La profonda conoscenza di se stessi - intesa come la forma di esperienza più pura ed interiore (nirvana, samandhi, satori, risveglio, illuminazione, autorealizzazione, ananda, beatitudine, estasi, salvezza, moksha, grande opera etc. ) è stata nei secoli proiettata / esteriorizzata nel modo più ampio possibile , attribuendo e localizzando i derivati di tale esperienza in concetti astratti e meramente strumentali.
Proprio perché non si è stati in grado o meglio NON SI è VOLUTO FAR COMPRENDERE la portata delle esperienze interne all'uomo stesso, nei millenni gli sono state attribuite innumerevoli etichette di divinità positive e negative (Dio-Diavolo, Zeus-Ade, Osiride - Seth, Angelo- Demone, Spirito guida-Spirito malefico, Mago bianco-Mago nero, Angelo custode-Vampiro energetico/Egregor, Alleato- Voladores inorganico, etc. etc.)
Tutte queste etichette hanno la funzione di limitare quello sconfinato e misterioso universo che si trova dentro ciascuno di noi, e che - dalla notte dei tempi - è stato macchiavellicamente inghiottito in sistemi di credenze di ogni sorta (dall'antico paganesimo agli odierni pasticci new age, passando ovviamente attraverso i culti religiosi più classici, l'individuo exoterico "non iniziato" viene sballottolato come un pupazzo da una parte all'altra della schermata pseudospirituale)
(Zewale Rovesta)
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