L'amore è stato totalmente ignorato dagli scienziati... È una constatazione sconvolgente, perché si tratta di qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno e alla quale aneliamo senza posa. E tuttavia non è fatta materia di insegnamento: si dà per accettato che l'amore ci venga fornito tramite e per effetto di una misteriosa forza vitale.
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«La mente razionale rifiuta categoricamente di credere nel potere dell'amore» - osserva Sorokin...
«A noi sembra un'entità illusoria. Lo consideriamo alla stregua di un autoinganno, lo giudichiamo l'oppio dei popoli, uno sciocchezzaio antiscientifico.»...
«Noi siamo prevenuti», osserva ancora Sorokin, «contro ogni teoria che si sforzi di provare il potere esplicato dall'amore nel determinare il comportamento umano e la personalità, nell'influenzare il corso dell'evoluzione biologica, sociale, mentale e morale, nell'agire sul corso degli eventi storici e nel plasmare la cultura e le istituzioni sociali. Negli ambienti dominati dalla ragione, siffatte teorie non convincono, e vengono reputate del tutto prive di basi scientifiche, frutto di pregiudizio e di superstizione.» Ecco, secondo me il punto è proprio questo: l'amore è considerato una vana parola, paccottiglia antiscientifica e superstiziosa.
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Vorrei disquisire con voi in merito ad alcuni degli strumenti grazie ai quali possiamo essere splendide, tenere, indistruttibili creature umane, capaci di ricevere e prodigare amore. Per prima cosa, l'uomo capace di amare deve aver cura di se stesso. Non alludo a una forma di ingannevole egoismo. Mi riferisco all'uomo che bada realmente alla sostanza della propria personalità, a colui che dice: «Ogni cosa viene filtrata attraverso me; di conseguenza quanto migliore sono, tanto maggiore è ciò che ho da dare. Quanto più vaste sono le mie conoscenze, tanto più ampio sarà il bagaglio di nozioni che potrò offrire agli altri. Quanto più alto sarà il mio grado di perspicacia e comprensione, tanto maggiore sarà la mia capacità di insegnare agli altri e di fare della mia persona il più bello, il più straordinario, il più fantastico, il più tenero e affettuoso essere umano del mondo».
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In California, psicologi umanisti di primissimo ordine come Rogers, Maslow, Herbert Otto hanno avuto intuizioni di eccezionale valore. Costoro - ma non sono i soli - sostengono che in noi si manifesta solamente una minima porzione di ciò che realmente siamo. Tale è l'immensità del potenziale insito nell'uomo, che l'ipotesi di riuscire a volare, se mai lo si volesse, non appare esagerata o stravagante. Potremmo disporre in tal misura del senso del tatto, da riuscire a toccare i colori! Potremmo avere occhi più acuti di quelli dell'aquila, l'olfatto più sensibile di quello di un cane da tartufi, e un cervello dotato di poteri così straordinari da esser sempre pervaso da sogni e progetti elettrizzanti.
Nondimeno, ci sentiamo perfettamente paghi di essere quel che siamo.
Nondimeno, ci sentiamo perfettamente paghi di essere quel che siamo.
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Se l'intera esistenza è impegnata nel processo di diventare, crescere, vedere, toccare, percepire,
odorare, non è possibile vivere un solo istante di tedio. «Pensate a ciò che siete, al fantastico potenziale racchiuso in voi.»Non mi stanco di ripeterlo ai miei studenti.
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Non rinunciare mai all'albero della vita, abbarbicati ai suoi rami. Tu sei il solo, l'unico te stesso; l'unica, portentosa combinazione di forze che sia sempre esistita, e sempre esisterà, in grado di dar vita a quell'albero. Tu sei il miglior te stesso, ma a voler essere un altro, sarai sempre e semplicemente il miglior numero due.
Non rinunciare mai all'albero della vita, abbarbicati ai suoi rami. Tu sei il solo, l'unico te stesso; l'unica, portentosa combinazione di forze che sia sempre esistita, e sempre esisterà, in grado di dar vita a quell'albero. Tu sei il miglior te stesso, ma a voler essere un altro, sarai sempre e semplicemente il miglior numero due.
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