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Cabala oscura di ordine fisico e astrale, Dark City


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il film Dark City, visibile a questo link

 
Cabala oscura, Dark City
Cabala oscura, Dark City

fonte: http://pickline.it/2012/07/22/cabala-oscura-di-ordine-fisico-e-astrale-dark-city/2439

Un mondo dominato dall’occulta presenza di stranieri venuti da un mondo lontano che condizionano occultamente la vita umana, fino a costruire un mondo totalmente artificiale immerso nel buio. Dark City è un film del 1998 che precede molti temi simbolici del più famoso “Matrix”, e che solo ora forse si sta diffondendo per i suoi contenuti nemmeno tanto nascosti.


Dark City è un film di genere fantasy, della durata di 100 min. diretto da Alex Proyas, il regista de “Il Corvo”, prodotto nel 1998 in USA. Tra gli interpreti, William Hurt.
Come accade spesso, attraverso soggetti fantastici, molti autori vogliono comunicare qualcosa di molto reale e importante, ma in chiave occulta e senza scoprirsi troppo. E’ il caso di questo film che racconta simbolicamente la storia di un uomo che lotta con i ricordi del suo passato, compresa una moglie che non riesce a ricordare, in un mondo da incubo, immerso perennemente in un’oscurità in cui il Sole è stato oscurato e dove il governo è completamente in mano ad esseri con poteri telecinetici, alla continua ricerca di anime umane.
E’ ben presente la tematica politica o, se si preferisce, metafisica, del controllo globale da parte di una Cabala oscura di ordine fisico e astrale, che richiama l’opera degli Arconti, di gnostica memoria, o dei rettiliani, riportati da famosi teorici della cospirazione. Per molti versi precede il più famoso Matrix, per la cui produzione sono state sfruttate anche alcune scenografie di Dark City.
Anche qui è presente l’aspetto della salvazione del mondo ad opera di un solo uomo, il consueto eletto che, sebbene cinematograficamente efficace, propone la solita manipolazione culturale che esclude certi poteri dalla maggiornaza degli umani. Non a caso all’inizio del film, il numero della stanza del protagonista John, è la 614 che richiama, il versetto del vangelo di Giovanni 6, 14, in cui viene affermata la venuta del Salvatore, laddove nella versione canonica è scritto:
La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: “Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo“.
In termini più chiari, la manipolazione sta nell’annuncio della seconda venuta del messia inteso come persona singola, invece di intenderla come realtà vivente che si risveglia nel cuore di ogni persona. Il Cristo consiste infatti nell’ Energia Cristica ed è di portata universale.
Molto interessante, tuttavia, è il particolare dell’amnesia totale che nel film colpisce tutti, dopo la transizione del sonno-morte che divide ogni reincarnazione dalla precedente. In tal senso gli Stranieri-Arconti, si caratterizzano tra l’altro anche come i nostri guardiani del karma.
Per chi vuole dare un’occhiata alla trama e ai credits qui la pagina wiki del film.

Commenti

Condor ha detto…
Sembra un film davvero interessante. Era un po' che volevo vederlo, adesso devo assolutamente farlo.

sono d'accordo con la critica ai messianismi personalistici, fin troppo evidente quanto dannosa sia quest'ottica, come si vede in tutta la società e in particolare in politica (in Italia in particolare).

tuttavia, c'è sempre un altro livello di lettura.

A livello mitologico, archetipico, simbolico/incosciente (parlo in generale perchè non ho visto il film) la tematica del Salvatore è sana e potentissima: perchè, a un livello inconscio profondo, o anche magari consapevolmente, questo tema risveglia l'archetipo dell'Eroe che è in ognuno di noi. Guardando Matrix, per esempio, ognuno di noi è Neon, così come nel mito ognuno di noi è Odisseo e nella favola ognuno di noi Pollicino.

E' una struttura archetipica che risveglia l'Eroe, il Messia che è in ognuno di noi: c'è un solo Salvatore, in quest'ottica, esattamente perchè ognuno di noi è il Salvatore: e nessuno può sottrarsi alla responsabilità, alla "chiamata". la salvezza del mondo è interamente nelle mani di ognuno di noi, ognuno deve sentire di essere l'Eroe chiamato a salvare il Mondo.

A questo livello (in Matrix per esempio questo funziona molto bene, ma anche in tutti i miti e le favole) è giusto che nella narrazione mitica ci sia uno ed un solo Salvatore: "sei tu, e solo tu". e il messaggio è rivolto ad ognuno di noi.
ANIM ALIB ha detto…
Sì, questa pellicola è un bel vedere!

Se uno è a digiuno di certe tematiche dovrebbe vederla due volte, a distanza di almeno qualche mese, in modo da affinare e consolidare nel frattempo una disposizione d'animo sufficientemente ricettiva, così da assimilare i messaggi impliciti che ad una prima occhiata possono passare inosservati.
Questo vale per ogni opera artistica che abbia una certa consistenza.

La 2° volta che lo vidi, entrando completamente nei panni del protagonista e partecipando simbioticamente alle sue gesta virtuali, avvertii alcuni cambiamenti, una trasformazione, quasi una piccola metamorfosi dovuta all'attivazione esserica di alcuni principi (archetipi) guida che tuttora sto seguendo e contemplando... o per essere più terra a terra il film ha avuto un forte impatto sulla mia condotta e mi ha aperto nuovi spiragli che hanno fatto luce sui pro e contro di alcune condizioni, sulla facoltà di accordarsi mentalmente allo scopo di plasmare la realtà, sull'effetto aleatorio dell'interruzione-alterazione dei ritmi circadiani (oscuramento del sole + annessione luce artificiale + identità multiple introdotte durante il sonno collettivo, etc...). Non vado nei dettagli perché rischio di rovinarti tutto il contenuto.

Sul tema del salvatore mi vengono in mente le tappe del percorso universale (viaggio dell'eroe) delineato da Joseph Campbell

http://www.animalibera.net/2012/03/joseph-campbell-viaggio-delleroe-e-mito.html

[carini anche i "dieci ritratti o quadri del bue (o dei tori)", di Kakuan , che si riferiscono più che altro al cammino di ricerca (saggezza) in una prospettiva zen.]

Il modello archetipico della chiamata, e la sua funzione escatologica, è decisivo per l'armonico sviluppo individuale, e nonostante la non piena corrispondenza tra le sviolinate allegoriche (i lieto fine) e la cruda realtà dei fatti, non bisogna procrastinare, esitare di fronte all'impulso ispiratore o demordere nel proprio operato.
Nel dubbio - in questo caso - è meglio errare per eccesso che per difetto.

"Non si possono domare i sognatori"

Comunque sia, durante il proprio viaggio, per non peccare di hybris e non subire le saette dei tiratori scelti (dal fato), [non sfociare nei messianismi personalistici] conviene tener a mente che la vera magia, i momenti magici, di straordinaria bellezza, si celano - oltre che in se stessi - anche nella semplicità dei piccoli atti quotidiani apparentemente insignificanti, nelle emozioni, negli sguardi e nei sorrisi che mostriamo a chi ci è vicino... sorrisi per l'appunto salvifici, che racchiudono in sé qualcosa di una bellezza sconvolgente , ristoratrice, rigeneratrice, estatica, tale da ricondurci in una dimensione "extra", al di là, oltre le limitazioni, le sbarre, la prigionia di kronos.
Giungere infine ad annuire al cosmo, depositare gentilmente l'armatura, dire di sì al proprio avversario [si veda conclusione del film matrix dove Neo dice: "Aveva ragione Smith! ..lei ha sempre ragione... è inevitabile!"],
dire sì al Tutto - Accettare il destino godendo di quello che arriva. [come il "dire sì alla vita" di Nietzche]

Volenti o nolenti, le storie di ognuno di noi sono indissolubilmente intrecciate e avvolte in un interminabile racconto fantasy.

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