(tratto da "Esperienze delle Vette" di P. Ferrucci)
La via della volontà è la via più diretta:
" per arrivare in cima alla montagna ignora declivi e comodi sentieri, punta invece alla vetta, sfidando neve e ghiacci, tormente e precipizi."
Nella sua fase decisiva procede senza tentennamenti, ignorando le complessità del mondo soggettivo.
La via della volontà è anche la più solitaria...Certo ogni via è solitaria perché ogni cammino spirituale è fatto di problemi e difficoltà che ognuno deve superare facendo uso soltanto delle proprie risorse; e proprio così si progredisce.
Ma nelle altre vie si trovano spesso regole, consigli, guide, a volte anche in comunità di persone che aiutano a non venir meno ai propri propositi, ad andare avanti, e a far uso dell'esperienza fatta già da altri nelle medesime circostanze..
...Nella via della volontà non vi è nulla di questo: qui i punti di riferimento non ci sono; qui si è i primi ad aprirsi il varco in una giungla sconosciuta; e qui le regole anziché seguirle, bisogna violarle, anche quelle che sembrano più logiche. Chi percorre questa via diviene legge di se stesso!
Inoltre la via della volontà è la più letterale. In altre parole ci si trova di fronte alla morte metaforica di se stessi, della propria vecchia maniera di essere: qui è la morte vera che si rischia, ci si trova di fronte a una folla inferocita o sopra uno strapiombo o in territori sconosciuti.
In altre vie si esplorano nuovi spazi interiori: qua - nella via della volontà - gli spazi sono esterni; eppure si scala interiormente verso livelli sempre più alti: qui i picchi si scalano per davvero; sempre su ogni cammino si incontrano ostacoli, oltre a essere interni (quelli ci sono sempre) si vedono, si toccano, si sentono: una parete di ghiaccio, un mare immenso, la rarefazione dell'atmosfera, un fondale cupo, lo spazio cosmico.
Infine, la via della volontà è la più dura.
In ogni via verso il Sé la coscienza individuale esce in un modo o nell'altro dal proprio campo limitato di esperienza e si espande in mondi molto più vasti. I mezzi per farlo, sono molti e di vario tipo: la rete di automatismi che ci imprigiona può essere analizzata nelle sue origini, trasformata, de-automatizzata, ignorata, trascesa.
Nella via della volontà essa viene infranta: ci si cimenta con le regole imposte dal buon senso, con le abitudini più accettate, con gli interessi più potenti, con i limiti della propria fisiologia. E, con la sola forza della volontà e del coraggio, li si combatte e li si supera, irrompendo così in aree completamente inesplorate del proprio essere.
In questa via (e, in minor misura, anche nelle altre) la volontà è un fattore decisivo. Infatti è la volontà che distingue una persona libera da una che è inconscia, paurosa o succube. E' la volontà l'espressione più chiara di chi noi siamo, perché la volontà è scelta: e quando la nostra scelta è forte e netta, senza titubanze o ambiguità, così è anche il nostro essere. Infine, la volontà, proprio quando si trova davanti al muro di forza più grande può trovare la sua massima realizzazione: nel volere l'impossibile, anche a costo della vita, non per propria soddisfazione personale, ma perché è giusto.
Non solo c'è una volontà forte nelle persone che seguono questa via, ma anche un profondo senso di identificazione con gli altri. Questo è un paradosso, perché esse sono persone condannate alla solitudine - la solitudine delle scelte difficili, e certe volte anche la solitudine fisica.
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