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Fin dall’infanzia ho amato leggere. La mia biblioteca personale era formata da centocinquantamila libri rari di tutte le religioni, le filosofie, di poesia e letteratura. Li ho letti tutti, ma senza alcuno scopo: mi piaceva! 1
Mio padre era solito andare a Bombay, almeno tre o quattro volte, e chiedeva ai bambini: «Cosa vorreste?», e lo chiedeva anche a me: «Se vuoi qualcosa, posso prenderne nota e portartelo da Bombay».
Non gli chiesi mai nulla. Una volta dissi: «Vorrei soltanto che tornassi più umano, meno paterno, più amichevole; meno dittatoriale, più democratico. Portami un po’ più di libertà, quando torni».
Commentò: «Ma queste cose non si trovano sul mercato!»
Replicai: «Lo so che non sono in vendita, ma queste sono le cose che vorrei: un po’ più di libertà, un po’ più di corda, meno ordini, meno comandamenti e un po’ più di rispetto».
Nessun bambino chiede rispetto: si chiedono giocattoli, dolci, vestiti, una bicicletta e cose simili. Le ottieni, ma quelle non sono le cose reali che renderanno estatica la tua vita.
Gli chiesi dei soldi solo quando volevo comprare altri libri, non ho mai chiesto soldi per qualcos’altro. E gli dissi: «Quando chiedo soldi per i libri faresti meglio a darmeli!»
Chiese: «Cosa vuoi dire?»
Spiegai: «Voglio semplicemente dire questo: se non me li dai, dovrò rubarli. Non voglio essere un ladro ma, se mi costringi, non posso fare altrimenti. Sai che non ho soldi… ho bisogno di questi libri e li avrò a ogni costo; questo lo sai! Quindi, se non mi vengono dati i soldi, li ruberò; e tieni sempre presente che sarai stato tu a costringermi a rubare».
Disse: «Non è necessario che rubi. Ogni volta che avrai bisogno di soldi, vieni semplicemente a prenderli».
E aggiunsi: «Stai tranquillo che servono solo per i libri», ma quella garanzia non era necessaria, visto che continuò a veder crescere in casa la mia biblioteca. Piano piano in casa non ci fu spazio per altro che non fossero i miei libri.
E mio padre disse: «Prima avevamo in casa una biblioteca, adesso nella biblioteca abbiamo una casa! E in più ci dobbiamo prendere cura dei tuoi libri perché, se succede qualcosa, tu dai in escandescenze… al punto che tutti hanno paura dei tuoi libri! E sono dappertutto, è impossibile non inciamparci. E ci sono dei bambini piccoli…».
Dissi: «I bambini piccoli per me non sono un problema, il problema sono i bimbi cresciuti. I bambini piccoli li rispetto a tal punto che hanno un atteggiamento molto protettivo verso i miei libri».
In casa mia era una cosa stranissima da vedere: i miei fratelli e le sorelle più giovani erano tutti protettivi verso i miei libri, quando non c’ero: nessuno li poteva toccare.
E li pulivano e li tenevano al loro posto, ovunque li avessi messi; così che, quando ne avevo bisogno uno, potevo trovarlo. Ed era qualcosa di elementare: io ero molto rispettoso nei loro confronti, loro non potevano mostrarmi rispetto in un altro modo, se non rispettando i miei libri.
Dissi: «I veri problemi vengono dai bambini più anziani – gli zii, le zie, le sorelle di mio padre, i suoi cognati – sono queste le persone che creano guai! Non voglio che nessuno faccia dei segni, che sottolinei i miei libri. E quelle persone continuano a farlo». Odiavo l’idea che qualcuno potesse sottolineare i miei libri!
Uno dei cognati di mio padre era un professore, quindi doveva avere l’abitudine di scrivere delle note nei miei libri. Dovetti dirgli: «Questa non è solo maleducazione, mancanza di civiltà, rivela anche che tipo di mente hai. Per me un libro non è solo un volume, è una storia d’amore. Se sottolinei uno solo dei miei libri, lo dovrai pagare e prendere! In quel caso non voglio che stia qui, perché un pesce putrefatto può rendere torbido l’intero stagno. Non voglio nessun libro che sia stato prostituito… prenditelo!»
Era furioso, perché non riusciva a capirlo. Dissi: «Non mi capisci perché non mi conosci granché. Prova a parlare con mio padre».
E mio padre gli disse: «È stato un tuo errore. Perché hai sottolineato un suo libro? Perché hai scritto delle note sul suo libro? A cosa ti serve? Infatti il libro rimarrà nella sua biblioteca… e innanzitutto, non hai mai chiesto il suo permesso di leggerlo!» 2
Vi stupirà sapere che alla fine delle scuole medie avevo letto migliaia di libri. Avevo completato Kahlil Gibran, Dostoevskij, Tolstoj, Chekhov, Gorkij, Turgenev.
Alla fine del liceo avevo completato la lettura di Socrate, Platone, Aristotele, Bertrand Russell – e di tutti i filosofi che riuscii a trovare in qualsiasi biblioteca, in qualsiasi libreria, o che riuscii a farmi prestare. 3
Perché hai smesso di leggere nel 1980, e come sei riuscito a restare informato su ciò che accadeva nel mondo? Ho sentito dire che ti piacciono i film. È vero?
Ogni tanto, visto che non leggo più. Altrimenti, io forse ero l’uomo più ricco di cultura al mondo: la mia biblioteca personale era formata da centocinquantamila volumi, di valore immenso, e io leggevo in continuazione!
Ma poi pervenni alla mia verità e tutti quei volumi iniziarono a sembrare pattume; piano piano divennero insignificanti. Ogni tanto un volume poteva spiccare e avere un valore, ma cinque anni fa ho smesso: era troppo!
Leggi cento volumi e a volte uno sembra avere un significato; ma anche quello non aumenterà la mia consapevolezza, il mio essere; ragion per cui, da cinque anni non leggo nulla: nessun giornale, niente radio, niente televisione. Ogni tanto, se i miei sannyasin vedono un film che sentono significativo, allora lo vedo. Ma molto di rado.
Per esempio, I Fratelli Karamazov di Dostoevskij: quando divenne un film, l’ho visto, perché considero quel libro di gran lunga più valido della sacra Bibbia. È incredibilmente ricco di intuizioni!
Quindi, ogni tanto accade che mi portino qualcosa che sentono mi potrebbe interessare; allora lo vedo. Ma è rarissimo. 4
Brani di Osho tratti da:
1 The Last Testament, Vol. 1 # 26
2 From Misery to Enlightenment, #15
3 From Personality to Individuality, # 4
4 The Last Testament, Vol. 3 # 4
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