Vai oltre!
Jeff Foster in italiano
Ti prego amico, non cercare di “andare oltre” nulla o nessuno. non farai altro che separarti da una parte di te stesso che ha bisogno di attenzione.
Non cercare di “muoverti oltre” al tuo dolore, alla tua tristezza, alla tua confusione, al vuoto che senti dentro. Senti queste cose amico, totalmente, permetti a queste energie sacre e fraintese di muoversi in te. Non sono “negative”, non sono “malvagie”, non sono segno di fallimento o debolezza o di rottura, sono solo parti di consapevolezza, frammenti dell’intero, che vuole essere sentito profondamente. Sono veute per pulire, per rilasciare, non per punire. Smettila di punirle e senti il loro vero, smodato, potere quando ti attraversano.
Guarire non è una destinazione, è la tua voglia di amarti e di prenderti tutta la vita – la gioia e la tristezza della vita – e prenderle entrambe nel tuo cuore vasto.
Per camminare con coraggio nel fuoco del Non Conosciuto!
Nuvole di pensieri in consapevolezza.
Non devi credere, giudicare, cancellare, o agire verso i tuoi pensieri “negativi”. Devi solo notarli. Osservarli affascinato. Loro passeranno come nuvole nel nulla e nel silenzio, non lasciando traccia.
Non sono tuoi nemici, ed infine, non sono nemmeno “negativi”. E comunque solo un pensiero può pensare di un altro pensiero che è “negativo”. Sono solo pensieri. Lasciali essere, lasciali andare.
Sono nuvole innocenti nella vastità del cielo di consapevolezza.
Il capolavoro dell’adesso.
Un vero artista usa la tela che gli è stata data; non attende la tela “perfetta” per iniziare a dipingere.
La tua tela è Ora; forse non è “perfetta”, non è la tela che ti aspettavi di avere, ma è quì, viva, pronta, aperta, ed è questo che la rende perfetta per la tua arte oggi. Anche i momenti imperfetti sono perfettamente VITA. Sacra. Benedetta. Infinitamente preziosa. E il dipinto più bello può essere dipinto nella tela più disastrata.
Quindi comincia, perchè oggi è il tuo unico giorno di creazione!
Jeff Foster
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Dimentica di dover fare “al meglio” ogni volta. Fai il tuo meglio, cadi con la faccia per terra, rialzati ancora, cadi ancora, manda all’aria tutto, cadi oltre ogni aspettativa, fai che ridano di te, che ti ridicolizzino, ti prendano in giro, ti crocifiggano pure, e che tu perda tutto ciò che pensavi tuo.
Ed eccoti ad abbracciare questo caos, morendo al sogno e svegliandoti alla realtà, amando le perfette imperfezioni, aprendo il tuo cuore così ampiamente a tutti, continuando a vivere la tua verità nonostante tutto, senza paura di incontrare ogni momento sacro.
Non puoi fare sempre “meglio”, ecco perchè non puoi “sbagliarti”, e fuori, oltre meglio e sbaglio, c’è un mondo…
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Nel mezzo dei miei vent’anni, in seguito a una profonda depressione, sono diventato un ricercatore spirituale molto serio. Il mondo era diventato troppo e volevo scappare nella Vacuità dietro al mondo e vivere lì.
Volevo liberarmi di Jeff e di tutti i suoi problemi e dimorare nell’Assoluto col mio amico il Buddha. Ho visto con chiarezza i problemi dell’esistenza: l’impermanenza di ogni cosa, l’inevitabilità della morte, la natura illusoria del sé, la natura vuota di tutti i fenomeni. La mia risposta è stata di staccarmi dal mondo.
Ma sono andato troppo in là e sono caduto nel Vuoto. Mi sono staccato così tanto che il mondo non mi interessava più. Mi sono intrappolato nel nulla. Gli alberi non erano più alberi, le montagne non più montagne, i fiumi non più fiumi. La vita è diventata fredda e senza gioia. Non c’era nessun me. Nessun te. Nessun sé. Nessun altro. Nessun mondo. Nessun passato. Nessun cammino. Nessun futuro. Nessun amore. Nessuna vita. Nessun significato.
Il sole sorgeva e tramontava, la pioggia cadeva e smetteva di cadere, volti e voci apparivano e scomparivano nello stesso momento e io non ne facevo nessuna esperienza. Solo il vuoto era reale, solo il nulla. Per me il mondo aveva cessato di esistere. E pensavo di essere illuminato!
Credevo di essere un uomo reale, non uno di quegli sciocchi ignoranti che erano ancora persi nel mondo ‘relativo’, di quelle persone non spirituali che ignoravano la loro ‘vera natura’. Allora pensavo che la non dualità fosse questo. Pensavo che la non-dualità fosse staccarsi dalla vita e dimorare nel vuoto. Quello che allora non potevo vedere era che il distacco assoluto dalla vita era completamente dualistico. Ci vuole una persona per essere distaccati, e un mondo per esserne distaccati.
Naturalmente dopo una vita di sofferenza, inizialmente è stato un sollievo trovare il vuoto e scappare dall’inferno che era diventata la mia vita. Ma il vuoto era diventato un’altra trappola. Quello che al tempo non vedevo era che il vuoto è totale pienezza. Dimoravo nel vuoto, ma c’era ancora un ‘me’ che faceva il dimorare. Il vuoto non era ancora collassato nella pienezza. Non ero ancora morto. Non mi ero ancora innamorato di ogni cosa. Ed è lì che tutto si indirizzava.
Finalmente il distacco è collassato. Tutto lo fa prima o poi. Finalmente c’è stata la morte della persona, la persona che poteva o meno essere distaccata, e un rivelazione, per ness-uno, che questo è proprio ‘quello’. L’assenza di gioia se n’è andata, e c’è stato un immergersi nel mistero assoluto di tutto questo… del tutto al di là di ogni parola, al di là del linguaggio.
A lungo c’era stata un’assenza di vita. A lungo mi ero seduto a guardare il mondo senza di me. Il mondo era diventato il mio nemico, perché essenzialmente non era reale. le interazioni umane quotidiane avevano perso significato perché non c’era nessun altro. Era stata una tale negazione del relativo, una tale negazione del mondo. C’era ancora un ‘me’ che negava la vita.
E allora tutto è collassato… Jeff, è collassato sull’erba del prato, totalmente esausto, ha guardato su alla luce che trapelava tra gli alberi e la Vita ha detto: “VIVI, DANNAZIONE, VIVI!”
Il vuoto è collassato nella forma. La forma è collassata nel vuoto. E allora non c’era più né forma né vuoto. C’era solo questo, senza più alcun modo di sapere che cosa questo sia. La persona si è dissolta nella meraviglia.
Gli alberi erano di nuovo alberi, le montagne erano di nuovo montagne, i fiumi erano di nuovo fiumi. Ogni cosa è ritornata al suo posto. Alla sedia era permesso di essere di nuovo una sedia, mentre nello stesso tempo, naturalmente, era l’espressione divina, era l’Unità che giocava al gioco di essere una sedia. Una tazza di caffè poteva ancora essere una tazza di caffè, un pensiero un pensiero, una sensazione poteva ancora essere una sensazione. La tristezza poteva esser tristezza, l’amore poteva essere amore. Ogni cosa era se stessa e nulla era mio. Le parole non riescono a catturarlo, ma finalmente si poteva vivere una vita ordinaria, e la vita ordinaria era l’unico miracolo.
C’è stato un ritorno al mondo anche se era solo un mondo apparente, anche se era tutto un sogno, anche se non c’era nessun me e nessun altro. Improvvisamente dopo anni di essere distaccato e di voler essere distaccato c’è stato un rilassamento in quello che è. L’intera cosa è collassata in una vita molto ordinaria. Ma il ricercatore era morto. La ricerca era morta. Jeff è morto e Jeff’ è rinato. C’è stata la crocefissione e la resurrezione tutto in uno, anche se in definitiva nessuno è stato crocefisso e nessuno è risorto, e questo è il messaggio finale della croce.
Quello che è, è stato visto come il miracolo. Ed è sempre abbastanza. L’idea stessa di spiritualità se n’è andata. Quel concetto non era più necessario. Concetti di ‘risvegli’ e ‘illuminazione’ e ‘nulla’ se ne sono andati. Concetti di pratiche e scopi e conseguimenti futuri se ne sono andati. Perché? Perché l’erba era abbastanza, l’albero era abbastanza, il terreno sotto ai miei piedi era abbastanza. Mi sono innamorato del terreno solido o il terreno solido si è innamorato di se stesso e la ricerca di una vita è terminata.
Come dice Ramana Maharshi:
Il mondo è illusorio.
Solo Brahman è reale.
Brahman è il mondo.
Quando dico “Questo è tutto” o “la liberazione non è un qualcosa che puoi ottenere”, non intendo dare un insegnamento. E’ un tentativo di condividere un vedere. Non sono un insegnante. Poiché sono nulla, non sono né insegnante né studente. Sono quello che dici tu e sono anche ogni cosa. Tu sei quello che sono e io sono quello che sei. E tutto finisce qui, in un’intimità al di là delle parole.
“Non c’è niente da conseguire” non è un insegnamento, è un confessione.
E’ questo il miracolo. L’uccellino cinguetta, il gatto miagola e questo organismo corpo-mente, qualunque cosa sia, qualche volta parla di non dualità. E poi va a casa e si beve una tazza di te. Quando si parla di non-dualità si parla sempre di qualcosa di cui non si può parlare. Quando ci attacchiamo a idee del sé o idee del non-sé, o idee di pratiche, o idee di non pratica, cadiamo nella dualità. E’ assolutamente chiaro che la non dualità non può venire contenuta in nessun concetto, nessuna filosofia, nessun sistema, nemmeno il più raffinato.
La mente vuole sempre trovare un posto dove riposare, tipo: non c’è nessun sé, non c’è nessuna scelta. Ma la non-dualità non offre nessuna casa al senza tetto. E’ una caduta libera nel non-sapere.
Nel vedere chiaramente che non c’è nulla da fare, perché questo è già completo, la stagnazione se ne va. Ci può essere un saltare fuori dal letto, col cuore completamente aperto a un altro giorno di non-sapere. “Nulla da fare” è solo un altro concetto, “qualcosa da fare” un altro concetto.
Nagarjuna ha detto:
Dire che “è” è attaccarsi alla permanenza.
Dire che “non è” è attaccarsi al nichilismo.
Quindi la persona saggia
Non dice “è” o “non è”.
E Bodidharma:
“Chiunque sa che la mente è una finzione e priva di qualunque realtà, sa che la sua mente né esiste né non esiste. I mortali continuano a creare la mente sostenendo che esiste. E gli Immortali continuano a negare la mente sostenendo che non esiste.
Guarda: parte della danza è che su questo sorprendente pianeta ci sono da fare un milione di cose, almeno così sembra! Questo mondo, lo sanno tutti i bambini, è un terreno di avventura. Né esiste, né non esiste, ma in ogni caso è un terreno di gioco”.
E così l’intera cosa finisce nell’assoluto paradosso di tutto questo. Nulla da fare, un sacco da fare. Nulla, qualcosa. Sé, non-sé. C’è qualcuno, non c’è nessuno. Gli opposti collassano l’uno nell’altro, e quello che viene visto è che la non-dualità non può mai venire compresa. Questo è un’immersione nel mistero, totalmente al di là delle parole. Ed è questo che indicano tutte le parole di tutti i libri.
Sì non c’è nulla da ottenere perché è già tutto qui. Viene visto che l’intimità e l’amore non-condizionale che sono stati sempre cercati sono proprio qui. E allora l’intero paradosso della non-dualità viene risolto e viene visto che in realtà non c’era mai stato un paradosso.. E’ la danza divina, è l’intrattenimento cosmico, è Lila, è il nulla che è ogni cosa. E nel vedere questo con chiarezza, tutte le domande si dissolvono e quello che rimane non hai modo di conoscerlo.
Sì, tutto finisce nel mistero, nell’amore assoluto. Come posso comunicarti questa intimità e questa libertà, questa pace e vuoto e pienezza di essere semplicemente seduto su una sedia, proprio adesso? O di respirare, o dei suoni che accadono.
E così il paradosso viene risolto qui, nella semplicità assoluta e nella meraviglia di quello che è. Nell’accadere del respiro, nei rumori della stanza, nel tepore della mia tazza di tè, nel crocchiare dei biscotti, nelle briciole che cadono sui pantaloni. La ricerca di una vita finisce qui e c’è solo gratitudine per la tazza di tè, per i biscotti, per questo, così com’è. Nessuno beve il tè, nessuno mangia i biscotti e nessun scrive queste parole, eppure, che miracolo è tutto questo, e come sono stato pazzo e innocente nella mia pazzia cercando qualcosa di più di questo, quando ogni cosa di cui avevo bisogno era proprio qui.
Proprio qui nel posto dove non sono.
Jeff Foster
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Sto per dire qualcosa di spiritualmente non corretto.
E’ giusto odiare. O meglio, l’energia dell’odio, quando cresce nella tua esperienza del presente, quando brucia nella tua pancia, nel petto, nella gola, nella testa, non è un’energia da congedare, rinnegare, distruggere o di cui avere vergogna. Se facessi questo aggiungeresti un altro strato di resistenza al momento presente e vivo. L’odio è un valido movimento della vita, un’onda vibrante nel vasto oceano delle cose. E’ qualcosa in te che vuole solo essere sentito, permesso, abbracciato come parte di un più ampio scenario della realtà.
E’ un bimbo perduto, che erra nell’oscurità, cercando la tua luce.
Attenzione, non sto parlando di agire le energie dell’odio, o biasimare gli altri per il modo in cui tu ti senti, o distruggere gli altri per trovare la tua pace, ma accettare profondamente quella potente energia che ti muove, lasciarla rimanere quanto basta, lasciarla bruciare quanto serve che bruci, e lasciarla dissolvere con i suoi tempi. Quando realizzi che l’odio è in te ma non ti identifichi con esso, quando permetti a te stesso di sentire e onorare il suo potere e non scappare da esso e non giudicarlo come “cattivo” o “demoniaco” o “distruttivo”, quando permetti a quelle forze potenti dentro di te di danzare, potresti scoprire una verità più profonda sulla realtà:
L’odio non è l’opposto dell’amore. L’amore non ha opposti. L’amore è così vasto e senza tempo che non può essere opposto a nulla e non può essere distrutto, proprio come parole in un libro scritto, per quanto violente o intense, non possono ferire o far sanguinare le pagine del libro. E’ la luce che non conosce buio, e la sua ombra non ha potere da sola. L’amore permette all’energia dell’odio di bruciare dentro e le abbraccia come fosse suo figlio, incondizionatamente. L’odio così è reso innocuo e visto come una fiera espressione d’ amore e del desiderio di esso.
Nessuno ha mai veramente odiato nessuno e nulla. Abbiamo solo cercato amore in modi disperati. Questo è un invito a scoprire un amore così immenso, che ti fa provare odio verso “un altro”, e sapere che questo non ha nulla a che vedere con “l’altro”! Gli altri sono innocenti! Nessuno può essere biasimato! Scopri che tu sei vita stessa, e TUTTA l’energia della vita può fluire attraverso di te, torna a casa, riposa nel tuo abbraccio!
Semplicemente constata che puoi amare un altro così tanto che, improvvisamente, ti concedi di odiarlo (odiare “lui”), perché sei pronto a permetterti di ricevere dentro di te anche quell’energia. Puoi permetterti di lasciar cadere tutte le immagini di te stesso, il “bravo e buono”, il “perfetto e illuminato essere spirituale”, immagini che sono morte e di seconda mano, e sempre sono state tali. Hai voglia di smettere di tentare di fare stare queste immagini vive tutte insieme, e le lasci cadere, permettendo la Verità, la Realtà.
A volte hai sentito l’odio bruciare dentro di te, ricordandoti che sei vivo e sensibile e aperto e capace di sopportare cose molto grandi, capace di dare nascita ad universi e, nel bel mezzo dell’odio, scopri un amore così profondo e radicato che silenzia la mente e rompe ogni cuore e lo rende aperto.
Hai pensato di odiare. In verità hai amato molto profondamente. Ecco perchè sei stato in grado di odiare. Visto in questa luce di risveglio, anche l’odio può essere un portale per l’amore, se hai voglia di guardare più dentro e lasciare il paradigma della colpa, del biasimo e della punizione, e cercare pace fuori da te stesso, e andare più vicino a ciò che veramente stai provando ora.
Se hai voglia di sentire il potere dell’odio, onorare la vita in lui, inchinarti davanti a lui, dargli dignità con la tua attenzione amorevole, questo non si solidificherà in “ti odio”. E magari ti guarderai indietro e realizzerai che non è mai stato veramente “odio”, ma era solo il concetto di odio che ti hanno insegnato all’asilo. Era in realtà amore, ingegnosamente mascherato, che chiamava, sussurrava, “sono ancora qui! Sono ancora qui!”
E così puoi dire ad un amico e un amico può dirti, “ho scoperto che l’amore non è un sentimento comodo e neppure piatto, non è un compito in cui fallisci o riesci. E’ piuttosto un campo aperto, un campo di abbracci e di resistenza e, nel momento, puoi odiarmi con ogni fibra del tuo essere e io odiare te, eppure il campo rimane e noi siamo lì, nei nostri dolori e nelle nostre sacralità, sempre…”
Jeff Foster
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Quando sei veramente presente
Il mondo intero può sparire nel nulla.
Sei senza terreno. Spazio. Sei vasto.
Ci sei solo tu. Solo la presente esperienza.
Ieri può sembrare come milioni di anni fa.
Puoi non credere che il domani verrà.
Forse non lo farà. Semplicemente non sai più nulla.
Sei come sintonizzato in un Non Sapere.
Il tempo si espande all’infinito e svanisce nella notte.
Hai mai incontrato un altro essere umano qui?
Lo incontrerai mai?
Sei ancora parte del genere umano?
Oppure stai scomparendo?
Non lo sai. Perchè non c’è prova di nulla.
Ora hai solo ricordi. E il ricordo è solo pensiero.
E pensiero è passeggero e mai stabile.
E il mondo sembra così lontano.
E tu sei senza solitudine.
La tua pancia trema, il tuo cuore è tenero,
la notte è così viva, e tu ti senti nudo come un bimbo.
Non combattere la stranezza. Non difenderti da essa.
Rilassati in essa. Cadi in un abbraccio senza fine.
Lasciati sospingere nel suo sacro cuore.
Prendi la vita momento per momento. Tanto è ciò che ricevi comunque.
Non una serie di momenti, ma Uno.
Ricco, pieno, vivo, puro.
Non sei pazzo. Solo meno annebbiato di prima.
Più vita può muoversi attraverso di te ora.
Più gioia e più tristezza. Più beatitudine ma anche più noia.
Non sei diventato vasto. Lo sei sempre stato.
Più presente sei, più fluido tutto pare.
Meno solido.
Meno prendibile.
Più strano.
I vecchi modi di fidarsi crollano.
Un nuovo modo di fiducia è nata:
una fiducia non in oggetti, o persone, o esperienze.
Ma in una Sorgente. E fidarsi del dubbio, anche quello si.
Inchinarsi al dubbio.
Amare il dubbio.
Non c’è ritorno.
Non ti ristabilirai da questo risveglio.
Troverai solo grande coraggio.
E una più grande voglia di camminare il tuo sentiero.
Imparerai ad amare le tue fragilità.
E riderai delle tue incertezze.
E riderai forte mentre il mondo svanisce.
(E’ così familiare, questo luogo, così morbido.
E dove vivi è così bello).
Così questo è il prezzo che paghi per essere totalmente libero:
Perdita di un vecchio suolo su cui poggiavi.
Dissolvimento di un mondo.
L’interrogarsi su tutto ciò che un tempo tenevi a te caro.
Ma presto la profondità dell’oceano ti canterà
E tu ti addormenterai….
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Dici che sei buono, gentile, puro, spirituale.
No, no. Tu sei vivo. Non puoi essere ridotto ad un concetto, positivo o negativo che sia. Non mascherare la tua vivacità con parole.
Un assassino vive in te. Un violentatore. Un terrorista desideroso di distruggere il mondo per trovare pace. Un santo. Un salvatore. Un peccatore. Un soldato. Un guerriero che combatte per una causa. Un pacifista. Una madre, padre, sorella, fratello. Un amante. Un guaritore. Rabbia e disperazione, terrore ed estasi. E anche insensibilità. Un leone vive in te, e un cervo, e un tricheco, un verme, tutte le grandi bestie dell’oceano. Tutti i vegetali e minerali, e le stelle nel cielo, e tutti i sogni mai sognati, e tutte le vite mai vissute. Tu le contieni tutte. Tutte le potenzialità. Tutte le possibilità. Tutte le storie.
Il tuo cuore è un palco e tutti gli attori si muovono intorno al tuo cuore, perciò quale artista nutrirai? Quale abiterai momento per momento? Quale cercherai di negare o distruggere? Per quale proverai vergogna, quale renderai insensibile e a quale ti inchinerai?
Se non hai bisogno di definire te stesso, puoi essere tutto, sempre, o niente affatto. E poi avrai compassione per tutti gli esseri, perchè li vedrai tutti in te. Potrai non essere d’accordo con loro. Potresti non gradire ciò che fanno. Ma capirai i loro cuori spezzati, il loro terrore, la loro solitudine, i loro incubi diurni, le loro preghiere inascoltate. Vedrai come si dibattono con dolori che non possono trattenere, sentono sentimenti che non hanno mai imparato a sentire, pensare cose che pensavano inpensabili. Vedrai come hanno reso la verità qualcosa di fisso ed esterno, e hanno dimenticato la loro misteriosa natura.
Piangerai quando piangono, e riderai quando ridono, e nessuno ti sarà straniero, mai più. Non ci saranno più “noi” e “loro”, nessune parti da prendere, o nemici, nessun senso che sei nato superiore ad altri. Ti sarai svegliato allora, e avrai capito che era solo una recita.
Respira, senti i tuoi piedi toccare il suolo, amico, metti in ordine il palco, e non dimenticare mai, mai, che reciterai molti ruoli nella tua vita.
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Sii il mio innamorato, mondo.
L’amore non è un’emozione. Se lo fosse, andrebbe e tornerebbe, proprio come un dramma.
L’amore non è un pensiero. Se lo fosse, avrebbe un suo opposto. L’amore è troppo esteso per essere contenuto in un pensiero.
L’amore non è un credo. Se lo fosse, ne dubiteresti. E chi ci crederebbe?
L’amore non è uno stato. Se lo fosse, tu potresti essere in quello stato o abbandonarlo. O ricaderci.
L’amore non è un’esperienza. Se lo fosse, avrebbe un inizio ed una fine, e tu attenderesti con ansia il suo ritorno.
L’amore non è qualcosa che trovi. Se lo fosse, potresti anche perderlo, e così dovresti attaccarti ad esso per tutta la vita.
L’amore è più semplice, gentile, vicino, meno drammatico di così. Meno urgente, più presente. L’amore è lo spazio in cui ogni cosa appare. Ogni pensiero, ogni sensazione, ogni emozione, piacevole o dolorosa, gioiosa, noiosa, erotica, gentile ed intensa, è contenuta nel vasto abbraccio dell’amore.
Si, TU sei lo spazio per tutte queste emozioni, vastamente intimo con ogni tuo respiro, in amore con ogni battito del cuore, ogni suono, ogni odore, ogni sensazione nel corpo, ogni momento della vita.
Sentirsi come innamorato O non sentirsi innamorato, in ogni modo tu sei innamorato sei in amore con la gioia, con la noia dell’esistenza, con la certezza e il dubbio, con il piacere e il dolore, con il successo e il fallimento, con il cercare e il riposare, con ogni sacro movimento di questo stupefacente mondo di sogno.
Tutto ciò può essere trattenuto o perduto. Tutto ciò che puoi guadagnare, può essere perduto o preso. Tutto ciò che puoi costruire, può diventare polvere nella notte. Tutto ciò che può essere creato, può anche essere distrutto.
Solo l’amore rimane. Solo l’amore. Nessun sentimento, nessun pensiero, nessun credo, nessuno stato, nessuna esperienza, nessun qualcosa che “hai”, nessun qualcosa in cui “sei” o “non sei”, nessuna cosa che “ottieni” dagli altri (nonostante il mito romantico che ci è stato rifilato), ma il finale abbraccio di tutto questo.
L’amore sei tu. Tu prima che avessi un nome, prima che tu fossi nato. Tu, tu sei quello. Tu sei quello che hai sempre cercato. Lui quella chiamata del cuore che non può essere taciuta. Il pianto dal profondo. Il fragile silenzio nel mezzo della notte. Tu che non abbandonerai mai più te stesso. Tu sii il mio innamorato, mondo.
Jeff Foster
L’Amorevole abbraccio della Consapevolezza.
Fai a pezzi le vecchie parole… solo, annoiato, abbandonato, non amabile, senza valore, rifiutato, brutto, fallito… e porta attenzione al corpo, a ciò che è vivo, ora. Invita la consapevolezza nel luogo che fa male, il luogo di tutti i dolori, che brucia, il luogo tenero, il luogo che ha bisogno di essere stretto e amato proprio ora, e c’è solo l’ora.
Invita la consapevolezza nella pancia, nel petto, nella gola, in testa… Inzuppa le sensazioni con questa calda consapevolezza… Lascia che la consapevolezza fluisca attraverso… Lasciala saturare le sensazioni formicolanti, pulsanti, vibranti, vere, vive, lasciale penetrare… Lascia che fluisca attraverso e attorno a queste sensazioni… E invita anche il respiro, permetti il sacro respiro affinché si muova nelle sensazioni, e in ogni senso di contrazione.
Ricorda, non stai cercando di far andar via la sensazione, o cancellarla, ma darle il benvenuto, farle spazio… e realizzare che tu sei lo spazio per queste sensazioni, quelle sensazioni che vogliono muoversi, danzare, crescere, dissolversi nel loro dolce spazio. E non c’è urgenza qui. Nulla è andato storto, non c’è nessuna rottura nella commedia planetaria; questo non è il momento sbagliato della tua vita, la scena sbagliata del film. Questa è vita, piena, presente e completa, e include ogni senso di incompletezza, mancanza, “sbaglio”, insicurezza.
Come il terreno sorregge il corpo ora, come il cielo contiene ogni cambiamento del tempo, così la consapevolezza sorregge tutti questi momenti nelle sue amorevoli braccia. Tutti i pensieri e sensazioni crescono per essere amati, qui, per essere saturati con consapevolezza, benedetti con la tua attenzione, perché l’attenzione è la più grande benedizione di tutte.
Jeff Foster
Non seguire ciecamente i tuoi sentimenti.
Senti le tue emozioni. Non spingerle via. Ma non aver fretta di “seguirle” subito. Molte emozioni sono semplicemente vecchie memorie d’infanzia. Bellissime, preziose, ma non qualcosa su cui costruire la tua vita adulta. Semplicemente inchinati ai sentimenti che emergono. Benedicili con la tua consapevolezza.
In presenza, lasciali muovere. Sono onde nel tuo oceano. Sono il tuo corpo bambino. Andranno e verranno. Sono fugaci. Non sono la verità finale.
Quando permetti i tuoi sentimenti, loro non ti controlleranno. Tu sei il contenitore, mai sei contenuto. Sei lo spazio per gioia e tristezza. Per felicità e noia. Non seguire ciecamente I tuoi sentimenti, allora. Mai essere colui che segue.
Sii un contenitore. Sii spazio. Siedi con la tua emozione fino a quando non hai più l’impulso di agire. Lasciala muovere in te. Fino a che c’è pace. Poi, da uno luogo di lentezza, quiete, presenza, fluiranno le giuste parole e azioni (o non azioni), in modo naturale.
Segui il momento quindi. Segui il sacro respiro. Segui lo spazio che mai segue.
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Sii presente. Sii qui. Senti i tuoi piedi sul terreno, la tua pancia che si alza e si abbassa. Sii aperto e ricettivo alla vita intorno a te.
Il suono, l’odore, i sapori. Sentimenti che si sollevano inaspettatamente. Un fremito nella pancia. Una contrazione nella gola. Pesantezza sulla testa. Una vecchia tristezza che ci viene a far visita.
Sii curioso quando il momento danza. Ascolta. Ascolta con tutto il tuo corpo. Ascoltati. Ascolta gli altri. Ascolta il silenzio fra le parole. Lascia che il silenzio rimanga più a lungo.
Non c’è fretta. Non c’è nessun “miglior” momento a cui tendere. Il silenzio non ha sempre bisogno di essere riempito.
Sii nudo. Più lento. Sappi un pochino meno di ciò che stai per dire. Sii meno preparato, più incasinato, più incline ad esporre il tuo cuore vulnerabile. Sii sorpreso della tua stessa risposta. Non ottundere te stesso con le solite vecchie storie. Combatti per i tuoi bisogni. E’ giusto. Tu sei contenuto.
Lascia le tue parole emergere dal silenzio e ritornarvi. Nota se stai parlando solo per evitare il silenzio. Nota se rigurgiti storie che ti sono state raccontate prima. Nota se stai cercando di fare colpo o vincere amore. O evitare di essere visto per ciò che davvero sei.
Amico è nel silenzio che davvero ci incontriamo. Il vero intendimento è oltre la mente. L’amore è senza parole; e non ha più bisogno di parlare. Ascolta il silenzio; è vulcanico.
Jeff Foster
Fermati. Respira. Ascolta.
Qualsiasi cosa stia accadendo nelle circostanze della tua vita, fermati. Solo per un momento. Porta la tua attenzione verso il qui e ora. Lascia che il momento diventi affascinante. Gentilmente inizia a prendere atto di cosa sta veramente accadendo dove sei ora.
Esci dalle conclusioni che hai tratto sulla vita. Dai tuoi sogni di passato e futuro, e comincia a notare le sensazioni, i sentimenti, i pensieri che sono presenti, proprio qui e ora. Lascia che la tua esperienza presente – vista, suono, odori – diventi la più curiosa danza in tutto l’universo. Stai vedendo, assaporando, toccando, sentendo le parole come fossero dette per la prima volta.
Questo è già il tuo Giardino dell’Eden, il tuo incasinato, intenso, gioioso Giardino dell’Eden, e tu ti stai risvegliando ad esso, finalmente. Smettila di cercare di immaginare come tutto debba andare. Smettila. Dai tutto all’abbraccio di questo momento. Cadi letteralmente nel tuo non sapere…
Jeff Foster
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“Prometti che non mi lascerai mai. Dimmi che ti sentirai sempre in questo modo. Dimmi che sono l’unica. Dimmi che hai occhi solo per me.”
Questa non è presenza, ma dipendenza. Questo è un bambino che vuole la madre. Questa è impotenza e dipendenza. Una dipendenza che era vera quando eri bambino. (Senza madre tu saresti morto quindi allora era una dipendenza giusta). Ma ora sei cresciuto, non sei più dipendente.
La tua solitudine non è più pericolosa (anche se senti come se lo fosse). E tu non sei incompleto senza madre, senza un partner, un amico, un’altra metà (anche se ti senti incompleto).
Sei intero e completo perché esisti. Perché respiri. Perché senti ciò che senti.
Nessuno può prometterti che non ti lascerà mai. Nessuno può prometterti che ti starà sempre vicino. Nessuno conosce il futuro. E noi cambiamo e guariamo. Cresciamo. Diventiamo più consapevoli.
E la presenza è l’unica certezza qui. La presenza è ciò che vogliamo. Eppure la presenza non è qualcosa fuori di sé. E così spezziamo la dipendenza scoprendo la presenza. Non la presenza di un “altro” ma la nostra.
Spezziamo la dipendenza avvicinandoci a noi stessi. Sentendo i nostri piedi sulla Terra. Sentendo la pancia che si alza e si abbassa. Respirando nel piacere e nel dolore. Possedendo noi stessi, finalmente. L’unica cosa che non ci lascerà mai, siamo noi.
Non cercare mai l’amore ma sii amore, irradia amore dal tuo centro, come la Terra o la gravità che attrae tutto nelle tue braccia aperte. Non essere spaventato di essere solo. Non essere spaventato di “perdere l’amore”. Non puoi perdere l’amore. Sei sempre abbracciato e contenuto, anche quando il tuo cuore è spezzato.
La verità è che non ti serve un’altra persona per la tua felicità. E così tu puoi amare gli altri invece di attaccarti ad essi, o alle tue abitudini, o alle tue paure, o alla vergogna, o al fatto che stai ancora inconsciamente cercando una madre: “Prometti che non mi lascerai mai. Dimmi che ti sentirai sempre in questo modo. Dimmi che sono l’unico. Dimmi che hai occhi solo per me.”
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Smettila di paragonarti agli altri. Togli la tua attenzione da ciò che gli altri hanno. Dal loro successo. Dalla loro felicità. Dalle loro relazioni meravigliose. Dai risultati che hanno raggiunto. Dalla loro abbondanza.
Quando fai paragoni, fai esperienza della mancanza, dell’invidia; è resistenza a te, al dove sei, a ciò che sei. Ti senti lontano da dove dovresti essere, lontano da casa, lontano dalla vita. Ma la vita è qui; la vita non è mai lontana.
Porta la tua attenzione lontano da ciò che fanno gli altri, e invitala più vicino a te, a dove tu sei, al respiro, alle sensazioni del corpo. Senti la tua connessione con la terra, il radicamento della tua presenza. Permettiti di sentire ciò che senti: tristezza, rabbia, anche disperazione. Lascia che questi antichi ospiti si muovano attraverso te, oggi. Non li hai creati tu e non è tuo compito sbarazzartene.
Non sei una “persona” fissa nel tempo e nello spazio, ma un vascello, un attuale contenitore per ogni pensiero, ogni sentimento, ogni speranza, ogni sogno, ogni onda di tristezza o gioia.
La tua abbondanza giace nel tuo respiro, amico, nella tua vicinanza alla terra, nella tua originalità, nel tuo cuore aperto, nella tua capacità di ridere alle seriosità di questo mondo.
Sei vasto, oltre ogni paragone.
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Quando si solleva un pensiero, già non è più vero. Nel sollevarsi, non è vero. Non può esserlo, perché è solo un pensiero, un concetto, un’ immagine, così tanto più piccola di te.
L’unica verità è ciò che permette ad ogni pensiero di giungere e permette ad ogni pensiero di scomparire. L’unica verità è la Presenza stessa, chi sei veramente, questo ampio spazio aperto in cui tutti i pensieri, felici e tristi, paurosi e divertenti, orribili e stupidi, comici e tragici, possono arrivare e stare per un po’ e poi passare.
I pensieri sono semplici consigli, opinioni, prospettive, voci, suoni; essi non sono la permanente verità di chi sei. La verità è qualcosa di vivo, e i pensieri sono del passato, sempre. La verità è sempre nel presente, ma i pensieri sono temporanei, come nuvole nel cielo della Verità. E anche ciò che non è vero, anche questo è pensieri.
Quando un’emozione si solleva, non è un errore, eppure non è nemmeno la verità. I sentimenti sono solo onde di energia che sorgono attraverso il corpo. Non sono positive o negative, buone o cattive, sono semplicemente movimenti di vita. Nessun pensiero o emozione è una imperfezione o una punizione, un’aberrazione o una patologia. Nessun pensiero o sentimento è un “segno” che sei lontano dal risveglio o dalla guarigione o dall’amore. Nessun pensiero o sentimento, per quanto intenso o inaspettato o scomodo o fantastico, significa che tu sei cattivo, danneggiato, distrutto, crudele, peccatore, prigioniero o non spirituale.
Sei pura presenza, sempre vasta e sempre libera, e ogni pensiero e sensazione che si muove attraverso te viene per essere abbracciato, permesso, amato. Per essere benedetto e per potersi muovere in avanti, verso una destinazione sconosciuta.
E così, entrare in guerra con i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, è come dimenticare la tua vera natura e girare le spalle ai tuoi amati figli. Soffrire è abbandonare te stesso e chiuderti alla Verità; che è la vera sofferenza.
Questo è il tuo vero potere: Amare. L’Amore che fa di ogni cosa una cosa nuova.
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Felicità, la vera felicità, è quel tipo di felicità che non può essere comprata o venduta o impacchettata in modo ordinato, è la stessa della tua presenza, nessuno te la può dare e nessuno può portartela via.
Se la cercate in un’altra persona, dipenderete sempre da essa, sarete spaventati di perderla e la paura e il risentimento saranno in agguato nel vostro “amore”. Cambierete voi stessi per piacere, ottunderete i vostri pensieri e le vostre emozioni, chiuderete gli occhi alla verità, vivendo in speranza e fantasia. Vi renderete tristi per vincere il suo amore, tenerla con voi, controllarla. Farete in modo di diventare tristi perché gli altri siano felici… o forzerete voi stessi alla felicità. Questo non è amore, è dipendenza da una persona. E’ paura mascherata da “romanticismo”. E’ una bugia.
Ma, sotto ogni dipendenza, c’è la ricerca di casa, di Madre e del più profondo senso di mondo. Trovate il più profondo senso di casa dentro di voi, fate del vostro corpo, il vostro respiro, la vostra pancia che si alza e si abbassa nel momento presente.
Trova il tuo terreno nel senso di essere vivo. E in quel luogo di presenza connettiti con chi ti nutre, chi ti aiuta a sentirti vivo, chi è empatico con te e può convalidare i tuoi sentimenti più profondi.
Quando non cerchi di vincere, quando non scappi dai tuoi sentimenti scomodi, tu puoi permetterti davvero e sinceramente di amare e essere amato.
Invita gli altri nel tuo campo di amore; lasciali stare con te o andare via, inchinati al loro sentiero e cammina il tuo sentiero con coraggio. Ma non cedere alla menzogna della salvazione, le bugie stanno ovunque, tranne che al cuore della tua squisita presenza, il luogo dove non vi è nessuno da salvare. Il luogo dove tocchi la vita, e sei toccato da lei, momento per momento…
Perché tu sei l’Unico, il tuo più grande amore, il tuo compagno, il tuo guru, tua Madre, il tuo amico.
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Una vita senza pene non è per nulla vita. Come i miti antichi e le leggende ci ricordano, non può esserci vera crescita senza il viaggio eroico nel buio.
Il dolore ha il potere di distruggere l’ego e i suoi sogni e portare grande umiltà, per svegliare la compassione e guidarci direttamente alla presenza.
Un’ illuminazione che promette totale distacco dalla nostra umanità, uno stato permanente di pura, ininterrotta gioia, libera da ogni tipo di dolore, è un’ illuminazione radicata in una paura profonda, è un incubo dell’ego.
Per milioni di anni il sole ci ha donato il suo meraviglioso potere gratuitamente. Pensate a tutto il tempo in cui ha bruciato per brillare così intensamente e darci vita.
Siamo tentati di girare le spalle ai nostri cuori veri, nudi, brucianti, ai nostri corpi distrutti e alle nostri menti confuse e fissarci su una meta futura, che nemmeno ci appartiene. Ma alla fine, il nostro bruciare è esattamente ciò che ci farà risplendere più intensamente. Se solo potessimo stargli vicino…
Solo l’amore conta, amico. Tutta la tua conoscenza e le tue conquiste, tutti i drammi della mente, del “so più di te”, tutto quel mettersi in posa dell’ego spaventato, così pallido in confronto alla semplice gioia della vera connessione e in confronto alla pace che proviene dal sapere che non sei nulla di meno che un sole che brucia.
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