Nel post precedente abbiamo definito cosa si intende per sintropia. Ora vediamo le implicazioni in termini temporali (passato-presente-futuro) tratte dal matematico Fantappiè.
Negli anni '50 alcuni fisici scoprirono che quando si relativizza la funzione d’onda (ψ) di Schrödinger si ottiene l’equazione di Klein-Gordon: secondo la quale è necessario considerare entrambe le soluzioni come una possibilità, giungendo così alla descrizione di onde ritardate (+Eψ) che si propagano dal passato verso il futuro e di onde anticipate (-Eψ) che si propagano a ritroso dal futuro verso il passato.
Nel 1941 il matematico Luigi Fantappiè, studiando le proprietà matematiche di queste due soluzioni, scoprì che la soluzione delle onde ritardate è governata dalla legge dell’entropia (en=divergente, tropos=tendenza), mentre la soluzione delle onde anticipate è governata da una legge simmetrica che Fantappiè denominò sintropia (syn=convergente, tropos=tendenza). Per noi che ci muoviamo in avanti nel tempo le onde anticipate coincidono con onde che concentrano energia, creano differenziazione, complessità e strutture. Fantappiè ravvide queste proprietà nei sistemi viventi e arrivò alla conclusione che la vita si alimenta di onde anticipate. Di conseguenza, i sistemi che sostengono i processi vitali, come ad esempio il sistema nervoso autonomo, dovrebbero reagire prima di eventi futuri.
Questi studi suggeriscono che la soluzione negativa dell’equazione di Klein Gordon è reale e che la scienza debba perciò tener conto non solo di cause efficienti (collocate nel passato), ma anche di cause finali (collocate nel futuro).
Le proprietà delle onde anticipate consentono di giustificare, da un punto di vista scientifico, l’esistenza di un ventaglio molto ampio di fenomeni anomali tipici della parapsicologia come, ad esempio, la precognizione, la telepatia, le concentrazioni di forti quantità di energia, ecc.
I modelli della supercausalità di King (1989) e della sintropia di Fantappiè (1942) affermano che i
vissuti collegati al sistema neurovegetativo (le emozioni) si irradiano a ritroso nel tempo; di
conseguenza, è possibile ipotizzare che i vissuti di angoscia e di terrore sperimentati da una persona
coinvolta in un incidente si irradino non solo verso il futuro, ma anche verso il passato, consentendo
alla stessa persona nel passato di percepire, come malessere, disagio, malore o premonizione il proprio
stato futuro. Ciò può portare a modificare le proprie scelte, ad esempio a non salire sul treno che avrà
l’incidente, cambiando in questo modo il corso degli eventi nel futuro.
In sintesi, quando si sperimenta una forte emozione questa retroagisce sollecitando una scelta diversa nel passato.
Di conseguenza, se diamo ascolto alle nostre emozioni, possiamo cambiare il nostro futuro e, secondo questo approccio, il futuro cambia per il meglio.
Questa interpretazione suggerisce inoltre che è possibile retroagire sul passato, grazie ai vissuti emozionali, cambiando in questo modo il presente.
In base a questa affermazione il presente non è del tutto determinato, non esiste alcun collasso della funzione d’onda, e sarebbe perciò possibile modificare il presente inviando nel passato vissuti emozionali.
La PNL e la psicoterapia Ericksoniana, soprattutto attraverso l’uso dell’ipnosi e dello stato di trance, utilizzano continuamente tecniche di invio di emozioni nel passato della persona al fine di modificare lo stato presente. Ovviamente, chi utilizza queste tecniche, ha finora pensato che si trattasse unicamente di suggestione e quasi mai ha pensato che fosse possibile modificare realmente il passato della persona e di conseguenza il presente.
Se le emozioni possono realmente muoversi a ritroso nel tempo, tutta una nuova gamma di tecniche potrebbe essere messa a punto e sperimentata. Queste tecniche si baserebbero sul fatto di inviare nel passato dei soggetti emozioni che possano portare a modificare le scelte che sono state operate.
Modificando le scelte nel passato, cambia istantaneamente il presente, e quindi lo stato della persona.
... E’ importante sottolineare che stando a questi modelli è possibile modificare il passato, ma solo al fine di evitare danni nel futuro.
Tra le proprietà matematiche delle onde anticipate troviamo i collegamenti istantanei tra punti distanti del tempo e dello spazio. Infatti le onde anticipate, per muoversi a ritroso nel tempo, devono
necessariamente viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce.
Poiché le onde anticipate sarebbero, secondo il modello di Fantappiè, alla base delle proprietà della
vita, è possibile ritenere che collegamenti istantanei, non locali, caratterizzino molte delle funzioni
della vita. Ad esempio, la memoria potrebbe basarsi su collegamenti non locali con eventi passati. Il
cervello non sarebbe quindi un magazzino di informazioni, ma opererebbe come una antenna che si può orientare, grazie alle emozioni, verso momenti dello spazio-tempo, che secondo l’equazione di Klein-Gordon sono tuttora presenti. Le informazioni sarebbero raccolte direttamente dalla fonte e la
nebulosità dei ricordi, con il passare del tempo, dipenderebbe dalla difficoltà che abbiamo nel sintonizzare la nostra antenna, il nostro cervello, con questi eventi lontani nel tempo.
Se questa ipotesi è corretta, una serie di tecniche potrebbero potenziare i ricordi, o portare ad acquisire informazioni che non erano state acquisite inizialmente. Ad esempio, in ipnosi è possibile rendere i ricordi più precisi e vividi e recuperare informazioni che il soggetto non avrebbe avuto modo di acquisire nella sua esperienza passata.
Mentre per la scienza classica la percezione può avvenire unicamente attraverso i 5 sensi, cioè attraverso la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto ed il gusto, la nuova scienza apre la strada a nuovi tipi di percezioni basate sulla non località.
Ovviamente, è possibile immaginare non solo tecniche che potenzino i ricordi, la memoria, ma anche
tecniche che consentano di potenziare e utilizzare i vissuti associati al sistema neurovegetativo come se
si trattasse di nuovi canali sensoriali.
Una delle caratteristiche principali delle onde anticipate è quella di essere finalizzate, ossia generate da
cause finali. Riconoscere questa struttura finalistica della vita e della realtà ci porta a non remare contro le cause finali.
Quando non si accetta la struttura finalistica della realtà ci comportiamo come tante schegge impazzite che vanno ognuna nella propria direzione; quando invece accettiamo la struttura finalistica, diventiamo elementi che, nel pieno rispetto della nostra individualità, si muovono nella stessa direzione, collaborando, spesso in modo inconsapevole e apparentemente misterioso, l’un l’altro al fine di raggiungere fini comuni per il benessere individuale e collettivo.
La struttura finalistica delle onde anticipate consente di ipotizzare che l'Io dell’individuo non sia altro
che il riflesso di un Sé trascendente, nel quale tutte le cose trovano la loro origine. In questo modo
vengono ipotizzati piani che trascendono il piano fisico e biologico: “Coloro che hanno avuto
percezione di questi livelli attestano che si tratta di qualcosa di molto più reale, duraturo e sostanziale
del mondo di tutti i giorni. Si tratta della vera radice ed essenza della vita stessa, dell’essere”
(Assagioli, 1988). La percezione e la collaborazione con questi piani della realtà dischiuderebbe
possibilità e facoltà finora inimmaginabili.
L’allargamento della scienza alla sintropia favorisce la riconciliazione tra scienza e religione, cambiamento che Fantappiè descrive nel modo seguente: “Vediamo ora, in conclusione, che cosa si può dire per la vita. Quello che distingue la vita dalla non vita è dunque la presenza, negli esseri viventi, di questi fenomeni sintropici, finalistici, come fenomeni tipici della vita. Ora come si considera essenza del mondo entropico, meccanico, il principio di causalità, è naturale considerare essenza del mondo sintropico il principio di finalità. Quindi l'essenza della vita è proprio in questo principio di finalità. Vivere, in sostanza, significa tendere a fini. In particolare, nella vita umana, che aspetto prendono questi fini? Quando un uomo è attratto dal denaro, si dice che «ama» il denaro. L'attrazione verso un fine, per noi uomini, è sentita come «amore». Noi vediamo dunque che la legge fondamentale della vita umana è questa: la legge dell'amore. Non sto facendo una predica sentimentale; io vi sto esponendo dei veri e propri teoremi dedotti logicamente da premesse sicure, ma è certo meraviglioso e forse commovente che, arrivati ad un certo punto, quelli che sono teoremi parlino anche al nostro cuore! […] oggi vediamo stampate nel grande libro della natura - che, diceva Galilei, è scritto in caratteri matematici - le stesse leggi di amore che si ritrovano nei testi sacri delle principali religioni. […] la legge della vita non è dunque la legge dell'odio, la legge della forza, cioè delle cause meccaniche, questa è la legge della non vita, è la legge della morte; la vera legge che domina la vita è la legge dei fini, e cioè la legge della collaborazione per fini sempre più elevati, e questo anche per gli esseri inferiori. Per l'uomo è poi la legge dell'amore, per l'uomo vivere è, in sostanza, amare, ed è da osservare che questi nuovi risultati scientifici possono avere grandi conseguenze su tutti i piani, in particolare anche sul piano sociale, oggi tanto travagliato e confuso. […] La legge della vita è dunque legge d'amore e di differenziazione, non va verso il livellamento, ma verso una diversificazione sempre più spinta. Ogni essere vivente, modesto o illustre, ha i suoi compiti e i suoi fini che, nell'economia generale dell'universo, sono sempre pregevoli, importanti, grandi.”
Fonte: sintropia.it
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