d'agguato. Significa
morire nel tentativo di costruirsi e dilatarsi. Oppure significa
essere travolti dal tentativo di dilatarsi di qualcun altro.
Significa aver subito una sconfitta. Nel soccombere concentriamo
tutto noi stessi che abbiamo organizzato per far fronte alla
contraddizione che ci ha fagocitato.
Morire per mano di Ares, in ogni caso a meno che non si
tratti di chi soccombe dopo aver vissuto mettendo in ginocchio che
non si poteva difendere, significa trasformare sé stessi
nell'infinito dei mutamenti.
Per questo motivo "le anime sono più pure".
Non si tratta di purezza come intesa dai cristiani e dal loro
concetto di peccato, ma si tratta di forza e concentrazione
attraverso la quale costruire sé stessa nell'infinito dei
mutamenti.
160) Legge dei beati... indissolubile... che l'anima
torni a vita di uomo, non di animale.
"Che l'anima torni a vita di uomo, non di animale".
Nel mondo della ragione l'Essere Umano è posto a padrone del
mondo esattamente come la ragione è padrona dell'Essere Umano
cui appartiene. Riuscire a trasformare la morte del corpo fisico in
nascita del corpo luminoso da Esseri Umani (come per tutte le specie
dell'Essere Natura) significa andare oltre la Natura stessa.
Significa proiettarsi oltre la sedimentazione con l'Essere Natura.
Nel Paganesimo Politeista l'Essere della Natura
trasforma la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Ogni specie ha fatto in modo che gli Esseri che esprime siano nelle
migliori condizioni per esprimere questo. Le scelte dei singoli
Esseri determinano la qualità del corpo luminoso. La qualità
del corpo luminoso determina la forza di in Libertà raggiunta
dal singolo Essere. La forza in Libertà raggiunta imprime la
spinta per la trasformazione nell'infinito.
Nel Paganesimo Politeista partorire il proprio corpo
luminoso comporta il raggiungimento della propria Libertà il
cui grado varia a seconda del Potere di Essere espresso dal corpo
stesso.
Le trasformazioni successive del corpo luminoso variano
a seconda della qualità soggettiva espressa. Possono
continuare sedimentando con l'Essere Terra, con l'Essere Natura, con
l'Essere Sole o proseguendo la propria sequenza di mutamenti liberi
da legami. I legami sono le relazioni che si costruiscono affinché
la propria consapevolezza non vada dispersa. L'Essere Natura è
composto dalle consapevolezze degli Esseri che lo hanno praticato e
vissuto.
In questo caso tornare a vita da uomo e non da animale
ha il significato di proseguire la sequenza dei mutamenti senza
legami con l'Essere Natura. Il legame che gli Egiziani antichi
indicavano era quello con l'Essere Sole. Altre culture indicavano i
meandri scuri dell'Essere Terra o i meandri dell'Essere Natura. Gli
Stregoni indicano i meandri del cosmo infinito attraverso la pratica
di Libertà. Indicano come sia possibile seguire la propria
sequenza dei mutamenti senza sedimentare su un Essere gigantesco per
poter continuare il proprio sviluppo. Almeno per ora!
La legge dei "beati" è il loro Intento.
E' l'azione attraverso la quale costruiscono il loro Potere di Essere
per proseguire nell'eternità dei mutamenti. Senza sedimentare
in un altro Essere Gigantesco per poter continuare la trasformazione.
Tornare a vita di Essere Umano praticando l'azione che
porta allo sviluppo del proprio Potere di Essere. Questo vale per
quasi tutte le specie degli Esseri animali salvo per quelle che
costituiscono il Potere di Essere dell'Essere Natura dove il soggetto
che si costruisce è l'Essere Natura stesso (Esseri Virus,
Esseri Batteri ecc..).
161) ... pene che artigliano i mortali...
Cosa sono le pene? Quali sono le pene che artigliano i
mortali?
Le pene sono quelle che i cristiani chiamano "il
dolore"! Il dolore come manifestazione della volontà del
loro dio padrone. Quel dolore che attanaglia il loro bisogno di
libertà e gli rende schiavi dell'aspettativa dell'intervento
del loro padrone. Li rende schiavi dell'aspettativa di un suo
intervento. Il dolore come distruzione dell'individuo che subendolo
lo accetta facendo di quell'accettazione manifestazione della sua
sottomissione al volere del dio padrone.
Le pene dell'esistenza come prodotto delle
contraddizioni dell'esistenza alle quali il soggetto non è in
grado di opporre la propria volontà perché la
sottomissione e l'accettazione della fatalità gli è
stato imposto con la violenza del condizionamento educazionale. Le
pene come elemento di accentramento dell'attenzione soggettiva.
Un'attenzione che viene privata della capacità di spaziare
nelle cause e nelle relazioni che producono dolore per fermarsi al
dolore come oggetto in sé.
Questo fermarsi nel dolore come oggetto in sé è
l'essere artigliato dalle pene. Un essere artigliato che impedisce
all'Essere Umano di risolvere le contraddizioni dell'esistenza e di
spaziare nell'infinito che lo circonda. Quando un Essere Umano è
artigliato dalle pene soggettivandone l'artigliamento non ha più
volontà per liberarsi dal dolore. Lo accetta con
rassegnazione. Lo accetta con accettazione. Diventa dipendente da
quel dolore e desidera rinnovare negli altri Esseri Umani lo stesso
dolore perché questo gli da sollievo. Anzi, gli altri Esseri
Umani devono soffrire ancora di più mentre egli rappresenta il
suo dolore come manifestazione del dio.
Mentre gli Esseri Umani soffrono di dolori fisici che la
determinazione soggettiva potrebbe eliminare qualora le condizioni
oggettive lo permettessero, chi ha soggettivato il dolore soffre di
condizioni psichiche che allevia nutrendosi del dolore fisico di
quelle persone che non possono uscire da quel dolore perché
lui blocca lo sviluppo dell'oggettività affinché
costoro soffrano. Così costui si è trasformato in un
produttore di pene attraverso le quali artigliare gli Esseri Umani
per impedire loro di distendere le loro ali e dare l'assalto al cielo
della conoscenza e della consapevolezza.
I morti producono altri morti per alleviare la propria
sofferenza di zombi davanti alla vita!
Queste sono le pene che artigliano i mortali!
162) Ah ah, latra la terra su costoro fino ai loro
figli.
Latrare: un abbaiare furioso contro qualcuno! Perché
l'Essere Terra dovrebbe latrare contro qualcuno? Perché quel
qualcuno danneggia le trasformazioni dell'Essere Terra! Perché
quel qualcuno, danneggiando quanto lo ha emanato, danneggiando sia sé
stesso che l'Essere dal quale proviene: l'Essere Terra stesso! Un
latrare furioso nei confronti di chi distrugge il divenire degli
Esseri cui appartiene. Un latrare furioso che corrisponde all'umano
inveire nei confronti di chi ti distrugge, pur essendo impotente nei
suoi confronti. Se è vero che le scelte appartengono a chi
sceglie, è altrettanto vero che gli adattamenti devono essere
costruiti dall'oggettività in cui quelle scelte vanno ad
incidere.
Chi distrugge gli Esseri Umani non distrugge la specie
agendo contro di essa, ma la distrugge distruggendo i propri figli.
La distruzione, che proviene dall'interno della specie, non è
un distruzione immediata, dura e violenta, ma è piuttosto la
distruzione costruita attraverso le generazioni. La distruzione che
padri e madri operano attraverso la costrizione alla quale
sottomettono i loro figli. Non è la distruzione della
generazione presente, ma è la distruzione della costruzione
del futuro cui i loro figli sono partecipi.
Contro questo è il latrare furioso dell'Essere
Terra. Se tu vuoi distruggerti, distruggi te stesso, ma non toccare
il futuro. Non costringere alla distruzione i tuoi figli affinché
generino distruzione. La distruzione di una specie è la
distruzione di una sequenza di mutamenti cui l'Essere Terra è
partecipe. Quando si distrugge una sequenza di mutamenti si distrugge
anche l'Essere Terra, magari costringendola a costruire nuove
strategie affinché nuovi Esseri, o Esseri già
esistenti, articolino sé stessi per trasformarsi.
Latra impotente davanti all'umana distruzione l'Essere
Terra, ma col suo latrare alimenta Libertà dentro sé
stessa. Alimentando Libertà dentro sé stessa, alimenta
Libertà dentro quegli Esseri Umani che ancora la percepiscono
affinché la alimentino bloccando lo sviluppo della
sottomissione sia in sé stessi che nella propria specie.
Il latrare della terra, come quello di ogni Coscienza di
Sé che alimenta il proprio Potere di Essere, è
impotenza nell'immediato, ma è arte del crogiolo alchemico
delle trasformazioni. L'Essere Terra latra e nel far questo concentra
tutto sé stessa alimentando le trasformazioni!
163) e non inclinare verso il basso, verso il mondo
della luce nera: gli sta sotto un abisso perpetuamente amorfo, senza
contorni, avvolto nelle tenebre, sordido, che si compiace di
simulacri, privo di luce noetica, rotante in eterno, rovinosa mutila
tortuosa profondità che sempre si sposa con forme corporee
senza apparenza, inerti, senza respiro.
In questo paragrafo si manifestano le scelte dei
soggetti della direzione nella quale imprimere la propria azione.
Comunque l'azione del soggetto segue una direzione dalla quale
imprime la trasformazione del soggetto stesso. Comunque il soggetto
sceglie. L'esecuzione dell'azione è la scelta del soggetto. Il
non scegliere è scelta della direzione in cui agire.
La vita di ogni Essere della Natura è un percorso
che va dalla nascita del corpo fisico alla morte dello stesso. Ogni
azione messa in essere da un soggetto altro non è che la
rappresentazione della scelta del soggetto stesso. Le azioni
conducono un soggetto nelle sue trasformazioni e determinano la
qualità delle trasformazioni stesse.
Il veggente è colpito dall'abisso del nulla,
della dissoluzione della Coscienza di Sé e della
Consapevolezza che ha costruito l'individuo. Un abisso perpetuamente
amorfo che inghiotte chi non ha saputo imprimere una valenza noetica
alle proprie azioni. Un abisso che inghiotte chi ha rinunciate al
volo negli infiniti spazi luminosi del cosmo preferendo l'oscuro
della rinuncia e della sottomissione.
E' il nulla perché privo di Coscienza e di
Consapevolezza. E' il nulla perché privo dello sviluppo della
sequenza dei mutamenti di cui è portatrice lo sviluppo noetico
di una Coscienza di Sé.
Non inclinare verso il basso! Non inclinare verso la
sottomissione, verso la rinuncia del tuo Potere di Essere, verso la
rinuncia dello sviluppo del tuo Potere Noetico. Anche se l'azione che
porta allo sviluppo della tua soggettività può
implicare un impegno apparentemente troppo grande, non rinunciare a
svilupparti e a costruirti. Non volgere verso la "rovinosa
mutila tortuosa profonditàche sempre si sposa con forme
corporee senza apparenza, inerti, senza respiro".
Cosa significa, in questo caso, l'assenza di apparenza?
Significa l'assenza di manifestazioni fenomenologiche!
L'assenza di rappresentazioni soggettive che manifestandosi, vengono
rappresentate dal soggetto che le percepisce. In altre parole
significa la mancanza di Coscienza di Sé. La mancanza di
rappresentazione.
Inclinare verso il basso significa aver rinunciato a
costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti e giungere
alla completa distruzione delle possibilità di sviluppo della
propria Coscienza di Sé. Giungere in uno stadio della propria
esistenza caratterizzato dalla non esistenza. Dall'assenza di
manifestazione soggettiva. Dall'assenza della propria volontà.
Dall'assenza della propria espressione fenomenologica nel mondo
circostante.
Inclinare verso il basso significa dissolvere sé
stessi: rinunciare a percorrere l'infinito dei mutamenti.
164) e non inclinare in basso: c'è un abisso
sotto la terra, che trascina al di sotto della soglia delle sette
vie...
Le sette vie o le sette rinascite della trasformazione
misterica ripresa dai neoplatonici. Le sette vie sono le sette
rinascite attraverso le quali la Coscienza di Sé nata e
sviluppatasi nell'Essere Natura procedeva nella costruzione delle sue
trasformazioni.
Io non ho consapevolezza delle sette rinascite. Ne
conosco quattro. La Fetale, il Fanciullo e la Fanciulla, l'Essere
Umano Adulto (al di là del proprio sesso) e l'Essere Luminoso.
Le trasformazioni che si percorrono in quanto Esseri Luminosi
appartengono alla trasformazioni proprie degli Esseri Luminosi. Io
preferisco curare gli elementi che portano alla trasformazione
nell'immediato anche se posso fare miei i viaggi del Libro dei Morti
Egiziano e i viaggi verso l'Essere Sole, l'Essere Terra o l'Esser
Natura. Sono visioni che camminano parallele alla mia anche se
sgorgano da insiemi culturali diversi. Questo mi è
comprensibile. Non mi sono comprensibili le trasformazioni
dell'Essere Luminoso e le sue rinascite. In ogni caso, questo non è
l'oggetto della mia ricerca. Non anelo a creare fantasmi sui quali
trasferire le fantasticherie di una possibile vita in una situazione
possibile che altro non sarebbe che trasposizione in una diversa
situazione dei miei desideri insoddisfatti nella presente esistenza.
E' più utile vivere strategicamente per soddisfare i propri
bisogni che proiettare un principio d'attesa nei confronti di un
futuro che proprio perché si è proiettato un principio
d'attesa non si può più manifestare. E' l'azione nel
presente che costruisce il futuro, non l'attesa di quel futuro
attraverso l'annientamento dell'azione nel presente in funzione di
un'attesa.
L'abisso è il nulla della Coscienza di Sé.
E' la forza della rinuncia all'azione che trascina la Coscienza di Sé
verso il basso dopo averla addestrata alla sottomissione.
L'abisso è il baratro della disperazione e della
sottomissione cui giungono quegli Esseri Umani che sconfitti dalle
battaglie dell'esistenza preferiscono fingere di non vedere la
propria distruzione per illudersi in un rinnovamento che non
arriverà, ma che darà loro molta soddisfazione
imponendolo a chi non è in grado di difendersi e di fondare il
proprio futuro.
165) Cerca il paradiso...
Cerca il giardino! Cerca l'oggettività nella
quale puoi continuare a costruire te stesso. Trasforma l'oggettività
in cui vivi in un paradiso nel quale gli Esseri Umani possano
continuare a costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti.
Cerca l'Infinito nel quale far ardere il tuo fuoco della Conoscenza e
della Consapevolezza; l'Infinito in cui continuare a sviluppare il
tuo Potere di Essere.
Il paradiso è l'opposto di deserto!
Il paradiso è il giardino che ricco e rigoglioso
costruisce la sua esistenza privando una parte del deserto della sua
aridità.
Di contro, il deserto è la distruzione del
paradiso. E' il nulla in cui la Coscienza di Sé e la
Consapevolezza non possono espandersi ma vengono distrutte e
annichilite dalla nonConoscenza e dalla nonConsapevolezza:
il vuoto che cresce dentro all'Essere Umano che rinuncia a prendere
nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.
Cercare il paradiso deve essere inteso come l'azione del
soggetto che costruisce il paradiso come oggettività nella
quale articolare la propria esistenza. Il termine cercare e trovare
sono termini che indicano l'azione nei confronti di una staticità
esistente e immanente nei confronti del soggetto. Un'immanenza che
viene interpretata in termini spaziali. L'azione del soggetto è
un'azione magica in quanto è azione di trasformazione
dell'oggettività in cui il soggetto agisce. L'azione del
soggetto è azione di trasformazione di sé stesso
attraverso l'azione nell'oggettività in cui agisce. L'azione
nell'oggettività è risultante in termini temporali.
Dove per ricerca non è il raggiungimento di un luogo, ma è
la costruzione di quel luogo come trasformazione della relazione
soggettività-oggettività impressa dal soggetto
attraverso la sua azione.
Cercare il paradiso non deve essere inteso come la
ricerca di una situazione immanente, ma come la trasformazione magica
operata dl soggetto nell'oggettività attraverso l'uso della
propria volontà e delle proprie determinazioni.
Sia il paradiso l'obiettivo delle tue azioni. Un
paradiso che costruisci nell'oggettività. Mentre lo costruisci
nell'oggettività trasformi la tua soggettività
proiettandola nell'infinito dei mutamenti.
166) centro, e a partire da esso tutti i raggi sono
uguali fino alla circonferenza.
Col termine centro si indicano sempre cose diverse. C'è
ad esempio il centro del fine da raggiungere. C'è il centro,
la fonte, delle cose; ed un centro per ogni cosa.
Quando si usa centro in questo modo si sta ad indicare
un punto d'inizio di un qualche cosa che esplodendo si dilata in ogni
direzione. Il centro del più piccolo frammento da cui ebbe
inizio la mia Coscienza di Sé si è dilatato in tutte le
direzioni che hanno portato alla mia esistenza e alla mia crescita.
Attraverso quella crescita io conservo un centro a partire dal quale
è stata costruita la circonferenza del mio essere e comunque
le tensioni dal centro alimentano la circonferenza spingendola a
dilatarsi.
Se questo discorso lo posso fare per me, lo posso fare
anche per l'intero universo. Come posso leggere Orfeo in Aristofane:
In principio vi era Caos, Notte, il nero Erebo e
l'ampio Tartaro,
e non vi era la Terra né l'Aria, né
l'Oceano;
negli infiniti recessi di Erebo genera per primo
Notte dalle nere ali di un uovo senza seme;
dal quale, col volgere delle stagioni, germoglia Eros
desiderato splendente nella schiena per le ali dorate, simili a
vortici tempestosi;
Questi unendosi all'alato Caos, di notte nel vasto
Tartaro procreò la nostra stirpe e per prima la condusse alla
luce;
Il centro è il Caos dal quale germoglia Eros.
Eros che si slancia in tutte le direzioni della vita. Un movimento
universale.
Il disco giallo in campo nero produce il Big Bang e
sparge tutt'intorno l'Energia Vitale inconscia. Dal vertice
all'estremo tutti i raggi sono uguali!
La prima cellula che divenne Cosciente di Sé nel
brodo primordiale irradiò l'intro brodo primordiale di
consapevolezza e conoscenza generando cellule (o frammenti di
Coscienza di Sé capaci di esercitare Volontà) in ogni
direzione.
Così ogni Coscienza di Sé è un
centro dentro un centro dove i raggi sono uguali. E quel centro è
dentro un centro e dentro ad un altro centro che per giungere alla
periferia i raggi sono uguali.
Il frammento descrive il movimento universale dello
sviluppo delle Coscienze i Sé che dall'inconsapevole portano
alla formazione della Coscienza universale.
Circonferenza dentro circonferenza; sfera dentro sfera.
Lo sviluppo delle Coscienze di Sé dal soggetto alla specie cui
appartiene (in particolare per gli Esseri della Natura) è una
sfera di consapevolezza che generata all'interno di una sfera di
consapevolezza tende ad espandersi nell'infinito.
Il frammento indica correttamente il respiro della
formazione dell'universo: "centro, e a partire da esso tutti i
raggi sono uguali fino alla circonferenza."!
167) ... contenendo il principio delle tre ali
Quali sono gli attributi del dio? Necessità,
Intento e Volontà!
Attraverso questi elementi il dio può volare
nell'infinito. Attraverso questi elementi l'inconsapevole si
trasforma in consapevole. L'elemento triadico alla base della
formazione della Coscienza di Sé è quanto porta il
singolo Essere a librarsi nell'infinito dei mutamenti costruendo sé
stesso.
Qualunque cosa contenga o sia espressione di tutti
questi tre elementi ed eserciterà sempre il proprio libero
arbitrio: adattamento soggettivo alle variabili oggettive.
L'esercizio del libero arbitrio attraverso l'esercizio della propria
volontà la trasformerà in un dio che costruisce sé
stesso nell'infinito dei mutamenti.
Contenendo questo principio si distinguono gli déi
dai non déi. Fra gli Esseri Umani si distingue fra chi
esercita la propria volontà e le proprie determinazioni da
chi, soggettivando la sottomissione, rinuncia all'uso della propria
volontà per trasformarsi nell'infinito dei mutamenti.
168) ...trascendentalmente uno (trascendentalmente
due)
L'uno trascende l'altro. La comprensione dell'uno si
ferma là dove la sua fisicità lo colloca. Così
la ragione è circondata da quanto la trascende. In quel
trascendere ella si sente persa e smarrita. La ragione non
padroneggia quanto non può descrivere. Può soltanto
prendere i fenomeni che giungono da quello sconosciuto e trasformarli
in guardiani mostruosi da imporre all'Essere Umano affinché
non esca dai suoi confini. Affinché non si chieda il perché
delle cose. Affinché non sospenda il dialogo interno e non si
tuffi nello sconosciuto imparando a nuotarci.
Quando l'Essere Umano impara a nuotare in quello
sconosciuto la ragione diventa trascendenza nei confronti della sua
azione. La descrizione è inutilizzabile nel trascendente della
percezione e dell'intuizione e la ragione si sente inutile.
Nell'affrontare il trascendente la ragione l'Essere
Umano scopre l'esistenza di uno sconosciuto nel quale può
agire e di un'inconoscibile davanti al quale è angosciato.
L'angoscia deriva dalla mancanza di strumenti soggettivi per poterlo
percepire e potervi nuotare all'interno. La trasformazione
dell'inconoscibile in sconosciuto da svelare nuotandovi è il
fine delle sue trasformazioni.
Così l'Essere Feto, uscendo dalla vagina della
propria madre, trasforma l'inconoscibile del mondo della ragione in
sconosciuto nel quale muoversi e nuotare fondando la propria
esistenza. La trascendenza inconoscibile al mondo fetale è
diventata sconosciuto; la trascendenza inconoscibile all'Essere Umano
adulto è lo sconosciuto nel quale si muove il suo sentire e il
suo intuire. L'inconoscibile dell'Essere Umano adulto è lo
sconosciuto nel quale continua la sequenza dei mutamenti il corpo
luminoso all'atto della morte del corpo fisico.
E' dunque corretta l'esclamazione del frammento
"...trascendentalmente uno (trascendentalmente due)". Una
trascendenza come sconosciuto e una trascendenza come inconoscibile!
169) città intere, uomini e tutto, in
rovina...
Nella vita fisica il decadere è parte della
nascita. Ogni costruzione crolla. Ogni nascita è funzionale
alla morte. Ogni cultura è finalizzata a declinare. Così
Adone rinasce ad ogni primavera. Così Marte rinasce ad ogni
primavera.
E' la rinascita nel Paganesimo. Tutto decade e tutto si
rinnova. Un rinascere continuo delle cose sia nello stato di essere
sia in stadi diversi delle trasformazioni. Nello stesso stato delle
cose quando il rinascere è l'oggettività nella quale
gli Esseri svolgono i loro cammini per costruirsi; in stadi diversi
quando percorrono i gradini e i mondi con cui articolare, arricchire
e costruire la propria Coscienza di Sé e la propria
Consapevolezza.
Nel frammento c'è l'accento sul fatto che tutto
va in "rovina". Quanto nasce: muore. Sia i singoli uomini
che le città. Nulla permane nel proprio stato. Costruire un
cammino virtuoso attraverso il quale arricchire la propria conoscenza
e la propria consapevolezza significa non partecipare alla rovina.
Significa camminare nell'eternità dei mutamenti.
Tutto decade; tutto è effimero; meno che la
Coscienza di Sé che si costruisce nell'infinito dei mutamenti.
170) mai, per oblìo, scivolare in un flutto
miserabile
Chi non ricorda gli sforzi che fece per costruirsi, le
umiliazioni che ha ricevuto mentre concentrava tutto sé stesso
per aprirsi un varco nella vita non può far altro che
scivolare nel flutto miserabile della fatalità.
Chi non ha memoria non ha futuro.
Chi non ricorda i processi di trasformazione in corso
non è in grado di progettare il futuro.
Chi non è in grado di progettare il proprio
futuro non è in grado di costruire sé stesso
nell'infinito dei mutamenti. Inevitabilmente rimane ancorato alla
descrizione della ragione. La descrizione della ragione è
tutto quello che gli rimane. La descrizione della ragione si nutre
della sua consapevolezza distruggendolo giorno dopo giorno. Un giorno
era un feto che arrancava per costruirsi nel grembo materno, ora è
un Essere Umano che non arranca più. Ora è un Essere
Umano che afferma di essere creato ad immagine e somiglianza di un
dio pazzo davanti al quale costringe la propria volontà a
sottomettersi. Ora non ricorda! Non ricorda il dio che spingeva per
crescere dentro di lui! Lo ha ucciso un po' alla volta; rinuncia dopo
rinuncia. Ha ucciso quanto chiedeva di crescere; ha ucciso quanto
avrebbe potuto e dovuto partorire alla morte del corpo fisico.
Possiamo dire con il frammento: "mai, per oblio,
scivolare nel flutto miserabile della fatalità!".
171) della materia, e le sue correnti sinuose molti
ne trascinano
La descrizione della ragione imprigiona molte persone.
"L'Essere Umano è come appare!". Proclama la
ragione. Dove il come apparire subisce modificazioni culturali al
fine di distruggere le possibilità dell'Essere Umano di uscire
dalla ragione per esercitare il proprio intuire.
La ragione imprigiona gli Esseri Umani e pone a guardia
dei suoi confini i fantasmi terrifichi della sua immaginazione. Così
lo sconosciuto che la circonda diventa il buio nel quale la ragione
nasconde le paure, il dio padrone, l'imperativo dell'ubbidienza, il
dubbio, la punizione e infine i mostri soggettivi davanti ai quali
l'ardore con cui si affronta lo sconosciuto viene a mancare.
L'Essere Umano che costruisce sé stesso non teme
di affrontare quei mostri. Non teme di superare i divieti e affronta
i fantasmi della ragione come se aspettasse a piè fermo un
nemico che vuole annientarlo. Chi costruisce sé stesso
modifica il mondo in cui vive e attraverso questa modificazione
modifica anche il dominio che la ragione esercita su di lui.
Non teme le correnti sinuose. Vi si getta a capofitto e
non arretra fintanto che la corrente stessa non si placa e leggero lo
accompagna sulla riva della Conoscenza e della Consapevolezza. Le
correnti sinuose sono i fantasmi terrifichi che la ragione ha retto a
guardia dei suoi confini. Fantasmi terrifichi che spaventano soltanto
chi ha calato nel cuore la paura nella determinazione della propria
esistenza abbandonandosi alle correnti distruttive della ragione.
172) ...la materia primordiale...
La materia primordiale è l'Energia Vitale.
La materia primordiale è quanto di inconsapevole
si trasforma in consapevolezza. Nel Paganesimo Energia Vitale e
materia sono la stessa cosa organizzate in maniera diversa e
percepite attraverso le predilezioni e le capacità soggettive
del soggetto.
E' primordiale quanto è inconscio. Cessa di
essere primordiale quando una parte dell'inconsapevole si trasforma
in consapevole espandendosi nel circostante inconsapevole.
173) dona vita ad altri, ancor più a sé
stessa.
Cosa significa, all'interno degli Oracoli Caldaici,
donare la vita? Significa dare ad altre concentrazioni di Energia
Vitale possibilità per costruirsi nell'infinito dei mutamenti.
Così Tellus e Giove donarono la vita all'Essere Natura
affinché molte vite si costruissero al suo interno e come
Natura stessa.
Donare la vita significa costruire condizioni favorevoli
affinché altre Coscienze di Sé sboccino e si
costruiscano.
Donare la vita significa favorire il proprio sviluppo!
Significa costruire condizioni attraverso le quali
sviluppare la propria Coscienza di Sé e la propria
consapevolezza. Il Potere di Essere esprime regole precise. Il
soggetto espande sé stesso soltanto se l'oggettività
nella quale si espande, espande sé stessa. Nel Potere di
Essere l'Essere Umano cresce e si dilata nell'infinito dei mutamenti
soltanto se gli altri Esseri Umani che gli stanno attorno si dilatano
nell'infinito dei mutamenti. Un Essere umano può chiamare le
cose col loro vero nome soltanto se gli Esseri Umani che gli stanno
attorno possono chiamare le cose col loro vero nome. Un Essere Umano
può esercitare la propria volontà e le proprie
determinazioni soltanto se gli Esseri Umani che gli stanno attorno
possono esercitare la propria volontà e le proprie
determinazioni. Il Potere di Essere, al contrario del Potere di
Avere, può svilupparsi soltanto in armonia col mondo
circostante. Il Potere di Avere si esercita privando gli altri delle
loro specificità, appropriandosi di altri Esseri della propria
specie; questo non costruisce gli Esseri Umani.
Costruendo sé stessi, il proprio Potere di Essere
si favorisce lo sviluppo del Potere di Essere di altri Esseri e
soprattutto si costruiscono condizioni affinché Esseri di
altre specie possano afferrare la loro occasione per divenire
nell'infinito dei mutamenti.
174) e potenza prima di un sacro logos...
Il logos è la ragione. La sua descrizione. Una
descrizione che avviene attraverso le parole e i numeri.
Quando il logos è sacro? Quando è un
terreno di costruzione e sviluppo dell'Essere cui il Logos è
espressione. In quel momento la ragione è un luogo sacro. E'
uno strumento sacro di cui l'individuo si serve per costruire sé
stesso nell'infinito dei mutamenti.
La sacralità non è data dall'oggetto in sé
ma dall'uso che dell'oggetto ne fa la Coscienza di Sé al fine
di costruire sé stessa. La centralità è data
sempre alla Coscienza di Sé e sono sacri quegli strumenti di
cui si serve per costruirsi. La sacralità è relativa
all'uso dell'oggetto fatto dalla Coscienza di Sé. Cessa di
essere sacro quell'oggetto che diventa il fine dello sviluppo della
Coscienza di Sé risolvendo in esso le sue trasformazioni.
Il logos è sacro soltanto nella misura in cui le
Coscienze lo praticano per costruire sé stesse. Cessa di
essere sacro quando, come nel vangelo dell'assassino Giovanni, si
vuole risolvere l divenire dell'Essere Umano all'interno del logos
anteponendolo alle forze che portarono l'Essere Umano all'esistenza.
Nella pancia della madre non c'era logos ma soltanto volontà!
E' potente la ragione dell'individuo che abbattuti i
fantasmi tenta di espandersi nello sconosciuto che la circonda!
175) ...e non balzando al di là della soglia
Chi è che non balza oltre la soglia?
L'Essere Umano che ha circoscritto la sua vita
all'interno della descrizione del mondo: all'interno della propria
ragione. Circoscrivendo il suo divenire all'interno della ragione ha
annientato, scelta dopo scelta, il proprio intuire consegnandosi alla
morte del corpo fisico senza forza e senza determinazione.
Così al momento della morte del corpo fisico non
aveva forza, né esperienza, né determinazione per
danzare la rappresentazione della sua esistenza. Non aveva
compattezza nel proprio campo vitale per trasformare la morte del
corpo fisico in nascita del corpo luminoso. La sua Coscienza di Sé
non è in grado di balzare oltre la soglia.
Mettersi in ginocchio; rinunciare alla propria
determinazione; rinunciare ad assumere la responsabilità della
propria esistenza è la condizione attraverso la quale si
rinuncia a compattare il proprio corpo luminoso. E' la condizione che
impedisce all'Essere Umano di oltrepassare la soglia ed usare la
propria attenzione per affrontare gli infiniti mondi della
percezione.
176) ... gli iniziatori sono congiunti con i
vincoli...
Chi sono gli iniziatori? Quando nel Paganesimo
Politeista si può definire qualcuno un iniziatore?
L'iniziatore non è colui che inizia qualcuno, ma è
qualcuno che trasforma l'esistente imprimendogli una direzione di
sviluppo.
L'iniziatore altro non è che la qualità
che emerge dalla quantità. La quantità del nuovo si
accumula, la direzione del vecchio, sia come processo attraverso il
quale gli individui costruiscono il loro divenire nell'infinito dei
mutamenti, sia i processi di trasformazione dei Sistemi Sociali, sia
i processi di trasformazione delle società, sia i sistemi di
trasformazioni della Natura o di alcune sue parti, si sta sfaldando.
Il vecchio non è in grado di produrre il nuovo. Al suo interno
il nuovo si accumula finché non sgorga e si impone sul
vecchio. Chi lo impone sul vecchio sono gli Iniziatori. Possono
essere situazioni, gruppi sociali o singoli individui. Gli Iniziatori
sono congiunti da vincoli. C'è una forza comune che congiunge
tutti gli iniziatori, qualunque siano le situazioni o le Coscienze di
Sé che iniziano o la specie cui appartengono.
Gli Iniziatori sono congiunti dal vincolo di Libertà!
Libertà che si libera dai vincoli troppo stretti
del vecchio e che impone sé stessa.
Libertà che sgorga dal vecchio per iniziare un
nuovo cammino di costruzione.
Libertà è il vincolo, la forza, che
rimuove gli ostacoli posti sulla strada dello sviluppo degli Esseri.
Può essere il mutamento di Esseri della Natura come processo
di adattamento soggettivo alle variabili oggettive imposte o può
essere l'esplosione di Furia o di Bellona nella rimozione degli
ostacoli che opprimono la vita.
E' sempre Libertà che si esprime attraverso gli
Esseri e lega le loro tensioni per alimentarle.
Libertà si alimenta della rimozione degli
ostacoli che impediscono agli Esseri di divenire nell'eternità
dei mutamenti!
177) ...per inaccessibili recinti di pensiero
Quali sono gli inaccessibili recinti di pensiero?
Sono i mondi al di fuori del pensato della ragione. Sono
i mondi dove la ragione non è in grado di giungere.
E' il regno segreto dove gli Stregoni tramano il loro
futuro.
E' il regno segreto dove gli Stregoni manipolano le
Linee di Tensione che attraversano l'intero universo, le tensioni e i
bisogni delle specie degli Esseri della Natura.
E' il regno segreto. L'unico segreto che si può
toccare allungando una mano e che è separato dagli Esseri
Umani dal potere dell'Intento e dalla pratica dell'Impeccabilità.
Il Potere dell'Intento, che con Necessità è
padre dell'esistente, e la pratica dell'Impeccabilità
permettono agli Esseri della Natura di giungere agli "inaccessibili
recinti del pensiero". Non è un segreto che non deve
essere svelato. Non è un segreto che deve essere custodito a
prezzo della vita. E' un segreto dal quale gli Esseri Umani sono
separati dalle trasformazioni che operano nella vita di tutti i
giorni. Dalla loro sequenza di scelte. Dalle loro determinazioni.
Dalla volontà con la quale trasformano sé stessi.
Questi sono gli inaccessibili recinti del pensiero. Ed è
pensiero anche se no è fatto di parole perché è
nous che costruisce il nous di ogni esistente!
178) ... dominare ogni disgiungimento
Cos'è il disgiungimento? E' HEKATE!
Il disgiungimento è il passaggio da un mondo ad
un altro! Il disgiungimento è il passaggio della
trasformazione soggettiva attraverso la quale si giunge nel mondo
nuovo o, se si preferisce, si percepisce lo stesso mondo in maniera
assolutamente differente. Il disgiungimento è il fine del
lavoro della trasformazione della Coscienza di Sé in quello
stadio di sviluppo.
Il disgiungimento è la morte dell'Essere Feto e
la nascita dell'Essere Umano fanciullo. Il disgiungimento è il
distacco dell'Essere Umano fanciullo dal mondo fetale nel quale ha
fondato il proprio divenuto.
Il disgiungimento è la morte del fanciullo o
della fanciulla quando viene partorito l'Essere Umano adulto il
disgiungimento è il distacco dell'Essere Umano adulto dal
mondo dell'infanzia nel quale ha fondato il proprio divenuto (troppi
Esseri Umani fanciulli abortiscono non riuscendo a diventare Essere
Umani adulti!).
Il disgiungimento è la morte dell'Essere Umano
adulto e la nascita dell'Essere Luminoso. Il disgiungimento è
il distacco dell'Essere Luminoso dal mondo della ragione nel quale ha
fondato il proprio divenuto.
C'è una sola forza che può dominare ogni
disgiungimento ed è VOLONTA'. Quella forza che alimenta
l'Intento della trasformazione di ogni Essere al di là del
mondo e della situazione nella quale questi sta fondando il proprio
divenire. Volontà è la forza indescrivibile che spinge
l'Essere Umano ad affermare "Io esisto!". E' una forza
indescrivibile perché estranea al mondo della ragione, ma è
definibile dallo spettatore nell'Essere Umano quando assiste agli
sforzi che costui compie per aprirsi i varchi nella vita.
La presenza di Volontà come espressione del
soggetto è rappresentata dalla sua azione. Volontà
chiama gli déi a soccorrere l'Essere nella misura in cui
l'azione dell'Essere esprime volontà! La volontà
espressa dall'Essere e le trasformazioni che costui subisce
nell'esprimerla determina la sua capacità di dominare il
disgiungimento nella trasformazione soggettiva con cui affrontare i
passaggi.
"dominare" dunque "ogni disgiungimento".
179) la veemenza della materia...
La veemenza della materia; la determinazione della
materia nell'essere partecipe alla trasformazione dell'inconscio in
conscio. La veemenza nel non perdere la propria opportunità di
costruire Cosciente di Sé e proiettarle nell'infinito dei
mutamenti. La materia come noi la intendiamo organizza sé
stessa, spinta dal padre (Necessità e Intento), per compattare
Coscienze di Sé che sommando la loro volontà a
Necessità che le ha generate sviluppino sé stesse
nell'infinito dei mutamenti.
La veemenza della materia è anche la voracità
del mondo della ragione. Quando l'Essere Umano sviluppa sé
stesso e si costruisce organizzando il mondo che lo circonda in
descrizione questa diventa la descrizione della materia e pretende di
essere l'unica realtà che il soggetto deve considerare nella
formazione del proprio giudizio. La ragione, costruita dal soggetto
per impulso della propria specie, pretende il possesso dell'Essere
Umano. Pretende che l'Essere Umano si sottometta a lei e organizza
strategie d'agguato nei confronti dell'individuo affinché
questi non costruisca giudizi partendo dal proprio sentire e dal
proprio intuire. "Hai tentato di agire secondo il tuo intuito e
invece hai sbagliato!" questo afferma la ragione. In realtà
il soggetto non ha sbagliato a tentare di agire secondo il suo
intuito ha sbagliato nel considerarlo per come la ragione pretende
che venga considerato: uno strumento della ragione, inutile rispetto
al "ragionamento" anche se qualche volta, per cause strane,
suscita stupore.
La ragione pretende che l'Essere Umano si consideri ad
immagine e somiglianza del massimo raggiungibile e concepibile, al
centro di un universo che si deve muovere in funzione di sé
stesso. Così l'intuire non deve esistere se non come un
lontano riflesso di qualche cosa dimenticato o come un dono
contingente.
La veemenza della materia impedisce all'Essere Umano di
esercitare il proprio intuire. Gli impedisce di togliere la ragione
dal centro dell'universo affinché egli impari a navigare
nell'intuibile che lo circonda.
La veemenza della materia costruisce gli Esseri, ma
tenta di cortocircuitarli in sé stessa. Solo la volontà
dei soggetti, esercitata nella quotidianità attraverso le loro
azioni, li libera dalla prigione del mondo che li ha generati
proiettandoli liberi nei mutamenti. Ogni mondo imprigiona i suoi
nati; la volontà soggettiva mette in atto strategie attraverso
la quali questi possono liberarsi dalla coercizione.
La veemenza della materia si supera attraverso l'azione.
La veemenza della materia si blocca attraverso la
propria volontà!
La veemenza della materia genera Coscienze di Sé,
ma sta a loro, attraverso le loro determinazioni nel quotidiano,
alimentare la loro volontà per liberarsi dalla costrizione
della materia.
180) ...il mondo che odia la luce...
La materia non è il mondo che odia la luce. Il
mondo che mette in essere strategie affinché gli Esseri non
sviluppino la loro Coscienza di Sé e la proiettino
nell'infinito dei mutamenti è il mondo della sconfitta delle
Coscienze di Sé che fallita la loro possibilità di
sviluppare sé stesse nell'infinito dei mutamenti si alimentano
costruendo la sconfitta in quanti le circondano.
Il mondo che odia la luce, oggi come oggi, è il
mondo delle religioni rivelate che si alimentano dell'Energia della
sottomissione degli Esseri Umani. Sottomettere gli Esseri Umani
significa privarli della loro volontà e della pratica delle
loro determinazioni nel quotidiano. Significa impedire loro di
divenire nell'infinito dei mutamenti impedendo alla loro Energia
Vitale di scorrere libera negli individui. Costringere gli Esseri
Umani in ginocchio significa costringerli fin da bambini all'interno
della ristrettezza emozionale per impedire loro di muoversi
nell'infinito che li circonda.
Oggi come oggi, il mondo che odia la luce è il
modo degli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra e del Pazzo di
Nazareth davanti al quale i bambini vengono costretti in ginocchio al
fine di stuprare loro il futuro dell'infinito.
Questo è il mondo che odia la luce!
181) ... l'accorta evidenza
Nei confronti di quale evidenza è necessario
esser accorti?
Nei confronti dell'oggettività nella quale stiamo
vivendo e nella quale stiamo costruendo noi stessi.
In cosa consiste l'essere accorti? Consiste nella
pratica della Sospensione del Giudizio. Sospensione del Giudizio che
non consiste nel non giudicare, ma nel non far dipendere l'azione dal
giudizio. Essere accorti nei confronti della descrizione. Praticare
l'atteggiamento scettico nei confronti di un'oggettività il
cui scopo è il coinvolgimento soggettivo per privare
l'individuo della capacità di trarre fondamento da sé
stesso e dalle sue trasformazioni.
L'evidenza è l'essenza e gli intendimenti del
mondo che ci circonda. Intendimenti di appropriazione e sottomissione
mascherati da offerte di amicizia e gentilezza. L'orrore si maschera
con i colori dell'illusione, ma è solo il verme infilzato
sull'amo che sottrae alla vita il pesce che illuso voleva saziarsi.
L'illusione nasconde l'intenzione. Il gioco scenico abbaglia.
L'oggetto del contendere è lo spettatore che affascinato dalla
rappresentazione perde la volontà dell'azione ritrovandosi
cadavere che cammina senza volontà di determinare la propria
vita.
E' l'accortezza davanti all'evidenza dove per evidenza
si intende la rappresentazione con cui il ragno tesse la sua tela per
imprigionare l'imprudente.
L'evidenza è mascherata nella preparazione
dell'agguato per catturare lo spettatore. Lo spettatore deve fingersi
abbagliato per mantenere compatte le sue forze e sottrarsi. Il gioco
dell'agguato ha le sue vittime, i suoi trionfi, le sue miserie.
Gli Esseri che vivono d'agguato tessono grandi sfide
della vita; miserabili quegli Esseri che vivendo d'agguato perdono di
vista l'intento per il quale hanno tessuto le loro strategie. Hanno
perso loro stessi, la loro opera e gli "strumenti" che in
questa hanno coinvolto!
182) ... l'evidenza è nel profondo.
Dov'è l'evidenza nell'arte dell'agguato? Nella
sua rappresentazione. Dov'è l'Intento espresso dall'arte
dell'agguato? Nel suo profondo! Come si arriva a ciò superando
la rappresentazione? Trasformandosi e superando l'illusione del
presente.
E' la capacità di trasformazione soggettiva
capace di fornire i mezzi al soggetto per superare l'illusione della
conoscenza e del sapere. Soltanto quando il sapere sono strumenti di
cui il soggetto si serve per costruirsi e dilatarsi nell'esistente
può superare la forma della rappresentazione per giungere al
profondo.
Il dio padrone buono dei cristiani è il macellaio
di Sodoma e Gomorra. La rappresentazione è la sua bontà;
l'essenza e il suo intento è il massacro degli Esseri Umani.
La sceneggiata della rappresentazione chiede agli Esseri Umani di
adeguarsi e di accettarlo nel momento stesso in cui le sue mani
pretendono il diritto di macellarli.
L'evidenza è nel profondo. E' oltre l'illusione
soggettiva quale prodotto della rappresentazione oggettiva.
L'illusione si può rimuovere attraverso la volontà
espressa nelle azioni del soggetto e finalizzata alla dilatazione e
alla costruzione del soggetto.
Chi si assoggetta alla rappresentazione non è in
grado di chiamare le cose col loro vero nome. E' costretto a
soggettivare la rappresentazione riproiettandola nell'oggettività
come illusione soggettiva. In quest'operazione egli si schiera con i
distruttori della vita. I distruttori, attraverso la
rappresentazione, hanno distrutto la sua possibilità di usare
la volontà ed egli si affianca a loro per aiutarli a
distruggere la volontà dei singoli Esseri Umani che ancora
hanno la forza di dare l'assalto al cielo della conoscenza e della
consapevolezza.
Chi ha distrutto sé stesso nella rappresentazione
chiama chi dà l'assalto al cielo della conoscenza e della
consapevolezza: illuso. "Ma chi ti credi di essere?"
oppure. "Ma cosa credi di fare?"
Chi ha distrutto sé stesso nn è riuscito a
giungere nel profondo.
Eppure era evidente: è nel profondo delle cose
che si cela il respiro infinito di Libertà!
183) asservito a etèrea profondità...
Nella profondità giace Libertà!
Libertà giace sempre nella profondità
delle cose, nella profondità del Sapere, nella profondità
della Conoscenza, nella profondità dell'Infinito. Libertà
alimenta ogni cosa che esiste spingendola a rimuovere gli ostacoli
che bloccano il suo sviluppo.
Essere asserviti alla profondità eterea significa
essere asserviti a Libertà. Significa aver praticato
l'esistenza come sfida al fine di rimuovere gli ostacoli che
ostacolano o rendono difficoltoso alimentare il dio che cresce dentro
se stesso. Essere Libertà significa essre intolleranti nei
confronti delle costrizioni. Essere Libertà significa mettere
in atto strategie affinché la nostra soggettività si
sviluppi.
Essere Libertà significa usare la volontà
soggettiva per chiamare gli déi con i quali camminare assieme
e costruirsi nell'infinito. Essere Libertà significa impedire
alle rappresentazioni delle sceneggiate della vita di afferrare la
nostra attenzione rendendola prigioniera e dipendente da fattori
esterni all'individuo.
Essere Libertà significa muoversi nell'infinito
dei mondi eterei dove la ragione non è in grado di giungere
con la sua descrizione e determinare il giudizio nel tentativo di
imprigionare in essa l'azione dell'individuo.
Essere asservito a eterea profondità significa
aver davanti agli occhi l'infinito dei mutamenti e delle
trasformazioni che ci attendono e che possiamo percorrere soltanto
rimuovendo gli ostacoli che bloccano il nostro dilatarci in
quell'infinito.
Essere asserviti a Libertà significa essere noi
stessi Libertà!
184) ... tempo del tempo...
Il tempo è misura del mutamento soggettivo in
relazione ai soggetti che ci comprendono. Il tempo è
trasformazione.
Il tempo è misura del mutamento dove il mutamento
è all'interno di un altro mutamento. Dove il soggetto della
Natura muta all'interno dei mutamenti della Natura stessa. Dove
l'Essere Natura muta all'interno dei mutamenti dell'Essere Terra
stesso e delle mutazioni dell'Essere Sole. Dove il mondo della
materia muta all'interno di tutti i mondi della percezione in cui è
contenuto e che contiene. Dove il tempo del soggetto è misura
del suo mutamento pur sviluppando mutamenti che obbediscono ad altri
tempi e ad altre situazioni.
Qual è il tempo che segue un soggetto? Il tempo
in cui ha inchiodato la sua ragione o il tempo delle sue
trasformazioni con quanto la ragione non riesce nemmeno ad
immaginare? Che cos'è il tempo se non l'illusione di
un'oggettività nella quale il soggetto si trasforma?
Eppure la trasformazione è un dato oggettivo
mentre la forma della trasformazione rappresenta l'illusione nella
quale il soggetto ha inchiodato la sua attenzione.
Il tempo che scandisce il mutamento all'interno
dell'illusione nella quale il soggetto ha inchiodato la sua
attenzione è comunque misurazione delle trasformazioni del
soggetto.
Il tempo delle trasformazioni all'interno del piano
fisico spinge il tempo delle trasformazioni sui piani della
percezione.
Il tempo del tempo è il tempo quale misura di
trasformazioni illusorie che agiscono sul tempo quale misura dei
mutamenti delle trasformazioni soggettive. Il tempo delle
trasformazioni effettive è un tempo diverso dal tempo delle
trasformazioni illusorie e quando l'uno interagisce con l'altro
nell'espressione della percezione e dell'intuizione soggettiva, solo
il soggetto disciplinato impara a separare la percezione
dall'illusione. Percezione e illusione che non sono elementi assoluti
in sé ma sono piani d'azione del soggetto dove l'illusione è
sempre percezione e la percezione tende sempre ad illudere il
soggetto della propria assolutezza.
L'autodisciplina del soggetto distingue i mondi nei
quali il proprio intuire ha diretto la sua attenzione ed agisce in
quei mondi raccogliendo armi e scudi propri di quei mondi: il tempo
proprio di quel mondo!
Questo è il senso di"...tempo del tempo..."
185) ... nostro involucro che cola via
L'involucro che cola via è il nostro corpo
fisico. Giunto al momento della morte del corpo fisico. Mentre questo
perde la sua forza e la sua sostanza, al veggente appare un Essere
Umano che, come un Essere Serpente, sta cambiando la pelle che
avvolge la propria Coscienza di Sé.
L'involucro cola via nell'Essere Umano che ha affrontato
la propria esistenza come una sfida. Una sfida che ha raccolto
l'Energia Vitale del proprio corpo e l'ha plasmata. L'ha compattata
usando la propria volontà, la propria attenzione, il proprio
intento per affrontare le contraddizioni che l'esistenza gli
proponeva o che lui andava a cercarsi.
Vivere per sfida!
Diventare un cacciatore d'agguato o un praticante del
sognare lo hanno trasformato portandolo a praticare sfide all'interno
del Sistema Sociale in cui viveva, sfide all'interno dell'Essere
Natura in cui viveva e sfide negli infiniti mondi della percezione
che il suo Potere di Essere gli permetteva di raggiungere.
Un cacciatore d'agguato agendo nell'oggettività
trasforma la propria soggettività. La plasma agguato dopo
agguato. La affina, azione dopo azione. Sia che l'agguato si svolga
nel Sistema Sociale che nell'Essere Natura.
Un cacciatore d'agguato chiama le cose col loro vero
nome; un cacciatore d'agguato si toglie dal centro del mondo; un
cacciatore d'agguato impara quando esporsi e quando occultarsi; un
cacciatore d'agguato affila le proprie armi soggettive per affrontare
il mondo che lo circonda. Plasma la propria contemplazione, la
propria meditazione, rende robusto il bastone della sospensione del
giudizio, del blocco del dialogo interno e dello scetticismo per
essere pronto a balzare sia quando deve agguantare la preda della
trasformazione sia quando egli, come predato dal Potere di Essere
dell'oggettività, intende sottrarsi per non venir distrutto.
Il cacciatore d'agguato pratica l'agguato in ogni mondo
della percezione nel quale giunge sia col sognare che con
l'alterazione della percezione.
Ed eccolo il cacciatore d'agguato. Il corpo stanco cola
via. Ha terminato la propria funzione: ha plasmato la struttura
dell'Energia Vitale. Questa è pronta per assumere su di sé
la Coscienza di Sé del cacciaore d'agguato e portarlo a
percepire altri mondi, con altri sensi, in altri lidi: mutamento dopo
mutamento verso l'eternità!
Può ben dire il veggente teurgo: ...nostro
involucro che cola via!
186) ... immagine dell'anima in tutte le forme
E' giunto il momento in cui il veggente sta lasciando il
proprio corpo fisico. Il corpo di Energia Vitale è
sufficientemente compatto per sorreggere la propria Coscienza di Sé.
In quel momento il veggente scopre quanto anima!
Quando anima è l'essenza, la noumenia, degli enti
che lo circondano. E' quanto anima gli enti che racchiude il loro
sentire, il loro percepire e il loro intuire.
Le parole della descrizione che la ragione scioglieva
una dopo l'altra nascondevano la fonte segreta del percepire agli
occhi del singolo Essere Umano. Il suo sentire si piegava, deformato,
alla descrizione della ragione. Non era quanto animava l'Essere Umano
il motore della vita e delle azioni, ma solo il suo riflesso
deformato dalla ragione nel suo immane sforzo di impadronirsi
dell'Essere stesso e di dominare il suo sentire e il suo intuire.
Davanti al veggente la forma della descrizione si
spezza. La sua attenzione non è più prigioniera delle
parole e della forma, ma spazia in mondi infiniti. Supera la forma
degli enti e giunge a quanto fa di quegli enti Esseri Coscienti di Sé
che esercitando la loro volontà tentano di divenire
nell'infinito dei mutamenti.
Quante immagini indescritte e indescrivibili appaiono al
veggente! Quante forme di quanto anima quanto la ragione descriveva
appaiono al veggente. Non sono più mediate dalla descrizione
della ragione. La descrizione della ragione sta scivolando via
assieme al corpo fisico. Ora il veggente si libera dai lacci della
ragione. Ha combattuto tutta la sua vita per mettere ordine nei
tentativi della ragione di impadronirsi del suo sentire e del suo
intuire. Ha combattuto per costringere la ragione a farsi da parte e
lasciare spazio espressivo alla sua volontà. Mutamento dopo
mutamento la ragione si sta sciogliendo assieme al corpo fisico e con
l'ultimo sforzo può finalmente cogliere quanto è
consapevole di sé senza essere mediato dalla ragione e dalla
descrizione che questa imponeva.
Questo è il senso e il significato di questo
frammento: "...immagine dell'anima in tutte le sue forme"
187) non mi regge, il povero cuore del medium.
La mediazione fra percezione all'interno della ragione e
percezione dei mondi sconosciuti del circostante si sta incrinando.
Il veggente fu ilmediatore del proprio percepito. Percepiva l'irreale
per la ragione e trasferiva nella ragione il percepito mediando con
la descrizione che di quel percpitola ragione voleva imporre.
Mediare!
Mediare sempre fra il percepito e il descritto.
Uscire dal descritto per percepire.
Scegliere!
O tornare nel descritto della ragione dimenticando il
percepito, le sensazioni, le tensioni e le sfide o accettando la
mediazione imposta dalla ragione e che permetteva una sintesi purché
gli elementi fossero propri della descrizione stessa.
Accettare l'imposizione della ragione. Accettare una
tirannia che comunque assicurava al veggente i mezzi attraverso i
quali uscire dalla ragione stessa per affrontare lo sconosciuto.
Accettare l'imposizione della ragione. Spostare i
confini della ragione e del suo descritto in modo da arricchirne i
contenuti e poter pescare in un numero maggiore di fenomeni in modo
da avvicinarsi il più possibile alla definizione del
percepito.
Accettare la tirannia per poterla sfidare, dilatare,
limitare fino alla sconfitta definitiva.
La mediazione del veggente si è protratta per
l'intera esistenza. Ha superato la paura il cui scopo era quello di
impedirgli di uscire dai confini della ragione per immergersi nello
sconosciuto.
Ha superato la lucidità quando vinta la paura
divenne padrone del movimento all'interno dello sconosciuto. Quando
poteva mettere lo sconosciuto al proprio servizio e i fantasmi della
ragione non gli incutevano più timore. Li aveva riconosciuti,
li poteva chiamare per nome: era il loro dominatore.
Ha superato il potere di avere. Ha rinunciato ad usare
la sua percezione per metterla al servizio della ragione. Ha
rinunciato a mettersi al centro del mondo; ha rinunciato a servirsi
del suo Potere di Essere per impossessarsi degli Esseri Umani.
Ora non può superare la vecchiaia. La morte del
corpo fisico avanza! La vecchiaia, lo sente, lo vincerà e lo
sconfiggerà!
Eppure egli è il vincitore: la morte del corpo
fisico è la sua vittoria. Ha procastinato il momento per poter
accumulare ulteriore Potere di Essere. Ha vinto le sfide della vita
che lo volevano annientarlo, ma la vecchiaia è giunta.
Il cuore del medium sta per cedere. La ragione sta per
abbandonare il controllo del medium. Il medium sta per conquistare la
Libertà oltre ogni pensato.
La vittoria del veggente; il suo trionfo!
"non mi regge, il povero cuore del medium."
188) ciò che il nous esprime, lo esprime con
l'intuire.
Questo frammento è richiamato in questo momento
in questa sequenza di frammenti. Perché? Perché a
questo punto il Teurgo, il Veggente, il Pagano Politeista, lo
Psichista, l'Apprendista Stregone, il cacciatore d'agguato, il
Sognatore sta perdendo il suo corpo fisico. In questo momento sta
finendo la sequenza del corpo fisico e le trasformazioni.
Con questo corpo fisico la Coscienza di Sé ha
costruito sé stessa. Il corpo fisico muore, ma, dicono gli
Oracoli Caldaici, quanto il nous esprime non lo esprime attraverso il
descritto della ragione o attraverso le manifestazioni del corpo
fisico di cui la ragione si riteneva padrona. Il nous manifesta sé
stesso attraverso l'intuire.
L'intuire non è attributo della ragione,
l'intuire è attributo della Coscienza di Sé che cerca
fenomeni e oggetti al di fuori della ragione. L'intuire è la
manifestazione del soggetto che valicando i limiti imposti dalla
ragione giunge in mondi che la ragione vuole ignorare e pesca
fenomeni, compie azioni, manifesta il suo intento che riporta nella
ragione sotto forma di intuire.
L'intuire come manifestazione del nous soggettivo.
Il nous è un attributo qualificativo del soggetto
che la ragione vive solo come riflesso descrittivo. Anche se la
ragione muore dissolvendosi col corpo fisico il nous permane perché
pensiero, intenzione, progetto, scopo, intendimento, modo di pensare,
modo di sentire, la volontà, il proposito e il desiderio si
manifestano attraverso l'intuire.
L'intuire rimane alla Coscienza di Sé che si
trasferisce dal corpo fisico al corpo luminoso e porta con sé
il nous che ha forgiato nel corso dell'intera vita fisica.
Non è l'intelligenza o il cervello che esprimono
il nous ma l'intuire del soggetto, le capacità intrinseche
della Coscienza di Sé che sul piano della ragione e della
fisicità si esprimono attraverso il cervello, le parole e la
descrizione.
Chi ha attraversato la propria esistenza costruendo il
proprio Potere di Essere mantiene compatto il proprio nous al
trasferimento della propria Coscienza di Sé dal corpo fisico
al corpo di Energia Vitale. Chi invece ha rinunciato ad alimentare il
proprio intuito preferendo la sottomissione alla ragione e alla
fisicità come unico modo dell'esistenza altro non fa che
morire nell'illusione che un dio padrone pazzo lo faccia risorgere
nell'unico stato di vita che è in grado di concepire.
Chi ha rinunciato alla determinazione del proprio nous
ha rinunciato a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del
corpo luminoso!
189) Ascoltami, anche se non vorrei parlare, poiché
a forza mi incatenasti.
L'apprendista Stregone, il cacciatore d'agguato, il
sognatore, lo psichista, il Pagano Politeista, il teurgo esercitano
la lro volontà nell'oggettività in cui vivono.
Praticano il loro Intento. Nel praticare il lor Intento chiamano gli
DEI che sono quell'Intento. Con la loro azione, con la loro strategia
di vita, con la loro capacità di usare l'attenzione
costringono gli DEI del circostante a costruire delle relazioni
divine e sorreggere i loro intenti.
Le relazioni sono a loro volta forza di DEI; sono DEI
esse stesse.
Le relazioni incatenano i soggetti che formano la
relazione. Li incatenano fondendo i loro Intenti. Così il
soggetto si fonde al soggetto. Il soggetto che esprime un Intento si
fonde col soggetto che esprimendo un Intento analogo o corrispondente
alimenta lo sviluppo della relazione.
L'Intento viene afferrato dagli DEI espressi nella
relazione. Gli DEI espressi dalla relazione agiscono per Necessità
del proprio divenire cui sommano la loro volontà soggettiva.
La Necessità del loro divenire è il loro Intento nella
trasformazione che ottengono fondendo gli Intenti dei soggetti
partecipanti alla relazione.
La relazione è costruita da DEI che fondono gli
Intenti simili dei soggetti agenti nell'oggettività,
alimentano le loro trasformazioni alimentando con questo il proprio
divenire.
Così il soggetto, il cui Intento viene legato al
soggetto che attraverso l'azione esprime quello stesso Intento,
alimenta l'azione del soggetto perché in questo modo alimenta
il proprio Intento, la sua azione, il potere delle sue
trasformazioni.
Ecco che il DIO, incatenato dal DIO, risponde al
richiamo per la forza del DIO che ne ha legato gli Intenti!
Attraverso volontà i soggetti esprimono l'azione; attraverso
l'Intento si incatenano i soggetti per continuare a divenire assieme
nell'infinito dei mutamenti.
Necessità e Volontà formano gli DEI che
costruiscono la relazione e gli DEI, esercitando Necessità e
Volontà chiamano alla relazione e ne fondono gli Intenti,
allora ciò che si fonde è la forza del padre che genera
le Coscienze di Sé le quali, facendosi DIO nell'esercizio
della loro volontà trasformano sé stesse nell'infinito
dei mutamenti.
Gli DEI rispondono, dunque, al richiamo dell'Infinito.
Ogni attore partecipante alla relazione lega gli altri
attori con il potere dell'Intento, lo sviluppo di Necessità e
il suo farsi DIO attraverso la determinazione della sua azione. Il
soggetto che esercita la propria volontà con la sua azione
costringe gli DEI dell'oggettività a camminargli a fianco.
Questo è il significato di questo frammento e
questa è la situazione nella quale un soggetto, qualunque sia
la specie o il genere, è in grado di costringere chi si è
fatto un DIO sviluppando il proprio Potere di Essere, a parlare
perché lo ha inchiodato, incatenato, non gli ha consentito di
sottrarsi dalla fusione degli Intenti.
E' corretto quanto afferma il Dio nei confronti del Dio
che esercita l'azione fuso dagli DEI che di quella relazione sono
espressione: "Ascoltami, anche se non vorrei parlare, poiché
a forza mi incatenasti."
190) Per quale motivo dall'ètere che sempre
scorre evocasti me, la dea HEKATE, così, con costrizioni che
domano gli dèi?
L'affermazione della dea attrae l'attenzione del
lettore. La concentra sul suo disappunto distraendola dalla risposta.
E' la risposta che non viene espressa in questo frammento la chiave
per comprendere la domanda fatta da HEKATE.
Lei è essenza, parte integrante, dell'"etere
che sempre scorre". Che cos'è l'etere che sempre scorre?
E' la forza continua della trasformazione di quanto è
inconscio a quanto diventa cosciente di sé, consapevole. E' la
forza continua che porta la Coscienza di Sé e la
Consapevolezza a dilatarsi nell'infinito delle cose e dei mutamenti.
Questo è l'etere che sempre scorre. In quest'etere che sempre
scorre il Potere di Essere di HEKATE si alimenta attraverso i
passaggi di stato e di mondi che gli Esseri attraversano mentre usano
la propria volontà per divenire nell'infinito dei mutamenti.
Il Potere di Essere di HEKATE all'interno degli Esseri della Natura
raggiunge il massimo splendore quando il corpo fisico di questi muore
e nasce il corpo luminoso. In quel momento HEKATE risplende in ogni
Essere.
Quando muore l'Essere Feto e nasce l'Essere della Natura
è Giunone che risplende; quando muore l'Essere della Natura e
nasce l'Essere Luminoso è HEKATE la splendente di luce che
trae forza e nutrimento.
Ed accorre HEKATE evocata col Potere di Essere di chi
sta per affrontare l'ultima sfida della vita fisica. Accorre perché
chiamata da quel Potere di Essere al quale HEKATE non è in
grado di sottrarsi.
HEKATE è chiamata ad assistere all'ultima danza
del guerriero, la danza della sua esistenza; la danza attraverso il
quale ha accumulato il suo Potere di Essere. HEKATE non si può
sottrarre perché chi la chiama è HEKATE stessa! Nel suo
ultimo sforzo, nella sua danza della vita il cacciatore d'agguato, il
sognatore, l'apprendista stregone, lo psichista, il pagano politeista
si fa HEKATE. Ed HEKATE non può non nutrire sé stessa.
HEKATE o PROSERPINA. Il Potere di Essere è lo stesso;
l'espressione culturale è diversa.
HEKATE nutre la trasformazione che la nutre e mentre la
contraddizione della vita si risolve col cacciatore d'agguato che
cambia mondo, forma e sostanza con le quali cacciare, lei continua a
fluire nell'etere subendo gioiosa le costrizioni che domano gli dei
nella costruzione della vita.
Qual è la costrizione che doma HEKATE? L'Essere
della Natura che ha attraversato la propria esistenza prendendosi
nelle proprie mani la responsabilità della propria vita,
accumulando Potere di Essere e presentandosi alla morte del corpo
fisico con il potere di trasformare la morte del corpo fisico in
nascita del corpo luminoso. La costrizione che evoca HEKATE è
la capacità dell'Essere della Natura di farsi HEKATE. Così
come la costrizione che evoca gli DEI affinché camminino a
fianco degli Esseri nelle loro trasformazioni quali risultato delle
sfide della loro vita è la loro capacità di farsi quel
dio. E' la loro capacità di costruire l'azione che risolve la
contraddizione compattando tutto sé stessi. Concentrando tutta
la loro volontà, la loro attenzione, la loro determinazione la
loro fisicità, i loro sensi e quant'altro concorra a
trasformare un'azione meccanica in un'azione magica.
E' la capacità del soggetto di concentrare tutto
sé stesso nell'azione che costruisce le costrizioni con cui
evocare gli dei.
E' oziosa e inutile la domanda posta dal frammento
oracolare se non è seguita dalla risposta e dall'Intento per
cui la domanda si pone.
L'Essere che ha evocato HEKATE si è fatto HEKATE
e l'ha chiamata per sorreggerlo nell'ultima sfida della sua
esistenza.
La dea chiede, ma la domanda è posta al lettore,
non all'attore della vita a cui HEKATE ha dovuto rispondere!
191) Sciogliete ormai il signore: il mortale non può
più contenere il dio.
L'ultimo frammento della sequenza costruita da Tonelli!
L'ultimo frammento ad indicare l'ultimo atto
dell'esistenza dell'Essere Umano che ha attraversato la proprie
esistenza costruendo sé stesso.
Sciogliere il signore sta ad indicare l'ultimo legame
fra il corpo fisico e il corpo luminoso che si sta spezzando.
Scioglietelo! Gli DEI assistono al trionfo! Un Essere di Energia si è
costruito. Ha affrontato le contraddizioni della sua esistenza. Le
condizioni dell'oggettività lo hanno favorito; il suo Potere
di Essere ha impedito alle condizioni dell'oggettività di
fermare la sua costruzione.
Il signore è il corpo luminoso. E' la sostanza
per la quale la Coscienza di Sé è divenuta
trasformandosi. Il corpo luminoso è il prodotto del lavoro del
corpo fisico, della psiche, delle determinazioni della sua esistenza.
Tutto si è trasformato. Il corpo fisico è invecchiato,
ma nell'invecchiare quell'Essere Umano si è assunto la
responsabilità della propria esistenza, si è tolto dal
centro del mondo, ha chiamato le cose col loro vero nome, ha
articolato la sua attenzione, ha praticato l'arte dell'agguato agendo
anche per sottrarsi all'agguato del mondo, ha praticato il sognare,
ha lisciato sé stesso attraverso la meditazione e la
contemplazione, ha ascoltato il corpo luminoso che cresceva lasciando
che questi si esprimesse.
Quest'Essere Umano ha attraversato lo spazio della sua
esistenza costruendo il daimon che cresceva dentro di lui, il suo
Potere di Essere, la sua capacità di determinare la propria
esistenza.
Ora il corpo fisico sta morendo e quest'Essere Umano non
subisce quanto sta avvenendo; non ne è capace. Ecco, affronta
il passaggio. Concentra tutto sé stesso nell'ultima sfida.
Concentra la sua attenzione; si è allenato per
l'intera vita. Concentra la sua Energia Vitale; aveva passato giorni
ad ascoltarla e compattarla. Usa la sua contemplazione per non farsi
avvolgere dall'apparizione di immagini strane. Usa la sua capacità
di agire d'agguato per afferrare quanto si presenta. Usa la sua
esperienza negli infiniti mondi del sognare per mantenere agile e
pronta la sua attenzione adattandola alla forma del nuovo mondo che
gli viene incontro. E' abile nell'usare la follia controllata per
affrontare le Coscienze che si presentano. E' pronto a palpare il
nuovo mondo in cui fondersi con i nuovi sensi con cui lo percepirà.
D'altronde egli era armato del Bastone dello Stregone.
Egli sapeva sospendere il dialogo interno; pertanto conosce la
capacità di agire senza l'impedimento della ragione. Egli
sapeva sospendere il giudizio; pertanto non giudica quanto incontra,
ma lo vive attraversandolo, qualunque forma questi assuma. Aveva
usato lo scetticismo con cui aveva forgiato il suo sguardo sul mondo
imparando a chiedersi il perché delle cose.
Il dio danza la sua rappresentazione della vita. A
quella danza assistono gli dei del suo universo. Gli dei si accalcano
nel suono dell'infinito in cui un nuovo Potere di Essere fluisce
nell'etere dell'eternità.
Sciogliete ormai il signore: il mortale non può
più contenere il dio.
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