Fonte http://gnosis.forumcommunity.net/?t=22524450&st=45#lastpost
intervento di Heledd alla domanda
Non potrebbe essere che l' assoluto sia anche molteplice, oltre che unitario?
Ecco, questa è un'argomentazione interessante.
In effetti si sostiene spesso che la fine del percorso debba portare ad Uno (nome proprio) che è uno (quantità), probabilmente perchè questa è una conclusione logica elegante e più o meno in accordo con la mania occidentale di ridurre tutto all'unità (vedi i fisici che pagherebbero oro per scoprire la "grande teoria" che metta d'accordo tutto: la meccanica quantistica con la relatività generale, o per dimostrare che la forza gravitazionale, quella elettromagnetica e quelle internucleari sono di fatto UNA SOLA forza).
Ci piace talmente tanto che interpretiamo in questa ottica anche quello che si basa su un'altra concezione, tant'è che molti sostengono che i Celti e gli Egizi in realtà concepivano un solo principio ed altre simili amenità. Per non parlare del "le religioni monoteiste sono più vicine alla verità di quelle politeiste che sono rozze in quanto non riescono a vedere l'unità del divino", sentito miliardi di volte.
Che però questo Uno sia davvero uno non è affatto cosa certa, nè saranno i ghirigori teologici, le pippe mentali teoretiche o i 2+2=4 razionalisti a dimostrarlo.
Di conseguenza ricongiungersi a Dio non necessariamente significa dissolversi in una sostanza amorfa perdendo la propria identità.
Potrebbe essere "dio" una rete di enti svincolati dallo spazio-tempo così come lo conosciamo, come un reticolo di molecole legate fra loro da forze deboli: costituiscono un unico corpo, ma ognuna esiste per se stessa, sono in quantità discreta e numerabile, hanno libertà di movimento nello spazio fisico.
Se tale fosse la natura di "dio", un continum di esseri svincolati l'uno dall'altro, profondamente connessi, fatti della stessa sostanza, ma indipendenti, allora diventare uno con "dio" acquisterebbe un altro significato.
Perchè "dio" sarebbe ANCHE me, un me che è ancora più profondamente me stesso (HGA ?) ed è con quello che andrei a riconnettermi.
E se non auspicassi questo, se fossi convinto che la vera Grande Opera sia l'annichilimento totale come certe correnti orientaleggianti o new age desumono allora sarei radicalmente su un sentiero LHP.
Ovvio che pure queste non sono altro che farneticazioni teoriche, la verità la sa solo chi è arrivato alla meta (che magari è a sua volta l'inizio di altro, anche la linearità inizio-fine è un vizio occidentale), o al limite che è abbastanza vicino da assaporarla, la Verità.
Magari ne riparliamo fra qualche vita.
In effetti si sostiene spesso che la fine del percorso debba portare ad Uno (nome proprio) che è uno (quantità), probabilmente perchè questa è una conclusione logica elegante e più o meno in accordo con la mania occidentale di ridurre tutto all'unità (vedi i fisici che pagherebbero oro per scoprire la "grande teoria" che metta d'accordo tutto: la meccanica quantistica con la relatività generale, o per dimostrare che la forza gravitazionale, quella elettromagnetica e quelle internucleari sono di fatto UNA SOLA forza).
Ci piace talmente tanto che interpretiamo in questa ottica anche quello che si basa su un'altra concezione, tant'è che molti sostengono che i Celti e gli Egizi in realtà concepivano un solo principio ed altre simili amenità. Per non parlare del "le religioni monoteiste sono più vicine alla verità di quelle politeiste che sono rozze in quanto non riescono a vedere l'unità del divino", sentito miliardi di volte.
Che però questo Uno sia davvero uno non è affatto cosa certa, nè saranno i ghirigori teologici, le pippe mentali teoretiche o i 2+2=4 razionalisti a dimostrarlo.
Di conseguenza ricongiungersi a Dio non necessariamente significa dissolversi in una sostanza amorfa perdendo la propria identità.
Potrebbe essere "dio" una rete di enti svincolati dallo spazio-tempo così come lo conosciamo, come un reticolo di molecole legate fra loro da forze deboli: costituiscono un unico corpo, ma ognuna esiste per se stessa, sono in quantità discreta e numerabile, hanno libertà di movimento nello spazio fisico.
Se tale fosse la natura di "dio", un continum di esseri svincolati l'uno dall'altro, profondamente connessi, fatti della stessa sostanza, ma indipendenti, allora diventare uno con "dio" acquisterebbe un altro significato.
Perchè "dio" sarebbe ANCHE me, un me che è ancora più profondamente me stesso (HGA ?) ed è con quello che andrei a riconnettermi.
E se non auspicassi questo, se fossi convinto che la vera Grande Opera sia l'annichilimento totale come certe correnti orientaleggianti o new age desumono allora sarei radicalmente su un sentiero LHP.
Ovvio che pure queste non sono altro che farneticazioni teoriche, la verità la sa solo chi è arrivato alla meta (che magari è a sua volta l'inizio di altro, anche la linearità inizio-fine è un vizio occidentale), o al limite che è abbastanza vicino da assaporarla, la Verità.
Magari ne riparliamo fra qualche vita.
Confronto tra Via della mano sinistra e mano destra
“Utilizzando un punto di vista afferente alla storia delle idee, adotteremo una definizione di comodo per identificare (…) due approcci alla teoria e alla prassi spirituale, ovvero via di mano destra per le religioni e le discipline incentrate su principi luminosi, dogmatici, geometrici, e via di mano sinistra per quelle collegate a principi da sempre controversi come le tenebre, il demonico, il caos” (Alberto BRANDI, La via oscura. Introduzione al sentiero di mano sinistra, Roma, Atanor, 2008, 17).
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La linea della "Via della Mano Sinistra" costeggia gli abissi, e in alcuni testi si dice rassomigli all'andare su di un fil di spada. Il presupposto, sia nel campo della visione (aprovvidenziale) della vita, sia di questi comportamenti è la conoscenza del mistero della trasformazione del veleno in farmaco, la quale costituisce la forma più alta di alchimia)
- Julius Evola, Dionisio e la Via della Mano Sinistra
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da Wikipedia --->
La Via della mano sinistra (anche conosciuta con l'acronimo LHP, dall'inglese Left Hand Path, contrapposta alla Via della mano destra) indica un insieme di movimenti religiosi che condividono la maggior parte di queste caratteristiche:
- Una visione agnostica o gnostica (o addirittura assente) riguardo all'esistenza della divinità.
- La credenza che le persone dovrebbero trascendere la natura umana circoscritta in limiti fisici, praticando l' auto-divinizzazione. Secondo diverse opinioni questo è possibile per tutti, o solo per alcuni.
- Il rifiuto di una legge di retribuzione/castigo (quale il Karma, la Legge del Tre, la qualità in una vita ultraterrena, o simili), in virtù della credenza che ognuno debba costruirsi un proprio codice morale.
- Il rifiuto di una verità universale, in favore di una visione della verità individuale, singola all'individuo.
- Una visione della vita quale opera del proprio IO, e sottomessa ad esso.
- Il rifiuto della dicotomia bene e male, in favore del volere personale.
In aggiunta, molti movimenti dell'LHP accettano:
- Una visione relativista del mondo.
- La possibile esistenza di più entità sovrannaturali, visti quali mezzi ed alleati all'essere ma non superiori ad esso.
- L'esistenza di una polarità maschile e femminile nelle forze della natura.
- L'utilizzo di sostanze psicoattive per alterare la propria coscienza.
- La centralità della sapienza, della ricerca e della pratica, in contrapposizione ad un cieco fideismo.
- Che la divinità, interiore ed esteriore, è sia immanente che trascendente.
- Che, in ultima istanza, l'individuo sia il solo responsabile delle proprie azioni, e che non esista una salvezza esterna che ci possa mettere al riparo dagli esiti di tali azioni.
- Che le forze della natura possano essere piegate alla volontà dell'individuo (magia), e che questa operi secondo leggi naturali in accordo con principi "scientifici" non ancora noti.
- L'idea che siamo tutti interconnessi e parte di un Tutto.
- L'idea di base che ogni essere vivente, comportandosi come meglio crede, agisca favorevolmente di qualsiasi sistema di credenze a lui impartito come "giusto".
- L'idea di base che ciò che vive, è essenzialmente perfetto.
Solitamente varie forme di Satanismo e altre religioni antiche sono considerate appartenenti alla via della mano sinistra, mentre altre organizzazioni più recenti quali la Chiesa di Satana sono considerate appartenenti alla Via della mano destra (RHP, dall'inglese Right Hand Path) in quanto condividono caratteristiche delle religioni abramitiche.
Per quel che riguarda le religioni orientali, il Buddhismo Vajrayana, il tantrismo ed il taoismo sono considerati LHP, mentre il Buddhismo Theravada ed il confucianesimo sono RHP; il Buddhismo Mahayana
ha aspetti che lo collocano a metà fra queste due categorie: LHP, in
quanto mira ad una consapevolezza interiore, ed RHP in quanto il
percorso che porta a questa consapevolezza passa attraverso
l'acquisizione di meriti ottenuti aderendo ad un rigido codice morale.
Occultisti, satanisti, ed esoteristi
utilizzano il termine "LHP" per indicare un metodo di studio ed
insegnamento del sapere occulto: l'LHP è visto come un percorso di
crescita libero da costrizioni e dettami morali, al contrario dell'RHP.
Le persone aderenti ad alla via di mano sinistra in occidente usano
solitamente il simbolo del capro o Baphomet.
Secondo idee comuni di coloro che seguono questa via, i seguaci
dell'RHP vengono visti come "pecore", in quanto tali persone
esibirebbero una mentalità di "gregge". Va però meditato che questo
resta in una visione sinistra fin quando tale pensiero resti pesonale
alla persona che lo emette, o diventerebbe a sua volta una legge morale,
non inerente alle caratteristiche della via stessa.
I termini RHP e LHP sembrano non avere origini chiare. Secondo alcunibiblico: sono termini mutuati dalle filosofie orientali, altri ritengono che possano derivare dal seguente versetto
« E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. » | |
(Mt 25:32-33)
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Via della mano destra
La Via della mano destra (anche nota con l'acronimo RHP, dall'inglese Right Hand Path, contrapposta alla Via della mano sinistra) è una definizione che comprende i maggiori esponenti gruppi religiosi
oggi. Queste religioni si basano su ben definite linee di codice morale
ed etico, dogmi e concetti definiti. Tali religioni, definite recenti,
condividono quasi in modo totalitario questi punti:
- La credenza in uno o più esseri supremi (Dio).
- L'obbedienza (in diversi gradi) a tale divinità.
- La credenza a tali concetti e dogmi quali perfetti ed esenti da opinione, con la conseguente visione spesso riduttiva verso chi non aderisce allo stesso pensiero.
- La divisione di corpo, mente e spirito in tre entità separate. Nella religione cristiana si hanno i riferimenti a padre (mente), figlio (corpo), e spirito santo.
- L'adesione a convenzioni e norme sociali, o dogmi, dettati dal credo che possano in qualche modo influire su terzi. (Es.: "non uccidere" o "non provocare sofferenza ai viventi")
- La credenza in una legge di retribuzione/castigo (quale il Karma, la Legge del Tre, qualità della vita ultraterrena, o simili), per cui gli individui vengono ricompensati o puniti per le loro azioni.
- La visione dell'individuo quale limitato ed imperfetto, che necessita una guida maggiormente evoluta per poter migliorare la propria condizione esistenziale.
- L'idea di dover porre le proprie scuse agli esseri supremi, nel caso in cui si commette un peccato, ossia non si segue la legge condivisa all'interno della religione stessa.
- Il desiderio di unione/assorbimento/fusione dell'individuo con l'essere superiore.
Solitamente le religioni abramitiche (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) e certe devozioni dell'Induismo (Vaishnavismo e Shivaismo) sono considerate appartenenti all'RHP, anche se i seguaci delle religioni abramitiche rifiutano questa etichetta (in particolare, l'ultimo punto di unione col divino pare non essere il loro obiettivo, anche se la cosa potrebbe essere opinabile).
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