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Questo non è un libro di fantascienza.
Per quanto possano sembrare sorprendenti e persino inverosimili
gli eventi descritti, si tratta comunque di fatti assolutamente
autentici.
Se avessimo avuto lo scopo d'inventare un'opera di fantasia
probabilmente avremmo dato prova d'una maggior creatività nel
concepire le avventure dei nostri personaggi; ma non è affatto di
questo che si tratta, e ciò che vi raccontiamo è assolutamente vero.
Le possibilità, i fenomeni che descriviamo, per noi sono un fatto
normale, come per altri il riparare una macchina o il pilotare un
aereo, cosa che per noi, credeteci, sarebbe molto più ardua. Ma non
è nostra intenzione scrivere pagine intere per convincervi, perché
sarebbe inutile: tutti abbiamo i nostri pregiudizi e non possiamo
chiedere l'impossibile.
Chiediamo soltanto al lettore di fare un tentativo per iniziare
questo libro con la mente sgombra da idee preconcette: forse
resterà scettico, ma stia pur certo che non abbiamo affatto cercato
di abusare della sua credulità o del suo tempo.
Gli Autori.
Prologo
L'aria è blu, l'aria è palpabile; non la respiro, la assorbo da tutti i
pori. Brulica di vita. Sento ogni sua particella vivere la vita d'un
mondo che contiene altre vite, altri mondi.
L'aria è gialla, l'aria è dorata. Non lo so, è il pensiero d'un attimo:
è color dell'Anima.
Cerco la luce, che non è in nessun luogo ed ovunque, e io ci sono
dentro.
L'atmosfera è luce, il turbine è svanito, il mondo astrale si estende
davanti a me ed i miei piedi toccano un tappeto d'erba tenera.
Ho invano cercato la mia camera dalle persiane chiuse... ma poi,
esiste davvero?
Sono sdraiato al buio, con gli occhi chiusi, ma cammino nel paese
delle fate, con gli occhi ben aperti. Niente di poco chiaro: so di
essere laggiù mentre sono qui. Dove, qui? a milioni di anni-luce?
nello stesso posto di laggiù?
Vibro in modo diverso. Mi pare che ogni fibra del mio corpo emetta
un suono, e che il mio corpo emetta un'ottava.
Davanti a me si erge un bosco dagli odori sconosciuti.
Avanzo fra i tronchi che sento vivere, respirare all'unisono; gli
uccelli cinguettano, a meno che non sia l'aria, o la luce; è la stessa
cosa. Tutto qui sembra uno e rappresenta soltanto l'unità.
Sento scorrere un ruscello sotto il muschio, fra le pietre dai
riflessi azzurrini: non vedo nessuno, ma ho l'intima convinzione che
tutto sia abitato ... no, qui sarebbe impossibile sentirsi soli! Un
indicibile calore mi riempie il cuore, e amo tutto, tutto, anche la
singola particella di lichene avvinta alla corteccia!
Può forse esistere il contrario dell'Amore? Non so più neanche il
suo nome. Ho la sensazione d'una potenza infinita, d'una infinita
tenerezza.
Cerco il sole ma non lo vedo: il sole è l'erba, il muschio, gli alberi,
l'aria, tutto questo universo... l'Amore forma la Natura.
Te ne ricordi?
Un essere mi cammina accanto e mi parla.
Sapevo che ci sarebbe stato, che sarebbe venuto. E come ho fatto a
saperlo? Mi ha chiamato lui o ho voluto incontrarlo?
Non so chi sia, ma so che lo conosco.
Ti ricordi del nostro primo incontro?
Mi volto verso di lui, e so che vengo da molto lontano, come lui. Ha
parlato? Non so, a dire il vero. 'Le sue parole hanno bussato alla
mia mente, come si bussa ad una porta.
No, non più tanto bene, non saprei più dirti con precisione.
È di media altezza, e né quel suo volto stranamente allungato, né
quel cranio oblungo mi stupiscono. Quei suoi occhi piccoli, quasi
senza ciglia, mi guardano fissamente e sembrano sorridere; è
pallidissimo, d'un pallore quasi trasparente, quasi azzurro.
Mi chiedo se sia davvero reale, eppure le sue orme calcano l'erba
ed i rami si scostano al suo passare...
La veste che indossa è semplicissima: un paio di stretti pantaloni
che arrivano alla caviglia ed una tunica all'indiana.
Non so se si possa parlare di tessuto: la materia è indefinibile,
brillante, morbida, fluida, fluorescente, d'un verde pallidissimo
sebbene intensamente luminoso, senza essere abbagliante; non vedo
cuciture, sembra uscito da uno stampo.
Questa volta è stata dura prendere il largo, dice con un sorriso
aperto. Su, torna In te. Non e la prima volta che sei dei nostri!
Respira a fondo l'aria intorno a te senti com'è fresca; respira, e
senti in fondo ad ogni boccata la presenza dell'Essere Unico. Non è
per niente che ti trovi qui, oggi. Sono alcuni anni che ti seguiamo,
ed ora noi abbiamo un lavoro per te. Dico "Noi" e non "lo" anche se
tu avrai solo a che fare con me, perché sono il tramite della volontà
d'un gruppo di esseri che fanno parte di quella che potremmo
chiamare una... commissione speciale. Questa commissione è
incaricata di studiare tutti i mezzi per diffondere e sviluppare certe
idee sulla Terra, ed io la rappresento. Da alcuni anni, senza che tu
ne sia cosciente, la mia immagine ti è divenuta familiare: qui, in
questo universo, Cl serviamo di certi sogni per toccare gli umani e
per chiamarli a noi ... Ma di questo sei al corrente, questi ultimi
anni ti ci hanno preparato: noi non abbiamo dato altro che una
spintarella per precipitare un po' le cose.
Oggi sei qui perché abbiamo un compito da proporti, e dico proprio
"proporti" perché sei tu il solo padrone delle tue decisioni... Non
v'è in questo alcun segno di privilegio: è un lavoro, che toccherà a
te decidere se portare avanti oppure no. Le tue vibrazioni, le onde
che emetti e che ricevi ci hanno insegnato molte cose su di te si
tratta ora di sapere se hai forza di volontà. Sei in armonia con certe
persone che vivono sulla Terra, e potranno aiutarti se ne avrai
bisogno. C'è e continuerà ad esserci un contatto tra te e loro, anche
se ne sarai cosciente solo di rado.
So che condividi il mio punto di vista sullo stadio attuale dello
sviluppo della Terra, e sappiamo che bisogna considerare l'epoca
moderna solo come un infimo granello di sabbia nell'immensa
clessidra del tempo, per quanto ci siano persone che sembrano
ignorare che prima di loro è stato, e che dopo di loro sarà; è in
parte a questo modo di vedere le cose, troppo ristretto e troppo
miope, che si deve l'insieme della mentalità umana.
Tutti coloro che si sono occupati del passato della Terra e del
cosmo sanno che la loro vita si fonda sul sistema dei cicli.
I rarissimi astrologi che possiedono davvero una scienza reale,
sanno che la Terra segue un ciclo di poco meno di 26.000 anni, che
essi usano chiamare "il grande anno"; questo ciclo di 26.000 anni a
sua volta si compone di 12 cicli di circa 2.000 anni.
Ogni ciclo di 2.000 anni circa è chiamato “piccolo anno"; la morte e
la nascita d'un ciclo sono sempre accompagnate da grandi
turbamenti d'ogni ordine, ed in tutto ciò v' è una ragione profonda i
cui fondamenti vanno ricercati nelle leggi dell'equilibrio cosmico.
Queste leggi sfidano l'umano intendimento, tanto sono
incredibilmente complesse e, contemporaneamente,
meravigliosamente semplici; all'attuale livello di comprensione della
comune mente umana, il perché dell'intima organizzazione di questo
sistema può essere soltanto un mistero.
Ho appena parlato della mente umana comune, e con ciò non
intendo affatto una mente mediamente o ordinariamente istruita, ma
l'elevazione dell'Anima media.
Gli esseri umani non hanno ancora compreso che si può avere
un'istruzione nettamente superiore alla media, persino molto
specializzata, ed esser dotati d'una mente media, persino ristretta.
Gli uomini coltivano il controsenso sul termine d'intelligenza,
perché la vera intelligenza viene dal cuore e parla al cuore.
Essa apprende ogni cosa a partire dal suo fondamento e per mezzo
dell'Amore. L'essere che nuoce ad un altro essere, anche se in modo
reputato abile ed intelligente, non dà prova di reale intelligenza ma
usa semplicemente un intelletto più o meno acuto, e così facendo va
contro alla causa prima, l'Amore, il principio di tutto, e comincia a
negare se stesso. A che servono i più brillanti diplomi delle scuole
più prestigiose, a che servono le più grandi fortune, i più grandi
poteri, se uno non ha saputo elevare nemmeno un poco la sua anima
per penetrare l'essenza delle cose?
Uno dei nostri primi obbiettivi è di fare comprendere all'uomo che
egli non ha sempre ragionato come ragiona oggi; continuando a
credersi fatto solo di sostanza materiale, ossia palpabile, si finisce
con l'essere solo più questo. L'essere umano ha perso la misura di
ciò che è, o piuttosto si è ricordato solo della dimensione più
ristretta, quella più ridicolmente piccola.
Gli abitanti del tuo pianeta hanno urgente bisogno di guide.
Vi fu un tempo, centinaia di migliaia di anni fa, in cui la Terra non
assomigliava affatto a ciò che è ora; ti abbiamo condotto ad
interessarti a quel periodo che è rimasto nel ricordo dell'umanità
col nome di "età dell'oro", ma gli uomini da molto tempo hanno
relegato quell'epoca fra i miti!
Tutti sanno che il famoso uomo del XX secolo, con tutta la sua
intelligenza e la sua mente esercitata, non può dar credito a tutto
quel ciarpame di leggende... Tutti sanno bene che è molto al di
sopra di queste cose, a cui credono solo gli imbecilli, gli ingenui e i
sognatori! Eppure... se un giorno ti farai carico di mettere per
iscritto queste poche frasi, -aggiungi questo: «Voi che vi trovate di
fronte a queste righe, se dalla lettura delle pagine precedenti avete
già concluso che l'autore mente con la facilità con cui respira, che è
un idealista che prende per realtà i suoi propri desideri, oppure che
è solo un sognatore, allora non andate oltre, e chiudete il libro
perché non farà che irritarvi.
Ognuno segue il suo cammino: il nostro non è quello di convincere
la gente ad ogni costo ma di piantare qui e là un piccolo seme. Chi
vuole comprendere comprenda... vorrà dire che un piccolo seme è
già sbocciato nel suo giardino.»
L'essere tace bruscamente, mentre entrambi avanziamo in una
natura che supera in bellezza tutto quanto ho visto fino ad ora:
cascate zampillanti di roccia in roccia, immensi fiori dai colori
inimmaginabili che ci arrivano alla vita...
Guarda, mi dice fermandosi, tutto questo è stato pensato da una
mente perfetta. Vi fu un tempo in cui i tuoi simili conoscevano
l'esistenza di questo luogo, ed è il ricordo di quest'epoca che va
risvegliato in loro: è indispensabile, ora, che l'uomo ritrovi le sue
origini. Bisogna che risalga lungo i millenni, sulle tracce del suo
vero passato; l'era delle divagazioni antropologiche politico-
filosofiche e delle religioni deviate deve finire.
Il guazzabuglio che l'uomo coltiva da così tanto tempo sarà
all'apogeo alla fine di questo secolo, ma fin d'ora gli esseri
coscienti hanno il compito di preparare una certa strada.
Da lunga data sono stati elaborati i piani di questo cammino, ed un
buon osservatore potrà scoprirne traccia alla fine d'ogni secolo del
passato.
Giungiamo alla conclusione d'uno di quei cicli di 2000 anni di cui ti
ho parlato, e questa conclusione, quale che sia, sarà una svolta
decisiva nella storia umana. Affinché il nostro scopo non ci sfugga
bisogna congiungere tutti gli sforzi, bisogna che si riversi sulla
Terra un'ondata di Amore e che da essa ne emani un'altra. E giunto
il tempo del chiarimento.
Molto tempo fa hai accettato di avere un ruolo nell'atto decisivo
che si reciterà sulla Terra fra poco; ogni particina, per quanto
piccola, ha la sua importanza. Nessuna parola di verità e d'amore
andrà perduta, anche se solo sussurrata!
Un tempo decidesti di compiere un lavoro sulle vere origini
dell'uomo, le origini delle sue religioni, l'unità originale; sei ancora
sempre di questo parere? O per meglio dire: siete ancora di questo
parere? Perché tua moglie è altrettanto coinvolta.
Non vi garantiamo alcun successo, ed abbiamo esitato a lungo sul
modo di compiere questo lavoro; le circostanze hanno voluto che il
mezzo sia la scrittura. Altri, che un tempo hai conosciuto, agiranno
o agiscono già in modo molto analogo al tuo. Gli uomini chiamano
questo. "fenomeno sociale", "sintomo" di questo e di quello, ma
sappiano innanzitutto che si tratta d'un movimento concertato,
pienamente cosciente e volontario.
Alcuni hanno già fatto la loro parte con successo, e centinaia di
migliaia di persone hanno già letto dei libri che parlano della Verità
suprema; quand'anche una sola di queste persone ne avesse
compreso le parole d'amore, lo sforzo non sarebbe stato vano.
Ecco il racconto di ciò che alcuni chiameranno una bella fandonia,
altri una curiosa avventura ed altri ancora, più informati, con un
altro nome; quanto a me, ho raccontato una cosa che so che è vera
perché l'ho vissuta.
Per svariate ragioni non ho più nulla da aggiungere a questo
proposito. Il lettore che mi accorda la sua fiducia cominci dunque a
leggere il libro: vi scoprirà un lavoro che lo prego di credere
sincero.
Introduzione
Mi ricorderò sempre di quella famosa sera d'aprile in cui,
abbandonandomi a quello stato che è al confine fra il sonno e la
veglia, mi vidi d'un tratto disteso sul letto.
Come descrivere le impressioni di chi si vede per la prima volta
dall'esterno? No, non parlo del vedersi proiettato su uno schermo,
cosa di cui tutti hanno già fatto esperienza, e che, d'altronde, non è
sempre una faccenda gradevole, giacché non siamo tutti fotogenici.
Quando dico "vedersi dall'esterno", intendo'dire vedersi in carne
ed ossa. Quale dei due sono io? Io, sono lui o me? Siamo entrambi
me? Tutte queste domande passano per la mente in un baleno.
Passato lo choc del primo momento, uno comincia a chiedersi se
non sia questa, la morte, se non abbia varcato la grande porta, e nel
vedersi così, con gli occhi chiusi, con gli arti abbandonati con
noncuranza, si ritrova a pensare che non è poi tanto bello.
Un po' inquieto, uno continua a chiedersi chi egli sia:
Non posso esser lui, perché lo sto guardando...
Ed è in quel momento che ci si rende conto d'esser ben altro che un
paio d'occhi che vedono l'altro sdraiato: si ha anche un corpo, nudo
come un verme, e questo corpo si mette a fluttuare a destra e a
manca, in su e in giù, come se avesse tracannato una buona dose di
alcool. Poi, bruscamente, con uno scossone, finisce tutto. Ci si
ritrova ad essere lui, quel corpo goffo e non tanto estetico sdraiato
sul letto. Quanto tempo è durato? Forse un minuto o due al massimo.
Come ho già detto, nel leggere il prologo di questo libro certuni mi
avranno preso per un esaltato. Quando uno non riesce a capire il suo
interlocutore, fa in fretta a dire che è matto, o che inventa tutto di,
sana pianta... perché mai non gli viene in mente, che forse costui
non parla la sua stessa lingua? Eppure, quando un Cinese parla con
un Francese, il Francese non lo tratta da pazzo soltanto perché non
può cogliere il senso di quello che dice!
Allo stesso modo, uno studente di lettere non prenderà per scemo
l'autore d'un trattato di matematica superiore solo perché non
riesce a capire cosa scrive.
Allora, indichiamo subito allettare quale sarà la nostra lunghezza
d'onda: questo libro, per le ragioni anzi dette, si propone di trattare
di cose delle Spirito, dell'origine e del divenire dell'uomo.
E questo cosa c'entra? Vi chiederete.
C'entra, e lo vedrete.
Parlando di Spirito, si finisce prima o poi per parlare di religioni;
ed ecco perché quest'opera tenterà di colmare, secondo i modi e le
possibilità degli autori, la fossa che ancora separa la tradizione
cosiddetta orientale da quella occidentale. Per fare questo, è stato
messo a disposizione di uno degli autori di questo libro un mezzo,
che chiamerò viaggio astrale.
Lo si può considerare una tecnica, e ne ho descritto i primi effetti
poc'anzi. Ciò che avvenne involontariamente una sera di aprile può
essere ripetuto a piacere, ed infatti è stato ripetuto. Non parlateci
di droghe: nessuno di noi le mai neppure assaggiate.
Ripeto, si tratta d'una tecnica, che si impara così come si impara a
leggere o ad andare in bici, cioè con un po' di buona volontà e di
pazienza.
Questo libro, dunque, vi parlerà d'una serie di viaggi astrali che
speriamo possano sollevare qualche velo di quelli che avvolgono
certi problemi cruciali per l'umanità, o anche solo per l'uomo.
CAPITOLO I
Anime in viaggio
Ho l'impressione di fluttuare su di un mare nero in una notte senza
luna!
Sdraiato, mi lascio portare dalle onde senza sentirne lo sciabordio;
non dura molto, e mille e mille lucine prendono a scintillarmi
intorno, non come stelle in un cielo di velluto nero ma come luci
facenti parte dell'oscurità stessa.
Ecco cos'è: più l'osservo, e più mi sembra che di questa luce si
componga l'oscurità, come se il buio fosse solo una variante della
luce. Ma quest'impressione di velluto tuttavia c'è, e proviene da ciò
che percepisco come onda.
In questo strano stato però non sento alcun disagio. Cosa sto
aspettando? Non saprei dirlo, per quanto la mente sia molto lucida;
so che deve accadere qualcosa, e che in un certo senso sono un
viaggiatore in transito...
D'un tratto sento una forza irresistibile attrarmi verso l'alto... una
strana sensazione all'altezza dello stomaco, come se mi prendessero
a forza, con una corda, o per il cordone ombelicale. Sempre più su,
sempre più su... poi, d'un tratto, un'esplosione. E mi ritrovo
immerso in una luce bianca.
Un profumo soave, un'aria tiepida mi penetrano immediatamente.
Buongiorno!
Sono seduto su un'erbetta tenera, ricoperta d'un velo di rugiada.
Buongiorno, sento per la seconda volta in fondo a me stesso.
Sollevo il capo e vedo il mio amico dei mille e un risveglio, delle
mille e una esperienza, l'uomo dal volto allungato.
Eccoti in un mondo che ancora non hai avuto modo di visitare...
se non altro in questa vita! Che ne dici?
A dire il vero, ho ben poco da dire, ancora frastornato da quella
specie di choc psicologico che crea ogni viaggio astrale quando
questo non si limita al piano terrestre avendo infatti come meta un
piano parallelo al nostro.
Ti trovi nel mondo dei trapassati o, se preferisci, nel regno dei
morti. Come vedi, non sono più morti di quanto lo sia tu, o io.
Nel parco in cui ci troviamo c'è una folla d'uomini, donne, bambini
che si svagano; sono sorpreso dalla grande diversità dei costumi
che indossano.
Una giovane donna ci passa accanto in un sontuoso abito del
settecento, e si dirige verso un bimbo vestito da elfo, come uscito
da una fiaba.
Questa donna fu famosa, ai suoi tempi, mi dice la guida. Le è stato
molto difficile abituarsi all'idea di non esser più sulla Terra, ave
godeva di enormi possibilità.
Certamente qui ha quelle stesse possibilità ed altre ancora, ma
siccome le hanno tutti. .. è stata dura, per lei, farci l'abitudine.
Fra non molto dovrà ritornare sulla Terra, e sta approfittando dei
suoi ultimi momenti di riposo.
È obbligata a tornare?
In un certo senso! Il meccanismo della rinascita è complesso; lo
studieremo più tardi. Ad un dato momento, l'anima del deceduto
(chiamiamo così quella parte dell'uomo che risiede in questo mondo)
si sente come attratta verso la Terra. Non essendosi liberata dai
vincoli della carne, è un bisogno carnale quello che l'attira verso un
mondo carnale. Verrà guidata nella scelta della rinascita da entità
altamente qualificate in materia.
Guarda quell'uomo, laggiù: È un nuovo arrivato, ed è tra noi solo da
pochi minuti.
Vedo un uomo sulla cinquantina, dal volto radioso; alcune persone
lo sostengono, perché cammina con difficoltà.
Il passaggio dalla vita terrestre a questo stadio è pur sempre una
prova... dice l'uomo dal volto oblungo, leggendomi nel pensiero.
Molti esseri, e a dire il vero più di nove su dieci, non hanno la
minima idea di ciò che serba loro il passaggio attraverso la morte.
Ma la cosa più forte è sempre l'immaginazione, che dirige l'uomo
ovunque vada, e così, nei primi istanti che seguono la morte l'anima
del defunto entra nel mondo che si aspettava di trovare.
Se, in vita, il defunto era ateo, resterà (fintanto che la luce non si
farà strada nella sua mente) in una specie di magma nero,
indefinibile, non necessariamente sgradevole, simbolo del nulla che
credeva di trovare dopo la morte.
Ognuno deve superare le barriere costruite dalla sua religione o
dal suo ateismo!
L'adattamento è tanto più rapido quanto più l'essere è
spiritualmente evoluto, e questo vale anche per il passaggio nella
zona d'incertezza o nel regno dell'immaginario che segue l'istante
della morte.
Il Libro dei morti Tibetano, o Bardo-Todol, riassume
simbolicamente le varie tappe che l'anima percorre dopo la morte, e
gli uomini dovrebbero studiare in esso, con maggior attenzione, il
simbolismo delle luci. Quando il defunto si è aperto alla vera realtà,
avendo cacciato via le nuvole della sua immaginazione, che sono il
risultato dell'educazione ricevuta sulla Terra, scopre il mondo in cui
ci troviamo ora. Amici e parenti morti prima di lui lo aspettano qui,
e lo aiutano a riprendersi dalla prova subita. Ma questa prova non ha
nulla di terribile, nessuna sofferenza fisica; soltanto le sofferenze
morali generate dall'incertezza di coloro che hanno una ben nera
coscienza...
Comunque, come ho detto, anche per loro si tratta d'uno stato
passeggero, come per gli altri. Infatti, come vedi, la morte è una
specie di rinascita in un altro mondo. Sulla Terra, la religione
ortodossa l'ha riassunta in una breve frase molto giusta: si dice di
un uomo non «è deceduto», ma «è nato al cielo», il che è
contemporaneamente poetico e vero.
Spesso la parola "cielo" fa sorridere, ed è vero che ha una
cert'aria un po' ingenua; ma è normale che l'uomo abbia situato in
alto, ossia verso il cielo, e non in basso, l'oggetto delle sue
aspirazioni.
Ne deduco che la vera vita si trova in questo mondo e non sulla
Terra: sono i morti che son vivi, e non il contrario!
No, ciò che dici non è del tutto giusto: probabilmente questo
mondo, che possiamo chiamare astrale, è più vicino alla verità di
quanto lo sia il mondo terrestre, perché le anime che vi nascono
hanno una visione della realtà più lucida e più globale, ma non per
questo esso rappresenta la verità. Questo mondo astrale, a dire il
vero, è molto materiale rispetto ad un mondo, o meglio un universo,
che gli è 100.000 volte superiore... Si tratta dell'universo dello
Spirito, ma questo ci porta a considerazioni per ora troppo lunghe e
troppo profonde.
Noto che gli esseri che si muovono intorno a noi, esseri di ogni
razza e di ogni epoca, non prestano alcuna attenzione alla mia guida
o a me. Ci troviamo in un posto
davvero incantevole, una specie di composizione di tutti i paesaggi
concepibili: a mano a mano che procediamo con la nostra
passeggiata, scopriamo una pineta, colline verdi, un'oasi, un
torrente alpino, una spiaggia tropicale... È forse perché sono tutti
assorti in una tale varietà di paesaggio, che gli esseri che ci
circondano ci ignorano?
Come sempre la guida ha colto il mio pensiero prima che l'abbia
formulato, per telepatia:
Devo spiegarti una cosa. Questi esseri non si occuperanno mai
della tua presenza perché non possono vederti; ai loro occhi, tu sei
invisibile. Questo significa che tu non sei esattamente nel loro
universo, e che il tuo corpo astrale in questo momento vibra ad una
frequenza che è leggermente diversa dalla loro. Funziona come una
normale televisione: a seconda della selezione si può passare da un
canale all'altro, ossia da una trasmissione d'immagini ad un'altra, o
a nessuna trasmissione.
Quanto a te, non puoi vibrare alla stessa frequenza degli esseri di
questo piano astrale, perché le tue capacità fisiche e parapsichiche
non te lo permettono ancora.
Farti vibrare a quella frequenza, equivarrebbe a morte certa sulla
Terra... e per il momento, vero, dice scoppiando a ridere, non hai
fretta!
Ci avviciniamo a poche abitazioni situate in quello che potremmo
chiamare, non senza sforzo, un "boschetto" di cedri e di palme da
cocco che, malgrado sia così eterogeneo, nell'insieme è felicemente
riuscito; a dir poco, le abitazioni sono strane: non avrei mai potuto
immaginare un tal miscuglio di stili, una tal densità d'inventiva nelle
forme e nei colori. L'insieme, lungi dall'essere di cattivo gusto, mi
suggerisce che gli abitanti di questo posto abbiano un delizioso
senso estetico ed una grande originalità.
-Qui si realizzano tutti i sogni infantili, mi dice la guida.
Nell'universo astrale basta desiderare una cosa perché questa si
realizzi immediatamente, se non è contraria all'interesse comune.
Come vedi, qui degli esseri che hanno il dono dell'arte hanno dato
libero sfogo alla loro immaginazione, e non essendo più limitati dal
materiale, dai soldi, dalla mano d'opera e dal tempo, ecco il
risultato. Quelle che vedi sono pure creazioni della mente. Così, uno
può costruire a suo piacimento la villa o il castello dei suoi sogni
nell'istante stesso in cui ne concepisce il pensiero.
Il pensiero è un riflesso della mente, e siccome nel mondo astrale è
molto più vicino alla mente di quanto lo sia nel mondo terrestre, vi
acquisisce una forza molto maggiore: quella di materializzare i
desideri. Tuttavia, devi sapere che la materializzazione è possibile
anche sul piano terrestre; è possibile anche solo con il pensiero, ma
è anche più facile da realizzare quando il pensiero è dotato d'un
supporto. Questo supporto non è altro che il linguaggio, ovvero, in
modo più astratto, ciò che le religioni hanno chiamato il Verbo.
Sappi che l'universo è costituito solo da vibrazioni, ed esistono, tra
l'altro, suoni che riassumono la forza vibratoria di tutto il cosmo.
Dico "suoni", ma in realtà dovrei dire "un suono", sotto aspetti
diversi.
Questo suono è chiamato Verbo creatore: gli Indù lo chiamano AUM,
gli Arabi AMIN, ed i Cristiani AMEN.
Tuttavia mi pare che l'AUM racchiuda una forza più potente perché
è composto da tre lettere, ed il tre, come vedremo, è il numero sacro
per eccellenza. Quanto sto dicendo non è qualcosa di convenzionale,
bensì una vera e propria realtà; la forza vibratoria del verbo è in
stretto rapporto con l'energia atomica; i grandi iniziati, le grandi
Entità come Gesù, hanno sempre saputo che una parola pronunciata
in piena coscienza e mediante un apposito metodo di concentrazione
profonda suscita delle materializzazioni. L'esempio più famoso è
certamente quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci,
raccontato da Matteo (14, 13).
Sappi comunque che esistono uomini, specialmente in Asia, che
anche oggi possiedono questo potere. In un certo senso, tutto il
segreto sta nell'accelerazione vibratoria della mente; esiste una
forza più imponderabile di quella prodotta dall'energia dell'atomo,
ed è composta di particelle di vita. Posso dirti che esse sono dotate
di intelligenza e che racchiudono in sé l'archetipo corrispondente
ad ognuno dei nostri sensi conosciuti. Fintanto che ci si trova sul
piano terrestre, solo un essere che sia in armonia con il cosmo può
cambiare il ritmo vibratorio di queste particelle di vita ed ottenere
una materializzazione. Ma ciò che soprattutto importa è che tu
sappia che ciò che forma uomini di questo stampo, ben più delle
tecniche di cui sono in possesso, è la loro fede, il loro infinito
Amore per il "Grande Tutto". Essere fondamentalmente certo di aver
successo nel cammino intrapreso è una sicura garanzia di riuscita; e
non credere che queste siano opinioni tipicamente Orientali,
soprattutto degli Yogi, perché se apri il Vangelo di Marco (11, 24)
puoi leggere: «Per questo io vi dico: tutto quello che voi chiederete
pregando, credete che l'avete ottenuto e vi avverrà.»
Bisogna concepire il cosmo come un gigantesco serbatoio in cui
ognuno può attingere ciò che vuole. Tutte le cose passate e future
sono sempre esistite, esistono ed esisteranno sempre: bisogna
semplicemente estrarle da dove sono; forse che una statua non è già
contenuta in potenza in un blocco di pietra? E, per provarti ancora
che questa conoscenza non è all'appannaggio dei fachiri, ti
condurrò per un attimo verso l'alchimia.
Ebbene, mi dico, forse la mia guida ha deciso di insegnarmi a
fabbricare la pietra filosofale? -Guarda! Dice interrompendo il corso
dei miei pensieri!
Guarda! Indica col dito un punto a due o tre metri da noi, nell'erba.
. Sì; è erba.
Mentre dico queste parole, nello spazio d'un secondo scorgo
qualcosa che mi pare un lieve turbine; un secondo dopo, il turbine
lascia il posto ad una moltitudine di piccole scintille talmente
microscopiche e talmente volteggianti che mi stupisco di riuscire a
vederle.
Quelle che vedi sono particelle di vita. Si parlava di alchimia...
bene, guarda.
Ho l'impressione di vivere un momento straordinario, uno di quei
momenti speciali che si presentano una volta sola nella vita d'un
uomo. Davanti a me, sull'erba verde, è posata un'enorme storta.
Sono senza parole.
Per farti cogliere meglio il meccanismo della materializzazione l'ho
rallentato come ho potuto. Ciò che hai appena visto compiersi in due
o tre secondi, in realtà dura solo un batter d'occhio.
Se la mia missione è di narrare tutti questi fatti sulla Terra, ho ben
poche probabilità d'esser creduto...
Ti preoccupi di questa materializzazione! ... E non pensi che anche
solo il fatto d'essere qui con me appare del tutto straordinario?
Sediamoci un attimo sotto quegli alberi, perché devo ancora parlarti
dell'alchimia.
Nella vostra Bibbia, si dice che Dio fece l'uomo a sua immagine,
tuttavia credo che a nessuno verrebbe in mente di affermare che
l'uomo è uguale a Dio. Così, se tu ed io siamo simili a Dio, questo
non vuol dire che siamo uguali a lui. Simili ma non uguali: è
un'analogia e non un'uguaglianza.
Ebbene, come Dio è onnipotente riguardo all'Universo, così l'uomo
è onnipotente riguardo alla Natura: ed è qui che ci ricolleghiamo
all'alchimia che aveva fatto propria questa idea. Un uomo, Don
Pernéty', ha detto che l'alchimia è «l'arte di lavorare con la natura
per perfezionarla»; essa ha lo scopo di sublimare gli elementi meno
affinati della natura per renderli più sottili fino a diventare
invisibili. I più profondi e i più autentici Alchimisti pensavano che
quando un oggetto perde la sua sostanza materiale può continuare
ad esistere allo stato invisibile; è dunque possibile restituirgli la
sua sostanza materiale, e in tal modo renderlo visibile a tutti.
Come vedi questo ci riporta a quanto dicevamo prima: il cosmo è un
serbatoio inesauribile e va considerato come tale.
Non potremmo visitare quelle straordinarie costruzioni che
abbiamo davanti agli occhi da un po’?
Potremmo, ma non lo faremo. Vedi, la proprietà privata in sé non
esiste nell'universo astrale, ed ognuno va dove vuole e quando vuole
a suo piacimento, e vive in armonia con il suo vicino; tuttavia, come
sulla Terra, ogni essere ha una sua vita privata che va rispettata.
Bisognerà che ti parli a lungo della vita su questo piano
d'esistenza, perché ci sono molti punti da chiarire.
Sarai d'accordo con me sul fatto che si possa ricordare bene e
comprendere bene soltanto qualcosa che si è vissuto, ed ecco
perché preferisco farti far conoscenza in un modo, per così dire,
"fisico" e abbastanza prolungato con l'universo astrale, prima di
spiegartene 1'organizzazione, la composizione e la posizione
rispetto ad altri piani d'esistenza. E giacché sembri interessato agli
edifici di questo mondo, seguimi e ne potrai contemplare uno a tuo
piacimento.
Così dicendo, l'essere dal volto oblungo mi posa una mano sulla
spalla sinistra, ed istantaneamente cambia il panorama.
Ho appena il tempo di sentire uno strattone all'altezza dello
stomaco, e d'esser portato via da un turbine, fuori dal boschetto di
cedri e palme da cocco. Non ne sono sorpreso, ho capito subito di
cosa si trattava. La mia guida si è sostituita alla mia volontà,
provocando così un teletrasporto del corpo astrale. (A dire il vero, è
il mezzo di locomozione più pratico in questo mondo, quando non ci
si vuole servire delle gambe).
Dinnanzi a noi si estende una spiaggia immensa, ma quanta
meraviglia provo, nel constatare che ogni granello di sabbia
scintilla come un vero e proprio gioiello!
È fantastico! Dico. Sembra polvere di smeraldo, di diamante, di
rubino...
Certo, e guarda il mare.
Il ricordo di ciò che posso vedere non si cancellerà mai più: come
descrivere, come dipingere un'acqua d'un azzurro ceruleo dai mille
riflessi rosa, in cui brillano qua e là pagliuzze d'oro e d'argento...
ho voglia di urlare con tutte le mie forze: «Ma allora, i nostri occhi,
sulla Terra, cosa sono? Perché non possono vedere, ma vedere
davvero, un mondo così vicino! .... Facciamo migliaia di chilometri,
attraversiamo i mari, inventiamo i razzi, quando qui c'è tutto
questo... »
Un "tutto questo" così bello, così vicino, che il più' povero dei
viaggiatori senza bagaglio può esserne il re; ma proprio mai, né una
parola, né una frase e neppure un intero libro potranno descrivere
una tale meraviglia! Poeta, non il tuo talento ci vorrebbe, ma quello
d'un dio.
Camminiamo lentamente. La mia guida tace, lasciandomi alla mia
meditazione; ci sono momenti in cui il silenzio vale più di qualsiasi
altra cosa.
Il cielo ha riflessi rossastri, e mi accorgo che il mio amico mi
conduce via dalla spiaggia. Dietro a una duna si rivela un paesaggio
affascinante, e a prima vista pare un'oasi; ma è un'oasi davvero
strana, perché non ha né palme né palme da cocco, ma alberi d'una
specie sorprendente, tra il banano ed il salice piangente. Fra le
fronde brilla una luce:
Cos'è?
Aspetta; credo che questo posto ti piacerà.
Quando penso agli straordinari spostamenti che possiamo fare con
il corpo astrale, mi dico che è orrendo essere incatenati ad un corpo
fisico. Credi che il teletrasporto potrà un giorno esser realizzato
anche sul piano fisico?
Già fatto, ribatte la mia guida con un tono malizioso, già fatto!
In India e nel Tibet, malgrado quest'ultimo sia sotto l'oppressore,
ci sono esseri privilegiati eh agiscono con il loro corpo fisico
proprio come fai tu con il corpo astrale.
Gli Indù li chiamano "Bodhisattva", ma pochi sono quelli che li
conoscono, per ragioni un po' particolari, e comunque... siccome gli
uomini hanno sempre negato ferocemente l'esistenza di ciò in cui
non volevano credere, tutto questo non cambia molto le cose.
Quando sarai di ritorno sul piano fisico, interessati alle ricerche di
qualche scienziato d'avanguardia; alcuni sono su una strada
interessante.
Ho sentito parlare di onde hertziane: sono quelle che formano le
centinaia di migliaia di linee delle immagini televisive, vero?
-Già; e, in fin dei conti, cosa manca ad un'immagine televisiva per
acquisire consistenza? Solo una dimensione: la profondità.
Ogni oggetto si compone d'un numero straordinario di atomi
giustapposti gli uni agli altri, e il problema consiste nello scomporlo
in atomi, per poi proiettare questi ultimi in onde simili alle onde
hertziane in un dato luogo, ove li si possa rimettere insieme; in tal
modo si potrebbe realizzare il trasferimento della materia. Credo
che gli uomini vedranno realizzarsi questa possibilità in un tempo
relativamente breve.
Ah, ma eccoci arrivati; che ne dici?
Magnifico!
Un sontuoso edificio troneggia in una conca di verde, frutto del
lavoro di equilibrati architetti che hanno sapientemente e
strettamente unito lo stile design al più puro stile greco. Il tetto di
quel complesso ha una forma elicoidale, ed il solo elemento d'unione
con il suolo sembra essere una doppia fila di colonne corinzie.
L'edificio è appollaiato sulla cima d'un piccolo promontorio
verdeggiante a cui si accede per mezzo di ampi scalini.
Ma, ben più dell'architettura, è il materiale con cui è realizzato
che mi sorprende: non è pietra, e nemmeno marmo; si direbbe
piuttosto vetro, o cristallo.
Quello che vedi è un edificio che, architettonicamente, ricorda
quelli di Atlantide. Ci si può entrare, perché in un certo senso è un
edificio pubblico, per quanto questo termine non abbia molto senso
in astrale. Vi vengono studiati i casi di certe persone che nascono
sul piano astrale, e si consultano le loro "schede" al fine di
orientarli sulla loro prossima incarnazione.
Hai mai visto una riunione di capi di Stato? Mi chiede bruscamente
la mia guida.
No davvero! Non ho mai avuto a che fare con gli ambienti politici e,
a dir la verità, non m'interessano molto.
Ebbene, guarda: vedi ai piedi di quel grande albero un gruppo di
persone che stanno ascoltando quel giovanotto? Molti di loro
saranno dei capi di Stato.
Nel senso di capi di Stato sulla Terra, nella loro prossima
reincarnazione?
Proprio così; il mondo astrale, infatti, non ha bisogno di capi di
Stato, per lo meno nel senso in cui lo intendono gli uomini.
Ci sono entità elevate che si incaricano del mondo astrale, ma
questa è un'altra faccenda e certo non ha a che fare con la politica.
Per quanto mi riguarda, ho sempre pensato che la politica fosse
qualcosa di orribile, fatta per persone prive di scrupoli e abili
nell'arte de mentire.
Hai ragione per quanto riguarda tre quarti dei politici, perché
molto spesso la motivazione del loro interesse per la politica è
un'ambizione-personale, e sono pochi gli individui che vogliono
davvero fare il bene del loro Paese; ma non devi prendertela con la
politica in sé.
Non bisogna confonderla con gli uomini che la fanno.
In sé, la politica non ha nulla di negativo, ed è comunque
indispensabile sulla Terra; è quanto di più adattabile ci sia rispetto
al mondo materiale, se non altro allo stato attuale delle cose.
Verrà il giorno in cui anche la nozione di politica cambierà, e non
significherà più compromessi e menzogne ma soltanto rapporti
intelligenti e cordiali tra nazioni. In questo senso, essa non potrà
mai cessare d'esistere; semplicemente, certi tipi di governo
dovranno evolversi, anzi, dovrei dire: tutti i tipi di governo oggi
esistenti sulla Terra.
Il giorno in cui si cominceranno a vedere dei saggi alla testa delle
nazioni, l'umanità avrà fatto un gran passo avanti. Soltanto la
ricerca d'una maggiore spiritualità condurrà gli stati fuori dalle
crisi che fino a quel momento avranno conosciuto e nutrito; è una
situazione già nota a civiltà che hanno preceduto quelle attuali sul
pianeta.
Gli esseri che vedi, sono riuniti allo scopo di preparare una civiltà
di questo tipo.
Sono dei Saggi, o degli Scienziati?
No; ma sono esseri di buon senso, pieni di buona volontà e privi di
ambizioni personali. Sono stati scelti in funzione delle loro
capacità, ma ciò che è stato determinante nella scelta è stata
unicamente la loro volontà.
Tranne che in una situazione molto particolare, nessuno è mai
costretto a nulla.
Chiedo allora alla guida perché non sono i saggi e gli scienziati ad
offrirsi volontari per guidare le nazioni.
È semplice! Il mondo non è ancora pronto ad accettare la loro
guida. Immaginati un grande saggio o un grande scienziato alla testa
d'un Paese qualsiasi: lo seguirebbero? Lo comprenderebbero? Forse
neppure i suoi seguaci lo eleggerebbero. È certo che la mente umana
non è ancora pienamente matura; anzi...
Questi volontari si incarneranno sulla Terra fra venti o trent'anni,
e saranno prima di tutto dei mediatori, individui pacifici con un
profondo desiderio di negoziare, piuttosto che di imporre. A loro
volta prepareranno la strada ad altri e così via, fino a stabilire dei
governi (o forse un governo unico) sotto l'egida della Saggezza e
dell'Amore dell'Essere Unico.
Ma perché non è già stato fatto? Se le cose seguono un piano
prestabilito da lungo tempo, non si potrebbero accelerare un po' le
tappe?
Oh! Dice sorridendo la guida, un piano...? Certo che ce n'è uno, ma
non v'è mai nulla di esattamente determinato a priori. Talvolta il
libero arbitrio rimette in gioco molte cose.
Come ho detto, la Terra segue cicli cosmici che impongono
all'esistenza terrestre degli alti e dei bassi; le cose possono
realizzarsi pienamente solo quando tutte le condizioni vengono a
coincidere. Soprattutto, non credere che le leggi cosmiche facciano
tutto da sole, perché sebbene esse esistano, non bisogna
dimenticare quel grande agente universale che è l'Amore.
Incuriosito e affascinato mi avvicino al gruppetto dei futuri
dirigenti del pianeta: ve ne sono di tutte le età, vestiti nei modi più
svariati. Due di loro attraggono in special modo la mia attenzione:
un vecchio dalla lunga barba grigia ed una donna sui trent'anni che
indossa un sari, per quanto non sembri europea.
Il vecchio, soprattutto, m'incuriosisce: perché quest'essere così
avanti negli anni in mezzo agli altri, tutti nel fiore della giovinezza?
Oh, non è tanto difficile da spiegare, mi dice il mio amico con un
tono divertito, come affascinato dall'ingenuità della mia riflessione.
Qui l'età non ha nessuna importanza; vedi quel giovanotto, laggiù:
gli daresti venticinque o trent'anni, eppure sono più di tre secoli
che è dei nostri. Quanto a questo vecchio dal nobile portamento che
ti incuriosisce tanto; è qui a riposarsi in astrale da un secolo
scarso.
La ragione di tutto questo è molto semplice: quando si giunge in
questo universo, si ha la possibilità di assumere l'aspetto fisico con
il quale ci si sentiva più a proprio agio durante la vita terrena.
Quasi tutti prendono l'aspetto che avevano a trent'anni,
probabilmente perché a quell'età ci si sente più maturi, più sicuri di
sé; ma ci sono anche quelli che preferiscono un altro periodo della
loro vita, come vedi.
E la donna con il sari?
Suppongo che ti abbia colpito per il fatto d'essere la sola donna
del gruppo; vedi, i Terrestri non sono ancora del tutto pronti ad
accettare d'esser guidati da molte persone del cosiddetto sesso
debole. È ancora sempre viva I'immagine della donna tentata dal
serpente... ma poi anche questo evolverà, sebbene diversamente da
quanto immaginino gli attuali partigiani del femminismo.
Comunque la donna che vedi avrà una parte molto importante da
svolgere nel mondo: fra trenta dei vostri anni, essa nascerà sulla
Terra.
Certamente tutto quello che dico circa il futuro di questi esseri
rientra nel campo del probabile perché, ripeto, non v'è mai nulla 'di
assolutamente certo o determinato quando si parla dell'avvenire;
l'uomo è libero!
Forse il lettore non mi capirà, se dico che trovarsi davanti ad una
siffatta assemblea di future personalità crea una strana sensazione,
indefinibile, un po' come se si fosse proiettati in avanti, di qualche
decina d'anni nel futuro. Direi che è quasi commovente, vedere tutti
questi esseri seduti nelle più svariate posizioni, intenti all'ascolto
delle parole d'un giovane. Il tempo assume una dimensione diversa.
Sono tutti lì, vecchi di due o tre secoli, ad ascoltare i consigli d'un
essere che non sembra aver più di diciotto anni.
Se non fosse per l'età di colui che pare dirigere il dibattito,
sarebbe facile immaginare questa scena nella Grecia antica... i
discorsi dei filosofi in un ambiente bucolico, una certa dolcezza nel
modo di vivere, ed un'opera che, ad ogni buon conto, viene
compiuta.
Che fai, sogni?
Già; sogno.
Questa volta il tuo viaggio è stato lungo; credo che il tuo corpo
astrale cominci a risentirne. Fra poco anche questa prova sarà
terminata, per oggi.
Una prova?... ma io non la vivo affatto come una prova, rispondo.
Direi piuttosto che si tratta d'un'esperienza affascinante!
Un corpo astrale stanco ha il solo risultato di danneggiare il corpo
fisico, dice d'un tratto la guida, tagliando corto alle mie riflessioni.
Un corpo astrale si stanca proprio come un corpo fisico?
No, non esattamente. Credo di essermi espresso male. Un corpo
astrale libero dai suoi vincoli terrestri non sente né fatica né
dolore. Ma non dimenticarti che tu hai anche un corpo in carne ed
ossa che ti attende sulla Terra, e la faccenda è un po' diversa.
Per quanto tu abbia già fatto diversi viaggi astrali, la tua tecnica
non è ancora abbastanza affinata per permetterti di fare viaggi
troppo lunghi. Così, per oggi, è meglio metter fine a questa tua
esperienza.
Svegliati dal bel sogno che hai appena concluso; anzi, no:
riaddormentati, perché comprenderai a poco a poco che il vero
sogno è la vita sulla Terra.
SÌ, credo d'aver capito. Ma so anche che la vera vita, il vero e
proprio risveglio, non è nemmeno qui. Si trova in universo superiore
all'Astrale, nel regno dello Spirito.
Formidabile! Mi risponde la guida con un largo sorriso. Condividi
con tutti questa conoscenza, diffondila.
Va, ora: ci rivedremo.
Tutto si dissolve in un silenzio meraviglioso, e mi sento
stranamente tirare da dietro, dentro a un turbine multicolore.
CAPITOLO II
Altre dimensioni!
Dopo aver letto il capitolo precedente, il lettore ha tutte le ragioni
di farsi qualche domanda; immaginiamo per un istante le sue
osservazioni: «È tutto bellissimo, ma dov'è la prova che si tratta
della descrizione d'una cosa realmente accaduta? Anche supponendo
la sincerità dell'autore, esistono pur sempre le allucinazioni...
Inoltre, abbiamo avuto uno scorcio di quella che dovrebbe essere la
vita su un piano superiore al piano terrestre, ma questo non ci
spiega la posizione esatta di questo piano rispetto al nostro. »
Cercherò dunque di rispondere a tutto questo.
La prima domanda è: non sarà che l'autore è in preda ad
allucinazioni che si provoca da solo per mezzo d'una tecnica?
Naturalmente rispondo «no», ma è chiaro che non vi basta.
Avete mai dubitato dell'esistenza delle onde radio o dei raggi X?
Forse che, anche un secolo fa, avremmo osato supporre che un
individuo avrebbe potuto comunicare con un altro a decine di
migliaia di chilometri, al di là dei mari? ... Inconcepibile! E chi
tirava fuori un'idea simile nel 1878, certamente, era solo un
sognatore.
Questo, per pr-ovarvi che esistono delle realtà fuori dalla portata
dell'orecchio e dell'occhio umano; allo stesso modo, credo che non
abbiate mai negato l'esistenza dell'aria che respirate... eppure, la
vedete, forse?
Ammettere la realtà della proiezione in astrale significa dar prova
di apertura mentale, e quindi di buon senso: spesso è accaduto che
ciò che era ieri follia sia oggi verità.
Naturalmente potrei descrivervi la tecnica del viaggio astrale, ma
non lo farò per due ragioni: intanto perché è già stato fatto da altri,
più qualificati di me, e poi perché esulerebbe dallo scopo di questo
libro.
D'altronde, molti rischierebbero di tentare un'esperienza che
potrebbe esser loro nefasta, perché non perfettamente equilibrati
dal punto di vista psichico.
Certo non sono il solo ad aver fatto l'esperienza del viaggio
astrale, e se si consultano un po' di libri ci si rende conto che in
tutte le epoche ed in tutti i paesi se ne è parlato. In un tempo
relativamente vicino al nostro i Catari ce ne danno un esempio.
Barthélémy di Carcassonne nel tredicesimo secolo asserisce che
esiste un mondo «ave le pietre sono zaffiri e la sabbia è polvere
d'oro», ed aggiunge: «Diciamo, noi, che esiste un altro mondo ed
altre creature, incorruttibili ed eterne, e che in _esse consistono la
nostra gioia e la nostra speranza».
Visibilmente l'iniziato Cataro qui si riferisce non più soltanto
all'universo astrale ma all'universo spirituale che abbiamo già avuto
modo di menzionare.
Ai giorni nostri vive ancora un maestro Cataro, uno di quelli che un
tempo venivano detti "i perfetti", ed in una sua opera intitolata I
Catari scrive:
«Nel corso d'un'esperienza l'iniziato doveva vedere la forma di
luce del proprio spirito, e prendere allora coscienza dell'unione, del
matrimonio dell'anima con il suo ego superiore.»
Ciò che qui ci interessa, è l'espressione «forma di luce; affermo
con piena conoscenza di causa che essa corrisponde molto bene a
ciò che ho chiamato "corpo astrale", con il vantaggio d'essere
inoltre più poetica.
Riconosco facilmente che il lettore che si avvicina per la prima
volta a questa problematica abbia difficoltà a "situare" l'universo
astrale in rapporto a quello terrestre, e cercherò di parvi rimedio
sforzandomi di "situare" anche l'universo dello Spirito.
Durante il mio primo viaggio astrale parlammo del posto che gli
universi occupano gli uni rispetto agli altri, e del loro numero;
seguendo l'esempio dei filosofi antichi, la mia guida ed io parlavamo
camminando, come ancora oggi facciamo.
Una nuvola di farfalle dai colori cangianti ci volteggiava intorno,
mentre la luce astrale giocava con le loro ali, come se fossero state
dei prismi.
Non hai mai capito l'importanza del numero tre?
Esclamò il mio amico.
È fondamentale. Tutte le religioni terrestri (e non), sono d'accordo
su questo punto. Allora, non ti sei proprio mai chiesto cosa
significasse questa cifra? Il tre non è solo la semplice addizione di
1+ 1+ 1; è anche altro.
Pitagora, uno dei vostri più famosi matematici, era anch'esso un
iniziato, ed affermava che la legge universale è quella del numero.
Non aveva torto. Il numero uno ha sempre rappresentato l'unità e,
per estensione, se vogliamo, il principio creatore.
Ovviamente il primo numero a cui dà origine l'uno è il due, ma è
altrettanto evidente che il due rappresenta contemporaneamente
l'immagine di ciò che non è più l'unità, ossia la separazione, la
divisione, o meglio l'antagonismo.
Il tre è il primo numero che riunisce l'uno e il due... rappresenta
dunque l'idea di unione, nata dall'uno e dal due. In questo caso,
l'uno ed il due hanno lo stesso ruolo dei poli d'una pila elettrica,
uno attivo e positivo, l'altro passivo e negativo. L'azione congiunta
dell'uno e del due, del più e del meno, origina l'Idea, simbolizzata
dal triangolo.
In ciò trova fondamento l'universo: il principio ternario, o se
preferisci della Trinità, non ha età. Guarda l'uomo; forse che non è
anch'egli costruito su questo schema? E composto d'un corpo,
d'un'anima, d'uno spirito, ed allo stesso modo esistono tre grandi
tipi d'universo: l'universo della materia, l'universo astrale, o
mentale, o dell'anima, ed infine l'universo dello Spirito, quello più
vicino alla grande unità.
Vedo che l'uomo può passare quasi suo piacimento dall'universo
materiale all'astrale; ma gli è permesso di raggiungere l'universo
dello Spirito?
Solo alle anime che si sono liberate da tutti gli appetiti materiali.
Lo scopo d'ogni uomo dovrebbe riassumersi in questo: raggiungere
questa sfera. Contro tutte le apparenze, è una cosa che avverrà
infine fra milioni, miliardi di anni, forse ancora di più; ti sembra
tanto lontano, ma che importanza ha, misurato sulla scala di Dio, del
cosmo? Che cos'è il tempo? Nulla; un'illusione.
Rifletti un po'. Tu stai qui a discutere con me, sul piano astrale, da
una decina di minuti; ma sai quanto tempo è trascorso sulla Terra da
quando abbiamo incominciato a parlare? Molto di più!
Il tempo è estremamente elastico; un secolo rappresenta
un'eternità per un insetto, ma è solo un granello di polvere nella
clessidra del tempo.
Coloro che, sul piano terrestre, comunicano con il piano spirituale
sono quelli che il comune mortale chiama "santi"; essi comunicano
con le entità delle più alte sfere e beneficiano del loro aiuto, e,
come si usa dire, "non hanno i piedi per terra". Ecco da dove viene
tutta la loro potenza.
Gli uomini che hanno soltanto rapporti con il piano astrale vengono
detti, a seconda del caso, "veggenti", "medium", "maghi" o
"stregoni", a seconda dello scopo delle loro attività e quindi della
maggiore o minore levatura del loro spirito.
Allora io sono un medium!
Niente affatto. La proiezione astrale non è un fenomeno medianico.
Il viaggiatore astrale prende coscienza di un'altra dimensione delle
cose, e va in luoghi in cui pensa di avvicinarsi un po' di più alla
fonte originale; non capta nulla, ma modifica le vibrazioni del suo
corpo per avere un'altra visione di sé e del mondo.
Quanto ai medium, si tratta d'un fenomeno diverso: come ho appena
detto, ogni uomo è costituito da una tendenza attiva e da una
tendenza passiva. I medium consentono alla loro tendenza passiva di
predominare, ossia, in altri termini, si pongono in uno stato
ricettivo.
Inoltre sono dotati d'una particolarità fisica in loro abbonda una
sostanza chiamata etere, quella in cui è immerso l'intero cosmo.
Questo etere, essi non hanno la facoltà di trattenerlo, né lo
proiettano come fanno i magnetizzatori: si limitano a perderlo, e
quindi, per compensare la perdita, si vedono obbligati ad attingerlo
fuori da loro stessi.
Ma se il medium è un ricettore, allora gli indovini ed i profeti sono
dei medium!
Sì, ma attento: non confondere i medium dei cerchi spiritici con i
medium profeti o indovini... I primi si rivolgono alle forze inferiori
dell'astrale, abbandonando la loro volontà ad entità senza grande
interesse, o addirittura nefaste. I secondi si mettono al servizio
delle entità dell'astrale superiore e persino dell'universo spirituale.
La loro posizione passiva ha dunque ripercussioni positive: sono
esseri rari, che solitamente hanno una missione da compiere sulla
Terra.
Dobbiamo vederli in parallelo con gli alchimisti, i grandi guaritori,
che compiono quelli che vengono detti "miracoli", ed i grandi
olistici dotati di vasti poteri. Questi ultimi comunicano anch'essi
con delle entità superiori, ma in essi predomina l'elemento attivo;
l'esempio più straordinario è probabilmente il Cristo Gesù.
Ho capito, ma c'è ancora una cosa che non mi è troppo chiara: dove
si trovano i tre universi, uno rispetto all'altro? Li possiamo situare
in modo, per così dire, concreto, geografico, anche se il termine è
improprio?
È davvero improprio! Anche se potesse viaggiare all'infinito tra le
galassie, con macchine speciali, l'uomo non potrebbe mai
raggiungere il piano astrale o spirituale.
La chiave di volta del problema è la vibrazione, soprattutto nel
mondo astrale, i cui piani più bassi sono molto vicini al mondo
fisico; un universo che non sia materiale può ben esser sovrapposto
al mondo fisico, o'anche trovarsi a milioni di chilometri di distanza.
E questo non ha alcuna importanza perché la distanza, come il
tempo, non ha nessun significato.
Per timore di lasciare il lettore a considerazioni piuttosto astratte,
preferisco non riportare qui il seguito di quella conversazione con il
mio amico dell'astrale.
Vi è già capitato di leggere opere di fantascienza? Ve ne sono di
incredibili! Un giorno, per caso, m'imbattei in un racconto di H.
Kuthner e C.L. Moore, intitolato La cura. Per mezzo d'un intrigo
ingegnoso, i due autori hanno immaginato che il loro eroe fosse
soltanto un burattino, proiezione terrestre d'un essere che viveva su
di un altro universo. Ed il perché di questa proiezione?
Una cura! L'essere per così dire "extraterrestre" soffriva di certi
disturbi, per cui aveva bisogno di una vita sulla Terra per guarire
della sua malattia.
Non si trattava propriamente d'un'incarnazione terrestre, ma
piuttosto di due esistenze simultanee su due diversi piani. L'uomo
terrestre, marionetta dell'altro, aveva di tanto in tanto degli attimi
di lucidità, e si chiedeva, appunto «chi sono? Qual è la realtà? »
Mi auguro che per il solo fatto di avervi citato questa storia non
siate indotti a riflessioni del genere «questo tizio ha letto troppi
romanzi di fantascienza!»
Ma, bisogna confessarlo, è una storia che non può lasciarci
indifferenti, ora che siamo in possesso di certi dati. Che cos'è
l'uomo sulla Terra? Che ci fa, e con quale scopo? Dov'è la realtà?
Da quanto tempo l'uomo cerca, cerca di scoprire dove sono sepolti
i segreti della sua memoria... per quanto ancora dovrà cercare?
Ha rovistato la terra, il mare, il cielo, costruirà ponti tra le stelle,
raggiungerà con raggi laser i più remoti angoli dell'universo; ha
trovato tesori, ed altri ancora lo attendono. Ma cos'è allora questa
sua follia, questa febbre che lo mette in agitazione, che cosa sta
cercando e non riesce a trovare?
Uomo, conquistatore dell'inutile, ti sei almeno fermato un instante
per guardarti? Credo che tu abbia rotto lo specchio, l'acqua dei
laghi ormai corrotta ti restituisce solo il fosco riflesso della tua
immagine.
Ma risali lungo la catena del tempo, cerca nel profondo della
memoria, e troverai ciò che ciecamente vai cercando, il vero tesoro
che ignori e che tuttavia ti porti addosso. Ritrova la pelle su cui sta
appiccicato, e svuotala dei suoi pregiudizi, delle abitudini, delle
pigrizie, degli egoismi. Risali lungo il filo che regge il burattino del
tuo involucro e cerca le dita che lo fanno muovere.
Sai a chi appartengono? ...A te! Al solo, all'unico vero te stesso: Il
te stesso che avevi dimenticato quello capace di comprendere ed
amare.
C'è una favola che conosco e che dice: «C'era una volta un bimbo
che credeva d'essere un uomo e che avendo trovato un cannocchiale,
si mise ad usarlo. Ma lo prese dalla parte sbagliata, età sua casa gli
parve lontana, lontanissima... »
Non girare la testa dall'altra parte: so che ti sei riconosciuto.
Raccogli i cocci del tuo specchio che credevi d'aver gettato via,
ma che la speranza che oggi senti agitarsi in te un giorno mise da
parte. Allora, guarda te stesso negli occhi, e solleva il tuo velo
d'amnesia: è forse tanto spesso da non poterlo sollevare? Il tesoro
dell'uomo è nell'uomo.
Mi direte che sono belle parole, figure retoriche, e che la realtà è
ben diversa.... Ma lo credete davvero? Credete che esseri felici e
contenti di essere come sono e di ciò che hanno farebbero del loro
pianeta un'immensa pattumiera, una bomba gigante, un luogo di
massacri? Mi direte allora che la colpa è dei governanti e che voi
non c'entrate. Ma, andiamo, siate onesti! Quante volte siete
testimoni o protagonisti di meschinerie, dispute, menzogne? Sono
cose quotidiane, e non c'è neppur bisogno di uscire per
sperimentarle. E tutto per dei nonnulla, per cose senza
importanza... di cui ci si rende conto troppo tardi. Allora, come
potete sperare che le nazioni sviluppino una buona intesa quando il
singolo individuo riesce a malapena a sopportare il vicino, o
l'amico, o il congiunto?
Siamo tutti colpevoli, ecco perché dobbiamo riscuoterci dal nostro
torpore, ed ecco perché dobbiamo ritrovare la nostra vera origine.
Una volta per tutte, guardiamoci in faccia e chiediamoci: «Chi
siamo?»
CAPITOLO III
Uno strano museo
Sdraiato nella tenue oscurità sento battere le palpebre a folle
velocità: impossibile calmare quel movimento convulso. È come se
avessero acquisito una vita propria, indipendente dalla mia. Ma non
cercherò di padroneggiarne il battito, perché è un segno
premonitore e fra poco mi vedrò proiettato in un altro spazio.
Basterebbe un sussulto, anche il minimo movimento corporeo per
compromettere tutto.
Ecco! È andata. Il soffitto mi si è avvicinato a velocità allucinante,
e nello spazio di pochi secondi mi sento ondeggiare senza una meta
precisa. Nelle vene mi scorre un sangue di ghiaccio, e provo
un'intensa sensazione di freddo. Ma so che non durerà a lungo: fra
pochi istanti fluttuerò in pace.
Volere: basta volere e credere. Voglio incontrare il mio amico
d'oltre terra e credo nella potenza della mia volontà.
Sono una trottola che volteggia in un muto uragano; il mondo s'è
cancellato ed ogni atomo del soffitto ha penetrato il mio corpo in un
fascio di luce. È una sensazione vertiginosa, ed eccomi proiettato in
un mondo...
Allora mi hai sentito!
La mia guida è lì, come al solito, appoggiato ad un enorme albero
muschioso, e mi rivolge uno sguardo impenetrabile in cui però sento
vivere una fiamma di pura bontà.
Un largo sorriso gli illumina il volto.
In questo universo sono solo un ricevitore, un registratore col
tasto di registrazione premuto, e questo mi dà una piccola stretta al
cuore. Sono sempre e solo uno studente che ascolta le lezioni del
maestro! E d'altronde, che altro fare? Non mi resta che ascoltare
umilmente colui che diventa il mio iniziatore, senza neppure osare
fargli delle domande.
Un registratore? Ma cosa dici? Allora dimmi: questo lavoro che
oggi stai facendo, non hai forse deciso di farlo, in un altro tempo?
Mi vergogno un po'; è ovvio che la mia guida ha ragione. Riconosci
questo luogo? E qui che mi hai incontrato
per la prima volta in questa vita.
Sono parole che mi sono giunte al cuore. Nulla è cambiato da
allora: quegli alberi così intensamente vivi, quel ruscello che canta
sotto il muschio...
È fantastico! È il posto più bello che conosca, esclamo. E che luce!
Che vita! Anche davanti a tutte le meraviglie che mi hai mostrato,
non ho mai provato una sensazione di così intensa libertà come qui.
Sono felice di sentirtelo dire! Ma non c'è da stupirsi:
siamo, come hai capito, su una lunghezza d'onda diversa da quella
del regno dei morti. Oggi, i nostri corpi astrali vibrano ad una
velocità superiore a quella della nostra ultima passeggiata.
Ma... siamo ancora in astrale!
Sì, naturalmente. Non ti ricordi delle parole di Gesù:
«Ci sono molte dimore nella casa di mio Padre»? Non è difficile da
capire: in astrale puoi trovare un'infinità di piani d'esistenza, e li
puoi conoscere in funzione delle vibrazioni che emetti. Così, vedi,
Gesù non voleva dire soltanto che Dio riserva un posto ad ogni
creatura, ma si riferiva anche ad una realtà ben precisa. Ricordati
bene che ogni parola, purché proveniente da un testo sacro, può
sicuramente essere interpretata a diversi livelli.
La scuola ebraica della Cabala lo ha compreso e dimostrato
benissimo, ed in questo consiste la maggior parte del suo lavoro; c'è
chi afferma che vi sono cinque diverse maniere di leggere un testo,
e questo è esatto se vogliamo entrare nei particolari, ma in realtà ci
sono tre grandi modi di vedere le Scritture, quale che sia la civiltà
che le ha viste nascere.
Il primo livello è quello in cui si prende il testo alla lettera, senza
andare oltre, ed è rivolto al semplice credente. Il secondo livello è
quello simbolico e allegorico, e allora il testo non viene più preso in
senso letterale ma si pensa che esso parli per immagini, cosicché si
ricercherà la realtà nascosta dietro di esse. È il livello di lettura
dei ricercatori, degli esegeti.
In ultimo, il terzo livello di comprensione è quello cosiddetto
esoterico o occulto, per quanto questo termine mi piaccia poco, e ti
dirò poi perché. Quest'ultima forma di lettura è quella che svela le
più grandi verità nascoste in un testo sacro, e viene praticata solo
dagli iniziati. Ciò non significa che i livelli precedenti siano
sbagliati, ma solo che essi si rivolgono a diversi stadi di coscienza:
gli uomini non hanno tutti lo stesso sviluppo intellettuale e
spirituale.
La difficoltà di lettura d'un testo sacro consiste nel fatto che certi
passaggi debbano esser letti ad un certo livello piuttosto che ad un
altro.
Per conoscere, bisogna voler conoscere; la verità non s'è mai
rivelata se non a chi s'è dato d'attorno per cercarla; e quando dico
verità, vedi, intendo ciò che della verità possiamo conoscere.
Sebbene solo l'Essere Unico la possieda totalmente, per il nostro
stesso bene dobbiamo cercare di avvicinarci alla verità al massimo,
perché la verità ha il potere di elevare l'uomo. Una scuola mistica
terrestre, quella degli Gnostici, dice che è la conoscenza che fa
l'uomo; ma devo dire che non è del tutto vero... e l'Amore, dove lo
mettono?
L'Amore è l'unica forza davvero positiva, e soltanto l'essere in
comunione con il cosmo ed in grado di cogliere il tutto in un grande
Amore si eleverà al più alto livello.
La conoscenza è necessaria, ma resta lettera morta senza la luce
che le conferisce la comunione con l'universo.
E, vedi, non sto criticando la Gnosi; la Gnosi ha meriti immensi, e
le si può attribuire, a giusto titolo, la rivelazione di grandi verità.
Tuttavia, non v'è religione, o setta, o gruppo di studi esoterico, che
possa onestamente fregiarsi d'essere il solo rappresentante della
Verità sulla Terra: non bisogna mai perder di vista il fatto che ogni
religione, ogni credenza, è nata in una data epoca, in funzione dello
sviluppo spirituale proprio di quell'epoca, in funzione delle
caratteristiche proprie della razza che l'ha vista nascere, in
funzione della situazione geografica, del clima... Probabilmente
molti credenti, a qualsiasi religione appartengano, ne saranno
scandalizzati: ma è proprio così che è andata.
Una religione è sempre è solo una religione; fornisce una norma di
vita spirituale ad un popolo intero, ma non la norma di vita ideale in
senso assoluto.
Se è necessario tenere in esercizio il corpo fisico, è altrettanto
indispensabile per il corpo spirituale avere una disciplina; molti
popoli, molti sacerdoti di tutti i credi hanno dimenticato il
significato esatto e l'origine de loro rituale religioso, e questo è
grave. Infatti, che cos'è, in fondo, un rituale, se non un modo per
entrare di nuovo in contatto con le entità che popolano l'universo
dello Spirito?
Non a caso vi si chiede, nel corso d'un rito, di assumere una certa
posizione o di pronunciare una certa frase; non a caso il celebrante
indossa una veste d'un certo colore e non di un altro... Quando
un'abitudine si fonda su decisioni arbitrarie la si può rimettere in
discussione, ma la cosa è ben diversa se essa si fonda su leggi
universali.
Prendiamo un esempio semplicissimo e ben noto: in molte religioni
di tutto il mondo, anche se soprattutto nel Cristianesimo, le mani
giunte sono un gesto di preghiera.
Mi dirai che è un atteggiamento convenzionale... ebbene, niente
affatto: il congiungere le mani mette in atto nel corpo umano un
fenomeno fisico, concentrando nel corpo tutta l'energia che
quest'ultimo produce.
La mano destra ha una polarità negativa, e la destra una positiva,
cosicché giungendo le mani si viene a formare un circuito chiuso,
senza più fenomeni di perdite d'energia. Si stabilisce dunque una
corrente continua dal lato destro al sinistro, e ne risulta una
maggior forza fisica ed un potere di concentrazione di molto
superiore. L'ideale sarebbe di congiungere, oltre alle mani, anche i
piedi. Il corpo funziona né più né meno come un accumulatore ed un
dispensatore di energia, e conoscerne bene il funzionamento
significa poterne moltiplicare la potenza.
La Cristianità intera, che così poco sa delle altre religioni, ignora
che già i Sumeri giungevano le mani con lo scopo di ottenere una
religiosa concentrazione... Qualcuno obietterà forse che le mani non
si congiungono allo stesso modo, ma poco importa, giacché il
principio è identico. Sulla Terra esiste, a proposito, una bellissima
statua d'un principe sumero, noto con il nome di Gudea: il gesto
rituale che compie con le mani è molto suggestivo.
Come dicevo prima, anche il colore della veste d'un sacerdote ha
un senso; a costo d'esser ripetitivo, ti dirò nuovamente che nel
cosmo tutto è vibrazione, ed anche il colore, come tutto il resto. Ma
bisogna spingersi oltre: il colore è una vibrazione che a sua volta
emette vibrazioni, e la scienza moderna se ne è resa conto non molto
tempo fa; ci sono colori che hanno la riconosciuta proprietà di
riposar la vista, ed altri che invece aggrediscono gli occhi. .. La
verità è che ogni colore emette ciò che potremmo chiamare un
messaggio, e questo messaggio possiede un doppio senso; il primo,
per così dire, è un messaggio di condizionamento: ogni tipo di
vibrazione (e ne esistono tante quanti sono i colori) agisce sul corpo
e sulla mente dell'uomo, e questo ha la sua importanza a causa del
ruolo privilegiato che ha la vista.
Non intendo la vista come senso strettamente materiale, giacché
essa dipende dal solo organo in grado di percepire unicamente
l'aspetto immateriale delle cose, come la luce o i colori. Gli altri
sensi, infatti, percepiscono la materia (come il gusto o il tatto)
oppure contemporaneamente la materia e qualcosa di più sottile
(come l'odorato che assorbe attraverso il naso quella sostanza
materiale che è l'aria, e in quella stessa occasione percepisce gli
odori, sostanze immateriali). Molto ci potrebbe insegnare il Taoismo
a questo proposito.
Ed il secondo messaggio del colore, di che natura è?
Di tutt'altra natura. È un massaggio simbolico.
Per svariate ragioni i popoli della Terra hanno caricato i colori di
significato; talvolta fu per prudenza, perché si volevano rivelare
certe cose solo a dei privilegiati. Ma potrai facilmente notare che il
simbolismo ha raramente un carattere soggettivo e che, quasi
sempre, se un colore ha un certo significato, è perché le vibrazioni
che esso emette hanno parlato in quel senso alla mente dell'uomo
Ben inteso, le eccezioni sono sempre possibili!
E per questo che Krishna in India ed Ammon-Rà nell'antico Egitto
furono spesso rappresentati con il corpo azzurro?
Sì, hai ragione, per quanto ci sia una grande differenza di
"personalità" e di origine tra queste due divinità.
Da un punto di vista puramente vibratorio, il blu è sempre stato
sentito come il colore dell'essere spirituale, insieme all'oro e
all'arancione; dal punto di vista simbolico, così si spiega la scelta:
il blu è il colore del cielo, dunque dell'etere, e per questo si è
imposto spontaneamente agli artisti come uno dei colori della
divinità.
Si è alzata una brezza leggera ad agitare le cime degli alberi
giganteschi che ci sovrastano con tutta la loro maestà.
-È strano... non ho mai pensato che in un posto tanto paradisiaco
potesse esserci il vento...
E perché no? Dice la guida con aria divertita. In quest'universo
trovi tutta la natura, o quasi... Diciamo, la natura che sorride
all'uomo. Non è gradevole, questa brezzolina? La natura èvita, è
movimento; non troveresti che sarebbe un po' triste se nessun alito
benefico venisse ad accarezzare queste fronde? Allo stesso modo,
agli abitanti di questo mondo piace vedere di quando in quando le
cime di questi alberi senza età muoversi al soffio leggero del vento.
In teoria qui sono possibili tempeste ed uragani, e i tifoni più
violenti. Ma non verranno mai, perché tutte le anime che ci vivono
sono in armonia e desiderano solo ciò che è sereno. Ecco perché,
nei regni superiori del piano astrale, conoscerai solo il bello e il
buono.
Il nostro ultimo incontro avvenne nel regno delle anime dei defunti;
anche lì è la stessa cosa? .
Generalmente sì; ma ci sono comunque delle differenze.
In senso generale, l'anima umana è incline al bello, alla dolcezza, e
come hai visto tu stesso siamo stati in luoghi assolutamente
incantevoli, perché così venivano pensati da tutte le anime che ci
vivevano; tutte quelle anime vibravano sulla stessa frequenza, per
usare un termine tecnico, e si sono riunite tutte spontaneamente sul
piano astrale corrispondente a quella frequenza. In un certo senso,
sono loro che creano quel piano.
Sì, credo di capire cosa intendi dire. Ci sono tanti piani
nell'universo astrale quanti sono i tipi di vibrazione che possono
emettere le anime dei defunti!
Esattamente. Così due esseri che non siano in armonia tra loro non
si possono incontrare in questo mondo, e non vedrai mai guerre, e
neppure semplici dispute, e I'anima gode d'un riposo perfetto
avendo, nel frattempo, se vuole, la possibilità di perfezionare le sue
conoscenze in un dato campo. Le anime appena nate a questa vita
desiderano naturalmente riposarsi dalle fatiche e dalle pene della
loro esistenza terrena, ma ben presto, giacché anche i loro minimi
desideri vengono soddisfatti, provano una sorta di noia e desiderano
quindi acquisire altre conoscenze, migliorarsi e prepararsi in un
certo senso alla loro vita futura. È stato detto da alcuni che la vita
astrale è essenzialmente passiva, e questo è interamente falso. Un
corpo astrale, o, se preferisci, un'anima, può avere moltissimo da
fare; ma, come ti ho accennato, sono cose che avvengono in modo
naturale e senza fatica, perché l'anima deve uscire dal mondo
astrale più forte e meno stanca di quanto fosse al suo arrivo.
Se gli esseri che sono fra loro in armonia (quindi coloro che si
amano, o che si stimano) vivono sullo stesso piano astrale, allora
parenti ed amici si ritrovano dopo la morte...
Sì, certo, ma bisogna che ci sia un'intesa vera e propria: non deve
trattarsi d'un accordo superficiale. Se due esseri vanno
semplicemente d'accordo, non saranno le loro anime ad incontrarsi,
ma l'idea che ognuna delle due si fa dell'altra.
Soltanto dei sentimenti e dei legami profondi permettono un vero e
proprio contatto fra le anime.
Forse incominci ad intravvedere com'è organizzata la vita in
astrale...
Nutro riconoscenza per il mio amico, per la pazienza che ha avuto
con me.
Però non credere che ti abbia detto tutto! L’universo è fatto in
modo che resta sempre ancora qualcosa da imparare. Ma rifletti un
attimo: non hai una domanda da farmi?...no?... strano... non ti
ricordi d'una certa esperienza?
Scoppio a ridere mio malgrado: è davvero impossibile nascondergli
qualcosa!
Sì, hai ragione, dico un po' imbarazzato. Credo ci sia un punto, in
particolare, su cui non ho ancora le idee chiare.
Ho fatto un giorno un'esperienza che non mi piacerebbe ripetere e
che non auguro a nessuno di fare, o meglio di subire. Subito dopo
essermi separato dal corpo fisico, mi trovai proiettato in un
universo davvero spaventoso.
Mi vedevo fluttuare in una sorta di magma grigiastro, e da ogni
parte mi si precipitavano addosso delle creature mostruose. Come
descrivere quegli esseri, usciti dal più sordido degli incubi?
Parevano organi di corpi fisici in putrefazione, dotati di occhi
malevoli, di mascelle e di mandibole aggressive, mentre altri
sembravano un miscuglio di diversi animali, gatti con teste di
maiale, rettili con teste di uccelli; altri ancora non assomigliavano a
nulla, erano masse ectoplasmiche, con movimenti d'inaudita
violenza. Da ogni parte scaturivano orribili grida, mentre quelle
creature spaventose mi calavano addosso, con un rantolo
terrificante, come se si stessero sgozzando migliaia di persone.
Dopo pochi, interminabili secondi, mi ritrovai proiettato nel mio
corpo fisico, in preda ad una forte emicrania.
Ecco, era questo che volevo che dicessi! Ebbene, tutto questo è
stato causato dalla paura.
Non ho difficoltà a crederlo. È facile, per un principiante,
spaventarsi nei minuti che seguono l'uscita dal corpo, perché ci
sono sensazioni davvero sconcertanti.
Non hanno nulla a che vedere con ciò che ha provato fino a quel
momento. Suppongo che la paura abbia fatto diminuire il tasso
vibratorio del mio corpo astrale e che mi abbia fatto precipitare in
un mondo di cui ignoravo l'esistenza.
Vedo che hai capito perfettamente. Hai appena parlato del
problema dell'ultimo livello del piano astrale, e come hai
giustamente supposto, esiste, in astrale, un luogo che è
caratterizzato da una bassissima frequenza vibratoria. Tu vi hai
incontrato delle creature mostruose, ma avresti potuto incontrare
ben altri esseri, alcuni dei quali sono noti come "elementali", e sono
le proiezioni astrali delle forze della natura o, per essere esatti, dei
quattro elementi fondamentali di cui è costituita: terra, acqua,
fuoco e aria. Ad essi sono stati dati dei nomi, e sono loro che
popolano le favole dei bambini: folletti, ondine, driadi, elfi. Di per
sé, essi non sono orientati né verso il bene né verso il male, ma
sono soprattutto caratterizzati dalla docilità che manifestano
rispetto ad una volontà che sappia dominarli. Posso dire che
agiscono solo secondo due criteri: la devozione o la paura.
Circolano senza tregua nell'etere inferiore, che è in contatto
immediato con il piano fisico.
Maghi e stregoni entrano in contatto con loro mediante dei rituali
appositi e possono, se hanno abbastanza forza, ottenere i loro
servigi, su cui fonderanno la loro fama e il loro potere in Terra.
Pensa agli stregoni nordamericani che facevano piovere: non si
tratta d'una leggenda. Sapevano come manipolare quelle forze della
natura che sono gli elementali.
Anche i Druidi, nella civiltà celtica, avevano profonde conoscenze
in materia; non hai mai letto le leggende della Tavola Rotonda, in cui
si parla della foresta di Broceliande e della sua magica fontana?
Bastava spargere intorno un po' d'acqua di quella fontana perché si
scatenasse uno spaventoso temporale. La foresta di Broceliande
esiste ancora, anche se sotto il nome di foresta di Paimpont, e la
fontana è ancora là, la fontana di Barenton.
Ciò che probabilmente ignori, è che esistono ancora dei collegi di
Druidi e che ancora vi celebrano, occasionalmente, il rito che
scatena gli elementi.
In tutto ciò non v'è nulla di realmente segreto, se non la
conoscenza di certe leggi che presiedono all'organizzazione della
Natura; ma guai a chi non ha in sé abbastanza forza interiore o
sapere sufficiente per dominare gli elementali: le potenze che
scatena gli si ritorcono contro, e questo è il famoso "colpo di
ritorno" a cui si riferiscono i trattati di magia. È la storia
semplicissima ma orrendamente vera dell'apprendista stregone...
Talvolta le esperienze dei fachiri hanno a che vedere con questo
campo, così come è accaduto che certe civiltà abbiano sentito
l'esistenza d'un elementale al punto di divinizzarlo: per esempio, il
demone assiro Pazuzu, venerato e temuto in qualità di principe degli
spiriti malvagi dell'aria.
Mi hanno raccontato d'un fachiro che si esibiva per poche rupie
nelle fiere, e che in pochi secondi poteva far crescere, da un seme,
un arbusto carico di frutti.
Sì, questo esempio illustra bene quello che ti dicevo;
generalmente, non bisogna mai avere rapporti con l'astrale inferiore
perché se non si è raggiunto un alto livello di sviluppo spirituale si
corrono troppi rischi. D'altronde, non è a questo livello che si
trovano le cose più meravigliose: la vera potenza fa parte del campo
dello spirito e non va ad invischiarsi nella materia. Non dare troppa
importanza alla magia; i Tibetani, ad esempio, l'hanno capito
benissimo, e per loro un mago non è un uomo particolarmente
religioso, bensì un essere che sa servirsi a volontà delle leggi che
governano il parallelismo delle potenze cosmiche e delle potenze
fisiche. Lo spirito religioso di colui che pratica la magia, in fin dei
conti, è il solo discriminante valido per distinguere tra magia bianca
e magia nera, perché entrambe si fondano sul medesimo principio.
Come vedi, i poteri occulti sono simili a quelli che conferisce la
scienza: di per sé non sono né buoni né cattivi. Tutto dipende
dall'uso che se ne fa.
C'è ancora qualcosa da dire, sul'astrale inferiore... perché,
decisamente, è molto popoloso! Avresti potuto incontrarvi esseri
dotati di coscienza, quelli che gli antichi Greci o Romani
chiamavano "ombre"; sono i corpi astrali degli esseri appena morti,
e che passano da un piano all'altro con una certa lentezza a causa
della loro scarsa levatura spirituale; sono anche gli ultimi riflessi
fisici dei corpi che vivono già nell'astrale. Qui troviamo l'origine dei
fantasmi: i cosiddetti "fantasmi" sono gli spiriti di cui parlano gli
spiritisti; in un certo senso, sono carcasse fisiche di corpi astrali.
Si dissolvono a lungo andare nella corrente della luce astrale.
Ma mi sembra che abbiamo parlato abbastanza delle ombre; vieni,
invece, e seguimi, perché tu ed io ci troviamo nell'astrale superiore,
e sarebbe un peccato non approfittarne! Non sei d'accordo?
E come potrei non esserlo?
Mi sforzo di tener dietro al mio amico che mi fa strada tra le felci
giganti; qui e là si ergono fiori enormi, in un raggio di luce dorata.
Non saprei dar loro un nome.
Sono simili ai fiori della Terra per la forma dei petali, ma... che
dimensioni, e che lucentezza! Rose, fiordalisi, orchidee, gigli
trascesi, che risplendono di luce e di vita eterna. Ho l'impressione
che al nostro passare ci salutino, ci sorridano, mentre il paesaggio
va trasformandosi a poco a poco in una giungla straordinaria. Tutto
è smisurato: dimensioni, forme e colori vanno oltre l'immaginabile, e
non mi resta che tacere, respirando intensamente il profumo che
quest'incantevole natura sprigiona.
Il mio amico, l'essere dal volto oblungo, s'è fermato.
Col dorso della mano solleva un groviglio di liane e di fiori.
Guarda! Una cima innevata e splendente domina in lontananza il
paesaggio.
Come ti ho detto, ci sono entità che presiedono al buon
funzionamento di tutto ciò che si svolge sul piano astrale... ed è
laggiù, tra l'altro, ai piedi di quella montagna, che abitualmente si
riuniscono. Sono entità psichiche, composte da esseri superiori che
vissero umanamente in ere passate; sono qui a svolgere questo
lavoro di loro propria iniziativa, e gli antichi li chiamavano "Mani".
Sei uno di loro?
Oh, quanto a me, è ancora un'altra faccenda! Non ho mai vissuto
fisicamente sulla Terra: ho avuto un'esistenza materiale su un
pianeta molto lontano dal tuo. Durante la mia ultima incarnazione ho
partecipato a quella che potresti definire una colonizzazione della
Terra, quale consigliere in campo religioso... ma riparleremo di
quell'epoca più tardi.
Quando sono approdato definitivamente sul piano astrale, m'è
parso logico continuare il mio lavoro: così, mi occupo ancora della
Terra e della sua evoluzione spirituale.
Di quando in quando mi reco ai piedi di quella montagna con i miei
molti compagni, e tentiamo di risolvere i problemi a mano a mano
che si presentano; nel contempo, fungiamo da ausiliari per le entità
molto elevate del mondo spirituale che hanno una visione molto più
globale del cosmo, e che operano per il piano divino.
Straordinario! In un certo senso, è qui che ha sede il governo del
mondo astrale!
Si può dire che sia così, per quanto altre riunioni abbiano luogo
altrove e il termine "governo" non sia quello giusto. Per la
precisione, non c'è alcuna gerarchia: tutte le entità dell'astrale
superiore sono uguali tra loro, e soltanto la maggior saggezza
dell'uno può prevalere sull'opinione dell'altro. Non è qui, che
troverai dei partiti politici!
Questo consiglio delibera sia di creare edifici come quelli che hai
visto nell'astrale medio, ossia nel regno dei morti, sia di
organizzare gli ospedali.
Come? Ci sono ospedali sul piano astrale?
Ma certo: una persona appena morta può aver bisogno d'una specie
di cura del sonno astrale, per poter cominciare la nuova vita in
buone condizioni. Inoltre, ci sono drogati che hanno provocato
artificialmente degli sdoppiamenti, e spesso hanno il corpo astrale
in pessimo stato.
Abbiamo delle entità specializzate in questo campo, e solitamente
sono ex-medici, che hanno esercitato in Terra: praticando la loro
professione nell'astrale medio possono approfondire le loro
conoscenze, perché, vedi, il corpo astrale è esattamente il doppio
del corpo fisico e costituisce una vera e propria realtà organica; di
conseguenza, possiede organi fisici e centri nervosi.
Pochi guaritori, sulla Terra, per mezzo di ciò che chiamano il loro
"fluido", hanno la possibilità di agire sul corpo astrale. Da qualche
anno a questa parte abbiamo tentato un esperimento con un medium
inglese, attraverso il quale uno dei nostri medici si proietta per
curare i malati mediante i loro corpi astrali, mentre lui entra in un
profondo stato di trance. È un esperimento che ha presentato
parecchie difficoltà, ma siamo felici di aver tentato.
E visto che parliamo di corpo fisico, sai che esistono organi in
corrispondenza diretta con il corpo astrale?
Sono tutti gli organi dell'apparato respiratorio e quelli che servono
loro direttamente di complemento: quelli dell'apparato circolatorio.
Non v'è nulla di strano in questo, perché essi portano nel corpo
l'aria assorbita dai polmoni. Per questo il sangue ha una funzione
non trascurabile, giacché è il supporto di quella che potremmo
chiamare un'anima sensitiva, ed essa è alla base di tutte le funzioni
organiche: da ciò hanno origine tutte le raccomandazioni bibliche
sul sangue, e in questo si ravvi sa l'errore di certi gruppi religiosi
che rifiutano la trasfusione sanguigna con il pretesto che il sangue
sia la sede dell'anima; ecco un esempio del frutto
d'un'interpretazione sbagliata delle Scritture. È vero che il sangue
racchiude un'anima, ma essa è soltanto il riflesso terreno di
quell'altra anima che è il corpo astrale.
Non la pensavano così anche gli alchimisti?
Sì, così come tutti gli iniziati; ma devi capire che non si tratta
soltanto d'un'opinione, bensì d'un fatto che risulta da una
conoscenza profonda delle leggi che uniscono tra loro i vari corpi
umani.
Da decine, addirittura centinaia di migliaia di anni, esseri
privilegiati, sulla Terra, sanno che l'uomo è formato da tre corpi e
che ciascuno di essi porta in sé il riflesso o la proiezione degli altri
due. Così, nel corpo fisico, vi è una parte che si riferisce al corpo
fisico stesso (l'addome), una che si riferisce al corpo astrale (il
busto), ed una terza che si riferisce al corpo spirituale (la testa).
Poc'anzi ti ho detto che gli organi della respirazione sono in
contatto diretto con il corpo astrale, e questo dovrebbe ora
spiegarti perché la disciplina indù dello Yoga dà tanta importanza al
respiro ed alle tecniche respiratorie.
Il controllo della respirazione consente al corpo fisico di andare
oltre se stesso, attraverso una metamorfosi progressiva del suo
ritmo vibratorio e, a lungo andare, attraverso la modificazione della
sua struttura atomica. Il respiro, che permette di padroneggiare il
fisico, consente anche di fondersi con l'astrale e con lo spirituale.
Il termine "yoga" indica l'unità di tutto l'essere soggettivo con la
potenza suprema, e la luce astrale che impregna l'intero universo è
il supporto dei semi di vita di cui ti ho parlato. Gli Ebrei la
chiamano Od, ed è il supporto dell'energia nervosa del vero soffio
vitale che penetra nei nostri polmoni per mezzo dell'aria inalata.
Essa ricongiunge l'universo mentale all'universo materiale, e gli
Induisti hanno dato un nome al soffio vitale che trasporta: pràna.
Molti conoscono questo termine, senza sapere davvero cosa
significhi.
Sì, rispondo, ma non credi che il termine "yoga' si presti ad una
certa confusione?
È vero, hai ragione; gli Occidentali, soprattutto, vedono nello yoga
solo una specie di ginnastica. Ciò è dovuto al fatto che conoscono
solo uno degli aspetti dello yoga, quello che viene detto Hata,
ovvero la sua forma meno elevata, ma che è auspicabile
padroneggiare prima di darsi allo studio delle altre, quelle che
danno al pràna tutta la sua potenza. Ora, però, vieni, seguimi. Devo
mostrarti qualcosa: un luogo che ti ricorderai per tutta la vita.
Andiamo dove si riuniscono le entità astrali elevate? -Oh, no,
niente di tutto questo! D'altronde non ti sarebbe permesso. In quel
luogo si prendono alcune delle grandi decisioni riguardanti
l'applicazione in Terra del piano divino, eppure nessun essere
vivente che ancora soggiorni in un corpo di carne ed ossa può
penetrarvi; attorno a luoghi come quello, le entità dell'astrale
superiore che siedono in consiglio hanno creato ciò che si chiama
"barriera astrale": è una barriera che non esiste fisicamente, e che
si riassume in una serie di onde d'un certo tipo emanate dagli esseri
che desiderano mantenere il segreto, e che dunque in un certo senso
respingono i corpi estranei, diversi da quelli che le hanno emesse,
mettendo l'entità astrale troppo curiosa nell'assoluta impossibilità
di raggiungere quel luogo privato, foss'anche teletrasportandosi.
Ho la nettissima sensazione di vivere in una fiaba: io, che ho
ancora le mie radici in Terra, che ci faccio qui, tra questi esseri
strani e venuti da chissà dove? Continuo a tener dietro al mio amico
che sguscia nella giungla astrale come se conoscesse ogni liana,
ogni foglia, ogni fiore: si sposta con una tale naturalezza che
sembra non toccare neppur terra coi piedi, e la sua veste è tanto
fluida che pare un tutt'uno con lui e con la vegetazione.
Si vede bene che si muove in casa sua.
Mi sale dentro un'immensa gratitudine nei suoi confronti: non ha
forse dovuto abbassare il suo ritmo vibratorio per guidarmi
nell'astrale medio? Non si è forse per questo avvicinato al mondo
della materia, a cui chiaramente non appartiene più?
S'è girato improvvisamente, con quel suo sguardo dolce che dice:
«Lo so, ti ho capito, e mi hai capito anche tu».
Un giorno mi aveva detto che costa fatica, agli esseri astrali,
abbandonare anche solo per un momento il piano con cui essi sono in
armonia per accedere ad un piano inferiore: l'universo astrale
differisce da quello materiale per un solo gradino, ed è per questo
che i suoi abitanti devono volgere lo sguardo il meno possibile verso
il luogo ove la materia è meno affinata, più vile, ossia la Terra.
Bisogna avere un solo scopo: lo Spirito, che è l'emanazione diretta
del pensiero del Creatore di tutte le cose.
Il mio amico aveva proseguito dicendo:
«Non partecipare mai ad una seduta spiritica: quasi sempre
attraverso il medium si manifestano le entità dei piani più bassi
dell'astrale. A volte, però, a forza di insistere, si stabilisce un
contatto con il regno dei morti, e allora va compianta l'entità che
risponde all'appello e che non si è liberata dal ciclo della materia.
Perché attrarla verso la Terra? 'Che c'è di più crudele che
ricordarle che ha ancora dei figli, degli amici? Perché forzarla a
piegar la testa verso il basso quando Dio la sprona a guardare in
alto?
L'uomo è un albero, ed i suoi piedi o le sue radici lo trattengono al
suolo, mentre le fronde, ovvero la testa, contemplano la volta
celeste. Se gli accade di dimenticarsi quella sua ancora, perché
ricordargliela?»
Ecco, ci siamo!
L'esclamazione della guida mi riporta alla realtà: un'emisfera di
dimensioni imponenti sorge nel bel mezzo della foresta vergine,
fiancheggiata da cinque o sei alberi che paiono baobab.
Fantastico! Cos'è?
Beh, diciamo che tu lo chiameresti... museo!
Un museo, qui? E per cosa?
È una lunga storia... in esso è racchiusa una bella fetta di storia
umana. Entriamo!
La guida fa un gesto particolare con la mano destra, unendo pollice
ed indice a formare un cerchio; le altre dita restano piegate nel
palmo, meno il mignolo che si tende ad indicare il cielo.
D'un tratto la foresta intera si riempie d'un silenzio profondo, e
sembra che ogni pianta, ogni albero, trattengano il fiato per
concentrarsi su quel suo gesto del quale credo di intuire tutto il
valore.
Stiamo per penetrare in un luogo che per il mio amico è sacro, e
che riassume millenni di storia; grazie a quel segno, simbolo del
principio unico (il mignolo eretto) e del ciclo eterno (il cerchio
formato dal pollice e dall'indice), le entità del mondo spirituale ci
accordano la loro benedizione.
Una parte della parete dell'immensa sfera svanisce con infinita
dolcezza e da un'apertura arrotondata, alta quanto un uomo, esce
una vivida luce bianca che ci illumina il volto. Tutto il corpo mi si
intorpidisce, e mi ritrovo a seguire la guida senza intervento alcuno
della mia volontà; la luce accecante mi penetra nei pori, ed è come
se mi portasse un vivificante nutrimento.
Mentre varco la soglia della strana costruzione, d'un tratto la vista
mi si fa incredibilmente netta. M'hanno forse tolto un velo dagli
occhi, oppure hanno allontanato la nebbia che mi offuscava la
mente? Non saprei. Davanti a me, si apre un immenso salone
circolare, e resto a bocca aperta.
Centinaia di esseri, nelle più straordinarie posizioni, ci stanno
guardando: sono come cristallizzati in un'immobilità, in una
freddezza marmorea, ma nel contempo sono dotati d'una
sorprendente vitalità, come se in loro circolasse una linfa divina...
non so perché, ma ho la sensazione che alcuni di quei volti mi siano
familiari.
È uno dei luoghi più belli e più sacri che tu possa vedere senza
possedere il vero abito di luce che dà lo Spirito; è stato creato
tanto tempo fa, molto più di quanto tu possa immaginare, e riassume
tutti gli sforzi Intrapresi dagli universi dello Spirito e dell'Anima
per instaurare il Regno della Pace sulla Terra. Quello che vedi, è lo
statuario di tutte le entità elevate venute nel mondo della materia
terrestre a propagare l'Amore cosmico generato dal grande Creatore
dell'infinito. Fin dall'alba della Terra vi furono esseri inviati in
missione tra gli uomini, con lo scopo di far loro conoscere ed amare
Dio.
Queste magnifiche statue sono in loro o.n~re?
Oh, no, dice il mio amico con voce calmissima e molto lentamente.
Non si può rendere omaggio ad esseri come quelli solo scolpendone
1'effigie: non sono idoli da adorare! Questo museo ha lo scopo di
studiare lo sviluppo delle religioni sulla Terra. Molti sono coloro
che si incarnano sulla Terra dopo esser rimasti qui un certo tempo:
qui si trova riunito tutto il simbolismo delle religioni terrestri,
concentrato in questo luogo che è anzitutto un luogo di studio,
prima ancora che un museo.
Se ne fossimo solo spettatori sarebbe davvero un peccato: certo,
bisogna osservare, ma anche saper comprendere, e ricevere non per
tenere per sé ma per dare. Gli uomini hanno ancora molto lavoro da
svolgere riguardo alle origini delle loro credenze, delle loro
religioni, del loro sviluppo, delle loro deviazioni: è un problema
cruciale, perché è la chiave delle origini e delle civiltà. Il mondo ha
bisogno di ricercatori che siano nel contempo anche innamorati
dell'Essere Unico. Sant'Agostino, uno dei padri della Chiesa, ha
detto una cosa bellissima che tutti gli uomini di buona volontà
dovrebbero avere nel cuore: «Cerchiamo come coloro che devono
trovare e troviamo come coloro che debbono cercare ancora.» Gira
in questo luogo quanto ti pare e fin quando te la senti: capirai
quanto sia ricco di insegnamenti. In questo strano museo non c'è un
vero e proprio percorso da seguire: le statue sono disseminate qui e
là, ma con molto gusto ed in modo armonioso. -Appartengono a tutti i
popoli, a tutte le razze della Terra; ne vedrai di origine egizia, indù,
inca, celtica, cristiana, taoista, buddista; altre, invece, non ti
diranno nulla perché risalgono ad epoca antidiluviana. Ma non
credere che per questo siano primitive, anzi: forse le troverai più
belle delle altre. Il Diluvio è avvenuto veramente, sulla Terra, ed ha
annientato la civiltà più perfezionata ed elaborata mai prodotta
dall'uomo; il Diluvio non fu affatto, come pomposamente asseriscono
certi universitari, una catastrofica inondazione causata dallo
straripamento del Tigri e dell'Eufrate... Ti farò venire spesso in
questo luogo, affinché tu possa studiare i rapporti tra le religioni e
le civiltà; il tuo non sarà un lavoro da erudito, ma un'opera di
sintesi e di divulgazione.
L'uomo, quando studia, ha preso la brutta abitudine di frazionare
tutto, di "specializzarsi", tanto per usare il vostro termine
preferito... ma ne derivano più guai che vantaggi, perché soltanto
una visione globale e sintetica dei fenomeni può fornire la chiave
della vera comprensione.
Non scordarlo mai.
Cercherai la storia dell'uomo dietro a quella dei simboli, e prevedo
fin d'ora che in tal modo ti farai dei nemici.
Sarai violentemente criticato da tutta una generazione di uomini
che avrà subito l'influsso degli psicanalisti...
Con ciò non voglio dire che Freud ed i suoi discepoli abbiano fatto
un lavoro nefasto, anzi; voglio dire che hanno compiuto un'opera
valida, per il loro tempo.
Hanno fatto fare dei passi da gigante allo studio dell'uomo, ad una
certa epoca, ma ora bisogna assolutamente andare oltre il loro
pensiero se non ci si vuole opporre all'evoluzione.
Ogni scoperta, sia essa filosofica, scientifica o d'altro genere,
deve essere considerata solo come uno stadio della storia dell'uomo
e non come una scoperta della verità; l'uomo ha bisogno di certe
credenze, di certe teorie, anche se queste lo immergono per un
certo tempo nell'errore; un errore corrisponde ad un determinato
grado nella ricerca della verità, e può anche essere auspicabile se
orienta l'attenzione verso un fatto preciso.
Così è per la psicanalisi: gli psicanalisti hanno evidenziato
l'esistenza d'un "io" e d'un "super-io", d'un inconscio e d'un
subconscio, ma usano questi termini in modo improprio perché non
sanno a cosa corrispondono.
Credono di aver smontato i meccanismi del comportamento umano,
ma si allontanano dalla verità perché pensano di conoscerla sulla
punta delle dita; comunque, avendo centrato l'attenzione su certi
concetti, sono stati utili.
Come loro, sebbene in un'ottica diversa, bisogna studiare i simboli,
perché formano una catena ininterrotta fin dai tempi più remoti.
Però, vedi, prima di affrontare tutti questi argomenti, c'è una
nozione che dobbiamo assolutamente prendere in esame: quella della
reincarnazione, perché contiene una chiave della conoscenza.
E sotto il benevolo sguardo d'un Osiride di pietra blu, la guida
incomincia a raccontarmi una storia: la più bella storia d'Amore,
quella dell'Amore di Dio per tutti gli esseri viventi.
CAPITOLO IV
La tunica vecchia
Tutti, naturalmente, conoscono la storia del peccato originale: non
starò a ricordartela. C'è chi la trova assurda, chi si limita a
crederci, e chi, invece, non si pone nemmeno il problema di sapere
cosa sia. Allora, ecco subito la domanda: «Cos'è questo famoso
peccato originale?»
Non trovi che sia ingiusta ed assolutamente ridicola, la storia di
quella coppia che, per aver commesso un errore, ha rovinato la vita
a tutti i suoi discendenti?
Allora, allontaniamoci per un momento dal catechismo e andiamo a
vedere altrove.
Non tutte le religioni parlano di peccato originale: parlano
piuttosto di "caduta". Mi chiederai quale sia la differenza...
Ebbene, essa è apparentemente molto sottile, ma ha la sua
importanza. La verità è che caduta e peccato originale non si
trovano sullo stesso piano: la caduta dell'uomo, in generale, è
direttamente legata al Cosmo, mentre il peccato originale, secondo
la descrizione della Bibbia, si riferisce ad un fatto preciso avvenuto
sulla Terra in un dato momento.
La caduta implica un movimento dall'alto verso il basso, ossia da
Dio verso ciò che non è Dio, dalla luce verso le tenebre, dal più
verso il meno; vale a dire che ciò che era Spirito diviene Materia.
E qui passiamo ad affrontare il sistema di funzionamento di tutto il
Cosmo.
Affinché vi sia vita bisogna che ci sia movimento e, perché questo
movimento sia continuo, bisogna che sia un'oscillazione oppure un
movimento circolare.
Per quel che riguarda l'universo, l'uno e l'altra sono veri, anche se
le religioni hanno più spesso usato il simbolo del cerchio.
La nozione di Bene suppone quella di Male, così come il Positivo
suppone il Negativo; c'è quindi, nell'universo, una corrente ciclica
che circola da una tendenza all'altra e viceversa. È il motore
universale, la fonte stessa di quest'universo; ed il fluido in cui
circola quest'energia, che va inizialmente dal positivo al negativo, è
la luce astrale.
Andando dall'India all'America centrale, passando per tutti i Paesi
del mondo, troverai ovunque il simbolo del serpente arrotolato su se
stesso, nell'atto di mordersi la coda; le vecchie superstizioni
occidentali, certamente, associano l'idea del serpente al male, ma
non hanno alcun fondamento: il serpente del giardino dell'Eden non
è quello dei simbolisti e degli iniziati di tutte le latitudini terrestri,
e può essere molte cose. Qui, simbolizza la forza universale e
ciclica in movimento, ave la testa, con la bocca aperta, crea un
vuoto, che attrae: nel cercare continuamente di divorare la coda,
forma piena e repulsiva, la testa trascina il corpo in un movimento
senza fine. I Greci, che diedero un grande contributo alla scienza
dei simboli, hanno chiamato il serpente cosmico "Uroboros".
Ma rischiamo di allontanarci dal nostro proposito; con questo
esempio, volevo dirti che nell'intero universo vi sono fasi alterne
ascendenti e discendenti; la creazione dell'universo da parte di Dio
è un'esteriorizzazione, un'aggettivazione del suo pensiero, ovvero
una concretizzazione di quest'ultimo. Bisogna sapere anche che
questa creazione è permanente, ma ogni pensiero emesso dal Grande
Architetto subito si allontana da lui, e da qui deriva la caduta, che
non è null'altro che la materializzazione di ciò che, all'origine, era
Spirito.
Come vedi, tutto questo non ha nulla a che vedere con l'idea di
peccato: è un fenomeno del tutto naturale.
Una Mente, al di fuori dell'emanazione diretta di Dio, deve fare il
suo tirocinio nella materia per prendere coscienza della sua vera
natura e reintegrarsi infine nel suo luogo di nascita; soltanto la
volontà di cui ogni essere vivente è dotato può limitare le
conseguenze della caduta e mantenerlo in un ambito spirituale; la
volontà è una manifestazione dell'Amore!
Quanto all'idea di peccato originale, essa implica una nozione di
scelta, fatta da un gruppo di esseri ad un dato momento: se
ribellarsi oppure no alla potenza che aveva dato loro vita. Il peccato
originale sottintende anche la nozione di riscatto, di progressiva
purificazione della materia.
Capisci, ora, la differenza?
La caduta è qualcosa che avviene su scala cosmica, ed è uno dei
due elementi che costituiscono il motore del cosmo. Il peccato
originale invece è su scala umana, diretta conseguenza della caduta.
Ma, vedi, c'è un punto essenziale che unisce queste due nozioni
piuttosto astratte: il perfezionamento. Si fa un passo avanti ogni
volta che la corsa discendente arriva al suo punto ultimo. Come ti ho
già detto, una cosa negativa porta sempre in sé un fatto positivo:
una lezione. Ci sono uomini che l'hanno capito benissimo,
esprimendolo col simbolo della spirale, uno dei più ricchi di
significato.
L'origine diretta della spirale si trova nel cerchio, del quale
rappresenta uno sviluppo un po' speciale. I Celti, per esempio, per i
quali il serpente era un animale sacro, hanno lasciato un po'
dovunque in Europa cerchi concentrici e spirali: sapevano che, per
estensione, la spirale rappresenta l'emblema del sapere.
Il cosmo, o l'intero universo, per quanto soggetto ad un movimento
ciclico alternativamente ascendente e discendente, si sviluppa
secondo lo schema di una spirale infinita; ogni cerchio si rivela
come una ripetizione del precedente ma su un gradino più alto, ossia
con un'esperienza, una conoscenza in più.
Dall'altra parte del mondo, in Tibet, da tempi antichissimi esiste un
"ordine massonico dell'Himalaya", a cui si interessò soprattutto
Alessandro il Grande. Qui, i cerchi concentrici hanno acquisito una
grande importanza, perché hanno il valore della spirale, di cui sono
una variante: anche qui, riassumono l'intera conoscenza.
Credo che potremmo moltiplicare all'infinito gli esempi, che hanno
costellato il mondo antico da Malta a Samarcanda e che pullulano
dall'America all'Asia e dall'Europa all'Africa...
La spirale è diventata un puro simbolo mistico, quello dello
sviluppo spirituale: ne vuoi un esempio preciso?
A Babilonia, ai tempi del grande legislatore Hammurabi, il dio della
Giustizia e del Sole si chiamava Shamash: la sua corona era una
semplice spirale che saliva a forma di cono.
Le menti critiche diranno che si tratta d'un puro caso", ma si
ingannano, perché conoscono male o poco certe abitudini, o meglio
certe regole dell'arte antica; l'Occidente ha relegato in secondo
piano l'arte del simbolo per molti secoli, cosicché molti individui
hanno solo una vaghissima idea di cosa sia e della sua portata
spirituale o anche solo intellettuale.
Per quale ragione ci sono statue con croci di varia foggia, cerchi,
triangoli o quadrati? Perché ci sono interi muri ricoperti di tali
segni in tutto il mondo? Eppure gli artisti non erano dei fanatici
della geometria! Diciamo piuttosto che parlavano una lingua che
pochi uomini oggi possono comprendere.
Ti chiederai cosa c'entri con tutto questo la reincarnazione...
Ebbene, ci siamo. La macchina cosmica è il più meraviglioso motore
che possa esistere, ed il Grande Tutto lascia a tutti e a tutto,
eternamente, la possibilità di perfezionarsi.
Per affermarsi ed uscire dalla melma della materia, ogni creatura
vivente s'incarna e si reincarna finché raggiunge il suo scopo.
Però non confondere la reincarnazione con la metempsicosi, perché
la metempsicosi è una deformazione dell'idea originaria di
reincarnazione: certi testi esoterici, letti dai non-iniziati, hanno
seminato la confusione e dato origine all'errore. Un testo difficile
da capire quale il Libro Tibetano dei Morti può propagare
quest'errore se i lettori sono inesperti.
Reincarnazione significa che l'uomo emigra di corpo umano in
corpo umano attraverso i tempi, mentre la metempsicosi postula che,
a seconda del valore delle sue azioni, l'uomo possa reincarnarsi
anche nel corpo d'un vegetale o d'un animale. Nulla di più falso; i
regni umano, animale, vegetale, minerale sono ben distinti fra loro e
non si confondono mai; tutt'al più si combinano materialmente,
dandosi vita reciprocamente per creare ciò che l'uomo ha chiamato
"equilibrio ecologico".
Quanto all'Anima e allo Spirito, non possono in alcun modo passare
da un regno all'altro.
Gli scritti di Platone, in cui si leggono passi puramente esoterici,
possono indurre in errore; ma il discepolo di Socrate parlava ad
orecchi che conoscevano il suo linguaggio immaginifico, ed era
perfettamente al corrente della realtà dei fatti.
Capisci perché ancora oggi certe sette buddiste predicano la
metempsicosi? Ma non scagliamo la pietra su nessuno, perché non
esiste al mondo una religione esente da errori.
Quanto ai Cristiani, hanno semplicemente cancellato questa
nozione dalle loro credenze: eppure gli insegnamenti originali del
Cristo Gesù comprendevano la reincarnazione... La Chiesa Romana,
nei primi secoli e soprattutto nel Via, per dare maggior stabì1ità
alla propria autorità temporale, ha commesso il grave errore di
modificare i testi sacri secondo la sua convenienza. Credere nella
reincarnazione, in Occidente, equivale a passare per un eccentrico
o almeno per un ingenuo, ma è anche vero che solitamente ci si
prende gioco di quello che non si capisce.
Prendi in esame per un attimo l'Antichità grecoromana: tutte le
epoche le hanno invidiato i suoi filosofi, i suoi pensatori, i suoi
poeti. Nessuno ha osato asserire che fossero menti inferiori, anzi.
Per citarne solo alcuni, diamo un'occhiata alle opere di Pitagora, di
Empedocle, Plotino e Platone: tutti, senza eccezione, credevano
nella reincarnazione. Sapevano che essa è il risultato di precise
leggi naturali.
Allo stesso modo potrei citarti Apollonio Tianeo e qualcuno dei
cosiddetti primi padri della Chiesa Cristiana:
Clemente di Alessandria e Origene.
Come puoi facilmente intuire, il corpo fisico è solo e sempre un
involucro preso a prestito, e come tale va considerato. Che facciamo
d'una tunica vecchia, consunta, brutta, che non ci protegge più dal
freddo? La buttiamo via.
Il fenomeno della morte fisica può, sotto ogni punto di vista,
essere paragonato a tale azione. L'uomo vero non si trova dove si
crede che sia.
Nel corso delle proprie incarnazioni, l'essere umano impara a
conoscere la sua vera natura per mezzo delle esperienze a cui si
sottopone; beneficerà senza interruzione della legge universale che
riflette l'Amore Divino, finché si sarà sbarazzato del fardello degli
appetiti terreni.
Imparare, cercare di capire con grande apertura mentale e
praticare l'Amore per il prossimo, sono i fattori che favoriscono il
progressivo disintegrarsi delle corazze che imprigionano l'Anima e
lo Spirito dell'uomo. Non si tratta d'esser bigotti o ciecamente
devoti ad una Chiesa; l'Amore di Dio ed il risveglio stanno altrove,
laddove vegliano lo Spirito e la fiamma eterna: nel più profondo di
ognuno di noi.
Il Grande Ordinatore dell'universo ha dato all'uomo un potere
infinito: sappia egli farne buon uso! Possa abbreviare la sua corsa
verso gli abissi e volgere lo sguardo verso l'alto.
Ci sono centomila modi per elevarsi verso Dio, a cominciare da un
semplice sorriso: l'elemosina fatta con gentilezza vale più della
moneta d'oro lanciata con disprezzo...
Che ogni uomo dica: «forse sono stato quel povero; forse lo sarò.»
Ecco ciò che intendeva il Cristo, quando diceva: «In verità vi dico,
i primi saranno gli ultimi e gli ultimi sa...ranno I primi». Non vi è
forse una chiarissima allusione alla legge della reincarnazione O a
ciò che, in altri termini, viene detta "legge della Fortuna"?
Come vedi, comunque vada, ritorniamo sempre all'immagine del
cerchio: il movimento che fa correre l'uomo da una tunica all'altra è
un moto circolare.
Ogni essere passa attraverso le più svariate esistenze, opposte tra
loro: dall'imperatore al lebbroso mendicante, per acquisire
l'esperienza che svilupperà in lui lo Spirito Divino. Molti si chiedono
che ci faccia l'uomo sulla Terra, e la risposta è questa,
semplicissima: impara, o piuttosto re impara quello che aveva
dimenticato. Quel Grande Iniziato che fu Platone lo scrisse in questi
termini: ' «Imparare non è altro che ricordare.» (Fedone, 72 b -73 b)
Non bisognerebbe credere che l'immagine della ruota della Fortuna
sia tipicamente orientale, per quanto sia facile pensarlo data la
fama di cui oggi gode in occidente il termine orientale. Tuttavia non
è così, e la ruota della Fortuna o Karma, secondo il termine
sanscrito, trova in Europa il suo equivalente, come testimoniano le
vetrate delle cattedrali, specialmente a Amiens, a Verona, a Basilea.
Per darti un esempio preciso, sappi che otto secoli or sono in
Francia, a Fécamp, un abate, per far capire ai monaci le umane
vicissitudini, aveva fatto costruire una ruota della Fortuna azionata
da un meccanismo: come esprimere in modo migliore l'instabilità di
tutte le cose?
Chi ha voluto vedere in quelle ruote medievali una semplice
immagine delle varie età nella vita d'un uomo ha commesso un
grossolano errore: il significato profondo del simbolo della ruota
era noto nel Medioevo a pochi e rari iniziati, quali i mastri
costruttori di cattedrali che avevano"ereditato la tradizione dal
mondo antico mediterraneo.
Quello che ti ho detto potrà sembrarti solo un discorso rivolto più
all'intelletto che ad altro, ma attento... Cercare e imparare significa
anche paragonare.
Non è l'Occidente che ha fatto la storia del mondo e dell'uomo, e
neppure l'Oriente.
La legge della complementarità si spinge fino a qui: cerchiamo
presso tutti i popoli le particelle della verità, e coloro che
avanzeranno abbastanza lungo questa strada non potranno fare a
meno di notare che esiste una credenza unica che supera ogni
frontiera o regime politico: è quella che deve trionfare, in un giorno
relativamente vicino, nel corso dell'attuale ciclo terrestre.
Evidentemente il problema della reincarnazione solleva delle
perplessità, quale il sapere che cosa induce un'anima a rinascere
nel mondo della materia: un semplice desiderio di perfezionamento?
In effetti, si tratta d'un desiderio, ma un tipo di desiderio che
trova risposta nell'universo fisico. Un desiderio intenso crea una
volontà, e questa volontà dà origine e nutre una forza che, a sua
volta, genera la materia: il desiderio soltanto la mantiene in vita.
Quando un corpo astrale o un ego (per usare un termine
psicanalitico) perde un certo tipo di desiderio, semplicemente
"muore" rispetto all'universo astrale e al ciclo delle reincarnazioni;
è quella che gli adepti di tutte le religioni chiamano "seconda
morte".
L'anima si trova allora proiettata nell'universo dello Spirito, ove
l'attende un'altra vita mille volte più intensa, a meno che non
preferisca lavorare sul piano astrale o anche sulla Terra, per
aiutare gli uomini e mostrar loro la via.
Anime di quel genere originano i Mahatma degli Indù.
L'intenso desiderio di reincarnazione è detto Upadana.
Tutto questo ci riporta al luogo straordinario che hai davanti agli
occhi, ove vedi rappresentati nelle più diverse posture e nei più
svariati stili le entità che, tutte, senza eccezione, scesero sulla
Terra di propria volontà.
I corpi di questi esseri furono divinizzati, e fur0!10 abitati da
anime che avevano concluso la loro evoluzione terrestre oppure, in
casi più rari, da anime che avevano realizzato la loro unione con lo
Spirito, ossia che avevano attraversato la prova della seconda
morte.
Non essendo ormai più di questo mondo, questi "naufraghi
volontari" che furono i grani fondatori delle religioni vennero quasi
sempre accolti male dagli uomini, e furono circondati dall'odio;
quanto accadde al Cristo Gesù ci fornisce l'esempio più flagrante
dell'ingratitudine e della crudeltà degli uomini.
Quando agisce, l'uomo dà prova d'incoerenza tre volte su quattro:
l'essere di carne ed ossa è sempre portato a distruggere ciò che
ama e ad adorare ciò che ha distrutto...
L’amore umano è simile ad una candela che brucia da entrambe le
estremità.
Pochi sono coloro in cui l'amore è costante: costoro, anche senza
saperlo, fanno avanzare l'universo.
Dante, che a tratti aveva ricevuto l'illuminazione, lo ha detto
magnificamente:
«L'amor che muove il sole e l'altre stelle... »
Lo studio attento dei testi sacri e certe iniziazioni provano che le
entità che hanno assunto il compito di guidare i popoli si sono già
incarnate molte volte sulla Terra: esse formano una Fratellanza di
luce. Da sempre agiscono di concerto, rispettando i cicli cosmici e
lo sviluppo della vita sulla Terra per stabilire un accordo perfetto
con il Creatore. . .
Non è un caso se un certo profeta è venuto prima di un altro,
perché spesso il lavoro del primo prepara quello del secondo, così
con le Giovanni il Battista ha aperto la strada a Gesù. Strana è la
loro via: le entità elevate si ritrovano sempre da un'epoca all'altra.
Non c'è da stupirsi se certi faraoni si sono reincarnati in Grecia
nei panni di filosofi, e poi nei corpi dei discepoli più vicini al
Cristo; uno studio accurato mostra che una grande religione non
costruisce mai le sue fondamenta sulla sabbia, bensì è la risultante
di un'altra più antica, o anche di molte altre. La sua resistenza, in
parte, dipende da questo. Studia i Catari, e vedrai che hanno radice
nei Manichei Persiani, i Parsi riformati che, a loro volta, avevano
conservato le basi del culto instaurato da Zoroastro. Non è forse
sorprendente vedere che Mani (che non fu poi tanto leggendario
quanto credono gli storici), fondatore del movimento manicheo,
tentò una sintesi tra il Budda Gautama dell'India, il grande
Zoroastro del Medio-Oriente ed il Cristo Gesù dell'Occidente?
Apriamo gli occhi, e vedremo che la saggezza è stata portata sulla
Terra secondo un avvicendamento ed una linea perfetta, di epoca in
epoca. Le grandi religioni rivelate sono come ponti che gli inviati
del Grande Tutto hanno gettato tra gli uomini, tra i continenti, tra i
mondi.
CAPITOLO V
«Il Sole in persona, con corpo umano»
Ora la guida tace, e in me non risuonano più le sue parole dense di
conoscenza e di saggezza. Non oso interrompere quel nuovo
silenzio, ed alzando il capo a guardare la volta che ci sovrasta
riesco a vedere al di là di essa gli alti rami di quella giungla: quasi
mi vergogno a dirvelo, ma la cosa non mi ha neppure sorpreso.
Tuttavia, quale prodigio ha potuto fare in modo che la parete di
quell'edificio si sia fatta a poco a poco trasparente?
Più nessun museo, ma un enorme serbatoio di saggezza, a
testimonianza delle ondate d'Amore che vennero ad investire il
pianeta. Davanti ai miei occhi avviene un prodigio: i muri sono
scomparsi, ed è la foresta stessa che ospita le divinità d'oro e di
pietra.
Sai, è un'illusione! ... I muri ci sono. Ma ci tenevo a renderteli
invisibili per farti gustare la gioia d'un momento come questo.
Conosci un piacere estetico maggiore, più completo di questo? Il
museo più bello in seno alla più ricca natura possibile: mi è bastato
volerlo, e potresti farlo anche tu. Come ti ho detto, la volontà è
capace di generare la materia con una serie di reazioni a catena, ma
è ancora più semplice, per essa, cambiarne la struttura atomica.
Sì, ho capito; tutto o quasi si riduce a questo. Mi fa venire in mente
la leggenda dell'anello che rende invisibili, cara a molti testi
medievali: bastava girare l'anello perché colui che lo portava
diventasse invisibile agli occhi di coloro che lo stavano cercando.
Hai perfettamente ragione. Tanto più che non è una leggenda. Anelli
di questo genere esistevano davvero presso le grandi civiltà
annientate poi dal Diluvio: mi riferisco ad Atlantide, all'antico
continente indiano ed all'Egitto, prima ancora che prendesse il suo
attuale nome. Ci furono Druidi e Brahmani che ebbero simili aggeggi.
Ma un anello è pur sempre un oggetto, cioè qualcosa di effimero: la
tecnologia aveva saputo trarre partito dai poteri della mente,
studiandone minuziosamente un'azione particolare su un corpo
fisico, ma anche dopo questo risultato la scienza delle civiltà
antidiluviane non progredì molto, perché un potere di natura
occulta, messo alla portata di tutti, può essere un grave pericolo.
Le forze spirituali o comunque le forze ricalcate su questo modello
sono armi a doppio taglio, e quando degli esseri nefasti
s'impadroniscono del timone di Forze occulte ci si deve aspettare il
peggio.
È proprio quanto successe ai popoli che vennero cancellati dalla
faccia della Terra.
Sebbene stia ascoltando con molta attenzione il mio amico, non
posso fare a meno di passeggiare fra le statue affascinanti delle
entità elevate che, per un certo tempo,furono divinizzate sulla
Terra. Non so più da che parte girarmi: a destra? a sinistra? Ci sarà
un ordine logico da seguire?
Come per rispondere a questa domanda, la guida dice: Seguimi;
laggiù c'è una statua che non hai ancora visto. Forse è la più bella.
Venne fatta con oro puro, l'oro alchemico, dall'elevata entità
dell'artista che, più tardi, realizzò la maschera del Faraone
Tutankhamon.
L'originale (perché quelle che vedi sono solo dei doppi proiettati in
astrale) è ancora sulla Terra, in una cripta che giace da più di
diecimila anni sotto 1'Atlantico, al largo delle coste americane.
D'un tratto mi trovo davanti ad un capolavoro di bellezza
indimenticabile: come descriverlo? Un corpo seminudo è seduto
maestosamente su di un trono dalle linee purissime; non ha volto, no
... al suo posto c'è qualcosa di straordinario: un sole, un sole
enorme che irradia energia, una forza infinita. Questa divinità è il
sole in persona, con un corpo umano. Può essere opera solo d'un
grande, grandissimo artista... non ho mai visto nulla di simile: dà
un'impressione di forza e di delicatezza insieme, una fusione di arte
indù ed egizia, con un immenso potere simbolico.
I piedi del dio sono leggermente incrociati, e ai due lati vi sono
degli emblemi: riconosco la squadra, il compasso e il quadrato nel
cerchio. D'un tratto qualcosa attira il mio sguardo: lì, sul petto
robusto della divinità, sul cuore, c'è una croce molto semplice, con i
quattro bracci uguali.
Ecco il dio supremo degli Atlanti, il "Dio Padre" dei Cristiani, il
"Brahma" degli Indù, il "Rà" degli Egizi, il principio unico. Devi
ammettere che qui gli è riservato un posto un po' speciale, giacché
ti è facile capire che non si tratta d'un'entità, e che non s'è mai
incarnato in persona. È lo Spirito, il Principio, l'Infinito; per questo
non dovrebbe figurare fra le entità che gli uomini hanno divinizzato,
tuttavia ci è parso logico che le emanazioni dello Spirito vengano
raggruppate nel luogo ave anch'esso è simbolizzato.
Certamente vi sono sette e religioni che griderebbero allo scandalo
davanti ad una simile rappresentazione della Divinità: come si può
rappresentare Dio, l'inconoscibile?
Ebbene, si può!
Bisogna guardarsi dal vedere il male dove non c'è: se ad un artista
piace rappresentare Dio, egli non commette nessun sacrilegio,
purché il suo spirito sia puro... Purezza e sincerità, ecco i due soli
criteri! Non ha importanza se il Creatore è dipinto sotto una forma o
sotto un'altra: l'importante, è che questa forma non venga
idolatrata.
Una statua, un'immagine, un simbolo, devono servire solo da
supporto, giacché la loro funzione è di facilitare la ginnastica che la
mente impone a se stessa; aiutano a non disperdere la propria
concentrazione. Il divieto biblico di rappresentare la divinità sotto
qualsiasi forma è soltanto la logica reazione allo stato idolatra in
cui il popolo Ebreo era caduto, ed il fatto di prescindere da un
supporto per la concentrazione è semplicemente un ideale da
raggiungere.
Il Buddismo ha capito molto bene l'utilità d'un supporto visivo,
indicando chiaramente, nel contempo, a quali rischi si va incontro. I
Maestri hanno detto che l'aspetto esteriore d'un Budda, ivi compresa
la sua personalità, è senza importanza, e che colui che aspira ad
uno stato di perfezione deve, per quanto possibile, identificarsi con
l'idea di Budda, e non venerare una statua. L'importante è cercare il
principio al di là della forma.
Quello che mi affascina, dico al mio amico, è che questo sole è
davvero fiammeggiante. Forse che il Dio supremo degli Atlanti era lo
stesso che venerarono gli Egizi, il sole Ra.?
Certamente; fra queste due civiltà vi è continuità.
Questa statua testimonia proprio d'un culto solare...
Credo che se oggi venisse scoperta quest'opera, si tirerebbero le
somme in quattro e quattr'otto sugli Atlanti, proprio come si è fatto
con l'Egitto.
Già; ed è proprio per questo che non è ancora tempo che
quest'opera d'arte sia rinvenuta. Il giorno in cui tornerà alla luce
vorrà dire che l'umanità avrà acquisito uno stato spirituale nuovo, e
che sarà pronta ad accettare come vere delle cose che fino a poco
prima saranno state considerate come superstizioni; per ora,
malgrado il gran rimescolamento delle idee, l'uomo non è
assolutamente pronto per affrontare il suo passato quale esso fu.
Se il positivismo è ormai defunto, resta al suo posto qualcosa di
molto più insidioso, perché più sottile: il pensiero razionalista ed
ateo avanza a grandi passi, e se non nega più ogni cosa in blocco
come stupidamente faceva una volta, ora pratica la via, per così
dire, dei sofismi scientifici. Il peggio è che non se ne accorge quasi
mai.
Ciò che l'uomo vuole, è una concezione di sé che sia
rassicurante... Immagina che panico, se dovesse scoprire d'essere
stato un tempo più grande di quello che è ora, e che ha costruito
sulle sabbie mobili!
Ma gli Atlanti e gli Egizi, comunque, non adoravano il sole!
Certo che no; non bisogna soffermarsi solo sull'apparenza.
Adoravano Dio sotto forma solare: non è forse vero che la luce del
sole è davvero la prima e la più pura rappresentazione del Creatore?
Se scomparisse il sole, la vita morirebbe: anche la scienza è
d'accordo.
Perché la vita continui, la luce è più importante dell'aria, nel
senso che essa serve da supporto all'aria stessa, e che l'aria ne è
impregnata.
La luce è la sola sostanza (dico "sostanza", perché ad un certo
livello essa diviene palpabile) che impregna l'intero universo. In tal
senso, non mi riferisco più solo alla luce del sole, ma alla luce
astrale di cui essa è una manifestazione più densa. La luce solare ha
con il mondo fisico lo stesso rapporto della luce astrale con il
mondo dell'anima.
Non è altro che vibrazione; ma se create una vibrazione a
bassissima frequenza, essa diventa sensibile al tatto ed in tal
senso, si può parlare di unità totale della materia: presto si
scoprirà che non vi sono x elementi chimici, ma uno soltanto da cui
derivano tutti gli altri.
Tentate ora di aumentare la frequenza della vibrazione, ed
otterrete un suono; se l'aumentate ancora diventerà calore ed infine
luce, passando per tutti i colori dell'arcobaleno.
E continuando I'esperimento darete origine all'elettricità ed infine
all'energia psichica che si concentra nel bulbo cefalo-rachidiano. La
luce solare trasporta un'energia positiva nel mondo della materia,
ella possiede un'energia negativa nell'universo astrale giacché essa
ne è una manifestazione più materiale.
Anche solo a livello psichico, la luna ha una carica negativa,
mentre la sua polarità si trova ad essere invertita a livello astrale;
come ho già detto, nel termine "negativo". non bisogna vedere,
un’accezione peggiorativa, giacché Il meno ed Il più sono soltanto le
diverse manifestazioni d'un'unica forza.
Come il taoismo ha intuito, non si può parlare propriamente di
dualismo, ma piuttosto di complementarità, giacché una forza può
esistere solo in rapporto al suo opposto. Essa contiene in sé
l'essenza del suo opposto.
Il Sole e la luna sono una coppia.
Il culto Solare di Atlantide si compiva alla luce del giorno, e
tuttavia c'erano degli iniziati che praticavano segretamente un culto
lunare, rivolgendosi quindi alle forze notturne della natura, ed
entrando così in rapporto con le forze astrali.
Non bisogna giudicare: hai visto che i meno ed i più erano
assolutamente relativi e che, a seconda dei casi, si invertivano: la
luce astrale è negativa sul piano terrestre, ma sul piano astrale ha
opposto valore.
Negli abiti neri del lutto occidentale bisogna vedere un significato
esoterico; d'altronde, ti sei mai chiesto cosa sia l'oscurità della
notte? Un'assenza di luce? No di certo! È solo un certo tipo di
manifestazione della luce.
La notte è buia solo per chi non sa vedere, e, in senso simbolico, ci
sono misteri solo per coloro che non sanno capire.
Ciò che mi sorprende, dico interrompendo il mio iniziatore ed
amico, sono questi simboli che stanno attorno al Dio Sole: se non
erro, la squadra ed il compasso sono segni che appartengono alla
massoneria... e il quadrato ed il cerchio, tra l'altro, erano in uso
presso i Cabalisti ed i Taoisti. Quanto alla croce, è l'emblema del
Cristo!
Oh, se uno ci riflette un po' sopra, non c'è proprio di che esserne
sorpreso. Vi sono simboli senza tempo, che corrispondono a verità
universali.
È vero che il compasso e la squadra sono tipici dei massoni, ma hai
mai chiesto loro da dove li hanno presi?
Le loro tradizioni sono antiche quanto il mondo, come quelle del
Tao e della Cabala, e se un giorno vennero dimenticate, un'entità
elevata tornò per rianimarne la fiamma, dispensatrice di
conoscenza.
La squadra è il simbolo della Terra, perché serve a delimitarne i
campi; il compasso, invece, è l'immagine del cielo, perché traccia
l'apparente rotondità della volta celeste. Allo stesso modo il
quadrato ed il cerchio rappresentano la terra ed il cielo e, in senso
cabalistico, la donna e l'uomo.
Noto però che il quadrato è inscritto nel cerchio: vuol forse dire
che la Terra è unita al cosmo?
Sì, all'incirca. Il quadrato nel cerchio rappresenta esattamente il
mondo, l'unione della terra e del cielo, del visibile e dell'invisibile.
Mi ricordo vagamente di certe monete cinesi di forma circolare,
con un buco quadrato nel mezzo.
Sì, è così: il Tao ha profondamente influenzato la vita della Cina.
Come la Cabala, il Tao ha dato moltissima importanza ai numeri.
Basta prendere il cinque: Cabalisti e Taoisti l'hanno associato
all'uomo, ed infatti la figura ideale prodotta dal cinque è il
pentagramma', nel quale l'uomo è contenuto interamente. La Cabala
arriva a precisare che il vertice superiore del pentagramma, a cui
corrisponde la testa dell'uomo, simbolizza l'intelligenza che dirige
le potenze elementali, rappresentate dagli altri quattro angoli della
figura geometrica e dai quattro arti umani.
Analogamente queste due scuole, l'una occidentale e l'altra
orientale, hanno fatto del quattro il numero dell'equilibrio; il
quattro è l'immagine di forze opposte a due a due, di cui due sono
passive e due attive. Il quadrato idealizza questa nozione.
Dicevi della croce: ebbene, anch'essa deriva direttamente dal
quattro, di cui esprime il prodotto la risultante. SI son fatte
semplicemente incrociare le rette verticali attive e le rette
orizzontali passive in modo da determinare un punto centrale
d'incontro. Prima di tutto, la figura della croce, in tutti gli universi,
è l'immagine dell'assoluto ed anche della forma, del piano divino
adattato alla Terra. È la concretizzazione dell'idea nata dal
principio divino e dal suo opposto: ecco perché fu il simbolo
Cristico.
Soprattutto, non bisogna vedere in essa l'immagine del patibolo su
cui venne inchiodato il Cristo Gesù, ma, invece, la materializzazione
d'una parte del piano divino.
È l'incontro della forza positiva e verticale dello Spirito con quella
passiva ed orizzontale della materia: i primi Cristiani lo sapevano,
ma da allora la loro religione è stata spogliata di parecchie cose. Si
è voluto fare del Cristo un Dio crocefisso, un Dio di tristezza e di
sofferenza, mentre rappresenta prima di tutto la vittoria della vita
sulla morte, dell'Amore sull'Odio; ben lo sapevano gli artisti
medievali, perché in nessuna cattedrale gotica si trova un Cristo
agonizzante sulla croce, bensì Cristi rappresentati nella loro gloria
o nell'atto d'insegnare.
Forse che l'Oriente rappresenta il giovane Siddharta Gautama in
preda ai tormenti della ricerca interiore primadi cambiarsi nella
persona del Budda? No: un Budda irradia tradizionalmente bontà,
serenità, luce.
E non è forse meglio così?
Certo che la crocifissione ha avuto la sua importanza, e non
bisogna minimizzarla: ma il Cristo Gesù è di per sé la negazione
dell'idea di morte, proprio come gli inviati dallo Spirito che gli
hanno preparato la via dappertutto, sulla Terra o nell'universo.
Comunque sia, il simbolismo della croce è estremamente ricco, e
non bisogna mai dimenticare che non è il Cristianesimo che l'ha
inventato.
Sebbene il Cristo le abbia conferito un valore immenso, la croce è
presente dalle piramidi messicane di Pelenque ai santuari dell'India,
e questo da tempi remotissimi.
Si potrebbe anche dire che la croce è uno dei segni più semplici
che una mano, per quanto maldestra, sappia tracciare: non è forse
così, che firmano gli analfabeti?
Ed è proprio questa, la tesi dei detrattori del profondo esoterismo
contenuto in questo segno.
E bene tenerne conto quando si tratta delle croci più semplici,
irregolari, come quelle che si trovano sulle pareti delle grotte, ma
la faccenda cambia quando il simbolo presenta caratteristiche
innegabili. Si può quasi dire che vi siano tante croci quante sono le
scuole mistiche, e se ti stai chiedendo se ce n'è una migliore delle
altre, ti dirò di no.
Le varianti hanno il solo compito di accentuare un aspetto
determinato del simbolo, e comunque ci vorrebbe un libro intero per
cercare di raccoglierli tutti.
Per prima cosa, la si può considerare come l'asse della ruota
cosmica, della ruota del Karma e di quella del serpente Uroboros di
cui ti ho già parlato; in tal caso, essa ha quattro bracci uguali, e
forma il doppio asse dei solstizi e degli equinozi. Viene chiamata
"croce greca".
Variamo ora di poco la forma dei bracci, senza modificare i
rapporti dimensionali esistenti tra essi, ed ecco che avremo una
croce catara: è un vero e proprio geroglifico cosmico, perché nei
suoi quattro bracci uguali leggiamo i quattro punti cardinali, le
quattro dimensioni spaziali e le quattro stagioni che costellano la
corsa luminosa del sole, nella quale si identifica quella dello
Spirito.
Quanto alla croce dei Templari, malgrado i due punti di ognuno dei
suoi bracci, mantiene le caratteristiche della croce greca originale.
Quest'osservazione sulla croce dei Templari mi fa venire in mente
qualche nozione di storia, dico. Se non sbaglio, i Templari ebbero un
sacco di guai con la loro famosa croce patente!
Stavo per dirtelo; il clero cattolico rimproverò ai Templari il rito di
sputare sul crocifisso. Avrai notato che ho detto "crocifisso", e non
"croce"... questo perché gli iniziati dell'Ordine del Tempio
ritenevano che il crocifisso fosse solo l'emblema d'un oltraggio,
quello della materia allo Spirito, al Divino, e che il legno fosse il
simbolo della Bestia delle Scritture.
I Templari probabilmente commisero l'errore di eccedere in quel
loro rito, ma non si può vedere in quel gesto un sacrilegio ...
L'esoterismo a volte sceglie strane vie, non scevre di pericolo!
Tuttavia l'esempio dei Templari serve a ricordarci che la croce
latina, ossia il patibolo a bracci ineguali, non è il segno del vero
Cristo.
Se guardassi attentamente qualcuna delle statue qui intorno, se
concentrassi la tua attenzione su quelle che provengono dall'antico
Egitto, noteresti qualcosa di particolare.
La guida non deve aggiungere altro: sono anche troppo contento di
poter girovagare nel museo più meraviglioso che esista, quello che
espone capolavori che si rivolgono all'Anima ed allo Spirito. Sono di
pochi passi avanti a lui, e cerco a destra, a sinistra, alle mie spalle.
Cerco i testimoni immortali d'una delle più prestigiose civiltà che
la Terra abbia generato.
D'un tratto il mio sguardo avido di conoscenza s'imbatte in una
grande statua di pietra azzurrina alta più di due metri, dalla forma
elegante: possiede tutti i canoni dell'armonia di proporzioni in auge
presso l'antico Egitto. Muovendo incontro al mio amico, esclamo
entusiasta:
È questa, vero? È questa?
Probabilmente tutto quell'ardore è un po' puerile, agli occhi della
mia guida; mi guarda con aria divertita mentre mi viene incontro a
lunghi passi.
Sì, è questa, o perlomeno è una di quelle che volevo che tu
vedessi; perché ce ne sono molte altre, con una caratteristica quasi
identica a questa.
È Osiride?
Proprio lui...
Non mi sono ingannato sulla dolcezza dello sguardo, la finezza dei
tratti di questa divinità dell'Amore; gli occhi fissi davanti a sé,
sembra essere testimone d'una realtà che il mio povero intendimento
umano può solo intuire. Secondo i canoni dell'arte egizia, una gamba
è più avanti dell'altra, con la pianta del piede ben appoggiata allo
zoccolo. Il braccio sinistro ricade con grazia lungo il corpo, mentre
il destro è lievemente teso in avanti, all'altezza del petto. La mano
tiene in bella mostra un piccolo oggetto di metallo dorato, come per
offrirlo alla meditazione ed alla contemplazione: è quest'oggetto che
polarizza tutta la mia attenzione.
Quel simbolo t'incuriosisce? Mi chiede la guida.
Ma non ti preoccupare, non è il solo: ne troverai traccia facilmente
sulla Terra. Come vedi si tratta d'una croce, anche se un po'
speciale; gli studiosi del mondo degli uomini l'hanno chiamata "Crux
Ansata", ma è più semplice chiamarla "Croce egizia della vita".
Non mi sembra proprio una croce, ma piuttosto una T con un
cerchio sopra.
-Sì, so cosa pensi ... Ma per capire appieno la portata di questo
segno, vedi, bisogna analizzarne le singole parti. Come dici tu, si
tratta d'una T e d'un cerchio... puoi facilmente intuire perché i
grandi Adepti Egizi avessero fatto della T il simbolo maschile e del
cerchio il simbolo femminile, ma non è in questa rappresentazione
del sesso, o meglio delle due polarità, che sta il difficile.
Ciò che fa della "Crux ansata" una croce vera e propria, è la
presenza della T, ossia, più precisamente, del Tau.
Ma il Tau non è l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico? -Esatto,
anche se non furono gli Ebrei a creare questa lettera e ciò che
rappresenta.
Come sai, ogni lettera ebraica rappresenta un'idea, è un segno,
oltre che un carattere alfabetico. Ebbene, il Tau, da solo, è la
sintesi, il segno e l'incisione. E il segno della lettera per
eccellenza. Sintesi di cosa?
Per gli Egizi, sintesi dello Spirito e della materia: dello Spirito,
che ha accettato di prendere corpo per trascendere l'umanità intera:
è il mistero che sorge al punto d'incontro del verticale e
dell'orizzontale, e può essere Osiride, Krishna, il Cristo Gesù...
La Divinità discesa fra gli uomini per mostrar loro il cammino è un
segno di Dio sulla Terra, un'incisione praticata nella corteccia
dell'egoismo di tutta la razza umana. Il Tau... ecco la lettera: non
lettera e suono generatori, ma lettera e suono riparatori.
La Crux Ansata rappresenta per gli antichi Egizi l'immortalità dello
Spirito.
Da un punto di vista più terra-terra, è la croce della fertilità: il
buon raccolto, deriva tanto dall'azione dello Spirito Santo
("elemento" positivo) sulla materia (elemento negativo), quanto
dall'azione del sole e dell'acqua (associazione energetica) sulla
materia (che la riceve).
Ti ho detto di chiamare la Crux Ansata "croce egizia della vita" ,
ma non credere per questo che essa si trovi solo in Egitto; il mio
scopo è mostrarti che ovunque nel mondo l'uomo è uno, e che Dio, il
Grande Tutto, è uno solo, sempre il medesimo, l'unico, per tutti, al
di là degli eoni e degli universi. Così, la croce egizia ha stabilito
ovunque una sorta di trinità: Vita, Amore, Fertilità, ove ogni
elemento deriva dall'altro, formando un ciclo eterno.
A Babilonia, la Crux Ansata era l'emblema degli dei dell'acqua,
generatrice di vita: presso i Maya, a Palenque, in Messico, era il
segno della rigenerazione: primavera in natura, e primavera
dell'uomo che riscopre lo Spirito.
Presso gli Scandinavi, essa era il segno degli Dei del cielo, i
creatori del genere umano.
Come ogni croce, illumina il suolo della Terra con la sua presenza;
la si trova persino sull'Isola di Pasqua.
Fantastico! dico, continuando a contemplare il volto allungato di
Osiride, con quel suo copricapo alto e sottile che lo allunga ancora
di più. Quanto c'è da sapere!
No, non credere che sia così. Dimentica tutto, se vuoi, tutto:
tranne che la croce è la vita e non la morte, la vittoria finale dello
Spirito sulla materia... se c'è una cosa da sapere su questo segno, è
quella. Il resto può anche essere pura erudizione.
Te ne ho parlato per mostrarti ancora una volta quali vie prende lo
spirito umano nella sua evoluzione, e che la croce è, malgrado le
piccole divergenze, una delle strade della divinità nel manifestarsi
fra gli uomini.
Questa grande e superba rappresentazione di Osiride che abbiamo
davanti, guardala bene: imprimitela bene, per potere un giorno
descriverla fedelmente e dettagliata mente. Osservala bene, perché
non ti sarà dato di vederla sulla Terra: non perché sia ancora da
scoprire come il dio sole di Atlantide, ma perché non esiste più.
Venne distrutta in un tempio, sotto una pioggia di meteoriti, quando
l'impero dei Faraoni fu scosso dal più terribile colpo che mai avesse
ricevuto, l'ultima delle cosiddette "sette piaghe d'Egitto", e che non
sono leggenda, come invece sostengono certi storici "qualificati".
La polvere di questo Osiride azzurro giace oggi sotto l'acqua del
Nilo.
Mi chiederai perché questo capolavoro non fu risparmiato:
semplicemente perché bisognava che un certo santuario fosse
distrutto ad ogni costo, anche sacrificando le opere d'arte che
conteneva. Era un santuario ormai distolto dalla sua originaria
funzione, ad opera di sacerdoti più interessati al potere temporale
che ad altro. La statua del giovane Osiride non era più carica di
Amore, perché la presenza del clero pervertito ne aveva mortificata
la radianza.
La natura ha voluto che andasse così; qualunque oggetto capta le
onde degli esseri che lo circondano ed a cui esso appartiene, ed
ogni cosa si carica negativamente se si emette in sua presenza un
raggio negativo, ovvero pensieri tristi o nocivi.
Le vibrazioni emesse da un corpo sono soggette alla minima
fluttuazione del pensiero di colui a cui quel corpo appartiene. È per
questo, vedi, che certi santuari meritano davvero d'esser definiti
"sacri": ogni loro pietra è impregnata di un ideale elevato, dei
pensieri d'Amore di tutti coloro che vi si sono avvicinati con l'idea
di Dio nel cuore.
Il più potente, il più bello di questi santuari si trova in una delle
più alte zone del Tibet, e grazie alle entità elevate che lo
proteggono è ignorato dai Cinesi che, visto lo stato d'animo attuale
dei loro dirigenti, lo profanerebbero, considerandolo un «centro
fondamentale del pensiero retrogrado»... Come ho detto, si odia e si
distrugge solo ciò che non si comprende e ciò di cui si ha
profondamente paura.
Poc'anzi, quando dicevo che l'uomo emette onde positive o negative
ad ogni suo pensiero, non stavo parlando per immagini; queste onde,
inoltre, danno origine ad esseri che abitualmente vengono chiamati
"formepensiero".
Ogni idea, ogni pensiero, trova la sua risonanza sotto forma di
concretizzazione nella parte bassa dell'astrale inferiore, di cui
abbiamo già parlato: ora ti spiego come questo avviene, e seguimi
attentamente perché è più importante di quel che sembra a prima
vista. Nel momento in cui si sviluppa nell'universo interiore d'un
individuo umano, animale o d'altro genere, ogni pensiero si unisce
ad un elementale (che, ti ricordo, è una forza semi-intelligente della
natura) per formare un'entità capace di agire nel mondo della
materia. La durata della sua vita è proporzionale all'intensità
dell'azione originale dell'attività cerebrale che l'ha generata.
La creazione di forme-pensiero è ed è sempre stata usata
frequentemente da maghi e stregoni; tuttavia, ripeto, ogni essere ne
crea in ogni istante della sua vita.
Questa è una delle ragioni per cui dobbiamo sforzarci di avere
pensieri elevati, guidati dall'Amore e dalla Bontà.
A nostra insaputa, ci contorniamo di entità che sono il riflesso di
ciò che siamo, e che intervengono nel nostro proprio spazio fisico e
mentale.
Dopo l'istante della morte, ogni essere deve varcare i piani bassi
dell'astrale per raggiungere il piano astrale medio: più il suo ideale
sarà stato basso, più saranno state nocive agli altri le sue azioni,
più questa transizione risulterà lunga e faticosa. La corrente
popolata dalle entità che un essere si crea durante la vita sulla
Terra determina in gran parte la lunghezza d'onda sulla quale la sua
anima vibrerà sul piano astrale medio: questa corrente è ciò che gli
Indù chiamano "Karma", e se volessimo essere un po' schematici
potremmo dire che corrisponde a delle realtà d'ordine "elettrico".
Così, ogni azione ed ogni pensiero, positivo o nefasto che sia,
segue la traiettoria d'un boomerang: dopo essersi sviluppato
secondo un certo procedimento, ritorna da sé a colui che l'ha
originato.
Tutti i pensieri, tutte le azioni malvage prima o poi si rivoltano
contro il loro autore, e se non accade nella vita terrestri in corso
accadrà durante quella seguente, per mezzo di quella corrente che
abbiamo chiamato Karma.
Ascolta le parole della Bibbia:
«Chiunque spargerà il sangue dell'uomo, avrà il proprio sangue
sparso dall'uomo.» (Gen., 9, 6) Quindi un neonato non è proprio un
viaggiatore senza bagaglio...
È davvero triste che l'uomo si trovi nella quasi totale ignoranza di
queste leggi: certe cose, nel campo dell'ereditarietà, andrebbero
seriamente riconsiderate.
La guida si sposta un po' a sinistra ed aggiunge: -Ma cerca un po'
meglio ... cerca la croce egizia della vita non è solo in mano ad
Osiride...
Confesso che non so più da che parte girarmi: mi sento un po'
disorientato davanti a tanta bellezza, a tanto mistero.
Non c'è da stupirsi, quando ti trovi davanti a centinaia di statue di
divinità, di iniziati, che sembrano squadrarti nel bel mezzo d'una
giungla straordinariamente lussureggiante. Credo che il mio amico,
l'essere dal volto azzurrino, l'abbia capito perfettamente. Senza
dire una parola, lo seguo nel dedalo dei corpi immobili.
Ecco, mi dice lentamente, è questo che volevo mostrarti.
Come puoi vedere, qui c'è Akhenaton e, alla sua destra,
Tutankhamon: entrambi hanno dato alla croce della vita
un'importanza particolare. Su molti bassorilievi la si vede
raffigurata sempre accanto a loro, e d'altronde nel nome
Tutankhamon ritrovi il termine "ankh" che vuol dire "vita", e da cui
deriva la parola "ansata" o "ankhsata", riferita alla croce.
Questi due faraoni hanno lottato tutta la vita per ristabilire in
Egitto il culto del Dio unico e soprattutto del Dio d'Amore, del Dio
solare Aton, rispetto ad Amon, forza negativa del clero corrotto.
Tutankamon avrebbe voluto esser noto ai posteri con il nome di
Tutankhaton... ma non è lontano il giorno in cui il mondo saprà la
verità sul ruolo importante che ebbe nella lotta contro le forze
negative.
Quando tornerai in Terra, cercherai i bassorilievi che
rappresentano Akhenaton ed il suo successore spirituale
Tutankhamon, sovrastati da un disco solare che dardeggia su di
loro, ed i cui raggi terminano a forma di mano. Queste opere hanno
un profondo significato religioso e mostrano bene quale profondo
legame unisse i due sovrani alle forze dell'Amore cosmico.
Tutankhamon, Akhenaton, Osiride, Iside, Thot e tutti quelli che qui
puoi vedere, scolpiti dall'arte del Paese in cui si manifestarono,
sono gli inviati diretti della forza che emana dall'Essere unico,
naufraghi volontari su un mondo di violenza, inconsciamente affetto
dal mal d'Amore.
Come già ti dissi, provengono da umanità evolutesi
precedentemente: da molto, molto tempo, migliaia e miliardi di anni,
coloro che sono divenuti grandi guide hanno ucciso la loro anima...
Non stupirti delle mie parole: dico in altri termini ciò che già sai.
La maggior parte degli uomini mette l'Anima al di sopra d'ogni altra
cosa, immaginando che sia l'elemento più divino dell'essere umano;
tuttavia, l'Anima è soltanto il mediatore tra il corpo e lo Spirito,
così come l'alba fa sì che la notte ed il giorno si congiungano.
Se la meta finale del corpo è di perire, quella dell' Anima è di
dissolversi: essa rappresenta solo il corpo astrale, vibrazione più
sottile della materia.
Ogni essere deve divenire Spirito: tutti coloro che leggono queste
righe che tu scriverai, facciano una pausa e comprendano appieno
questo punto. Possa questa verità imprimersi profondamente in loro.
La vita dopo la morte non è ancora la vera vita; se nel varcare la
soglia della prima morte si scopre una luce abbagliante, essa non è
ancora nulla in confronto a quella che ci aspetta al di là della porta
della seconda morte.
Un tempo, gli gnostici la chiamavano "luce della luce" .
La seconda morte è precisamente la morte dell'Anima, del corpo
astrale, del Karma, e può anche essere la morte iniziatica
dell'alchimista e del mistico. È l'istante
in cui l'uomo, essendo passato attraverso tutti i gradi
dell'evoluzione terrestre ed astrale, diventa l'Uomo, perché ha
compreso nel suo intimo d'essere il grande erede dell'Amore di Dio.
È questo, che il Cristo Gesù sapeva perfettamente.
Anche lo Spirito è in grado di affinarsi indefinitamente, e quello
del Cristo è giunto ad un tale stato di perfezione da potersi
chiamare, a giusto titolo, figlio di Dio; infatti è diventato
praticamente un'emanazione della Divinità.
Soltanto il Dono totale permette all'uomo di dialogare con il suo sé
superiore, o Spirito o Inconscio che, contrariamente al no e che gli
viene dato, è del tutto cosciente e possiede vista e memoria totali. -
Ma, ribatto, per incarnarsi sulla Terra, le elevatissime entità del
Cristo, del Budda, di Krishna, di Osiride e di altri ancora hanno
dovuto imporsi delle sofferenze ben crudeli, racchiudendosi in una
ganga di carne ed ossa, loro che hanno l'universo per unità di
misura...
-Sì, tanto più che non si sono incarnati sulla Terra una sola volta
ma molte; il Cristo Gesù fu il grande legislatore ed il grande profeta
di Atlantide, nonché di numerose altre civiltà precedenti.
Prima d'essere Gesù, fu Melchisedech ed Eliseo. D'altronde la
Bibbia allude all'incarnazione del Cristo in Eliseo, mentre l'elevata
entità che sarebbe poi divenuta Giovanni il Battista era vissuta nel
profeta Elia: «Ecco che io invierò il profeta Elia, prima che giunga il
giorno grande e terribile del Signore.» (Malachia, 3, 23)
E noterai di certo che Giovanni il Battista o Elia nacque poco prima
di Gesù per annunciarne la missione e la venuta.
Nel secondo libro dei Re (2, 13) si può trovare menzione del
passaggio di potere e d'autorità da Elia ad Eliseo:
«(Eliseo) raccolse il mantello di Elia, che gli era caduto».
Questo brano va letto come la spiegazione simbolica della
trasmissione di potere dal guru, per usare un termine indù, al
discepolo; ho detto "simbolicamente", ma il termine non è proprio
esatto perché il mantello d'Elia era dotato di certi poteri e di certe
proprietà.
Soprattutto, non credere che parlare di Gesù come d'un futuro
discepolo possa sminuire quest'ultimo: ci sono discepoli che
superano i maestri; se lo spirito del Cristo Gesù scelse d'essere
discepolo in quell'incarnazione, fu per preparare il suo stesso
compito futuro.
Quante entità elevate, quanti Spiriti in armonia con la Divinità
furono un giorno mendicanti, umili contadini, per lavorare nel
silenzio e nel più completo anonimato alla realizzazione del piano!
I cammini della verità, le vie che prende la Parola sono più
eterogenee e più inattese di quanto generalmente si pensi.
Nel Vangelo di Luca, si trova un'allusione al Battista in persona:
l'angelo annuncia a Zaccaria che suo figlio «...camminerà davanti a
lui (Dio) con lo Spirito e la forza di Elia » (Luca, 1, 17).
Quanto a Gesù, Egli identifica Elia, il suo maestro d'un tempo, con
il profeta Giovanni per ben due volte:
«Ma vi assicuro che Elia è già venuto, e... gli hanno fatto tutto
quello che han voluto... Allora i discepoli compresero che aveva
parlato loro di Giovanni il Battista.» (Matteo, 17, 12-13)
«Perché tutti i Profeti e la Legge han profetato fino a Giovanni. E
se lo volete accettare, è lui quell'Elia che deve venire.» (Matteo, Il,
1'3-14)
E nota che il Cristo dice proprio «se lo volete accettare »... perché
chi non vuole aprire gli occhi li terrà ermeticamente chiusi.
Ci saranno sempre teologi pronti ad interpretare i testi in modo
diverso, perché è stato loro garantito, un giorno, che la
reincarnazione era una chimera.
Eppure, eccola, la realtà: gli Spiriti che hanno realizzato la loro
unione con Dio lavorano instancabilmente per il bene delle umanità.
Come vedi, c'è modo e modo di leggere la Bibbia, e purtroppo quelli
che la leggono come si deve non sono sempre i Cristiani. Hai già
capito che ciò che ho detto di Gesù e di Giovanni il Battista vale
anche per le divinità di tutte le altre grandi religioni, quelle ormai
scomparse come quelle che hanno ancora dei fedeli. Il Thot degli
Egizi, colui che conferì alla scienza sacra degli Iniziati
dell'Antichità tutta la nobiltà, tutta la profondità che la
caratterizzarono è la reincarnazione d'uno dei grandi ispiratori di
Atlantide visse molte volte sulla Terra... e puoi credermi quando ti
dico che indosserà nuovamente un mantello fatto di carne e d'ossa
per aprire gli occhi agli uomini.
Egli fu l'Ermete dei Greci, intimamente complice di Orfeo, e fu lui a
lasciare all'umanità intera un'immensa summa di sapere: la Tavola di
smeraldo che venne utilizzata ad un certo momento dall'entità che
aveva preso il corpo di Mosé. Mosé fu la grande guida del popolo
ebraico, ma non smise mai d'essere un sacerdote egizio: in un certo
senso, è stato come un ponte, facendo passare la fiaccola della luce
da un popolo all'altro.
Studino la Cabala, gli uomini: purché non si lascino limitare dal
quadro della religione giudaica, vi troveranno delle grandi verità
che mostreranno loro Iddio nelle sue più diverse manifestazioni
sulla Terra, e al di là dei mondi visibili ed invisibili.
Pensa anche a Krishna con tutto il tuo essere: migliaia di anni fa,
venne ad annunciare ed in un certo senso a prefigurare al mondo
asiatico la venuta del Cristo Gesù.
Alcuni vedono nella persona di Gesù ed in quella di Krishna la
stessa entità, ma non credere che sia così; i loro corpi furono
animati da Spiriti diversi, sebbene fratelli nelle loro aspirazioni:
Krishna è un Dio azzurro un Dio d'Amore.
Il Cristo fu un buon pastore alla ricerca della pecorella smarrita, e
Krishna fu il pastore che chiamò a sé il suo gregge con il suono del
flauto. Come Gesù, scelse un luogo umile per nascere: la capanna
d'un pastore.
Come Gesù, nacque da una vergine: Devaki. E se Gesù percorse la
Palestina, egli seguì le rive del Gange per scuotere gli uomini dal
loro torpore, per far cadere i veli di Maya, l'illusione terrestre.
Guarda: vicino a quei meravigliosi fiori rosa che protendono le loro
corolle, a destra di quel grande albero laggiù, Krishna, sul
bassorilievo, sembra far danzare l'intera natura.
E vedi il Budda, lì, incarnato in Siddharta Gautama? Guarda il
gesto che fa con le due dita della mano destra alzate; non ti ricorda
niente?
Il Cristo?
Sì, proprio il Cristo Gesù; o, per dirla con i Cristiani, il Cristo che
insegna. Ma ciò che i Cristiani ignorano, è che l'indice e il medio
alzati in un gesto pieno di pace non stanno solo ad indicare
l'insegnamento. Il Cristo Gesù ed il Budda-Gautama fanno il segno
dell'esoterismo, ave un dito simbolizza il lato della dottrina noto a
tutti, e l'altro quello nascosto.
In giro per il mondo, potrai trovare dipinti e bassorilievi che
mostrano profeti e divinità in quest'atto di cui ben pochi conoscono
il significato profondo.
Meccanicamente, mi soffermo un po' meno a contemplare le statue
d'origine orientale: eppure sono innegabilmente belle. Il mio amico,
in silenzio, mi guarda passare davanti alle rappresentazioni di
divinità Indù, I Cinesi, Indonesiane...
Perché fai così? Dice ad un tratto. In che senso? Ho fatto qualcosa
che qui non si \ può fare? No, qui non c'è nulla di proibito! O
comunque niente di ciò che viene dettato da un'idea pura... Il solo
fatto d'avere un pensiero negativo, una cattiva intenzione,
basterebbe a riportarti giù al regno dei morti, e poi al tuo corpo
fisico. Quindi, la purezza d'intenti è una condizione necessaria alla
proiezione astrale.
Volevo solo che mi dicessi perché passavi davanti a quei
capolavori d'arte orientale senza fermarti a guardarli...
Ma forse non lo sai neppure tu ...
L'ho fatto meccanicamente; in realtà è un'arte che mi piace
moltissimo. -Ecco; è qui che ti volevo. Meccanicamente... Ci si
sofferma meno su ciò che si conosce già, o che si ha comunque
l'impressione di conoscere. Non sto parlando per te, e neppure
dell'essere che condivide le tue ricerche, ma vederti passare così in
fretta davanti a quelle statue mi fa venire in mente il fenomeno
dell'"orientalismo" che ha invaso l'Occidente in questi ultimi anni.
L'Europeo medio si è abituato all'immagine di Budda, Krishna e di
altre divinità asiatiche, ed ora come ora non ci fa più nemmeno
caso. Il fatto è che, nella maggior parte dei casi, si è trattato d'un
interesse dettato da uno snobismo intellettuale, dal desiderio di
seguire una moda.
Le entità che dirigono il mondo astrale sono al corrente di
moltissime faccende, anche di questioni che appartengono alla vita
quotidiana della Terra: hanno seguito con inquietudine lo sviluppo di
questa moda, e quindi non si stupiscono di vedere delle lampade
montate su una statua di Budda. Tuttavia, se ognuno guardasse ogni
giorno ciò che gli sta attorno con occhi nuovi, si eviterebbero molti
errori e soprattutto la noia, che svilisce ogni cosa...
Potrai tornare qui tutte le volte che vorrai, come ti ho detto; per
adesso, però, bisogna che tu ritorni nel mondo dei mortali, perché
se il tuo soggiorno qui dovesse prolungarsi troppo, la tua psiche
potrebbe risentirne. Ma prima che tu te ne vada ho ancora una cosa
da dirti: seguimi e ascolta attentamente. Vedi quell'enorme statua
che sembra di legno, dai tratti lievemente negroidi?
Si tratta d'una divinità di cui si parla poco, e che, in un certo
senso, è una divinità dimenticata: Manitù.
Ci sarà chi ne riderà di sicuro, quando racconterai questo
particolare agli uomini, perché da troppo tempo, ormai, gli Indiani
del Nord America vengono considerati un popolo sottosviluppato ed
invischiato nella superstizione.
Sappi, tuttavia, che il loro Manitù supremo ha lo stesso valore del
grande Rà degli Antichi Egizi, e non a caso: la razza rossa di certi
Indiani d'America discende da alcuni gruppi di sopravvissuti al
diluvio finale che sommerse l'Atlantide e buona parte delle civiltà
del globo; e, come sai, l'Egitto fu l'erede diretto degli Atlanti.
Manitù è dunque il Rà egizio, il sole Incalis di Atlantide, nonché il
Dio unico ed onnipotente che i missionari bianchi hanno voluto
imporre al continente americano.
Anche solo per questo fatto, credo valga la pena di farsi delle
domande, di imparare a mettere il naso fuori dal guscio
pazientemente intessuto intorno ad ognuno dalla cultura ristretta,
dalla piccola civiltà a cui appartiene...
«Ma è proprio quello che stiamo facendo ribatteranno i tuoi simili,
frastornati da quanto scriverete tu e tua moglie -, siamo nel XX
secolo!»
Gente del XX secolo, siete solo agli inizi! Anche solo un secolo fa
negavate fermamente che l'uomo potesse un giorno volare, ed oggi
che sapete volare, sostenete che non esiste una velocità superiore
alla velocità della luce: ma la supererete, ed imparerete che esiste
un Dio supremo ed unico sebbene vi accaniate a cancellarlo dai
vostri pensieri e dalle vostre dimostrazioni.
Maestro, dissi, prima di lasciarti vorrei farti ancora una domanda,
perché c'è un problema che non riesco a risolvere. Visitando questo
museo straordinario, mi hai mostrato i molteplici volti di Dio e dei
suoi inviati in ogni parte del mondo in millenni di storia, ma non ho
visto da nessuna parte le divinità dell'Antica Grecia e dell'Antica
Roma. Come si spiega?
Non c'è da stupirsi! Infatti, tranne Ermete, Apollo e pochi altri, gli
Dei dell'Antichità greco-romana sono dei falsi Dei: un giorno te ne
parlerò più a lungo. Sappi soltanto, per ora, che non nacquero
dall'immaginazione popolare come si potrebbe sostenere, ma che
furono persone in carne ed ossa, anche se non originarie del tuo
pianeta. Non furono però neppure messaggeri dell'Amore Divino, e
commisero sulla Terra moltissime nefandezze, dando lezioni di
perversità ad interi popoli.
Basta leggere la mitologia greca e romana per capire che non
potevano essere ambasciatori del Verbo ... Tuttavia ti assicuro che
la mitologia che ce li restituisce è molto interessante, tant'è che
quel grande riformatore ed unificatore della religione che fu Orfeo,
"colui che mostra la luce", deformò qui e là la loro storia per trarre
partito anche dalle loro azioni immorali, e dando loro, quindi, un
significato esoterico. Ecco perché bisogna soffermarsi su certi
racconti che parlano degli Argonauti, del Vello d'oro, di Ercole o
dello stesso Orfeo.
Un giorno bisognerà intraprendere un serio studio comparativo tra
i racconti d'ispirazione Orfica e quelli che si trovano presso altri
popoli nel mondo intero.
Ma ora devi andartene: vai, e scrivi! Ci rivedremo.
Il mio amico mi ha messo una mano sulla spalla, con un ampio
sorriso... Tutto svanisce...
I lettori avranno notato che il soggiorno del narratore sul piano
astrale superiore fu più lungo dei precedenti, avvenuti sul piano
astrale medio, il cosiddetto "regno dei morti"; il perché è semplice:
per comodità di lettura, abbiamo raccolto in questo capitolo le
testimonianze di diversi viaggi nell'astrale superiore. Infatti, come
già abbiamo detto, una sosta prolungata avrebbe comportato dei
rischi.
Alcuni di questi viaggi nell'astrale superiore sono avvenuti a
quattro, cinque giorni di distanza l'uno dall'altra, ma a parte
qualche dettaglio per così dire "tecnico", l'impressione che abbiamo
rileggendo questo capitolo è identica a quella che provammo allora.
Questo fatto suffraga quanto già è stato detto, ossia che il tempo
astrale non ha nulla a che vedere, o quasi, con quello terrestre.
Come ci venne confermato dalla guida, i giorni terrestri di intervallo
tra un viaggio e l'altro corrispondevano in astrale ad un'attesa di
una o due ore.
CAPITOLO VI
Una piramide-ospedale
La luce è sgorgata da ogni dove contemporaneamente, il cielo è
azzurro indaco. Sento cantare gli uccelli, e mi riportano alla vita. Mi
sento disteso su di una folta erbetta, con la colonna vertebrale a
stretto contatto con il suolo, un contatto così stretto che mi sembra
di riceverne energia. Stacco gli occhi dall'intensa volta celeste, e
poso lo sguardo sull'erba, prodigiosamente verde.
Ho gli occhi saturi di colore, e sento il bisogno di chiuderli.
Allora, che fai? Credevo volessi vedermi... anch'io ti ho chiamato!
Su, alzati: la tua coscienza non è più sulla Terra. Ancora pochi
secondi e vedrai meglio... ecco!
Come al solito accanto a me c'è la guida, che come sempre sfoggia
un ampio sorriso: da solo, vale un discorso pieno di bontà.
E pensare che la luce, qui, non è poi nemmeno tanto forte,
aggiunge con tono divertito.
Non vedi che siamo di nuovo nel regno dei morti?
Davvero mi chiedo se avresti retto il passaggio diretto dall'astrale
superiore a quest'altro piano.
Il mio amico mi guarda dritto negli occhi e, con aria maliziosa,
sembra dire: «Quello sì, che sarebbe stato un bello scherzo!»
Andiamo, non perdiamo tempo. Ciò che oggi ti mostrerò dovrebbe
interessarti.
Ci troviamo in un posto che pare un immenso parco, in cui crescono
in abbondanza i salici piangenti, o alberi simili; il tappeto erboso si
estende quasi a perdita d'occhio, cosparso di fiorellini simili a
coriandoli azzurri e gialli. In questo posto si distendono o giocano
esseri d'ogni età, vestiti nei modi più svariati.
Mi viene in mente che gli uomini che in questo preciso istante
vivono sulla Terra sarebbero felici di sapere che i loro cari
scomparsi conducono un'esistenza tanto serena.
Strano, dico alla guida, ho l'impressione di conoscerlo, questo
posto.
Non c'è da stupirsi: ci sei stato già molte volte!
Questo è il parco d'un ospedale, o per lo meno qualcosa di molto
simile! Il termine "ospedale" però non è il più appropriato, perché
ha una connotazione sinistra.
Come sai, dopo aver varcato le soglie della morte terrena, l'anima,
o corpo astrale, ha bisogno di riposo, di riprendere le forze; ecco
perché esistono gli ospedali astrali: vi si curano certe lesioni che il
corpo astrale può aver ricevuto.
L'ospedale che ti mostrerò si trova dietro ad una collinetta di
terra, al di là di quel boschetto; non è l'unico, sebbene non si possa
dire neppure che tutti gli altri gli assomiglino. Ciò che attira
l'attenzione non è il suo equipaggiamento, bensì la forma.
Oh, non aspettarti una forma sconosciuta, anzi, la conosci
benissimo: è una piramide.
Avrai notato con quanta attenzione gli scienziati della Terra, in
questi ultimi anni, esaminano le forme piramidali...
Questo è bene, ed è un segno dei tempi. Ma non ti preoccupare, non
mi metterò a spiegarti tutte le teorie matematiche che hanno a che
fare con la piramide: infatti, la cosa essenziale da ricordare è che
le sue proporzioni ne fanno un condensatore d'energia cosmica.
L'agente attivo più importante fra quelli che si concentrano in
questa forma è la luce astrale, con tutte le particelle di vita che
porta con sé: la sua forza, qui, è evidentemente molto maggiore che
sulla Terra, sebbene sulla Terra, come possibilità estrema, la luce
astrale possa richiamare in vita un corpo fisico, agendo dapprima
sul corpo astrale e poi sul corpo di carne ed ossa. Tutto questo
rientra nell'ordine delle cose, perché l'anima esiste prima della
carne, e non il contrario.
Furono gli inviati di un altro mondo che, in contatto con gli Atlanti,
costruirono la grande piramide egizia di Cheope; ci sono ricercatori
che cominciano ad averne il presentimento, ed i loro lavori vanno
incoraggiati: ben presto sotto la sabbia verranno scoperti dei testi
che daranno loro ragione, a discapito di certi archeologi con i
paraocchi e conservatori. Saranno testi importantissimi, molti dei
quali scritti in copto.
Specialmente un sovrano chiamato Zurad ha contribuito
all'edificazione di quella che viene chiamata la Grande Piramide,
agendo in base ad un ordine supra terrestre: questa piramide
dovrebbe essere la fiaccola dell'attuale civiltà umana, tant'è vero
che un giorno gli Antichi le diedero il nome di Al Ahram, ossia "la
luce" , e questo senza tener conto del colore bianco che
originariamente la ricopriva.
Gli uomini per ora hanno scoperto un fatto matematico riguardo a
questa costruzione: è stata edificata sulla base del cubito sacro,
misura peraltro usata dai Celti e da molti altri popoli, che
corrisponde a 0,635660 metri.
Tuttavia, ciò che non tutti i ricercatori hanno potuto vedere, o
voluto riconoscere, è che la somma delle diagonali della base è
25.800 pollici (il cubito è formato da 25 pollici). Ora, se ti ricordi,
25.800 sono gli anni che costituiscono il Grande Anno!
So benissimo che ti diranno, come già fecero con i ricercatori che
lo scoprirono, che si tratta di una semplice coincidenza, ma non
lasciarti influenzare: non è affatto così. Vieni piuttosto a vedere una
piramide dell'astrale.
So che non mi stancherò mai delle lezioni della mia guida.
Mi trovo obbligato a ricorrere quasi sempre al termine "guida"
perché, fino ad ora, non ci è stato dato di conoscere il nome di colui
che, d'altronde, consideriamo anche un amico. Mi è successo di
chiamarlo "Maestro", ma l'ho fatto in mancanza d'un appellativo più
adatto, perché so che non gli piace questo termine. Infatti, pensa
che ogni essere vivente, a qualsiasi regno appartenga, è uguale agli
altri agli occhi del Creatore. Egli vede tutti gli esseri solo come più
o meno esperti, più o meno avanzati lungo la strada che conduce allo
Spirito.
In una verdeggiante conca del parco, ci appare la piramide che
fieramente staglia il suo culmine nell'azzurro...
Bellezza strana e prodigiosa!
Come tutti gli edifici del mondo astrale, le sue pareti sono fatte
d'una materia che non saprei definire: qui non si tratta di qualcosa
di simile al cristallo, ma d'un materiale che mi fa pensare
all'alluminio, e che risplende di mille fuochi sotto una luce che
scaturisce contemporaneamente da ogni dove, tenue e penetrante.
C'è davvero tanta gente, qui, dico nel vedere decine di persone
entrare e uscire dall'edificio da un'alta porta triangolare.
-Oh, in generale, subito dopo aver concluso una vita terrena, fa
piuttosto bene star qui per un po'; è per questo che vedi tutto quel
va e vieni. Ma seguimi ancora un poco, e ti condurrò dentro alla
piramide.
Ti ricordo di non stupirti del comportamento di tutte le entità che
incontrerai sulla tua strada, perché non potranno vederti.
Seguo lentamente la guida che scende con passo sicuro lungo il
breve dislivello che ancora ci separa dalla porta d'entrata. Poi
varca la soglia triangolare, e devo dire che provo una strana
sensazione a seguirne le orme là dentro. Ma perché? Forse una vaga
reminiscenza di simili momenti già vissuti? Deve essere così. Nel
breve volgere d'un istante, tutto il mio passato, le mie vite
anteriori, i miei dolori e le mie gioie, le mie prove, i miei successi e
le mie morti, tutto mi sembra chiaro: per un attimo ho capito tutto,
ma un secondo dopo quel tutto è già svanito, lasciandomi uno strano
vuoto nella memoria.
Sarà già l'effetto della piramide che si fa sentire?
Come vedi, dice il mio amico, i corridoi d'accesso alle stanze
interne non sono orizzontali, proprio come nelle piramidi egizie. Ciò
che più importa nelle stanze terapeutiche, non è né la simmetria né
una disposizione o una forma più o meno razionale, ma la posizione
che occupano rispetto all'insieme dell'edificio.
Grazie all'irradiamento cosmico ed astrale che la piramide
concentra, non c'è un solo punto simile all'altro, cosicché ogni
stanza ha il suo impiego particolare, e la si usa per un tipo di cura
piuttosto che per un altro. Le lesioni più gravi del corpo astrale
vengono curate nella grande sala che è anche quella più in alto,
quella che sulla Terra gli uomini hanno chiamato."la camera reale".
In essa vengono rigenerati i corpi astrali di coloro che, durante la
vita terrestre, si sono dati al bere o alla droga: la visiterai fra
poco. Imbocchiamo un corridoio che scende all'infinito, di quando in
quando attraversato da gallerie dalle più svariate forme e
dimensioni: ve ne sono a sezione quadrata, triangolare,
trapezoidale, ma ciò che più mi colpisce è il silenzio straordinario,
senza però che nulla sia triste o pesante. Che ospedale strano... si
direbbe piuttosto un santuario. Uomini e donne indossano una lunga
veste blu, e svolgono i loro compiti con volto sereno.
Hai ragione, mi dice la guida volgendosi verso di me; è più un
santuario che un ospedale: il termine è più appropriato. Per il
momento ti conduco lungo i corridoi perché tu possa scoprire com'è
organizzato questo luogo, ma fra poco, per fare più in fretta,
useremo il teletrasporto astrale.
Entra qui con me: in questa sala non c'è nessuno. Così potrò
spiegarti certe cose senza che tu venga distratto.
Penetriamo in una stanza abbastanza vasta: circa cinquanta metri
quadri. L'aria, per quanto questo sia in astrale un termine
improprio, sembra più leggera e più fresca che nelle gallerie di
accesso.
Al centro della sala troneggia un parallelepipedo bianco grande
quanto un grosso tavolo. I muri sembrano d'un bianco e d'un azzurro
trasparenti, ma le parole sono probabilmente mal scelte perché so
bene che, sulla Terra, non potrei mai trovare tinte simili... tinte
che, da sole, danno vita a quel luogo.
Il mio orecchio percepisce lievissimi sibili, senza che io riesca a
distinguere da dove provengano o ad immaginarne la causa.
Quello che ti sembra un blocco di pietra bianca è in realtà un
tavolo, dice la mia guida. Si tratta d'una specie di tavolo operatorio,
e come vedi è abbastanza grande perché un uomo possa sdraiarvisi.
Ma li hai visti, quei grossi pulsanti su questo lato del tavolo? Ce ne
sono di rossi e di verdi, e ti dirò a cosa servono. Ma prima bisogna
che ti faccia, diciamo, un breve corso sull'origine delle malattie.
Sappi, per cominciare, che ogni malattia, qualsiasi essa sia, è
prima di tutto una malattia dell'Aura, o più precisamente del corpo
astrale.
Sai già che è il corpo astrale che trasmette il suo influsso vitale al
corpo, permettendogli di svilupparsi. .. Ma, se vogliamo, la cosa si
può mettere in quest'altro modo: il corpo astrale vive sia sul piano
astrale che su quello mentale, e puoi immaginare quanto il mondo
mentale d'un individuo possa influenzarne il corpo fisico.
Anche una semplice stanchezza è una malattia mentale... ma
attenzione: quando dico "mentale", non intendo affatto dire che essa
abbia a che fare con l'equilibrio psichico dell'individuo.
Per parlare in termini più terra-terra o più prosaici, lo stato fisico
è legato alla corrente del morale (giù di corda o alle stelle) che un
individuo si crea intorno in ogni istante della vita; a tutto questo
bisogna poi aggiungere l'influenza della corrente karmica.
Ti ho già detto che l'uomo, come d'altronde l'intero universo, è
retto da un dinamismo binario, ovvero, se preferisci, dalla legge del
positivo e del negativo. Poi mi hai seguito attentamente quando ti ho
detto che l'uomo è costruito secondo una struttura ternaria, e non ti
è sfuggita l'importanza del numero tre.
Questo dinamismo e questa struttura sono altrettanto reali sul
piano astrale quanto sul piano fisico propriamente detto, e la
risultante di questo fatto è che, con l'anima come intermediario,
ogni malattia è la conseguenza d'una interruzione dell'armonia tra i
ritmi binari e le strutture ternarie d'un organismo. A livello
planetario ed universale, vale sempre la stessa dimostrazione.
Ci sono mondi malati, mondi che sono giunti alla loro morte fisica:
un universo è un corpo vivo, e in quanto tale è dotato d'un'Anima e
d'uno Spirito. I mondi ed i pianeti sono i suoi organi, ma a loro volta
questi mondi e pianeti sono dei corpi, anch'essi con un'Anima ed uno
Spirito. Queste verità sono note agli alchimisti di tutti i tempi e di
tutti i Paesi.
La Terra, in questo suo ciclo attuale, è oggi un organo ed un
organismo malato, ancor più malato perché gli uomini che ne
popolano la superficie lo corrodono con i peggiori acidi possibili:
l'odio e l'egoismo.
Ma questo ci porta lontani dal nostro argomento.
Dicevo che è l'anima che soffre, prima del corpo; partendo da
questa constatazione, tutte le cure devono convergere verso il corpo
astrale, almeno idealmente... perché sulla Terra si è ancora ben
lontani dal poter insegnare correntemente questi metodi curativi.
Eppure su molti pianeti tutto questo è banale, mentre su altri, un
po' meno avanzati dei precedenti, ci si serve di una medicina che sta
a metà strada fra questo genere di terapia e la medicina terrestre.
Vedrai che in astrale, per mezzo degli strumenti che ti mostrerò, si
cura soltanto il corpo astrale, perché si ha a che fare solo con
questo.
Il corpo fisico ed il suo doppio astrale o mentale sono dotati di
punti speciali dai quali dipende l'essenziale della loro salute.
Ah! Esclama d'un tratto la guida mettendo da parte la sua aria
seria, ho capito a cosa pensi! Stai pensando ai punti dell'agopuntura
cinese!
Sì, proprio così; non è forse di quelli, che stai parlando?
No, non proprio. I punti di agopuntura hanno un certo rapporto con
i punti del corpo astrale, ma in modo abbastanza indiretto.
I punti di agopuntura in generale sono più legati al magnetismo
cosmico ed al magnetismo terrestre che al piano astrale
propriamente detto. Questo carattere cosmico della medicina cinese
trova d'altronde conferma nei numerosi punti principali da essa
scoperti nel corpo: trecentosessantacinque, come i giorni terrestri,
suddivisi in dodici categorie, secondo i dodici mesi dell'anno.
Non è dunque di questo che vorrei parlare, ma dei punti che si
trovano lungo la colonna vertebrale, e che sono sette, come le note
fondamentali della scala musicale, a cui, d'altronde, corrispondono.
Ci sono diverse classificazioni, ma la più semplice è probabilmente
quella che va dal basso verso l'alto, ossia dalla base della colonna
vertebrale alla sommità del capo seguendo il percorso del midollo
spinale.
A dire il vero sono stato un po' schematico, perché solo sei di
questi punti si trovano davvero lungo la spina dorsale; il settimo è
proprio in cima alla scatola cranica.
Gli Indù, che non sono però i soli a prenderli in considerazione, li
chiamano "chakra", ossia "ruote"; ma, usando un linguaggio
immaginifico, talvolta vengono detti anche "Loto", e ad ogni Loto
viene assegnato un diverso numero di petali a seconda del posto che
occupa.
Il primo chakra è legato al principio della Terra, e si trova
all'altezza del coccige: un'incredibile forza vi è contenuta, avvolta
su se stessa, la Kundalini. È quella che viene utilizzata, anche se
molto parzialmente, durante l'atto sessuale.
La Kundalini ha avuto un ruolo molto particolare nella storia
dell'umanità: in questo punto si concentra tutta la forza dell'asse
cerebro-spinale, arrotolata come un serpente, che agisce sui
cosiddetti nervi sacrali. È questo, il serpente che dobbiamo
riconoscere nella Genesi, ricordatelo bene! Il serpente dei tempi
biblici è la forza bestiale istintiva e puramente sessuale che domina
l'uomo, ed i sessi sono simbolizzati dalla mela. Ma non farti l'idea,
per questo, che l'atto carnale sia malvagio: lo diventa solo se
praticato senza amore.
Probabilmente hai già sentito parlare del Tantra Yoga: in questi
anni è diventato di moda, non tanto perché si tratta d'una forma di
yoga quanto perché concerne la sessualità, ma il Tantra-Yoga, se
ben compreso, si propone di raggiungere il livello supremo di
coscienza per mezzo della forza controllata della Kundalini. È una
via praticabile come molte altre, ma, personalmente, ritengo che
comporti parecchi rischi.
A proposito..di questo primo chakra, sappi che è particolarmente
sensibile alle influenze lunari.
Stai ben attento, perché la scienza delle ruote e dei loto è
estremamente importante per l'uomo, sia per il corpo che per
l'anima.
Con queste parole, il mio amico si dirige verso uno dei muri della
sala che mi era parso d'un materiale un po' diverso da quello delle
altre pareti; lo sfiora con la mano in un punto preciso, ed ecco che
ne scaturisce una vivida luce bianca, da cui emerge in un batter
d'occhio una sagoma umana.
Non stupirti della presenza di questo quadro luminoso.
Questa sala, di quando in quando, viene usata per studiare: certe
entità che furono medici sulla Terra desiderano poi perfezionarsi, e
possono continuare ad esercitare la loro arte in astrale, ove entità
specializzate insegnano loro, in luoghi come questo, quali sono le
cure da dedicare al corpo astrale e quindi la scienza dei chakra.
Guarda "bene la sagoma luminosa che è appena apparsa: porta su
di sé un riassunto completo della scienza dei loto, e vi si vede
distintamente l'asse cerebro-spinale con i suoi grandi centri
magnetici ed i loro corrispettivi nel cosmo e nell'organismo.
Il secondo chakra si trova all'altezza delle vertebre sacrali, ed
esso corrisponde all'elemento acqua: le malattie reumatiche
potrebbero essere curate mediante questo centro nervoso e
magnetico. Se la forza, e soprattutto la vitalità sessuale, si
concentrano nel primo chakra, il desiderio carnale si crea a livello
del secondo.
Risalendo lungo la colonna vertebrale, vediamo, all'altezza delle
vertebre lombari, il terzo plesso del midollo spinale: quello del
fuoco, perennemente in contatto con le onde emesse dal pianeta
Venereo Sorvolerò sul quarto chakra, che presiede essenzialmente
al tatto, per passare al quinto chakra: questo è direttamente di
fronte agli organi della gola e controlla tutte le funzioni della
bocca, dalla deglutizione alla parola, sebbene, vedi, il suo ruolo non
si limiti a questo.
Infatti, esso riceve ed immagazzina una delle forze motrici
dell'universo, l'Etere, per mezzo del sesto chakra.
Questo etere d'ordine spirituale, e poi astrale, forma e rigenera le
particelle vitali dell'organismo; la persona che, con tecniche
appropriate, riesce a sviluppare il proprio livello di coscienza fino a
quello che viene chiamato il quinto loto, può, propriamente
parlando, nutrirsi di energia vitale cosmica. Il sole, allora, lo nutre
davvero.
Ora capisci meglio perché i popoli dei tempi antichi (Atlanti, Egizi,
Indiani del Sud America e del Centro America) veneravano il disco
solare!
Ora soffermiamoci sul sesto plesso, molto più ricco dei precedenti;
si trova alla base della nuca, e ti dico subito qual è il suo principale
interesse: si tratta del chakra dello Spirito, ed è per mezzo di esso
che la coscienza umana riesce a comunicare con il suo superiore ad
spezzare la catena delle reincarnazioni.
È il centro della coscienza spirituale, e si trova in rapporto
permanente con:il bulbo cefalo-rachidiano: ti ricordo che questo
bulbo, negli umani, presiede alla circolazione sanguigna e alla
respirazione.
Adesso capisco perché mi hai parlato così a lungo della
respirazione yogica, della funzione sanguigna, di tutto quanto
riguarda il soffio di vita che penetra nell'organismo, il "pràna".
Sì, il collegamento che hai fatto è giusto, dice la guida con aria
soddisfatta. Vedo che non hai dimenticato, ma continua ad
ascoltarmi ugualmente.
Appoggia il dito sul tabellone luminoso all'altezza della nuca della
sagoma, ed aggiunge: Il canale di collegamento tra il bulbo
cefalorachidiano ed il sesto chakra, alla base della nuca, è
particolarmente sensibile al fluido vitale cosmico che permea gli
universi; questa vibrazione, che è contemporaneamente luce, luce
dello Spirito, ha dato origine alla luce dell'anima, all'astrale,
all'Etere, all"'Akash"; è l'amen e l'auminiziale.
Rifletti sul ruolo del quinto e del sesto chakra, e appena avrai
reintegrato il tuo corpo fisico fa' tutto il possibile perché gli uomini
meditino su queste parole del Cristo Gesù (Matteo 4, 4):
«Sta scritto: non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che
esce dalla bocca di Dio; ecco il nutrimento sostanziale per coloro
che sapranno riceverlo.»
Il Cristo Gesù non parlava per immagini in quel momento, ma
evocava l'esistenza d'un nutrimento che si concretizza per colui che
sa vederlo e che sa lasciarlo venire a sé.
Sulla Terra, attualmente, vi sono ancora esseri che si nutrono di
energia cosmica, Gli scettici si chiederanno perché non sia
possibile vederli, perché non si manifestino: semplicemente perché
la comunione con lo Spirito può realizzarsi soltanto con il rifiuto
d'ogni idea di pubblicità. Non è mica un numero da circo!
Gli uomini, forse, ti risponderanno che questa non è una ragione
sufficiente, eppure lo è. Un giorno capiranno il perché. Ma ti ho
detto che i chakra sono sette, e non sei; il settimo, però, ha un
posto speciale perché non si trova lungo la colonna vertebrale ma
sulla sommità del capo, così come la sua apertura corona la sommità
d'una vita terrena.
Quando cade la scorza che avvolge la settima ruota, l'essere umano
ritrova la sua personalità originale, quella che fa di lui uno Spirito.
Allora si apre il settimo chakra, quello del cervello, il "loto dai mille
petali", sede della coscienza cristica che sonnecchia in ogni
individuo.
La coscienza eristica è la coscienza illuminata ed infinita, riflesso
dell'intelligenza perfetta, sorta dai misteri insondabili del non-
creato.
Il "loto dai mille petali" comunica con l'esterno per mezzo del
centro spirituale situato alla radice del naso, tra gli occhi, noto a
tutti come''terzo occhio".
Soprattutto non bisogna dire «è induista, è buddista», perché non è
vero: è semplicemente universale, come sanno gli iniziati di tutte le
religioni, compresi Musulmani e Cristiani.
Ascolta Luca, il discepolo del Cristo Gesù: «La lucerna del tuo
corpo è il tuo occhio. Se il tuo occhio è semplice \ anche il tuo
corpo è illuminato, ma se il tuo occhio è guasto, anche tutto il tuo
corpo è tenebroso. Stai attento dunque che la luce che è in te, non
sia tenebre! Se dunque tutto quanto il tuo corpo è illuminato, senza
alcuna parte oscura, sarà illuminato completamente, come quando la
lucerna ti illumina col suo splendore». (Luca Il, 34-36)
Il buon senso della gente, sostenuto dal vago ricordo d'una
conoscenza anteriore, ha fatto del terzo occhio la sede
dell'intuizione. Lo hanno chiamato anche "Stella d'Oriente" oppure
"occhio di Shiva", Shiva il distruttore del mondo illusorio, colui che
spezza la ruota karmica.
La colomba che discende su Gesù, nel Giordano, per fare di lui il
Cristo Gesù, è l'allegoria del terzo occhio.
L'apertura del settimo chakra corrisponde ad un'esplosione
psichica nell'organismo d'ogni individuo nel quale essa venga
praticata.
Ora, guarda sotto un altro punto di vista il tabellone che hai
davanti agli occhi: guarda le due linee, una rossa e una verde, che
vanno dal primo al sesto plesso, a destra e a sinistra della colonna
vertebrale. In esse circola in continuazione un'energia dotata d'una
doppia polarità che le consente di orientare in modo binario i sei
chakra che nutre e collega tra loro. Ogni chakra ha un polo positivo
ed uno negativo, cosicché il midollo spinale comprende dodici poli,
di cui sei ascendenti e sei discendenti.
Suppongo che questo ti chiarisca meglio le relazioni tra corpo
umano e Cosmo, perché i dodici poli sono in rapporto con i dodici
segni dello Zodiaco, sei in fase ascendente (dall'inizio della
primavera alla fine dell'estate) e sei in fase discendente (dall'inizio
dell'autunno alla fine dell'inverno). Forse che l'uomo non è già, di
per sé, un universo? Ha un suo sistema siderale ed i suoi pianeti
interni, strettamente dipendenti dal disco solare rappresentato
proprio dal "Loto dai mille petali di luce".
Nel concludere la frase la guida si volge bruscamente e fissa la
porta da cui siamo entrati; imito il suo gesto, ma non vedo nulla.
L'attesa, però, non è molto lunga, ed un essere con parvenze umane
penetra nella sala, dirigendosi verso di me. Come gli altri, ha un'età
indefinibile, i capelli di media lunghezza, ed una lunga veste
azzurra.
D'un tratto resto col fiato sospeso, frastornato e moralmente
scosso da quello che sta succedendo: in men che non si dica,
l'entità mi è passata attraverso, continuando la sua strada: uno
strano brivido mi ha percorso, nel breve istante in cui i suoi atomi si
sono intercalati ai miei, e mi tornano in mente allora le parole del
mio amico: «Non dimenticarti che tu non sei dei loro. Tu li vedi, ma
loro non possono vederti. Non vibri esattamente sulla loro stessa
frequenza, ed i tuoi atomi si mescolano ai loro come quelli del sale
si mescolano all'acqua per formare il mare.»
L'essere dal volto oblungo mi guarda, un po' curioso e un po'
divertito, in attesa d'una reazione. Gli sorrido: sa che ho capito.
L'entità dalla veste azzurra si è diretta verso lo schermo luminoso,
e l'ha spento con un gesto meccanico.
Vedo il mio amico alzare il braccio quasi teso all'altezza del mio
volto, ed allargare lentamente le dita della mano tendendo il palmo
in avanti: la luce ricompare Istantaneamente sullo schermo, e
vedendola, l'entità che ancora non ha avuto il tempo di uscire dalla
stanza si ferma di botto. La vedo immergersi in se stessa ed ecco
che compie lo stesso gesto della guida: anzi, quasi lo stesso, perché
non ne ha l'ampiezza, in quanto se la posizione delle dita è la
medesima, il braccio non s'è allontanato affatto dal corpo.
Con lo sguardo scandaglia lentamente la sala, poi un sorriso gli
nasce negli occhi, per poi affiorargli sulle labbra... tutto il suo
volto s'è illuminato, e senza una parola si dirige verso la porta ed
esce.
Anche la mia guida tace, né sento il bisogno d'interrogarlo: so che
quell'essere ha capito che era presente In quel luogo un'entità
dell'astrale superiore, e ora so anche che il mio amico usa i suoi
poteri a distanza soltanto in casi rarissimi e ben determinati. Non
spreca mai un'energia che sa essere preziosa e di origine divina.
Se, per accendere la luce, gli basta premere il pulsante, premerà Il
pulsante: non farà nessuna azione spettacolare con lo scopo di
dimostrare i suoi poteri. Un giorno durante uno dei nostri primi
incontri, ricordo che mi disse: «Non dissipare la tua energia in
discorsi sterili non cercare di convincere con ogni mezzo chi non
può'essere convinto. Allo stesso modo, se lo Spirito divino t'ha fatto
dono d'un potere, non usarlo per dar prova delle tue capacità, ma
conserva la tua forza per il giorno in cui ne avrai bisogno, o altri ne
avranno bisogno. Se non agirai come ti dico, sarai svilito così come
la tua stessa forza, e agli occhi di tutti sarai solo più un
prestigiatore venuto ad aggiungersi ai tanti che già ci sono, uno che
gioca dei tiri ben congegnati e per il quale si spera solo questo: di
poterlo prendere in castagna.»
La sala-studio è immersa nel silenzio, e la guida sembra aspettare
che rivolga tutta la mia attenzione a quanto sta per dirmi.
Su, bisogna finire ciò che avevamo cominciato... non ne avremo per
molto; riconosco che la mia spiegazione è stata un po' arida...
.Ovviamente Gesù conosceva a fondo la scienza dei chakra; dopo la
resurrezione, trascorse un lungo periodo sulla Terra a insegnare ai
discepoli quella che oggi il mondo conosce col termine di "disciplina
yogica".
Insegnò loro come fare circolare l'energia vitale lungo la colonna
vertebrale per mezzo della respirazione e della concentrazione, e
come aprire alla vita cosciente ognuno dei loro chakra, per
ottenere, in comunione con lo Spirito, diversi poteri su loro stessi,
sulla natura e sugli altri. Da quel momento, la fede dei discepoli del
Cristo Gesù non fu più una fede cieca, ma si trasformò in fede
agente sotto l'influsso della conoscenza.
A questo proposito, i due che meglio compresero l'insegnamento
del Maestro furono Paolo e Giovanni: potrei parlatene a lungo, ma ci
sono tante altre cose da dire...
Però è necessario che tu conosca alcuni punti riguardanti uno dei
testi più esoterici del Cristianesimo: l’Apocalisse.
Essa venne scritta proprio dal discepolo Giovanni, e non da un
altro Giovanni come sostengono certuni. Giovanni cita in essa la
scienza dei sette loto, e gli uomini farebbero bene a rileggere il
passo in cui si parla del «senso misterioso delle sette stelle»
(Apocalisse 1, 20) che rappresenta, al più elevato livello di lettura,
il mistero delle sette ruote di luce. Secondo questo "mistero", il
Cristo Gesù ha insegnato ai discepoli una tecnica per metà
fisiologica e per metà psichica, il cui scopo era, per quanto
sorprendente questo possa sembrare agli occhi di certi scienziati,
la soppressione della carbo emoglobina dal sangue a vantaggio
dell'ossiemoglobina. In altri termini, si tratta d'un metodo per
sostituire con dell'ossigeno il gas carbonico presente nel sangue:
questo permette all'organismo d'essere imbevuto di atomi di
ossigeno, ed essi creano una forza potente che percorre il midollo
spinale.
Questa tecnica, applicata al massimo grado di perfezione, permette
una metamorfosi totale delle cellule dell'organismo, che diventano,
di per sé, pura e semplice forza energetica; e ciò permette di
comprendere, tanto per cominciare, il principio del teletrasporto del
corpo fisico.
Se ricordi, ti ho già detto che in generale la materia è caricata
negativamente, e ammetterai che il corpo fisico va incluso nella
materia.
Sì, dissi, quindi i tessuti dell'organismo umano hanno una polarità
negativa.
Esatto, ed è dovuta all'eccesso di gas carbonico nel sangue.
Tuttavia c'è un'eccezione, ed è qui che la faccenda si fa
interessante; tutto il corpo è caricato negativamente, tranne... il
cervello ed i suoi ausiliari, nel sistema nervoso, che invece sono
dotati d'una polarità assolutamente positiva. Infatti, sono stracolmi
d'ossigeno, dunque di luce, di particelle di vita. Questo fatto venne
osservato dagli Americani pochi anni prima dell'ultima guerra
mondiale, e gli studi in questa direzione devono continuare, a
massimo beneficio dell'intero genere umano. Sicuramente il Cristo
Gesù, i suoi apostoli e gli iniziati orientali non furono i soli
detentori della tecnica delle sette stelle: in un'epoca non lontana
dalla tua, in Occidente, vi furono persone che praticarono la scienza
dei chakra senza neppure conoscerli, tanto era forte la loro sete di
divinità... Penso a Teresa Neumann, che si nutriva della forza che
attiva il motore cosmico, quella del quinto chakra, quella della luce
del sole, della luce dell'Etere...
Ormai avrai indovinato probabilmente che quel tavolo, in mezzo alla
stanza, è un tavolo addetto alla cura; vi si fanno sdraiare i pazienti,
e per mezzo dei tasti multicolori che hai visto si può regolare la
frequenza delle vibrazioni che il piano del tavolo è in grado di
emettere in corrispondenza dei vari chakra, secondo il volere del
medico, ossia secondo le necessità dei malati.
Ma basta, per ora: prendimi per mano e saliamo.
Afferro la mano del mio amico e di colpo mi pare che ogni
percezione scompaia; alla mia volontà si è sostituita quella della
guida, e mi sento risucchiare verso l'alto della stanza con
straordinaria velocità, ma anche con una straordinaria dolcezza.
Vengo avvolto da un turbine di luce, ed ecco che tutto finisce ... è
cambiato il fondale.
Sento alle spalle una voce che dice:
Bisognerà comunque che ti abitui a questo mezzo di locomozione;
pensare di trovarti là dove vorresti essere... il segreto è tutto qui.
Niente di più semplice. Non faccio a tempo a riprendermi dal viaggio
che già la guida ha percorso la vasta stanza in cui ci troviamo ora;
ha forma rettangolare ed un'area di una cinquantina di metri quadri,
anche se non saprei dirne con esattezza le proporzioni. Questa volta
non siamo soli: l'atmosfera è quella d'un luogo in cui ferve il lavoro.
Qui, le entità che si occupano delle cure lavorano a turno sostiene
la guida: siamo nella stanza situata più in alto all'interno della
piramide, e qui le radiazioni sono potentissime, ragion per cui si
raccomanda di non lavorarci per più d'una giornata di quando in
quando, se non altro quando si è ad uno stadio di evoluzione
spirituale che non supera quello di questo piano. E, naturalmente,
parlo di giornate astrali.
A prima vista, questa mi sembra una replica della stanza di prima,
tranne che per il colore dorato delle pareti: la loro trasparenza pare
avere virtù calmanti. Poi, la mia attenzione si focalizza su
qualcos'altro: anche qui, c'è un blocco che pare di pietra e che
troneggia nel bel mezzo della sala, sebbene questa volta non si
tratti d'un tavolo.
È un baule!
La guida ha fatto risuonare in me questo termine con insistenza.
Puoi avvicinarti. ..
Ma non riesco ad abituarmi facilmente alla vista degli esseri
affaccendati che vanno e vengono intorno a noi, ignorando la nostra
presenza. Bisogna che la guida muova il primo passo verso il centro
della sala perché, infine, mi decida a fare un movimento: è allora
soltanto che riesco a vedere per terra, tutt'intorno al baule
centrale, delle piccole piramidi gialle di circa dieci centimetri
d'altezza. Mi metto a contarle meccanicamente: sono dodici.
Sì, dodici, ripete il mio amico; dodici come i mesi dell'anno
terrestre, dodici come i dodici segni dello Zodiaco, come i dodici
salvatori di ognuno dei cicli dell'umanità, come i dodici apostoli del
Cristo Gesù, ed i dodici pani azimi delle dodici tribù d'Israele.
Dodici fu il numero dell'universo per Pitagora, e dodici furono i
comandamenti di Mosè.
Vi furono dodici comandamenti?
Sì; qualcuno, sulla Terra, lo sa già. Mosè inizialmente svelò dodici
comandamenti,ma gli ultimi due, di natura più esoterica dei primi
dieci, vennero rapidamente sottratti alla conoscenza di tutti; il loro
insegnamento rischiava di essere frainteso. Fra tre o quattro secoli,
forse, se l'uomo esce vittorioso dalla nascita
dell’"Acquario",verranno rivelati i due comandamenti misteriosi.
Ma ora lascia perdere le piramidi, e concentra l'attenzione sul
baule; guarda le sue pareti, come sono spesse... sono rosse come
quelle del cofano della Grande Piramide d'Egitto. Qui non sono di
granito, ma d'un materiale ideale, nato dal pensiero di elevate entità
astrali.
Sulla Terra vi sono ancora molti specialisti che credono che il
cofano della Grande Piramide, che è quasi uguale a questo, sia stato
costruito per servire da sarcofago, o qualcosa di simile. Niente
affatto! Un essere umano dotato di poteri sensitivi più sviluppati
della media provi a sdraiarvisi, e si renderà facilmente conto
dell'intensità delle forze concentrate in quel luogo. Delle sedute
terapeutiche praticate con regolarità e sotto controllo nel cofano
che hai davanti agli occhi rigenerano in modo prodigioso l'organismo
astrale gravemente danneggiato, e le dodici piramidi hanno solo un
ruolo secondario che non credo sia necessario spiegarti.
Andiamo, ora! Non abbiamo più niente da fare in questo posto. Hai
poco tempo, tu. Devi riferire tutto questo agli uomini senza omettere
i particolari. Tu e la persona che lavora con te, dovrete provocare la
riflessione fintanto che potrete.
CAPITOLO VII
«Bisogna che molti di loro si ricordino d'esser
stati un tempo degli Atlanti»
I nostri piedi smuovono una sabbia calda e sfaccettata, che
risplende alla luce penetrante del cosmo astrale.
A pochi metri di distanza, onde dai riflessi rosa e verdi si stirano
lentamente nel mare. La laguna è deserta, selvaggia, quieta...
paesaggio dell'alba dei Tempi, natura della natura, specchio che
riflette il volto dell'Essere Unico.
Morte le fabbriche e le auto, lontano il vociare della folla e il
passo cadenzato delle sfilate militari... la mia volontà ha scacciato
il vecchio universo in piena eresia.
Dove abiti, Maestro? Mi fai girare tutto l'universo dell'anima, mi
racconti la storia degli uomini, della loro Terra, del loro esilio, fra
poco mi parlerai dei mondi.
Ma tu, dove stai?
Sei venuto a casa mia, l'altro giorno... Ti ricordi di quella giungla
dai profumi inebrianti e dai fiori giganteschi?
Abito lì, ed anche nell'universo superiore dell'Anima.
No, non esserne sorpreso: non ho una casa né di pietra né di legno,
perché la mia dimora è quella che mi offre la luce dello Spirito e
dell'astrale dei piani elevati...
Un riparo? ... E perché? Da che dovrei ripararmi? I millenni mi
hanno affrancato dal corpo. Che dovrei temere?
Ho scelto ancora per un po' questa vita per portare a termine una
missione che il mio corpo fisico aveva intrapreso; poi, mi avvicinerò
al Padre infinito e ad un altro me stesso. Come anche tutti i fratelli
dell'astrale superiore, che me ne farei d'una casa? Per riposarmi?
Credi forse che il riposo sia necessario?
La mia stanchezza è morta insieme alla carne, e la mia casa è
l'astrale elevato degli uomini, e domani sarà l'universo perché la
casa di Dio è l'universo.
Ma il tuo aspetto, però ... Non assomigli a nessuno di coloro che ho
incontrato fino ad ora in astrale.
Sai che non sono della Terra, e che nacqui su un pianeta
lontanissimo dal tuo. Ma so cosa vuoi dire: che è strano non aver
visto mai nessuno dei miei simili tra gli uomini dell'astrale...
Non ne troverai nessuno, nel regno dei morti; solo pochi di essi
collaborano al "governo" dell'intero universo astrale e, in realtà,
sono in rapporto con i piani elevati dell'astrale del loro pianeta
d'origine, con le accade anche a me di quando in quando. Quindi,
per svolgere il nostro compito, non stiamo nell'astrale del nostro
mondo d'origine.
Devi imparare che non c'è un solo astrale, ma molti, e che ogni
mondo, ogni pianeta, ha il suo. Ogni corpo materiale vivente e
visibile, è il riflesso d'un corpo invisibile.
L'uomo ha scoperto un universo in un atomo, ed ora deve scoprire
che la vita scorre nelle vene dell'universo.
Voglio che te ne renda conto da solo; è necessario che tu faccia
ritorno sulla Terra senza rientrare nel corpo.
Devi planare su di esso per un attimo, quindi lanciarti nello Spazio,
e salire su, molto molto in alto, al di là degli strati atmosferici, e
guardare Eretz, la Terra d'origine.
Il mio amico mi guarda negli occhi, ed è come se calasse il sipario:
il mio corpo riposa sotto di me immerso in un sonno profondo, quasi
ipnotico. È perfettamente immobile. «Plana per un istante, riposati.»
Mi tornano in mente le parole della guida: «Sali; là volontà è il tuo
motore.»
Faticosamente il corpo astrale si è stabilizzato, e comincia
l'ascensione: divento tutt'uno col soffitto della camera e poi me lo
lascio alle spalle. Chiudo gli occhi, rifugiandomi in me stesso e
concentrando tutta la forza della mia volontà. Mi pare di venir
proiettato in avanti con forza inaudita, ma non provo nessuna
sensazione fisica.
D'un tratto, riecheggia in me la voce della guida:
Apri gli occhi, lascia da parte ogni apprensione, altrimenti tornerai
indietro nel corpo violentemente.
La vista è straordinaria: davanti a me si trova una massa enorme,
con la superficie cosparsa di macchie bianche, grigie e color ocra;
alzo un po' gli occhi e distinguo un contorno ricurvo ... È la Terra!
La Terra, come solo un cosmonauta potrebbe vederla!
Dall'ombelico si allunga verso la massa imponente una sottile
striscia di fumo grigio, che pare tesa e vibrante: è la mia "corda
d'argento", mi dico; è lei, che mi unisce al corpo fisico, ed è lei
che, un giorno, il giorno in cui il cuore cesserà di battere, si
dissolverà lentamente nell'Etere rendendomi pienamente la mia
libertà.
Non sei ancora arrivato, sali ancora, sei troppo vicino, dice la
voce.
L'ascensione riprende; le mie braccia aderiscono al corpo
meccanicamente, mentre cerco di non pensare a niente tanto sento
gli effetti dell'accelerazione. C'è come un vuoto, lì dove nasce la
piccola luminosità grigia che si allunga indefinitamente, sempre
rinnovandosi.
Sì, così può andare. Una grossa palla è sospesa, leggera, sopra di
me, nello spazio; ha riflessi azzurri e color ocra.
Qui regna una quiete infinita, e tutto è avvolto da una strana e
rischiarante luminosità; il sole impassibilmente dardeggia, ma i suoi
raggi non mi danno calore né mi abbagliano. La voce del mio amico
instancabilmente mi guida.
Lasciati andare un po' di fianco, non guardare verso il sole. Ora
fermati, e fissa lo sguardo sulla Terra, con calma. Cerca di
percepirne l'aura. Sei sorpreso, ma non dovresti esserlo... Sai che
ogni corpo emette attorno a sé un alone di luce a seconda della sua
natura, del suo stato di salute fisica e morale. La Terra non fa
eccezione!
È viva. Te l'avevo detto. Usa la tecnica che conosci, metti a fuoco
solo più il contorno del globo. Tutto il resto deve sfocarsi ai tuoi
occhi.
Non è forse più facile con la vista astrale che con la vista fisica?
La radianza segreta del pianeta m'è apparsa gradatamente, sotto
forma d'una larga striscia luminosa in perpetuo movimento. La voce
riprende:
Che colori vedi?
Del grigio; un grigio più o meno scuro, più o meno azzurrino, a
seconda dei posti.
La Terra è ammalata, la Terra è stanca di portare degli uomini che
si uccidono tra loro, la Terra è stanca di nutrire degli esseri
incapaci di passare anche solo un'ora della loro vita senza emettere
pensieri nefasti. Le piccole creature verticali si credono i re del
Creato, senza neppure aver capito come funziona. Non hanno capito
che il corpo umano e l'encefalo emettono vibrazioni che vengono
captate da tutto ciò che sta loro intorno; la Terra è obbligata ad
assorbire le correnti negative generate dall'essere umano, ed è
questo, ciò che turba la sua vita profonda, ciò di cui soffre.
Tutto l'odio contenuto nella razza umana, la Terra lo butta fuori in
questa sua aura triste. Se gli uomini persistono sulla via che hanno
scelto fino ad oggi, la radianza del loro pianeta si farà ogni giorno
più buia, fino a completa saturazione. La conclusione inevitabile,
sarà una catastrofe finale: la Terra emetterà un gran sospiro e
ricomincerà daccapo. È già successo, e rischia di succedere di
nuovo, e abbastanza in fretta. Non bisogna più che il mondo riviva
l'esperienza dell'Atlantide e delle civiltà precedenti ad essa.
L'aura della Terra non è sempre direttamente la causa dei grandi
cataclismi che hanno sconvolto la superficie del globo; vedi, l'aura,
che è il riflesso della vita d'un organismo, serve anche da calamita o
da scudo. Sai cosa vuol dire l'espressione "essere in sintonia con
qualcuno"?
Ebbene, vuol semplicemente dire che la radianza aurica di due
esseri si accorda, è in armonia, e che in un certo senso si comporta
come una calamita.
Ti ho appena detto che l'aura ha anche un effetto scudo, ed hai
subito pensato che uno scudo non attira nulla, ma anzi respinge,
protegge; se un corpo malato perde le difese naturali, se un
organismo indebolito apre le porte alle influenze esterne, allo
stesso modo la Terra malata presterà il fianco a tutti gli attacchi di
provenienza cosmica. Soltanto se in pieno possesso delle sue forze,
potrebbe resistere appieno alle influenze delle comete e delle
enormi meteore che periodicamente incontra nella sua ciclica corsa.
Grazie all'azione dell'uomo la Terra del XXO secolo deve per forza
prepararsi a catastrofi di origine cosmica, oltre che a quelle di
origine propriamente terrestre. In parte, è anche per questo che
tengo a che venga scritto un altro libro su questo argomento.
I rappresentanti delle forze nefaste non lesinano i loro mezzi,
dunque che gli Esseri di Pace e di Amore non risparmino le loro
forze.
Bisogna che gli uomini del XX secolo cerchino in fondo a loro
stessi, e che molti di loro ricordino d'esser stati, un tempo, tanto
tempo fa, degli Atlanti. Devono imprimersi bene nel cuore l'idea che
se oggi sono di nuovo qui, non è per rifare lo stesso errore di
allora.
E che non si parli della fine del Mondo! Non insegnare queste cose
ai tuoi simili come farebbe un tristo predicatore. Non può esserci
nessuna Fine del Mondo: la vita deve vincere sempre.
Ciò che può avvenire, è la fine di un mondo, quello degli uomini di
oggi, quello che invece essi credono in pieno progresso, ed i cui
dirigenti praticano quotidianamente l'autoincensamento. L'Atlantide
è morta nell'acqua, e l'inclinazione dell'asse terrestre è cambiata di
molto: potrebbe accadere che la civiltà moderna del XX secolo muoia
nel fuoco, del tutto impotente, e che l'asse terrestre si rovesci del
tutto.
Così avviene: le civiltà sono state distrutte alternativamente dal
fuoco e dall'acqua.
L'Atlantide era solo uno dei resti della Lemuria: non conseguenza
del mondo di oggi. .L’Atlantide è ancora, per la maggior parte degli
uomini, una leggenda. Essi ne ridono, ma dovrebbero dire a loro
stessi che è possibile che, nel giro d'un trentennio, divengano i
tristi eroi d'un'altra leggenda.
L'uomo deve imparare ad amare il suo pianeta: per se, In quanto
deve tenere in vita la sua fonte di insegnamenti, ma ancor di più per
il pianeta stesso, che è un essere vivente in tutti i sensi del
termine, e che per questo soffre.
La guida fa una pausa, poi riprende e le sue parole echeggiano
chiaramente in me.
Ogni suo organo è un luogo sacro. Sono sparsi su tutti i continenti,
ed anche sotto i mari: sono fiumi, montagne, cripte naturali, che
spesso sono stati consacrati dai grandi fondatori di religioni e che
da allora sono divenuti meta di pellegrinaggio. Nulla è frutto del
caso. Gli organi visibili della Terra sono dei centri magnetici ed
alcuni, non ancora rivelati, prenderanno tutto il loro valore in
futuro; l'era dell'Acquario e del soffio dello Spirito dovrebbe
svelarli.
Nulla di strano, a che Gesù abbia scelto il Giordano per ricevere la
Colomba in presenza di Giovanni Battista.
Le acque del Basso Giordano, come quelle del Gange, sono dotate
d'una particolarità: emettono radiazioni in grado di eliminare
l'eccesso di ioni negativi dall'organismo, le acque del Gange,
inoltre, sono particolarmente sterilizzanti: sembra ridicolo, quando
si sa quale Sia Il livello d’inquinamento del grande fiume sacro
dell'India, eppure è proprio così. Forse che un essere perde tutte le
sue facoltà solo perché ha gli abiti infangati?
Gli scienziati smettano, allora, di comportarsi come delle padrone
di casa a cui piacciono soltanto gli invita, ti in abito da sera, e
portino avanti le ricerche sulle acque del Gange.
Sotto le acque del grande fiume vi è una cripta segreta in cui
pregano degli esseri dai quali emana l'energia trasmessa dalle
acque sacre. La guida smette nuovamente di parlare, e mi accorgo
che non provo più nessun senso di disagio nel galleggiare a destra e
a sinistra nell'immensità del cosmo.
Cerca Venere, la stella del mattino. L'hai trovata?
Cerca Marte, laggiù, nell'altra direzione...
Non ti sembra strano che questi due pianeti incornicino a quel
modo il globo terrestre? Pensa a Venere, dea dell'Amore, e a Marte,
dio della guerra. Non sarà nata dai loro amori, la Terra? Non è
stranamente in preda ad una lotta tra Amore e Odio, tra Pace e
Violenza?
Strano dualismo della materia, e strani nomi dati dagli Antichi ai
due vicini del tuo pianeta, non trovi?
Torna alla vista normale, e avvicinati alla Terra. Cerca una
macchiolina che ha la forma della Grecia. Cerca bene: è ancora
seminascosta nel buio, perché su di essa l'alba sta spuntando ora
soltanto.
Pensa al tuo viaggio a Delfi, pensa a quando posasti la mano
sull'enorme pietra oblunga, conica, l'Omphalos".
Gli uomini l'hanno spostata dal fianco della montagna ove era un
tempo, ed è stato un grave errore, perché stava ad indicare uno dei
centri sacri della Terra, uno di quei luoghi speciali in cui gli iniziati
sentono battere il polso del pianeta.
Per i Greci, Delfi era il centro del mondo prima d'essere il centro
geografico della loro patria.
Se, agli occhi degli uomini d'oggi, questo luogo ha perso questi
suoi meriti, se non ha più quel suo valore, tuttavia deve mantenere
una sua importanza: Delfi è un centro magnetico. In esso sono
riuniti, più che in ogni altro luogo, quelli che vengono chiamati
Spiriti della natura.
Ma non è per questo che bisogna sviluppare attaccamento verso la
montagna sacra, perché, a priori, non bisogna cercare la presenza
degli "elementali".
Ciò che bisogna vedere in essa, prima di tutto, è un luogo in cui
l'uomo è vicino alla Terra, vicino alla natura, a causa di certe
particolarità fisiche.
Ma, vedi, devo parlarti ancora un po' dell'Omphalos, perché tutto
ciò che può essere usato per riunire i popoli va messo a profitto. In
India, si trovano oggetti di culto di forma allungata, di pietra, eretti
su una base circolare: sono chiamati "Lingham", e simbolizzano
l'energia divina che viene a diffondere la sua grazia sulla Terra,
l'azione positiva dello Spirito sulla materia.
C'è chi definisce il Lingham come un oggetto di culto fallico, ma si
sbaglia perché non spinge oltre l'analisi.
L'Omphalos è un Lingham; ha lo stesso significato. Unisce la forza
trascendente e la forza trascesa, e riassume in sé l'ermafrodismo
divino.
Parlo di Delfi, ma non citerò l'Olimpo, montagna falsamente sacra e
riparo d'esseri che un giorno si cedettero dei, dimentichi d'esser
stati a loro volta creati.
Anche Ovidio, riportando nelle Metamorfosi le leggende greco-
romane, non attribuisce a Giove la creazione del mondo, sebbene
egli sia considerato come il signore di tutti gli dei; confessa la sua
ignoranza, parlando vagamente di un "dio" aiutato dal progresso
della natura.
(1.1/23)
Per ammissione stessa degli Antichi, Giove non è l'inconoscibile.
Leggerai, nelle Metamorfosi:
«Poi, quando Saturno venne precipitato nelle tenebre del Tartaro e
Giove divenne signore del mondo... »
(1.91/127)
D'un tratto il tono della voce cambia: la mia guida non è più
soltanto un maestro che parla ad un discepolo che deve imparare per
poi ripetere, ma è un amico che parla ad un amico.
Avvicinati a me, ora; lascia questo luogo. Non può insegnarti più
nulla.
Ho voluto mostrarti qual era l'aspetto della Terra saccheggiata,
ferita nel corpo e nell'anima. Chiudi gli occhi, e pensa fortemente
alla spiaggia di sabbia calda In cui sono io, ed in cui, ora, sei tu.
Una spirale di luce cancella la Terra alla mia vista. Il tempo è
rimasto come sospeso su una parola della guida, su un desiderio che
è nato in me In una frazione di secondo.
Il mio amico mi attende sulla spiaggia, seduto nella posizione del
loto, con gli occhi fissi su di me, imperturbabile.
Il mio corpo astrale è rimasto qui, dice, ma il mio Spirito è venuto
con te. Siediti, parleremo meglio: Voglio dirti ancora qualcosa della
Vita della Terra, e u parlerò di nuovo dell'India e del Tibet.
«Ancora!? Dirai tu Ma allora questi Paesi sono più ricchi degli
altri?»
No, non più ricchi. Sono solo più vecchi, nel senso che la loro
geografia fisica non è cambiata molto dall'ultimo diluvio. Continenti
come l'Europa, l'Africa, l'America sono stati in gran parte
rimodellati, intere regioni sono scomparse, ed altre sono sorte dagli
oceani. Gli ultimi grandi sussulti della crosta terrestre sono molto
più recenti di quanto credano gli uomini: si verificarono tra 9000 e
12000 anni terrestri fa.
Gli Spiriti di coloro che appartennero alle umanità precedenti
hanno voluto che fosse risparmiata parte dell'Asia e che rimanesse
un centro spirituale importante, allo scopo di portare a buon fine il
piano divino.
13000 anni fa, l'India era un Paese ricchissimo ove tutti
conoscevano le leggi della materializzazione; ma, proprio perché
avevano a loro disposizione ogni cosa, finirono per abbandonarsi
all'agiatezza. Oggi, gli Indiani pagano i secoli di inazione e di
negligenza totale di allora; conobbero l'abbondanza, ed oggi
conoscono la fame, servendo da esempio della ruota del Karma.
Non pensare che Dio li abbia puniti: Dio non punisce mai. È l'uomo
che si punisce da sé, e spesso non c'è peggior punizione di quella
che si auto-infligge un'Anima che ama il Divino.
La missione dell'India è di mostrare una via spirituale, e anche di
fornire al mondo delle creature d'élite, capaci di fare molto per
l'umanità.
Sappi che si può fare molto per gli altri anche restando
apparentemente inattivi... Sulla Terra, la maggior parte della gente
non sospetta nemmeno la forza della preghiera, mentre la preghiera
è un'onda di bontà capace di percorrere il mondo e gli universi, e,
se ben diretta, non conosce barriere.
L'Asia, ed in particolare l'India e il Tibet più d'ogni altro Paese, ha
conservato tecniche che permettono un preciso ed effettivo
controllo delle onde cerebrali umane.
Ti riferisci ai "mantra"?
In generale è così, ma esistono altri metodi oltre ai "mantra".
In questi ultimi anni in Occidente si è molto parlato d'un metodo
detto di "Coué"; ma anche in esso non v’è nulla di nuovo, perché' gli
Occidentali hanno semplicemente ripreso la tecnica millenaria dei
Mantra.
Mantra" significa "strumento del pensiero"; ogni frase, se
pronunciata in un certo modo, con certe tonalità predominanti,
soprattutto i toni gravi, ha il potere di rivolgersi al Sé di colui che
le pronuncia, ossia alla sua Anima, a quella parte della sua
coscienza che abita nel corpo astrale.
Ci sono persone particolarmente allenate che, sotto l'influsso
d'una potente volontà spirituale, possono contattare con la
preghiera il loro Super-Io o Spirito, comunicando in tal modo con il
Divino. Così lo Spirito finisce coll'agire sulla materia: nel cosmo
non ci sono segreti, né miracoli! Bisogna solo capire ed utilizzare le
leggi di Dio.
Come ti ho appena detto, le sonorità gravi hanno un'importanza
particolare nel meccanismo della preghiera: è un principio che è
stato messo in atto soprattutto nel Buddismo e nel Cristianesimo,
Hai n1aisentito pregare i monaci tibetani? Il suono della loro voce si
fa talmente grave che pare uscire dal ventre della Terra. Anche la
monotonia apparente del loro canto serve allo scopo voluto, perché
la ripetizione regolare, ciclica delle stesse sonorità, con lievi
varianti, ha una funzione ipnotica: il monaco tibetano, dunque,
pratica su di sé una sorta di auto-ipnosi che gli consente di
"sganciarsi" momentaneamente dal mondo della materia e di entrare
in contatto con la sua Anima, e poi con il suo Spirito.
Se rifletterai sull' opera di Johan-Sebastian Bach, ti accorgerai
che fu il primo musicista occidentale a capire, coscientemente o no,
questo meccanismo, ed il minimo che si possa dire è che lo applicò
regolarmente a tutte le sue composizioni di musica da chiesa. Per
ripetere i suoni differenziandoli sottilmente in mille modi, si servì
della voce estremamente profonda del violoncello. Ascolta
attentamente la Passione secondo Matteo: segui, in particolare, le
sfumature dei Responsori del Cristo Gesù, ed il loro
accompagnamento eseguito con strumenti ad arco ... ma l'Occidente
ha dato prova della sua genialità nel campo della musica spirituale
con l'organo. Esiste strumento più ricco di quello? Vedi, la
ripetizione ciclica dei suoni non ha solo un valore ipnotico, ma
riassume schematicamente il cammino ciclico dell'universo, il moto
circolare del motore cosmico.
La cosiddetta musica elettronica di certi giovani autori del XX
secolo riprende questi principi; se ha tanto successo, è perché
l'uomo sa inconsciamente ciò che essa significa, che mette in moto
un benefico meccanismo interiore facendo vibrare le corde del suo
intimo, quelle che corrispondono a ciò che egli è veramente, e non a
quanto vuole o sembra essere.
Mentre la guida mi parla, non posso fare a meno di ammirare il
flusso ed il riflusso delle onde che vengono a distendersi sulla riva.
La volta celeste ha dischiuso un mantello color lillà, e non c'è un
alito di vento. Qui regna un infinito silenzio, ritmato soltanto dal
respiro irregolare del mare. Credo che il mio amico noti questo mio
stupore, davanti a tanta serenità. Smette di parlare e mi lascia
ascoltare il silenzio: persino le onde si limitano ad un sussurro.
Ascolto, e mi pare che l'aria canti, che la luce astrale faccia
tintinnare mille delicati campanellini.
La luce è un suono, è parola divina, dice semplicemente la guida,
fissandomi con quei suoi occhietti. Nei piani elevati dell'astrale,
l'uomo gode d'un saggio della Pace; qui sfumano i crudeli dualismi
che sono costitutivi della materia, e sebbene tu sappia che qui si è
ancora lontani dalla verità assoluta, si tratta tuttavia d'una tappa
importante sulla strada in salita che porta ad essa.
Qui, nessuna entità litiga con il vicino, né deturpa la natura, né
rende opaca la luce. Sai cos'è la Pace di Dio? La guida mi ha fatto
questa domanda di botto, proprio mentre tutto il mio essere si stava
lasciando andare alla dolcezza della vita. -No, dico, senza
prendermi nemmeno la briga di pensarci su.
La Pace di Dio è ciò che bisogna stabilire sulla Terra degli uomini.
È una Pace energica e non passiva, è una Pace che non è più tregua,
la Pace che discende dallo Spirito Santo sugli esseri, e desiderio di
Pace che sale dagli esseri verso lo Spirito Santo.
Ricordati: la Pace di Dio è una pace d'ordine cosmico, non perché
sia inesorabilmente sottoposta alle leggi del cosmo ma perché
deriva dall'armonia esistente tra uomo e cosmo. È la Pace dell'uomo
nell'universo, ma anche dell'uomo in se stesso. È la porta aperta
della dimora originale, la soglia che segna la fine d'un ciclo e
l'inizio d'un altro. L'anima viene a fondersi con lo Spirito
nell'immateriale, e allora, sul piano materiale, si realizza l'avvento
di Ganimede, il coppiere degli dei; si realizza l'avvento
dell'Acquario, segno d'acqua come il pesce del Cristo Gesù, ma
anche e soprattutto segno d'aria, soffio dello Spirito.
In un primo tempo, tu e colei che condivide ogni cosa con te
dovrete operare per l'avvento del Ciclo nuovo sulla Terra. In un
secondo tempo, lavorerete per lo sviluppo dell'uomo, per staccarlo
dal dualismo. Forgiate l'opera vostra, e fatene uno strumento utile
alla reintegrazione dell'Anima nello Spirito.
Maestro, sviluppare delle idee vuol dire agire, ma pregare? Anche
questo ha lo stesso valore nel fare qualcosa per l'umanità? La
preghiera ha un eco al di fuori di noi e del nostro Sé superiore?
Ma certo! L'uomo che prega si rivolge al proprio Spirito, ma la sua
aura si rivolge al resto del mondo e, come il bulbo cefalo-rachidiano
ed il cervello, emette radianze positive. In tal modo degli effluvi
benefici possono riversarsi sulla Terra e mutarne radicalmente
l'aura: gli uomini soltanto possono decidere se salvarsi o correre
alla perdizione. Non accusare i monaci di clausura d'essere inattivi,
perché operano di concerto con gli artigiani della Pace che lavorano
alla luce del sole.
Ma non ti sembra che siamo usciti dal seminato? Voglio che tu
conosca e che voi facciate conoscere i grandi centri vitali del
pianeta.
La guida si alza con movimenti elastici, e muove qualche passo
verso il mare; mai come ora ho potuto notare quanto la sua figura
sia sottile.
So che con questo paesaggio davanti agli occhi non è facile, mi
dice, ma cerca di immaginarti l'Himalaya! Vedi le sue cime guardare
verso la terra? Credimi, non è per nulla che l'hanno chiamata "il
tetto del mondo"! Il Tibet è una delle rare regioni che non ebbero a
soffrire il Diluvio: vi si possono ancora trovare intere città di più di
12000 anni fa ... ma i Cinesi non ne penetreranno il segreto,.perché
la loro razza non è ancora pronta.
Comunque non è di loro che voglio parlarti. Probabilmente hai già
sentito parlare del monte Meru, chiamato anche Kailàsà: è la grande
cima sacra del Tibet, il midollo spinale del mondo, l'asse della ruota
sacra e simbolica. Se ti ricordi qualcosa della geografia, forse sai
che dal cuore stesso del Kailàsà nascono quattro grandi corsi
d'acqua: il Karnali, la Satlej, l'Indo ed il Brahmaputra, che
rappresentano i quattro punti cardinali ed i raggi della ruota sacra.
Fin qui dirai che non c'è nulla di straordinario, e te lo concedo, ma
ciò cile non sai, è che ai piedi del Meru ci sono due laghi, il
Mansarovar a est ed il Raskatral a ovest; non memorizzarne i nomi:
l'importante è sapere che esistono e dove sono.
Il primo ha genericamente parlando la forma d'un sole: è proprio
l'astro d'Oriente, e simbolizza per i Tibetani tutte le forze della
luce. Il secondo, guarda caso, si estende ad ovest ed ha la forma
d'una mezzaluna... i pellegrini che un tempo vi si recavano,
vedevano in esso le forze notturne, forze che facevano paura perché
ignote e mal usate.
Tutto questo simbolismo non ti fa pensare alla tradizione alchemica
occidentale? Luna e sole, negativo e positivo, non ti ricordano le
due polarità della corrente vitale che collega tra loro i chakra del
midollo spinale?
I due laghi del Kailàsà sono i punti di partenza dei fiumi di energia
cosmica e psichica che percorrono l'asse dell'universo spirituale: il
lago del sole rappresenta il loto dai mille petali della Terra, la sua
suprema coscienza, mentre il lago della luna rappresenta il chakra
della Terra sede della Kundalini e delle potenze interiori.
Non ti par strano, che due specchi d'acqua stiano a simbolizzare in
tal modo la corsa dell'evoluzione dell'uomo, della Terra,
dell'universo?
Ti parlerò ancora del lago del sollevante in un prossimo incontro,
perché l'albero della vita ha a che fare con esso... Sì, ho proprio
detto l'albero della vita!
Come vedi non è un'invenzione cristiana o biblica.
L'uomo sta tentando e tenterà ancora di installare la sua famosa
energia atomica nelle regioni sacre del Tibet, e se continua così si
avvia al disastro. Ucciderà la Terra sezionandone i centri vitali.
Bisogna far conoscere questa regione del mondo, attirare su di essa
l'attenzione di tutti; bisogna infine prendere in considerazione un
luogo che è contemporaneamente un simbolo ed anche una forza
reale. Come te e me, come tutti gli esseri che porta e nutre, la Terra
respira. Il giorno e la notte corrispondono alla sua inspirazione ed
alla sua espirazione. Va incoraggiata la tendenza attuale di alcuni
verso l'ecologia, sebbene questa disciplina sia ancora molto
incompleta: infatti, essenzialmente, predica il ritorno dell'armonia
tra natura e uomo per migliorare le condizioni di vita dell'umanità.
Ha il solo torto di non considerare il pianeta Terra come un essere
vivente.
D'altronde, la società ecologica quale oggi è concepita dall'uomo
non vedrà la luce nel corso di questo ciclo evolutivo della società:
l'abbandono dei veicoli a motore per tornare a mezzi di locomozione
più naturali è pura utopia, o comunque verrà attuato solo per un
brevissimo tempo, in conseguenza d'un marasma economico
mondiale, di catastrofi sismiche e di conflitti internazionali.
Il ritorno ad un'esistenza più rustica non è realizzabile, e neppure
auspicabile; sebbene sia oggi il solo movimento politico degno
d'interesse, quello degli ecologisti imita le altre organizzazioni per
la sua scarsa conoscenza (anzi, dovrei dire l'ignoranza) dei cicli
dell'umanità.
L'uomo è concepito per andare avanti: la Terra non è la sua patria.
Sono volontariamente schematico, quando dico che se bisogna
eliminare il motore a benzina non deve essere per tornare alla
bicicletta; gli scienziati devono orientare le loro ricerche verso
l'energia cosmica, e con questo intendo dire l'energia emanata dalle
forze nascoste della natura, e non l'energia atomica.
La soluzione di tutto è nella luce e nella vibrazione del suono.
L'uomo non è fatto né per cavalcare nei campi, né per pedalare, né
per premere sull'acceleratore d'un motore a benzina;
irrimediabilmente attratto verso l'alto, in tutti i sensi del termine,
deve ripercorrere per un certo tratto la strada dei costruttori
dell'Atlantide... Credimi, fisicamente parlando l'uomo è fatto per
l'aria. I primi secoli dell'era dell' Acquario, segno d'aria, segno
ispiratore del soffio, vedranno l'uomo fisico sorridere dei suoi
vecchi traballanti tentativi su due o quattro ruote.
Si diffonderà un nuovo tipo di motore aereo. Tuttavia ti assicuro
che se questi progressi vedranno la luce, sarà in un primo tempo in
modo indiretto, e poi in modo diretto, grazie all'aiuto di esseri
venuti da un pianeta diverso dalla Terra; i primi anni del XXI secolo
vedranno la venuta di uomini dalle stelle, che si uniranno ai
Terrestri rinnovando così la biblica saga degli "Elohim"; essi
consentiranno all'umanità di capire che cosa esattamente si intende
con "storia ciclica" e con "spirale cosmica".
Dopo un breve silenzio, la guida si volge verso di me:
Ed ora raggiungi il tuo corpo. Domani prenderete in mano la penna,
ed entrambi farete sapere ai vostri simili che finché sono di carne
ed ossa, la Luna ed il Sole sono i loro genitori, la Terra è la loro
nutrice. Ad alcuni queste parole sembreranno oscure, ma ciò che ti
ho detto fin qui è chiaro, e deve permettere di comprendere a chi
desidera comprendere.
CAPITOLO VIII
Tre letture della memoria dell'universo
Un cielo da alba nebbiosa. La grande città dalle facciate grigie
sembra ancora sonnolenta. Un'atmosfera pesante regna sulla piazza
in cui sto camminando come un automa, senza sapere perché e dove
sto andando.
Davanti a me c'è un lungo edificio dai muri alti ed austeri, che mi
fa pensare a una fortezza; l'entrata è sbarrata da un'enorme porta di
legno, resa opaca dal tempo.
Cos'è? Una prigione? una fortezza? Una caserma? Non me ne
importa. Continuo a camminare, stupito ed inquieto per tutta quella
calma.
Dove mi stanno portando, le gambe?
La mia volontà sembra incapace di intervenire sui gesti che sto
compiendo, come se fossi una marionetta di cui qualcuno regge i fili.
Sulla destra, in fondo alla piazza, c'è un ponte enorme, anch'esso in
pietra grigia, che proietta le sue forme pesanti su di un largo fiume.
Un nome mi attraversa la mente con la velocità d'un lampo:
"Jenissei". D'un tratto echeggia un colpo d'arma da fuoco, e il
silenzio va in pezzi. L'eco si ripercuote sulle facciate senza vita
della grande piazza. Le mie gambe hanno deciso di fermarsi. Ho
l'impressione d'esser solo, come un cervo braccato. Dall'altra parte
della strada che mi separa dalla fortezza distinguo una colonna di
uomini vestiti con uniformi approssimative che si precipitano chissà
dove rasenti il muro, col fucile sotto al braccio.
Ora è tutto un crepitar di proiettili. È come se tutte le finestre
della grande piazza si fossero animate bruscamente d'una vita
infernale. Sono pietrificato; non so che fare.
Cerco di dare un'occhiata intorno: laggiù, un manipolo d'uomini
sorge da una stradicciola; corro, corro con tutte le forze verso il
ponte che mi sembra, senza sapere perché, la mia unica speranza.
Solo più venti metri, solo più dieci. Dei proiettili mi passano
fischiando vicino alle orecchie. Ma che avrò mai fatto? Sono io,
quello che vogliono uccidere?
Finalmente, eccomi sul ponte. Senza intervento della volontà,
scavalco il parapetto e mi tuffo a testa in giù nelle acque del fiume.
Un senso di oppressione al diaframma mi risveglia un ricordo
impreciso. San saltato in un buco nero. L'acqua non mi sembra
fredda; a dire il vero, non la sento. So solo che è dappertutto
intorno a me, e che devo aspettare di risalire in superficie come un
galleggiante.
Il tempo sembra fermarsi.
Perdo un po' coscienza di ciò che mi sta succedendo.
D'un tratto, ecco che riemergo! Mi metto a nuotare freneticamente:
presto, laggiù, all'altra riva!
Sempre la stessa parola mi attraversa la mente: Jenissei! Jenissei!
Nuotare non mi costa fatica; gli arti, che continuo a non dirigere io,
sembrano come sotto l'effetto d'un anestetico. L'acqua non offre
resistenza al mio avanzare. Ecco l'argine, a portata di mano: mi ci
aggrappo, e vedo le mie mani sanguinanti, tagliate dalla pietra. Ma
non sento alcun dolore. Mi giungono all'orecchio ancora degli spari,
ma si sono fatti più lontani.
Con un ultimo slancio m'infilo in una stradina: il mio corpo pare
trascinarsi, allo stremo delle forze, e rallentare l'andatura. Ora
cammino rasente i muri, come uno che sia colpevole o come un uomo
spossato; poco alla volta, dal fondo della stradina, si alza un canto,
monotono e profondo, come una salmodia.
Un gruppetto d'uomini vestiti di nero sfila lentamente venendo
verso di me.
Mi fermo, come rassicurato dalla loro presenza; vedo che quello
che cammina in testa al gruppo è un pope.
Il suo volto da patriarca mi tranquillizza del tutto. Ha in mano una
coppa.
Il gruppetto passa davanti a me, ed il loro canto mi colpisce nel
profondo del cuore: è per me come un'oasi di quiete in una città in
cui ci si uccide senza che sappia perché.
Un prete tutto vestito di nero come gli altri e con uni copricapo
cilindrico si ferma e mi parla. Vorrei dirgli che sono straniero e che
non posso capirlo, ma con mio gran stupore capisco il senso delle
sue parole:
«Sono ancora lontani?... Il Servizio di Dio si farà... qualsiasi cosa
accada... »
Non so se ho il tempo di rispondere all'uomo vestito di nero i cui
occhi si sono riempiti di lacrime. Mi sento risucchiato verso l'alto...
strappato da me stesso...-Con una rapidità e una dolcezza
incredibili mi sono alzato lasciando sotto di me il corpo d'un uomo
d'una quarantina d'anni, cogli abiti a brandelli e l'aria stravolta...
Una macchia rossa colora la sua giacca lacera, sul braccio destro.
La mia coscienza sembra inghiottita da un abisso del tempo. Nulla
più esiste.
L'uomo dal volto azzurro mi osserva in silenzio appoggiandosi ad
un'enorme roccia. Capisco che ha prestato tutta la sua attenzione a
quello che gli ho raccontato.
Hai attinto alla memoria dell'universo, dice semplicemente.
La memoria dell'universo?
Sì, e allora? Risponde con un tono divertito. L'universo vive come
te e come me, o per lo meno secondo gli stessi principi di base.
Allora, devi ammettere che avrà pur diritto anche lui ad una
memoria! Solo che, ecco, per andare a leggere i ricordi di qualcuno,
bisogna essere invitati... ammetterai che non ci si può confidare col
primo venuto! Così, per aprire le porte della memoria dell'universo,
bisogna che qualcuno ti dia le chiavi.
Se ho avuto questo privilegio, sei stato tu a darmele?
No, non ci siamo per niente.
Ognuno comincia col forgiarsi la propria chiave per mezzo degli
studi, della ricerca spirituale; questa chiave gli consente, di quando
in quando, di entrare in contatto con la parte di sé che egli ignora
di più, e che tuttavia è ben più d'una parte, perché è egli stesso,
ossia lo .Spirito,
Sì, ogni creatura può essere vicinissima allo Spirito da cui è
animata, molto più vicina di quanto creda. Schematizzare la
composizione dell'uomo, dicendo che è fatto d'un corpo, d'un'Anima
e d'uno Spirito, non deve far pensare che lo Spirito sia
necessariamente lontano dalla coscienza che partecipa alla vita
terrena; non t'è mai successo di sentire una forte pressione tra gli
occhi dopo esserti a lungo concentrato, o al mattino, al risveglio? È
semplicemente il tuo Spirito che vuole dialogare con il tuo conscio
terreno.
Se hai capito bene quello che ti ho detto, ora comprendi perché il
suo appello si fa sentire lì... Quando ti succede, regalati qualche
istante di silenzio e di meditazione e forse sentirai la sua voce che è
in realtà la tua voce "supracosciente".
Certo non sei il solo a cui capita questo fenomeno, ma se molti non
ne sanno nulla è solo perché non se ne preoccupano, ignorando che
segnala qualcosa d'importante.
Ma tu pensi che ci stiamo allontanando dal discorso della memoria
dell'universo, vero? Ebbene, non è così; ti ho fatto capire che ci si
può aprire da soli la porta comunicante con il proprio Spirito, e
questo è il primo passo per ottenere le confidenze importanti di cui
'ti ho parlato. Giunto a questo stadio, l'essere umano può ricevere
oppure no una sorta dr lasciapassare dalle entità astrali elevate per
avere accesso a quella che potremmo chiamare "sala del ricordo":
ma la condizione necessaria perché ciò avvenga, è essere del tutto
sprovvisti di ambizioni puramente materiali.
Sulla Terra ci sono molti più uomini e donne di quanto si creda, in
grado di immergersi nella memoria dell'universo: ma il fatto è che
molti di loro ignorano del tutto le loro possibilità e non conservano
alcun ricordo cosciente di quelle loro esperienze.
Quanto a te, la pratica dello sdoppiamento astrale ti aiuta a
memorizzare ciò che vedi ed impari, ma non esserne troppo contento
perché talvolta le verità sono un pesante fardello. Non perché il
Creatore unico non abbia fatto le cose per il massimo bene di tutti
gli esseri viventi, ma perché l'intelletto imprigionato in un corpo (la
mente, se preferisci) acquisisce abitudini di pensiero, concetti
ristretti ed errati che costruiscono un mondo in cui c'è ben poco di
giusto, e dove troppe cose sono raffazzonate.
Sì, dico, un po' turbato; ma mi hai detto che la verità assoluta è
inconoscibile per l'uomo, e che gli resta sempre qualcosa da
imparare nell'infinità dei Tempi.
Certo, il che non è affatto in contrasto con quello che ho appena
detto... La memoria dell'universo è soltanto memoria delle cose
fisiche, e immergendoti negli Annali dei Mondi, del Tempo, vi
troverai soltanto le soluzioni di problemi storici, geologici, in
breve, relativi al campo dell'universo materiale.
La soluzione ai problemi d'ordine puramente divino non è lì.
Il Cristo stesso non volle definire in questo senso la verità, quando
Pilato gli chiese « Che cos'è la verità? », come ha annotato molto
chiaramente Giovanni nel suo Vangelo (18, 38).
Capisco, Maestro, ma come funziona la memoria dell'Universo?
Posso dirti soltanto che la luce astrale agisce come una pellicola,
su cui si imprime in modo indelebile ogni cosa che accade in
qualsiasi punto dell'universo; dunque, nessuno può tornare su
un'azione compiuta, perché essa esiste per sempre. Ogni gesto di
ogni uomo ha una parte non trascurabile nell'evoluzione dell'umanità
e può avere conseguenze insospettate, secondo il principio delle
reazioni a catena. Il Karma e la reincarnazione hanno il compito di
riparare. Con agilità felina, il mio amico s'è arrampicato sulle
rocce.
Guarda questo paesaggio meraviglioso, questo luogo grandioso: nel
suo cuore v'è un punto speciale, che presto ti mostrerò. Ma ora,
piuttosto, contempla le montagne dai riflessi cristallini, di questo
verde sfumato di smeraldo. È la prima volta che ti conduco qui.
Sento che la guida mi conosce bene, e che ben conosce l'abitudine
umana di ignorare quei pochi istanti di pienezza che la vita ci offre
di quando in quando. Ascoltandolo, m'ero quasi dimenticato della
bellezza delle alte vette innevate e della natura più che
lussureggiante che ci fa da sfondo.
Poco dopo mi ritrovo ad imitare la guida, arrampicandomi con molto
piacere su per le rocce scintillanti nell'avvolgente luce dell'astrale
superiore.
Vorrei dire allettare cosa si sente in fondo al cuore davanti ad un
paesaggio così, ma devo onestamente confessare che è impossibile;
ho già cercato di farvi condividere le mie impressioni quando la
guida mi conduceva attraverso le giungle, le oasi, le spiagge
dell'astrale, ma una parola è solo una parola, e se può descrivere un
colore, una luce, come potrà testimoniare dell'Anima d'un colore,
dell'Anima d'una luce?
Qui ogni cosa vive, e sappiate che non sto parlando per immagini.
Ciò che oggi mi colpisce soprattutto, è il verde della montagna,
laddove non è innevata; state pensando all'erba, e ci ho pensato
anch'io, ma a guardare più da vicino si vede che non può essere che
roccia.
Un giorno, la mia guida offrì questa riflessione: In Astrale, il
colore dominante è il verde; non c'è da stupirsi, perché il verde ha
sempre avuto proprietà rigeneranti di forza e vita. Sai anche che gli
uomini hanno fatto del verde il colore della speranza, e questo è
naturale perché deriva da un ricordo inconscio: per coloro che non
hanno ancora portato a termine la loro evoluzione terrena, l'Astrale
rappresenta la speranza del Dopo-Vita.
Troverai normale vedere dei vegetali verdi, ma ti sorprenderai nel
vedere che lo sono anche certe rocce: sarà un verde ricco,
profondamente vivificante, color di smeraldo, colore del Graal.
Guardando verso la cima, il mio amico si ferma per un attimo e poi
riprende:
Quel tuo racconto di prima si riferisce ad un viaggio nel tempo. Oh,
non nel senso che generalmente viene dato a questo termine dagli
autori di fantascienza! Tu non hai bisogno di nessuna "macchina del
tempo", tanto per usare la loro espressione preferita:
semplicemente, il tuo corpo è rimasto a casa, mentre la tua Anima è
salpata verso lontani orizzonti.
Nell'universo vi sono luoghi privilegiati in cui è possibile leggere
meglio la memoria del Tempo di quanto si possa fare altrove, e molti
di essi si trovano nel mondo astrale. Tu non lo sai, ma ce n'è uno
proprio a pochi metri da te.
Sulla Terra i veggenti si servono di sfere di cristallo: ognuna di
esse può essere paragonata ad uno di questi luoghi particolari
dell'universo.
I rari veggenti autentici conoscono il principio di funzionamento
della sfera, e sanno di poter leggere più facilmente il passato del
futuro, perché il futuro offre solo probabilità, mentre il passato
offre delle certezze. Una persona più lucida della media non è un
profeta, ed ecco perché dovrebbe piuttosto occuparsi di chiarire i
grandi enigmi del passato dell'uomo.
In assenza totale di luce solare, la sfera di cristallo ha la
proprietà di captare e concentrare una gran quantità di energia
proveniente dalla luce" astrale, in possesso d'infiniti dati
sull'universo fisico, ed ecco un'altra buona ragione per sostenere
che anche la più piccola particella d'energia riassume in sé l'intero
universo. La forma del cristallo, la sua strana trasparenza,
esercitano sull'uomo un'influenza ipnotica e mettono il suo Sé in
contatto con la pellicola dell'universo trasportata dalla luce astrale;
tu, per pochi minuti, hai vissuto un'esperienza identica a quella del
veggente, sebbene abbia agito involontariamente e durante il sonno.
Seguimi, ora, e non temere di cadere: non può succederti nulla;
soltanto la paura crea il pericolo, aprendo il corpo alla ferita.
Nel dire questo, il mio amico salta di roccia in roccia, tenendosi
agli anfratti della parete dai riflessi color smeraldo, e mi indica il
cammino.
Quello che hai vissuto è un episodio della Rivoluzione Russa, come
avrai probabilmente intuito.
Annuisco.
È tipico di questo genere di esperienza percepire la realtà dei fatti
storici prendendo a prestito gli occhi di qualcuno che li ha vissuti
realmente; naturalmente tu non sei quel qualcuno, né egli si
identifica in te in quel momento e tanto meno ti cede il suo corpo. E
se l'uomo attraverso il quale vedi dovesse morire, tu non ne avresti
nessuna conseguenza: ti sembrerebbe solo un'interruzione del film,
né più né meno.
Davvero incredibile! Pensi che saranno in molti ad ammetterlo?
Pochissimi, te lo concedo. Gli umani hanno la pessima abitudine di
porre dei limiti a tutto, a tutto tranne che ai loro diverbi.
Eppure, sappi che nulla è impossibile: se il mondo della materia
pone certi limiti, gli altri mondi gli si avvicendano laddove esso non
può spingersi, e questo fa sì che tutto sia pensabile e realizzabile
nell'immensità degli universi. Ma ci vuole ancora tempo, perché
questo venga compreso sulla Terra...
Ecco, ci siamo: è qui!
Davanti a noi parte un lungo corridoio che sprofonda nella parete
della montagna; senza aggiungere altro la guida vi si infila,
facendomi solo segno di camminargli accanto. Sarebbe logico
trovarsi al buio in un luogo del genere: invece, niente oscurità, ma
una vivida luce bianchissima che pare nascere dal cuore stesso
della pietra.
Cerco di nascondere il mio stupore per non turbare il silenzio di
quel luogo. -Non è un santuario, amico mio, ma piuttosto un centro
di studi, un'enorme biblioteca, se preferisci. Il corridoio non sembra
molto lungo, e già una luce verde ne indica la fine, illuminandoci
pian piano.
Sulla parete sinistra della galleria è stata praticata un'apertura
circolare: è da qui che viene quella luce misteriosa, ed è quella la
soglia che varchiamo. L'atmosfera, a prima vista, sembra onirica,
tanto è strano quello che vedo, quello che vivo: al nostro sguardo si
offre un'immensa sala semisferica. Appena tento di muovere qualche
passo verso il centro della stanza ho una profonda sensazione di
vertigine; ogni possibile rumore sembra esser stato assorbito dalle
pareti o dalla singolare luce verde, non saprei dire.
Mi pare d'indovinare delle sagome all'altezza della volta, ma forse
si tratta d'un’illusione, perché il materiale di cui è fatta sta a metà
tra l'opaco ed il trasparente.
Certo lascerebbe a bocca aperta parecchi dei nostri architetti.
Anche il pavimento è fatto dello stesso materiale, forse più
trasparente. Guarda sotto di te, dice d'un tratto la guida; non vedi il
vuoto?
Per un paio di secondi una luce bianca mi ha cancellato la vista, e
ho sentito la mano del mio amico afferrarmi vigorosamente per una
spalla, come ad impedirmi di cadere in un abisso.
Cosa succede? Dico, tentando di ritrovare la lucidità.
La guida scoppia a ridere, con quella sua risata potente e
rassicurante: Ti vedevo andare via nel Tempo! Dice, ricomponendosi.
Sotto di noi c'è il vuoto, riprende, o per meglio dire una semisfera
capovolta, identica a questa. Infatti, questa sala nel centro della
montagna è un globo; il suolo semi trasparente su cui camminiamo è
solo la linea di demarcazione tra le due semisfere.
Se si resta per qualche istante nel centro di questa sala, il
risultato è una momentanea sospensione fuori dal tempo, per poco
che si prenda coscienza del vuoto ricreato sopra e sotto di noi, ed
anche il gioco della luce verde che ci accarezza da ogni lato non è
estraneo all'azione fortemente ipnotica di questo luogo.
Con un po' di concentrazione e di allenamento, si può facilmente
scegliere il periodo della storia fisica della Terra che si vuole
vivere attraverso gli occhi d'un uomo di allora. Per prima cosa la
mente viene invasa dal vuoto, ed è probabilmente ciò che hai sentito
un momento fa; poi si riprende coscienza dell'esistenza della volta
che nel frattempo, ai nostri occhi, ha assunto un colore bianco,
molto profondo. Quasi istantaneamente intorno a noi si svolge una
pellicola, quella del periodo e del luogo prescelto, ed ecco che le
immagini vengono proiettate verso di noi ad incredibile velocità, e
ci assorbono al loro interno, facendoci vivere la Storia quale essa
fu.
Credo sia un luogo da raccomandare a tutti gli storici, aggiunge la
guida in tono scherzoso.
Ma non stiamocene qui nel mezzo della stanza, o soccomberemo al
suo fascino prima che sia il momento; torniamo vicino all'entrata
circolare da cui siamo arrivati.
Sai che dopo ogni morte fisica ogni individuo viene condotto in un
luogo con funzioni analoghe a queste?
Ogni entità dell'astrale medio in tal modo vede il film della propria
vita, ed è essa stessa che, secondo l'espressione "in coscienza"\
giudica l'esistenza che ha condotto e che ha fatto condurre ai suoi
simili. Non ti è mai sembrato strano ed assolutamente illogico che
sia Dio a punire le sue creature? Dio non giudica, e perdona tutto.
Siamo noi che ci giudichiamo e che non ci perdoniamo nessun
errore; siamo noi, che creiamo le reazioni a catena del Karma, e che
interveniamo nella scelta del tipo di vita che dovremo condurre
nuovamente in Terra, se necessario.
Tutte le grandi religioni rivelate fanno di Dio un "Essere"
eternamente buono e misericordioso; allora, dimmi: perché parlare
d'un giudizio implacabile a cui segue, per i colpevoli, un inferno
eterno? Se c'è un inferno, siamo noi a crearcelo su misura, finché
dopo la morte della carne non riusciamo a superare, con l'elevarsi
del pensiero, l'Oceano torbido dei piani astrali più bassi.
L'inferno eterno delle fiamme e dei forconi, fu inventato da cattivi
sacerdoti che sfruttarono il lato superstizioso degli uomini per
rafforzare il proprio potere temporale.
Allora, ogni entità presiede al proprio giudizio finale?
Chiedo alla guida in tono interrogativo.
Bisogna diffidare della definizioni... il "giudizio finale" non è
necessariamente l'auto giudizio dell'uomo dopo ognuna delle sue
morti fisiche! Non dimenticare che nell'espressione "Giudizio finale"
c'è il termine, finale" ...
A causa del loro posto nel cosmo, l'uomo e la Terra vanno soggetti
a dei cicli, e questo lo sai; per perfezionare la loro evoluzione, gli
uomini dispongono di lunghissimi periodi, detti periodi d'umanità.
Alla fine d'ognuno di questi periodi una parte d'uno degli universi
che costituiscono il grande universo cambia repentinamente, e vi
sono interi mondi che esplodono per poi ripartire da zero con un
altro volto.
Le Anime che, alla fine di ogni periodo di umanità, non hanno
saputo disfarsi degli appetiti materiali si trovano semplicemente
dissolte con i mondi che le'hanno ospitate, ed è questo il solo,
l'unico castigo che un'anima possa temere, per quanto non sia un
castigo ma un annullamento. Ma rassicura gli uomini, perché sono
rare le entità che non riescono mai ad elevarsi. Ecco cosa bisogna
intendere per''Giudizio Finale": non ha luogo né dopo la morte fisica
né dopo ogni ciclo zodiacale, ma dopo ogni lunghissimo periodo
d'umanità.
Ma ora vieni, usciamo. Devo parlarti di qualcosa per CUI non e più
necessario stare qui. La vista dell'aria azzurra mi fa emettere un
breve sospiro di sollievo. Non ti piace questo posto? No, non è
questo, ma confesso che dentro ho difficoltà a tenermi in equilibrio
sulle gambe. Sarà per la forma della sala, o per la luce, o per tutte e
due... non so! Proprio come pensavo, si accontenta di rispondere il
mio amico. Qui parleremo meglio ... Fra poco forse penserai che le
vertigini te le faccio venire io, perché tocco molti problemi in poco
tempo e salto bruscamente di palo in frasca... Ma né tu né io
possiamo farci niente: il tempo stringe. Ascoltami attentamente!
Probabilmente hai notato che da un po' di anni si sono sviluppati
sulla Terra due generi letterari.
Sì; la letteratura ufologica e la cosiddetta letteratura "esoterica".
Già; ma avresti dovuto aggiungere nella categoria ufologica i testi
che si riferiscono ad un'archeologia non tradizionale. Spesso ho
notato che gli autori di queste due tendenze non vanno d'accordo: o
sostengono che gli Dei dei tempi antichi erano uomini in carne ed
ossa venuti da un pianeta diverso dalla Terra e che, dunque, forse
Dio non esiste, oppure espongono dottrine esoteriche che si
appellano a diverse religioni senza però fare caso ai problemi
archeologici sollevati dalla letteratura ufologica. Vedi, ognuno si
arrocca sulle sue posizioni senza occuparsi del proprio vicino:
infinitamente rari sono coloro che hanno avanzato idee di sintesi tra
queste due diverse opinioni... eppure, credimi, è proprio quella la
direzione in cui cercare. D'altronde, che cosa si oppone alla
ricerca?
Se ti chiederanno: «Gli uomini sono entrati in contatto con gli
abitanti d'un altro pianeta in un lontano passato della Terra nonché
in un passato molto più recente?», potrai rispondere di sì senza
paura di sbagliarti.
Non soltanto gli uomini hanno conosciuto altri uomini venuti dallo
Spazio, ma ne sono in un certo senso i discendenti.
E coglierai l'occasione per dire che non è un motivo sufficiente per
negare Dio e le religioni. Vi è forse anche un solo testo sacro che
sostenga che l'uomo ha avuto origine unicamente sulla Terra?
Nel 1961, in Virginia, un gruppetto di scienziati s'è riunito in
segreto e si è separato dopo aver concluso che è matematicamente
possibile che esistano cinquanta milioni di civiltà nella sola
galassia che comprende la Terra: credimi, non hanno torto, anche se
la cifra non è proprio esatta.
Vi sono pianeti in cui la vita non è evoluta come sulla Terra, ed
altri in cui è infinitamente più evoluta; non ti nascondo che c'è un
termine che non mi piace affatto: "extraterrestre". L'hanno usato
talmente in tanti modi ed in tante circostanze, a torto a ragione, che
in realtà non significa più granché; inoltre conserva uno strano
sapore di fantascienza, e sebbene stimoli la curiosità ormai fa
ridere.
Inoltre, molto spesso gli esseri dell'oltre spazio sono immaginati
come aggressori... No, non vengono a spiare le azioni dell'uomo per
sterminarlo! Possibile che i terrestri non sappiano disfarsi una
buona volta delle idee di odio e di guerra che si portano dietro,
tanto che se ne possono seguire le tracce come se fossero animali
feroci?
Perché bisogna sempre vedere l'ignoto sotto l'aspetto del nemico?
La Terra e gli uomini devono molto agli altri mondi, molto più di
quanto credano.
La Bibbia e gli altri testi sacri mischiano strettamente la creazione
della vita nel cosmo in generale, i suoi principi evolutivi e la
creazione della vita e degli umani: ne risulta una gran confusione,
mentre la verità è che nei tempi più antichi esseri venuti da un
pianeta lontanissimo dalla Terra intervennero nel processo evolutivo
di quest'ultima.
Non v'è alcuna valida ragione perché questo semplice fatto debba
sembrare inverosimile anche al più razionale degli uomini.
Il professor Carl Sagan, uno dei maggiori scienziati attuali della
Terra, sta compiendo un lavoro estremamente importante: da alcuni
anni ha dimostrato che è possibile, per l'uomo, conquistare il
pianeta Venere, e quando dico "conquistare" il termine è
appropriato.
Mediante un apporto massiccio di alghe nell'atmosfera del pianeta,
intende trasformarne le condizioni di vita fino a renderle
sopportabili per l'organismo umano, anche se ci vorranno,
naturalmente, migliaia di anni.
Carl Sagan vuole modificare o accelerare lo schema evolutivo d'un
pianeta, proprio come un tempo fecero altri esseri con la Terra...
non vedi in questo le teorie dei cicli di cui ti ho parlato sovente?
L'uomo venne portato sulla Terra da esseri d'oltre spazio: non è
mai stato una scimmia, ed ancor meno un'alga azzurra. L'uomo è
sempre stato uomo, nel senso in cui non è il risultato d'una specie
animale o vegetale; però non è sempre stato così come oggi lo
intendiamo, ossia il suo aspetto fisico si è modificato più d'una
volta: l'esperienza che ti farò vivere fra poco ti spiegherà meglio
questa faccenda.
Ti ricordi di avermi sentito dire che la carne è la proiezione dello
Spirito: ciò non è in contrasto col fatto che esseri estranei alla
Terra che vi abbiano trapiantato l'uomo, modellandone l'organismo e
l'aspetto fisico. La contraddizione è solo apparente. Per una volta,
una sola, ti chiedo solo di credermi sulla parola, senza che debba
fornirti delle prove... Per spiegarti tutto questo chiaramente dovrei
ricorrere a concetti oggi del tutto sconosciuti sulla Terra.
Gli umani comprenderanno più tardi le leggi precise che reggono la
creazione dell'Anima e del corpo e la loro interdipendenza. Intendo
dire le leggi tecniche, o se preferisci una specie di biologia, perché
i principi veri e fondamentali sono quelli che ti ho sempre
enunciato.
È importante non bruciare le tappe: ogni cosa a suo tempo, a mano
a mano che il pensiero matura, ora torniamo nella sfera: ti mostrerò
qualcosa che, credo, ti resterà impresso.
Racconterai ciò che vedrai.
Penetriamo di nuovo nella montagna; mi pare che la mia guida
cammini più in fretta del solito. Passo lungo le pareti di luce bianca
su cui la mia immaginazione disegna cento sguardi indiscreti che mi
dicono: «Cosa vieni a fare, qui? Vieni a violare i segreti del Tempo?
Vieni a violare i segreti della tua memoria d'uomo? E di quella di
tutti gli uomini?»
Dal giorno in cui mi si è rivelata l'esistenza della guida, questo è
forse il momento in cui sono più frastornato...
L'uomo che penetra nella roccia alla ricerca del passato della sua
razza perde la nozione del tempo, di sé, del luogo in cui si trova. La
mia guida si ferma, ed in segno di benedizione mi traccia un cerchio
immaginario sul cuore:
Che tu possa ricordare e comprendere, si limita ad aggiungere con
voce dolce e calda.
Il centro della sfera, contrassegnato da un puntino verde, mi attira
come una calamita; nel giro di pochi secondi sento che gli occhi si
fissano sulla volta luminosa, come se uscissero dalle orbite; ma su
di me è sceso il velo d'una calma penetrante.
I pensieri disordinati che mi assalivano mi sono stati cancellati
dalla lavagna dell'Anima. Sotto ai miei piedi il pavimento scompare,
e mi sembra di sprofondare in una nebbia verdastra. Allora la voce
della mia guida echeggia in me con forza sorprendente:
Non hai nulla da temere, lasciati andare, ti guido io.
Queste parole mi sono piombate addosso come un fulmine: ora la
volta della sfera mi appare con straordinaria nettezza, d'un bianco
lattescente.
Tutto va in frantumi, non so se ho urlato. Mi precipita addosso a
velocità inimmaginabile... ora sono un tutt'uno con essa. Una luce
violenta d'un freddo color giallo mi attraversa... ho strappato il velo
del Tempo...
Un mormorio si leva dalla stanza immersa nella semioscurità; ma
sarà poi una stanza, o non, piuttosto, un corridoio? No, nessuno dei
due. Non credo.
I muri sembrano di metallo. Davanti, dietro a me, al mio fianco,
uomini e donne sono in attesa. Alcuni sono nudi, altri indossano un
pezzo di tessuto a mo' di perizoma. Sono tutti calmi.
Con un rumore che sembra un sibilo soffocato, davanti a noi scorre
una larga porta. Un raggio di sole smorto illumina i nostri corpi, e
noto la folta capigliatura bionda dei miei compagni.
Da una porta alle nostre spalle è entrato un essere stranamente
alto, e quasi filiforme: anch'egli ha i capelli biondi, ma più lunghi
degli altri. Indossa abiti molto larghi, di colore chiaro, appena
sfumato d'arancione. Dalla facilità con cui si sposta penso sia il
loro capo, o per meglio dire il nostro capo, perché mi rendo conto
che per tutto il tempo dell'esperimento sarò come loro, nudo ed in
attesa di non so cosa...
Il gruppo si smembra: credo stiano facendo uscire i primi di noi giù
per una specie di larga scala. A mano a mano che avanziamo riesco a
vedere il paesaggio esterno, e la terra su cui metteremo piede:
un'immensa pianura verde, con qualche montagna in lontananza.
Il cielo è triste come un'alba d'autunno. A mia volta scendo i
gradini, non potendo far altro che lasciar fare all'essere che mi
presta gli occhi. Ed è allora che colgo la differenza... la
straordinaria portata dell'esperienza che sto vivendo.
I miei compagni sono tarchiati ed hanno una pelle così pallida da
essere lievemente colorata di azzurro; le donne hanno sei seni...
L'erba è alta, e vi sprofondiamo fino a metà corpo. Nessuno dice
niente. Non sento il soffio del vento, ma dei lunghi ululati alternati
al silenzio me ne suggeriscono la presenza. La folta capigliatura dei
miei simili si scuote in tutte le direzioni.
Altri esseri altissimi in veste arancione si mischiano a noi, e a
forza di gesti ci fanno avanzare in una data direzione; è a questo
punto che il mio corpo fa dietrofront, come per tornare da dove è
venuto, su per i larghi gradini di metallo argenteo. Un'enorme
macchia scura mi copre il campo visivo; mi ci vuole un po' per
riavermi dalla sorpresa, e constatare che si tratta d'un oggetto o
meglio d'una macchina di forma ellittica, lunga più di duecento
metri; dalla sua liscia superficie grigio scuro sembra emanare una
debole luminosità gialla, che avvolge la macchina in un alone molto
pallido. Uomini e donne escono a flusso continuo dal ventre
imperturbabile del mostro, mentre io continuo a camminare,
facendomi largo a fatica fra l'erba. Non so dove sto andando né
perché; sono solo più una pecora in un gregge, e non mi resta che
sperare di cadere tra le mani d'un pastore che non porti le sue
bestie al macello.
Con un'ultima occhiata alle mie spalle, mi accorgo che l'enorme
massa grigia è appoggiata su tre gambe che si allargano di molto
verso l'esterno. Nessuna finestra, nessun'altra porta tranne quella
bocca spalancata da cui escono i miei simili, dà vita alla sagoma
scura.
D'un tratto la fila s'interrompe, chiusa da uno di quegli alti esseri
biondi che ci dirigono e che probabilmente sono i responsabili della
nostra presenza in questo luogo. L'essere tiene con la destra una
cosa che dapprima mi pare una valigia, e che in realtà è una specie
di cilindro rosso. Avanzo ancora ciecamente dritto davanti a me,
spinto dai compagni. Ho l'impressione che stiamo fuggendo: ma da
cosa e perché? Poi, d'un tratto, un rombo di tuono ci sale alle
spalle: l'alone che circonda la gigantesca massa grigia s'è fatto più
intenso, mentre gli esseri vestiti di arancione chiaro allontanano a
gesti i ritardatari. A questo punto assisto ad uno spettacolo
straordinario: tre o quattrocento uomini e donne d'un pallore cereo
contemplano la massa scura che si alza lentamente nell'aria con un
boato assordante.
Dal cuore della folla sale un clamore, ed un vento potente ci
obbliga a piegare la schiena; ma i nostri occhi non lasciano la
macchina, fissi su quella forza che si strappa dal suolo e che con
estrema lentezza si avvia verso la montagna...
«In quei giorni, nella camera di creazione degli dei, nella loro casa
"Duku", Lahar e Akhman furono formati. In quei giorni, Enki disse a
Enlil: "Padre EnIiI, Lahar e Akhman, coloro che furono creati nella
Duku, facciamoli scendere dalla Duku."»
Così parlavano gli antichi Sumeri, La voce potente della guida è
risalita lungo il filo del tempo e mi ha fatto uscire dal mio
intorpidimento. Sopra di me, la volta di luce verde sembra d'un
tratto aver perduto ogni vita.
Una mano mi afferra per un braccio conducendomi fuori dalla sala.
Vieni! Dice la guida. Fra pochi istanti sarai di nuovo in grado di
ascoltarmi. .. Bisogna che ti abitui a questo genere di viaggi!
Il corridoio di luce bianca si allunga davanti a noi e mi pare
interminabile.
Maestro, dico, la casa "duku" dei Sumeri era forse quell'enorme
massa scura che 'volava via nel cielo?
No, non era quella, sebbene le assomigliasse molto; ho fatto
riecheggiare in te le antiche scritture affinché tu stabilissi una
correlazione tra ciò che avevi visto e i racconti dei popoli antichi.
Presto ti farò fare altri viaggi come questo, ed ogni volta
ritorneremo qui a parlarne, vicino a queste rocce, nella piena luce
dell'astrale.
Ma ora ascoltami bene!
L'uomo istruito del XX secolo, il tuo contemporaneo, ha la pessima
mania di credere di sapere tutto, o almeno di credere di conoscere
le grandi verità; non hai mai notato come gli piace pontificare?
L'uomo moderno crede d'essere il prodotto più raffinato della sua
specie; per buona pace della sua coscienza studia i popoli primitivi
e ciò che resta sulla Terra de testi più antichi, dichiara che i miti e
le leggende sono molto interessanti e che in essi si legge
l'inconscio collettivo delle razze, delle tribù.
Ma verrà il giorno in cui la verità scoppierà nel genere umano, e si
riderà della nozione d'inconscio collettivo, si parlerà del karma
d'una nazione, d'un Paese. Si capirà finalmente che i più antichi
scritti racchiudono le più grandi verità, e si verrà a sapere che
esseri d'Oltre Spazio hanno popolato il mondo di uomini, ad ondate
successive, in diversi punti del pianeta, in epoche diverse.
Sappi che ciò che Enki e Enlil fecero per i Sumeri, altri lo fecero
altrove, portando sulla Terra certe razze umane.
Ascolta cosa dicono gli Indiani Quiché della creazione dell'uomo da
parte degli dei:
«Uomo costruito, uomo formato, uomo modello, uomo uscito da uno
stampo... »
Ricorda bene questo termine: "uomo costruito", significa che
l'essere umano non è stato fatto dal nulla.
Ricorda bene il termine "uomo modello", che rispecchia la doppia e
triplice natura dell'uomo perché, in verità, la carne è solo una
proiezione dello Spirito.
Se vuoi un altro esempio, volgi lo sguardo al Giappone, nell'isola di
Okkaido, abitata dagli Ainu. Gli uomini di questa parte del mondo,
attraverso la loro mitologia, affermano di discendere direttamente
dalle divinità venute dagli spazi cosmici: e ti assicuro che hanno
perfettamente ragione.
C'è anche l'isola di Pasqua: è un esempio che non mi piace perché
è diventato banale, giacché gli umani sostenitori della tesi ufologica
ne hanno fatto uno dei loro più grandi cavalli di battaglia.
Però ci si interessa troppo delle pietre e troppo poco dei testi.
Pensa alla forma ellittica che hai potuto osservare nella memoria
del tempo: essa rappresenta la forma ideale di tutto quanto è
destinato a spostarsi per via aerea o intergalattica: gli dei Pasquani
venivano dall'aria e si spostavano a bordo d'un uovo...
Riferisci con cura queste parole: l'uomo venne portato sulla Terra
ad ondate successive e da esseri diversi, ma dovrei dire da uomini
diversi. Con questo intendo dire che le grandi razze umane non sono
nate da un'unica razza di creatori. Voltaire aveva ragione a negare
la teoria dei climi nel 700... Le particolarità fisiche dei popoli ci
sono sempre state, e fin dall'inizio vennero concepite per adattarsi
ad un certo tipo di clima, a una data radiazione proveniente dalla
Terra o ad una proveniente dal cosmo: non è la geografia d'un Paese
a creare la razza fisica, sebbene essa l'influenzi un poco.
Comunque, non si vedrà mai un bianco diventare nero perché vive
in Africa.
Gli uomini sono nati da diversi creatori d'Oltre Spazio; questi
creatori si reputavano ed ancora oggi si reputano fratelli dinnanzi a
Dio, ed altrettanto dovrebbero fare gli uomini della Terra.
Invece essi hanno dimenticato la loro origine d'Oltre Terra, così
come hanno dimenticato la loro origine spirituale.
È l'allontanamento dall'origine che porta lo Spirito a produrre la
materia, ed è l'oblio delle sue origini che ha condotto l'uomo di
carne ed ossa a commettere i peggiori errori. La caduta è
l'indebolimento dello Spirito, il peccato originale è la decadenza
dell'Anima e del corpo: c'è l'oblio delle origini e l'oblio dell'Origine.
Continuerete senza sosta le vostre ricerche, per provare che tutti i
testi sacri della razza umana sono d'accordo tra loro, e farete
questa domanda: perché mai la creatura verticale che devasta la
Terra non dovrebbe andare d'accordo con i suoi simili, riconoscendo
che non vi sono delle Scritture ma una Scrittura? L'uomo era un dio
come e più degli esseri che un tempo vennero sulla Terra: «gli dei
cadono dal cielo quando gli si appanna la memoria»... ecco la
grande lezione del libro del Dighanikaya.
L'errore è la sorsata d'acqua bevuta alla sorgente del Lete, che
conduce, come diceva Platone, all'oblio ed alla catena di
reincarnazioni.
La vita sulla Terra è un sonno, e ben lo sapeva Giovanni quando
dichiarava d'essere l'uomo d'un altro mondo. Pensa a Budda: lo
sapeva anche lui, il cui nome significa "il risvegliato".
Tieni a mente questo fatto che è utile conoscere: da sempre, la
prova iniziatica tipica consiste nel resistere al sonno.
Allo stesso modo gli iniziati Australiani e l'eroe mesopotamico
Gilgamesh hanno dovuto dar battaglia all'oblio; per farti un esempio
più vicino nel tempo, pensa alla povera lotta contro il sonno dei
discepoli del Cristo Gesù sul Monte degli Ulivi.
D'un tratto la guida smette di parlare. Poi, lentamente e scandendo
tutte le parole, come se ne soppesasse il valore, riprende:
Vedi, dice, non bisogna confondere la Creazione (che è
permanente, e che è il più puro prodotto dell'Essere Unico) con le
creazioni, che sono il frutto della carne; la Creazione è unica, le
creazioni sono molteplici, successive, e corrispondono ai cicli
eterni.
Ma anche su questo punto, come su molti altri, gli uomini non
riescono a capirsi; in India si parla di quattro cicli di 864.000 anni
ciascuno, mentre in Occidente i periodi si limitano a 24.000-
26.000anni ciascuno. Sette sono le età secondo le scritture
rabbiniche, e quattro secondo i Greci. Quanto alle antiche cronache
del Messico, ci troviamo nel quinto ciclo!
Il fatto è che mischiamo tutto: tutte queste scritture dicono la
verità. Infatti, bisogna sapere che da un Paese all'altro, a seconda
del costume, cambiano i metodi di calcolo. Se tutti i metodi sono
giusti, tuttavia non si riferiscono allo stesso tipo di ciclo.
C'è un sistema di cicli per il mondo, per il suo sistema solare, per
il suo universo, e ne esiste uno per l'Universo degli universi, e così
via, all'infinito. Forti di tanta conoscenza, lasciamo da parte le cifre
che non fanno che complicare una situazione peraltro semplice, se
ridotta ai fattori principali.
Parliamo solo su scala terrestre, e non su scala cosmica: come già
ti ho detto succintamente, il pianeta è retto da periodi che oscillano
tra i 24.000 ed i 26.000 anni, ognuno dei quali si divide in due sotto-
periodi, uno discendente e l'altro ascendente.
A sua volta, ogni sotto-periodo si divide in quattro Età: Età
dell'oro, Età dell'argento, Età del bronzo, Età del ferro. Queste Età
prendono appellativi differenti da un popolo all'altro, ma il principio
è lo stesso: ci sono otto Età in ogni grande ciclo terrestre.
Una sibilla greca, dei testi rabbinici, i Maya, gli induisti, allusero
a questo genere di classificazione. La vera e propria Età dell'Oro,
quella che gli uomini hanno dipinto con nostalgia, è il risultato
d'una concordanza tra un'Età dell'oro terrestre ed un'Età dell'oro a
livello del sistema solare. Periodicamente, all'incirca ogni 2.000
anni, con il cambiamento zodiacale, un inviato divino più o meno
grande s'incarna sulla Terra al fine di mostrare il cammino: fu
questo il compito di Abramo, Mosé, Budda, Gesù, e di tanti altri
ancora, in un lontanissimo passato.'
Fra pochi anni, ti annuncio che la Terra riceverà la visita d'un
altro messaggero, quello dell'era dell'Acquario.
L'attuale periodo di vita terrestre è una dolorosa fase di
transizione che segna la fine d'un ciclo di 2.000 anni, quello dei
Pesci, emblema dei Cristo Gesù. Già alla fine di questo secolo
terrestre, gli umani trarranno gran parte del loro cibo dal mare,
sacrificando i pesci e l'acqua, segni del Cristo Gesù, così come gli
Ebrei sacrificarono l'ariete, segno dell'era di Abramo.
La superficie terrestre si prepara a subire grandi sconvolgimenti
d'ogni genere, simili a quelli che, periodicamente, ne hanno
modificato l'aspetto; i continenti si sposteranno, e New York non
ergerà in eterno i suoi grattacieli verso il cielo, e sarà distrutta
dalla terra, dal fuoco e dall'acqua.
La Terra ha conosciuto più volte gigantesche catastrofi dovute
all'errore dell'uomo, all'intervento di esseri dell'Oltre Spazio ed alla
perturbazione delle leggi naturali; la storia del diluvio che compare
in tutte le mitologie non è altro che quella della caduta decisiva di
Atlantide, dieci millenni prima della venuta di Cristo; ovvero
dodicimila anni fa, quando s'incontrarono i due archi (discendente e
ascendente) del grande anno terrestre. In quei tempi, gli uomini non
furono abbastanza saggi per evitare il dramma e combattere gli
influssi cosmici, e molte distruzioni devastarono il globo terrestre.
«Gli Antichi sapevano che, prima che il Cielo e la Terra fossero
formati, l'uomo era già stato creato e la vita si era manifestata
quattro volte.» Questo è l'insegnamento degli annali del regno del
Messico, su cui dovrebbero meditare quei poveri bimbi miopi che
sono ancora, per la maggior parte, gli uomini.
Devo dirti ancora una cosa: l'uomo degno di tal nome, come tu
stesso hai potuto giudicare, non è sempre stato morfologicamente
identico a ciò che è attualmente; anche gli astri ebbero un aspetto
diverso da quello che oggi conoscono i tuoi simili. I Maya parlano di
quattro soli: quello dell'acqua, quello del terremoto, quello del
ciclone e quello del fuoco.
Il disco solare non è sempre sorto ad est, dalla parte dell'Asia il
cui nome significa Aurora, perché il senso di rotazione del pianeta
fu più volte invertito.
Il mio amico s'interrompe e mi fissa dritto negli occhi; i suoi
occhietti sorridono.
Capisco che è ora che torni giù, sotto la roccia, ave il tempo non
significa più nulla.
Non descriverò più le premesse delle inquietanti visioni del
passato, anche perché potrei solo darne una vaga idea, una pallida
immagine priva di vita rispetto a quella che porto impressa nella
memoria. Emozione e turbamento, ecco i due soli termini che escono
dalla penna.
Di nuovo il muro del Tempo s'è infranto. Mi colpisce i timpani il
rumore d'una folla agitata: parlano, gridano.
Voci di donne, uomini, bambini si mischiano confusamente. È quasi
notte ed il cielo è, a tratti, rosseggiante; si vedono le prime stelle.
Il corpo che ho preso a prestito cammina agitato in una larga strada,
dove una folla che indossa veli e turbanti si agita febbrilmente, Ai
due lati della carreggiata distinguo case basse, costruite in modo
molto regolare secondo un progetto quasi invariato; a diverse
centinaia di metri davanti a me, invece, si stagliano contro il cielo
edifici di cinque o forse sei piani. Non mi viene in mente di contarli,
ma mi restano impresse le grandi facciate bianche. Non posso
cogliere i pensieri dell'essere che mi presta gli occhi, ma mi
sembrano ribollire d'impazienza e di ansia. Il mio corpo si ferma
bruscamente, come allarmato, e lo sguardo scandaglia il cielo alla
ricerca di non so cosa.
Deve fare un caldo torrido; le persone che incrocio e che mi
seguono portano abiti leggeri, e gli ultimi raggi del sole fanno
luccicare rivali di sudore sui loro volti angosciati.
Cerco di tener presente che non sono lì, non sono con loro, ma la
tensione che sale dalla folla madida mi turba profondamente, E se
fosse vero, se fosse davvero reale, se fossi proprio io, quest'uomo
vestito d'una larga tunica gialla che cammina a scatti, se stessi
rivivendo una mia vita passata, se questo incubo non dovesse
finire...
Mi trovo preso in un flusso continuo: tutti, ora, sembrano dirigersi
verso un luogo che non conosco; la folla cammina, cammina,
cammina sempre più in fretta, si mette a correre, e corro anch'io,
come un automa.
Un ometto dal volto cotto dal sole mi compare accanto, e si
aggrappa alla mia tunica come se volesse trattenermi; le mie mani lo
respingono con forza e i miei occhi lo squadrano. Poi, d'un tratto,
un grido più forte, più rauco degli altri emerge dal cuore della folla:
«Laggiù! Laggiù! ... » Salgono allora urla da ogni dove, e
dall'intera città sembra alzarsi un clamore generale.
A destra, nel cielo quasi buio, una luce gialla s'ingrandisce a
velocità spaventosa: in pochi secondi, la sua massa si è fatta
enorme. Ci passa sopra, a poche decine di metri soltanto dai tetti
piatti delle case e scatena il delirio generale. Uomini e donne
cadono e non si rialzano più. Alle mie spalle, la folla preme sempre
di più, ci allontaniamo sempre più, anche se così facendo si
calpestano i corpi.
Mi sembra che le gambe non mi sostengano più. Non so se vengo
trasportato dal flusso umano o se mi sto disperatamente attaccando
alla vita. La palla luminosa è nuovamente passata sulle nostre teste,
e questa volta sono riuscito a vedere di cosa si tratta: è un'enorme
macchina di colore scuro, di forma ovale, contornata da una cintura
di raggi luminosi gialli ed arancioni; ancora una volta svanisce nel
cielo alla stessa velocità con cui era comparsa.
Ora, null'altro che un'attesa soffocante, mentre continuiamo a
fuggire inesorabilmente.
Alle urla di terrore ha fatto seguito uno strano silenzio; sento solo
più l'ansimare dei corpi che ormai non hanno più fiato, i tonfi dei
corpi che inciampano e cadono.
Le case si diradano, e la strada sembra allargarsi. Una voce
interna mi dice che stiamo uscendo dalla città e che, forse, è finito
tutto, che non ci sarà più nulla da temere... Poco per volta la folla
si disperde, rallenta l'andatura. Sento i piedi affondare in un
terreno soffice, forse è sabbia ma non ne sono certo perché non
riesco a guidare i miei occhi. Siamo fermi, ora, e guardiamo tutti
laggiù, verso la città in cui c'è ancora gente che cerca di scappare.
So, sento, ora, che niente è davvero finito... d'un tratto sorgono
all'orizzonte una quantità di luci, dalla parte in cui il sole sta
tramontando. Si precipitano sulla città con un sibilo stridente, e da
ognuna di esse scende una lingua di fuoco a lambire i tetti.
I miei compagni di disgrazia urlano e cercano di nuovo di fuggire;
la terra si scuote ed un rumore di tuono si alza nel cielo; ora le
fiamme scaturiscono dalle case. Lo spettacolo è stupefacente: a
sinistra, compare un altro gruppo di palle luminose che compie un
semicerchio nel cielo stellato e si slancia verso i raggi di fuoco che
seminano la distruzione.
Assisto allora ad una visione da apocalisse: lassù è cominciata una
lotta senza esclusione di colpi. Fasci di luce gialla, rossa e blu
solcano il cielo sopra le mura della città che sprofonda nelle
fiamme. -Non dimenticare mai ciò che vedi, imprimi bene in te queste
immagini...
La voce profonda e riconfortante della guida mi ha nuovamente
bussato alla porta del cuore; ho voglia di rispondere, di dirgli
l'orrore della situazione, delle sensazioni che mi si aggrovigliano
dentro, ma non so se può sentirmi, se è vicino o lontano da me... La
sua voce continua, lenta, calma, piena di consigli che mi giungono
come un balsamo.
Prendi le distanze da tutto questo; non rischi nulla, -non più di
quanto rischieresti standotene seduto al cinema. No... non stai
rivivendo un'esistenza precedente: vivi il dramma d'un popolo che
venne annientato in poche ore per non aver voluto agire secondo le
leggi cosmiche ed eterne che proclamano: «Fai agli altri ciò che
vorresti fosse fatto a te». L'Amore deve esistere tra le nazioni, così
carne deve unire gli uomini d'un Paese.
Quello che ora vedi è successo molto tempo fa, molto prima
dell'ultimo Diluvio, molto prima che l'Atlantide giungesse all'apogeo
della sua gloria.
Questi uomini che si battono nello Spazio, che fuggono dalla loro
città in fiamme e che sono pronti a sgozzarsi tra loro per
sopravvivere, vissero in quello che oggi i Terrestri chiamano
Deserto di Gobi. Cerca con gli occhi, cerca di vedere la natura che
tutti questi uomini stanno massacrando: sta vivendo i suoi ultimi
istanti.
Ci sono campi e frutteti... resterà soltanto un deserto -4i sabbia
vetrificata, le rovine d'una civiltà sepolte a più di tre metri sotto la
superficie del suolo spazzato da un vento capriccioso.
Questo suolo è ancora ricco per la tua anima, e dolce è ancora il
clima, ma per il tuo corpo, niente di tutto questo... per gli uomini
d'oggi, non è rimasto neppure il ricordo che lì vi fu qualcosa!
Gli abitanti dell'antica nazione di Gobi hanno dimenticato l'Essere
Unico per fare dell'ambizione e della potenza i loro dei.
Le Anime degli uomini di quei tempi non erano mature; lo sono,
oggi, le anime dei tuoi simili? Bisogna che tutti gli esseri di buona
volontà servano da specchio, e riflettano sulla Terra i raggi della
luce divina, quelli dell'Amore e della conoscenza.
I tuoi occhi vedono macchine volanti che sputano fuoco: gli Antichi
le chiamarono "Vimaanas". Ricordati di questo testo sanscrito che
troppo poca gente conosce: «un apparecchio che si muove come un
uccello, grazie ad una forza Interiore, sulla terra, nell'acqua o nel
cielo, si chiama vimaana.»
I tuoi simili non hanno ancora ritrovato questo livello tecnologico
sebbene abbiano già di che far saltare per aria Il pianeta. Rifletti e
guarda ancora un po’ la desolazione abbattersi su Gobi, poi tornerai
a me ed al tuo corpo astrale. La mia guida ha smesso di parlare e
tutta la mia attenzione si focalizza su questa gente che non ha
nemmeno più la forza di correre; mi pare d'aver ritrovato la calma e
contemplo la scena con maggiore freddezza. .Che strana sfasatura
tra il corpo che ho preso a prestito, che sento estenuato,
disorientato, e che potrebbe soccombere da un momento all'altro, e
la mia coscienza astrale, che ha infine capito che bisognava vedere
e ricordare tutto ciò come una lezione. Nel cielo e sulla terra le
fiamme sorgono da ogni parte e sono sempre di più; alla luce dei
lampi rossi e blu mi pare di distinguere delle masse enormi cadere
dal cielo.
La terra è solo più un braciere immenso, e gli uomini e la donne
che si trascinano vicino a me hanno ora il volto bruciato, annerito,
crepato. Nòngridanòpiù, La terra trema, e sento solo più quel suo
mugghiare spaventoso.
Il mio corpo cade a terra.
CAPITOLO IX
Ogni spirito è androgino
Un torrentello canta e zampilla tra le rocce; su un folto tappeto
erboso, dei fiorellini blu a forma di campanula; a pochi metri da me,
come emergendo dal profondo della giungla astrale, un uomo.
Guarda verso di noi e ci fa un cenno; indossa una veste d'un bel
color zafferano. È un lama tibetano, mi dice la guida. Ha una grande
conoscenza.
Mi sento soddisfatto perché è la prima volta che un abitante
dell'astrale, eccezion fatta per la guida, sembra far caso alla mia
presenza.
-So cosa ti piacerebbe, ma è impossibile, mi dice gentilmente la
guida rispondendo con la mano al cenno del lama. Non può venire a
parlare con te; anche lui sta compiendo una missione e il suo tempo
è prezioso. Come sai, l'esistenza dopo la morte può essere
un'esistenza attiva... ci sono così tante cose da fare per gli altri e
per noi stessi! La nostra sola volontà, qui, è lavorare al
perfezionamento generale: operare per il bene degli altri
arricchisce ogni cuore, e più un cuore è ricco, più dà agli altri.
Ti dissi che sarei stato il solo, qui, ad istruirti: infatti, solo le mie
vibrazioni in questo momento sono in accorda con le tue, ed è per
questo che comunichiamo con tanta facilità.
Il lama, piccolo essere discreto e silenzioso, è scomparso nella
giungla lussureggiante così com'era venuto, dopo aver scavalcato il
torrentello d'acqua blu.
Ho voluto tornare qui con te piuttosto che continuare a discutere
sulle vette di smeraldo, perché la presenza della vegetazione
acquieta l'Anima. Sdraiamoci sul muschio, rilassiamoci. Il tuo corpo
fisico si stanca, e diventi più irritabile: non te ne accorgi?
Fra poco la tua missione in astrale avrà fine, quando ti avrò fornito
dei particolari sulla nuova esistenza degli uomini dopo la fine degli
Atlanti: allora ti riposerai, e mi vedrai più di rado. L'Anima che
ancora possiede un corpo fisico non deve attardarsi in questi luoghi,
per evitare che il suo ritorno sulla Terra sia accompagnato
dall'amarezza. L'uomo che si abbandona alle delizie dell'Astrale
finisce per attaccarvisi troppo, e allora la sua caduta sarà ancora
più dura.
Se hai un corpo, è perché devi fare qualcosa con quel corpo.
Come vedi, ripeto, non si deve sviluppare attaccamento per
l'Astrale così come non lo si deve sviluppare per il mondo fisico,
perché entrambi sono soltanto i riflessi, a livelli diversi, d'una
realtà superiore.
Se ti viene consentito di conoscere 1'Astrale, non è per lustrarti
gli occhi, né perché tu possa trarne motivo d'orgoglio, ma per
imparare, comprendere e fare comprendere.
Non sviluppare attaccamento né verso questa natura meravigliosa
né verso la mia persona, perché essa ed io siamo entrambi
transitori.
Quando avrò esaurito il mio compito, verrà il giorno in cui non mi
conoscerai più sotto questa forma; verrà il giorno in cui questi
luoghi ti sembreranno senza vita rispetto a quelli che ti rivelerà il
tuo Spirito.
Che gli uomini, leggendo quanto è stato scritto fin qui, non
facciano del mondo dell'Anima 1'oggetto dei loro desideri: il mondo
astrale è il mondo del dopo-vita, per coloro che non hanno ancora
affinato sufficientemente il loro lo; nient'altro. Non è né il paradiso
né il nirvana. La realtà è nello Spirito.
Per quanto tu lo ripeta ai tuoi simili, non sarà mai abbastanza.
Se bisogna conoscere i piani astrali non è per raggiungerli ma
bensì per oltrepassarli, per non identificarli con la meta. Con molto
Amore, ogni essere può tornare in sé, nel suo Spirito.
Pregate, fate pregare, agite e fate agire perché questo avvenga.
Laddove l'Anima decresce comincia lo Spirito ed inizia la
perfezione. Se anche tu mi chiedessi di descriverti lo Spirito,
sarebbe impossibile: le parole sono traditrici.
Sappi che lo Spirito ha un universo o degli universi, e che non è
qualcosa di vago, anzi: esiste un corpo spirituale così come esiste
un corpo astrale, e questo corpo si perfeziona indefinitamente
contemporaneamente alla scintilla che lo anima, fino a raggiungere
livelli inconcepibili per l'intendimento della carne e anche
dell'Anima.
Lo Spirito è androgino. Lo Spirito proietta sulla Terra le sue
marionette di carne ed ossa. Può proiettarne fino a nove
contemporaneamente.
Questo significa che l'uomo vive fino a nove esistenze parallele
sulla Terra? Dico. Confesso che quest'ipotesi mi turba
profondamente.
Chi siamo, allora? Proprio nulla, un granello di po1vere, se siamo
solo la nona parte della proiezione d'tino Spirito che neppure
conosciamo!
Non correre! Ragioni male perché non mi lasci finire.
Riporta fedelmente tutto ciò che ti dirò ma tu non Interpretare
nulla, perché la natura dello Spirito, il suo ruolo e le sue
manifestazioni sono difficili da capire; Il modo dello Spirito è
difficilmente concepibile per la coscienza terrestre umana.
Soprattutto non dire che l'uomo vive nove esistenze simultanee sulla
Terra: la cifra nove è il massimo, e si applica solo raramente.
Di solito, un Super-Io (o Spirito) proietta due o tre corpi fisici
parallelamente nella materia: per dirla praticamente, questo gli
permette di guadagnar tempo, ossia di vivere esperienze diverse in
un tempo ridotto.
Le proiezioni dello Spirito nella materia sono indistintamente
maschi e femmine; devi capire che, siccome sei un uomo, un'altra
parte di te vive attualmente un'esistenza in un corpo di donna, e
così accade per ogni altro uomo. E, naturalmente, è ovvio l'opposto:
ogni donna ha un doppio maschile.
Da qui viene l'espressione «cercare la propria metà». L'attrazione
reciproca dei sessi, la ricerca d'un amore tipico degli umani, sono
in parte una conseguenza del vago ricordo dell'androginia primitiva
del nostro Spirito.
Quando I'anima, o, per meglio dire, le nostre anime, avranno rifatto
in senso inverso il percorso che le ha condotte nel pantano della
materia, vi sarà la fusione e le nostre particelle di coscienza si
uniranno alla nostra supra coscienza, ricreando così la base
dell'essere di gloria che fummo un giorno e che, da quel momento
saremo In eterno.
Non sviluppare troppo l'attaccamento verso il corpo, e neppure
verso 1'Anima che è il risultato d'un'incredibile quantità d'epoche
trascorse: sviluppa la volontà di ritrovare la tua vera personalità, di
cui la carne è solo un frutto, e neppure tanto saporito.
È impossibile ritrovare l'altro noi stesso, perché le due esistenze
parallele non devono mischiarsi nella materia. Magari ce n'è anche
una non sulla Terra. Ormai sai che esistono infiniti mondi abitati, e
nove tipi di universo rispetto al numero delle dimensioni.
È possibile che un Super-Io proietti i suoi burattini di carne ed
ossa su diversi pianeti, in diverse dimensioni.
Ti stai chiedendo, allora, chi sia tua moglie... la conosci, e non è
per caso che vi siete riuniti sulla Terra. Avete vissuto insieme molte
epoche, le vostre anime non sono più nuove, ed è di comune accordo
che avete scelto quale lavoro compiere.
La maggior parte degli esseri umani pensa che i leganti che li
uniscono ai loro cari siano dovuti al fato: non hai mai sentito dire,
per esempio, che il matrimonio è una lotteria?
Niente di più falso! Non è raro che vecchie relazioni karmiche
(buone o cattive che siano) uniscano gli sposi, gli amici, i membri
d'una famiglia. Tuttavia i legami possono cambiare, ma questo non
ha molta importanza: I legami della carne sono solo i legami della
carne e solo quelli dello Spirito sono forti ed indelebili. Verrà il
giorno in cui lo Spirito di tua moglie ed il tuo saranno molto vicini.
Sappi che tutto questo sembrerà molto strano a chi leggerà il tuo
libro: eppure non lo è... basta riflettere un po' e smettere di
identificarsi con il proprio corpo fisico. L'uomo vero fu creato a
somiglianza di Dio: so che in Occidente si rappresenta spesso Dio
come un vecchio barbuto, ma spero che" a nessuno venga mai in
mente seriamente di affermare che Dio ha l'aspetto d'un uomo o
d'una donna.
L'Essere unico è lo Spirito che comprende ed anima tutto, lo
Spirito per il quale tutto esiste e che contiene in sé i due principi
universali: maschile e femminile, attivo e passivo. Allo stesso modo,
ogni uomo vero, ogni Spirito, è un essere androgino. Sono
affermazioni che sorprenderanno molta gente, che si ribellerà
sentendole: eppure non è la prima volta che vengono rivelate.
In tutto il mondo, gli iniziati l'hanno sempre sostenuto: in
Occidente, Platone lo diceva già ne Il Banchetto, anche se in una
forma un po' immaginifica, deformata.
Scriveva: «Sappiate per cominciare che l'umanità comprendeva tre
generi e non due, maschio e femmina... Ne esisteva inoltre un
terzo... Avevano quattro mani e gambe in egual numero alle mani.»
Queste poche parole del grande filosofo descrivono in modo
simbolico l'essere androgino, che ha cominciato a cadere nella
materia: già i suoi arti sono raddoppiati di numero. Gli Indiani
dell'America centrale e della Cordigliera delle Ande possedevano
anch'essi un aspetto della tradizione dell'androginia primitiva: per
loro, Viracocha o Quetzalcoatl, "gran creatore delle cose e del
mondo", era all'origine uomo e donna contemporaneamente; d'altra
parte, hai mai sentito parlare di Adam Kadmon? La tradizione lo
descrive come dotato di due sessi. Per gli iniziati occidentali, egli è
l'essenza delle umanità nel loro insieme, l'Anima intelligente
dell'universo che preesiste nel verbo Divino. È questo grande
Adamo, che dobbiamo riconoscere e raggiungere. È la nostra vera
dimora. Ricordati delle parole di San Paolo: «Quello che affermo,
fratelli, è che né la carne né il sangue possono ereditare il regno di
Dio, né la corruzione può ereditare I'incorruzione» (I Corinti,15,
50).
Quando la Bibbia parla della Creazione, bisogna sapere che si
riferisce alla creazione spirituale: l'uomo creato dall'Essere unico è
il grande Adamo androgino. L'uomo di carne è opera della carne e
del desiderio. L'Adamo terrestre è la razza umana materiale che ha
perso il suo abito di luce.
Devi sapere che le pelli di animali che Adamo indossa dopo aver
commesso la colpa nell'Eden biblico sono le tuniche di carne
corruttibile.
Adamo ed Eva erano un unico essere che soccombette all'attrazione
per se stesso; erano l'ombra di ciò che gli Ebrei chiamarono lEVE,
legge ciclica del numero quattro, semplice immagine dell'assoluto;
essi erano costruiti sulla base del quattro.
Forse ora non mi segui bene perché ti avevo lasciato intuire che
fosse il tre, il numero dominante dell'universo, tuttavia rifletti e
cerca di ricordare. Il quattro riconduce il tre all'unità: padre, madre
e figlio (1, 2, 3) formano la famiglia (4); gli esseri umani hanno
quattro arti, e allargando questi quattro arti si forma una croce,
nonché i raggi della ruota cosmica ed i quattro punti cardinali.
Una volta caduti nella materia e separati in due forme
complementari che si cercano, Adamo ed Eva hanno contribuito a
radicarsi sempre più nella materia; se la Bibbia fa uscire Eva dalla
costola di Adamo, capirai, spero, che si tratta solo d'un'immagine...
che significa che il numero uno, attivo, dà naturalmente origine al
numero due, passivo. Cabalisticamente parlando, il due è il primo
numero nato dall'uno.
Per tornare al nostro argomento, cioè alle passate, immense
possibilità umane, sappi che nei tempi più antichi
l'uomo poteva vivere più di mille anni terrestri; la vecchiaia è solo
una malattia dell'Anima e dello Spirito.
Gli uomini comunicavano tra loro e con gli animali telepaticamente,
ma oggi è tutto finito, al punto di negare persino che quei tempi
siano mai esistiti; il peggio, vedi, non è dire «Non voglio più », ma
«Non credo ». Ricordi le parole del filosofo L.C. de Saint-Martin:
«Tu sai tutto! Puoi tutto! E vuoi esser nulla!»
Rispecchiano la verità.
All'inizio dell'esistenza dell'Atlantide, quindi in un tempo
relativamente vicino a noi, la durata minima della vita umana era di
sei-sette secoli... So bene che i medici e gli scienziati prenderanno
tutto questo per una follia, ma che importa! Bisogna che tutto sia
reso noto, ad ogni costo. Il mio amico si è alzato adagio, ed ha
aggiunto con un'aria un po' stanca:
La mancanza d'Amore è una ruggine che corrode lentamente ed in
profondità; l'uomo non può prendersela che con se stesso, se si
sente limitato fisicamente.
Per scatenare il processo d'invecchiamento, basta anche solo
esser persuasi di invecchiare.
Da diversi mesi ormai ti faccio conoscere con precisione alcuni
mondi dell'universo astrale: vi hai forse incontrato esseri malati,
esseri con un aspetto fisico consunto? No, e quand'anche restassi
per dei secoli, per dei millenni, in questo mondo,non vedresti i corpi
corrompersi. Tocca a voi umani soltanto, vivere centinaia di anni in
un corpo di carne; a mano a mano che la vostra razza progredirà
verso il divino, essa si spoglierà dei limiti della carne.
Con questo non voglio dire che si debba cercare di prolungare la
vita della materia, ma dico che una razza di uomini in piena
evoluzione positiva vede i suoi limiti arretrare in tutti i campi per
l'intervento dello Spirito nella carne.
I progressi medici del XX secolo sono, purtroppo, solo un
intervento della carne sulla carne. Alcuni degli esseri che studiano
e sorvegliano il vostro agire, e che voi chiamate extra-terrestri,
hanno raggiunto uno stadio in cui la durata del corpo non è più un
problema, e ti dico che alcuni di questi esseri d'Oltre Terra
appartengono più ai mondi spirituali che ad altro, oppure sono in
stretto rapporto con essi.
Dico "certi" e non "tutti".
I mondi dello Spirito hanno un'infinita varietà, secondo una
gerarchia naturale, di cui si parla in ogni religione: intendo dire
quelli che vengono comunemente chiamati angeli, arcangeli, eoni.
Anch'essi hanno dei compiti da svolgere, ed ognuno di loro a modo
suo si occupa delle grandi fasi dello sviluppo del piano divino.
Schematizzando un po', potrei dire che sono degli specialisti: così,
l'arcangelo Raffaele presiede a tutto ciò che ha a che fare con
l'iniziazione alle vere dottrine segrete, alla vera scienza.
Quando sarai di ritorno sulla Terra, voglio che tu cerchi un
bellissimo passo in un libro sacro dell'India, il Mahabarata: esso
spiega nel modo migliore le gerarchie dello Spirito, l'infinità dei
mondi e delle loro perfezioni. Non ti sarà difficile ritrovarlo, perché
i tuoi occhi l'hanno già letto e la tua penna l'ha già riprodotto.
Nel corso degli ultimi incontri con il mio amico dal volto azzurrino
ho sentito ribollire in me delle domande, e sento che è venuto il
momento di esporre quella che mi sta più a cuore.
Mi sono seduto anch'io, come la guida. Con un po' d'imbarazzo,
come uno scolaro che non avesse ben capito una lezione, chiedo:
Mi hai parlato di questo mondo dello Spirito e degli altri mondi di
materia che sono in rapporto con la Terra, ma com'è possibile
distinguere, nei testi sacri, quando si parla delle creature d'Oltre
Terra in carne ed ossa e quando, invece, si fa riferimento a creature
spirituali?
La guida sorride dolcemente:
Forse avrai già capito come, con tutto quello che ti ho spiegato; ma
devo confessare che la faccenda è piuttosto delicata.
Vedi, la verità è che le creature d'Oltre Spazio lavorano in armonia
con il mondo dello Spirito; la difficoltà risiede nel fatto che è
difficile dire dove comincia esattamente il mondo dello Spirito.
Ci sono cose che possono sembrare di natura spirituale e che non
lo sono: così è il mondo dell'anti-materia, L'antimateria non è il
contrario della materia, e non è lo Spirito: essa è l'inverso della
materia, il che è diverso. Questo non è difficile da capire, e deriva
dalla legge dualistica che ti ho spesso citato.
I corpi fisici esistono secondo una legge fondamentale basata sulla
simmetria: per ogni particella di vita esistente, ne esiste un'altra
chiamata anti-particella, avente caratteristiche magnetiche ed
elettriche diametralmente opposte.
Certe manifestazioni ufologiche, certe apparizioni di oggetti
volanti, sono manifestazioni d'un mondo situato nell'anti-materia. Ma
non andiamo oltre, perché questo ci porterebbe troppo lontano dal
nostro discorso. Sappi soltanto che la Terra ha un gemello
simmetrico, e che accade che le Anime si incarnino talvolta in un
mondo e talvolta nell'altro, se necessario, per affinarsi.
La cosa più semplice per distinguere lo Spirito dalla materia è
studiare molto in profondità i testi in tutti i loro aspetti, a tutti i
livelli di lettura di cui ti ho parlato, ed anche, soprattutto,
comparare i testi tra loro, perché molto spesso è proprio dal
paragone, dalla giustapposizione, che nasce la luce.
Nell'ambito dei testi sacri è difficile dire se una cosa sia il riflesso
di un mondo piuttosto che di un altro; se prendi un soggetto trito e
ritrito come il Carro d'Ezechiele, vedrai che alcuni dimostreranno
perfettamente che si tratta d'un veicolo spaziale, mentre altri,
altrettanto perfettamente, asseriranno che si tratta del simbolo,
della descrizione allegorica d'una manifestazione divina sulla Terra.
Chi ha ragione?
Né gli uni né gli altri o, per meglio dire, gli uni e gli altri. Il Carro
d'Ezechiele fu davvero un oggetto materiale, gli Elohim erano
davvero esseri in carne e ossa ma la loro venuta sul pianeta fu
anche una manifestazione della potenza divina sulla Terra; gli
Elohim ed il loro veicolo spaziale erano investiti d'una missione a
carattere spirituale.
Ciò che bisogna ricordare delle varie venute di esseri d'Oltre
Spazio sulla Terra, è che esse sfociarono in uomini tra gli uomini e
gli "dei" in carne ed ossa: queste unioni, inizialmente, erano
destinate a creare esseri capaci di regnare sugli umani, dirigendoli
con saggezza; ma essendo anche dettate dall'amore, esse assunsero
il valore d'un patto. Ebbero luogo un po' dovunque sulla Terra e
generarono una razza di giganti: questi giganti sono i famosi eroi
ricordati in tutte le mitologie terrestri, siano esse tibetane,
australiane, indiane o mediterranee.
Non mi dilungherò oltre su questo punto, perché negli ultimi anni è
stato oggetto di grande interesse da parte degli uomini, e la
faccenda è stata rimestata quasi da cima a fondo; ma vorrei che tu
sapessi soltanto che non fu una qualsiasi radiazione lunare e
nemmeno una radioattività dovuta alle eruzioni vulcaniche (come
alcuni hanno supposto) a provocare il gigantismo di tempi antichi: i
testi sacri, infatti, parlano d'una razza di giganti che governava
uomini di proporzioni simili alle nostre di oggi.
Ricordati anche solo della storia di Davide e Golia, e del gigante
Atlan che i Greci chiamarono Atlas, dal cui nome deriva quello di
Atlantide, di cui fu il fondatore.
Se leggerai la mitologia Inca e Maya, troverai traccia di Atlan, e di
Theitani che gli Occidentali chiamano Titano.
La conferma di quanto ti ho appena detto ci viene dall'alchimia:
Zosimo, il primo dottrinario dell'alchimia, affermava che degli angeli
erano scesi sulla Terra ed avevano generato dei giganti, e questo
non fa che confermare il racconto biblico della Genesi (VI. 4).
Un giorno sarà necessario fare uno studio approfondito sui rapporti
che unirono gli uomini della Terra e gli uomini dello Spazio.
Posso essere solo schematico, e dirti che il regno dei giganti non
fu sempre felice, perché, in effetti, alcuni di loro si comportarono
come tiranni, mentre altri fornirono ai Terrestri delle conoscenze
che questi non erano in grado di usare correttamente. Se ti ho detto
che certi dei della mitologia greco latina erano falsi dei, è perché in
realtà vennero dallo Spazio non con uno scopo benefico ma a fini
egoistici; quindi, come vedi, bisogna soppesare bene le parole
quando si parla di angeli, messaggeri divini ed antiche Scritture...
Esseri d'Oltre Spazio buoni e cattivi si sono affrontati ed hanno
illustrato in tal modo la perpetua lotta tra il Bene ed il Male, tra la
luce e le tenebre.
Ci furono giganti animati dalle forze del male, e tra essi il libro di
Enoch cita Kokabiel: «Kokabiel insegnò i segni e tutta la Terra è
stata corrotta dall'opera di Azazel.»
Azazel non è altri che Lucifero, e qui voglio correggere un errore
frequente: Lucifero non è Satana. Satana, "l'avversario", è il
principio del Male, del negativo, e null'altro.
Lucifero è un essere in carne ed ossa, un essere d'Oltre Spazio,
venuto originariamente sulla Terra con lo scopo di imporvi la sua
legge, di fronte ai rappresentanti della Luce.
È proprio l'angelo caduto che comunemente viene immaginato: come
l'uomo, una volta egli era uno Spirito elevato, e fu il suo amore per
la sua stessa potenza a scatenare, un tempo, una catastrofe
cosmica, ossia l'esplosione del suo stesso pianeta. Puoi avvicinarlo
ad Ara, un personaggio della mitologia Quiché: «Così, dunque, io
sono il Sole..., diceva Principal Ara. Ma in verità Principal Ara non
era il sole, bensì si inorgogliva delle sue giade imperiali.»
È così che vanno le cose: l'orgoglio provoca la caduta, ma non è
mancando di ambizione che ci si può risollevare. L'uomo non deve
credersi uguale a DIO, ma di fonte divina. Vedi, tutto quello che ti
ho appena detto probabilmente farà sorridere molti lettori, in quanto
lo considereranno troppo puerile; forse è vero, ma come ti ho detto
voglio essere schematico.
La battaglia che si combatte sulla Terra da decine, da centinaia di
migliaia di anni è proprio quella tra positivo e negativo, tra Amore
da un lato e orgoglio ed egoismo dall'altro, anche se all'apparenza
la faccenda sembra più complicata.
L'Atlantide è morta perché le anime si sono proiettate
sfrenatamente nella materia, facendo cattivo uso degli enormi poteri
che avevano sulla natura fisica delle cose e degli esseri.
Le creature venute da altrove per contrastare i piani divini e di cui
si trova essenzialmente traccia nella mitologia greca furono
chiamate "figli di Beel" dagli Antichi, o "figli di Belial".
È partendo da questo termine che gli uomini del passato coniarono
il nome di Belzebuth, ovvero Beel o Baal zevuv, che significa "lo
sciame di Beel"; Belzebuth deve essere inteso come un nome
complessivo, e non come il nome d'un solo individuo. Ricorda le
catastrofi che sconvolsero la Terra nei tempi biblici, le piogge di
meteoriti ed i cicloni che scesero sugli uomini come sciami d'api o
di tafani.
Beel di Beel zevuv di per sé non fu né benefico né malefico, ma
soltanto la causa naturale d'una catastrofe mondiale.
Fu per confusione, e poi per assimilazione, che i sacerdoti
l'associarono a Lucifero quattromila anni fa. Da qui viene l'Ariete,
segno di fuoco, che trae il suo nome da Beel'.
Certe religioni ne fecero l'emblema del sole: comunque esso ne è
solo l'emblema, e non è il sole! Non è necessario
respingere questo simbolo, ma bisogna eliminare gli errori che
intorno ad esso si sono accumulati, Così, dopo essere intervenuti
nello schema evolutivo terrestre, dopo aver innestato
successivamente vari tipi di animali e di uomini, dopo essersi
associati ad essi, dopo aver aiutato la razza terrestre a risollevarsi
dai cataclismi naturali o provocati, gli esseri d'Oltre Spazio
continuano ancora oggi a lottare contro le forze negative che
attorniano la Terra.
Vi sono state e vi saranno ancora, negli spazi intergalattici, lotte
molto materiali aventi la Terra come posta in gioco.
I progressi tecnologici che gli umani hanno potuto compiere devono
aprir loro gli occhi; non bisogna che i tuoi simili rifacciano l'errore
dei loro padri, ossia divinizzare ciò che non deve essere divinizzato:
le creature degli altri pianeti e questi stessi pianeti.
Non continuerò a parlarti degli eventi che turbarono la Terra prima
del grande sisma e del diluvio che distrussero l'Atlantide ed i suoi
vicini: si potrebbero scrivere interi volumi senza esaurire
l'argomento.
Quel giorno la razza umana fece quasi tabula rasa, e dico "quasi"
perché come sai le conoscenze e le esperienze della vita si
perpetuano attraverso la morte fisica.
Il mondo come lo conosci ora cominciò nel giorno in cui Noè (In
lingua atlante: Nepht) fece passare la fiaccola della conoscenza da
una civiltà all'altra, però non devi credere che Noè ed i suoi siano
stati i soli superstiti dopo il Diluvio.
Noè fu un essere in carne ed ossa ma anche un simbolo, e ti posso
assicurare che vi furono numerosi Noè nella storia dell'umanità.
Ogni volta che un mondo è andato distrutto, per qualsiasi ragione,
vi sono stati degli esseri particolari che si sono presi l'incarico di
stabilire dei ponti da un'epoca all'altra.
Gli archeologi hanno ritrovato sulla Terra una quantità di nomi che
corrispondono a quello di "Noè", persino negli isolotti del Pacifico;
sono nomi notissimi, e te ne cito alcuni: Nu Wah per i Cinesi, Tapi
per gli Aztechi, Nu-nu per gli Hawaiani.
Ma c'è qualcosa a cui vorrei che prestassi attenzione in modo
particolare: ti ricordi della storia di Deucalione e Pirra raccontata
da Ovidio?
La loro storia viene assimilata a quella di Noè, ma non c'è nulla di
più falso. Deucalione non era Noè, sebbene sia esistito davvero ed
abbia avuto un ruolo identico a quello di Noè ... ma migliaia di anni
dopo!
L'ultimo diluvio in ordine cronologico non è quello di cui parla la
Bibbia; e quando ti parlano del diluvio di Ogigia non ricadere in
questo stesso errore: si tratta d'un'altra catastrofe ancora.
Se la memoria umana ha soprattutto conservato il ricordo del
diluvio di Noè, è perché fu il più violento, il più lungo, e quello che
annientò la civiltà tecnologicamente più potente che sia mai
comparsa sulla faccia della Terra.
Di qui alla fine del secolo gli uomini non negheranno più l'esistenza
di Atlantide; perché verranno fatte importanti scoperte in Egitto,
nell'America centrale, in India ed in Cina. Per gli interessati alla
questione del continente scomparso, preciserai che generalmente si
ha di esso un'idea sbagliata: l'Atlantide non era un'unica massa di
terra in mezzo agli oceani, ma si componeva di svariate isole. Arrivò
ad averne fino a sette, che furono poi distrutte ed inghiottite a
diversi millenni d'intervallo una dall'altra: la descrizione della fine
dell'Atlantide fatta da Platone riguarda solo l'ultima parte
dell'Atlantide.
Questo continente conobbe tre distruzioni, di cui le prime due
valsero ad amputargli solo in parte le terre.
L'ultima capitale atlante era circondata da canali per la difesa ed
il commercio, e fatte le debite proporzioni era un po' come la città
olandese di Amsterdam. Vorrei che tu riportassi tutto questo
scrupolosamente e che serva agli uomini per meditarci sopra; non
credano che i continenti sui quali oggi vivono mantengano in eterno
il loro attuale aspetto, perché verrà il giorno in cui non si vedranno
più sulla faccia della Terra.
La crosta terrestre avrà grandi cambiamenti già sul finire del
secolo.
Certi grandi saggi fin d'ora emigrano e senza apparente ragione si
stabiliscono in paesi che non conoscono: cercali ed osserva i loro
movimenti, perché stanno ad indicare le regioni che saranno
risparmiate nel corso delle prossime catastrofi. Questi messaggeri
spirituali sono dei futuri Noè, e preparano il necessario per la
trasmissione della vera scienza di salvezza.
I luoghi che oggi consacrano con la loro presenza, sa più potente
che sia mai comparsa sulla faccia della Terra.
Di qui alla fine del secolo gli uomini non negheranno più l'esistenza
di Atlantide; perché verranno fatte importanti scoperte in Egitto,
nell'America centrale, in India ed in Cina. Per gli interessati alla
questione del continente scomparso, preciserai che generalmente si
ha di esso un'idea sbagliata: l'Atlantide non era un'unica massa di
terra in mezzo agli oceani, ma si componeva di svariate isole. Arrivò
ad averne fino a sette, che furono poi distrutte ed inghiottite a
diversi millenni d'intervallo una dall'altra: la descrizione della fine
dell'Atlantide fatta da Platone riguarda solo l'ultima parte
dell'Atlantide.
Questo continente conobbe tre distruzioni, di cui le prime due
valsero ad amputargli solo in parte le terre.
L'ultima capitale atlante era circondata da canali per la difesa ed
il commercio, e fatte le debite proporzioni era un po' come la città
olandese di Amsterdam. Vorrei che tu riportassi tutto questo
scrupolosamente e che serva agli uomini per meditarci sopra; non
credano che i continenti sui quali oggi vivono mantengano in eterno
il loro attuale aspetto, perché verrà il giorno in cui non si vedranno
più sulla faccia della Terra.
La crosta terrestre avrà grandi cambiamenti già sul finire del
secolo.
Certi grandi saggi fin d'ora emigrano e senza apparente ragione si
stabiliscono in paesi che non conoscono: cercali ed osserva i loro
movimenti, perché stanno ad indicare le regioni che saranno
risparmiate nel corso delle prossime catastrofi. Questi messaggeri
spirituali sono dei futuri Noè, e preparano il necessario per la
trasmissione della vera scienza di salvezza.
I luoghi che oggi consacrano con la loro presenza, saranno simili a
dei "Graal" per le civiltà di domani: ognuno vi attingerà parte del
nutrimento spirituale che deve animare l'era dell'Acquario e
dispensare la pace attraverso i popoli.
Ora la mia guida tace. Senza guardarmi, con il viso rivolto verso il
torrentello zampillante di roccia in roccia, mi pone una mano sulla
spalla.
Sappi, aggiunge con tanto calore nella voce, che non vi è sogno
che non si realizzi, quando è animato dalla volontà d'Amore. Ti
assicuro che gli uomini hanno perduto l'Eden, ma che se vogliono lo
ritroveranno.
L'Eden non era l'Atlantide, perché l'Atlantide verrà superata.
Sforzati, con il tuo libro, d'indicare agli umani che malgrado le mille
strade della conoscenza e delle religioni, non possono esservi due
modi di avanzare. Tu e la tua sposa dovete agire in modo che ognuno
senta il bisogno di sapere, e voglia dare il suo contributo al
cammino che porta a stabilire la pace sulla Terra e poi al ritorno
alla realtà originale.
Maestro, dici che la civiltà attuale corre pericoli enormi e che i
continenti saranno ancora una volta sconvolti; intendi dire che
accadrà di nuovo brutalmente, come già avvenne?
Vedi, una catastrofe sembra sempre brutale a chi la vive.
Accadranno eventi che gli uomini non avranno visto venire, e li
chiameranno "improvvisi" perché saranno stati ciechi, non avendone
distinto i segni premonitori.
L'Atlantide non andò distrutta tutta in una volta...
Ecco tutto ciò che mi è permesso di dirti al riguardo.
Dovrebbe bastarti per illuminare chi vuole esser illuminato.
Prima di darti nuovamente 1'occasione di guardare nel cuore del
Tempo, lascia che ti parli d'un altro argomento; ci sono cose che
riguardano la razza umana che voglio che tu conosca e che tu faccia
comprendere, e questo per contribuire a stabilire la pace con
l'abolizione delle barriere razziali. Già ti dissi che una nuova razza
sarebbe nata all'alba del XXIO secolo: sarà la quinta grande razza,
capace di lasciare la sua impronta nel mondo.
Quattro grandi razze di uomini si sono già succedute sulla Terra, e
se alcuni dicono che furono sette, è perché si riferiscono a quelle
che chiamerei sotto-razze, o alle razze di precedenti umanità.
Nel ciclo che ci interessa, la razza gialla è stata la prima
dominatrice del tuo pianeta, ed in questo senso è davvero giusto
dire che l'Asia è la madre-patria delle altre civiltà. Ad essa è
succeduta la razza rossa, che ha dato vita all'era atlantidea: gli
Atlanti erano rossi, ed i loro ultimi discendenti sono gli Indiani
dell'America del Nord, dell'America Centrale e delle Ande.
Naturalmente il loro sangue si mescolò molto rapidamente con
quello degli abitanti originari di quelle regioni, e nel corso dei
secoli le conoscenze che erano riusciti a portare con sé si
alterarono considerevolmente; progressivamente il ricordo delle
origini si fece sempre più sfocato, e dovette essere inciso nella
pietra per non sparire dal pianeta.
L'uomo è sempre identico a se stesso: ha la memoria corta e cade
rapidamente nella superstizione.
In Messico, sulla piramide di Xochicalco, si possono ancora vedere
i geroglifici che raccontano la storia di una «terra situata nel centro
dell'oceano e distrutta» ed i cui abitanti furono «uccisi e ridotti in
polvere».
A Villa hermosa, enormi teste di pietra dette degli "01mechi",
portano anch'esse il ricordo di quell'epoca, e pongono molti
interrogativi agli scienziati; in realtà vennero scolpite in onore
della terra di Olma o del regno di Olman, ultimi superstiti del Diluvio
proprio come certi Atlanti.
Alcuni abitanti della terra di Olma non fuggirono verso il Messico
attuale né verso alcun altro luogo del continente americano, bensì
verso l'Europa, ed in particolare verso il bacino mediterraneo; si
stabilirono dalle parti della Caldea e di Creta, ed ecco perché
ancora oggi in queste due regioni si trovano dei mosaici che
ricordano molto quelli della Venta, nel Messico del Sud.
Da questo dobbiamo anche dedurre che, allo stesso modo, non tutti
i sopravvissuti dell'Atlantide cercarono scampo in direzione del
continente americano, ma che molti si ritrovarono in Europa, ed
essenzialmente sui Pirenei, nel Nord-Africa ed in Egitto.
Non è per caso che la fiaccola della conoscenza di Atlantide venne
passata all'Egitto, e, credimi... non vi è nulla che sia dovuto al
caso! In un certo senso, quel Paese era diventato una colonia dell'
Atlantide, e le sue tendenze spirituali erano molto forti. Le altre
colonie atlantidee in America non disponevano, allora, della potenza
egizia.
Quando l'Atlantide fu inghiottita, lo scettro del potere temporale
andò alla razza nera che si estese fino all'Asia. Inutile dire che
l'Africa, il cui clima era ben diverso da quello di oggi, viveva
un'epoca fiorentissima: ci sono archeologi che hanno cercato i resti
d'una civiltà nell'attuale deserto del Sahara, e ciò che hanno trovato
fino ad ora, unito a quanto ancora troveranno, sono quanto rimane di
quell'epoca in cui la civiltà nera conobbe il suo apogeo, e non, come
credono alcuni, le rovine di Atlantide.
Il Sahara fu inizialmente un paese molto fertile, poi venne invaso
dalle acque e la sua superficie fu coperta da grandi laghi, le cui
acque si riversarono nell'Atlantico sotto l'effetto d'un sisma
violento che scosse il continente africano.
Questo evento non è poi tanto remoto, ma non c'è da stupirsi che la
civiltà nera si sia lasciata alle spalle relativamente poche tracce:
infatti, partì da una terra nuova, in cui era quasi tutto da rifare.
In quei tempi il popolo nero era un popolo guerriero; conquistò
parte dell'Europa, dell'Asia Minore e dell'India, ove praticò in
particolare lo schiavismo.
Vedi, esiste il Karma della razza, proprio come esiste il karma
dell'individuo; la razza nera ha pagato per secoli l'errore commesso
alcuni millenni or sono, ed essa stessa è caduta in schiavitù. Ho già
citato questi "rovesci di fortuna" a proposito del popolo indiano, e
mi piacerebbe che questi due esempi fossero conosciuti dagli
uomini: bisogna che la razza bianca, che ancora domina il pianeta,
si dica che il meccanismo del karma agisce secondo la stesa legge
per tutti i popoli, perché tutti provengono dalla stessa famiglia.
Il Cristo Gesù ha detto:
«Tutti quelli che prenderanno la spada, periranno di spada»
(Matteo, 26, 52). Questa parola è l'eco d'una grande, eterna verità.
Coloro che dovessero dubitare della presenza del popolo nero in
Asia, leggano la grande epopea indiana del Ramayana, che narra
delle sconfitte della razza nera in India; l'ultimo atto di questi
scontri si svolse a Ceylon dove l'imperatore nero fu definitivamente
sconfitto. Fu allora che la razza bianca cominciò a far parlare di sé?
Tu corri sempre troppo! dice il mio amico ridendo.
Su, seguimi, piuttosto; ritorneremo sulla montagna di smeraldo.
Voglio che tu conosca dettagliatamente la storia della razza
bianca, perché è la storia del tuo popolo, e spiega molte cose del
mondo in cui vivi, ed anche le sue lotte assurde, politiche e
religiose.
Ora alzati, e congiungi mani e piedi per concentrare in te
l'energia; lascia che sia io ad agire. Viaggeremo teletrasportandoci
in astrale per non dover camminare troppo a lungo.
La guida mi si mette davanti, e con molta naturalezza traccia il
gesto ormai familiare. Lievemente, senza alcuna pressione, ma con
una forza interiore che sento che sarebbe capace di arrestarne i
battiti, mi posa la mano sul cuore.
La vista mi si confonde ed ancora una volta un turbine di scintille
multicolore mi porta via; è come se la potenza della luce mi
assorbisse tutto, e mi sembra che se il tempo potesse arrestare il
suo corso mi troverei sospeso non so dove, in un luogo che non
figurerà mai su nessuna carta, ma che da sempre racchiude in sé i
segreti della natura. Ma queste parole sono piatte, e non possono
trasmettere tutta la gioia che l'anima riceve da una simile
esperienza. Nuovamente il suolo di verde roccia cristallina sostiene
il mio peso; la guida non mi ha lasciato ed ancora per pochi secondi
mi appoggia la mano sul cuore.
Sento una strana sensazione: come se fossimo rimasti immobili
come statue di cera, e fosse cambiato solo il paesaggio intorno.
No ... ci siamo mossi noi soltanto, sussurra il mio amico. Ma,
d'altronde, che importanza ha? La distanza è un'illusione, proprio
come il tempo. Prendi coscienza di questo fatto: tu esisti ovunque
contemporaneamente semplicemente perché esisti. Allora la materia
non sarà più nulla per te.
La guida mi fa passare davanti: la forte luce bianca nuovamente
guida i nostri passi nel ventre del monte e la vita di smeraldo ancora
si offre ai miei occhi meravigliati, assetati di imparare.
CAPITOLO X
Nel Paese dei Sette Buoi
Una colonna d'uomini si avvia in una pianura d'erba corta.
Cammino... i nostri passi sono pesanti ma li sento pieni di forza
segreta. I volti dei miei compagni sono duri, i loro sguardi
determinati. Si direbbero truppe in partenza per la guerra, ma
l'atmosfera è leggera, si parla, si ride, c'è chi canta. Ho la destra
serrata intorno ad un lungo piolo di legno; la sua base ritmicamente
percuote il suolo. Il mio vicino, un uomo piccolo con una gran barba
bionda, si volge verso di me:
Credo che dovremmo fermarci, le donne non reggeranno ancora a
lungo così, per oggi.
I suoni che gli escono dalla bocca sono brevi e un po' rauchi, ma il
mio orecchio ne ha colto tutto il senso senza alcuna difficoltà.
No, ancora un po', dico Il. .. ha detto che ormai eravamo vicini alla
meta. I suoi messaggeri sono tornati nel pomeriggio: hanno visto il
tetto del Paese che fa per noi. Il... vorrebbe che anche noi tutti lo
vedessimo oggi.
I Mi volgo e vedo una lunga colonna d'uomini e doni ne che continua
a camminare alle nostre spalle; a poche centinaia di metri, sempre
dietro, distinguo anche dei carri massicci che trii paiono di legno,
sovrastati da teloni.
Il rosso, il giallo-ocra ed il blu sono i colori dominanti.
Ognuno ha almeno un piolo come il mio, e certi hanno un casco di
pelle o di metallo più o meno tendente all'arancione, una corta
spada ed una specie di scudo di legno.
L'uomo che mi precede cammina scalzo, ma quasi tutti portiamo
stivali di pelle allacciati con striscioline incrociate, a volte fin
sopra al ginocchio.
Dai discorsi dei miei compagni deduco che le loro mogli ed i loro
figli chiudono la colonna marciando come loro; i carri sono riservati
al trasporto dei viveri. L'acqua non deve scarseggiare, perché a
pochi metri da me un uomo robusto si asperge copiosamente il
viso... eppure gli alberi sono secchi e gli arbusti spinosi. Non è
molto che cammino fra questi esseri dall'aspetto rozzo, ma già sento
una certa stanchezza affiorarmi nell'anima.
Penso ad Israele alla ricerca delle sua terra, ma non può essere:
non c'è niente che ricordi il tipo semitico in questi uomini dalla
carnagione chiara e dalla mole imponente.
Anche il paesaggio non è quello del deserto, ma d'una pianura
incolta e, apparentemente, spazzata spesso dal vento. Non so se il
caldo opprime i loro corpi, perché né la pelle né gli arti che ho
preso a prestito mi danno indicazioni al riguardo. Provo una grande
difficoltà a dirigere il pensiero, come se dovessi dedicarmi solo a
guardare, registrando nei minimi dettagli ciò che succede intorno a
me.
Di nuovo il compagno che mi è accanto mi rivolge la parola con
tono scherzoso, e se non ho alcun ricordo delle sue parole è perché
divoro con lo sguardo il paesaggio, per poi fissare un cavaliere che
arriva al galoppo dalla testa della colonna. Sta gridando, e man
mano che si avvicina a noi si alzano dalla folla fischi e canti:
Ecco! Ecco! Guardate là davanti!
Ci è passato accanto come un bolide, aggrappato alla criniera della
sua cavalcatura.
Da ogni parte, dita puntate contro 1'orizzonte:
Sì, laggiù, è certamente quello ...
Una linea bianca appare a tratti, come un tratteggio che sovrasta
le colline verdi. Torna! Torna, abbi la volontà di ritornare! La voce
della guida mi scaturisce dentro dal profondo; la sua forza è venuta
ad assestare un colpo d'ariete allo stato di ricettività assoluta che
si è impossessato di me.
È finita... Un lampo di luce gialla mi è passato davanti agli occhi. Il
mio amico mi ha preso per un braccio e mi ha portato fuori dal luogo
in cui il tempo non ha più alcun valore.
Non era necessario lasciarti lì a guardare ancora; questi viaggi ti
stancano e non avresti imparato nulla di più, per il momento. Ma non
restiamo qui; le radiazioni emanate da questa montagna non si
accordano a lungo con un'anima che ha ancora un corpo fisico ad
aspettarla da qualche parte sulla Terra.
Torniamo in un posto che già conosci, e che apprezzerai molto.
I paesaggi dell'Astrale sono infinitamente diversi, ma questo
probabilmente ti andrà meglio d'ogni altro. Ti ricordi di quella
spiaggetta in cui stavamo a parlare un po' di tempo fa?
Il mio amico ha parlato, e questo è bastato.
Ecco di nuovo la spiaggetta con le palme da cocco, la sabbia d'oro
e di rubino, le onde dai riflessi sorprendenti, il cielo color lillà... -
Non potrai rimproverarmi di non averti fatto viaggiare! esclama la
guida ridendo. . . Sento che cerca di spezzare uno stato di euforia
che talvolta tende a regnare in me, in simili momenti. Mi sembra che
non voglia lasciarmi solo con i miei pensieri e che questo sia lo
scopo della battuta.
Questo mondo è troppo meraviglioso per chiunque abbia ancora un
involucro di carne. Quando vieni qui, non pensare al mondo fisico. I
paragoni non sono una buona cosa per chi non ha ancora del tutto
abbandonato il corpo fisico.
Non farti intrappolare, approfitta dell'universo astrale ma non
soccombere al suo fascino. Il tuo posto è ancora sulla Terra.
Le onde proiettano le loro lingue di luce sulla polvere rosso-dorata
della spiaggia. Camminiamo verso di esse che, quietamente, vengono
a deporre arcobaleni ai nostri piedi.
Sono impaziente di sapere, e seguendo i consigli della guida mi
sforzo di distogliere l'attenzione dalle bellezze dell'Astrale
superiore. Non ascolto più il rumore del mare, né quello dei nostri
passi sulla sabbia calda. Il mio cuore si spalanca alla voce della
guida.
C'era una volta... sulla Terra, un grande popolo. Nacque un giorno,
più di ottomila anni fa, in un paese chiamato il "Paese Bianco".
Esso era anche detto "Paese dei Sette Buoi" a causa delle sette
stelle che guidavano il suo destino e che ancora oggi formano un
enorme carro. Questo Paese è il Settentrione' (prima della
catastrofe che lo inghiottì), l'Iperborea delle antiche leggende, la
madre del regno di Thule. Gli uomini di questo Paese vivevano in un
clima gradevole ed avevano importanti relazioni marittime con gli
altri popoli del globo. Il giorno in cui l'asse della Terra fu scosso e
il pianeta si mise a ruotare nell'altro senso, il regno si inabissò
nell'oceano e poi fu ricoperto dai ghiacci.
Gli uomini del resto della Terra quasi dimenticarono persino il suo
nome, ed al posto che un tempo era stato suo videro soltanto più una
distesa di ghiaccio e di neve che chiamarono "artica". Solo un
gruppetto d'uomini e donne rifugiatisi sulle montagne vicine al polo
esatto del globo scamparono alla catastrofe.
Da quel pugno d'uomini isolati, che avevano persino dimenticato
che esistessero altre creature, sarebbe sorta la razza bianca. La
loro piccola società riuscì a vivere grazie alle sacche di calore
esistenti intorno ai poli fisici della Terra, finché divenne un vero e
proprio popolo alla ricerca d'una terra più vasta.
Gli uomini sbarcarono a gruppetti su una terra che aveva allora una
superficie maggiore di oggi, la Gran Bretagna, e da qui emigrarono
verso la Polonia e la Germania attuale. Allora la razza bianca, con i
suoi uomini alti ma piuttosto massicci, s'imbatté nella razza nera
che, per quanto in fase di declino, vinse lo scontro grazie al suo
esercito, meglio organizzato e munito di armi più raffinate.
Buona parte del Popolo Bianco, che più tardi prese il nome di
"Celtico", venne allora ridotta in schiavitù e fu messa al lavoro, con
i piedi incatenati, nelle miniere e nei campi dei vincitori.
Questa situazione si sarebbe prolungata, senza i lumi di una donna
chiamata Muriga, dotata di percezioni che i tuoi contemporanei
chiamerebbero "paranormali", e diventati i futuri capi celti, dopo
aver guidato la rivolta di questo popolo ed aver messo in fuga i Neri
dall'Europa occidentale.
Ma la cosa non era finita! Muriga, influenzata da altre donne, diede
tutto il suo potere ad un gruppetto di sacerdotesse, per farne un
vero e proprio collegio druidico.
Purtroppo questo collegio, che mirava a poco a poco ad istituire
una società di tipo matriarcale, si appassionò molto in fretta al
potere temporale, e prese a commettere i crimini peggiori, così
frequenti presso gli uomini: i sacrifici umani.
Nel giro di qualche decennio, sotto l'impulso d'un giovane druido,
il popolo si sollevò. L'uomo si chiamava Reem, ma gli amici (e, poco
dopo, l'intera nazione) lo chiamarono "Ram", che significa: colui che
procede in testa: l'ariete.
Quest'uomo sarebbe diventato il grande conduttore del popolo
Celtico, e in quanto tale il suo corpo ospitava un inviato dello
Spirito sulla Terra.
Le forze dell'Astrale e le potenze angeliche guidarono i suoi passi
dalla nascita alla morte; Reem fece parte di quegli esseri
predestinati, di quei Mahatma scesi fra gli uomini per compiere una
missione, dei quali è rimasto solo più un vago ricordo. Sai come
succede... allora è meglio che continui il racconto.
Dopo aver respinto l'autoritarismo delle sacerdotesse, il popolo
celtico subì una diaspora: una parte di esso si sparpagliò per
l'Europa, e un gruppo altrettanto numeroso se ne andò verso il Sud,
in particolare verso il Nord-Africa e l'Arabia attuale, dove,
amalgamandosi con le popolazioni nere, diede origine agli Arabi e
agli Ebrei. Questi ultimi, se ci pensi, conservarono per molto tempo
un tratto tipico dei Celti: la ricerca d'una terra. Un altro ramo
celtico, tuttavia, non volle mai mischiarsi con gli uomini neri: alcuni
conservano ancora oggi una caratteristica della razza da cui
derivano, in particolare i capelli biondi: mi riferisco ai Cabili.
Ma per ora lasciamoli da parte, perché vorrei che dedicassi tutta la
tua attenzione a Reem e a coloro che si legarono al suo destino.
Fu all'Est che decisero di dirigersi. Che cercavano? Mi dirai Una
terra?
Sì, ma non una terra qualsiasi.
Quella che volevano, era la loro terra; quella che Ram voleva, era
la sua terra, quella di cui aveva avuto una visione precisa
comunicando con l'astrale. La traversata dell'Europa centrale gli
diede l'occasione di accrescere la potenza del popolo che lo
seguiva. Fu così che fece catturare interi branchi di cavalli
selvaggi, per consentire al suo esercito di spostarsi con maggiore
efficienza.
Il viaggio durò anni. Quello che hai visto grazie agli annali del
Tempo, è la fase finale della lunga marcia del popolo di Ram. Ho
voluto che tu vedessi com'era quella razza di uomini diretta da un
essere che si potrebbe definire il sovrano ideale. Ciò che hai potuto
contemplare negli ultimi momenti della tua visione, non è altro che
la catena innevata dell'Himalaya: gli altipiani del Tibet furono
dunque la terra promessa di quegli "uomini del carro", secondo
l'espressione originata dalle loro origini e dai loro mezzi di
locomozione.
Per quanto possa sembrare sorprendente, le alte terre himalayane
accolsero favorevolmente Ram ed il suo popolo; i combattimenti
furono rari e gli abitanti locali furono ben presto conquistati dalla
personalità di Ram.
Una volta consolidato il potere ed insediato il popolo, tutti
poterono apprezzare per il loro giusto valore i meriti del capo
celtico, che instaurò rapidamente una teocrazia. Desiderava che la
potenza temporale si regolasse sulla base di quella spirituale, e fu
allora che, per la seconda volta, fu spinto a cambiare il suo nome.
Abbandonò gli abiti di Ram, il guerriero dalle corna d'ariete, per
entrare nei panni di "Lam", l'''agnello'' che. Si offre agli altri.
Nel corso dei millenni il popolo britannico ha conservato intatto
senza saperlo II ricordo di questa mutazione perché il termine
inglese "Iamb' significa sempre "agnello".
Proprio come il Cristo Gesù, "Lam" fu l'agnello di Dio; e diede il
suo nome a quella che sarebbe diventata la religione del Tibet, il
Lamaismo. Il Buddismo comparve solo più tardi, ed apportò il suo
contributo al Lamaismo originale dandogli l'aspetto che conosciamo
oggi.
Cercate e comparate senza sosta le varie religioni, e vedrete che il
Lamaismo ha sempre praticato il culto dell'agnello mistico; sai che
fu proprio per una di queste ragioni che i missionari cristiani che
tentarono di evangelizzare l'Himalaya si trovarono davanti ad
un'incomprensione totale? I Tibetani non riuscirono mai a capire per
quale ragione i preti volessero imporre il loro agnello al posto di
quello che essi conoscevano: che senso ha sostituire un simbolo con
iI suo equivalente?
Neppure l'Eucaristia sorprese i Tibetani; da tempo immemorabile
dei grandi lama preparavano loro delle pallottole di farina dalle
virtù miracolose. Queste"ostie" sono oggi chiamate "ribu", e la loro
preparazione richiede riti religiosi molto particolari, di portata
altamente spirituale.
Non stupirti di questo: da sempre, Dio ha accordato la sua grazia a
tutti quelli che l'hanno chiesta e cercata; il Cristo Gesù non ha
inventato l'Eucaristia, ma l'ha adattata alla religione che ha
fondato.
Molto prima della sua venuta tra gli uomini, essa era già nota in
Asia Minore grazie al culto di Mithra, Spirito della luce divina. Tutto
quanto è generato dal Creatore è Uno, vedi?
Come la religione atlantidea, quella di Ram è originariamente una
religione solare: l'ariete è un segno di fuoco; il sole è l'occhio di
Dio che tutto vede. Ma ascoltami bene, perché l'influenza di Ram si
fece sentire fino al di là della barriera himalayana: il suo popolo
invase il territorio dell'India attuale, respingendo ad ondate
successive gli ultimi capi delle armate nere che stazionavano lungo
il Gange, e li fece ripiegare nel Sud del Paese.
Alla sua morte, lasciò un impero solido: il suo trono sul tetto del
mondo dominò quella parte dell'Asia per più di tremila anni, e
soltanto una stupida lite mise fine all'unità spirituale ch'egli aveva
saputo far riconoscere.
Ricordati bene ciò che ora ti dico, per non commettere errori: i
discepoli seguono il maestro, ma i discepoli dei discepoli tradiscono
la parola del maestro.
L'insegnamento di Ram finì per essere deformato, proprio come
avvenne più tardi con quello del Cristo Gesù; dice un proverbio
tibetano: «mille monaci, mille religioni»... e questo è vero, perché
ogni individuo, se non ha un contatto diretto con il regno dello
Spirito, memorabile dei grandi lama preparavano loro delle
pallottole di farina dalle virtù miracolose. Queste"ostie" sono oggi
chiamate "ribu", e la loro preparazione richiede riti religiosi molto
particolari, di portata altamente spirituale.
Non stupirti di questo: da sempre, Dio ha accordato la sua grazia a
tutti quelli che l'hanno chiesta e cercata; il Cristo Gesù non ha
inventato l'Eucaristia, ma l'ha adattata alla religione che ha
fondato.
Molto prima della sua venuta tra gli uomini, essa era già nota in
Asia Minore grazie al culto di Mithra, Spirito della luce divina. Tutto
quanto è generato dal Creatore è Uno, vedi?
Come la religione atlantidea, quella di Ram è originariamente una
religione solare: l'ariete è un segno di fuoco; il sole è l'occhio di
Dio che tutto vede. Ma ascoltami bene, perché l'influenza di Ram si
fece sentire fino al di là della barriera himalayana: il suo popolo
invase il territorio dell'India attuale, respingendo ad ondate
successive gli ultimi capi delle armate nere che stazionavano lungo
il Gange, e li fece ripiegare nel Sud del Paese.
Alla sua morte, lasciò un impero solido: il suo trono sul tetto del
mondo dominò quella parte dell'Asia per più di tremila anni, e
soltanto una stupida lite mise fine all'unità spirituale ch'egli aveva
saputo far riconoscere.
Ricordati bene ciò che ora ti dico, per non commettere errori: i
discepoli seguono il maestro, ma i discepoli dei discepoli tradiscono
la parola del maestro.
L'insegnamento di Ram finì per essere deformato, proprio come
avvenne più tardi con quello del Cristo Gesù; dice un proverbio
tibetano: «mille monaci, mille religioni»... e questo è vero, perché
ogni individuo, se non ha un contatto diretto con il regno dello
Spirito,adatta le credenze che gli sono state insegnate alla sua
propria personalità, alle sue necessità.
E se fa proseliti, rischia di farne degli eretici.
Se non sei sicuro del tuo giudizio, dai credito solo alle religioni
rivelate; dopo tutto ha poca importanza se la tua credenza imbocca
la strada dell'esoterismo o quella dell'essoterismo: l'importante è
che essa si fondi sulla luce dello Spirito. Poco importa la forma:
soltanto la base ha importanza. Ripeti a te stesso, e di' ai tuoi
simili, che laddove regna la divisione non potrà esserci la verità.
Agli occhi del popolo, lo scisma avvenne circa le armonie musicali
creatrici, o se preferisci su un aspetto del Verbo, ovvero su ciò che
venne chiamato più tardi "musica delle sfere".
In realtà il problema era più profondo, e consisteva in un'errata
comprensione della legge dualista che presiede al funzionamento
dell'universo; vi furono dei sacerdoti che presero a dire che, per
raggiungere il regno dello Spirito era preferibile e persino
necessario dominare la natura: vollero dunque dare fa precedenza,
nel mondo fisico, all'elemento passivo o negativo. Come emblema
scelsero il colore del sangue, "anima" della materia, che bisogna
comandare per raggiungere l'"Anima dell'Anima", lo Spirito.
È da allora che, se si segue la tradizione, le indù defunte vengono
portate al rogo avvolte in un lenzuolo rosso: in quanto donne sono
un elemento passivo, senza alcun senso peggiorativo. Invece gli
uomini, elementi attivi, sono portati al rogo funebre avvolti in un
lenzuolo immacolato, simbolo del positivo.
In India lo scisma si fece sentire a tal punto che la convivenza dei
sostenitori delle due tesi non fu più possibile;
fu allora (e questo fu un fatto storico e religioso di grande
rilevanza) che i sostenitori del predominio della forza passiva
nell'universo fisico presero la decisione di lasciare l'India alla
ricerca d'un'altra terra. Tornarono all'ovest, ma non verso il regno
da cui erano venuti i loro antenati; scesero più a Sud, verso l'Asia
Minore e fino al bacino del Mediterraneo. La loro marcia fu irta di
ostacoli, perché dovettero battersi contro le popolazioni locali;
alcuni si stabilirono in Mesopotamia, altri in Grecia, e persino in
Egitto.
Giunti in Arabia, i dissidenti provenienti dall'Asia s'imbatterono
nei rami celti stabilitisi lì da più di tremila anni: li schiacciarono
senza pietà, e lasciarono i superstiti ad errare nel deserto come
nomadi: essi furono allora chiamati "Ebrei", ossia "uomini erranti".
Vedi, fu allora che nacque davvero il popolo ebreo.
Gran parte dei vincitori si stabilì sul territorio che sarebbe poi
divenuto l'impero babilonese: capisci, ora, il perché della profonda
inimicizia tra Ebrei e Babilonesi durante tutto il periodo biblico?
Essa non si fondava soltanto su un problema di culto, ma anche su
una questione territoriale.
Ma per ora, se vuoi, fermiamoci qui. Il mio scopo non è né di
stancarti né di stordire con un'arida relazione coloro a cui verrà
riferito il nostro incontro. Voglio che tu veda con i tuoi occhi, che
tu veda per far rivivere il passato in poche pagine, come hai già
cominciato a fare. Però non torneremo sulle pendici della montagna
di smeraldo.
Fisso la guida con uno sguardo attento, pronto ad aderire a
qualsiasi sua nuova proposta.
Credo che questa faccenda ti diverta! ... Dice, socchiudendo
lievemente gli occhi. Mi sbaglio? No ...
La voce del mio amico allora si addolcisce, diventando nel
contempo più profonda. Dico "la voce", ma bisogna che il lettore
capisca cosa intendo. Dovrei dire: "L’impressione che la voce del
pensiero del mio amico produce in me".
La telepatia crea una sensazione diversa dalla parola: non si può
parlare realmente della sonorità telepatica d'una parola, ma
piuttosto del suo calore, più o meno grande, del suo grado di
penetrazione. Credo sia importante aprire questa parentesi, anche a
rischio di perdere il filo del racconto.
Coloro che ci hanno seguiti fin qui, probabilmente dell'astrale
avranno recepito impressioni soprattutto, per così dire, visive: come
foto di paesaggi meravigliosi, di costruzioni perfette, e forse del
volto della mia guida, così come mi sono sforzato di descriverlo. Ma
tutto questo non può rendere l'idea dell'atmosfera delle
comunicazioni con l'Astrale, un'atmosfera così particolare che solo
le sensazioni telepatiche che l'accompagnano riescono a riprodurre.
Per chi scrive queste righe, il mondo astrale è prima di tutto una
vibrazione, una vibrazione calda e profonda, la "voce" dell'essere
dal volto allungato che si riconosce fra mille altre, e un'altra "voce"
che emana da ogni fiore, da ogni albero.
Una parola pronunciata, intesa, sentita internamente, è il più
potente strumento di creazione; quante volte la guida ha cercato di
rendermene cosciente!
Sono in piedi, davanti al mio amico che mi ha appena appoggiato
una mano sulla spalla; sento che desidera che comprenda appieno il
suo pensiero.
Voglio farti vivere un'esperienza diversa, ma non voglio che sia
un'esperienza fine a se stessa. Devi cancellarti dalla mente
qualsiasi gusto per il sensazionale, ogni idea che possa far nascere
la curiosità fine a se stessa.
Non confondere ciò che è sensazionale con ciò che è meraviglioso,
perché se l'universo intero è un baule pieno di tesori, una
cornucopia, questo è un fatto meraviglioso ma non sensazionale.
Se gli uomini, dalla lettura del tuo libro, recepiranno soltanto il
racconto di qualche esperienza sorprendente, divertente, favolosa,
allora avremo mancato il bersaglio. Vedi, ora ti darò modo di
consultare la Memoria del Tempo senza che tu abbia a recarti nel
luogo che sai. E questo, per consentirti di misurare ancora una volta
l'ampiezza del potere della volontà.
Ama ciò che ti mostrerò per quanto potrà insegnarti, e non per il
suo lato spettacolare.
Il tuo corpo astrale resterà qui con me, e soltanto la parte più
sottile si librerà, mettendosi in contatto diretto con la Memoria
dell'Universo. Non hai nulla da temere: in quei pochi istanti che ti
sembreranno lunghissimi sarà la mia volontà a consentire alla tua
coscienza di fluttuare verso altri orizzonti.
Con assoluta fiducia guardo negli occhi la guida: il suo volto
scompare come un puzzle di cui d'un tratto venissero disperse le
tessere, fino a che resta in me il suo sorriso soltanto, in un turbine
di luce.
Ho l'impressione di cadere in un abisso senza fondo... non ho
paura, la luce è tale che pare identificarsi con la vita stessa, con
l'Amore allo stato puro.
Non sarà la limitatezza dei miei sensi di abitante della Terra a
farmi scambiare per una caduta ciò che in realtà è un'ascensione
straordinaria?
Bruscamente un colpo violento mi riscuote da quello stato di
beatitudine: la solita spiacevole sensazione a livello
dell'ombelico,che poi subito svanisce.
Per qualche istante mi pare di soffocare; la mia coscienza è
nuovamente imprigionata nel corpo d'un uomo di tanto, tanto tempo
fa ... o forse di adesso ... ma tutto questo non ha più importanza.
Sono con te ...
La voce della guida mi risuona dentro con sorprendente chiarezza;
dovrei stupirmi? Meravigliarmi? Non so più.
È avvenuto tutto così in fretta... Non so dove sono, in che epoca
vivo.
La voce continua:
Ecco Babilonia, Babilonia che nasce.
Un'intera città si estende ai miei piedi, o forse dovrei dire un
grosso villaggio; nessuna costruzione imponente attira la mia
attenzione... solo laggiù, forse, un edificio che assomiglia
vagamente ad una piramide, supera gli altri in altezza. Ha forme
massicce, imperfette, in cui scorgo larghe aperture e qualche
colonna ornata di sculture che non riesco a distinguere bene.
Questo grosso villaggio mi da una strana impressione: sembra fare
un tutt'uno con la terra, dello stesso color ocra, altrettanto grezzo.
Qui e là, alberi radi, poche palme, portano un tocco di verde a
quest'austero paesaggio; in lontananza, campi lavorati e magri
pascoli danno comunque una nota gaia al tutto.
Il sole non è molto alto nel cielo, e dalla luminosità sfumata appena
di arancione delle costruzioni di pietra e malta, intuisco che siamo
prossimi alla fine del giorno.
Fino a questo momento non mi sono mosso, ma ecco che ora il
corpo preso a prestito avanza a sinistra, e poi ruota su se stesso.
Ora sono su una terrazza o forse sulla cima d'un'imponente torre
quadrata, o d'un edificio di quel genere, e non sono solo. Due uomini
dai lunghi capelli neri trattenuti da una fascia appoggiano i gomiti
ad una balaustra di pietra spessa; indossano entrambi una veste
pallida, stretta in vita da un'alta cintura arancione, e sono scalzi.
Non posso vederne il volto, perché contemplano il paesaggio in
direzione opposta a quella verso cui guardavo prima; visto da qui, il
grosso villaggio è già diventato una città, e vi si scorgono alcune
torri e delle mura che sembrano incompiute; il paesaggio è più
verdeggiante.
Nuovamente si fa sentire la voce della guida:
Vedi quel grosso edificio laggiù, con un portone e due colonne
quadrate davanti alle quali è acceso un fuoco? E la dimora d'un
sacerdote guerriero chiamato Velu, ed è lui che ha fatto fondare
questa città, Babilonia, o, se preferisci, Babele. È il Nemrod di cui
parla l'antico Testamento. È stato lui a condurre gli scismatici
dall'India fin qui, ed è lui che consentirà l'accentuarsi delle
caratteristiche del loro culto. Fondamentalmente non è cattivo, ma è
profondamente pieno di sé e sogna di avere un grande potere
materiale... e lo avrà, perché i sacerdoti che lo assecondano hanno
un grande ascendente sul popolo. Ma egli è in errore, ed apre la
strada ai figli di Belial: il nome della sua città diverrà sinonimo di
errore e di crimine per millenni.
Babel personificherà le forze negative dell'universo al punto di
fare di esse uno Spirito potente quanto Dio, perché consente di
darsi senza alcun freno ad ogni sorta di pratiche magiche.
Pensaci bene, e noterai che alla fonte degli errori c'è sempre
un'interpretazione sbagliata del dualismo primo.
Ma la vista di questa città offre un interesse relativamente scarso,
per te; lasciati andare, non cercare di dirigere la tua coscienza
verso un luogo qualsiasi della città, e ti condurrò nel palazzo di
Velu...
La guida tira una tenda di luce davanti agli occhi della mia
coscienza; né torri né mura, ora, né terra color del sole, né pascoli.
Vengo assorbito dallo spazio. Il mormorio d'una folla mi fa uscire
dal Nulla... o dall'Infinito.
Mi trovo in una vasta sala dai muri di pietra, ave rade torce
dispensano una luce diffusa che pare morire ad ogni istante.
Sono lì, in piedi, come centinaia di altri uomini dal volto
abbronzato, con vesti scarlatte e color zafferano; guardo dritto
davanti a me, verso il muro, contro il quale si staglia una figura
imponente, la braccia aperte.
L'uomo indossa un'ampia veste rossa bordata di bianco, e i miei
occhi si volgono verso il suo viso duro, incorniciato da una barba
nera come l'ebano. Ha un naso aquilino e lo sguardo dei dominatori
di folle, uno strano sguardo d'acciaio che pare in quel preciso
istante cercare nel vago, forse dove la penombra è più fitta, o forse
in se stesso.
Il mormorio della folla cessa. L'uomo congiunge le mani e chiude
gli occhi. Cala un pesante silenzio, e percepisco solo più il
crepitare delle fiamme che ci illuminano in modo irregolare.
Accanto a me, un vecchio dalla lunga barba grigia attira la mia
attenzione; vorrei poterlo guardare meglio, ma il corpo non può
rispondere alla mia volontà, il mio corpo appartiene ad un altro ed
io lo subisco; lo sento ribollire, carico d'impazienza. Impazienza per
che cosa?
Non saprei. Gli altri, i miei vicini, la folla, sembrano
profondamente calmi. Che stanno facendo? Forse attendono una
dichiarazione solenne? Pregano? Sgorgano le lacrime agli angoli
degli occhi del vecchio dalla barba grigia: emozione o vecchiaia? ...
D'un tratto, l'uomo imponente e con lo sguardo di ferro sale dei
gradini che prima non avevo notato; da un tavolo di pietra grigia
prende un lungo bastone scuro, che sembra essere
straordinariamente importante, visto che l'uomo lo brandisce ad
occhi chiusi, sopra la folla muta. Con la punta traccia nell'aria dei
segni di cui non comprendo il senso, e poi disegna arabeschi intorno
a sé, per terra. Allora dalla folla sale una melopea profonda,
suadente, ipnotica; si alza a volute come fumo, verso il soffitto della
grande sala.
Gli occhi che ho preso a prestito sembrano volerne seguire
l'ascesa, scrutano il buio verso l'alto, verso le pesanti lastre di
pietra del soffitto, e scoprono... una grande apertura.
Una grande apertura è stata praticata sul soffitto della sala, e
fuori è notte. La volta celeste mi appare infinitamente pura. Una
stella brilla, brilla, e il suo splendore fa impallidire tutte le altre, e
il suo splendore mi brucia e mi congela nello stesso tempo gli occhi.
-Venere, dice la voce della guida che a momenti dimenticavo
esistesse. Venere mal amata e mal compresa, Venere deificata e
fonte d'un culto oscuro.
Questo pianeta si avvicinerà alla Terra, e presto causerà dei
cataclismi: questi uomini lo temono, e vogliono compiacerlo e
dominarlo con la magia, la scienza degli "elernentali", quella
dell'universo dei fenomeni.
Ma la magia è sempre magia, e dalla bianca alla nera c'è un passo
soltanto; un passo che una coscienza, una volontà, può facilmente
compiere. Velu, i suoi successori,
Babele, vi si perderanno.
Lo Spirito e l'Onnipotenza sono al di là di ogni materia: vi meditino
sopra, gli uomini!
Il culto instaurato da Velu è il culto mal assimilato delle forze
oscure della natura, un culto lunare mal diretto, magnificato al di là
d'ogni proporzione. La Luna è foriera di scienza, la Luna è un
simbolo del motore universale. Ricordati di ciò che già ti dissi. Ma
la scienza è neutra, ricordati anche di questo. Il solo che non lo è, è
colui che la manipola... lo capiranno, i tuoi contemporanei?
Vi sono uomini che riscoprono qualcosa; volgi lo sguardo al
continente americano, verso le sue basi spaziali, e rifletti sul motto
d'un programma della N.A.S.A.: "ex luna scientia", dalla Luna viene
la scienza.
Ma devi intendere una scienza, una scienza la cui conoscenza può
bruciare molti cuori. Ora torna da me. Babilonia è solo il passato.
Voglio che tu rivolga lo sguardo altrove.
Il desiderio è sufficiente: lo spirito domanda ed ottiene.
Il mio corpo mentale mi appare di nuovo, e respira la luce astrale
da tutti i pori. La guida è a pochi Metri da me, e la schiuma dorata
del mare ne lambisce i piedi. Cammina, poi si ferma un istante, mi
guarda; i suoi piccoli occhi sorridono, e sembra aspettarsi che io
dica qualcosa.
Riuscirò a raccontare tutto questo? Crederanno gli uomini, che il
passato possa rivivere?
Non dartene pensiero. Certi crederanno, altri no.
Alcuni sanno amare, altri no. Tutti finiranno per credere ed amare.
Tutti!
Parlando, la guida non ha più permesso alle onde di giocare con i
suoi piedi, risalendo verso le palme da cocco.
Mi ha fatto cenno di seguirlo.
Prima dicesti che certi proseguirono verso ovest, e che non tutti si
fermarono con Velu... E che ne fu di loro?
Oh! Questa è tutta un'altra storia! Ma devi conoscerla, bisogna che
venga divulgata.
Gli antichi Celti, che erano diventati degli Asiatici e che non
avevano voluto seguire le sorti di Babilonia, continuarono la loro
strada fino in Tracia, ovvero, grosso modo, fin nei dintorni
dell'attuale Bulgaria.
Perseverarono anch'essi nella via scelta quando lasciarono l'India?
Sì, continuarono a sviluppare il lato passivo della Divinità.
Finirono per avanzare verso l'attuale Grecia, ove diverse influenze
si mescolarono alla loro; e fu da quel momento che questi
conquistatori della Tracia presero il nome di "figli di Ione".
Fai molta attenzione al termine "Ione". "Ione" è il simbolo di tutto
ciò che è "generatore", e per esser più precisi riassume la
costituzione plastica degli universi fisici.
È lo Yin dei Cinesi.
Nella mitologia classica, il padre di Ione è Apollo, uno degli aspetti
del Padre Eterno ed Infinito.
D'altronde, non hai mai sentito parlare in architettura di colonne
"ioniche"? Esse ci sono state tramandate da allora.
Tutto questo può sembrare arduo, ma non va dimenticato perché
riassume una pagina di storia estremamente importante; se si
riflette bene, questo spiega molte cose.
Sì, ho capito, dico. Mi rendo conto di come un malinteso possa
avere conseguenze nefaste. Basta poco ai popoli per allontanarsi gli
uni dagli altri ed arrivare ad odiarsi. I Bianchi venuti dall'Asia non
hanno saputo riconoscere i loro fratelli nei Bianchi dell'Asia Minore.
Già; e, come vedrai, non si fermarono qui.
Intendi dire che vi furono dei dissidenti che non si fermarono né in
Tracia né in Grecia?
Proprio così, e proseguirono, infatti, la loro corsa fino in Egitto,
ove la loro influenza fu disastrosa.
Ed è avvenuto improvvisamente?
No, l'Egitto fu invaso ad ondate successive. Ti ricordi di Amon? Te
ne ho già parlato: è uno dei molti simboli delle forze passive della
natura. Da allora in poi, il suo culto si sostituì a quello di Aton, il
Dio unico e solare, ereditato dalla razza rossa Atlantide.
Seduto al riparo d'una vegetazione stupefacente, lascio scivolare
tra le dita i preziosi granelli di sabbia calda.
Sto cercando in fondo ai ricordi un istante che possa essere
paragonabile a questo, un luogo altrettanto sereno; cerco, sapendo
che non lo troverò perché qui "è altrove", un altro spazio, un altro
tempo, altri esseri.
La presenza della guida, i suoi appassionanti discorsi, mi offrono
un saggio dell'Infinito.
Probabilmente tutte queste descrizioni che cerco di riportare il più
fedelmente possibile saranno considerate dalla maggior parte dei
lettori come divagazioni da favola, ma che ci posso fare? Forse che
dovrei trasformare una spiaggia astrale in cui ho vissuto dei
momenti deliziosi in una bidon-ville di periferia soltanto per esser
creduto?
Mi torna in mente una frase di Teilhard de Chardin: «Soltanto il
fantastico ha una probabilità d'esser vero.» Ma ascoltiamo il nostro
amico dal volto azzurro, perché la sua parola m'insegna più di tanti
libri.
Lasciamo ora da parte la Grecia e l'Egitto, e parliamo piuttosto di
Storia in generale; ciò che rimprovero agli storici, vedi, è di non
guardare al di là del loro naso. Questi specialisti in ogni epoca
hanno sempre scomposto la storia in pezzetti, e così facendo l'hanno
snaturata. Se gli uomini vogliono progredire, è necessario che
imparino a percepire globalmente l'avvicendarsi degli eventi che da
millenni si susseguono sulla Terra.
Se studiano un'epoca, considerino allora tutti i Paesi del mondo
contemporaneamente: quando questo principio verrà correttamente
applicato, la conoscenza delle civiltà e delle religioni farà un
grande passo avanti.
Oh! già sento un coro di proteste... «Le religioni, ancora le
religioni!»
Il fatto è che, giustappunto, gli uomini e le loro civiltà sono in
parte il prodotto delle loro credenze passate e presenti, dunque
delle loro religioni. Proprio come la geografia d'un Paese, le
credenze del popolo che vi abita hanno primaria importanza.
Se ho aperto questa parentesi, è perché desidero presentarti una
visione globale del Paese che abbiamo appena evocato, a proposito
del Popolo Bianco.
Voglio che tu sappia che nell'arco di pochi secoli i messaggeri
della Parola Divina intrapresero un'azione di concerto: molto prima
che i dissidenti asiatici cominciassero ad invadere l'Egitto, i
sacerdoti sentirono la minaccia che pesava sul loro Paese. In quel
tempo, l'Egitto nutriva dei veri uomini di Dio, dei grandi mistici, e
ciò che accadde allora fu estremamente importante non solo per il
futuro dell'Egitto, ma per quello di tutta la Terra.
Te ne renderai conto da solo. Fra poco vivrai alcuni istanti
commoventi della storia del tuo pianeta. Lascia che ti posi la mano
sul cuore, ti sarà d'aiuto. Ama coloro che vedrai fra poco: alcuni
erano soltanto uomini, altri erano già molto di più.
Annego il mio sguardo negli occhi della guida, e la spiaggetta con
le palme da cocco, la sabbia d'oro e di rubino, svanisce...
Una strana luce mi accarezza gli occhi; una luce morbida, così
morbida che mi pare quasi insufficiente. Eppure ci vedo bene, anzi,
benissimo.
Una cinquantina di uomini mi stanno dinnanzi, seduti per terra,
nella posizione del loto; alcuni indossano grossolane tuniche di lino
o d'un tessuto che gli somiglia, altri ricche vesti bianche e blu,
gialle o arancioni.
Hanno quasi tutti il cranio rasato, e le pieghe della pelle sulla nuca
dicono che sono già avanti negli anni. Qua e là vi sono uomini tutti
in bianco, ricoperti da un velo immacolato.
Quanto a me, credo di essere in piedi. Un movimento della testa mi
permette di vedere che la "mia" mano destra tiene un lungo bastone
color dell'oro, sormontato da una sfera appoggiata ad una barretta
orizzontale.
Mi piacerebbe vedere il resto del luogo in cui vivo questi momenti,
ma i "miei" occhi si fissano sugli uomini che mi stanno dinnanzi.
Ora noto che di fronte a loro, nella medesima posizione, v' è un
uomo seduto; indossa una veste candida, ed anch'egli è ricoperto da
un velo. Il velo è bordato da un fine orlo d'oro. Sembra che stia
meditando: non mi riesce di scorgerne il volto, inclinato verso il
basso.
Ed ecco che il "mio" corpo si sposta, muove pochi passi, con
discrezione, cercando chiaramente di non disturbare la quiete
dell'assemblea:' Mi prende una lieve vertigine, e questo mi
preoccupa un po', oltre a ricordarmi la stranezza della situazione.
Per un attimo mi immagino come sospeso nel tempo, senza un
orizzonte da raggiungere, senza pensiero costante.
Ma i movimenti del corpo mi forniscono altre informazioni sul luogo
in cui mi trovo: una sala di dimensioni relativamente ridotte, con
muri di grossi blocchi di pietra. Per un attimo penso al palazzo di
Velu, a Babilonia.
Ma no ... non può essere. La guida mi ha parlato dell'Egitto, e poi
le porte sono più strette, più alte. Sembra che i muri trasudino un
poco; sarà un'impressione, o ci troviamo in un sotterraneo? Tranne
due porte, nessuna apertura, nessuna finestra. Il soffitto è alto, e
neppure lì vi sono aperture.
Sono nuovamente attratto dalla luce, quella luce strana... da dove
viene? Non vedo nessuna torcia, nessun buco nel muro da cui possa
entrare il sole. Mistero! È una cosa che mi preoccupa, ma la voce
del mio amico, dolcissima, calmissima, mi nasce nel cuore.
L'Amore cosmico è la luce dello Spirito, la luce che guida gli
universi. Coloro che stanno meditando davanti agli occhi della tua
coscienza astrale sono dei grandissimi saggi, che i Cristiani
chiamerebbero "santi", e che gli iniziati chiamano "Cristi".
Sei sorpreso; non v'è ragione, perché "cristo" non significa
"crocifisso" come molti credono, ma "unto" dalla grazia di Dio,
scelto dall'Eterno. Questi uomini sono "cristi" perché nei loro cuori
è la Parola. Nacquero in Terra con una missione sacra, e saranno
loro a salvare la conoscenza atlantidea ed a predisporre tutto
affinché un giorno essa cada in mano a Mosé. Questi uomini
creeranno quelli che verranno ormai chiamati "l Grandi Misteri
Sacri" dell'Egitto. l loro insegnamenti sono, ancora oggi, i più ricchi
che si possano trovare in Terra, insieme a quelli provenienti dagli
altipiani del Tibet.
Sono stranamente semplici, e stranamente complessi.
Chi vuol comprendere comprenda. "Aiutati che il ciel t'aiuta."
La luce che tanto ti attira in questo luogo non è altro che quella
emanata dai corpi di questi Cristi dell'antico Egitto; considera i loro
abiti di carne ed ossa come degli intermediari tra Spirito e materia.
San veri e propri trasformatori d'energia divina. Ricordati dei
"chakra".
Il mio amico ora tace, e la mia attenzione è di nuovo rivolta
all'essere con il velo bordato d'oro che si trova di fronte
all'assemblea. Lentamente solleva il volto e guarda verso di me.
Deve avere una cinquantina d'anni.
Ha una pelle molto scura, quasi nera; gli occhi, estremamente
chiari, mi squadrano e sembrano dire: «Ecco, il momento è venuto...
»
All'istante, il corpo che ho preso a prestito s'inginocchia e prende
con entrambe le mani una specie di scettro sormontato da una sfera.
L'uomo dagli occhi chiari s'è alzato tranquillamente, con calma. Mi
rendo conto di come ogni suo gesto sia ordinato, misurato, immagine
d'un'armonia profonda. Abbandona le braccia lungo i fianchi,
rilassato, e con voce impenetrabile comincia a parlare:
Uomini, è giunto il momento in cui il Sapere si perderà. Per questo
ho voluto vedervi. Entro quattro cicli stagionali completi gli
stranieri venuti dall'Est raggiungeranno i nostri confini. È ora
nostro dovere proteggere l'antica scienza del Cavallo. Agiamo come
i sacerdoti del continente perduto. Ho già tenuto consiglio con i più
saggi di voi, e siamo giunti alla conclusione che c'è una e una sola
possibile soluzione, perché il vero culto resti in vita. Nascondiamoci
sotto il velo della grande Iside, sotterriamo il nostro sapere sotto lo
spesso manto del mistero, travestiamolo affinché appaia soltanto
agli occhi dei puri. La scienza degli artisti, dei poeti, ci servirà.
Vedo lo scetticismo nel cuore di alcuni di voi. .. U0mini, non fatevi
trarre in inganno. Il Faraone non potrà resistere ai molteplici
attacchi che subiranno le nostre frontiere. Il nostro compito, ora, è
di farci piccoli e vivere sotto terra. Conserviamo il seme, diamogli
tutta la forza, affinché venga il regno dell'inviato che lo farà
germogliare. Il seme nutrirà un altro popolo in un altro tempo.
No, vi dico, non saremo noi a raccogliere il frutto del Sole. Ecco,
in poche parole, ciò che avevo da dirvi. Quanto al resto, ne sapete
quanto me.
Noi altri, sacerdoti di Aton, moriremo agli occhi del mondo, ma
vivremo come il baco che tesse il bozzolo.
Pensate a tutto questo ed al ruolo che, ormai, dovrete assumere;
forse Aton non sarà mai più conosciuto sotto questo nome, ma chi
mai potrebbe conoscere il vero nome dell'Essere Unico? Non dovete
preoccuparvi per questo.
Senza aggiungere altro, l'uomo dal velo bordato d'oro s'è voltato
verso un tavolo formato da una lastra di pietra appoggiata ad un a
gamba centrale. Vi sono dipinti dei sottili geroglifici blu, ma sono
troppo lontano per poterli amn1irare. Cerco piuttosto di seguire
ogni gesto del sacerdote di Aton.
Al centro del tavolo c'è un oggetto alto una trentina di centimetri,
ricoperto di stoffa bianca; con gesto preciso il sacerdote ne fa
scivolar via il velo e s'inginocchia davanti all'oggetto, la cui
bellezza ed il cui significato mi afferrano nel profondo del cuore.
Istantaneamente, sento con forza la presenza della guida al mio
fianco, e mi sembra che chieda:
Lo riconosci?
E la mia Anima gli risponde:
Sì, sì, lo riconosco; è la Croce Ansata, la croce della vita, ma più
bella, più bella che mai. Essa è calice pur restando croce. I Dai a
questi istanti il loro giusto valore. Sono dei momenti fondamentali
della storia umana. Ecco questo sacerdote in raccoglimento davanti
al calice: sa molto più di quanto dice, e sa esattamente chi sarà
Mosé. Sa che Mosé sarà un Egizio e non un Ebreo come oggi si
crede.
Un Egizio?
Mosé era un Egizio. La leggenda gli ha attribuito dei genitori ebrei
perché fosse accettato dal popolo che doveva condurre; in realtà, la
storia del bimbo salvato dalle acque è quella d'un re che visse molto
tempo prima di lui.
Non credo che il popolo ebraico, né il resto del mondo, possa
accettare questa cosa, oggi...
Lo accetterà a tempo debito. Presto. Ciò che oggi il profano
conosce dell'opera di Mosé è solo un decimo di quello che fu. Mosé
conosceva i segreti della Sfinge e della Grande Piramide; era
penetrato nelle sale sotterranee ed aveva preso atto dei messaggi
che avevano preparato per lui gli uomini seduti davanti a te, e
soprattutto da colui che fu il più grande fondatore dell'Atlantide:
Ermete-Thot. Il suo insegnamento, essenzialmente esoterico, si
ritrova nella Cabala; ecco perché poco fa, hai sentito l'espressione
«l'antica scienza del Cavallo».
La Cabala è il Cavallo, emblema dell'Atlantide; è la scienza
raccolta dagli ultimi saggi del continente perduto allo scopo di
perpetuare la tradizione.
La Cabala è, in un certo senso, Pegaso, il cavallo alato che salta
da un mondo all'altro.
Gli uomini che hai davanti a te in questa sala sotterranea
perfezioneranno la grande opera intrapresa dagli Atlanti all'inizio
dell'era zodiacale del Leone: il "Taro".
È dunque grazie a questa scienza, che il sacerdote vede l'avvenire
e la futura esistenza di Mosé, per esempio...
Non riesco a vedere la guida, ma immagino che sorrida della mia
fretta eccessiva di trarre conclusioni. La predizione del futuro è
solo l'aspetto meno importante del "Taro".
Il "Taro" è, prima di tutto, il riassunto della somma delle
conoscenze che traducono il cammino degli Universi.
È la chiave d'un sapere incommensurabile, ed apre porte che danno
su altre porte, e così all'infinito.
No, il sacerdote conosce il futuro attraverso il silenzio; colui che
sa far nascere in sé un silenzio totale, nemmeno turbato dal battito
del cuore, vive momenti stupefacenti di chiaroveggenza e conosce le
probabilità del futuro.
Sappi che la vita terrestre e le sue vicissitudini creano una
corrente di disturbi che impediscono all'essere umano di mettersi in
ascolto della sua anima e del suo spirito.
Serviti del tuo corpo, perfezionalo, perché può condurti lontano,
ma sappi che è solo un corpo, un limite da superare ogni volta che è
necessario farlo.
Ascoltando la guida, insensibilmente, senza accorgermene, la mia
vista e la mia coscienza si sono ritirate dalla sala sotterranea
dell'antico Egitto. Sono immerso in una luce bianchissima e
purissima, popolata da mille esseri buoni che non riesco a
distinguere, ma che sento vivere.
Non riesco a vedere il mio amico, per quanto senta ancora la sua
voce, come un vero e proprio cordone ombelicale che mi collega ad
un mondo che, per me, è più reale.
Certi grandi saggi dell'antico Egitto sapevano che Mosé non
sarebbe stato l'ultimo anello della catena che avrebbe condotto la
Terra verso la sua evoluzione spirituale finale, anzi: sapevano che
l'evoluzione non conosce limiti, che dopo Mosé sarebbero giunti altri
inviati, e tra costoro il Cristo Gesù. Sapevano che il culto positivo
era il culto universale, e conoscevano le vere leggi dell'equilibrio
degli opposti. Sapevano che, in fondo, l'Ishwara dell'India antica
non era altri che l'Oshiris dell'Egitto atlantideo, il Jeshure dei
Cristiani, il Reggente cosmico, la forza attiva del Grande Tutto che
viene a penetrare l'universo fenomenico.
Sapevano che il messaggero divino del loro popolo era lo stesso
dei primissimi Ebrei, e degli uomini bianchi definitivamente
stanziatisi in India.
Ancora oggi, i tuoi simili non sospettano neppure di quale massa
d'informazioni gli Egizi disponessero. Ma è inutile cercarne traccia
sugli obelischi o sui muri delle camere funerarie, perché non sono
lì; esse attendono da millenni che l'uomo che verrà alla soglie
dell'Era dell'Acquario le faccia sorgere da sotto terra.
Impercettibilmente la voce della guida s'è affievolita, e il cuore mi
si è riempito di silenzio, un silenzio palpabile, nutriente, vero
midollo spinale del Tempo che assorbo con tutto il mio essere. In me
nascono nomi, e si presentano alla porta dell'anima: Zoroastro,
Krishna, Mithra, ed altri ancora... Chi erano, e che fecero in realtà?
Sento che il mio amico richiama a sé il mio corpo astrale,
tranciando di netto i miei interrogativi. Come descrivere il mio
ritorno sulla spiaggetta di sabbia d'oro?
È davvero impossibile. Ho perso la nozione del tempo e sono
avvolto in una luce che m'impedisce di distinguere qualsiasi cosa.
Mi sento come proiettato in avanti, ed è la sola sensazione che
posso definire con precisione.
Mi ritrovo sdraiato ai piedi del mio amico, a contemplare il cielo
astrale che ha assunto una sfumatura arancione.
Mi fa pensare al tramonto, e sorrido fra me e me, perché so che qui
il sole non tramonta mai. E poi, quale sole? Non c'è nessun sole, o
meglio il sole è contemporaneamente ovunque. Meccanicamente e
malgrado gli avvertimenti della guida mi sorprendo a fare dei
paragoni tra il mondo astrale della Terra e la Terra stessa. Noto
come la tavolozza dei colori del mondo materiale sia insufficiente se
si cerca di descrivere il mondo dell'Anima; riesco a classificare una
dozzina di colori fondamentali, ma probabilmente ce ne sono di più.
Credo che nessuna delle parole di cui l'uomo dispone sulla Terra
possa descrivere questo: è un lavoro che si può solo lasciare
all'immaginazione del lettore... o alla sua memoria, per la prima
volta (e mi stupisco del mio scarso spirito d'osservazione) mi
accorgo che in astrale non esiste l'ombra. Può essere difficile da
concepire, ma è così. Forse ho già usato i termini "all'ombra" o
"ombreggiante" nelle mie descrizioni, e questo si spiega con
l'inadeguatezza del mio vocabolario rispetto al mondo che cerco di
far rivivere; mi viene voglia di inventare delle parole, ma
probabilmente sarebbero troppo brutte, troppo scialbe, troppo
imprecise ed in fin dei conti senza senso. Stabilisci dentro di te
degli schemi molto precisi, perché solo così riuscirai a capire
davvero ed a ricordare.
L'uomo, in genere, si perde nelle azioni e nelle riflessioni: ma ogni
pensiero, ogni azione disordinata non può essere utile al suo
creatore. Non bisogna che l'opera che chiedo di scrivere a tua
moglie e a te venga letta e recepita come un romanzo. Voglio che il
lettore ne ricordi i fili conduttori piuttosto che gli aneddoti, che ne
assorba il fondo piuttosto che il "fondale".
Ci siano dunque schemi molto precisi nel testo, soprattutto
riguardo alla breve storia delle religioni che ti insegno.
L'uomo deve comprendere che nessuno dei grandi eventi terrestri è
il frutto del caso, e che gli inviati dello Spirito, siano essi neri,
gialli o bianchi, hanno sempre agito di concerto secondo uno stesso
piano per allontanare le tenebre dell'oblio e dell'ignoranza. Oggi è
più importante che mai che i tuoi simili comprendano il senso
profondo della lotta che si conduce, affinché evitino il baratro che
ogni giorno si apre un po' di più sotto i loro piedi.
Chiudi gli occhi, caccia via dalla mente le meraviglie che ti sono
state svelate e ascoltami bene, perché ti racconterò della battaglia
degli inviati della Luce sulla Terra.
Impara come arrestarono il culto delle forze oscure della Natura.
Ascoltami, e ricordati dell'India all'indomani della partenza degli
scismatici: il Paese non era ancora giunto alla conclusione delle sue
traversie, perché sorsero ancora altri dissensi che non starò a
citare perché sarebbe solo erudizione.
Ma sappi, e fai sapere agli altri, che ci volle l'avvento di Krishna
perché la primitiva unità fosse nuovamente compresa e desiderata.
Krishna fu l'inviato che sviluppò in India il concetto di trinità o (se
preferisci il termine usato dall'Induismo) la "Trimurti".
Stai tranquillo, non ti farò un corso completo sull'Induismo!
Chiunque voglia conoscere meglio questa religione può facilmente
trovare, al riguardo, delle opere precise. Mi limiterò a fornirti delle
idee globali, che permetteranno ad ognuno di ricordarsi delle
nozioni schematiche.
La Trimurti è formata da Brahma, Vishnu e Shiva, ma questo
probabilmente lo sai già. Quello che forse non sai, è che si tratta
d'una rappresentazione delle grandi forze universali: creazione,
conservazione, distruzione-rinnovamento, o, in altri termini,
positivo, negativo, neutro. Simbolicamente, si tratta anche del
Padre,' del Figlio e dello Spirito Santo.
Complico un po' le cose, ma ne vale la pena. Sempre riguardo alla
Trimurti, gli Indù parlano anche di "Sat, Tat e Aum", e qui ritrovi un
elemento di cui ti ho già parlato: il "T" o "Tau" di Tat non è altro
che la croce del Figlio, quella del Cristo Gesù.
Al suo attuale livello di sviluppo, la razza umana dimostra di avere
ancora proprio poco discernimento: idealizza o svilisce ciò che
conosce poco. Per esempio, in Occidente spesso la gente crede che
l'Induismo sia una religione politeista, il che è del tutto errato e
rivela una scarsa conoscenza delle idee indù. Se si prendono le
distanze dal problema, ci si rende facilmente conto che è come dire
che il Cristianesimo è un politeismo perché riconosce il Padre, il
Figlio e lo Spirito Santo!
No: il vero Induismo afferma, come il Cristianesimo, l'Unità nella
Triplicità.
Mi alzo un po' per appoggiarmi sui gomiti, e vedo la guida: nella
posizione del loto guarda verso la riva; gli chiedo: Allora è Krishna
che ha fondato l'Induismo?
No, non è così. .. Chiudi gli occhi, sdraiati... la memoria ti sarà più
fedele...
Krishna conferì all'Induismo la sua forma attuale, ma non ne fu il
fondatore. Propriamente parlando, la religione induista non ha un
vero e proprio fondatore, perché risulta da un corpus impersonale di
testi che sono stati chiamati Veda.
Timidamente azzardo:
Non sono quattro?
Sì, è vero ... Rifletti bene sul valore di questo numero, perché è lo
stesso dei Vangeli e, se ricordi bene, è anche quello, in un certo
senso, della Croce.
Mi piacerebbe che il mondo degli uomini, all'alba della grande
mutazione che si sta preparando, conoscesse Krishna e la sua
opera. Stai attento a ciò che ti dirò, perché non è sempre chiaro
nella mente dei teologi: il grande merito di Krishna, nel far sentire
l'unità nella Trinità, è stato di deconcentrare l'attenzione del popolo
dell'India dalla dualità motrice dell'universo e fonte di tante
confusioni.
Svuota la mente, e ricorda parola per parola ciò che ti dico: ti ho
parlato di Ram e di Krishna; ora avvicina questo uomini uno all'altro.
Il primo ha creato una grande religione, ed il secondo è venuto a
riparare i torti fatti a quella religione.
Questo ti dico: Ram (che è il Rama degli Indù) fu Krishna, e Krishna
fu Rama. Entrambi sono Uno ed Unico, generato dallo stesso Spirito,
emblemi di Tat, il "Figlio Cristico". Il mormorio delle onde che
lambiscono la riva s'è sfumato, ed in me resta soltanto la parola del
mio amico.
Cerco di comprenderne il significato. S'è accesa una nuova
fiaccola.
Ecco dunque quale fu uno dei primi atti della Riparazione. Ora
ascolta la storia d'un essere che ha dedicato la vita a riparare i
torti causati alla razza umana dal prete-re Velu.
È la storia d'un personaggio misconosciuto, prima adorato e poi,
col tempo, calunniato. Mi riferisco a Zarathustra il Grande.
Immagina un uomo tarchiato, barbuto, con il cranio rasato. Persino
quando era ancora vivo, si raccontavano molte storie sul suo conto:
lo dissero di ceppo reale, poi nato dal popolo. Le immagini
tramandate, furono quelle d'un legislatore, o d'un uomo solitario che
camminava nel deserto. Poco importa, basta che si sappia che fu un
uomo in carne ed ossa, e non uno di quei re o dei, detti “mitologici",
che troppo spesso gli umani s'immaginano per dare una risposta ai
loro interrogativi.
Poco importa, purché si sappia che il mondo lo conobbe anche con
il nome di Zoroastro, e che si sforzò di riformare la religione nata
insieme a Babilonia. Fu il fondatore del credo dell'antica Persia.
Di concerto con le potenze spirituali, cercò di ridare al culto
passivo il posto che gli spettava, ovvero un ruolo paritetico rispetto
al culto attivo, perché, come sai, l'armonia cosmica risulta
dall'equilibrio di queste due forze analoghe ma contrarie.
La guida mi vede dentro come fossi di cristallo: ancora una volta,
sa già le mie domande, i miei dubbi, i miei errori. Sento la sua voce
cambiare lievemente di tono, ed immagino i suoi occhietti sorridenti.
Cerca di capire... la religione di Zarathustra, chiamata
"Mazdeismo", fu solo un'altra espressione della verità assoluta. Va
considerata al pari di tutte le altre grandi religioni quale tappa
d'una rivelazione progressiva che è ancora in corso per la maggior
parte degli umani.
Scrivendo queste parole, mi ritrovo a pensare che esse richiedono
al lettore una grande disponibilità mentale; penso al lettore ateo
che ha avuto il coraggio o la curiosità di leggere questo libro fin
qui, ma anche al "credente", ad esempio il lettore cristiano... Che
egli non neghi tutto in blocco, che non alzi le spalle citando questo
o quel passo della Bibbia, o piuttosto ciò che di quel passo gli è
stato detto.
Si chieda, invece, se è cristiano perché è nato in una famiglia
cristiana o per convinzione profonda.
Sia chiaro, non voglio infondere il dubbio in nessuno.
Né cerco di convertire qualcuno ad un qualsiasi sistema filosofico
o religioso. Desidero soltanto rendere testimonianza di momenti
davvero vissuti, e la cui conclusione è questa: esiste nell'universo
una realtà suprema ed eterna, che si trova al di sopra di ogni
diverbio politico o religioso. Ha come motto una parola, una
soltanto:
Amore.
Nessuno, certamente, o quasi, prenderà posizione contro tutto ciò
che questa parola sottintende. Ma bisogna dire a se stessi che
questa parola richiede delle azioni, che questa parola ne implica
un'altra: tolleranza. E che la tolleranza richiede d'essere applicata.
Com'è possibile supporre, anche solo per un istante, che Dio sia
musulmano, cristiano, induista, o che appartenga a una qualsiasi
altra confessione religiosa?
Il Mazdeismo è una religione misconosciuta fra gli uomini, riprende
la guida. Alcuni non ne hanno neppure sentito parlare. Te ne
traccerò un breve quadro.
Quando era in vita, Zarathustra si rivolgeva ad un popolo rozzo: la
vita era dura, gli uomini poco educati, poco avvezzi alle nozioni
astratte. Direi anche che erano abituati alle azioni clamorose dei
maghi.
Per fare accettare la sua riforma, Zarathustra si mise dunque a
personificare in un certo senso le due forze analoghe che
azionavano il motore universale; la luce, il Positivo, prese il nome di
Ormuzd o Ahuramazda, e le tenebre, il Passivo, presero il nome di
Ahriman.
Zarathustra insegnava prima di tutto il culto di Ormuzd,
consentendo lo sviluppo di certe forze spirituali: fu così che
nacque, tra gli altri, il culto di Mithra.
Vorrei che tua moglie e tu cercaste di conoscere quali erano le
basi del Mazdeismo, perché troppo spesso i Cristiani associano
questa religione all'errore di Babele. Ti dico anche che
specialmente i Cattolici dovrebbero interessarsi al culto di Ormuzd
e cercarne le fonti con molta serietà: infatti, la loro religione deve a
questo culto quasi tutti i suoi rituali. Vedi, so bene che questo potrà
sconvolgere i Cristiani, ma bisogna che essi aprano gli occhi su
certe realtà.
Il Cristianesimo è una delle più belle religioni che siano mai
esistite, ma molto spesso la si è privata delle sue vere radici,
amputando così una parte dei suoi insegnamenti.
Ma ci vuole un grosso lavoro di ricerca, dico al mio amico. Il lavoro
è in gran parte compiuto. Ci sono libri straordinari che dormono
sugli scaffali delle biblioteche. Basta vincere la pigrizia, cercare un
po' e mettere da parte ogni spirito settario.
Per provarti il valore della dottrina di Zoroastro, posso precisarti
che secondo lo stesso schema che ti ho descritto essa divideva
l'uomo in tre parti: la prima era detta "Akko", e corrispondeva alla
coscienza dell'essere nel mondo fisico; è quella che illumina la via
da seguire, ed in realtà caratterizza il corpo di carne ed ossa.
La seconda si chiamava "Dyan", e la si può identificare con il corpo
astrale. La terza, infine, era detta "Anima" e corrisponde, nella
classificazione che ti ho fornito, allo Spirito, sede del vero sapere.
Ti vedo sorpreso, ma non c'è ragione di esserlo... Ci sono sempre
stati uomini capaci di conoscere le grandi verità. ,
Mentre la guida continua a parlare, la mia attenzione si allenta; per
un breve istante, l'anima capta una dolce e strana melopea; tendo
l'orecchio, ma non si sente più niente. È stato come se delle note
musicali fossero nate per caso, non so dove, e fossero giunte fin qui
sul dorso del vento che accarezza le palme da cocco.
Mi siedo sulla sabbia e il mio amico mi posa una mano sulla spalla;
credo stia chiedendomi ancora un po' d'attenzione. Il tuo corpo di
carne ti sta chiamando. La tua anima vuole evadere da questi luoghi
perché è passato già molto tempo dall'inizio di questa
conversazione. Vedo la luce penetrare attraverso le persiane e
sfiorarti le palpebre. Sento una piccola stretta al cuore, una piccola
stretta simile a quella che provavo al mattino, da piccolo, quand'era
ora di andare a scuola.
Come sempre imperturbabile, la guida sorride: -Sai, dice la
musica... l'ho sentita anch'io... Abbiamo dei musicisti, nel mondo
astrale...
Una nebbia formata di migliaia di goccioline di luce bianca mi ha
avvolto con il suo manto. Solo la voce del mio amico mi risuona
dentro:
Va'! Ci rivedremo.
Poi muore, e un velo nero mi cade sulla coscienza.
CAPITOLO XI
La caverna degli ultimi Atlanti
Sdraiato nella penombra in camera mia, guardo in me stesso;
guardo in me stesso con lo scopo di proiettarmi al di fuori da me.
La finestra è socchiusa ed un'arietta fresca entra ad accarezzarmi
il volto. L'assorbo lentamente dalle narici, e un fiotto d'energia mi
sale su per la spina dorsale. Tra gli occhi sento una pressione,
sempre più forte.
Da questo preciso punto nasce una luce come la fiamma d'una
candela, poi diventa grande, grande fino a riempirmi del tutto.
Il fiotto d'energia mi arriva alla nuca e scaturisce bruscamente
all'interno del cranio. La sensazione è indescrivibile.
Per un attimo, immagino la mia testa che vola in pezzi. Ho
l'impressione che il mio corpo si allunghi smisuratamente.
Ogni contatto uditivo, tattile, con il mondo esterno è interrotto.
Mi trovo da solo con questa luce interiore e questa pressione quasi
insostenibile. In preda ad un'agitazione straordinaria, le palpebre
cominciano a battere a velocità incredibile. Non riuscirei a
controllarle, e d'altronde non voglio farlo.
Disteso all'ombra di me stesso, attendo con crescente volontà che
il mondo si capovolga, che la coscienza ed il corpo mentale si
proiettino sul retro della scena, laddove le parti vengono scritte e
distribuite. La soglia è varcata. Vengo violentemente risucchiato
verso l'alto.
M'invade una sensazione di freddo intenso, e mi sorprendo a
fluttuare a due metri al di sopra del mio corpo. Noto che ogni
oggetto della stanza ha acquisito una luminosità, un rilievo
particolare, vivendo d'una vita insospettabile agli occhi fisici. I
contorni, le superfici, offrono lo spettacolo d'un moto perpetuo, e
sembrano allo stesso tempo più presenti e più irreali perché ne
emana una strana bellezza.
Preso da questi pensieri, non ho notato che il mio corpo astrale,
che fluttua a destra e a sinistra, in parte s'è già fuso con la massa
del soffitto... strana impressione.
Una voce irrompe in me con straordinaria chiarezza: Resta lì, sulla
Terra. Non salire ancora. Domina la tua volontà, non fluttuare a quel
modo. Ecco la guida, l'ho riconosciuto. Ormai il timbro della sua
voce m'è talmente familiare...
Non dirigere la volontà verso l'astrale superiore, non desidero che
tu mi raggiunga subito. Andrai oltre l'Atlantico, da qualche parte nel
continente sudamericano.
Certe persone sospettano l'esistenza del luogo che ti mostrerò, ma
nessuna è informata con sufficiente precisione sulla sua ubicazione.
E per ora è meglio così. Preso dalla curiosità, dimentico della
posizione più o meno stabile che occupo nel soffitto di camera mia,
chiedo: -Dove si trova questo luogo? In quale Paese? Ti ho parlato
del continente sud-americano, non chiedermi di più. Credimi, è
meglio che tu non abbia troppe informazioni al riguardo: questo
eviterà a te ed a tua moglie un sacco di seccature. Sono ancora
troppi gli uomini che nutrono sogni di potere. Se ti faranno domande
su quanto ti mostrerò ora, risponderai semplicemente che si tratta
dell'America del Sud e non avrai nulla da dissimulare perché non ne
saprai di più.
Come ci vado? Dico. Mi hai insegnato che è difficile recarsi in
astrale in un posto di cui non si conosce l'esatta ubicazione fisica,
e che richiede un certo allenamento. Abbi fiducia... Ogni
spostamento può esser realizzato in astrale, sia sulla Terra, sia
altrove. L'Anima ha i suoi percorsi, legati alla volontà e
all'affettività.
Non hai nulla da temere: la mia volontà guiderà la tua coscienza
fino alla fine del viaggio.
Cerca intanto di stabilizzarti; non fluttuare a quel modo. Immagina
una grande sala scura, molto scura, una sala che i raggi del sole
non scaldano da migliaia di anni. Immagina una grande porta
trapezoidale chiusa da un enorme blocco tagliato nella pietra.
Avvolto in un lampo bianco, lo scenario della mia camera si è
messo a volteggiare. Mi aspetto d'essere proiettato non so dove, mi
aspetto di sentire sempre la stessa sensazione a livello
dell'ombelico, ma non accade nulla di tutto ciò.
Lo sfondo è già cambiato: sono bastati due o tre secondi, o almeno
così la mia coscienza valuta la durata dello spostamento.
Il luogo in cui mi trovo è immerso nell'oscurità assoluta, eppure ci
vedo come in pieno giorno. Non faccio caso a questo fenomeno, ma
una breve, semplice frase mi ha attraversato la mente: «L'oscurità
totale è solo una forma di Luce.»
Me l'ha sussurrata la guida? Mi sorge dal fondo della memoria? Non
lo so.
La sala è vuota, ed il silenzio è totale. Il grigio lastricato del
pavimento attira la mia curiosità.
D'un tratto mi sento come calamitato dall'enorme porta di pietra; il
mio corpo astrale ha assunto una posizione verticale e si dirige
lentamente verso di essa. Comprendo che è la volontà della guida ad
agire. Il mio corpo sprofonda nella pietra, e di suoi atomi penetrano
fra quelli dell'imponente massa che sembra cristallizzata per
l'eternità.
Scopro un'altra sala identica alla prima, identica in tutto e per
tutto tranne che per una cosa: non è vuota.
In un angolo, vicino ad un blocco di pietra, c'è una pila di lastre
circolari. Mi sembrano tante, forse diverse centinaia.
Ho usato il termine' 'lastra" , ma non è del tutto appropriato:
dovrei piuttosto dire "dischi", dischi spessi quattro o cinque
millimetri e con un diametro d'una quindicina di centimetri.
Non so di che materiale siano fatti, ma hanno quasi tutti la
superficie liscia; alcuni, invece, vi portano impressa una
sottilissima spirale. Sento un debole pizzicore nel cranio: intuisco
che il mio amico dal volto azzurro è presente, e vuole parlarmi.
-Hai visto giusto, sono dischi, in tutti i sensi. Potresti credere che
siano di pietra, ma non è così. Sono fatti di un metallo di cui gli
uomini hanno dimenticato la composizione.
Li hanno lasciati qui gli ultimi discendenti diretti degli Atlanti, con
l'aiuto di esseri venuti da un altro mondo. Non aver fretta, osservali
bene perché il loro valore è inestimabile: in essi sono racchiusi gli
annali del passato della Terra; tutta la storia delle civiltà anteriori
all'Atlantide e della stessa Atlantide dorme qui, davanti a te.
In quei dischi c'è anche il riassunto dei piani divini riguardanti il
futuro del tuo pianeta. Questi dischi racchiudono i nomi di Mosé,
Mithra, Dioniso, Cernunnos, Gesù e di molti altri.
Ma, maestro, non nn hai detto che questi annali risalgono
all'Atlantide o quasi? Certo, e questo prova che la venuta dei
messaggeri dello Spirito era prevista da un pezzo. Ma che
succederebbe se gli uomini scoprissero tutto ciò adesso?
Non succederebbe niente, perché i tuoi simili non saprebbero che
farsene. Ma, chiedendosi a cosa servissero i dischi, potrebbero
rovinarli con tutte le loro analisi.
Ogni cosa si farà a tempo debito. Sull'Himalaya ci sono strumenti il
cui scopo è proprio di analizzare gli annali che vedi davanti a te.
Anch'essi attendono, nella quiete e nella solitudine del buio, che
giunga il momento.
Se ora fossi qui fisicamente, potresti sollevare uno di questi dischi
di metallo e vedresti qual è la differenza da quelli che gli uomini
producono attualmente. Non si può neppure pensare a un paragone:
è tutto diverso, il materiale, il peso, il processo di registrazione...
e anche il modo in cui si recepisce il loro messaggio è del tutto
inconcepibile, per ora, sulla Terra. Non posso dirti di più. Lascio
fare alla tua immaginazione, e all'immaginazione di chi leggerà il tuo
racconto. Le ipotesi più fantastiche forse saranno le più
interessanti, perché c'è una cosa che devi riportare: la scienza
degli scienziati terrestri è solo ai suoi primi balbettii. In ogni tempo
le teorie più straordinarie hanno dato adito alle più prodigiose
scoperte: prima viene l'immaginazione, il resto viene dopo.
Il mio amico ha smesso di parlare. Mi lascia da solo in questa sala
che suppongo sia sotterranea, nel bel mezzo di chissà quale
montagna, o deserto, o giungla.
Mi sento un po' a disagio, e continuo ad osservare i dischi, a
sfiorarne gli atomi, in attesa di ulteriori indicazioni.
Spero con tutto me stesso che la guida mi richiami presso di sé, e
che tornerò a dissetarmi alla luce.
Aspetta, aspetta ancora. Non desidero che tu ami a tal punto il
luogo in cui soggiornano le Anime. C'è così tanto da fare e da
imparare, sulla Terra... Mi rivedrai, ma abbi un po' di pazienza...
Voglio raccontarti il seguito della storia dei popoli che ho
incominciato. Ma non sentirti obbligato a restare in questa sala, se
non ti piace: il tuo corpo astrale può facilmente attraversare i muri
di pietra; quindi serviti di questo potere e scoprirai altre stanze.
Solo una cosa ti chiedo: che i tuoi occhi non prevalgano sull'udito.
Ciò che ti dirò sarà più importante di quanto vedrai. Ricordi dov'ero
rimasto nella storia delle religioni, l'ultima volta?
Mi stavi parlando di Zarathustra e della sua riforma ... ho già
trascritto tutto, per non dimenticarmene. Hai fatto bene. Prendi nota
ogni giorno del risultato dei nostri incontri. Oggi ti parlerò ancora
del Mazdeismo perché ciò che sai in proposito non basta...
Zarathustra era venuto in Terra in un corpo di carne, e venne il
giorno in cui quel corpo non fu più in grado di trattenere l'anima. I
sacerdoti che lo seguivano obbedirono alla lettera ai suoi
insegnamenti per decine di anni, ma ben presto, col passare delle
generazioni, gli fu attribuita una dottrina non sua. Ora, ricorda bene
questo, per poterlo riportare: un uomo apparve, simile ad un nuovo
messaggero divino, ed il popolo lo adorò vedendo in lui la
reincarnazione di Zarathustra.
Il popolo non si avvide che egli stava facendo di Ahriman un dio
malvagio, e non una forza passiva, un polo del motore cosmico.
Impara a riconoscere in questo la firma dei figli di Belial, e sappi
che i Cristiani devono il loro "diavolo" all'Ahriman dello pseudo
Zoroastro, del falso Zarathustra.
Ed ora, comprendano gli uomini che il "diavolo", così come lo si
immagina, esiste soltanto grazie all'insieme delle forme-pensiero
emesse dalle anime astiose: il "diavolo", è la cattiveria e la
stupidità che animano le masse umane. L'attrazione del male, ecco
tutto ciò che va temuto!
Non v'è altro diavolo che il male verso il quale ci lasciamo
scivolare, stanne certo, e nessun altro inferno se non quello che
ogni uomo può crearsi nel suo universo mentale!
La guida intuisce probabilmente in me una certa sorpresa, perché,
dopo una breve pausa, riprende dicendo:
Certo, esistono potenze negative, e non vanno trascurate. Emanano
da esseri che si sono fuorviati. Ricorda: te ne diedi un esempio
parlando delle creature d'Oltre Spazio, alcune delle quali lasciarono
il loro nome nella mitologia greca.
È possibile che tali forze si reincarnino sulla Terra, ma in nessun
modo esse sono "il diavolo", perché non esiste un "diavolo" così
come esiste un Dio! Mi segui?
Mentre ascoltavo la guida, mi sono avventurato fuori dalla sala
degli "annali"; ho scoperto una stanza più piccola, con il soffitto più
alto, e con dei geroglifici scritti sul muro. Ma non ne serbo un
ricordo abbastanza fedele per descriverli.
Un baule di pietra dipinto di rosso e di blu sembra esser stato
lasciato incurantemente in un angolo.
Non hai mai sentito parlare di Orfeo?
Sì, certo ... Intendi dire l'Orfeo dei Greci, quello di Euridice.
Sì, proprio lui. Ma prima di continuare la nostra conversazione,
forse sarebbe bene che mi raggiungessi. Vedo che lì il tuo corpo
astrale si sposta con difficoltà perché desidera qualcos'altro, e non
voglio farti attendere oltre. Vieni!
I muri di pietra con i loro geroglifici sono evaporati: la guida è in
piedi davanti a me, nel verde. Nessun passaggio da un mondo
all'altro mi è mai parso tanto rapido come questa volta, e mi sento
un po' disorientato: è come se non avessi avuto nemmeno il tempo di
pensare, di volere qualcosa.
Il mio amico interrompe le mie riflessioni:
Così ti sembra, soltanto...
L'intero suo volto mi sorride, ed il pallore azzurrino della sua pelle
mi pare più luminoso che mai. Noto che ci troviamo nel luogo del
nostro primo incontro.
Non potevo mica parlarti della Grecia su una spiaggia di palme da
cocco!
Una forte sensazione di calore mi invade interamente, e sento il
bisogno di sedermi sull'erbetta. Non so se questo desiderio deriva
dalla volontà della guida o dalla mia. Eccomi sdraiato per terra, con
le dita che giocano con le gocce di rugiada.
Sollevo la testa verso la guida, pronto a ricevere il seguito del suo
insegnamento.
Ricordati del movimento ionico. Sì, ti parlerò ancora della Grecia.
Se ricordi, l'abbiamo lasciata in pessime condizioni: gli uomini
venuti dall'India vi avevano instaurato un culto passivo al quale
doveva mischiarsi quello degli esseri venuti dall'Oltre Spazio e il
culto dei pianeti.
Nelle sfere astrali e spirituali si discusse allora a lungo di come
agire contro questo stato di cose, e piuttosto che contrastare
semplicemente la religione stabilita, le entità direttrici decisero di
utilizzarla abilmente.
C'è una cosa che mi è difficile capire, dico. Poc'anzi, a proposito
dei dischi di metallo, hai detto che essi narrano fra 1'altro di
avvenimenti che erano ancora di là da venire quando furono incisi;
come mai, dunque, conoscendo il futuro, le entità direttrici non
presero misure per evitare certi eventi nefasti al progresso della
spiritualità sulla Terra?
IL mio amico socchiude lievemente gli occhi, rispondendomi con
dolcezza ma anche con fermezza:
Sollevi un problema delicato; molti sono coloro che non riescono a
risolverlo. Ma, vedi, tutto dipende dal modo in cui lo si pone. Per
risolverlo, bisogna scomporlo.
Prima hai detto che le entità direttrici conoscevano il futuro:
questo è vero ma solo in parte, perché, tranne l'Essere Eterno,
nessuno può vantare una conoscenza del futuro che vada oltre quella
delle probabilità.
Le entità direttrici dispongono solo d'un numero limitato di
elementi, ossia le grandi linee dell'evoluzione d'un universo, d'un
pianeta, d'un paese; bisogna sempre lasciare spazio ad eventi
importanti che possono accadere in un momento o nell'altro. Vedi, il
determinismo non esiste: ci sono solo grandi linee direttive
tratteggiate nel tempo, che si cerca di seguire oppure no.:
Poi, mi hai parlato di "eventi nefasti" al progresso della
spiritualità sulla Terra: ma anche qui bisogna capirsi.
Che cosa consideri nefasto? La prova? L’errore?
Ma nessuno può accedere allo Spirito senza aver conosciuto la
prova e l'errore. Sono le incudini sulla quali l'uomo forgia se stesso,
ed è per questo che le potenze spirituali tollerano fino ad un certo
punto l'esistenza dell'errore nei mondi della materia. Nota bene che
dico "fino ad un certo punto". Infatti, ad un dato momento,
nell'antica Grecia, le grandi entità pensarono che fosse ora di
contrastare i piani dei figli di Belial.
Un essere puramente spirituale si preparava a tale compito, come
tanti altri già molto prima di lui: questo Mahatma nacque alla realtà
terrestre, e gli uomini lo chiamarono Orfeo.
Così ora sai che l'esistenza di Orfeo fu davvero reale, e non è una
leggenda come invece credono molti tuoi simili. Fai sapere a tutti
che Orfeo fu colui che indicò al popolo greco la via della luce: la
mitologia di questa regione della Terra è, a grandi linee, frutto del
suo genio. Orfeo, in un certo senso, rimaneggiò le superstizioni del
popolo presso il quale viveva, allo scopo di creare un insieme
simbolico e allegorico che soltanto gli iniziati oggi sono in grado di
riconoscere.
Proprio come Zarathustra, sapeva che non era possibile cambiare
rapidamente la mentalità d'un popolo avvezzo al politeismo, e
ricordati che se permise al politeismo di sopravvivere fu solo per
svilupparne il lato positivo.
Intendi dire che gli uomini fanno male a considerare la mitologia
greca come una semplice raccolta di storie poetiche?
Già, proprio così. Per coloro che sanno leggere tra le righe, la
religione di Orfeo permette una comprensione abbastanza
interessante dei molteplici aspetti dell'unica Verità per quanto
riguarda la natura materiale delle cose. Per dirla altrimenti, in
termini più ermetici, il lato ionico e femminile della Divinità sbocca
nel culto delle forze della natura e in una comprensione del mondo
fenomenico.
Per riassumere, vorrei che tu prendessi atto del fatto che Orfeo
seppe mostrare il positivo che risiede nel cuore del negativo; il suo
insegnamento, come il Tao, fa capire agli uomini che ogni elemento
"Yin" racchiude in sé un elemento "Yang". A molti queste frasi
parranno incomprensibili: si ricordino allora di quanto ti chiesi di
scrivere a proposito della luce astrale e della luce solare. Con
queste parole il mio amico si alza e mi fa segno di inoltrarmi
profondamente al suo seguito nella foresta astrale. Obbedisco, ma
non è semplice seguirne le orme, perché gli ostacoli si moltiplicano
in continuazione.
Sono sempre stato colpito dalla sua fluidità di movimento: è tanto
se vedo piegarsi l'erba sotto ai suoi piedi. Mi ritrovo allora a
pensare che forse non cammina, ma scivola a pochi centimetri dal
suolo come se temesse di schiacciare anche il più piccolo fiore di
campo.
La guida si gira verso di me: sarà per assicurarsi che ci sia
ancora? Non credo; probabilmente vuol dimostrarmi qualcosa.
Nessuna sua parola, nessun suo gesto, per quanto naturali, mi sono
mai parsi privi d'insegnamento, se non altro per la facilità e la
grazia che dimostrano.
D'un tratto la guida si volge e afferma, con semplicità: Resta in
armonia con la natura: ti fonderai in essa, ed essa vivrà in te.
Comincia ad amarla per se stessa, onorala come un iniziato e non
come un profano, e conoscerai il volto simbolico di Pan, ovvero,
etimologicamente, "tutto", grande immagine dell'intera natura, della
forza invitta e feconda. Ripeto: onora, studia, ma non cercare di
dominare, perché allora il frutto del tuo desiderio potrebbe
diventare la causa dei tuoi tormenti.
Per chi capisce le mie parole nel senso voluto, Pan assumerà un po'
l'aspetto di Bafometto, grande figura simbolica, dimenticata e poi
riportata in auge dai Templari.
La natura armoniosa è l'abbondanza, la gioia di vivere, di dare e di
ricevere, è Dioniso.
A questo punto la guida s'interrompe come se si aspettasse da
parte mia una vivace reazione.
La sua voce allora sussurra in me:
Allora, che aspetti?
Per tutta risposta, gli rivolgo un sorriso appena abbozzato,
imbarazzato dalla sua potenza analitica, dal suo dono telepatico.
Riesco appena a sorridere, e a scatenare la gran risata sonora e
franca del mio amico.
Dioniso ti mette soggezione, probabilmente, dice; come la maggior
parte degli uomini, conosci di lui solo l'immagine che ti hanno dato a
scuola, ossia un'immagine sfigurata. Devo confessare che è facile da
sfigurare: già gli antichi Greci caddero rapidamente nell'errore.
Parla di Dioniso agli uomini, e loro ti parleranno di orge.
Ben presto confusero l'ebbrezza dovuta al vino con l'ebbrezza
sacra, e se vuoi potremmo citare il famoso gioco di parole di
Rabelais, ossia che c'è il «servizio divino» ed il «servizio di vino».
Vedi quale verità si nasconde dietro questa battuta? Cerca, in poche
righe, di diffondere qualche nozione precisa a questo proposito nel
libro che ti chiedo.
L'ebbrezza sacra dispensata da Dioniso non è altro che quella che
deve procurare il vino dell'Eucaristia cristiana. Perché le credenze
si riavvicinino, perché si sviluppi la tolleranza, farai sapere che il
culto di Dioniso, compreso nel modo giusto, ammetteva la
transustanziazione proprio come quello di Mithra, nel Mazdeismo.
Il potere della bevanda di Dioniso è un po' anche come quello dei
"ribu" tibetani. Non stupirti di queste similitudini...
La guida cambia tono, e mette l'accento su ogni parola perché mi
resti indelebilmente impressa.
Dioniso non fu altri che Ram, il cui ricordo si è perpetuato nei
secoli malgrado lo scisma.
Ci siamo fermati nei pressi d'una piccola costruzione appoggiata al
tronco d'un albero gigantesco. Non posso fare a meno di manifestare
il mio stupore dinnanzi all'arte con cui l'edificio è unito alla foresta.
È straordinario! Questa casetta stranamente mi fa pensare a quelle
delle favole, ad esempio la "casetta di marzapane"! Il mondo astrale
è il mondo dei sogni realizzati, risponde semplicemente il mio amico.
Ma vieni, ora, continuiamo il nostro cammino. Cose più straordinarie
di questa ti attendono. Pochi attimi or sono ti stavo parlando di
Ram: spero che ti ricordi della sua origine celtica!
E l'ebbrezza sacra, non ti ricorda nulla? Non hai mai sentito
parlare della sacra bevanda dei Druidi? Non mi riferisco all'idromele
che è solo una versione del nettare d'ambrosia degli antichi Greci;
ma mi riferisco a ben altro...
Non voglio stordirti con un'eccessiva profusione di particolari ma,
vedi, tengo a che certe similitudini tra le religioni vengano messe in
evidenza.
Poco fa, quand'eri ancora sulla Terra, nella sala dei dischi di
metallo, ho pronunciato un nome: ci hai fatto caso? Voglio dire
Cernunnos. Cerca di immaginare una divinità rappresentata dagli
antichi Celti con la testa di cervo munita d'un magnifico paio di
corna.
Chi era Cernunnos? Oh, è semplicissimo da spiegare, ed è anche
una spiegazione ricca d'insegnamenti.
Come Pan, Cernunnos era il sovrano delle energie fecondanti della
natura, il signore del regno vegetale. Per i Celti, si identificava
infine con la natura stessa, e come essa, ciclicamente moriva per
resuscitare in primavera.
Ma probabilmente stai per chiedermi che rapporto possa avere
tutto questo con l'ebbrezza sacra di Dioniso...
Nell'ascoltare il mio amico abbozzo un sorriso, perché noto che, da
esperto professore, risponde alle domande del pubblico prima
ancora che vengano formulate.
Ora ci arrivo, riprende. I Celti raccoglievano un cereale che in
seguito macinavano e trattavano in modo da ricavarne una bevanda
in cui vedevano il sangue di Cernunnos, dispensatore di mistica
ebbrezza. Fu così che apparve un beveraggio che gli uomini
conoscono bene' la cervogia o, se preferisci, la birra.
Non mi stupirei, dico, se a questo punto aggiungessi che fu così
che nacquero le interpretazioni errate e gli eccessi. Intendevo
proprio questo: infatti, ancora una volta, l'ebbrezza era reale per il
profano e simbolica per l'iniziato. È necessario che oggi i cuori si
dischiudano, e vedano le verità al di sopra delle barriere religiose e
razziali. Bisogna che si sappia che il sangue di Cernunnos (divinità
che rinasce a primavera) è paragonabile al sangue del Cristo Gesù
resuscitato il giorno di Pasqua (ovvero intorno all'equinozio di
primavera). Non si stupiscano, i Cristiani, nel vedere colui nel quale
credono messo in parallelo con una divinità cosiddetta "pagana" con
la testa di cervo: forse che ci si scandalizza nel vedere lo Spirito
Santo simbolicamente racchiuso nel corpo d'una colomba? Circa un
secolo terrestre fa, le entità elevate dell'astrale e delle sfere
spirituali si unirono in un'unica volontà: videro che era giunto il
momento di riformare ciò che restava dell'insegnamento iniziale d'un
loro maestro e messaggero, il Cristo Gesù, e videro che l'Era del
Pesce stava per finire.
Quanti Cristiani comprendono ancora oggi il senso profondo dei
sacramenti della loro Chiesa? Quelli che ammettono l'Eucaristia nel
dogma, credono ancora nella sua forza vivificante? Son ben pochi, ti
dico! Ci sono persino dei preti che soccombono al dubbio...
L'Eucaristia vera e potente deve essere praticata sotto due forme:
maschile, mediante il vino, e femminile, mediante il pane. Renditi
però conto del fatto che questo è solo un dettaglio, perché
l'importante, l'indispensabile, è cogliere il senso reale della
Comunione con lo Spirito Universale e Cosmico. La Comunione deve
procurare l'entusiasmo, ovvero, etimologicamente, "la presa di
possesso dello Spirito (umano) da parte della Divinità (Spirito
Santo)". Vorrei che tu spingessi la gente a riflettere sul senso
dell'Eucaristia in generale, e poi, specialmente, sulla Comunione
sotto la specie del vino, chiamata esotericamente "comunione di
Noè". Ora che la guida mi sta di fronte, noto che il suo volto s'è
stranamente illuminato, e che la sostanza del suo corpo e quella
della veste non sono più uguali a prima. Non so più se sono ancora
in presenza d'un essere la cui realtà è davvero palpabile in questo
momento, o se gli occhi della mia anima stanno ormai contemplando
un Essere di Luce. Una grandissima emozione m'impedisce di aprir
bocca, di muovermi. Chi oserebbe spezzare il magico incanto d'un
istante tanto prezioso? La guida dal volto azzurro ha mosso un passo
verso di me, e nuovamente la sua voce riempie il silenzio del mio
cuore. Il vino, elemento maschile, va versato nella coppa, elemento
femminile: la transustanziazione del vino in sangue può compiersi
solo nella coppa. Ecco l'immagine dello Spirito Divino che invia un
messaggero nel corpo di Maria. La sacra bevanda di tutti i popoli
deve risvegliare in ogni uomo il desiderio della coscienza eristica.
Vedrai! Queste cose sono scritte sulla carta del cielo del tuo
pianeta: consulta un atlante celeste, cerca la costellazione
dell'Idra. Sopra di essa figura quella del Cratere, "Cratere di
Bacco", detto anche "Coppa".
A poco a poco il volto ed il corpo del mio amico hanno ripreso la
solita parvenza. Da questo momento, e più che mai, comprendo che
mi trovo in presenza d'un essere perfettamente unito all'universo da
una sorta di smisurato Amore cosmico. Come far accettare, come far
sentire, a chi legge, tutto questo?
Fino ad ora, avevo visto la luce nascere dal mondo . astrale e
diffondersi a falde soffuse, ma oggi ho contemplato la mia guida.
Egli è venuto a me come una luce nella luce: per qualche secondo, il
mondo dell'anima m'è sembrato scialbo.
Hai capito?
La mia guida mi apostrofa con molta semplicità, come se nulla
fosse successo.
Riprendiamo il cammino, più lentamente. La foresta si rischiara, e
tra gli alberi meno folti enormi fiori bianchi innalzano fuori
dall'erba alta il loro calice.
Se vuoi, ora facciamo il punto delle tue conoscenze in fatto di
storia delle Religioni. Ti ho parlato dell'impero di Ram, dei
dissidenti che lasciarono l'India per invadere il Medio Oriente e
propagare il loro credo sulle terre dell'antica Persia, della Tracia,
della Grecia, ed infine dell'Egitto. Ti ho detto il nome delle entità
incarnatesi sulla Terra con il solo scopo di mostrare nuovamente il
cammino della luce: Krishna, Zarathustra, Orfeo.
Leggendo gli annali del Tempo, hai potuto renderti conto da solo di
come andarono le cose in Egitto, ovvero come e perché furono creati
i "Misteri". Ciò di cui ancora sai poco o niente, sono le basi delle
credenze egizie ereditate dall'Atlantide e nascoste sottoterra dagli
iniziati. Prima di raggiungere il tuo corpo, impara dunque ancora
questo. Impara a riconoscere quali furono le conoscenze di base di
Mosé, . La scienza di Mosé era quella di Thot, e la scienza di Thot
era votata ad un Dio unico; sì, è la pura verità: la vera religione
dell'antico Egitto era monoteista Questa religione monoteista
insegnava la potenza' del numero tre, ossia ammetteva una trinità:
Osiride, Iside, Horus; a parte questo, l'iniziato adorava un unico
DIO, Ra o Aton-Rà a seconda delle epoche. Ora apri lo spirito e
ricorda ogni parola: C'è un testo che dice: «Rà effettuò la creazione
mediante l'emissione del suo proprio nome onnipotente, e così
produsse tutto ciò che è nell'universo.» · Vedi, come l'Essere
Supremo di tutte le grandi religioni, Ra crea per mezzo del Verbo.
Invita gli uomini a riflettere perché non a caso nella più bella
preghiera cristiana troviamo «Sia santificato Il tuo nome»: non è una
formula vuota di significato.
Chiedo alla guida:
Mi hai parlato di Osiride più volte, e sono stato profondamente
attratto dalla sua statua nel meraviglioso museo astrale; qual è
dunque il suo ruolo nella trinità egizia? Ha il ruolo del padre; Iside
è la madre e Horus il figlio.
Ma, vedi, resta il notevole fatto che i componenti della trinità
egizia non hanno necessariamente una posizione fissa: a seconda di
come Ii si considera, possono di volta in volta diventare padre,
madre, figlio, o attivo, passivo, neutro. Il che illustra, in fin dei
conti e in modo interessante, una certa relatività.
Osiride spesso ha il ruolo del padre, ma vorrei anche che si
sapesse (e tengo a che sia sottolineato) che, per molti versi, è
paragonabile al Cristo Gesù. Puoi giudicare tu stesso: da morto
Osiride viene appeso ad un albero, poi risuscita e diviene "Dio della
Misura" (ed indica allora la "via di mezzo", cara ai Buddisti). Come
il Cristo Gesù di certa iconografia medievale, tiene in mano una
bilancia per pesare i cuori. Ed infine, per gli Egizi, egli è "colui che
è perpetuamente buono".
Questo è solo un riassunto, perché le analogie potrebbero
moltiplicarsi a piacere, o quasi. Sarebbe bene che gli uomini
facessero un approfondito lavoro di ricerca in questa direzione:
opere di questo genere sono già state intraprese, ma restano
insufficienti.
Sarebbe anche bene cercare i punti di paragone tra Iside e la
Vergine Maria, il cui ruolo è così mal compreso dalla cristianità
intera.
Il volto di Iside è quello della vera Maria, un'altra "Vergine" da cui
nacque un figlio, volto nascosto delle cose, volto che resta
nell'ombra e dispensa la sua iniziazione.
Sai che, un po' dovunque, nel mondo, si trovano delle "Vergini
Nere", che spesso vengono adorate credendo che si tratti di Maria;
bisognerebbe adorarle pensando che si tratta anche di Iside, Iside
che, allora, diventa simile a Pan, a Demetra o a Cerere, dea della
vita fecondante, fonte di ogni generazione, che permette la
dominazione della Natura.
Devi vedere in Iside e in Maria la stessa grande Signora del popolo
umano, possibile intermediario tra l'uomo e la Divinità. Vedi che il
loro ruolo è rimasto invariato nel corso del tempo: Iside ha
seppellito le spoglie di OsiRis, Maria ha raccolto il corpo di Jesus-
Re.
Quanto ad Horus, come hai intuito, la mitologia ne ha fatto il Figlio
di Iside, concepito esotericamente dallo Spirito di Osiride, proprio
come Gesù dallo Spirito Santo. Ma bisogna saper leggere fra le righe
delle cosiddette storie mitiche: vedi come la vita di Horus si
mescola strettamente a quella di Osiride?
Prima di lasciarti, oggi, voglio generalizzare e dire qualcosa che
potrà forse esser d'aiuto agli uomini che già camminano sulla via
spirituale: nell'universo materiale è possibile trarre un
insegnamento da tutte le trinità fin qui menzionate. Questo
insegnamento sarà perfezionato dallo studio comparativo dei tre
stadi della materia: solido, liquido, gassoso.
Infine, e questo sia scritto a lettere d'oro nel cuore di chiunque
senta il bisogno di sapere, in qualsiasi campo, il numero tre è il
numero più sacro che esista. Colui che ne conosce tutti gli sviluppi
ha in mano la chiave dell'intima conoscenza dell'uomo e degli
universi.
La mia guida si siede ai piedi d'un albero, e la sua voce calda
mormora in me queste parole:
Ora tornerai al tuo corpo... Deve essersi anchilosato per la lunga
immobilità. Ti aspetto qui. Fai attenzione a sovrapporre bene la
forma astrale al corpo fisico, e a che i due si reintegrino
lentamente. Domani arriverà presto, per te: allora prenderai la
penna e ti metterai a scrivere. Tua moglie ti sarà di grandissimo
aiuto, perché le sue conoscenze ti permetteranno di riordinare le
idee che ti ho trasmesso.
Con queste parole, il volto della guida del "Paese di sopra" si
illumina. Comprendo che me ne sto andando, tutto si cancella...
CAPITOLO XII
La biblioteca astrale
Sono passate tre settimane senza che mi sia stata data la
possibilità di rivedere l'Essere azzurro. A volte mi sono chiesto se
la capacità di sdoppiarmi in astrale non si stesse esaurendo, se non
avessi abusato del mio potere e se il mio equilibrio non ne stesse
risentendo.
Ma il riposo porta consiglio, e mi sembra ora che questo periodo di
riposo psichico si sia compiuto per volontà del mio amico. Sono
certo che sia stato lui a bloccare in me, per un certo tempo, i
meccanismi che mi consentono di raggiungerlo: meglio cl'ogni altro,
egli poteva giudicare se fosse necessario un periodo per scrivere e
riflettere. .
È stato dunque con animo più sereno che, ieri, ho potuto
nuovamente penetrare nel suo universo.
Il lavoro tuo e di tua moglie è quasi finito, sebbene resti ancora
molto da dire. Ti farò conoscere queste cose, ma voglio che tu
precisi quanto segue: il libro che vi chiedo di scrivere non va preso
come una rivelazione.
Certi suoi contenuti sono già noti ad un piccolo numero di uomini
interessati a queste cose.
Vorrei che fosse un'opera di divulgazione. Voglio che dia ragguagli
al maggior numero possibile di persone sulla natura dell'uomo, sulla
sua vita in quello che viene chiamato "l'Aldilà", sulle sue possibilità
illimitate ed anche sulla fratellanza profonda che unisce tutte le
grandi correnti spirituali del globo. Bisogna che gli uomini sappiano
chi essi sono, dove stanno andando e dove devono andare.
Fra poco saprai il seguito di quella che potremmo chiamare una
"storia delle religioni" da Noé in poi; spero che, malgrado la
relativa aridità dell'argomento, essa possa servire a far capire come
uno stesso filo conduttore attraversi i popoli, ricollegandoli all'
origine dei Tempi.
Ma prima di finire questo lavoro, vieni con me. Siamo sempre qui,
su questa spiaggetta che ormai conosci bene, ma voglio mostrarti
che cosa si nasconde nel folto delle palme da cocco, tra le piante
lussureggianti che danno a questo luogo tanto calore e nello stesso
tempo tanta frescura.
Il mio amico mi posa una mano sulla testa, e mi fa passare davanti
a lui in una giungla di piante e fiori d'una bellezza mozzafiato;
davanti alle dimensioni gigantesche della vegetazione dell'Astrale
superiore, mi viene da pensare che non riuscirò mai a fare un passo,
in tutto quel rigoglio di liane e fiori.
Come al solito, la guida ha probabilmente già capito a cosa penso,
perché lo sento dire, con un tono divertito:
Su, su... è facile!
Allora, come se una mano invisibile le spostasse, come se le piante
avessero una loro propria segreta volontà, foglie e fiori ci aprono un
passaggio.
La natura ha un'Anima, uno Spirito... ogni pianta è viva, respira,
pensa ed ama come te e me. E non qui soltanto, ma anche sulla Terra
e altrove. La vita è ovunque, e laddove c'è vita c'è una promessa
d'eternità.
Guarda queste piante, amale: esse ci vedono, ci sentono e ci
indicano la via da seguire.
Sulla Terra volgono le foglie verso il sole per nutrirsene, e come
per dire agli uomini: « Vedete, anche noi siamo vive!»... Ma gli
uomini, molto spesso, le ignorano.
Qui, dove tutto è armonia, le cose sono diverse: a nessuna entità
astrale verrebbe in mente di cogliere un fiore, ossia di strappare un
organo ad una pianta.
Ma con ciò non voglio dire che gli uomini sbaglino quando
raccolgono mazzi di fiori, no. Il regno vegetale ha il suo ruolo da
svolgere nel mondo della materia, e, se vuoi, anch'esso ha una
specie di Karma, sebbene il termine non sia appropriato.
La pianta, come l'uomo, è destinata ad evolversi e a raggiungere
universi superiori: ci sono entità che la dirigono, e ci sono mondi in
cui le piante vivono, agiscono, si spostano come gli uomini.
Non dico che il destino del fiore, sulla Terra, sia di esser raccolto,
ma questo rientra nell'ordine delle cose, così com'è normale ed
inevitabile che gli umani soccombano per via degli incidenti. Ma non
permettere mai, per amore della vita e della creazione divina, che
un fiore o una verdura siano colti inutilmente: gli elementi della
natura non devono esser privati della vita con incoscienza o
indifferenza.
Ogni cosa vive! Saccheggiare, distruggere per piacere, perché non
si sa cosa fare, meccanicamente, equivale a lasciarsi andare a delle
tendenze negative.
Anche le pietre vivono: il loro cuore batte a un ritmo così lento,
che mai strumento umano potrà scoprirlo.
Non hanno gambe ma si spostano, e se un uomo potesse vivere
diversi milioni di anni, le vedrebbe avanzare e saprebbe che il loro
cammino non è dovuto al caso.
Sembra incredibile, ma esistono dei pianeti, al di là delle galassie,
in universi differenti, in cui le pietre agiscono come noi e sono la
forma di vita più sviluppata.
La guida continua a parlare, ma l'ascolto con un orecchio solo,
colpito come sono dal prendere atto del carattere universale della
vita, dell'anima, dello Spirito, insomma: della presenza dell'Essere
Unico anche nella più piccola particella nata dai regni della natura.
Al mio passare i fiori dischiudono le corolle, ed ora capisco perché
fin dalle prime visite nell'astrale, non mi sono mai sentito solo,
neppure per un momento. Essere solo ... non esiste! Si sente solo
unicamente colui che non sa, o la cui anima è cieca.
Non so dove mi stia conducendo la guida, ma non sento il bisogno
di chiederglielo. Sento che potrei camminare così per ore... Ogni
corolla è una bocca che mi parla, ogni albero è un mondo da
esplorare.
Fra poco vedrai una biblioteca, dice d'un tratto il mio amico dal
volto allungato, una biblioteca come non ne hai mai viste; qui si
studia, vedi, ma per piacere, perché si desidera conoscere,
migliorare se stessi, e non per avere un qualsiasi posto nella
società.
L'uomo astrale deve imparare ad essere un uomo di desiderio. Mi
spiego: non mi riferisco al desiderio carnale, o materiale, perché
esso è legato alla Terra, ma al desiderio della vita spirituale.
L'entità astrale del desiderio è quella pronta a varcare la soglia
della luce per raggiungere il suo super-io, La vita sulla Terra e le
esperienze che vi si fanno sono un modo di imparare, e la lettura è
un modo complementare.
La biblioteca che ora ti mostrerò si trova nell'astrale superiore, ma
ce ne sono di simili anche nel regno dei morti, per quanto,
purtroppo, molto meno frequentate.
Un defunto che penetra nell'Astrale medio, all'inizio conserva a
grandi linee la sua personalità e se anche sente il bisogno di
imparare non sempre utilizza i mezzi a disposizione.
Finché non si libera dal ciclo della carne, un'entità deve temere la
passività. Ma, ecco, ora guarda davanti a te perché siamo quasi
arrivati.
Il paesaggio, in effetti, cambia aspetto: la vegetazione si fa meno
folta, ed un sentierino si disegna davanti a noi, per condurci
rapidamente ad un'ampia e verdeggiante distesa ondulata.
Le rotondità delle collinette, i boschetti d'un verde tenero che
emergono qui e là rendono il quadro molto dolce.
All'ombra d'un gruppetto d'alberi simili a salici piangenti ma con i
rami carichi di fiori rosa, c'è una piccola costruzione bianca, di
forma squadrata, come un tempio antico.
Ecco la nostra biblioteca; non far caso alla sua architettura,
perché a parte la grazia del colonnato è un edificio che non ha nulla
di speciale.
L'entrata è ridotta ad una semplice apertura praticata nella
facciata: nessuna porta degna di tal nome, né alcun genere di
chiusura.
Di certo non temiamo i ladri, qui! Esclama la guida.
La sala è ampia, ed occupa tutta l'area dell'edificio; muri e soffitto
sembrano di pietra, ma in questo mondo è tutto così sorprendente
che non saprei essere più preciso quanto al tipo di materiale
impiegato.
Migliaia di libri di tutte le dimensioni sono allineati contro i muri,
su scaffali di legno.
Apparentemente, non c'è nulla di straordinario in questo. Sembra
tutto come nelle biblioteche terrestri. Ma c'è un particolare che mi
sorprende: non ci sono né tavoli né sedie, ed i leggii sono i soli
supporti per i libri che uomini, donne e persino bambini sembrano
contemplare, tenendoli chiusi.
In verità, è una ben strana scena, e disarmante. Ebbene, spero che
li imiterai almeno per qualche minuto! Mi dice una voce ben nota. -
Come sarebbe a dire, imitarli? ... vuoi che anch'io mi concentri
davanti ai libri chiusi?
No, non si tratta di questo... Seguimi.
Sento la gioia che prova la guida nel farmi conoscere un segreto
dell'Astrale che ancora ignoro: gli brillano gli occhi. S'infila
rapidamente fra due file di leggii, prende in mano un'enorme opera
tra le migliaia che riempiono gli scaffali e me la mostra per farmi
leggere il titolo: Dante, La Divina Commedia.
Ho scelto a caso, aggiunge il mio amico. Non c'è nessuna ragione
di mostrarti questo piuttosto che un altro.
Dante a tratti ebbe delle illuminazioni, e visioni dell'universo
mentale: tutto qui, ed ecco perché il suo libro si trova in questo
luogo.
Non c'è nessun rapporto diretto con il tuo lavoro; avrei potuto
mostrarti ugualmente uno di questo libri, o altri ancora. Tento di
leggerne i titoli: il primo si intitola Urantia, il secondo Veda-Edda.
Posalo davanti a te, su quel leggio. Ecco! Ora mettiti davanti ad
esso, senza toccarlo, come se semplicemente volessi ammirare
l'opera dell'artigiano che ha dipinto in oro zecchino il titolo del
libro.
T'insegnerò un nuovo modo di leggere, e siccome non sei ancora
capace di cavartela da solo ti aiuterò un pochino. Lasciati andare,
sarò io a dirigerti: sono certo che ti divertirai molto.
Nel pronunciare queste parole la guida passa dietro di me; sono in
attesa, e sento che mi posa una mano sulla nuca. Allora
un'impressione sorprendente s'impadronisce di me, e mi sembra per
un attimo che mi si sdoppi la vista, per poi stabilizzarsi nuovamente.
Con mio grande stupore, non sto più contemplando la copertina ma
la prima pagina del libro; essa occupa tutto il campo visivo, e posso
leggerne distintamente i caratteri. Poi la vista mi si sdoppia di
nuovo, per ristabilirsi subito dopo: in alto, al centro del foglio,
leggo «pagina 1O».
Ora tutto accade come se io fossi solo più uno sguardo, come se
con tutto me stesso sprofondassi nello spessore del libro. Le pagine
mi sfilano davanti ad un ritmo incredibilmente rapido, regolare,
preciso. Non leggo: mi accontento di osservare, o piuttosto di vivere
quell'esperienza.
Capisci cosa sta succedendo?
La guida mi ha tolto la mano dalla nuca; davanti a me, resta solo la
spessa copertina del grosso volume.
La visione astrale è penetrante; animata dalla volontà, essa
attraversa tutto quanto abbia le caratteristiche della materia.
Ciò che hai appena fatto, potresti rifarlo sulla Terra in stato di
sdoppiamento: immagina quali profitti potresti trarre da questa
tecnica, se la padroneggiassi senza bisogno del mio aiuto!
Nessun'opera, ovunque fosse, sfuggirebbe alla tua volontà di
conoscenza.
Tutti coloro che ci stanno intorno hanno l'aria d'essere inattivi,
eppure stanno leggendo. Hai sperimentato la loro tecnica, che
consente loro di imparare con maggior velocità.
Ma, dico, da dove provengono tutti questi libri?...
A quel che vedo, sono scritti in diverse lingue umane. Sono delle
copie?
Niente affatto, sono gli originali. Nel senso che provengono
direttamente dalla Terra. Le entità dell'astrale superiore hanno il
potere di trasformare la materia e di teletrasportarla.
Tutti i libri che vedi qui furono fatti dalla mano dell'uomo, e
rimasero in Terra finché uno dei responsabili della biblioteca non ne
modificò le vibrazioni per farli comparire su questo piano. Quanto al
criterio che fa sì che vengano a trovarsi qui, è relativo alla qualità
del contenuto.
Quindi, ci sono oggetti che spariscono dalla Terra senza che gli
uomini neppure se ne accorgano: dico questo in senso generale,
perché ci sono sempre delle eccezioni.
Non hai mai sentito parlare di quei libri misteriosi che spariscono
non si sa bene perché né come, e dei quali si dice che contenevano
pesanti segreti? Ecco, ora conosci la soluzione del problema!
Entità del mondo dell'Astrale superiore ed anche creature
spirituali, talvolta ritengono che un'opera letteraria in certi
momenti non dovrebbe venire a trovarsi fra le mani dell'uomo, e la
ritirano dalla circolazione terrestre per poi reintrodurcela al
momento opportuno, in un luogo propizio.
La conoscenza non va messa nelle mani di chicchessia, né immessa
a qualsiasi stadio dell'evoluzione umana.
Sulla Terra, l'uomo non iniziato può essere paragonato ad un
piccolo rapace notturno che teme la luce del giorno; se gli si fa
conoscere in un colpo solo tutta la realtà e la potenza del Sole, si
brucerà gli occhi.
Così il tuo libro deve rivelare certe verità, ma non deve andare
oltre: l'opera che vi chiedo deve essere una testimonianza, ma anche
una sintesi, una sintesi di ciò che ogni uomo medio non iniziato
dovrebbe conoscere per saper condurre la sua barca evitando gli
errori più grossolani.
L'opera che vi chiedo deve riassumere le Origini e far presentire la
Meta; deve invogliare a stabilire l'unione tra gli uomini, e a
ristabilire il contatto con Dio. Non lo ripeteremo mai abbastanza, né
io, né tua moglie, né tu.
Ora prendi quel grosso volume con la copertina scura; mettitelo
davanti e attendi che, con il mio aiuto, esso ti insegni qualcosa.
Come vedrai, si tratta d'un'opera importantissima, e per questo
desidero che tu ti imbeva per bene della sua parola. No, non
precipitarti: sii posato, perché l'agitazione nuoce alla ricettività
delle funzioni superiori.
Nuovamente il mio sguardo s'immerge in un'imponente massa di
carta; il mio campo visivo s'è talmente allargato che mi sembra di
avere occhi su ogni lato del capo. Spinto da un desiderio
incontrollato, sono sprofondato con tutto me stesso in un oceano di
pagine, righe, lettere. Le frasi mi sfilano dinnanzi, senza che ne
capisca il senso; poi, d'un tratto, divengono chiare. Allora si
inserivano in me a caratteri di luce come su uno schermo
cinematografico: il testo, redatto in una lingua che mi è del tutto
ignota, dice: «Mosé era un uomo dalla pelle molto scura e con il
naso aquilino. Gli esseri umani della Terra l'hanno spesso
rappresentato con i capelli lunghi e la barba, non sapendo che egli
li portò così solo sul finire della vita.
Lo spirito del popolo ha conservato di lui l'immagine patriarcale,
quella d'un patriarca impregnato dal senso profondo della sua
missione. Questo è vero, ma bisogna sapere anche che la guida degli
Ebrei fu, per tutta la vita, in preda a terribili lacerazioni interiori.
La carne impone la sua legge. L'incarnazione d'un'entità elevata
nel mondo fisico è un sacrificio permanente, perché il corpo
materiale desidera sempre imporre i suoi limiti a ciò che non ne ha.»
(Qui viene una lista di nomi che ora mi sfuggono, ma dei quali posso
dire che erano messi come a formare una specie d'invocazione).
«Mosé, intimo amico del Faraone, e non suo nemico come dice la
leggenda; Mosé, ignorato, il cui compito era di far passare il Sapere
della Forza positiva dagli Atlanti agli Ebrei; Mosé, per tutta la vita,
fu depositario di pesanti segreti che comunicò a voce soltanto a due
o tre uomini privilegiati. Paragonate Orfeo e Mosé; sembra una
stupidaggine, ma l'analogia è una chiave che bisogna saper
adoperare. L'opera dei due grandi uomini è analoga per quanto
diversa, e apparentemente opposta.
Li unisce una profonda complementarità: Orfeo dirige e canalizza il
lato ionico, moltiplicando gli aspetti della Divinità; Mosé ne sviluppa
l'aspetto unico, dorico.
Gli uomini della Terra ci pensano sempre, ci pensano ma esitano a
dire: "Il Dio di Mosé non è un Dio buono, il Dio di Mosé è un Dio
vendicativo, corrucciato, più facile a punire che a ricompensare"; e
non SI capisce tanto bene quale sia il rapporto tra Lui e Colui che si
è presentato come suo figlio, il Cristo Gesù.
Formuliamo la domanda: "Come può, il Cristo Gesù, la cui parola è
un unico flusso d'Amore, essere unito in Spirito con un Dio che si
manifesta essenzialmente mediante dei cataclismi o, in generale,
con prove d'ordine fisico?"
Spesso la parola di Verità sconvolge; tuttavia essa deve essere
pronunciata. Il Dio di Mosé non è il vero Dio: è solo il riflesso,
l'immagine deformata di Dio. È Dio dipinto dagli uomini, ridotto ad
un'ombra delle sue manifestazioni.
Nel linguaggio dei simboli, è un Dio nero, ovvero il dio dei profani,
il dio che colpisce la sensibilità per esser creduto.
Le creature dalle anime deboli devono temere per credere:
Mosé fece temere il suo Dio per impedire al popolo ebreo di cadere
nel più completo politeismo.»
Mentre la vita della mia anima è assorta in queste righe, sento la
guida che commenta:
Ecco parole che saranno mal accolte sulla Terra, e che
rivolteranno coloro che non potranno vedere la scintilla di luce che
in esse sonnecchia.
Tuttavia cerca di riprodur1e il più fedelmente possibile, perché
almeno ad alcuni esse apriranno la via.
Visto che lo scopo di questo libro è aggiungere un'altra pietra alla
strada che conduce al Risveglio, e affinché si compia il desiderio
del mio amico del "Paese di Altrove", ecco dunque il resto del testo
che ho letto, così come la memoria mi consente di restituirlo: «Dio
dell'Antico Testamento, sapranno che tu sei solo l'ombra terrestre
del Creatore Infinito. Tu sei I'ombra di Dio, così come l'uomo di
carne è l'ombra del suo proprio Spirito.
C'è Dio e dio, Uomo e uomo: il dio degli antichi Ebrei rappresenta
soltanto l'inviato sulla Terra della potenza Divina. Essenzialmente,
si riassume in una sola parola: "Elohim".
Gli "Elohim" sono il braccio agente dei Figli di Luce; sono gli
esseri d'un altro mondo che tentarono d'indicare alla razza umana la
sola via possibile.
Gli "Elohim" ed il loro "Spirito guida" hanno dotato il popolo ebreo
di leggi rigide, affinché resista alla sfida del Tempo e possa
perpetuare in segreto la tradizione.
Mosé è doppio. Doppio è il suo ruolo: dare una legge valida per
tutti, ed una tradizione per pochi; essere il punto di contatto
vivente con le creature d'un altro mondo, ma essere anche in
comunione con le sfere dello Spirito.
Mosé fu il messaggero dai due volti, quello dell'ombra e quello
della luce. Leggere correttamente la Bibbia, è distinguere tra la
luce e l'ombra della luce. La Bibbia è il libro di tutti, ma anche il
libro d'una élite, non nel senso dell'intelletto né del cuore, ma di
entrambi contemporaneamente.
Uomini della Terra, un giorno saprete che il Cristo Gesù non è
venuto a cancellare il sapere nascosto di Mosé, ma l'immagine che
un popolo s'era fatta di Dio.
Dio degli Antichi dell'India e Dio di Mosé, tu sei uno soltanto.
Ishwara, nome sanscrito di Dio, reggente dell'universo cosmico.
Ishwara-El, fonte di Israel, "Spirito regale del Signore". Uomini
della Terra, guardate Israele, ambasciatore Divino. Esso indica la
salvezza della razza umana.
Esaminate le trentadue vie della Cabala, quella dei dieci
"Sephiroth" e delle ventidue lettere. Questi numeri sono sacri. Li
ritroverete in India.
Dieci sono le incarnazioni di Vishnu. Ventidue sono i quarti di tono
dell'ottava musicale. Gli uomini maturi vedranno chiaro, perché la
musica è vibrazione. Bisogna pensare alla potenza della vibrazione e
a quella del verbo, pensare alla causa dello scisma indù. Bisogna
avvicinare l''Aum'' e l'''Amen'', così mal tradotto con "Così sia".
L'Amen è il verbo creatore. Ascoltiamo l'Apocalisse di Giovanni:
«Ecco quello che dice l'Amen, il testimone fedele e verace, il
principio con cui Dio operò la creazione» (Giovanni, 3, 14).»
Sento qualcosa scattare in me, le lettere e le parole non sono più
nette come prima. D'un tratto il loro senso mi sfugge e mi resta
davanti agli occhi solo una successione apparentemente incoerente
di "disegnini" di forma geometrica.
È bene che la tua lettura non vada oltre: nel resto del testo vi sono
troppi passi oscuri perché tu possa trarne profitto per pochi
secondi ancora percepisco la lieve pressione che la guida ha
esercitato sulla nuca, poi più nulla... Eccomi di nuovo in questa sala
dai cento leggii, in cui regna un'atmosfera così fresca, così
acquietante.
Mi giro meccanicamente, sperando di trovarmi faccia a faccia con
la guida. Ma il mio amico non è già più lì...
Ancora un po' frastornato dall'esperienza a cui ho appena
partecipato, lo cerco con gli occhi: ed eccolo in un angolo, vicino a
piccole scaffalature argentee. Mi fa cenno di raggiungerlo.
Guarda, vedi queste scatole azzurrine?
Sì, dico.
Guardale bene, perché forse un giorno verrai qui apposta per
sapere cosa contengono. Sotto forma di schede, esse racchiudono un
condensato della storia dell'architettura della Terra da 15.000 anni
a questa parte.
Bisogna interessarsi da vicino all'architettura, perché in essa
spesso si trova la chiave delle conoscenze nascoste. Le piramidi
sono altrettanti segni puntati verso il cielo dai cinque continenti, e
che oggi è necessario analizzare con la massima precisione.
Vieni con me, ora; penserai che non ti dò tregua, che moltiplico a
iosa le tue esperienze e che accelero il ritma dei miei insegnamenti,
ma devi capire che il tempo stringe, e che bisogna passare
all'azione.
Come per interrompere il tono serio della conversazione, il mio
amico mi guarda e aggiunge con un largo sorriso: Se vuoi, andiamo
via da qui. A meno che ti metta a leggere questi innumerevoli volumi,
non apprenderai nulla di più per il momento. Tuttavia, stabilisci in
te un certo parallelismo tra questa biblioteca ed il museo che ti
svelai un po' di tempo fa: entrambi insegnano a riflettere, e poi a
conoscere.
Siamo usciti dal piccolo edificio bianco di forma quadrata, e
nuovamente la natura astrale con tutti i suoi incanti mi appare nella
sua trionfante bellezza.
Andiamo verso quegli alberi con i fiori rosa; il loro fogliame ti
ricadrà sugli occhi come un lieve tendaggio, e potrò raccontarti il
seguito della storia delle religioni umane. Rassicurati, la lezione
non sarà lunga.
Desidero solo parlarti un po' del popolo Celtico stabilitosi
nell'Europa del Nord, o più esattamente dei Goti.
Ci sediamo entrambi, appoggiati al tronco dello stesso albero. I
miei occhi non possono vedere la guida, ma sento la sua presenza
accanto a me, ed il calore delle sue parole mi è sufficiente.
So che vorresti tornare nella sala del Tempo, che vorresti
nuovamente scavare nella memoria degli universi, ma so anche che
non devi abusare di questa possibilità. Devi capirne da solo il
perché.
Dopo un breve silenzio, la guida si volta appena verso di me e dice:
Non credi che ci siamo un po' dimenticati dei Celti dell'Europa del
Nord, quelli che non erano fuggiti verso il Bacino Mediterraneo,
quelli che non avevano seguito Reem affinché il loro sapere si
mischiasse alla saggezza dell'India? Mi sarebbe piaciuto che fossi
stato tu a parlarmene, voglio dire che mi avessi fatto delle domande
su di loro. Non vedere in me un maestro che insegna, ma piuttosto un
amico che per il momento ne sa un po' più di te. Il passaggio da un
universo all'altro è una prova per l'equilibrio d'un organismo, ma
devi avere più fiducia in te stesso: comportati anche qui a modo tuo,
non accontentarti di ricevere. Il corpo nel quale abiti qui, è più vero
di quello che hai lasciato nel tuo letto.
D'un tratto la guida scoppia in una di quelle risate sonore e
franche che caratterizzano gli esseri felici di vivere e di sapere chi
sono, dove vanno, o anche solo felici di Sapere. È una risata che mi
riscalda e che fa ridere anche me. Poi, bruscamente, con una rapida
occhiata verso di me il mio amico riprende:
Parliamo dei Celti del Nord. Come ricordi, seguivano una religione
per molti versi criticabile i cui motori finivano per essere la
superstizione e la brutalità. Non te ne descriverò i riti: sarebbe
lungo ed inutile.
Ti parlerò soltanto dell'opera riformatrice di colui che compì una
parte del piano Divino in quella parte della Terra, di colui che
s'incarnò nel corpo d'un uomo chiamato Freegh.
Questo Freegh o Frigghe aveva trascorso la gioventù in Asia
Minore, sotto l'influenza della religione ispirata al grande
Zoroastro; giunto in età matura, sapendo quale sarebbe stata la sua
missione, forte delle conoscenze del Mazdeismo, iniziato al culto di
Mithra, in possesso di antiche tradizioni dell'India, lasciò la zona
del Bosforo per raggiungere, infine, il Nord Europa.
La Divinità suprema che vi trovò instaurata si chiamava Teutat, o
Teutatis verso la Gallia.
Ora ti renderai conto delle vie contorte che prende la Parola
Suprema.
Freegh agì allo stesso modo di Orfeo, abilmente: i Celti del Nord
erano uomini rozzi ed era impensabile imporre loro una nuova
religione. Freegh, forte d'un potere che doveva agli abitanti di certi
livelli astrali, rinforzò a poco a poco la sua autorità sistemando
progressivamente nel contempo la religione dei Celti del Nord.
Sappi che la sua prima riforma fu di cambiare il nome di Teutat in
quello di W6d, e sarà questo W6d a diventare in seguito Goth, dando
così il suo nome a tutto il popolo che l'onorava.
Gli uomini, impressionati dai poteri e dalla conoscenza di Freegh,
videro in lui l'incarnazione di Wod, detto anche Wotan.
Fu in base a queste denominazioni successive che nacque il nome
con il quale i tuoi contemporanei conoscono la grande divinità dei
Goti: Odino.
Per rispettare la volontà suprema e l'armonia cosmica, Freegh-
Odinostabilì il culto d'una trinità: Wotan, Thor, Freyr. E siccome
Freegh non aveva dimenticato il soggiorno dei suoi antenati celti in
Asia, fece dell'Asia la dimora degli dei (gli Asi) e del sapere.
Non mi addentrerò nei particolari della trinità dei Goti: sono già
molti i libri che ne parlano sulla Terra, con minori o maggiori
inesattezze. Ricorda soltanto questo: Freyr era la divinità della
fecondità, della natura. Vedi a cosa può paragonarsi.
Sotto gli Asi, Freegh pose in un certo senso dei "sottodei",
i Jeti, che sono essenzialmente degli iniziatori, i giganti cari a
tutti i popoli d-el mondo. In seguito rivelò gli Spiriti della Natura, di
cui ti ho parlato usando il termine "elementali".
Forse ti stai chiedendo quale sia la vera ragione di tutto ciò, dove
si nasconda il culto del Dio Unico. È vero che è dissimulato:
progressivamente, vedrai profilarsi lo scopo di Freegh.
L'inviato del Grande Tutto decise allora di rivelare le Edda, epopee
mitologiche scandinave: le Edda furono quattro, quattro come i
Vangeli cristiani.
Ma ascolta... Torna un po' indietro nel tempo... Non ti vengono
stranamente in mente i Veda dell'Induismo?
In verità, credimi la rassomiglianza non è casuale. Dillo
chiaramente, affinché ovunque si intuisca l'unità.
Alcuni tuoi contemporanei se ne sono già accorti, ed hanno
intrapreso studi comparativi tra i testi sacri indù e quelli
scandinavi: hanno già evidenziato l'analogia di alcuni racconti, ma
le loro sorprese non finiscono qui!
Se puoi, leggi il Mahabarata, e giacché siamo in tema di paragoni,
da' un'occhiata a uno dei geni del Mazdeismo, Mithra, colui che si
offre ai suoi fedeli in una specie di comunione.
Grazie all'opera di Freegh-Odino, lo ritrovi in Islanda, altra terra
celtica: non ha neppure cambiato nome, benché la distanza ed il
tempo l'abbiano un po' alterato.
Si chiama Maitur-as.
Ma la distanza ed il tempo, in fondo, hanno ben poca importanza
perché, vedi, lo si ritrova persino in India: una città che un tempo
aveva una profonda vocazione religiosa, porta ancora oggi il nome di
Mathura.
Volgi il tuo Spirito verso il sole, guardalo in faccia: non guardare
la sua luce accecante ma guarda il disco, il simbolo. Guarda dove
conduce, e capirai perché vi alludo ora, e perché voglio che ti
ricordi di questo: Odino, proprio come Reem, Orfeo o Zoroastro, non
si presenta come il Dio Supremo.
Sono tutti messaggeri inviati dall'Essere Unico, che detengono la
luce ma non sono la luce.
La mitologia scandinava racconta come Odino venne appeso per
nove simboliche notti all'albero della Conoscenza, asse del mondo,
altra immagine dell'albero del giardino dell'Eden e dell'albero della
Vita in attesa in fondo al "lago sole" tibetano. Alla fine della nona
notte, Odino raccoglie il frutto della sua attesa, ovvero le tavole
sacre del sapere: le "Rune".
Odino non inventa le "Rune", perché esse non hanno origine: esse
sono l'Eternità, il Verbo.
Analizza queste parole, perché sono importantissime: Odino vuol
significare con ciò che non ha fatto altro che scoprire ciò che un
altro Odino aveva un tempo nascosto, e che dopo di lui un altro
messaggero riscoprirà e via di seguito, in eterno.
Ama le Rune come i caratteri dell'alfabeto ebraico. Le Rune di
Odino dispensano enormi poteri a coloro che le conoscono.
Chiediti perché in arabo la parola''runa" significa "magia", e
assomiglia al termine celtico "rune"; perché?...
La soluzione è semplice, e la conosci: la chiave dell'enigma si
nasconde nella storia delle migrazioni celtiche che ti ho raccontato.
Impara a conoscere meglio Odino e a farlo apprezzare di più,
perché la sua missione finale, rimodellando a poco a poco il modo di
pensare di un intero popolo, era di preparare il cammino del Cristo
Gesù nell'Europa del Nord ed in Gallia.
La mentalità dei Goti di Odino è ancora lontana da quella richiesta
dal Cristianesimo, ma le strade che portano al definitivo stabilirsi
del piano Divino sono spesso molto oscure.
La luce regna soltanto nelle sfere dello Spirito, ed indica la via da
seguire. Essa invia le sue direttive nei livelli elevati dell'Astrale e
scende essa stessa in Terra.
La mia guida si alza, e il suo volto si confonde con le foglie ed i
fiori dell'albero. Credo che non sia più lui a parlarmi, ma l'Universo
che attende in lui e dietro di lui.
Mi ricordo che non parla unicamente a nome suo, e la sua figura
elastica e longilinea acquisisce per me un'altra dimensione.
Restando in piedi, così continua:
Voglio darti una prova della missione sacra di Odino e del ruolo
segreto che essa ebbe nella preparazione del Cristianesimo. La
migliore che possa fornirti risiede in una semplice lettera, o meglio
in una Runa. Questa Runa non fece la sua apparizione quando Odino
era ancora vivo, ma molto più tardi, perché il messaggero la
comunicò in segreto a coloro che avrebbero dovuto perpetuare la
tradizione per poi rivelarla al momento opportuno. Probabilmente
conosci questo segno: * ... Si tratta della Runa che significa "pesce
d'acqua dolce".
Analizzane la composizione insieme a me: essa consta d'una croce
o, se preferisci, di una x sbarrata da una i verticale; dico i, ma
questa i va letta come uno yod, lettera sacra per eccellenza della
lingua ebraica. La x è la croce del Cristo Gesù, l'asse della ruota
cosmica, la figura che corrisponde al numero quattro. Lo yod è il
Verbo incarnato tra gli uomini, il Cristo Gesù in persona, colui che è
venuto dall'alto verso il basso per diffondere la parola ai quattro
punti cardinali. Medita su queste parole e va... raggiungi il tuo
corpo, perché la tua anima è stanca. No, non dire nulla... so che è
stanca. Vai piano. Ci rivedremo ancora una volta, prima che abbia
fine una parte della missione. Conserva in te il mio volto:
ricordandolo, rinasceranno le mie parole. Nella luce scintillano
mille luci. Nel silenzio sussurrano mille voci. La mia anima si
proietta attraverso... attraverso un mondo, un universo che non so.
Il mio corpo di carne è lì, sotto di me, addormentato, intorpidito; mi
chiama e gli ridò vita.
Conclusione
Sono passati circa dieci giorni, senza che abbia potuto stabilirsi
un nuovo contatto; poi, d'improvviso, una sera, con il favore d'un
momento di riflessione, mi sento nuovamente risucchiato da quello
che è ormai diventato, per me, "il tempo di altrove".
Una ruota gira lentamente, con regolarità, in senso orario. Gli
occhi sono chiusi e le immagini che si riflettono sullo specchio della
mia coscienza mancano ancora di chiarezza. È davvero una ruota,
quella che gira così?
Voglio ed attendo che l'evento abbia luogo, che la barriera vada in
pezzi. Il silenzio che mi riempie acquisisce allora una diversa
qualità, e la ruota diventa fiore. I suoi lunghi petali bianchi, simili a
quelli d'una margherita, cominciano un girotondo. Ecco... i muri
della mia prigione vanno in pezzi... Il volto della mia guida
scaturisce dalla luce bianca. Vedo solo quel suo viso d'un azzurro
diafano, raggiante di bontà, e che dice più cose d'un lungo discorso.
Immediatamente ha inizio una conversazione veloce e sussurrata:
Oggi mi hai raggiunto rapidamente. Il tuo desiderio è forte, ma lo è
davvero abbastanza? ..
La voce della mia guida è dolce e grave.
Subito rispondo:
Sì, è forte.
Voglio dire: è abbastanza forte da portarti al di là?
Al di là? ..
Al di là, in un universo ove la parola "limite" non ha più senso.
Desideri la Luce della Luce? Hai sete della sua presenza? ...
In me il tempo s'è fermato. I miei occhi non distinguono più nulla, o
forse vedono talmente tanto!
Credo di balbettare una parola, una sola:
Sì.
Hai la volontà di volere, sai "amare l'amare"?
Non trovo la forza di rispondere. Queste strane domande mi hanno
paralizzato, ed ancora risuonano in me. -"Amare l'amare"... amare
l'Amore. Imparare ad amare l'Amore. Ecco la chiave delle chiavi!
Guarda in te, e vedrai svanire per un attimo la tua anima. Un lampo
bianco mi attraversa e sento il suo bruciore come fosse una carezza.
Che accade? Uno schermo di luce si lacera! Vedo ... vedo la luce
della luce! Come descrivere l'indescrivibile, l'inimmaginabile?
Come descrivere il fuoco dello Spirito? La fiamma di tutti i doni?
Come dipingere questa forza di vita d'un biancore infinito, d'una
purezza totale, che però non ferisce lo sguardo, neppure per un
momento? È possibile desiderare altro, volere di più?
Sì, bisogna! Desidera sempre di più! Le frontiere esistono soltanto
se le crei tu.
Ascoltami bene, tu credi di contemplare la Luce della Luce, ma vedi
soltanto il suo riflesso. Immergiti nella fiamma dello Spirito, e
questa luce ti apparirà più gloriosa, con le sue colline, i suoi fiori,
le sue montagne, le sue acque popolate di mille esseri buoni.
Immergiti ancora di più! Respingi la tua Anima, e vedrai il mondo
com'è. Allora saprai quanto sia povero l'universo dell'Anima, e
quanto sia oscuro il mondo della carne.
Allora, sempre, salirai verso la fonte.
Comprendimi bene e nutriti delle mie parole! Non puoi immaginare
perché pensi ancora con parole, e le parole non descrivono
l'Inconcepibile.
Tu sei simile all'Anima che la morte ha tagliato fuori dal mondo
della carne e che di tutta la realtà astrale vede soltanto una luce.
La morte della materia sviluppa gli occhi dell'Anima, e la morte
dell'Anima apre l'occhio unico dello Spirito.
Espandi la tua coscienza Cristica affinché il riflesso divenga
realtà, e capterai la musica degli universi, conoscerai la sua
potenza.
Ora torna alla Terra, unisci i tuoi sforzi a quelli di tua moglie e di
cento altri uomini. Agisci in questo modo, così il messaggio verrà
divulgato e voi tutti testimonierete.
La fiamma di vita è scomparsa e la voce della mia guida tace. Sento
la pesantezza del mio corpo, il peso dei miei abiti.
Mi siedo alla scrivania e, insieme a mia moglie, do l'ultimo ritocco
a questo libro, scritto giorno dopo giorno per quasi un anno intero.
Ora il lettore ce l'ha davanti agli occhi, in tutta la sua sincerità.
Forse ne ride, forse ne capisce il contenuto.
Un libro parla sempre e soltanto a colui che è disposto ad
ascoltarlo...
Finito di stampare
nel mese di aprile 1989
dalla Nuova Oflito-Mappano (Torino)
Composizione: L'Angolo Grafico Torino
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