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Racconto di un'esperienze pre-morte , tratto da --> http://corvide.blogspot.it/2011/11/come-sono-morto-e-perche-sono-tornato.html
Racconto di un'esperienze pre-morte , tratto da --> http://corvide.blogspot.it/2011/11/come-sono-morto-e-perche-sono-tornato.html
Caro Diario,
Quanto segue é estremamente personale.
Non l'ho raccontato che a pochissimi Fratelli e Sorelle.
Ho deciso di condividerlo con tutti in
quanto é il momento é maturo.
Il 3 Agosto 1985 era uno di quei giorni
Siciliani d'estate infinita. Stavo tornando dal mare. Il mio vecchio
motorino di “settima mano” arrancava mentre si arrampicava
per I paesini dell'Etna.
Mio
cugino Marco, 15 anni come me si teneva aggrappato a me con la brezza
estiva fra i capelli ricci.
Tentavamo
di raggiungere Viagrande, ma il vecchio mezzo surriscaldato non ce la
faceva proprio. A un certo punto nella salita piú difficile si
spense. Decidemmo allora di prendere un altra strada, piú lunga ma
con meno salita.
Tornammo
indietro, lungo la piccola strada contornata dai muri a secco di
pietra lavica.
Fino
all'incrocio.
Guardai
a destra e sinistra. non vedendo arrivare nessuno decisi di passare.
Accelerai
per arrivare dalla parte opposta della strada e.... il motorino si
spense di nuovo.
Vidi
un automobile uscire dalla curva a velocitá folle. Veniva verso di
noi. Rimasi paralizzato, poi chiusi gli occhi sperando che ci
evitasse. L'autista ci vide e frenó... lasciando circa 16 metri di
gomme sull'asfalto.
A
qual punto il tempo sembró rallentare. Il rombo dell'auto. Lo
stridore dei freni. L'orrendo rumore dell'impatto.
Sedici
metri di frenata.
Nonostante
questo, l'impatto fu devastante. La perizia certificó in seguito che
l'automobile viaggiava a piú di 100 Km orari
Marco
fu lanciato in alto, poi ricadde sulla la testa sfondando il
parabrezza.
Io
invece fui lanciato a lateralmente a 8-10 metri di distanza.
L'auto
maciulló completamente la mia gamba sinistra. E mi lanció in aria.
Quando
atterrai sulla parte destra entrambe le estremitá si spezzarono.
Poi
rimasi li, come una bambola spezzata per QUATTRO ore.
Il
4 di agosto in Sicilia non si muove nulla. Tutte le ambulanze erano
“in ferie”. Sapete, un altro di quei casi di “mala sanitá”.
Nessuno
osava muovermi, per timore di aggravare le mie condizioni. Continuavo
a sanguinare, tutto l'asfalto era cosparso di sangue. Alla fine ne
persi qualcosa come 4 litri.
Avevo
23 fratture esposte nella gamba sinistra, 12 nella gamba destra, il
braccio destro spezzato. Avevo perduto piú sangue di quanto un
essere umano possegga. Quando l'ambulanza finalmente arrivó mi
diedero per spacciato. Eppure sono qui a raccontarlo.
Mio
cugino , invece, un ragazzino di soli 15 anni, aveva solo un polso
spezzato. Ma la botta che aveva preso in testa si riveló mortale.
Lasció il suo corpo fisico dopo cinque giorni di coma. Marco era un
geniale fumettista. I suoi genitori, straziati dalla perdita
dell'unico figlio avuto in tarda etá, dedicarono il resto della loro
vita allo stabilimento della fondazione Marco Montalbano per il
fumetto.
Passai settimane fra la vita e la
morte. Subendo diverse operazioni. I medici non riuscivano a credere
che rimanessi in vita. Eppure accadde. Il recupero duró piú di un
anno.
Durante tutto il tempo dell'incidente
rimasi cosciente.
A parte circa 10 minuti fra l'impatto e
l'arrivo dei primi testimoni.
Questi dieci minuti hanno cambiato la
mia vita. E non solo.
Appena il corpo fisico di Giuseppe si
schiantó sull'asfalto, la sua essenza fu separata da esso.
Fu come risucchiata in un tunnel
strettissimo, come una pallina in un tubo a vuoto. Era velocissimo.
Avevo un forte senso di nausea e
disorientamento, come quando si sta sulle montagne russe.
A circa ¾ del tunnel il viaggio
vorticoso si fermó. Non era un luogo particolare, sembrava un
qualunque pezzo del tunnel.
Lí inizió il Giudizio.
Una sequenza accelerata delle scene
cruciali della mia vita, con la facoltá di comprendere con esattezza
se esse fossero Giuste o meno. O meglio se avessi o meno fatto la
scelta giusta. Non vi era un Dio a giudicarmi. Solo me che osservavo
spassionatamente il risultato di quella esistenza.
In alcuni casi la Risposta era
evidente, in altri sorprendente. Ma alla conclusione del processo le
azioni Giuste pesavano sulla bilancia piú che quelle sbagliate.
Mica di tanto, eh...
Mi ero perso un sacco di buone
occasioni.
ma piú del 50% di cose buone le avevo
fatte.
beh, avevo passato il Giudizio. Il
viaggio lungo il tunnel continuó, fino ad arrivare alla sua
conclusione, una specie di portale tondo da cui traboccava Luce.
Sulla Soglia mi fermai. Fu il primo
atto di volontá che avessi fatto da quando tutto questo era
iniziato.
Sapevo che se avessi “messo piede”
nella Luce non sarei piú potuto tornare.
Ma sapevo anche che non ero pronto per
andare.
Vi era un qualcosa che dovevo fare nel
Mondo prima. Una precisa Misione che doveva essere assolta.
Tornai cosí in quel corpo distrutto.
Questa non fu la fine della Storia, fu
il suo Inizio e la mia Iniziazione.
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