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L’ovoide di Assagioli: la nostra psiche 1. Inconscio inferiore, il passato, dove sono i ricordi rimossi 2. Inconscio medio o subconscio, facilmente accessibile 3. Inconscio superiore o superconscio: intuizioni, premonizioni 4. Campo della coscienza attiva e pensante 5. Io o Sé personale: non sempre è unificato e centrato 6. Sé transpersonale, a cui tutti dovrebbero tendere 7. Inconscio collettivo, comune al genere umano |
La coscienza attiva è quella parte della nostra psiche che in questo momento sta pensando, parlando, leggendo, ricordando, quella parte che alcuni ritengono essere la quasi totalità della psiche. In realtà la coscienza attiva è una piccolissima frazione della psiche.
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L’inconscio inferiore è la parte più antica e primitiva, il luogo della coscienza dove vengono memorizzati tutti i ricordi che per qualche motivo sono stati rimossi.
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L’inconscio medio o subconscio è il luogo della coscienza facilmente accessibile tramite un’operazione volontaria di richiamo alla coscienza: possiamo più o meno facilmente ricordarci il colore del divano del salotto, la capitale del Giappone o il telefono di un nostro amico anche se in questo momento non sono nel nostro campo di coscienza.
L’inconscio superiore o superconscio è il luogo della coscienza da cui provengono le intuizioni, le idee, le ispirazioni, gli impulsi morali ed etici, gli stati di illuminazione e contemplazione, l’estasi, le premonizioni.
L’inconscio collettivo è il mare in cui è immersa la nostra psiche, il presupposto su cui si basa, come il mare per le onde; esso ci mette in comunicazione con tutti gli inconsci della nostra razza.
L’Io o Sé personale è difficile da definire; apparentemente la definizione è immediata: Io è colui che sente, che prova, che pensa, che vede, che sperimenta i vari stati della psiche. Nei primi anni di vita, quando dormiamo o anche in molti momenti di veglia la coscienza del sé non esiste o è molto confusa. Spesso il sé, anche quando presente, non è unito, ma composto da tante voci con esigenze differenti. Raramente il sé è centrato come appare in figura.
Il Sé transpersonale è il punto d’arrivo a cui tutti dovremo tendere nel nostro percorso di evoluzione personale.
Fonte --> http://www.sabinaoggioni.it/fioriBach/Psicosintesi/UovoAssagioli.htm
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La stella di Roberto Assagioli
Assagioli identifica 6 funzioni psicologiche, l’Io coordina tramite la volontà: come un auriga che governa una biga con 6 cavalli tramite le redini.- a livello fisico considera le sensazioni e gli impulsi o istinti
- a livello emotivo considera i sentimenti e le emozioni
- a livello mentale considera il pensiero, l’immaginazione e l’intuizione
A livello mentale l’energia viene messa in moto dl pensiero attualizzato in maniera differente a seconda della tipologia caratteriale di ognuno. Il processo individuale nel quale la mente separa, analizza ed ordina è detto Logos.
L’essere umano può essere definito come un modello di trasformazione energetica, ispirata a modelli etici o a valori quali la ricerca di Dio, del bello, del giusto, forze propulsive tese verso un fine; l’energia del Logos è sincronica, unificante.
L’energia dell’Eros è soggetta alla legge di attrazione e di causa – effetto. E’ una forza bipolare, una tensione verso gli istinti di conservazione, aggregazione e riproduzione; questi impulsi si differenziano in impulsi e desideri, si affinano nei sentimenti e si sublimano nelle aspirazioni più raffinate.
Dall’integrazione della forza vitale dell’Eros e dal principio direttivo del Logos nasce la vita.
La Stella di Assagioli
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La sintesi
Nel processo integrativo la psicosintesi, distingue due stadi: quello personale e quello transpersonale. Con il primo raggiungimento si perviene ad uno stato di salute psico-fisica, di integrazione sociale. Nel secondo, quello transpersonale, si sperimentano le energie di amore, pace, collaborazione, in una visione che supera l’individuo, per proiettarsi verso le dimensioni globali.
Le tecniche
proposte dalla psicosintesi sono tante, ad ognuno l’utilizzo più
confacente alle proprie inclinazioni:
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meditazione
-
visualizzazione
-
fantasie guidate
-
percorsi artistici
-
ricorso all’ intuizione
-
ricorso all’ introspezione
-
ricorso alla musica, ecc.
“Infatti, è
come se ci fossero due io, perché l’io ordinario ignora teoricamente
l’altro, fino a negarne l’esistenza, mentre quest’ultimo è latente,
non si rivela di solito in modo diretto alla coscienza. […]
Non ci sono veramente due “io”, due entità del tutto diverse e separate. L’io è uno solo ed ha soltanto differenti gradi di manifestazione, di attuazione, di consapevolezza. Il riflesso è distinto dalla sorgente luminosa, ma non ha sostanzialità propria ed autonoma, non è un’altra e diversa luce”. (R. Assagioli, Principi e metodi della Psicosintesi terapeutica, Ed. Astrolabio).
Non ci sono veramente due “io”, due entità del tutto diverse e separate. L’io è uno solo ed ha soltanto differenti gradi di manifestazione, di attuazione, di consapevolezza. Il riflesso è distinto dalla sorgente luminosa, ma non ha sostanzialità propria ed autonoma, non è un’altra e diversa luce”. (R. Assagioli, Principi e metodi della Psicosintesi terapeutica, Ed. Astrolabio).
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LA VOLONTÀ TRANSPERSONALE
COME RICONOSCERLA E MANIFESTARLA
del Dott.
Francesco Brunelli
Lezione tenuta presso l’Istituto
di Psicosintesi (1974)
Non so se il mio
dire sarà comprensibile o no perch'esso affronta una problematica
completamente nuova e completamente ignorata eccezione fatta per gli
accenni ed il libro scritto da Assagioli, ma il coronare il corso su
questo argomento appariva necessario per fissare una méta da
raggiungere per quanto lontana essa possa essere.
La psicologia in
genere ammantandosi di "scientificità" vuole prescindere da ogni
sconfinamento filosofico come se la verità non fosse l'aspirazione
massima di ogni ricerca e come se la verità se non proviene dal
ristretto campo di indagine di una scienza non fosse verità.
In psicologia
dunque si dà questa definizione della volontà: "Termine astratto che
corrisponde ad attività volontaria o intenzionale. L'uso di questo
termine è molto limitato in psicologia, in quanto si vuole evitare
di confonderne il significato con quelli filosofici e con quello del
linguaggio comune che considera la volontà come una facoltà della
mente.
Può sostituirsi
con l'astratto volizione, ma è preferibile valersi di intenzione e
di attività e di atti intenzionali.
Secondo la
psicoanalisi l'uomo risponde ciecamente ai suoi impulsi quando vige
il principio del piacere, cioè in epoca anteriore all'acquisizione
del controllo degli sfinteri, la prima morale che si viene ad
apprendere.
Successivamente,
con la sostituzione del principio della realtà a quello del piacere
ed in seguito alla costituzione del superego, gli impulsi verrebbero
controllati da varie istanze psichiche, consce ed inconsce.
Si avrebbero così
intenzioni consce ed inconsce, non una unica volontà. (1)
Questa "grosso
modo" è la voce direi ufficiale della psicologia essendo l'estensore
di questa nota Ordinario di Psicologia a Genova. Tuttavia un'altro
cattedratico in un suo chiaro e dotto studio su Freud ci soccorre
scrivendo: "Partendo da problemi specificamente psicologici, Freud
giunge dunque all'alto 'mare del problema generale della vita, cioè
di un problema di biologia generale che confina e sconfina in quelli
della filosofia e della metafisica. A questo si deve del resto
necessariamente arrivare quando si abbandoni la semplice
fenomenologia degli istinti, per ricercare un principio universale a
cui collegare tutte le manifestazioni della vita istintiva. (2)
Così confortati e
così giustificati direi, scopriamo che Jung indica la volontà
cosciente come l'unica che possa "rimpiazzare" gli istinti e l'agire
istintivo in modo tale da poter plasmare la natura umana. Egli
afferma che "la grandezza e l'elevatezza di questo ideale non si può
e non si deve contestare" e che "questo tentativo" - quello cioè di
trar fuori l'uomo animale dalla sua propria natura - doveva portare
nel corso dei secoli ad uno sviluppo della coscienza che senza
questo tirocinio sarebbe stato semplicemente inattuabile. (3) Egli
parla anche della creazione della volontà e del libero impiego di
essa (4) ed intravede "una fonte spirituale, cioè immagini psichiche
numinose" (e si sa cosa intende Jung per numinoso) da cui la volontà
proviene. (5)
Ma a dir la verità
in Jung tutto ciò è assai nebuloso, insicuro ed appena accennato.
È con Assagioli e
la Psicosintesi che il ruolo della volontà si configura con maggiore
validità e la pubblicazione del libro sulla Volontà negli Stati
Uniti d'America scritto dal nostro Maestro (6), ne fa buona fede.
Per quanto
concerne la volontà transpersonale di cui oggi parliamo non mi pare
che sia possibile poter fornire una definizione tale da soddisfare
le esigenze di comprensione in una formulazione standard, essendo di
natura intuitiva anche se il suo approccio può essere razionale e
speculativo.
Penso che sia
ormai evidente a coloro che hanno seguito lo sviluppo della scuola
psicosintetica come dal piano dei comportamenti a livello di pura
sensopercezione, l'uomo, sia in grado e possieda in potenza, la
possibilità di trasformarsi in un essere armonicamente inserito
nella vita universale ed è evidente come quest'uomo totale abbia in
se l'universo e si identifichi quale parte armonica, con l’universo
stesso. Questo uomo ideale (anche se vi sono stati degli uomini che
lo hanno realizzato e ché ne sono i tipi storici o mitologici come
il Buddha, il Cristo, Pitagora, Platone ecc. ...) è un "prodotto" di
realizzazione psicosintetica che proprio in virtù di tal fatto non è
più nè psicoterapia, nè pedagogia nuova, nè sociologia
d'avanguardia, ma per usare termini cari e correnti di psicologia
del profondo, vera "arte trasmutatoria".
Già il discorso
apparve chiaro a coloro che seguirono da principio il sorgere della
scuola, quando Assagioli fece circolare il noto diagramma della
struttura della psiche con il supercosciente ed il SÈ, così lontano
da quell'io posto al centro del campo della coscienza, ma speranza
di realizzazione, di trasformazione e di integrazione.
Ora benchè sia
poco ortodosso in psicologia schematizzare, poichè la psiche,
essendo in continuo movimento ed in continua trasformazione non
permette in realtà di stabilizzare e di fissare alcunchè, tuttavia
per giungere alla comprensione del nostro argomento ci creeremo, a
puro scopo didattico, dei punti di repere fissi e dei diagrammi.
Esiste una scala
di stadi differenti di struttura psicologica corrispondente ad
altrettanti stati di realizzazione. In essi tutta l'umanità può
trovare effettiva collocazione anche se in realtà la gamma degli
schemi possa variare all’infinito.
Secondo il mio
modo di vedere questi possono essere i seguenti:
Uomo non evoluto
che reagisce solo alle sensopercezioni, agli impulsi ed agli istinti
senza possedere un centro di coscienza.
Uomo che si
risveglia alla coscienza del proprio io che così comincia a divenire
un centro unificante.
Uomo in evoluzione
che comincia anche a percepire gli impulsi provenienti dal
superconscio identificandoli ed inizia il processo di unificazione
con il SE o il processo di "trasmutazione" dell'io nel SE.
Uomo evoluto che
ha posto il suo essere globale a livello del SE personale nel
superconscio.
Uomo totale che
dal SE personale passa al SE transpersonale realizzando l'Essere
nella sua più alta accezione.
Dall'esame di
questi 5 diagrammi emerge evidente come nel 1° non esiste un io, ma
una confusa identificazione con i contenuti del campo di coscienza
nell'inconscio medio ed inferiore; nel 2° i contenuti cominciano ad
unificarsi intorno ad un nucleo che è l'io; nel 3° l'io inizia il
processo di unificazione con la sua sorgente, il SE; nel 4°
l'unificazione è avvenuta ed il campo della coscienza è "salito" al
livello del superconscio; nel 5° avviene un ulteriore spostamento
"fuori del diagramma" nella transpersonalità.
Aggiungerei che
non è difficoltoso, con un buon esame introspettivo, identificare se
stessi in uno dei 5 diagrammi in quanto il livello raggiunto dall'io
dipende esclusivamente da ciò di cui l'io è cosciente. In altre
parole la coscienza o la consapevolezza dei contenuti del proprio
campo di coscienza dà il metro per valutare il livello raggiunto
dall'io e la sua collocazione nello schema dei diagrammi. Un buon
psicologo psicosintetista - che operi la sua psicosintesi - dovrebbe
essere in grado di poter indicare anche nel corso di un colloquio,
la collocazione grossolana dell'interlocutore.
Ecco ora i cinque
stadi della volontà rapportati ai cinque stadi di sviluppo
dell'uomo. Anche questo in forma schematica e quindi suscettibile di
ulteriore sviluppo.
1° Uomo non
evoluto:
Nel primo stadio
non c'è un io organizzato e perciò la volontà che questo tipo di
umanità esprime è semplicemente una risposta agli impulsi sotto un
controllo più o meno parziale di istanze psichiche consce od
inconsce.
2° Uomo in fase di
risveglio:
La volontà qui può
essere paragonata all'attività intenzionale della psicologia
indicando con tale termine la finalizzazione di una attività
motivata con più o meno consapevolezza. Questo stadio nella sua
ultima fase è quello come dice Assagioli di riconoscere che "esiste
una volontà".
3° Uomo in
evoluzione:
La volontà
individuale (a livello dell'io piccolo) è completa nei suoi aspetti,
ma cominciano pure a manifestarsi le qualità e la volontà del SE. È
quello stadio in cui si scopre di "avere una volontà" sia in forma
diretta, spontanea, sia in forma indiretta.
4° Uomo evoluto:
È lo stadio in cui
si è raggiunta la consapevolezza di essere una volontà, è lo stadio
in cui la volontà individuale dell'io ha acquisito i caratteri della
volontà del SE personale e cioè è forte, sapiente.
5° Uomo totale:
È lo stadio in cui
si possiede una volontà perfetta ed integrata con la Volontà intesa
nella sua accezione più elevata.
..
..
Quanto detto
riteniamo chiarisca adeguatamente i concetti e su di essi non mi
dilungo ulteriormente. Penso che così siamo giunti alla soglia della
comprensione della volontà transpersonale anche se di essa non ne
possiamo ancor dare una chiara definizione concettuale ed anche se
di essa ci manchi la consapevolezza.
Dobbiamo esaminare
più estesamente l'uomo in evoluzione (terzo degli stadi che abbiano
considerato).
Questo uomo al termine della sua fase di risveglio prende coscienza dell'io come realtà unificante e del fatto che esiste una volontà, scopre che possiede una volontà e considerandosi una unità isolata vede la propria volontà come uno strumento da poter essere utilizzato per il proprio vantaggio personale, per esprimere se stesso e vivere una vita propria nella pienezza del significato ristretto che dà alla parola "vita". Questo tipo di volontà egoistica o egocentrica verrà sostituito successivamente da una volontà etico-sociale, altruistica, così l'individuo acquisisce oltre alla volontà forte quella che è comunemente chiamata volontà buona, ambedue se sono tali, acquisiscono anche la sapienza. Ma questa volontà ed i suoi tre aspetti nelle forme di livello inferiore se sono una meta della psicosintesi personale ed interpersonale non rappresentano un punto d'arrivo, la Meta in senso totale. Sono le qualifiche che fanno di un individuo un uomo evoluto, ma non sono le qualifiche dell'uomo totale.
Questo uomo al termine della sua fase di risveglio prende coscienza dell'io come realtà unificante e del fatto che esiste una volontà, scopre che possiede una volontà e considerandosi una unità isolata vede la propria volontà come uno strumento da poter essere utilizzato per il proprio vantaggio personale, per esprimere se stesso e vivere una vita propria nella pienezza del significato ristretto che dà alla parola "vita". Questo tipo di volontà egoistica o egocentrica verrà sostituito successivamente da una volontà etico-sociale, altruistica, così l'individuo acquisisce oltre alla volontà forte quella che è comunemente chiamata volontà buona, ambedue se sono tali, acquisiscono anche la sapienza. Ma questa volontà ed i suoi tre aspetti nelle forme di livello inferiore se sono una meta della psicosintesi personale ed interpersonale non rappresentano un punto d'arrivo, la Meta in senso totale. Sono le qualifiche che fanno di un individuo un uomo evoluto, ma non sono le qualifiche dell'uomo totale.
..
Ma proseguiamo
nella ricerca della comprensione della volontà transpersonale.
Consideriamo per questo l'altro diagramma ben noto, quello della
stella ed applichiamolo ai cinque
stati della umanità che abbiamo ora ricordato.
Sensazione
emozione-sentimento
impulso-desiderio
immaginazione
pensiero
intuizione
Volontà
Punto
centrale: l'"io" personale
Vedremo che le
punte delle singole funzioni della psiche possono essere piú o meno
sviluppate, più o meno evidenti a seconda del processo evolutivo del
singolo individuo sino a raggiungere la armonia della stella
nell'uomo evoluto. Nell'uomo totale è possibile che compaiano altre
facoltà, ma non è questo l'argomento che ci siamo proposti di
trattare, quello che volevamo porre ancora in evidenza è la
posizione della volontà nel diagramma. una posizione centrale che
marca la sua stretta interdipendenza con l'io centro del campo di
coscienza.
La volontà come si
vede nel diagramma non viene considerata una facoltà come le altre,
ma è posta a fondamento ed a sostegno di tutte le altre funzioni
della psiche così da coinvolgere l'uomo nella sua interezza, in
tutte le sue manifestazioni ed in qualsiasi dimensione esse si
esplichino. Scrisse infatti Assagioli (7) "Ho raffigurato la
volontà al centro, in contatto diretto con l'io cosciente, per
mostrare che essa è aderente, intima all'io, e che attraverso di
essa l'io può ricevere dalle altre funzioni psichiche impressioni e
informazioni ed a sua volta agire su di esse, influenzarle e
dirigerle".
....
Occorre per questo
conseguire un'altro livello di volontà quella integrata con il
tutto, la volontà transpersonale, che porta l'uomo ad una dimensione
differente, ad una dimensione che noi possiamo comprendere per ora a
livelli puramente razionale anche se in futuro possiamo
sperimentarla. Molti non ne sono consapevoli e possono persino
negarne l'esistenza; ma vi è un'altra specie di consapevolezza -
dice Assagioli - della cui realtà ha fatto testimonianza, nel corso
della storia, l'esperienza diretta di molti esseri. La dimensione
lungo la quale questa consapevolezza funziona, può essere definita
"verticale". Generalmente essa è stata considerata quale campo
dell'esperienza religiosa o spirituale; ma va ora acquistando un
crescente riconoscimento quale valido campo di ricerca scientifica.
Questo è lo specifico campo della psicologia transpersonale il campo
delle "necessità superiori"……… trascendenza di sè, spirito di
sacralizzazione della vita di ogni giorno, unione, coscienza
cosmica, energia individuale e della specie, incontro massimale
transpersonale, fenomeni trascendentali e coscienza sensoria
massimale …………… è il regno o la dimensione della volontà
transpersonale, che è la volontà del SÈ transpersonale. È anche il
campo del rapporto fra la volontà del sè personale e la volontà del
sè transpersonale di ogni individuo. Quindi lo studio del rapporto
tra la volontà personale e la volontà universale è uno studio pieno
di conseguenze e di conseguimenti raggiungibili mediante due
processi di natura puramente psicologica che comportano un
ampliamento di coscienza e che possono essere così schematizzati:
1° Riconoscimento
della nostra collocazione nell'universo.
2° Adesione alla
volontà universale.,
Raggiunta la
consapevolezza dell'io quale centro del campo di coscienza potremo
eseguire un certo tipo di meditazione a tipo riflessivo sul tema
l'universo e noi. Usando questa tecnica particolare dice Assagioli,
"il cambiamento talvolta improvviso ch'essa produce è davvero
interessante perchè non ci sentiremo come centro dell'universo, ma
come una minuscola ed infinitesima parte di esso. Eppure per un
curioso paradosso psicologico invece di sentirci diminuiti ed
umiliati, proviamo un senso di espansione, una dignità nuova perchè
ci sentiamo in armonia con l'universo, parti integranti di esso,
fatti della stessa sostanza".
Quando tale stato
sia conseguito - il tempo che trascorre per questo non ha importanza
- allora siamo pervenuti all'ultimo stadio della educazione della
volontà.
Giunti a questo
stadio di coscienza necessariamente comprendiamo vivendolo (e questo
è un fatto estremamente importante) che l'universo è vita regolata
da leggi universali alle quali necessariamente adatteremo il nostro
essere. Dice ancora Assagioli e lo debbo citare necessariamente
poichè questa esperienza non è la mia:
"E nuovamente
avviene un fatto paradossale, la volontà dell'individuo che
liberamente si piega alla volontà universale, che si immerge in essa
e con essa si fonde, non diminuisce per questo, non si annulla.
Nell'istante in cui sembra morire, risorge trasfigurata.
Quando la nostra
volontà accetta di cooperare armonicamente con la Volontà che muove
l’universo, si accorge che questo coopera con essa, mettendo a sua
disposizione le proprie energie infinite e nelle norme che regolano
il cosmo, scopre le norme sicure per la sua azione individuale. Così
la Volontà diventando buona, diviene insieme più forte e più
sapiente, e da questo mutuo comportamento delle sue tre note sorge
la volontà perfetta, la volontà integrale."
Abbiamo così
compiuto insieme in iter interessante che ci ha trasportato dal
piano delle sensopercezioni, delle reazioni pure a stimoli e
desideri all'ultimo stadio evolutivo umano concepibile dalla mente e
sperimentabile solo che ci poniamo nelle condizioni di realizzare
l'esperimento.
Ed in questo
nostro iter abbiamo scoperto una cosa fondamentale e che cioè non vi
è possibilità di trasmutazione dell'io nel Se ultraindividuale (e
quindi nell'essere) senza una progressiva trasformazione nella
qualità della volontà impiegata, sino a trascendere la volontà
personale mediante la identificazione con la volontà transpersonale
che si realizza con la acquisizione del senso di compartecipazione
alla Vita Universale.
Note
(1) - A.Dalla Volta: Dizionario
dì Psicologia; Ed. Giunti Barbera, 1969,
Firenze.
(2) - Cesare Musatti Trattato di
Psicoanalisi; Ed.Einaudi, 1953, Torino
(3) - C.G.Jung: Simboli della
trasformazione; Ed.Boringhieri,
1970, Torino pag.422
(4) - ibidem pag. 345
(5) – ibidem pag. 15
(6) - "The Act of Will" - Viking
Press - New York
(7) - Assagioli R.: "La volontà -
dal proposito all' attuazione" :Lezione 1°,
1967 Firenze.
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