La verità è come acqua quando è costretta da un contenitore, e il contenitore ha la forma che gli è concessa dai pregiudizi che l'hanno costruito. Quando il contenitore si spezza la verità continua a obbedire alla propria natura liquida, che la porterà in una nuova gabbia pregiudiziale che la costringerà nell'essere sicura di sé, inconsapevole dei limiti che impone alla libertà. È per questo che la liquidità sta a proprio agio solo dove può scorrere, e per lasciarla scorrere è necessario non appropriarsene attraverso il pensiero e le intenzioni. Quando un individuo comunica col Centro di sé, nella conoscenza dei princìpi universali dell'esistenza, quell'individuo non ha più idee proprie, né formula ipotesi. Non può più farlo perché conosce i princìpi dai quali tutto procede. Solo in questo caso la verità resta ciò che è in realtà: uno scorrere sempre diverso della stessa e unica liquidità che obbedisce alle leggi della liquidità. Leggi che quando sono riferite alla realtà si chiamano princìpi universali, e valgono per tutto l'esistente, oltre a valere per Ciò che all'esistente è superiore.
(Massimo Vaj )
vedi anche ---> LA VERITà PUò FARE MALE, SE...
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