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Uno dei simboli usati nell'insegnamento dzogchen è la bambola vuota, un involucro vuoto con alcuni buchi in corrispondenza degli organi di senso: occhi, orecchie, bocca e naso.
In una stanza buia, all'interno della bambola viene introdotta una candela accesa. Al centro della bambola c'è una luce, una luce che illumina l'interno della bambola, e anche ciò che si trova all'esterno: sempre la stessa luce. Ciò sta a indicare la luminosità della consapevolezza primordiale così come viene riconosciuta nei diversi contesti.
La luce che proviene dall'interno della bambola illumina ciò che sta all'esterno di essa.
È il contrario di ciò che pensiamo in occidente, dove crediamo che il mondo entri dentro di noi attraverso i sensi.
Nella tradizione tibetana, si crede che la consapevolezza faccia esperienza attraverso i sensi.
È importante ricordare che quelli che ci appaiono come fenomeni esterni, in realtà sono fenomeni che nascono nella consapevolezza.
L'esperienza è non duale; soggetto e oggetto nascono insieme.
Solo da un punto di vista teorico sono divisi in sé interno e oggetto esterno: la luce non si divide in dentro e fuori.
In realtà, entrambi i poli della dualità sono fenomeni vuoti...
(Tenzin Wangyal Rinpoche)
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