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Anni fa un mistico di nome Ramakrishna, in cerca del contatto con la
sua parte divina, passò gli ultimi 15 anni della sua vita nel più
completo ascetismo. In questo periodo ebbe visioni ricorrenti e la sua
anima ardente non poteva restare più
inattiva; ma anzi bramava fervidamente di ottenere la perfezione e la
presenza di Dio in tutte le sue differenti manifestazioni e apparizioni.
Quando negli ultimi giorni della sua vita, guardò indietro a questi anni di privazioni e autopunizioni, egli disse che per tutto quel tempo una bufera devozionale/religiosa aveva infuriato nel suo animo mettendolo completamente a soqquadro. Ma in quel periodo, disse, non aveva idea che sarebbe durato così a lungo. Durante tutti quegli anni non ebbe mai un attimo di sano sonno, non riusciva neanche ad assopirsi, i suoi occhi restavano fissi e sbarrati.
Nella disperazione, un giorno gridò:
"Madre del tutto, dea Kali, o madre mia, è questo il frutto della mia invocazione e della mia fede in te ? ".
e immediatamente gli giunse una dolce voce e un viso ancora più dolce che disse sorridendo:
"Figlio mio ! Come puoi sperare di ricevere la verità suprema se non rinunci all'attaccamento per il tuo corpo e per il tuo piccolo io?".
"Una corrente impetuosa di vita spirituale" raccontò in seguito Ramakrishna "mi raggiunse allora e travolse i miei sensi spingendomi in avanti".
A quel punto si rese conto che il grado più alto dell'amore si raggiunge quando l'anima umana può amare Dio così come una donna ama il suo sposo.
Nessuno può capire , descrivere o trasmettere questo amore, lo si può solo sperimentare in prima persona.
Ramakrishna cominciò a vedere tutti come fossere Dio.
Nel suo stato normale parlava di sé come di un servo di tutti gli uomoni e di tutte le donne.
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