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«L'uomo viene al mondo come un foglio di carta bianca, e subito tutti coloro che gli stanno intorno fanno a gara per imbrattare il foglio e coprirlo con scritte d'ogni tipo: educazione, lezioni di morale, informazioni cosiddette scientifiche, nozioni varie di onore, dovere, coscienza e così via.
E ciascuno proclama il carattere immutabile e infallibile del suo metodo per innestare nuovi rami sull'albero della personalità umana.
A poco a poco il foglio s'imbratta e più è imbrattato, cioè più un uomo rigurgita di informazioni vacue e di nozioni come dovere, onore e simili, suggeritegli e inculcategli dagli altri, più le persone del suo ambiente lo ritengono "intelligente" e meritevole.
Il foglio sporco, vedendo che la gente considera quel ciarpame come un pregio, finisce per considerarlo allo stesso modo.
Ecco il modello di ciò che chiamiamo "uomo", cui aggiungiamo spesso vari attributi come "talento" o "genio"...
L'uomo ordinario non è libero, né nella sua vita né nelle sue manifestazioni né nei suoi umori.
Non può essere ciò che vorrebbe essere, e non è ciò che crede di essere.
Uomo! Che nome altisonante! La parola uomo, in sé, significa "corona della creazione".
La questo titolo si addice realmente agli uomini contemporanei?
... l'uomo contemporaneo quale si rivela a un'osservazione totalmente imparziale, non è altroche un meccanismo, seppure molto complesso, di orologeria.
I migliori oggetti di studio per chi desidera imparare a
conoscere la meccanicità umana in generale e comprenderne la natura, sono certamente lui stesso e la propria meccanicità
(Gurdjieff)
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