;
Rappresentazione metaforica del percorso di crescita e pratica spirituale.
I - In cerca del bue [senza disciplina]
L'uomo ha perduto (violato) la sua natura più intima, anche se non sa ancora dove trovarla, almeno ha cominciato la ricerca.
La via è lunga e tortuosa; si allontana da casa per bivi sempre più confusi, il praticante è pieno di irritazione, ansia, gli sembra di avere più problemi ora che prima di iniziare la pratica spirituale.
Il canto delle cicale simboleggia il RICHIAMO.
Il fruscio circostante indicano le sollecitazioni del mondo fenomenico.
II - Visione delle tracce [l'inizio della disciplina]
Dopo aver praticato coscienziosamente, la mente si placa gradualmente. Il praticante si convinse che quando la mente cesserà le sue attività, la natura intima (il bue) gli apparirà.
Avverte il sentore dell'oltre-mondano
Ruscelli e boschi indicano le pratiche in corso.
III - Visione del bue
L'entusiasmo gli dà sicurezza, l'addestramento può avergli conferito poteri psichici; non deve però abusare della sua posizione.
Non ha ancora visto bene il muso del bue ed è possibile che questo vada di nuovo perduto.
IV - Cattura del bue [Fronteggiato]
È difficile da tenere sotto controllo, serve la frusta per domare la natura selvaggia del bue (inquietudini interiori).
Si esercita con vigore percependo barlumi del volto originario (realtà ultima)... Ottiene il kai-wu (risveglio) ed ora vede la sua natura intrinseca.
Tuttavia il pesante fardello dell'illusione è ancora su di lui: Sente l'insopportabile pressione del mondo esterno.
V - Pascolando [bue domato]
Guida con attenzione la sua condotta, senza allentare la corda una frusta (concentrazione costante)
VI - Ritorno a casa, cavalcando il Bue [slegato]
Tranquillamente, cantando, col cuore pieno di gioia, viaggia indisturbato dalle noie mondane.
La battaglia è finita, non si interessa più di guadagno o perdita. Non si volta alle tentazioni, nulla lo tirerà indietro. Non ha bisogno del linguaggio per descrivere la (sua) natura. È conscio della sua casa spirituale.
Il contenuto di questo sesto ritratto suggerisce che Nirvana, raggiunto nel qui ed ora, non comporta la scomparsa dell'illuminato.
VII - Il bue dimenticato (svanisce l'idea di dharma), l'uomo rimane solo, indisturbato
La frusta non serve più.
La natura intrinseca è ora assolutamente pura e calma. L'uomo e la natura sono diventati da medesima cosa. Essi sono un tutt'uno con l'intero universo.
Non si è però ancora liberato dall'illusione del sé, dalla personalità.
VIII - Uomo e bue svaniti [tutto dimenticato, tutto perduto]
La serenità regna incontrastata; trascende anche l'idea di santità, essa non è che una farsa del dualismo. Tutto vuoto: la frusta, l'uomo, il bue, il mondo.
" Sulle fiamme dello spirito che tutto brucia, neanche un fiocco di neve può cadere, senza prima sciogliersi silenziosamente"
Cessano tutte le verbalizzazioni (attività del pensiero) e le intellettualizzazione.
Siamo nel regno dell'inesplicabile.
Nel ritratto c'è solo un cerchio vuoto.
Non c'è conoscitore né conosciuto; non c'è sacrilegio né sacro.
La realtà ultima è indifferenziata.
Nella non-mente ogni sforzo-risultato-impulso mentale è futile.
IX - Ritorno alle origini, rientro alla fonte
Sin dall'inizio puro e immacolato, l'uomo non è stato colpito dalla contaminazione. Osserva il mutare delle cose mentre dimora nell'immobile
(serenità) della Non-Affermazione.
Il suo cuore è ora libero (emancipazione, spontaneità); non è più mosso senso realmente da suoni e visioni apparenti.
Nel ritratto appaiono dei fenomeni ma non l'osservatore.
P.s.
Prima di iniziare la pratica, le montagne erano (solo) montagne. Durante la pratica, le montagne potrebbero apparire come enormi masse di energia, o particelle-forze subatomiche.
Dopo il risveglio tornano ad essere viste come montagne, ma diverse. Per esempio prima muovevano la sua mente, causando l'insorgere di miriadi di pensieri, ora le montagne non causano alcun pensiero illusorio... Sa che essi sono illusorie.
" Stare in mezzo le caratteristiche e pur privi di caratteristiche"
X - Entrando nel mercato (in città, o nel mondo) con le mani e le braccia aperte (dispensando beatitudine)
"... a petto e piedi nudi, imbrattato di sangue polvere ma con un largo sorriso
non ha bisogno di poteri miracolosi desideri; gli basta toccare e guarda!, gli alberi morti sono in pieno fiore"
Ritratto dell'innocenza e della naturalità, l'uomo è ora libero dal mondo ma presente nel mondo. Distaccato dalla corruzione del mondo, non ha nulla da nascondere.
Pronto a scendere nei livelli più bassi (simboleggiati fango e polvere) per aiutare i più deboli.
RITRATTI ALTERNATIVI
Commenti