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Il Savio operante nellOzio, o sia la faticosa quiete del Savio
Di
seguito presento un opera scritta a Venezia nel 1762 mai pubblicata ma
conservata manoscritta nei fondi della Biblioteca Nazionale Marchiana
con la segnatura: Mss. It. Cl 2 n°19 (5194).
Il titolo dell’opera è:
“Il Savio operante nell’ozio
o sia la faticosa quiete del Savio”
opera di Tommaso Giuseppe Farsetti Nob. Ven.
Dedicata alla Sacra Reale Maestà di Cristina Alessandra Regina di Svezia.
Già nel titolo si trova, emblematica, la dedica del nobile veneziano alla Regina di Svezia che fu una
grande protettrice di poeti, letterati, scienziati ed alchimisti! Fu in
relazione ed ispirò direttamente i più attivi “Gruppi Sapienziali”
dell’epoca.
Il titolo
appare quasi “Taoista”: per il Taoismo il Saggio è colui che
agisce-senza-agire ( Wei Wu Wei) mentre per il Farsetti il Sapiente è
indicato, già nel titolo, come OPERANTE nell’OZIO (cioè è ATTIVO nella
QUIETE), concetto subito evidenziato una seconda volta nel sottotitolo “…o sia la FATICOSA QUIETE del Savio”!
Brani tratti dal Testo:
Fg 6 . ..Oggetto dei miei discorsi è l’uomo saggio; fine del mio trattato l’introdurlo anche nell’OZIO OPERANTE; meta del mio ragionamento il dimostrarlo nella più alta QUIETE AFFACCENDATO..
Questo è quegli, che è immobile ad ogni fortuna e nel mondo è cosi indifferente, che tanto sa nella prosperità esser moderato, quanto nella miseria paziente.. .senza neppur mutar volto, ne cangiar quella invariabile positura dell’animo, in cui dalla virtù fu posto.. .E’ l’uomo saggio così immobile alle vicende umane, qual è l’Olimpo allo strepito de’ fulmini.
Fg 7r . . . altro non esser il Saggio, che un uomo composto all’esemplare della virtù (Virtù intesa come Forza “Virtus”…e su questa ferma pietra fonda di se stesso la fabbrica.
Fg 8r .. Ne io qui pretendo che il Saggio viva addormentato in una quiete così profonda…perché deve egli nella CONTINUA CONTEMPLAZIONE DI SE STESSO aver vita intellettualmente attiva…vivere una vita che sembri oziosa, perché non distratta dalle cure comuni, ma operativa…e assidua nel trattar DI SE STESSO CON SE STESSO.
Fg 9 . . Così per la perfetta composizione del Saggio devonsi prima ricercare le tenebre dell’Ozio, che la luce del Mondo…Stabilisca Se stesso nella quiete.
Fg 10 .. quel lucido dell’animo, che chiuso nella putrida carcere del corpo Splende solo all’ora che toltigli gl’esterni impedimenti e profondato nell’OZIO, alla sua natural luce, COME IN TERSO SPECCHIO RICONOSCESI.
…ivi (nei nascondigli della sua quiete) Egli meditando se stesso nulla cura.. Nulla più ne’ suoi ritiri egli ambisce, che viver ignoto ad altrui per esser di se stesso buon conoscitore.. .e dall’OZIO suo discerner gli è dato, che non è vana quella quiete, in cui non si assopisce l’animo ma al vero conoscimento continuamente applicandolo svegliato lo tiene.
Fg 22 . . .per rendersi perfetto il Savio contempli come ha da operare, operi come ha contemplato.. Rendesi nell’opere il Saggio SPERIMENTATOR DI SE STESSO.
Fg 23r .. Così il Savio non par’ che operi, e sempre coll’ETERNITÀ’ negozia, non sembra occupato, e sempre colla Virtù alle strette ragiona.
Fg 24r …In somma è l’Ozio del Savio un affaticato esercizio dell’anima, che richiede una TOTAL QUIETE DEL CORPO. ..E’ una quiete profonda del corpo, che è un necessario antecedente dell’incessante fatica dell’anima.
Fg 35v …Ne senza la quiete, e l’ozio del corpo si darà totalmente quella dell’animo, perché operando l’animo per mezzo de’ sensi, quelli distratti da importuni frastuoni non potrà così egualmente IN SE STESSO FISSARSI.. ..e perché la quiete del corpo a poco a poco quella dell’animo introduce, così questa generatrice della Virtù francamente deve chiamarsi.. Inoltre, un agente totalmente spirituale ed insensibile, per così dire, non opererà mai perfettamente, se prima, allo stato più a sè prossimo non retrova l’oggetto, in cui ha da operare, perciò la virtù all’ora perfettamente l’animo a se trae quanto più lo vede assieme col corpo ne la quiete immerso.
Fg37r . ..Eccoti dunque, o Savio lettore il Savio Operante nell’Ozio. Da ciò…considera qual quiete faticosa sia quella cui l’anima sola operando con una azione perfettissima d’un atto intenso di libera volontà alla virtù si congiunge.
Fg 38 …Ama dunque o Lettore questo Savio che comunemente padre dei vizi si appella, e rimiralo come il più vivo simulacro del tuo Dio, che se quegli in nulla più si occupa, che nel considerare se stesso e nell’amarsi, il tutto operando con un atto purissimo riflesso a se, ed in se, ed in una profonda quiete, il Savio imitandolo Se considera nell’Ozio, ed AMA SE nell’animo suo, e s’ama PER SE COL MEZZO della Virtù. Se ciò che ti descrissi giunge a piacerti sicché della quiete t’invogli meglio esperimenterai coll’opere ciò che sinora per utile non meno tuo che mio, rozzamente t’adombrai con stile d’incolta eloquenza.
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